Cap. 21
Time switch rewind (qualche tempo prima 😉)
Y/N's pov
Un altro giorno passato in questo buio che mi terrorizza, non riesco più a rendermi conto se è giorno o notte, mi sento debole ma devo provare a fuggire, devo fare qualcosa se nó impazzisco. Chi sa se si sono accorti della mia assenza, se mi staranno cercando, Lya sarà tornata e Angy avrà fatto pace con Taehyung? Questi sono pensieri che mi fanno passare le giornate, devo tenere in funzione il cervello se non voglio annullarmi del tutto. Voglio, devo fare qualcosa, tentare per lo meno. Il bastardo, ieri mi ha legata di nuovo, questa volta però si è impegnato, sia polsi che caviglie. Devo pensare, escogitare un piano, ieri sono stata troppo avventata e non posso permettermi di esserlo. La porta della stanza, dove sono prigioniera si apre, <Buongiorno bellezza!! Allora! La notte porta consiglio?? Hai fame, gattina??> è la voce del mio carceriere, sento che mi si avvicina, con la sua mano mi sfiora il viso, passa poi al collo, dei brividi di disgusto mi passano per tutto il corpo, odio essere toccata da questo stronzo, passa tra i miei seni, continua a scendere fino ai fianchi, passa poi sulle cosce, (per ora sei salva!) vorrei ucciderlo ma devo resistere, finalmente raggiunge le mie caviglie e le libera. Sento in questo momento come un sollievo infinito <Allora bellezza, se fai la brava ti libero anche i polsi e puoi mangiare. Che dici? Affare fatto?> la mia testa subito si muove in segno di assenso, devo recuperare energie <Brava, mi fa piacere! Brava gattina> mi accarezza la testa e dietro l'orecchio come si fa con i gatti, bastardo, lascia che riprenda le forze e vedi che ti combino, lurido e viscido verme. Finalmente anche i polsi vengono liberati e con una voce quasi impercettibile e supplichevole chiedo <Posso...togliere la benda? Non ne posso più di questo buio.> accenno un sorriso lieve, <Gattina... troppa libertà può farti male...> cerco di protestare <Si, ma come posso mangiare se non vedo??> minuti di silenzio interminabili poi finalmente sento la benda attorno ai miei occhi viene allentata <Non farmene pentire!> faccio un piccolo cenno con la testa <farò la brava!> devo, fare la brava, brutto stronzo. I miei occhi piano piano si abituano alla luce, anche se è debole, il troppo tempo passato al buio mi ha reso gli occhi molto sensibili, poi sento l'odore del cibo che il verme mi ha portato, ramen, dire che lo adoro è poco, ma ora come ora anche un topo fritto mi andrebbe bene... No, asp... quello no! Ma cosa cazzo vado a pensare, mangia e zitta! Recupera energie! Ora parlo anche da sola... sto messa male! Mi butto sul ramen. Mamma che bella sensazione, l'odore, il sapore e la consistenza dei noodles, anche se è uno istantaneo con la fame che ho mi sembra tutto buonissimo, riesco però a mandarne giù poco più di qualche boccone, cerco di forzarmi, ma è controproducente, mi viene da vomitare, il mio stomaco rifiuta di ricevere altro cibo. CAZZO! Penso che ci metterò più tempo del previsto a riprendere le forze. Avrei voglia di correre via lontano da questa fetida stanza che è la mia prigione. <Posso farti delle domande?> il mio carceriere si gira guardandomi incuriosito <Tu puoi farle, non è detto che ti risponda!> che lurido... ride. Bastardo mi pagherai tutto con gli interessi, gli faccio un piccolo sorriso stanco <Perché? Questo voglio capire!> mi rivolge uno sguardo quasi divertito, mamma che nervi che mi fa venire, mi si avvicina ulteriormente e prende il mio mento stringendomi forte <Io... bellezza non ho nulla contro di te, ne contro il tuo bel fidanzatino, non mi interessano neanche i soldi - poi mi guarda leccandosi le labbra, viscido verme - mi interessa... come posso dire... altro. Purtroppo non posso farti nulla di quello che vorrei, quindi, micina se ti comporti bene, sarò moolto buono con te, al contrario, se ti comporterai da gatta selvaggia come hai fatto fino ad ora... beh! Non sarà per te una bella permanenza!> Capisco a questo punto di essere veramente nei guai, se non trovo il modo di scappare non vedrò più né Jimin né tutte le persone che mi vogliono bene. Iniziano a bruciarmi gli occhi, non voglio piangere, ma le lacrime escono senza controllo, il verme me le asciuga in maniera molto delicata, mi da un buffetto sulla guancia <Ora basta! L'ora d'aria è finita, tra poco il capo viene e se ti trova così, prima ammazza me e poi te. Quindi si ritorna al buio. Ci si vede domani> annaspo, non voglio tornare al buio, non voglio più restare qui <No, ti prego!> gli faccio gli occhi più supplichevoli che posso ma non serve <Mi dispiace bellezza!> mi rimette la benda sugli occhi, ancora una volta sono legata a questo maledetto letto e non posso muovermi. Va via... Inizio a pensare a tutte le cose che ho recepito in questo lasso di tempo, faccio un resoconto mentale:
1. Non è il verme che mi ha rapito, ma è solo il mio carceriere;
2. Non hanno intenzione di chiedere un riscatto, quindi sono fottuta;
3. Lui è interessato a me, e questo potrei volgerlo a mio favore in qualche modo;
4. Chi mi ha rapito è una lei? Un lui? Se non sono interessati ai soldi che diavolo vogliono??
Mi scoppia il cervello, il buio e la solitudine mi stanno facendo impazzire, poi alle mie orecchie arriva una melodia dolcissima, una voce che per la mia mente è un balsamo, è la voce di Jimin
Il tempo sembra non passare mai, tutto è uguale, non c'è giorno non c'è notte, solo quando mi porta da mangiare riesco a rendermi conto di essere ancora un essere umano e di essere viva, una cosa però è certa le forze stanno tornando, mi sto comportando da brava e presto sarò in grado di tentare qualcosa. Ancora una notte fredda, ancora una notte buia e solitaria, tutto passa lento, poi ancora una volta la porta si apre <<Buongiorno bellezza! Il sole è già alto! Ti ho portato la cena!>> <<Cena? E il resto? Anche in prigione i carcerati hanno diritto a 3 pasti regolari!>> lo sento sghignazzare sotto la mascherina. Mah! Ha qualcosa in mente. Il verme si crede furbo o è più intelligente di quello che sembra, non sono riuscita a vederlo ancora in faccia, oltre a quella dannata mascherina ha sempre il cappello calato sugli occhi assieme al cappuccio di felpa. <<Oggi si festeggia gattina mia! Ti permetterò di guardare la TV assieme a me! Che ne dici sei contenta?>> accenno un sorriso, ecco, ora ne sono convinta ha qualcosa in mente, come d'abitudine ormai mi slega prima le caviglie, e non so spiegare il sollievo che sento, poi i polsi e per finire la benda dagli occhi. Cazzo è troppo vicino, che intenzioni ha? <<Senti un po' micina - la sua voce è bassa, non si comporta da stronzo oggi, è più un viscido verme - che ne dici se prima ti faccio un po' di coccole? - Chi? Cosa? Ma che ha in testa? - Non sei stanca di restare sempre qui, da sola, al buio? Se tu volessi...>> anche io abbasso il tono della mia voce, quando voglio so essere molto più che sensuale << Sai - e mi faccio più vicina - forse hai ragione, le giornate sono lunghe... qui... tutta sola e... soprattutto le notti...>> mi sporgo verso di lui come se lo volessi baciare, sento il suo respiro pesante avvicinarsi e si toglie la mascherina, mi avvicino sempre di più, con la coda dell'occhio vedo il vassoio con il cibo che mi ha portato, con cautela allungo le mani, lo afferro saldamente e con tutta la forza che riesco a raccogliere gli e lo fracasso sulla testa, cade a terra ed io posso approfittare per fuggire, ora o mai più! Salto giù dal letto e con un po' di fatica inizio a correre, cazzo mi gira la testa... mi appoggio alla balaustra delle scale ed inizio a scenderle al massimo della velocità che riesco ad ottenere dal mio corpo comunque provato, sento la sua voce, si è già ripreso il bastardo ed io sono quasi alla porta, mi volto un attimo per controllare dove si trova il verme... un forte dolore alla testa... BUIO!
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