Capitolo 8

"Maledizione!"

Ero davanti ad un apparecchio per analizzare un campione di olio di oliva, ma quella specie di navicella spaziale non voleva proprio saperne di collaborare. Marisa me ne aveva illustrato il funzionamento giorni prima quando lo aveva usato e mi aveva detto che, in caso di necessità, avrei trovato le istruzioni sulla relativa procedura, qualora non ci fosse nessuno disponibile ad aiutarmi.

Mi sentivo molto Marina Confalone in "Così parlò Bellavista" nella scena della lavastoviglie: accesi e spensi l'apparecchio più volte, controllai le impostazioni dal software, i collegamenti dei vari pezzi, le prese di corrente (!), perfino il quadro elettrico, ma niente, quel maledetto non si avviava. Non si era illuminata alcuna spia, gli allarmi sonori tacevano, insomma nessun cenno di vita se non da parte dei led di accensione: mi sembrava di impazzire!

"Quando la tecnologia rema contro, può essere solo una pessima giornata lavorativa" borbottai tra me e me sbuffando, un piede che batteva freneticamente a terra e le mani sui fianchi.

"Sembri un'anfora a due manici!"

Oddio, ma questo stava sempre appresso a me? Manco una imprecazione in santa pace! Da chiunque avrei voluto essere sorpresa in quel frangente tranne che da Bisonte 1, Matteo, ma evidentemente il karma quel giorno remava contro di me.

"È statisticamente impossibile che tu mi stia sempre tra i piedi nei momenti meno opportuni, cioè sempre in ultima analisi ma, evidentemente, così non è ." gli dissi senza girarmi verso di lui e ricontrollando tutti i collegamenti per l'ennesima volta.

"Acidina oggi eh?"

"Ah, che ridere. Sei simpatico come una martellata sui denti lo sai?"

"Se avessi voluto fare il battutone, invece di anfora avrei usato la parola cantariello, ma ho preferito essere un signore."

"No, tu temi per la tua incolumità, altro che gentiluomo!"

"Seeee certo come no. Piuttosto, che succede qui? Non ti faccio pazza al punto da parlare con le strumentazioni, che comunque farebbero bene a non assecondarti."

"Niente, non preoccupar.." non feci neppure a tempo a terminare la frase che in un attimo Matteo inquadró la situazione.

"Il gas! La pressione è a zero, non vedi? Ma come è possibile, le bombole sono arrivate la settimana scorsa, non possono essere vuote! Che cavolo è successo?"

"Non lo so, non ne ho idea.."

"Dov'è il registro? Chi è stato l'ultimo ad aver usato l'apparecchio?"

"Qui dice che è stato Vincenzo. Quindi?" gli dissi guardandolo negli occhi, dove passò un lampo strano.

"Quindi ora tu parlerai con Sergio, gli spiegherai l'accaduto e deciderà lui il da farsi."

Un brutto presentimento mi attraversò la mente, ma non feci in tempo a dire una parola che Matteo aveva già chiamato il capo il quale arrivò in un minuto.

"Che succede qui?"

"Beh sì, ecco, l'apparecchio non funziona, ho controllato ripetutamente gli step da seguire secondo le istruzioni operative, ma niente da fare... mentre cercavo di capire perché è arrivato Matteo, che si è accorto che la pressione del gas è zero, evidentemente la bombola è vuota"

"Ma le bombole sono state riempite di recente, che è successo? Chi l'ha usato prima di te?"

"Vincenzo" gli risposi.

"Ok, fallo venire qui."

Andai a cercare Vincenzo nel laboratorio di microbiologia, lo trovai che stava lavorando su alcune piastre:"Vincenzo puoi venire nella sala delle apparecchiature con me?"

"Sì certo, che succede?"

"C'è un problema con l'azoto."

"Con l'azoto?"

"Sì. Oggi avrei dovuto usare l'apparecchio che hai usato tu qualche giorno fa, ma non va proprio. mentre cercavo di capire che avesse lo strumento, è entrato Matteo che mi ha fatto subito chiamare Sergio."

"Ah. Ho capito. Immagino che Sergio sia seccato, giusto?"

"Ehm sì."

"Ok...  vedo una cazziata all'orizzonte e non solo quella purtroppo."

Vincenzo e io entrammo nel laboratorio poco dopo, Sergio gli spiegò cosa fosse successo e lui disse di ricordare che la pressione era normale alla fine delle analisi, per cui lui aveva spento tutto e aveva concluso. Il nostro capo gli chiese più volte se fosse sicuro di quanto diceva, finché concluse:"Questa cosa non ci voleva, ora bisogna mandare a riempire questa bombola e lavorare con la riserva, sperando duri il tempo necessario per far tornare l'altra. Il controllore dei costi non sarà per niente contento e io non so come aiutarti."

"Lo so, puoi fare ben poco." Vincenzo se ne andò sbuffando e guardando di traverso lo strumento, Sergio tornò alle sue cose e io  e Matteo restammo nella sala poiché lui doveva aiutarmi a collegare la riserva per farmi fare l'analisi: aveva un'aria soddisfatta e un sorriso storto sulle labbra.

"Che hai da sorridere? Chi è Controllore dei conti?"

" Il Controllore è un altro collega che si occupa di tenere le spese aziendali sotto controllo, redige il bilancio,  pianifica il budget, individua dove e come tagliare i costi e molto altro ancora, insomma letteralmente dispone dei soldi aziendali. Puoi immaginare che in una situazione del genere, sicuramente Vincenzo avrà una bella lavata di capo, soprattutto perché non è il primo episodio che gli capita, il nostro caro nerd è un po' troppo distratto."

"Mi sembri quasi soddisfatto di questa cosa."

"Beh ti ripeto, non è la prima volta che succede. A questo punto, ben gli sta, imparasse a stare un po' di più sul pezzo."

"Fammi capire, tu pensi di non sbagliare mai?"gli chiesi esterrefatta dal suo atteggiamento.

"Sul luogo di lavoro no, Chiedilo a chi vuoi."

"All'università dicevamo che chi è troppo sicuro di sé sbaglia più facilmente di chi è inesperto, perché fa le cose in modo automatico. Caro mio, potrebbe essere il tuo ritratto, non dare per scontato di essere infallibile."

"L'apparecchio è pronto, puoi lavorare. Ciao." Matteo Se ne andò e finalmente potei mettermi all'opera senza ulteriori contrattempi.

Il resto della giornata trascorse liscio: era venerdì e questo significava che dopo il lavoro sarei andata con mamma a fare un po' di movimento al parco, era il nostro immancabile appuntamento settimanale.

Mamma mi chiese come stessero andando le cose al lavoro e io le raccontai per sommi capi quanto era successo quel giorno:"Mamma non so quanto Vincenzo abbia già sbagliato sul lavoro, ma l'atteggiamento di Matteo strideva molto col dispiacere dipinto sul viso di Sergio per cui temo le conseguenze."

"Pensi ad un licenziamento?"

"No non credo, non è successo nulla di irreparabile, ma credo che Vincenzo non fosse proprio tranquillo, eh!"

"È stata una cosa potenzialmente pericolosa?"

"No no, l'azoto è inerte, serve più per l'apparecchio che per l'analisi in sé, però sai una tarlo mi è entrato comunque nel cervello: si è trattato di un gas inerte stavolta, ma se fosse stato metano?."

"Stefania ora però non preoccuparti di una cosa che non è successa, immagino che ci saranno dei sensori per le fughe di gas visto che lo usate continuamente, per cui non ci pensare più ok? Altrimenti sarai sempre a disagio con Vincenzo che non penso proprio sia uno sprovveduto. Ora però basta chiacchiere, cammina e indurisci quel culo da chimico!"

Non potei controbattere, mamma era partita e non voleva sentire ragioni, d'altronde non potevo fare niente.

Mi concentrai sui miei passi e partii all'inseguimento.

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