𝐗𝐗𝐗𝐕𝐈𝐈𝐈

«Buongiorno, signor Malfoy»
«Buongiorno a lei, signora Wilson»
Draco si dirige a passo svelto dentro il suo ufficio, impeccabile come sempre, mantenendo una corazza di eleganza, mentre il suo cuore è ancora lacerato.
Indossa un completo blu, i capelli sono sistemati a dovere, semplicemente si nota ancora quel filo di barba sul suo volto, sia perché ha imparato ad apprezzarlo, ma anche perché non ha molta voglia di curarlo quasi tutte le mattina come un tempo.
La donna lo segue con un portamento composto ed elegante, andandosi a sedere davanti la scrivania non appena lui ha preso le proprie carte in mano.

Sfoglia i vari documenti, legge velocemente le ultime comunicazioni e si tiene concentrato per poter sistemare nella propria mente i vari doveri che dovrà svolgere durante la sua giornata.
«Ha bisogno di una mano, signore? Sono qui per lei» domanda piano la giovane, osservandola incuriosita.
Si dà sul serio da fare e ciò è ammirevole.
«Volevo chiederle se poteva andare a ritirare queste documentazioni dal dipartimento Auror» scrive velocemente sopra un pezzo di carta e le passa il bigliettino, ma senza guardarla, troppo preso a continua a sfogliare le varie cartacce.
Si è già messo all'opera per Esme, dovendo recuperare tutti i suoi dati prima di lavorarci su e poi sistemare un dossier adatto.
Mentre Meredith si occuperà di fare quelle semplici richieste, lui potrà leggere qualche legislazione sia nuova che vecchia, magari appuntandosi qualcosa di utile.

La bionda annuisce con un sorriso e si congeda, andando subito a svolgere il suo lavoro.
Draco la ringrazia gentile, ma subito i suoi occhi e la sua mente si catapultano sulla scrivania, nella marea di libri e manuali del Ministero da sfogliare.
Un calamaio stretto in mano ed ecco che sottolinea le parti che ritiene necessarie, che potrebbero servire accompagnate da qualche documento.
Ma oltre Malfoy anche il trio si occupa del caso "Esme".
Hanno deciso di tenere gli occhi sul Ministero, magari origliare qualcosa e addentrarsi nelle vicende attuali.
Draco non deve esporsi, gli serve la sua carica alta per accedere a più informazioni possibili.
Harry non fa altro che perlustrare i vari dipartimenti, stare attento ad Howard e non farselo mai scappare di vista.
Hermione, invece, nonostante sia stata declassata, controlla ogni file che passa per il suo livello ministeriale, cercando di capire se qualcuno in particolare le ha voluto mettere i bastoni tra le ruote.
Ron, invece, chiacchiera.
Ecco cosa fa, parla con tutti e cerca di estrapolare delle informazioni che potrebbero essere cruciali, essendo un purosangue riesce a comunicare con più gente rispetto i suoi due amici.
Ognuno di loro si occupa di qualcosa, concentrati e dediti a questa loro missione.

«Signor Malfoy, ecco cosa ha richiesto» in poco tempo Meredith entra nuovamente in ufficio e le sue parole fanno alzare spontaneamente il capo a Draco «Mi sono anche permessa di portarle altro»
Un sorriso carino si dipinge sul suo grazioso viso e il giovane uomo nota una tazza di caffè fumante stretta tra le sue dita.
Entrambi gli oggetti vengono posati sulla scrivania e la ringrazia, nonostante sia colpito dal gentile gesto.
«Non doveva, signora Wilson, ma la ringrazio per il pensiero» sorride e porta le dita sul bicchiere, per poi scostarle per via del troppo calore.
«Stia attento, è bollente» si fa sfuggire un breve riso, ma non si mostra mai maleducata.
Ricambia quella risata ed estrae la bacchetta dalla tasca interna della giacca, così da raffreddare leggermente la bevanda.
Inizia a sorseggiarla e sospira rilassato, lasciando che la schiena si poggi comodamente contro lo schienale della sedia.
La donna, nel frattempo, si è nuovamente accomodata davanti alla scrivania e guarda paziente il collega.

«Ho saputo di sua moglie, signor Malfoy» mormora seria, ma con tono garbato «Mi dispiace per l'accaduto»
Draco prende un profondo respiro e annuisce, senza dire altro.
Gli fa sempre male sentir parlare di Esme.
«Sono certa che riuscirà a superare questo momento»
«Io spero solo di tornare al più presto a stare con mia moglie»
Gli sorride a quelle parole e osserva ogni suo singolo gesto: il pollice che si sfrega contro la tazza, la lingua che viene mossa contro l'interno della guancia e gli occhi persi tra i fogli.
Nota quanto sia infelice, nonostante stia lavorando in maniera impeccabile.
Nota il suo volto affranto, nonostante sia un uomo a dir poco affascinante.
Non è possibile ignorare quanto sia bello Draco, in ogni minimo particolare, e questa volta non lo è solo agli occhi della sua Esme.

Meredith aveva sentito parlare di lui, insomma della persona con la quale doveva lavorare, ma non si aspettava di ritrovarsi davanti un uomo così elegante e anche gentile.
Draco Malfoy ha superato le sue aspettative.
«Signora Wilson, può andare a far firmare questi documenti?» le consegna un paio di fogli e le sorride, per poi tornare a fare il proprio lavoro.
Approfitta di un'assistente per poter velocizzare i suoi compiti, così da dedicarsi interamente al caso di Esme. Alla fine quest'idea ministeriale di un piccolo aiuto non è male.
La donna annuisce e si reca fuori l'ufficio, pronta per fare ciò che le è stato assegnato.

Draco sorseggia il caffè, segna su un agenda qualche informazione importante e spesso guarda la foto ancora posata sulla scrivania.
Si strofina il mento e corruga la fronte leggendo qualche clausola, notando delle incongruenze.
Hermione non aveva torto, lì c'è qualcosa che non sta andando.
Sospira e continua ad appuntarsi non poche informazioni.
Sembra che ci siano troppe cose da analizzare, come una matassa di cose che non sono coerenti l'una con l'altra.

Così passa tutta la mattinata, con la testa immersa nei fogli e nei manuali.
Nemmeno si accorge che arriva la pausa pranzo, troppo concentrato sul suo lavoro.
Si allenta la cravatta, si toglie la giacca e rimane con la camicia, sentendo qualche gocciolina di sudore grondare dalla propria fronte. L'unica cosa che necessita è altro caffè.
«Signor Malfoy, ho pensato di portarle il pranzo... sa, ho notato che non è uscito dal suo ufficio» sente la voce della Wilson farsi avanti nello studio e alza il capo; lo fa per la prima volta dopo ore intere.
«La ringrazio, ma non doveva»
Lei sorride, posa un contenitore con del cibo sulla sua scrivania e rimane lì vicino e composta.
«Ha bisogno di altro, signor Malfoy?»
«In realtà, no. Va bene così, la ringrazio ancora»
Si stupisce per tutta quella disponibilità e cortesia, ma immagina che sia davvero una brava lavoratrice.
Tuttavia, Draco non ha tempo per pranzare adesso, bensì lavora.
Lavora, lavora e lavora. Lo fa per tutto il giorno, senza mai alzarsi dalla sua scrivania.

«Dannazione, è tardi» mugola a denti stretti, osservando l'orologio sul proprio polso e notando che deve scappare a casa.
Oggi Scorpius è con Ginevra e deve sbrigarsi ad andare a prendere il bambino.
Sistema nel proprio cassetto i documenti che ha analizzato e scappa via, materializzandosi in un batter d'occhio davanti all'appartamento delle due sorelle Bradshaw.
Bussa alla porta e cerca di sistemarsi in fretta la cravatta e la giacca.
Questa viene subito aperta e si ritrova la donna con in braccio il bambino.
«Papà!»
«Fagiolino mio, buonasera» si avvicina a lui e lo afferra con dolcezza, stampandogli un bacio sulla guancia morbida.
La donna li osserva con premura e posa una carezza sulla spalla di Draco: «Vi va di rimanere a cena?».
Ha notato il suo volto stanco e suppone che un po' di compagnia farebbe bene ad un uomo che adesso si ritrova solo in casa.
«Sì, papà, stiamo con zia!»
Si fa sfuggire un riso e annuisce verso il figlio, vedendolo tanto contento.

Si accomodano in casa e con un cenno del capo Ginevra li invita a mettersi già a tavola.
«Qualche colpo di bacchetta ed è tutto pronto, avanti venite!» esclama, sempre sorridendo e andando ad occuparsi del cibo.
Draco si riversa sulla sedia e decide di posare il bambino sulle proprie gambe, necessitando di coccolarselo. Tutti quei baci sulle sue guance sono più confortanti per se stesso che per il piccolo.
«Papà, papà, basta!» esclama ridacchiando e coprendosi il volto con le manine paffute «Fai il solletico!»
«Il solletico vuoi, ah?» ride e inizia a sfregare velocemente le dita sotto le sue braccia, sentendolo dimenarsi divertito e mugolando preso dalle risate.
Adora sentire la vocina del figlio e farlo giocare, sente il proprio cuore esplodere per la gioia.
Anche Ginevra sghignazza, sentendoli presi dal loro momento padre-figlio.
Li trova a dir poco adorabili e nota ogni giorno di più che bravo padre sia Draco, completamente diverso da Lucius.

La bruna serve a tavola i piatti con l'aiuto della bacchetta e si va subito a sedere, continuando a sorridere e ammirare quella scena a dir poco adorabile.
«Sono contenta che il mio nipotino possa avere un bravo padre» si nota molta amarezza in queste parole e accenna un sospiro, sentendosi molto sensibile ultimamente.
La mancanza della nipote l'ha resa particolarmente emotiva e le sembra di vivere l'ennesima perdita nella sua vita. Non vuole perdere altre persone, ha paura di poter rimanere senza qualcuno che possa volerle bene, questa è la verità.
«Mi sarebbe piaciuto avere un padre come te» confessa guardandolo con affetto e strappando un respiro dispiaciuto da parte di Draco, che non sa bene cosa risponderle in questo momento.
Lui sa molto poco della famiglia di Esme, stranamente anche la moglie sa ben poco.
Sembra assurdo visto il suo contatto con le Antenate, ma ciò non ha niente a che fare con i rapporti con la famiglia Bradshaw.

«Vostro padre è andato via, vero?» domanda lui, un po' incerto sulla domanda ma volendo approfittare di quel momento per sapere qualcosa di più.
«Questo è quello che abbiamo sempre detto, sì... anche ad Esme» confessa per poi sorseggiare un po' d'acqua e distogliere un attimo lo sguardo.
Forse ha bisogno, proprio in un momento così delicato, di parlare con qualcuno.
Ginevra è una persona tanto dinamica quanto fragile, piena di mille ricordi dolorosi che forse non ha mai raccontato a nessuno.
Sotto quella maschera da strega oscura vi è un animo frantumato che è proprio la chiave di quel comportamento tanto austero e aspro.
«Esme non sa la verità?»
«Beh, non sa nemmeno una bugia» scuote le spalle e ritorna a guardare Draco «Lei sa tutto di Morgana, di quelle origini tanto famose, ma sa ben poco del nonno. Sa solo che era un mago e che ha abbandonato le figlie quando erano ancora delle bambine»
«Lei mi ha solo detto che non era inglese, ma che non ha mai avuto il coraggio di farvi altre domande»
«Esme sa essere tanto sfacciata quanto delicata, penso tu lo sappia»
Questo commento strappa un sorriso all'uomo, che annuisce e si sente il cuore riscaldare ogni volta che si parla della sua amata moglie.

«Non è stata mai facile la nostra vita e tutte e tre abbiamo reagito a ciò che è accaduto in maniera completamente diversa» vuole spiegargli qualcosa in più, aprirsi e magari dargli modo di essere partecipe nella loro vita «Io sono la più piccola e, quindi, considerata la più ingenua e inconsapevole. Eppure, percepivo tutto il malessere»
«Quanti anni avevate quando...ecco, non siete più rimaste con vostro padre?»
«Mary aveva quasi sette anni, Suzanne ne aveva sei, mentre io solamente quattro. Ha iniziato a perdere la testa un anno dopo che sono nata, quindi ho dei ricordi parecchio strani su mio padre...per quanto siano davvero pochi»
«Era un uomo aggressivo?» la domanda sorge spontanea, guarda la donna con una certa preoccupazione e spera tanto che la sua supposizione non sia reale.
«Sarebbe stato più facile, sai?» sghignazza brevemente, in maniera amara, cercando di ricordare bene alcuni dettagli della propria infanzia «In realtà, è stata mia madre a volerlo lasciare e andare via»
Nel frattempo, il biondo continua ad imboccare il bambino, che è concentrato con gli occhietti a vedere i cartoni animati serali; quest'oggi non ha proprio visto la televisione e si merita qualche minuto di divertimento.

«Vivevate lontano da qui?»
Ginevra sorride ampiamente, e scuote il capo, lasciando per un attimo Draco interdetto.
«Vuoi davvero sapere dove abitavamo?» lascia la forchetta sul piatto e posa le mani incrociate sul tavolo, lasciando ancora una volta l'uomo abbastanza confuso.
La difficoltà della donna nell'esporsi è tanta, ma altrettanta è la voglia di aprirsi con qualcuno di fidato. Non lo ha mai fatto per paura di dare qualche dispiacere ad un suo caro, di risvegliare nelle sorelle dei vecchi ricordi, ma comprende che con una persona come lui può lasciarsi andare ai suoi ricordi.
«Assuan, anticamente nota come Siene e-»
«In Egitto? Siete sul serio nate in Egitto?» spalanca gli occhi, è sbigottito, non si sarebbe mai aspettato una risposta del genere.
Ginevra si fa sfuggire un riso per via della sua reazione e annuisce: «Se vuoi sapere la verità, nostro padre era egiziano».
«Quindi se voi siete per metà egiziani-»
«Sì, tua moglie ha origini egiziane, non è puramente inglese»

L'uomo strizza gli occhi incredulo, inizia a pensare a questo particolare e inizia a far caso ad alcuni lineamenti delle tre Bradshaw e della sua amata, tipici di qualcuno che non sia propriamente inglese. Nonostante questa piccola rivelazione, comunque dall'aspetto interessante, a Draco sorge un dubbio riguardante il loro cognome - sembra molto egiziano.
Essendo un uomo attento, ora che sa questa verità, si chiede come mai ne abbiano uno tipicamente del suo paese.
«Scusami per la domanda, ma come mai tuo padre aveva un cognome inglese?»
Gli occhi bruni si chiudono, prende un grosso respiro e si va a mordere il labbro inferiore, sapendo che a questo punto della conversazione non può tirarsi indietro e deve dare le dovute risposte al giovane, la sua domanda è pur sempre lecita.
«Kamal era il nostro cognome, mio padre si chiamava Zafir Kamal» apre lentamente le palpebre e lo guarda con un breve sorriso, ricordandosi quel particolare che certe volte vorrebbe dimenticare, ovvero il semplice nome di quell'uomo.
Draco è sul serio stupito da questo racconto, ha fin troppe domande e si chiede come mai sia uscito fuori tutto quello dopo così tanti anni.
Si chiede perché mai non lo avessero detto ad Esme, perché hanno il cognome della madre, non che ci sia un problema a riguardo ma è certo che ci sia una motivazione precisa.

«Mio padre impazzì, questa è la verità» decide Ginevra di mettere a tacere eventuali dubbi «Lui era un mago, come ben sai, ma non era una persona stabile. Mia madre lo incontrò proprio in Egitto in quanto era lì per approfondire la sua magia e scoprire un posto nuovo. Si innamorò del suo modo carismatico di fare e della sua passione per tutto ciò che era occulto e magico, facendo sentire mia madre compresa. Insomma, tutto quel potere oscuro era visto come un prezioso dono e ciò la fece sentire a suo agio. Basarono tutta la loro vita su incantesimi e pozioni, provando qualsiasi cosa per il gusto di farlo, ma purtroppo, mentre mamma aveva anche altro a cui pensare, lui era fin troppo preso dalla stregoneria, in particolare per le Arti Oscure»
«Fece del male a qualcuno vuoi dirmi?»
«Solo a se stesso, a dire il vero. Tutta quella magia nera lo portò ad impazzire, era diventato un folle, spariva per giorni interi per provare delle invocazioni o qualche altra follia, lasciando tutte noi da sole. Era così tanto preso dal potere che si dimenticava di tutto ciò che lo circondava. Mamma iniziò ad essere trattata con sufficienza, ad essere schernita e provò anche ad usarci per qualche suo nuovo incantesimo. Insomma, era diventato... pazzo, ecco»

«Mi dispiace, davvero»
«Non dispiacerti, non sa praticamente nessuno tutta questa storia, nemmeno Esme»
«Perché non ne avete mai parlato?»
«Perché c'era altro a cui pensare e questo ricordo si è voluto insabbiare. Mamma decise di portarci via, lontane, soprattutto perché un'Antenata l'aveva avvisata di dover tornare in Inghilterra per la futura profezia. Mio padre non aveva testa per ascoltarla, pensava solo a sé, quindi sparimmo. Lui non voleva saperne nulla di noi, a lui interessava solo la magia»
«Quindi siete venute qui, e-»
«E abbiamo preso il cognome di mamma, ormai con quell'uomo non avevamo più nulla. Mia madre si diede da fare per mantenerci e più passava il tempo meno voleva saperne del vecchio compagno. L'aveva delusa, abbandonata... la ferita è sempre stata troppo grossa, proprio per questo non si è mai detto nulla»
«So che Esme aveva un buon rapporto con la nonna»
«Lei e mia madre erano inseparabili, purtroppo è morta di vecchiaia quando Esme aveva dodici anni, ma ti posso assicurare che era bellissimo vederle fare qualche magia e cucinare qualcosa di buono assieme» si fa sfuggire un riso, intenerita da quel vecchio ricordo.

Draco nota il velo di commozione sugli occhi di Ginevra tutte le volte che parla della nipote.
Gli fa stringere il cuore, capisce bene quanto si possa sentire male senza la sua adorata Esme, senza quella ragazza che meriterebbe solo affetto e bontà.
«E poi io e Suzanne andammo via poco prima che la piccola pulce potesse nascere, per via di Voldemort, quindi non c'è mai stato modo di parlare di ciò, oltre che poca voglia»
Lui annuisce e comprende il filo del discorso, anche tutte le relative motivazioni.
«Ah, Draco... ci sono così tante cose di me, di noi, che nessuno sa. Certe volte è meglio tenersi un dolore dentro il proprio cuore per non riversarlo in quello degli altri»
«Parlare con qualcuno non lo ferisce, però. Anche Esme la pensa come te, eppure sono riuscito a farla parlare un po'»
«Tu sei stato veramente bravo con mia nipote, mi dispiace se inizialmente ho dubitato di te, ma non volevo che soffrisse. Un giorno ti racconterò cosa ho passato, forse non mi giustificherà, ma ti farà comprendere...»
«Non hai bisogno di giustificazioni»
«Esme è quasi sempre stata sola, per quanto è sempre stata amata, lei ha dovuto vedersela da sola e io e Suzanne nemmeno eravamo da lei. Tu lei hai dato modo di crearsi qualcosa oltre i suoi doveri, l'hai fatta sentire amata ed è il dono più grande che tu potessi darle»
«Merita solo amore, lei è una donna incredibile»
«Draco, tu hai dato ad Esme quello che io non ho mai avuto, ma speravo di avere: un amore puro, sincero, capace di superare qualsiasi barriera»


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Buongiorno, eccomi puntuale con un nuovo capitolo!
Oggi abbiamo conosciuto un po' meglio Meredith ma anche le origini materne di Esme, di cui si sapeva poco.
Tutto ha un senso chiaramente, anche la sua storia e quella della sua famiglia si incastrano con il presente, passato e futuro.
Ma avremo modo di scoprire tutto!

Spero come sempre che vi sia piaciuto questo capitolo e vi ringrazio per il supporto!
Un bacio, LadyD 
💚

PS: prossimo capitolo previsto per martedì!

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