𝐗𝐗𝐗𝐕

La notte è trascorsa lenta, tra le lacrime e il rum.
Draco non è riuscito a star bene nemmeno per un momento, lamentandosi per ore intere della mancanza più grande che un essere umano possa provare: il proprio amore.
Gli è stata strappata Esme e non potrà rivederla per fin troppo tempo, crescendo un figlio da solo e vedendo le prime rughe comparire sul suo viso senza la sua donna al proprio fianco.
Ripensa ai loro momenti assieme, si è reso conto che gli ha insegnato ad amare e a sentirsi amato fin dal primo momento assieme.
Con lei ha compreso il valore dei sentimenti, quanto può essere fortificante ma allo stesso tempo distruttivo un cuore rigoglioso d'amore. Distruttivo perché basta l'assenza della tua metà per farti sentire vuoto e perso.

Con lei era tutto perfetto, più magico di qualsiasi incantesimo, e il loro rapporto è sempre stato simbolo del vero amore.
Nessuna folle gelosia, nessun rancore o odio, ma solo fiducia e gentilezza.
Un matrimonio passionale, ma anche tenero, che ha segnato in maniera unica la propria vita.
Lei è sempre stata il suo faro, la luce nel buio, colei che non potrà mai essere sostituita.
Esme non ci sarà più, per una vita intera, e a Draco non resta che accettare la loro separazione.

Ding Dong

Un brusco rumore interrompe il sonno profondo di Draco Malfoy.
La testa sembra scoppiare, come se un martello la stesse colpendo più volte, e la vista è leggermente appannata, confusa. Per non parlare della nausea, del fetido odore che percepisce sotto le narici. Mugola infastidito e si passa una mano per i capelli, cercando di capire cosa sia successo, cosa sia questo incredibile dolore che percepisce per tutto il corpo.

Ding Dong

Sente quello stesso assordante rumore che lo ha svegliato, ovvero quello del citofono.
Non ha molto tempo per ricordare bene ciò che è successo la sera prima, ma si proietta ai suoi occhi una scena alquanto raccapricciante: del vomito a terra, una bottiglia rotta di rum, poi un sacco di oggetti riversati sul pavimento, alcuni anche spaccati.
Si alza barcollante e lentamente si dirige alla porta, ignorando il suo stato attuale e quello della dimora. La voglia di fregarsene è al massimo.
Nemmeno controlla dallo spioncino chi diavolo possa essere, ma apre e basta.
Si sfrega i capelli, passa il dorso della mano contro l'angolo delle labbra e alza il capo verso le persone che si sono presentate davanti a lui.

«Oh.. buongiorno, Draco» il primo a parlare è Harry, notando le pessime condizioni del biondo.
Ron ed Hermione sospirano e si guardano per un istante complici, sapendo già che avrebbero trovato un Malfoy completamente distrutto.
«Buongiorno a voi» mugola tenendo gli occhi socchiusi e poggiandosi contro la porta in legno «Purtroppo non ho modo di accogliervi a dovere oggi»
«Volevamo sapere come stessi, a dire il vero»
«Come dovrei stare?» accenna un sarcastico e breve riso e incrocia le braccia al petto.
Notano il suo enorme disagio, gli occhi rossi, la puzza di alcol.
Le labbra dei tre si arricciano in un ghigno, non apprezzando il suo pessimo stato. Ignorano il suo modo di fare menefreghista, comprendono che al momento non può essere in forma.
Sanno bene quanto Esme è importante per il giovane, quanto lui abbia sempre fatto tanto per quella ragazza, ed è normale per Draco essere frustrato e afflitto.
«La casa è sicuramente stata più presentabile»
«Fa niente, noi ci tenevamo comunque a venire» insiste Hermione, facendo un passo avanti e invitando gli altri due ad entrare in casa.
Vuole che debbano fargli compagnia, parlargli, e anche comunicargli qualche loro supposizione.
Esme è anche la loro più cara amica e non permetteranno che stia lì a soffrire ingiustamente.
Oltretutto, anche quel biondo è diventato un loro caro e non vogliono che si autodistrugga in questa maniera. Non lo vorrebbe nemmeno la moglie.

Una volta nelle mura del Manor il trio rimane sconvolto nel notare quel gran casino.
Ron corruga la fronte e schiude la bocca, Hermione mostra uno sguardo perso, con le sopracciglia che si stringono forzatamente, mentre Harry serra la mascella e deglutisce.
«Scusate, ieri non è stata una bella giornata» sospira Draco, forse un po' imbarazzato, grattandosi il collo e rendendosi conto più lucidamente di ciò che ha davanti.
Estrae dalla propria tasca la bacchetta e inizia a riordinare con qualche colpo il casino combinato, per farli sedere almeno sul divano.
Anche perché forse è meglio non mostrare le condizioni disgustose della cucina.
Lo ringraziano, notando la sua enorme fatica anche nel reggersi in piedi, e si mettono seduti, invitandolo a fare lo stesso. Draco quasi cade sulla poltrona, lasciando andare il corpo contro il morbido schienale e sbuffando stanco. L'angoscia è palese, sembra non voler nemmeno respirare, forse gli è troppo faticoso. I tre lo guardano e notano i suoi occhi chiari spenti, guardare un punto fisso non preciso, come se fosse privo di vita.

Si guardano per qualche istante e non sanno bene come iniziare il discorso, che dirgli.
«Sai... ci dispiace molto per ciò che è successo» a prendere parola è Hermione, che sa sempre cosa dire, per fortuna «Lei è una nostra cara amica e siamo qui per te, per voi»
«Non so cosa dirvi» scuote le spalle e volta il capo verso la donna, osservandola ancora con noncuranza.
Purtroppo quando si è colmi di dolore non ci si rende nemmeno conto delle proprie emozioni, di come vengono manifestate. Non è maleducato nei suoi confronti, ma è davvero distrutto.
Non è passato nemmeno un giorno senza Esme che vorrebbe già crepare.
La sua mente non fa altro che pensare a quelli che saranno i prossimi ventisei anni, lunghi, fin troppo per stare senza la sua amata. Gli scenari delle giornate che si susseguiranno scorrono imperterriti e l'unica cosa che Draco riesce a vedere è il dolore.
Crescere un figlio da solo, mentire per anni per poi dire che la madre non ci sarà per altri ancora.
Aspettare impaziente il suo ritorno, con la paura che la prigione l'abbia cambiata.
La paura di sapere che soffre, da sola, lì al buio e al freddo.
E come le lacrime scorreranno sul viso pallido dell'uomo, così scorreranno le giornate: lente, amare, solitarie.

«Ieri io ed Hermione abbiamo pensato molto» parla Ron, cauto, facendo attenzione alle proprie parole per non disturbare maggiormente l'animo del biondo «E lei mi ha fatto notare un po' di incongruenze portate a galla con...sai, la sua reclusione»
«Mi sono accorta che ciò che c'è nel mandato e ciò che risulta nelle ultime riforme ministeriali non combacia» spiega meglio la donna, facendo corrugare la fronte di Malfoy, che per quanto sia ancora confuso dalla post-sbornia riesce bene a seguire il loro discorso.
«Spiegati meglio»
La bocca della Granger si arriccia, cerca di sistemare i tanti ragionamenti in un'unica idea ben chiara, e porta una mano a stringere quella del marito.
Anche Harry si tiene molto concentrato, la guarda e aspetta che possa lei stessa parlare con Draco. Non sa bene cosa ne penserà il loro amico, al momento lo vede fin troppo sconvolto, ma spera che possa ugualmente tenersi abbastanza lucido per poter accettare le loro idee che a breve esporranno.

«Mi sono permessa di prendere la tua cartellina e poi...» sbuffa e con un'occhiata fa concludere il marito: «Abbiamo preso, diciamo in prestito, ciò che ha scritto il Wizengamot per il processo».
«Avete rubato qualcosa nel vostro stesso posto di lavoro?» accenna una breve e sarcastica risata Draco, alzando un sopracciglio e scuotendo piano il capo.
«Non potevamo fare altrimenti!» esclama con esasperazione lei «Non sopporto mancare di diligenza, ma sono stanca. Sono stanca di queste leggi folli, stanca di ciò che stanno facendo. E poi Esme è anche mia amica, la nostra amica, e ha fatto tanto per tutti noi in passato. Si è presa carico di fin troppi problemi, senza richiedere nulla in cambio, e non penso che meriti di rimanere chiusa in galera. Oltretutto...»
«Oltretutto non è l'ultima cosa che faranno» ad anticiparla è proprio Malfoy, che strofinando la mano contro la propria fronte riesce a seguire il suo ragionamento.

Si ammutoliscono tutti per qualche istante.
Draco si china su se stesso, con i gomiti posati sulle ginocchia e le ciocche arruffate strette tra le dita, cercando di non sfociare nuovamente in un pianto fragoroso.
Le parole di Hermione gli hanno fatto tornare alla mente la moglie, le sue gesta, e tutto l'affetto che prova nei suoi confronti. Non è facile nominarla senza crollare.
«E... dove volete arrivare?» domanda sempre lui, sospirando rumorosamente.
«Pensiamo che forse si potrebbe far scagionare Esme o quantomeno ridurre di gran lunga la sua pena» conclude Harry parlando in maniera diretta, ma pur sempre con un tono pacato.
Gli occhi spenti e chiari di Draco si alzano verso la figura occhialuta e lo fissa per qualche istante: «Non penso si possa fare nulla»
«Ascolta, Draco-»
«No, ascoltate voi!» lui interrompe Ron, bruscamente, alzando anche leggermente la voce «Io ho perso mia moglie e Scorpius potrà rivedere sua madre solamente quando avrà trent'anni, vi rendete conto? Una donna che non ha commesso crimini è stata messa ad Azkaban e quelle loro assunzioni erano delle assurdità! Voi non eravate con noi, non eravate a sentire le puttanate che il Wizengamot aveva da dirle»

Il trio lascia che Malfoy si sfoghi, comprendendo la sua ira e non volendo infierire sulla sua situazione difficile.
«Se sono riusciti a fare questo, voi pensate che è possibile sul serio fare qualcosa? Sono dei pazzi, sono dei fottuti pazzi!» si alza improvvisamente, sbatte le mani contro le cosce e muove la lingua all'interno della guancia «Io non ce la faccio. Io non sto reggendo l'idea di dover sopportare ventisei anni così. Non riesco a stare in piedi adesso e non sono nemmeno passate ventiquattro ore. Pensate che io possa stare da solo? Pensate che io possa crescere Scorpius da solo? E cosa gli dirò? Come gli spiego che sua madre non lo vedrà crescere? Io sono stanco, sono stanco di dover essere vittima di persone piene di odio e pensavo di aver pagato abbastanza per le stronzate che ho fatto in passato»
Il suo linguaggio è più scurrile, le parole si versano fuori la bocca con rabbia e stringe forte i pugni.

Quegli occhi che per anni sono stati lucenti adesso trasmettono un sacco di odio e di paura, spegnendoli come un soffio su una candela.
Possono percepire il fiato riempire i suoi polmoni e poi soffiare via, come un silenzioso ringhio, sentendolo poi parlare ancora: «Non pensate che ho fatto abbastanza? Non ho fatto abbastanza nella mia vita per meritarmi mia moglie al mio fianco? Che poi... cazzo, lei è in galera! Lei che ci ha salvati è in quel posto di merda. Quando potrà stare meglio? Quando potrà non pensare più a nulla la mia Esme?».
«Per questo vogliamo fare qualcosa, perché sappiamo che è tutto ingiusto» in qualche modo Harry cerca di rasserenarlo, di portare in tavola il discorso che volevano intraprendere.

Draco si mette di nuovo a sedere e incrocia le braccia la petto, guardando l'amico moro e facendogli cenno con il capo di parlare.
Potter prende un profondo respiro e inizia: «Sappiamo che sarà difficile, Hermione solamente leggendo un paio di frasi è rimasta sconcertata dalle follie trascritte, ma non possiamo arrenderci senza nemmeno aver ancora provato. Nessuno di noi è felice e questa cosa ci ha preso alla sprovvista...».
«Insomma, chi se lo sarebbe mai immaginato?» continua Ron, con tono incredulo e nervoso «Un giorno eravamo tutti felici e poi quello dopo sono iniziate a succedere cose strane e poi... poi, questo. Poi Esme è finita ad Azkaban e nessuno, e ripeto nessuno, avrebbe anche solo pensato una roba del genere»
«Proprio perché è una situazione assurda vuol dire che c'è qualcosa che la farebbe smontare molto facilmente» Hermione si alza dal suo posto e guarda seriamente Draco «E loro si basano sicuramente sulla tua instabilità Draco o su qualche altro folle piano. Sanno bene che è qualcosa di insensato e basterebbe poco per far cedere la loro denuncia»
«Se basta poco perché sembra non esserci via d'uscita?»
«Perché è ciò che vogliono far credere e perché l'illusione di qualcosa permette loro di reggere questa farsa»
«La fai troppo facile...»
«Non è facile, sarà veramente difficile e non è niente certo, Draco, ma dobbiamo provarci. Dobbiamo cercare una strada»

Due dita di Malfoy giocano nervosamente con il suo labbro inferiore, fissa il vuoto e tenta di pensare a qualcosa, nonostante al momento pensi solamente alla separazione con Esme.
Si sente un po' perso, per la prima volta deve vedersela da solo con tutto, deve provvedere per la compagna e senza dividersi ogni problematica in due. Solitamente ogni decisione, ogni azione, era fatta assieme a lei, soprattutto con i suoi consigli e la sua tenacia a tenerlo attivo e dargli coraggio. Non sa bene come ci si comporta, adesso deve gestire tutto, lei compresa.
Deve essere Draco a trovare una soluzione, a fare del meglio per lei.
Deve essere Draco a salvare Esme questa volta.

«Ma per fare tutto ciò devi aiutarci, Draco. Abbiamo bisogno di te, del tuo ruolo al Ministero e soprattutto di tutto ciò che sai riguardo Esme» a parlare è sempre Hermione, volendo essere più chiara «Noi possiamo indagare, guardarti le spalle, ma devi essere tu a fare le giuste ricerche perché non abbiamo modo di farlo, non abbiamo il giusto materiale»
Il biondo annuisce alle sue parole e sbuffa, già esasperato.
Non è molto convinto di ciò che dicono, ha davvero tanti dubbi ed è convinto che niente potrà riavvicinarlo alla moglie.
Non devono uccidere una persona in particolare, non sanno nemmeno chi è il vero artefice di quella denuncia o se sia qualcosa di pensato e costruito da più gente.
Questa situazione è troppo difficile e troppe persone non vogliono più avere Esme tra i piedi.
Sono loro contro tutto il Ministero e la maggior parte della società magica.
Nessuno vorrebbe rivedere quell'insulsa paladina.

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«Ventisei anni sono abbastanza per fare qualche cambiamento» una voce maschile rimbomba con un leggero eco in un corridoio vuoto.
La figura magra porta le mani dietro la schiena e osserva la donna al suo fianco, con la quale sta intraprendendo un discorso dall'apparenza felice e leggero.
«Qualche anno in più non sarebbe stato male, per ora è un bel traguardo» risponde lei.
«D'altronde ci serve solo il tempo necessario per far sì che lui possa cambiare idea sulla Smith e lentamente il mondo magico si dimentichi di lei e di ciò che ha fatto»
«Il nostro è un accordo, quindi deve per forza andare in questa maniera»
«Un accordo tra entrambi i lati, però. La mia parte è stata fatta e le promesse saranno mantenute. Adesso tocca a lei»
«Questo patto riguarda anche me e i miei interessi, quindi non vedo perché non dovrei raggiungere il mio obiettivo»
«Il nostro obiettivo»
Si guardano in maniera complice e sorridono con un ghigno, compiaciuti per ciò che è successo.
«Finalmente ci siamo sbarazzati della Smith» conclude l'uomo.

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Draco è distrutto e continuerà ad esserlo, ma i misteri sono dietro l'angolo, la sofferenza aumenterà e...chi saranno mai quelle persone che abbiamo visto poco fa?
Che volevano e che hanno in mente?
Pareri?

Spero vi sia piaciuto il capitolo e, se vi fa piacere, vi invito a seguire su TikTok alcuni aggiornamenti/edit riguardo questa storia (trovate il link sul profilo wattpad)!

Un bacione e ci vediamo mercoledì, la vostra LadyD💚

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