𝐗𝐗𝐕𝐈𝐈

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I giorni sono piuttosto pesanti per entrambi e non fanno altro che litigare per via del lavoro.
Sì, ancora litigano.
Il clima a casa è piuttosto austero e anche quando devono incontrarsi al Ministero si parlano ben poco. Non sono mai stati così poco affiatati.
Ahimè, gli anni di dura sopportazione di Esme iniziano a farsi sentire e Draco non tollera più il suo modo di fare irruento, soprattutto in questo periodo.
Da quando Kingsley è stato momentaneamente sospeso, la situazione è tesa e lei non può comportarsi come ha sempre fatto. Lui sa che ha ragione, che sua moglie non ha per niente torto, ma ormai deve imparare a gestire ciò che sputa dalla bocca; non riesce a sopportare la sua veemenza ogni volta che deve intavolare una discussione, sempre pronta a litigare e pretendere che gli altri possano capire ciò che è giusto o sbagliato.

Inoltre, nonostante loro cerchino di non dare a vedere il loro malessere, Scorpius ha percepito della negatività e spesso corruga la fronte infastidito quando vede i genitori sprofondare in un assordante silenzio nel bel mezzo della cena. Anche quando gli fanno il bagnetto rimangono zitti e parlano solo con lui, non tra di loro, sorridendo ma facendo trapelare il disagio che provano nello stare vicini. Ciò che rende tutto estremamente palese è proprio il fatto che entrambi si sono sempre comportati in maniera estremamente complice per anni, per quindici fottuti anni.
Adesso sembra come se qualcosa si stesse frantumando.

«Mamma, tu vuoi bene a papà?» domanda piano Scorpius.
Come sempre lo sta portando dai nonni prima di recarsi a lavoro e questa sua domanda la fa sospirare con un lieve sorriso amaro.
«Io voglio molto bene a papà, lo sai. Ci vogliamo bene da sempre»
«Perché non parlate più?»
«Non abbiamo molto da dirci in questi giorni, ma tu non devi preoccuparti» schiaccia il suo nasino e poi gli stampa un bacio sulla fronte «Mamma e papà stanno benissimo, non devi pensarci»
Il piccolo annuisce piano e ricambia con un bacino sulla guancia di Esme, guardandola sempre con quegli occhioni colmi di dolcezza.

Quelle poche parole, però, la fanno riflettere e pensa che quel litigio sia forse fin troppo estenuante. Odia che il figlio debba sentirsi così, lo trova ingiusto nei suoi confronti e non vorrebbe trasmettergli tristezza. Tutta colpa di Draco, tutta colpa dei suoi maledetti rimproveri, e proprio per questo, vuole parlargli e chiarire una volta per tutte.
O meglio, pretende che lui si scusi e le dia ragione.

Entra dentro il suo ufficio e chiude la porta a chiave alle sue spalle, pronunciando anche un Muffilato per potergli parlare liberamente senza farsi sentire da nessuno.
Draco è di spalle a sistemare delle scartoffie quando si volta con un'espressione imbronciata e confusa per la sua presenza.
«Come mai sei qui?» la voce dell'uomo è piatta e sospira già stanco.
«Pretendo delle scuse, ecco perché sono qui»
Lui smorza una risatina sarcastica e scuote piano la testa: «Cosa? Allora sei ben pregata di andare via e tornare al tuo lavoro».
«Scorpius oggi mi ha chiesto di noi, Draco. Si è accordo del nostro umore»
«Si è anche accorto della madre irresponsabile che ha?»
La fronte di Esme si arriccia in una smorfia nervosa e si avvicina a lui seria e con le braccia incrociate al petto: «Fai sul serio? Il nostro bambino non sta bene per colpa nostra».
«Esme, proprio per questo devi smetterla di fare questi casini, devi smetterla di rovinare tutto. Io non voglio litigare, non mi piace farlo soprattutto ora che abbiamo il bambino, ma non ti permetto di entrare nel mio ufficio e pretendere delle scuse che non meriti»

La ragazza posa le mani bruscamente sulla scrivania e soffia in maniera nervosa e rumorosa, non trovando ancora consone le sue parole.
«Ti rendi conto ciò che hai fatto con me, Draco? Tu non mi hai difesa, non sei nemmeno stato in silenzio! Hai zittito tua moglie davanti agli altri»
«Perché mia moglie fa le cose senza pensare o confrontarsi, questo è il problema. E ti ho già spiegato il motivo»
«Mi hanno umiliata al Ministero e mi sai dire solo questo? Non ti preoccupi per ciò che sta accadendo? Non ti rendi conto che stanno facendo un casino nel mondo magico con queste nuove idee?»
«Io non ho mai detto che le appoggio e lo sai, ma tu devi agire con più calma se vuoi ottenere qualcosa da gente del genere»
«Più calma?» accenna una risatina sarcastica e scuote piano la testa «Sono ormai lo scarto di questo Ministero nonostante io abbia salvato il mondo magico. Merito almeno un po' di rispetto, cazzo!»
«Secondo te non ho avuto la voglia di spaccargli la faccia? Semplicemente bisogna pensare bene come comportarsi con loro per il nostro di benessere»
«Io non sto bene se mio marito non mi difende. Devi scusarti»

Draco si sposta dalla propria scrivania e si trova ora faccia a faccia con Esme.
Gli occhi freddi e gelidi di lui sono incastonati dentro quelli fuoco di lei, sembrano infuriati come non mai. Respirano lenti e a pieni polmoni, con il soffio caldo e carico di nervosismo.
«Tu devi scusarti, Esme»
«Io ho sostenuto le mie tesi, io ho detto ciò che è giusto, quindi non devo alcuna scusa»
«Non hai capito che devi lasciar perdere con questa gente e agire diversamente. Sono stanco dei tuoi capricci. Vuoi perdere per caso il lavoro?»
«Fai il cazzo di leccapiedi, ma io non sono così»
«Io voglio dare a mio figlio una vita agiata, voglio continuare a lavorare qui perché mi dà soddisfazioni e riesco a fare qualcosa di buono. Io sto zitto non perché condivida ciò che fanno, ma perché so che tutto passerà e bisogna agire con cautela, soprattutto perché sei già in una posizione critica e ora senza Kingsley sarà sempre peggio»
«Non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno, Draco. Nemmeno il Ministro può venirmi a dire ciò che devo o non devo fare. Non mi hai rispettata per niente e lo sai!»
«Sei stata così tanti giorni arrabbiata che non ti sei nemmeno accorta che stavo difendendo mia moglie più che bene, compilando moduli per non farti andare via e cercando di sistemare la tua cartellina al meglio. Perché, mia cara, al posto di sbraitare inutilmente contro Howard ho preferito agire concretamente»
La donna scuote la testa confusa e aggrotta la fronte: «Cosa? E perché non me lo hai detto?».
«Diciamo che trovo inutile cercare di spiegare qualcosa ad una persona che sbraita e non ti lascia parlare»

In quel momento Esme stringe i pugni e lo fulmina truce, sentendo la rabbia ribollire dentro di sé.
«Tu mi hai lasciata convinta di avermi ignorata e ora mi dici questo? Perché cazzo non me lo hai detto, Draco? Sono giorni che non parliamo e tu ora esci questa novità?»
«Perché io sono stanco delle tue uscite e sono stanco della tua presunzione! Ogni tanto ascoltami, Esme»
Entrambe le voci sono parecchio alte e dure e non hanno mai sbraitato così tanto.
In tutti quegli anni non hanno mai litigato in questa maniera tanto forte e dura.
«Dovevi dirmelo! Tu dovevi venire da me e dirmelo, diamine...Draco, sono tua moglie!»
«Una moglie che al posto di ascoltarmi fa di testa sua. Lo fai da anni, lo hai sempre fatto»
«Ora mi rinfacci gli anni passati assieme? Ora mi dici che non ti ascolto mai? Quindi tu per questi anni sei stato il povero Dracuccio mai compreso e mai ascoltato da Esme la cattiva?»
«Non mi ascolti, ammettilo! Non ascolti nessuno, non chiedi consigli o pareri, fai di testa tua e mi fai imbestialire, cazzo!» urla contro la sua faccia e lei subito fa un passetto indietro, altrettanto arrabbiata per via del suo atteggiamento «Ti sembrava davvero una bella idea metterti contro un uomo che non vede l'ora di usare qualsiasi scusa contro di te?»
«Ti sembrava una bella idea trattarmi di merda? Mi bastava un semplice "scusa", niente di più!»

Urlano quasi privandosi del fiato nei polmoni ed Esme stringe così tanto i pugni da graffiarsi i palmi con le unghie.
«Ero infuriato, va bene? Per tutto ciò che mi hai detto, per il tuo modo di fare così prepotente. Sono stanco, Esme, stanco di stare dietro queste stronzate»
«Se sei stanco di me allora, mio caro, esiste il divorzio»
Draco si zittisce per un attimo e scuote la testa con un'amara risata, avvicinandosi a lei con le mani sui fianchi: «Scherzi, vero?».
Nota molta serietà negli occhi della donna e rimane immobile a pochi centimetri dal suo corpo, tanto arrabbiato quanto incredulo per quella sua affermazione. Quell'ultima parolina lo ha turbato parecchio, soprattutto perché accompagnata da un tono fin troppo duro.

«Tu sei stanco di ciò che faccio, ma Draco hai sempre saputo chi fossi e come fossi» lei parla ancora piano, in maniera profonda e incisiva.
«E ti ho accettata, ma devi capire che certe volte devi far fare a me»
«Non voglio, Draco! Me la so cavare da sola»
«Lo vedi come sei arrogante e presuntuosa? Nemmeno ti fai aiutare, quando siamo una fottuta coppia» sbotta, ancora, sempre più stanco del suo pessimo carattere.
«Insultarmi davanti gli altri non è aiutarmi!»
«Smettila di comportarti come una bambina, invece»

Draco letteralmente urla, come mai aveva fatto, e il proprio sguardo è serio e penetrante, facendola sentire assolutamente pietrificata di fronte a tale veemenza.
«Mi sono stancato delle tue sceneggiate, mi sono stancato di dover spiegare ogni volta le cose come se fossi una cazzo di bambina!»
Esme si ammutolisce per qualche secondo a quelle parole e annuisce piano, ma rimanendo estremamente inflessibile.
«Io posso essere una persona infantile, ma quantomeno parlo. Certo forse parlo troppo, ma meglio così che non parlare proprio» la voce di lei è più bassa ma tagliente, emana acido mentre lo osserva con riluttanza e lo vede allentarsi la cravatta per il caldo che prova nel bel mezzo di una litigata.
Esme si avvicina maggiormente a lui e gli punta un dito contro il petto: «Quando tu imparerai a parlare, Draco, io imparerò a farlo di meno».
«Io cerco di parlare, ma non fai altro che non capire, che fare di testa tua, non fai altro che non lasciarmi spazio»
«Cosa? Non lasciarti spazio? Draco, ci conosciamo da quindici anni e ora ti rendi conto che non ti lascio spazio?» la risatina si fa sarcastica mentre fa un passetto indietro «Prenditi tutti gli spazi che vuoi allora, Draco. Se vuoi questo, allora questo avrai. Te l'ho detto, se ti sei stancato di me, faresti bene a prendere una scelta a riguardo»

Sta per andarsene via quando viene bloccata per un polso e la porta viene sbattuta con una mano: «Vedi? Arrivi a conclusioni senza ascoltarmi».
Lo guarda ancora seria e con un'espressione di rimprovero per averla fermata.
«Non ti rendi conto che anche io voglio il meglio per noi e per il nostro bambino? Perché ti ostini a non accettare che il mio comportamento era la mossa giusta da fare?»
«Rimane il fatto che almeno io ti dico ciò che voglio fare, tu non mi hai nemmeno detto che stavi lavorando per me. Ed io, Draco, pretendo delle fottute scuse! Ti rendi conto che non hai minimamente capito quanto mi hai ferita?»
Nota nello sguardo di Esme una delusione incredibile, anzi si accorge anche che la sua voce si è abbassata.
«Io non ti avrei mai trattato così, non sarei mai riuscita a dirti qualcosa di brutto, Draco, per nessuna ragione al mondo, nemmeno se fosse stata la cosa migliore da fare, perché ti amo e mi viene spontaneo difenderti a spada tratta. Lo facevo anche quando eravamo dei ragazzini, non ricordi? Ti difendevo sempre, anche se eri un idiota, e io ora non merito il tuo supporto? Ora che qui a lavoro non fanno altro che trattarmi di merda?»
Lei manda giù il nodo alla gola deglutendo e si sposta nervosamente una ciocca di capelli dal viso, sputa fuori tutto ciò che pensa e lo fa sempre guardandolo dritto negli occhi, cercando di trasmettergli quello che prova.
Forse lui ha esagerato e inizia a rendersene conto.

«Senti, mi dispiace per questo, ma ero davvero infuriato» mormora con un sospiro, passandosi una mano per i capelli e vedendo il suo labbro inferiore tremare.
«Non ti giustifica dal nascondermi le cose! Non devi farlo per nessuna ragione al mondo, quante volte devo dirtelo? Eri arrabbiato? Potevi comunque dirmi quello che stavi facendo a lavoro» riprende ad urlare e mugola frustrata, lasciandosi poi sfuggire anche un respiro pesante e rumoroso.
«Smettila di gridarmi contro, Esme»
«Smettila tu di rivolgerti a me così! Smettila di fare l'insensibile, smettila di non capire»
La voce di lei si fa di nuovo alta, come se fosse un crescendo di emozioni che la sta travolgendo.
«Perché tu, Draco, non puoi capire! Non puoi capire com'è essere me, cosa vuol dire vivere come me. Tu sei comunque un Malfoy, e non capisci che la gente desidererebbe che io scomparissi. L'unica persona che mi ha sempre sostenuta ed amata è la stessa che mi ha voltato le spalle l'altro giorno!»
L'uomo schiude le labbra e abbassa il capo per un istante, prima di rialzare lo sguardo e vedere il volto della moglie colmo non solo di tristezza, ma di immenso dolore.
«Io so di essere difficile, io so di avere un brutto carattere, so di essere davvero pessima... ma pensavo che almeno tu potessi capirmi!»

Continua a sbraitargli contro finché Draco, abbastanza scocciato di continuare quell'estenuante litigio, non la bacia con forza e tenendola saldamente dalle spalle.
Si rende conto di averla distrutta moralmente, di averla fatta stare troppo male, ed è momento di riappacificarsi. Sa bene che le parole non sarebbero abbastanza, ecco perché agisce così, ecco perché vuole trasmettere il suo pentimento e la dedizione dei suoi confronti con un gesto più carnale.
Ha sentito il cuore della moglie frantumarsi mentre parlava e ha intuito che la sua posizione è fin troppo delicata per essere messa in discussione. È vero, Esme è una furia, ma c'è un motivo se è sempre stata così, e lui, proprio come ha sempre fatto, deve solo comprenderla, perché dentro il suo animo c'è tanto tormento e ha bisogno della fedeltà del marito.
Allunga una mano sul suo viso per avvicinarla maggiormente, ma viene spinto e lei lo guarda con volto corrucciato.
La bruna è ancora scossa, presa dalle mille parole che ha fatto emergere nella rabbia, rimane qualche secondo a fissarlo, cercando di riordinare i suoi pensieri.
Poi è lei a baciarlo, duramente.
E si rende conto che ha altrettanto bisogno del suo corpo, di sentirlo, perché le è mancato fin troppo.

Lo attira dal colletto della camicia e subito infila la lingua dentro la sua bocca, mugolando e necessitando di un momento abbastanza rude da far sfogare entrambi, soprattutto sé stessa.
Draco porta una mano sulla sua gola e la sbatte contro la parete al suo fianco, tenendosi contro di lei e continuando a baciarla frettolosamente.
«Odio quando litighiamo» mugola lei, avvicinandolo ancora di più con una mano dietro la testa e sentendolo scendere con le labbra sul collo.
«Mi fai incazzare come una bestia, Esme» ringhia Draco mordendole con forza la pelle e spostando entrambe le mani sui suoi morbidi fianchi.
«Io odio quando fai l'indifferente, non hai idea di quanto te la farei pagare»
«Fammela pagare allora, Esme. Ho sbagliato e lo merito» si stacca di pochi millimetri dal suo viso e la guarda con l'affanno, con un po' più di complicità di prima.
La ragazza lo tira per la cravatta e riprende a baciarselo con foga.
Gli morde il labbro inferiore e si ritrova le sue dita a strattonarle il vestito per avvicinarla sempre di più a lui in maniera autoritaria.

Mentre ansima rauco contro la sua bocca cammina verso la scrivania e con un brusco gesto della mano butta a terra ciò che si ritrova lì sopra.
La spinge contro la superficie ora libera e si affretta a togliersi la cravatta.
Lei si mette seduta ma lui la spinge di nuovo con fare rude per averla sdraiata davanti a sé: «Fai sempre come dici tu, Esme? Ti ho detto di rimanere sdraiata».
Lei lo guarda con la testa che esplode per l'eccitazione e decide di provocarlo mettendosi non solo dritta ma permettendosi di mordergli il collo con forza mentre lui è intento a sbottonarsi la camicia.
«Non devi dire assolutamente nulla, Draco. Sono stanca di sentirti dire parole in più»
«Lo sai che quando fai così io non ragiono più, vero?»
«Non mi pare tu abbia ragionato in questa settimana»
«Sappi che anche se mi dispiace tu mi fai imbestialire. Mi fai completamente perdere la ragione, Esme»

Sembrano quasi sputarsi rabbia contro mentre sono intenti a scambiarsi effusioni intense e lei gli graffia il petto non appena viene scoperto.
«Ti strapperei i vestiti, porca puttana» ansima Draco contro la sua bocca, volendo baciarla ancora e lasciandosi toccare in quella maniera aggressiva dalla moglie.
Frettolosamente le fa togliere quel tubino lungo e nero e lo butta via, volendo assaporare quel corpo. La spinge per le spalle contro il ripiano e la tiene saldamente sotto di sé, mentre inizia a tempestare il suo collo di umidi baci, andando sul suo seno e mordendolo così da lasciarci sopra evidenti segni rossastri. Si desiderano e vogliono soffocare quel nervosismo con del sesso poco gentile, sentendosi liberi di fare ciò che vogliono con i rispettivi corpi.
Forse vogliono buttare giù con del sesso anche tutta la rabbia accumulata negli ultimi tempi ed è davvero tanta.

«Sei uno stronzo, Draco»
«Non abbastanza da farti mancare del sesso» le afferra il volto con una mano e lo avvicina al suo baciarla di nuovo, sentendo le sue mani avvicinarsi al cavallo dei suoi pantaloni.
Si stacca immediatamente e scuote piano la testa: «Il mio ufficio, le mie regole»
«Smettila, decido io quello che fare»
A quel punto, a Draco sfugge una breve risata e scuote piano la testa, portando una mano dietro il suo collo e avvicinandola alla propria bocca.
«Sei insopportabile» mormora ma con meno autorità, ponendosi beffardo nei suoi confronti.
Esme, invece, sembra davvero fuori di testa, ancora nervosa e colma di ira repressa.
Avvolge le gambe attorno la sua vita e stringe le sue forti braccia mentre ricambia il suo bacio, desiderando assolutamente di più.
«Voglio scopare, ora»
«Non decidi nulla» la voce torna ad essere rauca, stringendole con una mano il seno e affondando con le labbra nella sua pelle, assaporandola con umidi baci e morsi abbastanza evidenti.

«Dimmi che ti dispiace... scusati»
Lo sposta leggermente per guardarlo negli occhi e lo osserva con serietà, pretendendo un vero perdono. Lo merita.
Draco boccheggia contro le sue labbra e si limita ad annuire un paio di volte: «Perdonami».
Le loro lingue si scontrano ancora una volta adesso, ancora più vogliose.
I loro corpi hanno sentito la mancanza anche solo di sfiorarsi e adesso sono carichi di energia, fomentati dal desiderio reciproco.

Lei cerca di alzarsi e agire, ma Draco vuole vedersela lui stesso oggi.
«Ti ho detto di perdonarmi, non di fare ciò che vuoi»
La guarda dritto negli occhi a pochi centimetri dal suo viso e porta le dita attorno la sua gola, così da bloccarla e impedirle di prendere posizione.
Anche lui ha bisogno di sfogare la rabbia che ha soffocato, il silenzio, l'indifferenza.
La fa voltare così da farsi dare le spalle e sposta la mano lungo la sua schiena nuda, slacciandole  il reggiseno e buttandolo via con un gesto brusco.
I capelli bruni di Esme vengono anche spostati su un lato e l'uomo si occupa di baciarle tutto il collo, la spalla, passandoci la lingua e facendo bruciare la sua pelle già calda.
«Perché mi hai riposto male? Perché lo hai fatto?»
«Ho cercato di proteggerti, solo nel modo sbagliato» sussurra guardandola per un istante, sentendo le sue mani avvicinarsi al cavallo dei pantaloni.
Vede che abilmente gli slaccia la cintura, vogliosa di avere di più, e così decide di accontentarla.

Il corpo minuto della bruna viene fatto piegare contro la scrivania sgomberata da ogni oggetto e lui si affretta a concludere ciò che stava facendo, togliendosi la cinta e stringendola con forza in una mano. Sembra quasi strattonare quell'accessorio nero, mentre percorre con dei baci erotici la sua schiena piegata a novanta. Il grande palmo di Draco va a sbatterle uno schiaffo rumoroso sul sedere, facendola sussultare e strappandole un mugolio acuto.
«Di più, voglio di più» afferma lei stringendo i denti, pretendendo che il compagno possa far sciogliere la loro tensione.
Forte, deve essere forte, deve essere energico, colmo di passione.
Non vuole che si trattenga, vuole che sia disinibito, che faccia sentire al corpo di Esme un brivido che la elettrizzi. La cinta viene stretta ancor di più e la curvatura in similpelle dura e lucida colpisce la sua natica con forza. Gli occhi di lei si spalancano appena per lo stupore e sente un leggero e piacevole bruciore sulla pelle calda.
Si morde il labbro inferiore e si sente di nuovo colpire nello stesso modo, più forte.
Il suo viso si stende in un sorriso perverso e compiaciuto dai gesti del marito, volendo che lui continuasse in questa maniera così rude.

Draco butta a terra la cinta con un movimento veloce e afferra prontamente i suoi fianchi, avvicinandoli al proprio inguine e strofinandosi contro di lei. I boxer ricoprono ancora la sua lunga asta dura e gonfia, che pulsa desiderosa di incontrare l'entrata di Esme.
Li abbassa, afferra il membro grosso e passa la punta tra i glutei della ragazza, avvicinandola poi a quelle labbra bagnate e sfregandola lentamente, così da aumentare la voglia di possedersi.
Affonda in lei quando meno se lo aspetta, brusco, rubandole un gemito alto simile ad un urlo.
Gli occhi di Esme si socchiudono, le iridi vengono buttate all'indietro e non c'è nulla di più piacevole che sentirlo pienamente nel proprio corpo.
Di più, vuole di più, non è abbastanza.

Si muove fin da subito con energia, con vigore, afferrando le sue ciocche e tirandole bruscamente, così da avvicinare il suo capo al proprio volto e affondare i denti nel suo collo.
Ringhia contro di lei, la sente gemere con forza, a ritmo del sesso che stanno facendo.
Lui spinge, lei urla.
«Sì, sì...così, Draco»
Gli piace sentirla pronunciare il suo nome, gridare quanto la fa godere.
Si sente unico, si sente ancora più incitato.
Allora va veloce, con veemenza, dandole anche qualche schiaffo forte su quel sedere violaceo, marcandolo, perché è suo.
Quel "sì" e quel "Draco" sembrano ripetuti come un mantra, insistentemente.

I corpi sono imperlati dal sudore, il rumore del bacino del biondo che si scontra contro i glutei di lei rimbomba in quelle quattro mura, e lei rimane così piegata, a godere.
Lui si occupa di spingere, di ansimare rauco. Chiude gli occhi e si fa trasportare dai suoi stessi movimenti, ma anche dalla voce alta e acuta della moglie.
La sente venire, sente i suoi liquidi bagnargli il membro, cosa che gli strappa un sorrisetto compiaciuto.
«Ti piace, eh? Quanto ti piace, Esme?»
«N-non abbastanza» lo provoca con un sorrisetto, mentre continua a gemere, perché altro non può fare.
Il fiato le si blocca in gola e sente le sue mani farla voltare.
Ora desidera vederla in volto, desidera ammirare il suo volto disteso in un'espressione di goduria pura.

La fa sdraiare sulla scrivania e le divarica le gambe, accomodandosi tra di esse e riprendendo a penetrarla, con la stessa intensità di prima.
Bacia il suo seno, giocando anche con i suoi capezzoli e percependo le sue unghia graffiargli con forza la schiena. Lo fa quasi facendogli male, segnando la pelle candida di Draco.
Perché lui è suo e gli deve essere chiaro.
E ancora geme, ancora godono entrambi.

Lei viene ancora una volta, prepotentemente, e lui non sembra mai sazio di quel sesso.
Allora Esme viene di nuovo, sentendo le gambe tremare per tutte quelle spinte brusche.
E dopo, lui si lascia finalmente andare, schizzando in maniera liberatoria dentro di lei.
La riempie con quel suo seme biancastro, buttando gli occhi tra le sue cosce e adorando vedere i loro umori colare assieme.
Esce dal suo corpo e ammira lo sperma gocciolare dalle sue umide pareti.
Le iridi chiare di Draco si spostano poi sul viso della moglie e nota ogni minimo particolare: le gode rosse, le labbra gonfie, il trucco sfatto, gli occhi completamente chiusi.
Per non parlare del suo petto che si alza e abbassa per l'affanno, per quei segni presenti sulla sua pelle.
«Sei stupenda, Esme» mormora con un sorrisino sornione sul volto, facendole piano aprire le palpebre.
Si avvicina a quella bocca così bella e ci posa sopra un bacio più delicato, percependo le sue gracili dita sfiorargli una guancia: «Anche tu, Draco».

Le sorride.
Finalmente le sorride e lei fa lo stesso, facendosi anche sfuggire un riso complice.
«Mi sei mancato...»
«Anche tu, nonostante tutto» le sposta una ciocca di capelli dal viso e poi la bacia ancora una volta, ma sulla fronte.
Aiuta Esme ad alzarsi, essendo molto indolenzita, e poi le dà una mano anche a vestirsi.
Mugola sentendosi stremata e il compagno sghignazza soddisfatto, sapendo bene che quel suo essere ancora stordita è per via del troppo piacere provato.
Le allaccia il reggiseno, le alza la zip del tubino e l'aiuta anche ad indossare le scarpe, facendola sedere e facendole calzare i tacchi. Si sente coccolata quando fa così e grazie a quel rude sesso hanno sfogato le loro preoccupazioni e frustrazione.
Lo guarda mentre si veste e ammira il suo corpo in silenzio, trovandolo davvero bellissimo.
Non appena lo vede sistemarsi la cravatta decide di farlo al posto suo, alzandosi e avvolgendola in un bel nodo saldo.
L'aggiusta con cura e poi gli mostra un sorriso gentile, ricevendo un altro bacio ancora.

«Scorpius sarà molto contento oggi» afferma lei sollevata, felice soprattutto per il loro bambino.
«È fin troppo sensibile ed intelligente, non trovi?» domanda fiero di quel figlio, notando ogni giorno di più quanto stia brillante «Riesce già a parlare benissimo e si accorge di tanti dettagli»
«È pur sempre il nostro erede, non poteva certo uscire tonto» ridacchia e sente la sua mano accarezzarle una guancia dolcemente.
«Spero solo che questo mondo sia più gentile con lui, Esme...»


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Suvvia, il loro litigio non è durato poi così tanto.
Vorrei tanto dirvi qualcosina in più, ma poi temo di sfociare in qualche spoiler.
Non so cosa vi aspettate per i capitoli a seguire, o per la storia in generale, però vi dico solamente che stiamo per entrare nel vivo di tutto!
Intanto, prendete tutte le informazioni e tenetele in mente!!

Ci vediamo lunedì, LadyD 💚

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