𝐗𝐕𝐈
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Esme è nell'ufficio del Ministro in persona, davanti agli occhi critici ma mortificati di Kingsley. Per fortuna il figlioletto ora è con il padre, ad aspettarla fuori quella stanza assieme a Ron ed Harry.
Sono tutti e tre in ansia per ciò che è successo e sperano che quella giovane donna riesca ad uscire da quel pasticcio al meglio.
Sono positivi, sanno bene che ciò che ha fatto non è dovuto ad un raptus di follia, bensì solo per proteggere un piccolo bambino che stava per essere brutalmente scalciato.
Per giunta, vista la rivolta violenta che è avvenuta, di certo lei non ha alcuna colpa e chi dovrebbe essere punito è quel gruppo di esaltati che è andato a protestare al Ministero della Magia.
Entrare dentro quell'istituzione e ribellarsi alla vigilanza è un atto imperdonabile e una donna tanto importante nel mondo magico come Esme non potrebbe riscontrare alcun problema.
Lei ha salvato il mondo da Voldemort, lei è il capo del dipartimento Auror.
Insomma, non è certo una minaccia per quell'organo governativo.
«Esme, io ti conosco da quando sei una ragazzina» inizia a parlare Shacklebolt davanti a lei, sospirando e guardandola seriamente negli occhi «E so bene che sei una persona a dir poco magnifica. Io conosco la tua storia e abbiamo combattuto la battaglia di Hogwarts assieme, quindi non potrei mai vederti come una nemica»
La Smith annuisce piano alle sue parole e continua ad ascoltarlo in silenzio, portando un certo rispetto per la sua carica elevata e per la sua persona.
«Però la situazione sta diventando insostenibile. Magari non tutti si sono accorti di quello che il nostro mondo sta passando, ma i tempi sono cambiati ancora una volta e, anche se non vi è più alcun Signore Oscuro, la gente è pur sempre la stessa»
«L'avevo intuito, signore. Questa manifestazione è forse la prima scintilla di tutto ciò che accadrà»
«Esatto, Esme» sospira con rammarico e si passa una mano contro la fronte sudata, sentendosi altrettanto preoccupato per l'attuale situazione sociale.
Lamentele del genere non se ne sentivano da molti anni e quella bruta violenza della gente fa intuire come ci sia poco da sottovalutare.
«Anche all'intero del Ministero vi sono molte incongruenze, sai? Nonostante si cerchi sempre di tenere a bada ogni tumulto, nonostante ci sia gente come te a lavorarci, purtroppo non siamo tutti uguali» riprende a parlare l'uomo, ma con una voce piuttosto bassa e lenta, cercando parlare ad Esme non solo come suo superiore ma anche come confidente.
«Le lamentele rispetto alcune leggi e alcuni provvedimenti sono venute anche da parte di funzionari del Ministero, da colleghi che lavorano con noi tutti i giorni. Io, purtroppo, devo cercare di tenere uno stato di quiete pur di non creare dei disagi maggiori»
«Lei potrebbe prendere provvedimenti, però»
Lui si alza dalla scrivania e smorza un'amara risata, scuotendo piano il capo e socchiudendo gli occhi per qualche istante.
Si sente abbastanza mortificato per il discorso che sta intraprendendo ed essendo un uomo giusto e colmo di coraggio non si trova molto a suo agio nell'ammettere quanta ipocrisia vi sia nel Ministero.
«Non si può fare sempre ciò che si vuole. Io risulterei un dittatore, qualcuno che priva la libertà, e così facendo la situazione sarebbe peggiore. Le rivolte sarebbero più grandi e il mondo magico finirebbe nel completo caos, dove regnano odio e anarchia»
Esme annuisce alle sue parole e comprende perfettamente il suo punto di vista, sapendo che non è facile la posizione di un Ministro giusto e dagli alti valori.
Il mondo della politica non è equo e non regna la giustizia, e proprio per questo chi ne fa parte e vuole dare il meglio alla società deve essere disposto a fare dei sacrifici e attendere giorni migliori.
La vita di un adulto è complessa, ricca di problematiche e di scontri con il prossimo. E così, anche Esme deve fare un passo indietro e accettare una soluzione a lei non gradita pur di non ritrovarsi in una posizione più critica.
Esce dall'ufficio di Kingsley e gli occhi dei tre uomini si spostano veloci su di lei. Vogliono immediatamente una risposta e sapere per filo e per segno cosa è successo con il Ministro.
Draco culla il piccolo tra le sue braccia e si avvicina alla moglie di qualche passo, notando il suo volto privo di qualsiasi tipo di emozione.
Esme deglutisce e mostra un forzato sorriso colmo di amarezza, mentre il compagno le posa una carezza dolcemente sul viso: «Tutto bene? Cosa è successo?».
«Io... io non sono più capo del dipartimento»
La bocca di Malfoy viene schiusa per lo shock e osserva la moglie con uno sguardo perso, fin troppo dispiaciuto.
Harry rimane completamente immobile, senza riuscire a muovere un muscolo, mentre Ron distoglie lo sguardo per il troppo rammarico.
Nessuno sa cosa dirle, quali parole utilizzare al fine di confortarla.
Tutti e tre sono consapevoli di quanto abbia sempre tenuto al suo lavoro, di quanto si sia sempre impegnata per essere un'Auror eccellente.
Per giunta, lei è la strega più forte ed eccezionale che ci sia.
Anche se adesso una persona d'onore come lei è la meno adatta.
Lei e Shacklebolt sono arrivati alla conclusione che quel posto di lavoro non più essere di Esme per via dei troppi reclami e dell'accaduto di questo giorno.
La gente e altri lavoratori del Ministero si lamenteranno maggiormente della sua posizione e la useranno per alzare inutili polveroni.
«Adesso dovrò occuparmi solo dell'aspetto amministrativo del dipartimento» scuote piano le spalle storcendo le labbra e porta dietro l'orecchio una ciocca di capelli, ancora molto mortificata.
«Mi dispiace...» questa è l'unica frase che riesce a pronunciare Draco, sospirando e posandole una carezza sulla spalla.
«Non ti preoccupare, è meglio così»
La voce di Esme è spenta, lei fa finta che vada tutto bene, eppure il suo animo è frantumato in mille pezzi. Il suo lavoro era il proprio orgoglio, il suo sogno fin da quando era bambina.
Potrà solamente firmare e sistemare qualche documento e nient'altro. Niente missioni, niente addestramenti.
«Lo sai, Esme, possiamo fare un reclamo e-»
«Non ti preoccupare Draco, voglio solo tornare a casa adesso» accenna un piccolo sorriso e scuote il capo, posando una mano sul petto del marito «Ha detto il Ministro che possiamo entrambi ritirarci»
Non vuole che lui si preoccupi per ciò che è successo e sa bene che deve rimanere il più cauta possibile.
La situazione è fin troppo critica per essere messa in questione.
«Va bene, amore, torniamo a casa...»
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Draco ed Esme valicano la soglia del Manor assieme, e l'uomo mantiene stretto tra le mani il passeggino che accoglie Scorpius.
La donna prende un grosso respiro e lascia cadere le braccia lungo il proprio corpo, ancora stanca e sconfitta da ciò che è successo questo pomeriggio. Il marito la guarda mentre cammina verso l'ingresso molto lentamente e percepisce il suo malessere.
Non sa bene cosa dirle, non riesce a trovare le giuste parole per non farla sentire maggiormente demoralizzata.
La situazione è davvero pessima e qualsiasi frase, anche un respiro di troppo, potrebbe farla scoppiare in un pianto fragoroso.
Forse ha bisogno di sfogarsi, ma non vuole premere troppo sulla sua situazione già precaria.
Si avvicina piano verso la donna e le posa un bacio sulla spalla dolcemente: «Io vado a sistemare Scorpius nella sua cameretta, ti aspetto in stanza».
Annuisce e continua a fissare il vuoto, con la bocca leggermente schiusa e le gambe che vorrebbero solo cedere.
Draco si occupa personalmente di sistemare il bambino e farlo addormentare, ma la mente è sempre focalizzata sulla sua Esme.
Le sue mille emozioni creano un vortice caotico dentro di lei, non sa bene come gestirlo o buttarlo via.
Vorrebbe urlare, piangere, anche semplicemente parlare, dormire, accasciarsi.
Non sa come affrontare quelle sensazioni e si rifugia in camera per poter cercare un po' poi pace tra quelle mura.
Si spoglia lentamente e indossa la sua camicia da notte, sentendosi ancora confusa per l'accaduto.
Ha appena perso la sua posizione a lavoro, quella nomina da lei tanto voluta e sudata. Ha salvato chiunque e a lei non è rimasto nemmeno il lavoro dei suoi sogni. Un lavoro che sicuramente meritava.
Sospira pesantemente e sente la porta aprirsi, vedendo Draco spuntare da essa e mostrarle un leggero e amaro sorriso: «Il bambino si è addormentato subito».
Tira anche lei le labbra, mostrandosi gentile, e guarda il marito ancora con rammarico: «Grazie, sì...»
Il giovane uomo si avvicina ad Esme e le sposta una ciocca di capelli dal viso, alzandolo con una carezza e guardandola dritto negli occhi: «È solo un momento, te lo prometto»
«Andrà sempre peggio, Draco»
«No, non devi pensare in maniera negativa. Questo è un piccolo disagio che abbiamo avuto dopo anni di tranquillità, ma appena questo trambusto passerà tu otterrai di nuovo la tua vecchia posizione»
Lei si limita ad annuire, ma lo sguardo cade di nuovo verso il basso per via delle continue sensazioni negative che prova.
«Quando potrò smettere di preoccuparmi, Draco? Non penso di meritarlo...»
Il marito l'abbraccia ancora una volta in una salda stretta e sospira con un dispiacere pazzesco che lo attanaglia. Non piace nemmeno a lui questa situazione e non gradisce che la moglie debba avere tali preoccupazioni.
Accarezza i suoi morbidi capelli e posa un bacio sulla sua fronte, sentendo le sue mani stringere con forza la sua camicia. Vuole cercare conforto nel marito, in quell'unica persona che è mai riuscita a farla star bene.
«Mi prometti che andrà tutto bene, Draco? Mi prometti che riprenderò il mio lavoro?»
«Ne sono più che certo, amore» la guarda negli occhi con dolcezza e accarezza il suo viso, osservandola dal basso con molta premura «Questi sono solo piccoli disguidi, ma niente di troppo difficile da affrontare»
Esme annuisce alle sue parole e riceve un bacio dal marito sulle labbra, che la fa mugolare rilassata sotto il suo tocco.
Le mani di Draco finiscono a stringere con delicatezza le sue ciocche brune e continua quel bacio con una certa intensità, volendo trasmetterle la sua presenza in questa maniera così intima.
«Stasera non devi pensare a nulla, Esme»
L'uomo fa scendere una mano lungo tutta la sua schiena e la porta ad accarezzare il suo fianco e poi il suo collo, tastando quella pelle morbida e calda che tanto ama.
Lei non risponde, si limita a guardarlo dal basso mentre percepisce le sue lunghe dita toccarla e far vibrare il suo corpo.
Lui la desidera ed Esme sente di necessitare questo momento.
Non sapendo come processare il suo stato d'animo, la cosa migliore che possono fare è proprio lasciarsi alle spalle l'accaduto e far sì che le proprie menti non pensino più ad alcun problema.
Hanno bisogno di occupare tempo e mente.
Draco riprende a baciarla sulla bocca con più foga e schiude la propria per far incontrare le loro lingue, sentendo le mani della moglie stringere con forza i suoi biondi capelli.
Le labbra passano anche per il suo collo, le spalle, abbassandole una bretella dell'indumento che indossa e facendola sospirare per via di tutti quei baci umidi sulla pelle calda.
Gli occhi di Esme si vanno a chiudere automaticamente per il piacere provato e lascia che il marito si faccia trasportare dal suo desiderio.
Infatti, lui ha fin troppa voglia di farlo, di assaporarla, di sentirla contro di sé. La bacia ancora e ancora, trascinandola contro la grande cassettiera in legno della loro camera, volendo poggiarla contro la prima superficie vicina e continuare a dedicarle attenzioni.
Draco la desiderava fin da questa mattina e adesso, dopo tutto quello che è successo, necessita di spegnere il cervello e far godere lui stesso e la moglie.
Afferra con forza le sue natiche e alza Esme fino a farla poggiare contro quel mobile, si scambiano anche morsi sulle loro reciproche labbra e sul loro collo.
La giovane ansima ripetutamente e percepisce le sue dita afferrare due lembi dell'indumento e alzarlo per poterla spogliare completamente.
Draco la vuol vedere nuda, completamente priva di vestiti davanti a sé.
Si affretta anche a toglierle i suoi slip in pizzo bianco e dedica qualche attimo a guardarla, completamente incantato dalla sua figura così sinuosa e minuta.
Ama ogni centimetro del suo corpo, ogni caratteristica, considerandola la donna più bella che avesse mai visto in vita sua: quel seno morbido, il sedere tondo, le cosce piene, la vita stretta.
Stringe i suoi fianchi con forza e affonda nuovamente le labbra nelle sue, ma queste iniziano subito a scendere per assaporarla completamente.
Lungo il seno, il ventre, le gambe, finendo tra di esse per assaggiarla.
Esme porta le cosce posate sulle sue spalle larghe e sente la sua lingua sfiorare la sua parte intima e le labbra di Draco toccarla, come se volesse assaporarla interamente.
Lui non fa altro che sfregare con veemenza e la donna ansima sotto il suo tocco, chiudendo gli occhi e rilassandosi mentre lavora con la bocca.
Draco adora il suo sapore, adora sentirla gemere e adesso la vuole tutta per sé. Stringe i suoi glutei con forza e continua quel lavoro di bocca spettacolare, facendole uscire altri ansimi e sentendola godere non poco.
Esme butta il capo all'indietro e adesso non pensa sul serio a nulla, troppo presa dalla sua maestria.
Porta una mano tra le ciocche bionde del marito e le afferra saldamente, continuando a gemere a gran voce e a ritmo di quel movimento contro il suo clitoride. Non appena lo sente staccarsi, infatti, mugola scontenta, ma Draco vuole solo farla divertire ancora di più.
La guarda con un sorrisetto complice e le stampa un bacio focoso sulle labbra, portando una mano dietro il suo collo così da avvicinarla maggiormente a sé.
Le mani di Esme accarezzano la sua camicia e si affrettano a sbottonarla, sfilare anche la cravatta e spogliarlo da questi indumenti di troppo.
Stringe le sue spalle, le graffia anche, trovandole una delle parti più sexy del compagno: larghe, dure, forti, perfette.
Continuano a baciarsi frettolosi e Draco si slaccia la cintura e abbassa i pantaloni scuri troppo impaziente.
Esme sfila il suo membro già duro dai boxer e si occupa a muovere la mano contro di esso, finché subito non viene fermata dal marito.
«Voglio farlo e basta, Esme»
«Sì, ti prego, fammi tua»
Entrambi non vogliono più pensare a nulla, non vogliono avere altre preoccupazioni e desiderano solo possedersi.
Draco stringe con forza le sue cosce e si affretta ad affondare dentro di lei, sentendola gemere e percependo le sue unghie affondare nei suoi tricipiti.
La testa di Esme si lascia andare all'indietro e le spinte del compagno si fanno sempre più vigorose e prepotenti, mentre mantiene gli occhi chiusi e si gode la semplice sensazione del suo membro dentro la sua calda entrata accogliente. Lei inizia a baciare il suo collo, a morderlo, sfogando così le sue preoccupazioni e lasciandosi travolgere da quel sesso così appagante. Soffoca i suoi gemiti contro la sua pelle e Draco si sente sempre più stimolato, voglioso di farlo ancora più forte, di sentire di più.
Afferra le sue gambe e le fa alzare così da poggiarle contro il proprio petto, con i polpacci sulle sue spalle e le cosce che aderiscono alla sua pelle imperlata dal sudore.
La voce di Esme si fa nettamente più alta e le dita finiscono per stringere i suoi capelli biondi da dietro il collo, sentendolo completamente immerso dentro.
Le sue spinte vigorose rimbombano nella camera da letto e creano un suono pieno e assordante che accompagna i gemiti indecenti della ragazza.
«Oh sì, Draco, di più...»
Inizia a pronunciare il suo nome ripetutamente e le proprie pareti vengono sbattute dal suo membro lungo e grosso, che rude le provoca un piacere pazzesco.
La bocca di lui le lascia qualche segno violaceo sul seno, ringhiando contro di esso e piantando le dita sulla sua schiena così da marchiarla con le proprie impronta.
Continua imperterrito a scoparla in quella posizione, finché non si annoia di quest'ultima e vuole qualcosa di nuovo, di diverso.
La fa scendere dal ripiano e la piega contro di esso, tenendo una sua gamba alta e posata contro quella cassapanca, mostrandogli così la sua coscia morbida e piena.
Draco le tira un forte schiaffo sul sedere, poi un altro ancora, e ancora.
La mano le stringe una natica ben in mostra piegata sul mobile e si lascia sfuggire un mugolio profondo e rauco, estasiato da quel corpo dannatamente sexy. Le sposta i capelli di lato e le lascia il collo libero, volendo segnare anche questo.
A loro piace così: forte, rude, aggressivo.
«Ho tutto il pomeriggio per te, Esme»
Sorride malizioso vicino al suo orecchio e nota le sue labbra distendersi in un sorrisetto complice, per poi venir morse da Draco e impegnate in un bacio colmo di lussuria.
Per ogni spinta, Esme si fa sfuggire un gemito, e ormai uno dall'altro distano appena un secondo. La testa cade in avanti inerme a quel sesso forte e si lascia andare al primo orgasmo della giornata.
Urla mentre i suoi umori colano per le sue pareti umidicce e una mano di Draco le tira uno schiaffo prepotente su quel sedere già rossissimo.
Le tira il capo all'indietro così da avvicinare la sua faccia alla propria e passa la lingua contro il suo collo: «E se adesso mi facessi un bel regalo, Esme? Che ne pensi di prenderlo in bocca?»
Più che una richiesta sembra un'affermazione autoritaria e lei non può che rimanerne compiaciuta.
Annuisce ancora stordita per quell'orgasmo e l'uomo la sposta per i fianchi così da farla voltare verso di sé.
Esme avvolge le braccia attorno al suo collo e le proprie labbra si riversano contro le sue, baciandolo in maniera umida e passionale.
Ma Draco non riesce a star fermo che immediatamente una mano le sfrega il suo clitoride mentre la bacia.
Non può fare a meno neanche per un attimo di far sesso, di toccarla, di farsi toccare. Essendo sensibile, la giovane geme subito a voce alta non appena viene sfiorata e ciò strappa un riso soddisfatto da parte del marito: «Ora sbrigati a fare ciò che ho detto, Esme».
Adesso lui merita eccome una ricompensa.
La bruna si piega in ginocchio davanti a lui e afferra immediatamente la sua asta dura, massaggiandola e osservandola vogliosa..
Lui le prende i capelli e li raccoglie in una coda alta, stringendoli e osservandola attentamente dall'alto.
Un sorrisetto soddisfatto si mostra non appena la bocca di Esme accoglie il suo membro e inizia a succhiarlo lentamente ma con intensità.
Inizia piano, concentrandosi prima sulla punta e facendolo scendere poi fino in gola. Con una mano si dedica a massaggiare i suoi testicoli e così inizia a donargli un lavoro di bocca perfetto.
Socchiude gli occhi, ma subito viene ripresa da Draco: «Guardami mentre lo fai».
E fa come gli dice, trovandolo incredibilmente sexy quando si comporta in tale maniera.
Gli occhi di Esme finiscono per incrociare quelli gelidi del compagno e lo fanno per tutto il tempo. La incita ad andare sempre più veloce con le mani tra le sue ciocche e ansima rauco mentre sente tutto quel piacere irradiarsi per il corpo.
«Esatto, così piccola» si passa la lingua contro il labbro inferiore e butta il capo all'indietro, sentendosi vicino al limite.
Proprio per questo, qualche minuto dopo spinge maggiormente il capo contro il proprio inguine e così le viene completamente in gola, facendola mugolare e stringere gli occhi per l'improvvisa sensazione.
Lascia la presa e lei si stacca lentamente, ingoiando il suo seme e con un filo di bava che cola contro il suo mento.
Alza lo sguardo verso Draco, che strofina la lingua contro l'interno guancia, mostrandole un'espressione più che soddisfatta.
«Sei a dir poco brava»
La fa alzare e ritiene necessario farla venire un'altra volta, perché si sente non poco voglioso di lei. E poi, lei si merita di non pensare a nulla.
La spinge contro il letto tra un bacio e l'altro e la fa sdraiare, volendo farle raggiungere un altro orgasmo in maniera differente.
Una volta contro il materasso, allarga le sue gambe e si posiziona con il viso tra le sue cosce, guardandola dal basso malizioso.
Esme si morde il labbro inferiore e lo guarda mentre si presta a leccare fin da subito il suo clitoride umido. Sfrega la lingua contro di esso e porta anche due dita dentro di lei fin da subito.
Non va graduale, ma fin da subito pompa dentro di lei con veemenza, andando incredibilmente veloce e forte.
Lei inarca la schiena per la scossa di piacere provata e stringe con una mano il lenzuolo e con l'altra i suoi capelli chiari.
Draco chiude gli occhi, ma subito viene ripreso dalla compagna che parla tra un gemito e l'altro: «Guardami m-mentre lo fai»
Gli mostra un sorrisetto provocante e lui soffoca un riso mentre continua a darle così piacere.
E così fa: la guarda.
E non solo la guarda, affonda anche un terzo dito rudemente e si gode il sapore della sua pelle bagnata e vogliosa. Esme non fa altro che urlare il suo nome, la testa è completamente in estasi e non sente né pensa a nulla visto che l'unica cosa che riesce a percepire è la goduria più totale.
Dopo poco, infatti, viene ancora una volta e lo fa schizzando i suoi umori contro il viso del marito, bagnando la sua bocca e anche la sua grande mano.
Si stacca dalle sue gambe e la osserva mentre tremante cerca di riprendere fiato.
Il respiro è corto, il petto si alza e abbassa ripetutamente mentre le braccia sono ricadute contro il letto.
«Va meglio, Esme?»
«Decisamente meglio»
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Purtroppo la nostra Esme ha perso il suo lavoro tanto amato, venendo buttata a fare qualcosa di nettamente meno importante e avvincente.
Sembra che la povera Smith debba sempre sacrificarsi per qualcosa...
Ma dai, almeno Draco sa bene come farla smettere di pensare!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e vi ricordo di farmi sapere cosa ne pensate!
Comunque volevo scusarmi se ultimamente sono meno presa da letture o altro, ma non è un periodo molto allegro e sono piena di pensieri e cose da fare.
Spero di riprendermi subito e tornare a rileggere tanto altro!
Ma non preoccupatevi che la storia verrà sempre aggiornata regolarmente, avendo i capitoli già scritti.
Ci vediamo domenica, LadyD 💚
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