𝐗𝐂𝐈𝐕

Forse Esme e Draco sono molto più in ansia di Scorpius, lui è emozionato più che altro.
Il piccolo non vede l'ora di iniziare quella nuova avventura e magari divertirsi, mentre i genitori si stanno facendo fin troppi problemi, soprattutto la madre.
Non si direbbe, ma Esme è veramente-esageratamente-insopportabilmente apprensiva con suo figlio, soprattutto nell'ultimo periodo visto che deve iniziare la scuola elementare.
Lo vede troppo cresciuto, spera di non sbagliare ad educarlo e vuole che sia un bambino bravissimo e ben educato.
Non lo fa per cattiveria, lei è veramente una mamma dolcissima, ma vedere il suo fagiolino crescere così velocemente le mette ansia.

«Mi raccomando amore di mamma, stai attento a mensa quando mangi l'uva, puoi affogarti se non mastichi bene!» esclama mentre gli sistema il suo zainetto.
Draco, invece, gli sta sistemando i capelli con cura, ma il figlio sbuffa e ancora sbuffa.
Per fortuna ha avuto modo di indossare la sua maglia con il t-rex, ma per il resto non sta sopportando molto entrambi questa mattina.
Lo sa bene che deve masticare con cura, e soprattutto è la ventesima volta che quel cretino gli passa il pettine per i biondi capelli. Quasi gli viene voglia di scompigliarseli tutti!
«Basta, basta» mugola allontanando con una manina il padre «E poi lo so che devo stare attento con l'uva»
«Oh, io lo so che sei un bravo ometto, ma mamma si preoccupa» si avvicina al figlioletto e sospira, accarezza una sua guancia e poi gli bacia la fronte «Mamma ti ama tantissimo»
Questa frase lo fa sorridere, sa bene quanto ci tiene a lui, anche se ogni tanto risulta noiosa lui l'adora.

Più cresce, più Scorpius fa le sue esperienze, e più Esme ha il terrore che possa vivere momenti spiacevoli. Forse sta un po' proiettando su di lui ciò che è accaduto a lei e i suoi amici, a quelle battaglie contro Voldemort e tutte le peripezie che si sono susseguite fin dalla tenera età. Dovrebbe calmarsi e comprendere che deve solo andare ad una semplice scuola elementare per babbani.
Non c'è bisogno di fare allarmismi, ecco.

«Mi raccomando, comportati bene e sii sempre educato! Noi Malfoy siamo sempre degli ottimi studenti» lo incita il padre, con un grande sorriso, ma forse mette un po' troppe aspettative su quel figlio «Nessun Malfoy è stato un pessimo alunno! E poi tu sei anche uno Smith, insomma sarai sicuramente il più bravo della classe... che dico, della scuola intera!»
Però il piccolo sorride a queste parole, si sente fiero di come lo considerano speciale e anche se teme di poter non essere il più bravo di tutti, è ugualmente felice di avere una famiglia che lo considera così tanto.
Una madre super affettuosa e un padre che non gli fa mancare nulla, una famiglia perfetta – forse troppo.

Si incamminano tutti e tre verso la scuola elementare, per questo giorno devono esserci entrambi e non hanno nemmeno tempo di pensare ad eventuali problemi di coppia, adesso devono solo concentrarsi sul figlio.
Esme lo guarda con un sorriso dolcissimo, gli occhi luminosi, vede questo bellissimo ometto camminare verso la crescita e ciò la emoziona.
Draco è fiero, completamente fiero del bambino stupendo che è, si sente la persona più fortunata del mondo ad avere un figlio del genere.

«Buona giornata, amore di mamma» si piega verso Scorpius la donna e accarezza le sue guance sorridendogli «Ti verrà a prendere papà, ma non vedo già l'ora di sapere tutto di oggi»
Un bacio sulla sua fronte e il figlio annuisce contento, poi saluta anche il padre con un abbraccio ed è momento di andare.
I due adulti lo vedono correre via e il loro cuore è colmo di gioia, lo vedono giungere verso il primo passo per il mondo dei grandi.
Il loro piccolo bambino in fasce adesso ha sei anni ed è pronto per conoscere sempre di più il mondo esterno.

«Non è meraviglioso?» domanda piano Esme, con un sospiro e una mano posata sul petto.
«Penso che sia la cosa più bella che abbiamo fatto...»
«L'unica e la migliore»
Si guardano per un istante e sorridono brevemente, non nei loro confronti ma con il figlio nei loro pensieri.
Avranno fatto tanti sbagli nella loro vita, ma il bambino non è tra quelli.

Scorpius si affretta ad entrare in quell'edificio grande e nuovo, si è messo d'accordo con i suoi amichetti di incontrarsi proprio nel corridoio principale per poter andare verso la loro prima classe, precisamente nella sezione B.
«Scorp!» si volta il biondo e vede l'allegra Dorothy avvicinarsi a lui «Hai visto Marcus?»
Lui scuote il capo e aggrotta la fronte: «No, e non vorrei entrare tardi. Chissà dov'è...».
Proprio in questo momento lo vedono spuntare a passo lento e con uno sguardo perso per il terrore, prende un grosso respiro e deglutisce.
«Che cos'è quella faccia?» domanda la bambina stranita.
«Voi non avete paura? E se le maestre fossero cattive?» risponde titubante.
«Ma che paura!» esclama con una risatina Scorpius «Mamma dice sempre che non c'è bisogno di avere paura!»
In qualità di Smith lui per davvero non ha alcuna preoccupazione.
Con un cenno del capo, infatti, invita i due amici ad entrare in classe per non fare ritardo proprio il primo giorno di scuola.

Si siedono vicini, in seconda fila per l'esattezza, anche se i banchi sono separati: Scorpius è in mezzo ai due, Marcus è verso la porta, mentre Dot è vicino alla finestra.
Il biondo è in trepidazione, non vede l'ora di iniziare, sanno già che la prima lezione che si terrà è di geografia e sembra una materia interessantissima.
Vede spuntare dalla porta l'insegnante e rimane composto e con lo sguardo fisso verso di lei, squadrandola da capo a piedi: è bassina come la madre, la pelle ha un colorito più scuro e i capelli neri sono lunghi fino ai fianchi, morbidi e setosi; gli occhi sono stretti e le labbra carnose sono tirate in un enorme sorriso accogliente: «Buongiorno, bambini!».

La maestra si presenta, lei è la signorina Patel, precisamente la signorina Padma Patel, spiega in breve di cosa tratta la sua materia e osserva i suoi alunni con quegli occhi tanto scuri quanto brillanti.
Sembra una donna che ama i bambini, il suo lavoro da maestra, e questo trasmette serenità anche al piccolo Marcus che è piuttosto pauroso.
«Adesso è momento dell'appello» lei si va a sedere vicino alla cattedra e prende tra le mani il registro con l'elenco degli alunni «Mi piacerebbe che vi presentaste dopo che ho fatto il vostro nome, così da conoscerci meglio!»

«Baum Dorothy, tocca a te!»
La prima ad iniziare è la frizzante bambina di quel trio, che si alza prontamente e con le mani dietro la schiena e un'espressione briosa si presenta a dovere: «Il mio colore preferito è il verde menta, mi piacciono i cavalli e da grande vorrei fare la dottoressa. So andare in bicicletta, creare braccialetti e ho imparato subito a nuotare! Ogni estate passo giornate intere a mare qui a Charleston».
Si può notare la sua fermezza e questo strappa un sorriso sincero alla signorina Patal, che la trova una bambina piena di risorse.

Quando tocca a Marcus, invece, non va così bene.
Lui è più timido, storce la bocca e dice poco su di sé, giusto l'essenziale: «Mi chiamo Marcus e... niente, vivo qui da sempre, ho un fratello, ehm.. e piace anche a me la bicicletta».
«Andare in bicicletta è un'ottima attività, bambini, mantiene in forma e fa bene alle ossa!» la maestra cerca di non metterlo a disagio con questa affermazione amichevole e lo invita ad accomodarsi di nuovo, comprendendo che non è pronto per farsi troppo avanti.
Insomma, ognuno ha i suoi tempi e vanno rispettati gli animi più introversi.

Adesso è il turno di Scopius, che si mostra molto tranquillo e a suo agio nell'alzarsi in piedi e parlare ad alta voce: «Io non sono di qui, sono nato in Inghilterra, però piace anche a me andare in bici vicino il mare. Poi mi piace anche leggere e mi piacciono gli animali, conosco tante specie di ragni e di pesci. Poi mi piacciono le stelle e i pianeti, come piacciono ai miei genitori».
«Sei molto interessante, Scorpius! Se ti piacciono queste cose, sono certa che ti piacerà anche la mia materia» sembra un bambino molto curioso agli occhi della maestra, in realtà lo è eccome.
Lui ha parecchi talenti e vuole brillare in tante cose, mostrarsi esperto fin da bambino, non solo per il semplice piacere della conoscenza ma anche per mostrare la sua incredibile bravura.

Insomma, questo bambino sta crescendo una vera e propria serpe come i genitori.
Ma non è difficile da immaginare, insomma è figlio di due grandi e importanti dinastie di Serpeverde, non poteva non essere educato in questa maniera. Sembra solo un po' più turbolento e ancora più tenace di uno Smith.
Sta uscendo un bel caratterino!

Dopo le presentazioni inizia la vera e propria lezione, che si mostra molto superficiale e semplice essendo la prima.
Si parla di come è fatta Charleston e delle quattro stagioni, facendo partecipare i bambini a quell'interessante esposizione.
Non sembrano annoiarsi e anche i più pigri sembrano attirati dalle parole della signorina Patal.

Le lezioni vanno avanti in maniera tranquilla, essendo il primo giorno in assoluto di scuola per quei bambini di certo non fanno un granché.
Dopo la lezione di geografia si susseguono un altro paio di maestri che si occupano non solo di presentarsi anche loro, ma anche di conoscere i loro nuovi alunni che accompagneranno per i prossimi cinque anni.
Alcuni bambini guardano fuori la finestra, altri rimangono incantati senza concentrarsi, ma Scorpius è tra quelli che seguono ogni parola dell'insegnante con curiosità.
Sembrano non dispiacergli quelle lezioni, ma bisogna dire che si è solo all'inizio.
Improvvisamente la campanella suona: è l'ora della ricreazione.

I bambini vengono invitati a correre nel cortile interno per potersi godere i loro venticinque minuti di pausa e relax.
Il trio di amici è abbastanza confuso, non sa bene cosa fare visto che non conoscono altre persone, ma per il piccolo Malfoy e Dot è una buon momento per farseli.
Marcus come sempre è indeciso, ma segue i due curioso, in fondo ha voglia anche lui di conoscere altri bambini.

Arrivano in cortile e notano già i più grandi raggrupparsi per giocare e chiacchierare tra loro, mentre gli studenti nuovi sono piuttosto titubanti sul da farsi.
La bambina, però, individua un gruppetto di alunni che sembrano piccoli quanto loro e invita i due a farsi avanti e presentarsi.
Sono tre, vicini vicini, e sembrano rimanere chiusi tra loro, ma Dorothy ignora quella loro posizione e bussa alle spalle di uno dei bambini: «Ciao!».
Ma questi si girano e corrugano la fronte confusi, poco contenti della sua espressione troppo socievole per i loro gusti.

«E tu chi sei?» chiede uno di loro, confare scontroso.
«Piacere, io sono Dorothy! La nostra classe è la B, oggi era il nostro primo giorno» su quel volto dolcissimo compare un sorriso radioso che metterebbe gioia a chiunque, tranne a questi tre scorbutici.
Mostrano un ghigno di disgusto, la squadrano la capo a piedi e Scorpius sembra accorgersi di questo loro disappunto immotivato.
Poi non si presentano, non le mostrano un sorriso, addirittura non stringono la sua manina non appena lei la porge con molta gentilezza.

«La mia amica vi ha salutati» si impone stringendo un pugnetto Scorpius «I miei genitori dicono che è buona educazione salutare»
Il piccolo Malfoy sembra avere una bella lingua ed essere piuttosto sfrontato, ma per lui è semplicemente la cosa giusta da fare visto che non gli è piaciuto quell'atteggiamento arrogante.
«E tu chi sei?» il più robusto dei tre si volta da lui, le sopracciglia si increspano fino a disegnare un'espressione arcigna, non sembra aver gradito quel modo di fare.
«Prima devi dire tu chi sei! Lei te lo ha chiesto» ribatte sempre Scorpius.

Fuori dalle mura di casa, lontano dalla tranquillità che c'era al Manor e ora in quella villettina americana, fa fuoriuscire il suo vero sé e adesso, che è in un contesto meno giocoso e più aperto delle scuole materne.
Adesso dovrà iniziare a vivere davvero, per quanto nel suo mondo spensierato dei più piccoli, ma Scorpius è sbarcato in società, ristretta, limitata, ma pur sempre una realtà differente.
E poi non ci sono solo bambini a fare recite o i suoi cuginetti, adesso c'è gente, molta più gente.

«Io sono Gavin, loro sono Ian e Max» fa un cenno del capo sempre quello stesso bambino che ha preso parola.
«Io sono Scorpius» risponde ma ancora con la mano stretta in un pugno «Loro sono i miei amici»
Lascia però che si presentino da soli, Dot lo fa un po' spaesata visto che non si aspettava quel piccolo battibecco ma pur sempre con un sorriso, Marcus invece balbetta appena il proprio nome.
Hanno sicuramente intuito e quei tre non sono le persone migliori con la quale fare amicizia, e sembrano anche fin troppo scontrose.

Per tutta la durata della ricreazione non fanno altro che guardare male i passanti o scrutare chiunque si avvicini a loro.
Evitano i bambini degli ultimi anni, quelli sono pesci troppo grandi per loro, ma si comprende la loro pessima attitudine.
Poi il loro aspetto fin troppo curato e messo in tiro quasi è fastidioso, come se si sentissero superiori rispetto chiunque: insomma, dei futuri e ottimi bulletti.

Per fortuna sono in un'altra classe e quindi Scorpius non dovrà sopportare quelle brutte facce tutto il tempo.
Infatti, appena finisce quella breve pausa tutti ritornano alle loro lezioni e i bambini proseguono la loro lunga ed intensa giornata.

•·················•·················•

Le quattro di pomeriggio sono scoccate e adesso è l'ora di tornare a casa per tutti. Hanno pranzato, fatto qualche attività pomeridiana e adesso è momento di concludere quella giornata piena.

Draco è fuori ad aspettare che esca Scorpius, rimane proprio davanti al cancello della scuola in trepidazione di vederlo e sentire tutto ciò che ha da raccontargli.
Gli occhi sono sempre puntati verso la porta dell'istituto e attende, paziente, a dire il vero è arrivato un po' in anticipo proprio come altri genitori.
A quanto pare non è stato l'unico ad avere quest'idea, appunto, ma non tutti gli adulti presenti hanno le pupille verso la scuola.

«Chi è?» una voce sibilata e femminile sussurra vicino l'orecchio di un'altra donna.
A qualche metro di distanza da Draco ci sono tre mamme in attesa dei loro figlioletti: una donna sicuramente di origini latine, dalla pelle olivastra e i capelli castani con qualche ciocca sicuramente decolorata; poi una più alta, dai capelli rossissimi, uno volto pallido ben marcato e degli occhi freddi e maliziosi; l'altra, invece, sembra la loro spalla, una donna bruna e con uno sguardo spento e molto critico.
La prima ha subito notato una figura alta e slanciata vicino il cancello, qualcuno che non sembra un cittadino americano: troppo impostato, i capelli fin troppo chiari e dei lineamenti che non sono molto visti da quelle parti.

«Non lo so, non l'ho mai visto da queste parti» sussurra la rossa, scuotendo le spalle.
«Non c'è molta gente in questa città» continua l'altra «Si sarà trasferito da poco»
Quegli occhi curiosi continuano ad osservarlo, la prima donna si morde il labbro inferiore e cerca di far attenzione ad ogni particolare.
«Per fortuna nelle promesse del matrimonio non c'era il "non guardare"» commenta sempre lei, con una risatina che diverte anche le amiche.
«Sono fatti per guardare gli occhi, no?»
Evidentemente è una donna sposata, in realtà lo sono anche le altre due, ma ciò non l'allontana dall'ammirare un bel uomo inglese dall'aspetto affascinante.

Le tre donne, incitate dalla prima, si avvicinano a Draco e subito lei, che sembra parecchio sfacciata, si permette di presentarsi con un enorme sorrisone.
«Piacere, sono la signora Luisa Diaz!»
L'uomo si volta stranito ma educatamente le stringe la mano e le mostra un'espressione di cortesia: «Piacere, a cosa devo questa presentazione?».
«Siamo tre mamme, i nostri figli oggi hanno appena iniziato la scuola, ma non l'abbiamo mai vista in giro per Charleston. Ci chiedevamo cosa ci facesse un volto nuovo qui»
«Mi sono trasferito da poco, sono venuto a prendere mio figlio, anche lui oggi ha iniziato la scuola»
«Ma che meraviglia!» il tono è euforico, come se volesse intrattenerlo e tenere alta la sua attenzione, molto probabilmente si è accorta della sua poca confidenza e il modo di fare piuttosto distaccato per quanto molto educato «Magari sono nella stessa classe!»

Per fortuna per le orecchie di Draco questo leggero strillare viene interrotto dalle voci dei bambini che accorrono fuori, recandosi verso le loro rispettive famiglie.
Subito cerca il piccolo Scorpius con lo sguardo e non appena lo vede gli occhi brillano e alza un braccio per attirare la sua attenzione e richiamarlo: «Sono qui, sono qui!».
E mentre lui lo richiama, fanno lo stesso quelle mamme con i loro bambini.
«Gavin, Ian, Max, siamo qui!» alza un braccio la signora dai capelli rossi, vedendo i loro figlioletti accorrere verso di loro.
Esattamente, proprio quei tre bulletti.

Scorpius guarda il padre stranito nel vederlo vicino alle mamme di quei tre, ma si accorge subito che non le sta proprio considerando.
Per fortuna non ci ha fatto amicizia, non avrebbe sopportato il suo papà amico di quelle persone così antipatiche.
«Buon pomeriggio, Scorp!» esclama entusiasta «Andata bene oggi? Devi raccontarmi tutto, lo sai»
«Sì papà, è andata benissimo!»
L'uomo lo prende per mano, ricambia velocemente il saluto di quelle tre donne, che hanno cercato per un momento di fermarlo di nuovo a parlare, ma non ha tempo per loro.
Non lo ha fatto per maleducazione, anzi è sempre molto gentile, ma adesso deve pensare al figlio.

Mentre tornano a casa, infatti, Scorpius gli racconta della sua giornata e gli spiega quanto sono stati antipatici quei bambini.
«Loro sono cattivi e sicuramente anche le loro mamme!»
«Non si dice, fagiolino» scuote la testa e mugola contrariato «Non sempre i genitori e i figli sono uguali. Certe volte ci sono bravi genitori e cattivi figli, altre volte è il contrario»
«Ma a me loro non piacciono»
«Quelle signore non le conosciamo, non possiamo giudicarle» cerca di dare sempre il buon esempio al figlio, ormai gli viene naturale «Ti ricordi cosa dice sempre mamma? Mai giudicare un libro dalla copertina!»
E questo insegnamento è stato utile per Draco anche anni addietro.

Arrivano a casa del piccolo, lo deve lavare e sistemare e aspetteranno l'arrivo di Esme, che sicuramente desidera ascoltare tutto ciò che ha da dire il figlio.
Draco ha il permesso di entrare in quella casa quando si tratta di Scorpius, ultimamente lei gli dà modo di entrare nella propria dimora solo per lui, d'altronde è meglio che stia nella sua bella cameretta che in casa con Draco.
Lei si sente più sicura nel sapere che al suo ritorno lo ritroverà già lì.

Quando il cielo imbrunisce, infatti, ed è giunta sera, Esme rientra in casa e davanti a lei c'è il suo amato bambino che fremeva dalla voglia di rivedere.
«Eccolo il mio fagiolino!» esclama accorrendo in casa, butta la borsa a terra e lo stringe forte forte a sé «Com'è andata? Mangiato bene? Ah, mi devi dire tutto!»
La madre inizia a tempestare le sue guance di baci, a lui viene da ridacchiare, e poi la fa staccare: «Mamma, basta, basta».

Entrambi ridono, Draco li osserva con occhi amorevoli ma rimane qualche passo indietro a loro.
«Io cucino, ti metti vicino me e mi racconti» lei prende la manina al figlio e con un cenno del capo lo invita a seguirlo.
«Aspetta stavo parlando anche con papà» si volta verso l'uomo e sorride «Papà vieni con noi a mangiare così finisco di raccontare!»
Lui rimane paralizzato per qualche attimo, non cena a casa con lei ormai da più di un anno, si aspetta che dica subito di no, ma attualmente Esme è così presa dalla curiosità di sapere il suo primo giorno di scuola che nemmeno ci fa caso a quel particolare.

Così Draco non dice nulla per non scuotere il suo umore, si reca in cucina e decide di apparecchiare per non farle fare tutto il lavoro da sola, non gli sembra giusto.
Il bambino inizia a parlare, adesso ricomincia il racconto dall'inizio, e i genitori sono presi dalle sue parole, anche il papà che ha già sentito quella parte della storia.

Solo quando è momento di mettersi a tavola lei si rende conto della sua presenza.
Rimane con il mestolo in mano, in piedi, vicino la sua figura alta.
Gli occhi si accorgono che è tutto apparecchiato a dovere e in questo istante nella mente le ritorna l'invito del figlio a cena.
Adesso il guaio è stato fatto, non può cacciarlo via.
«Io... penso che ci sia un terzo piatto» lei ha così tanto ignorato quella presenza che stava cucinando solo per sé e il figlio, ma per fortuna prepara sempre abbondante e lui lo sa bene: «Sono certo ci sia qualcosa ancora in pentola».
Draco ricorda ogni particolare di Esme, ancora adesso.

Si mettono a tavola tutti e tre, il figlio in mezzo ai due su quel ripiano tondo. I due sono uno di fronte l'altra, i piatti fumanti sono ben serviti e per qualche istante lui si permette di osservarla.
Non mangiavano assieme da un sacco di tempo, non sa nemmeno come diavolo ci sono finiti quest'oggi lì, è stato improvviso ma per lui piacevole.
Anche se parla solo il piccolo, anche se Esme guarda solo lui, il giovane uomo non può negare che spesso le proprie iridi chiare si vanno a posare sulla figura della bella donna.
La vede serena, ogni giorno più serena, e si rende conto che la sua lontananza le ha solo portato molto conforto.

«Poi c'erano tre brutti cattivi, mamma io non li sopporto!»
Esme ride alle parole del figlio, con questa esclamazione attira l'attenzione anche del padre che si sente parecchio divertito.
«E poi non mi piace quando le cose non sono giuste... hanno parlato male a Dot»
Questo particolare fa ancor più sghignazzare Draco che sembra avere un piccolo Esme davanti a sé: «Anche a tua madre non piacevano i bulletti, sai? Non sai quante volte ci ha litigato!».
Lei adesso si fa scappare una risata, lo guarda scuotendo la testa e rotea gli occhi al cielo: «Erano insopportabili, lo sai anche tu».

Entrambi si stanno riferendo palesemente a lui, a quel periodo in cui Draco era ancora uno spocchioso Malfoy ad Hogwarts.
«Insopportabili, ma penso meno tonti di questi tre. E poi uno di loro si è presentato per primo, ti voglio ricordare. Mentre questo bambino non si è presentato a Dot»
«Si era presentato solo perché ero una purosangue»
Questo scambio di battute, può sembrare strano, ma è fatto in maniera totalmente ironica e spontanea.
«Vero, ma poi si è mostrato simpatico!»
«Non proprio» scuote le spalle e riprende la forchetta in mano, trattenendo un sorrisetto simpatico.

Scorpius poi parla ancora, gli si fanno altre domande ancora, ma quei due, presi troppo dall'euforia trasmessa dal figlio, non si mostrano freddi tra loro. Per quanto non si sbilancino con le parole sembrano finire il loro pasto sembra complicazioni.
Non sembrano voler mettere il figlio a disagio con un clima freddo e austero, e poi sotto sotto entrambi si stanno abituando a quella loro situazione di confidenza civile.

Come consigliato anche da Javier, la bella Smith si è occupata di sé e ha iniziato a dare meno peso a Draco, lasciandolo un po' fare, ma soprattutto senza farsi influenzare dalla sua presenza.
Lo prende così come si pone, serenamente, così da non rovinarsi una serata o magari una giornata intera.
Adesso è un rapporto di semplice convenienza, cortese, ma ancora non si sbilanciano in alcun gesto o parole.

Eppure, queste battutine serali hanno reso più confidenziale il momento.
«Comunque fai bene, i bulletti si ignorano sempre» aggiunge Draco, pulendosi poi le labbra con il tovagliolo, dando un ulteriore insegnamento al figlio.
Ma poi Esme conclude con una breve frase, spontanea, detta con leggerezza: «Avrei dovuto ignorarli anch'io a quel tempo».
La pronuncia quasi con una risatina, magari non si è accorta della doppia interpretazione che potrebbe avere queste semplici parole.
«Sicuramente ti avrebbero risparmiato un bel po' di pensieri» risponde lui, pacato.

Entrambi alzano lo sguardo a questo punto, si guardano e in questo momento lei si rende conto per bene di quello che ha detto.
Un po' si pente di aver fatto passare quel messaggio. Anche se ora non lo vorrebbe nella sua vita, non ha rimorsi su ciò che ha fatto.
«Però non sono pentita per non averlo fatto» sorride piano, per un attimo solamente.
Ed è vero, non vuole mangiarsi il passato, lei vuole solo andare avanti,  senza dimenticare nulla di ciò che è stato.
«Non sei tu quella che tende ad avere rimorsi» dice Draco, colpito dalla sua affermazione ma non sorpreso da quell'ovvia verità.
«Ad ognuno il suo»
«E tu ora hai il tuo»

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Un capitolo pieno di informazioni ed eventi piccoli e grandi!
Vediamo Scorpius iniziare ad essere più attivo nella storia, il suo carattere inizia a formarsi e quindi ad entrare attivamente nella storia.

Poi vediamo tre nuovi personaggi, una situazione scolastica nuova, ma anche un breve ma tenero momento tra i due.
Sono ormai in una situazione civile e di rispetto. Avranno imparato a convivere in quella separazione?
A voi i parari!

Ci vediamo mercoledì, LadyD 💚

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