𝐗𝐂𝐈𝐈
Mentre la vita in America continua a proseguire, di certo le persone rimaste in Inghilterra si sono poste parecchie domande in quest'ultimo periodo.
Ormai è quasi passato un anno da quando Esme e Draco si sono lasciati, davvero parecchio tempo, eppure sembra un argomento ancora scottante per i loro amici e parenti, nonostante sia allo stesso tempo un taboo.
Ne parlano in maniera furtiva, Harry solo con Ginny, Blaise solo con Allyson, insomma per quanto sia qualcosa di discussa di certo non è motivo di chiacchiere per non essere indiscreti e per il rispetto di quei due Serpeverde.
Hanno buttato giù dei sospetti, Harry chiaramente è convinto che sono state le menzogne di Draco a farla allontanare (che è vero), ma nessuno si permette di dire ad alta voce ciò che pensa.
Hanno visto poche volte Esme, sono molto distanti, eppure al telefono la sentono allegra e spontanea, Scorpius sembra felice e si son convinti anche loro che quella partenza è stata la cosa migliore.
L'uomo, invece, è palese la sua stanchezza, e quando hanno saputo del suo trasferimento in un semplice residence sono usciti gli occhi dalle orbite.
Immaginarsi un uomo così nobile e borioso in un tale postaccio è il culmine.
Hanno capito che ha toccato il fondo e che adesso sta cercando di rimediare a qualcosa che ha combinato.
Le zie di Esme non si sono esposte per niente, sono rimaste deluse da quel giovane visto che si erano ricredute su di lui, ma allo stesso tempo non si sbilanciano visto che non sanno ciò che è successo.
E poi, si è trasferito in un residence a Charleston: una follia!
Draco Malfoy non avrebbe mai fatto nulla di tutto ciò se non fosse che ha perso tutto, anche la sua poca dignità e ha compreso che le sue abitudini e convinzioni non sono nulla rispetto all'amore che prova per il figlio, ma anche per la donna.
Solo quando si perde tutto si comprende il vero valore delle cose.
Addirittura quei pochi pregiudizi sui babbani che gli erano rimasti sono spariti, quasi si dimentica di essere un mago a momenti, vive accerchiato dai genitori del figlio, dà confidenza alle persone in maniera più affabile. Quasi non sembra lui, ma si è sforzato per Scorpius.
Anzi, questa sera deve sforzarsi ancora di più perché deve festeggiare il giorno dell'Indipendenza con Esme.
Per quanto lui la ami ancora, si sente parecchio a disagio con lei ed è plausibile: non lo degna di uno sguardo, cala sempre un imbarazzante silenzio e per quanto vorrebbe baciarsela con passione non può fare niente, nemmeno muovere un muscolo.
Si trova in una situazione alquanto scomoda, dove i sentimenti profondi si scontrano con la dura realtà. Eppure, forse, a questo disagio si sta abituando.
Esme gli ha detto a che ora presentarsi davanti casa per poter andare tutti assieme e lui è contento di dedicare al figlio una serata del genere.
Starà lontano dalla ragazza, certo, non le recherà alcun disturbo né si avvicinerà come ha fatto in questo (quasi) anno di completa distanza. A lui poi basta il suo Scorpius.
Per questa serata si prepara a dovere, ormai ha cambiato un po' il suo stile di abbigliamento nonostante sia estremamente elegante, ma per via del clima e dell'atmosfera più allegra di Charleston quelle giacche pesanti e quelle camicie con cravatta scura non sono poi così tante adatte.
Per questo opta per un pantalone nero, una camicia bianca e null'altro, soprattutto perchè il calore del luglio americano si fa sentire.
Il Sud Carolina non è certo l'Inghilterra e l'afa è notevole anche quando il sole cala e dà spazio alla Luna.
I capelli sono ben fatti, ordinati come sempre, insomma la sua apparenza rimane impeccabile anche in quell'outfit meno rigoroso.
Cammina verso la villetta di Esme e citofona, attendendo che i due si presentino fuori.
«Mamma, andiamo andiamo!» sente il bambino strillare, euforico, accorrendo verso la porta e aprendola immediatamente.
Draco si fa scappare una risata non appena lo vede e scuote piano il capo: «Eccoti qua, fagiolino! Ma come siamo belli».
Lo guarda da capo a piedi, indossa una polo chiara e dei pinocchietti beige, apparendo molto carino ma anche ben sistemato.
Poi alza lo sguardo, ed era meglio non farlo probabilmente: Esme ha i capelli leggermente mossi, ricadono sulle sue spalle che sorreggono un vestitino rossastro molto leggero e lungo fino alle sue ginocchia.
Il suo classico profumo di cannella l'avvolge e inebria Draco che reputa quell'odore inconfondibile, è l'odore dell'amore.
«Sei pronta? Andiamo?» domanda sgranando appena la voce, si mantiene abbastanza severo, ma non è indifferente a quella donna.
Lei annuisce con un breve sorriso e afferra la mano del figlio, invitandolo con un gesto del capo ad andare: «Prendiamo il frullato dopo i fuochi, va bene?»
Al piccolo va bene e questo perché non vede l'ora di vedere quelle luci colorate esplodere in alto nel cielo scuro.
Scorpius rimane in mezzo ai genitori, con le manine prese da entrambi, e camminano verso Riverfront Park.
Vedono già un sacco di gente passeggiare, negozi e baracchine aperte per servire cibo e bevande.
Tutti sembrano in festa e l'atmosfera è leggera, allegra: quel posto sembra togliere ogni preoccupazione e pensiero a chiunque.
Il bambino si guarda attorno con gli occhioni chiari e brillanti, osserva anche qualche bambino con un palloncino in mano, delle persone che mangiano un hot dog, ma adesso non è tempo di riempirsi la pancia.
«Non me l'aspettavo così bella, sai?» afferma Draco, mentre con un sorriso spontaneo osserva ciò che lo circonda.
Anche a lui non dispiace Charleston, in questi momenti gli mette davvero il buon umore, e anche se Esme non è molto propensa a star con lui almeno lì si sta bene.
Gli occhi ricadono spontanei sul bordo del mare, la gente inizia ad accalcarsi in quella zona pronta per vedere i fuochi e devono alzare il passo affinché possano vedere lo spettacolo completo.
Riverfront Park si trova nella parte nord di Charleston e spicca in mezzo a questo parco lo "Spokane", ovvero una grande torre dell'orologio.
Davanti ad esso c'è una sorta di laghetto sormontato da un ponte di legno e per tutta la distesa vi sono un sacco di alberi e fiori, facendo immergere i passanti in una rigogliosa ma ordinata natura.
I fuochi saranno visibili da dietro l'orologio quindi basterà stare nei pressi del ponte oppure al bordo del lago, sull'erba fresca, per poter ammirare la vastità del cielo.
Chiaramente fanno scegliere al piccolo, che preferisce stare assieme alla parecchia gente vicino l'acqua, così da poter vedere meglio i fuochi.
«Lì, mamma, lì!» esclama tirando i genitori e volendo decidere dove posizionarsi «Avanti, andiamo!»
I due adulti lo seguono a passo svelto, sembra davvero euforico e gli intimano più volte di far piano, ma sembra non voler ascoltare.
«Dobbiamo andare!» continua a parlare a voce alta Scorpius.
«Fa' piano, non puoi correre così tanto» il padre lo ferma dalle spalle e ride, ma il piccolo è troppo emozionato.
Quando arrivano nel punto scelto adesso è veramente impaziente.
Esme si guarda attorno, ha un sorriso leggiadro disegnato sul volto che la rende radiosa, il piccolo le tiene la mano, ma lei oltre il figlio guarda anche ciò che le circonda, la bellezza della semplicità e della festa.
Prende un grosso respiro e ancora una volta si sente accolta in quel posto che ormai è diventato casa.
La gente chiacchiera tra loro, sente i ragazzini ridere, i bambini richiamare i rispettivi genitori, è tutto così pacifico.
Ma adesso è momento di godersi lo spettacolo!
I fuochi iniziano ad esplodere, prima quelli più piccoli, e sovrastano la torre e i vari alberi, come se creassero una cornice luminosa e allegra.
Poi dei botti più forti, lo spettacolo pirotecnico sembra incantevole e Scorpius è incantato, così tanto che non fiata nemmeno, la testa è tirata in alto, la boccuccia è schiusa e su quelle iridi celesti si riflettono i mille colori delle esplosioni.
Un botto, e ancora un altro, si susseguono rumorosi ma spettacolari.
Tuttavia, non rilasciano solo allegria e stupore, ma anche paura e ricordi.
Esme rimane completamente pietrificata nel sentire quei rumori così forti, gli occhi si svuotano, fissano un punto davanti a sé indefinito, come se quella magia in alto nel cielo non la sfiorasse minimamente.
Le labbra sono leggermente aperte, le spalle si stringono e cerca di farsi forza per il suo bambino, ma si sta sentendo morire dentro.
Lei non aveva la più pallida idea che tali rumori le avrebbero fatto questo dannato effetto, non se lo aspettava, quelle esplosioni sono troppo forti, non è come quando si sente un rumorino alla televisione.
Sembrano le porte che si sbattono ad Azkaban, gli schiaffi che ha sentito sulla pelle e i quali il loro rumore ha rimbombato per un anno nelle sue orecchie.
Gli occhi si velano di lacrime, il respiro è bloccato nei polmoni e il suo viso colorito è diventato pallido pallido.
Sente la testa esplodere, i timpani le fanno male, il sangue è diventato freddo fino a paralizzare il suo intero corpo.
La paura, di nuovo, pensava di essersela lasciata alle spalle, ma basta poco per far crollare tutto.
La paura, pura ed immensa.
Ma improvvisamente quei rumori sembrano cessare, sembrano diminuire.
Delle mani calde si posano sulle sue orecchie e sente vicino le spalle strette una presenza grande e forte.
«Alza gli occhi al cielo, si vedono anche le stelle» sussurra Draco vicino il suo collo, spostando leggermente le sue dita prima di posarle di nuovo sul trago e il lobo.
Gli occhi di Esme si spalancano, leggermente tremolanti li alza e fa come suggerito, stordita da quel terrore che ha preso il sopravvento, ma stranamente confortata.
E non lo allontana, non dice nulla, non gli risponde.
Draco l'ha vista in difficoltà, appena ha sentito il primo scoppio ha voltato lo sguardo verso lei e sa bene cosa teme, di cosa ha paura.
Nella sua mente ci sono i ricordi rubati a quella guardia e lui ancora soffre per la consapevolezza del suo dolore.
Non ci ha pensato due volte, si è avvicinato e le ha coperto le orecchie, si è stretto a lei con il desiderio di aiutarla, senza altri fini, senza pretendere nulla da quella donna.
Abbassa lo sguardo verso di lei, Esme sembra starsi calmando e adesso ammira lo spettacolo perché sentendosi protetta da quei fastidiosi rumori.
Sorride, lui sorride con amore e mantiene quella posizione tutto il tempo, senza stancarsi, godendosi anche la sua presenza.
Non erano così vicini da tanto tempo e adesso percepisce la sua schiena contro il proprio petto, il profumo dei capelli scuri sfiorargli le narici, ed è incredibilmente piacevole averla lì, con lui, vicina, a fidarsi.
Perché lei si sta fidando, in questo momento si sta fidando delle sue buone intenzioni, forse sarà il carico delle emozioni che la porta a sentirsi così, a non badare al rancore che prova.
Così rimangono in questa posizione per tutto il tempo dello spettacolo pirotecnico, in silenzio, fermi, vicini.
Solo quando i fuochi hanno smesso di esplodere Draco si permette di spostare le mani, nonostante quella posizione non gli era per nulla dispiaciuta.
Esme si volta lentamente da lui, gli occhi mostrano stupore, più per lei che per lui, si sente sconvolta maggiormente da come ha reagito nei suoi confronti.
Corruga per un attimo la fronte, non sa bene che dire, d'altronde la "colpa" è sua per non averlo respinto, ma si è sentita così tranquilla in quel momento, e aveva bisogno di tale delicatezza.
«Erano belli i fuochi, vero?» domanda lui, per smorzare la tensione che prova e dandole modo di non sentire il peso di quello che è successo.
Lei annuisce piano e accenna un breve sorriso: «Sì... erano molto belli».
Esme lo guarda ancora in silenzio, le loro iridi chiare e scure si mescolano e si osservano per pochi istanti, che sembrano però secoli.
«È stato bellissimo!» Scorpius si volta dai genitori e saltella sul posto «Bellissimo, vero? E poi quando hanno fatto... boom! Tutto rosso, era bellissimo!»
I genitori abbassano lo sguardo verso il piccolo e ridacchiano spontaneamente, l'uomo lo prende anche in braccio e continua a sghignazzare: «Molto bello, sì, e poi hai visto quando hanno fatto esplodere quelli lunghi lunghi e verdi?».
Esme li guarda con un sorrisino e accarezza la schiena del bambino, anche lei si è goduta il bellissimo spettacolo non appena le è stato possibile.
È bastato solo coprirle le orecchie per farla star meglio e poi quei fuochi sono sembrati allegri come dovevano apparire.
«Andiamo? È l'ora del frullato» propone Draco, guardando il figlio che adesso non vede l'ora di mangiare qualcosa di buono.
«Io voglio anche l'hot dog, quello che abbiamo visto prima» risponde mentre si tiene stretto al padre.
Esme nel frattempo ha scosso la testa, ha accantonato quello che è successo e adesso è bene mangiar qualcosa e stare con Scorpius, per dedicargli la serata che ha promesso.
Eppure sembra tutto più allegro, lei è meno a disagio, e parla più spontanea, anche nei confronti di Draco.
Certo parlano solo con il piccolo, nel senso si rivolgono a lui, o quello che si dicono è sempre accompagnato dalle sue chiacchiere, ma si sente più... leggera, ecco.
«Prima che inizi scuola io e papà dobbiamo portati a prendere dei nuovi vestiti, capito? Deve essere qualcosa che va bene per il tuo primo giorno» afferma Esme, sono arrivati davanti al botteghino che vende hot dog e Draco si sta occupando di prenderne due.
Scorpius viene fatto posare a terra e mentre mangiucchia quel lungo panino ascolta i genitori, ma solo la madre è altrettanto presa dal cibo.
Anche se Malfoy si è abituato al mondo babbano, quel cibo di strada non riesce proprio a farselo scendere.
«Io direi di prendere anche delle scarpe nuove, secondo me sta crescendo un sacco in fretta» aggiunge l'uomo «Si sta facendo parecchio alto»
«Tra poco mi supererà» sghignazza lei, facendo scappare un riso anche all'ex-compagno: «Non che ci voglia molto».
Questa volta lui fa uscire una battutina, ma lei ride e non se le prende come avrebbe potuto.
«Secondo me supererà anche te appena sarà adolescente» continua lei simpatica.
«Ma lo sai che secondo me sarà anche molto bello? Non so, lo immagino davvero alto e bello»
Così fantasticano un po' sul loro stesso figlio, su come lo immagino da più grande, se mandarlo ad Hogwarts oppure ad Ilvermorny visto che adesso vivono in America.
Effettivamente questo discorso è abbastanza serio, però lo affrontano con leggerezza.
«Però in Inghilterra conosciamo tutti, e penso che Hogwarts sia il posto più adatto»
«E dobbiamo averlo lontano da qui?» storce la bocca lei.
«Ma se ci pensi non possiamo comunque vederlo sempre, ma solo alle vacanze. Alla fine non cambierebbe molto...» scuote le spalle Draco, che tiene molto a vedere il piccolo in quell'istituto in cui ha studiato in passato «Poi ci saranno i suoi cugini, insegnano lì un sacco di persone che conosciamo»
«Effettivamente anche questo va preso in considerazione»
E parlano, parlano, anche con lui chiaramente, tra un hot dog e un frappè, passeggiando per le vie affollate di Charleston in festa.
Parlano tranquilli, né con forzature, ma nemmeno con sentimento, bensì come se nulla fosse, come se fossero due amici davanti ad una tazza di caffè.
Parlare del figlio e con il figlio fa sì che non ci siano situazioni spiacevoli e tensioni tra i due.
«Secondo te dovremmo iscriverlo a qualche sport?» domanda lei, girandosi verso l'uomo che come risposta scuote le spalle: «Magari vediamo se a lui piace qualcosa».
Forse necessitano di parlare con quella quiete, perché in fondo la loro reciproca presenza è stato tanto un dolore quanto una cura.
Si erano dimenticati quanto fosse bello parlare, nella maniera più semplice possibile, senza nemmeno sfiorarsi, senza guardarsi con chissà quali emozioni.
Parlare e semplicemente parlare, con qualche risata spontanea che spunta dalle loro labbra.
Trascorrono così questa serata, finché non arriva il momento di tornare a casa.
Giungono davanti la dimora di Esme cosicché lui possa salutare il bambino e augurargli la buonanotte.
Si vede che Scorpius è felice, ha trascorso una serata stupenda in compagnia dei suoi genitori e gli hanno fatto vivere un momento famigliare di pura gioia. Ha percepito il loro buon umore ed è stato bene, e d'altronde lo sono stati anche loro.
Sono stati meglio di quello che potevano pensare.
«Buonanotte, fagiolino» si china l'uomo verso di lui, abbracciandolo e dandogli anche un bel bacio sulla guancia «Non vedo l'ora di rifarlo l'anno prossimo»
«Sì papà, voglio tornare tutti gli anni!»
Draco annuisce e gli passa una carezza tra i capelli: «Ora va' a dormire, si è fatto tardi».
Il piccolo va fatto andar via dalla madre, che con una mano lo incita ad aspettarla dentro.
Esme a quel punto si ritrova davanti alla porta con Draco, che la osserva per qualche istante un po' indeciso sul da farsi, così si limita a sorriderle con delicatezza.
«Sono stato bene questa sera, spero anche tu» le dice.
«Sì, anch'io son stata bene» annuisce leggermente e si sposta una ciocca di capelli dal viso «Erano belli i fuochi d'artificio»
«Anche le stelle... qui si vedono un sacco di stelle, non trovi?»
«Oh sì, sono molto luminose e il cielo è limpido»
I due adesso sembrano un po' in imbarazzo, non essendoci il piccolo, essendo rimasti da soli, si trovano molto in difficoltà nello scambiarsi qualche parola.
Purtroppo quella loro separazione si fa sentire eccome in questi momenti.
«Comunque...» tenta di parlare la donna, sgranando la voce e ricomponendosi per apparire severa come sempre «Ora puoi andare, per fortuna è finita questa serata»
Lui sa che non vorrebbe parlare di quel momento in cui le ha coperto le orecchie, quel momento in cui sono stati vicini e apprezzando la loro presenza reciproca.
«Sì, meno male sia finita» risponde altrettanto duro, sistemandosi il colletto della camicia per sembrare altrettanto serio.
«Buonanotte, Draco»
«Buonanotte, Esme... e-»
Si ferma un attimo, con l'intenzione di dirle qualcosa in particolare, forse in maniera piuttosto spontanea e irrazionale.
Magari vorrebbe esprimerle il proprio affetto, la propria premura, ma rimane in silenzio.
Lei stava chiudendo la porta, quando rimane un attimo immobile appena lo sente. Lo sguardo viene alzato per un attimo verso Draco e gli mostra un cenno del capo: «Sì?».
«Niente, niente... buonanotte» scuote il capo e sospira.
Non è momento di dirle nulla.
Da uno spiffero di pochi centimetri si osservano un attimo, ma poi la porta si chiude e li separa per un'altra notte ancora, e non sarà l'ultima.
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Buongiorno!
Questo capitolo è stato piuttosto soft, devo dire che è stato molto carino da scrivere.
Voi cosa ne pensate? Potrebbe essere un momento significativo dei due?
Spero vi sia piaciuto e magari potete farmelo sapere con qualche commento!
Un bacione e ci vediamo sabato, LadyD 💚
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