𝐋𝐗𝐕𝐈
⚠️⚫: Attenzione, sono presenti scene violente!
"È questo un pugnale che vedo davanti a me,
il manico verso la mia mano? Vieni, lascia che ti stringa.
Non ti ho, eppure ti vedo ancora.
Non sei, visione fatale, sensibile
a sentirti come a vista? o sei solo
un pugnale della mente, una falsa creazione, che
procede dal cervello oppresso dal calore?"
Forse l'animo di Draco sta mutando un po' come il Macbeth di Shakespeare.
Il protagonista dell'opera del famoso autore inglese è tormentato da paure e sospetti e per questo decide di eliminare i suoi rivali.
Un dramma di potere e follia, in cui è caduto anche il nostro Malfoy.
Draco ed Esme si sono uniti in un momento di puro amore e passione.
Dopo la sua forte e dolorosa confessione lo necessitavano.
Lei si è sentita meglio con se stessa, più bella, desiderata dal suo amore che temeva di far rabbrividire.
L'uomo, invece, ha voluto marcarla, perché lei è solo sua e di nessun altro e non ci devono essere più le tracce di quell'orrendo abuso.
Ci deve solo essere piacere e rispetto, goduria allo stato puro e la deve sentire sua e completamente sua.
L'ha baciata ovunque, l'ha guardata tutto il tempo negli occhi e ha sentito i loro cuori esplodere all'unisono per tutta l'emozione che hanno provato.
«Come ti senti?» le domanda gentile, facendola posare sul proprio petto duro per farla riposare.
«Adesso meglio, tu?»
«Adesso meglio» sorride, ma questa risposta è una menzogna.
Chiaramente gli è piaciuto fare sesso assieme, non è assolutamente questo il problema, quanto l'idea che qualcuno le ha fatto così tanto male.
«Mi sento meglio dopo avertelo detto, sai? Anche se è stato difficile»
«Io sono contento che tu abbia iniziato a parlarmi» e questo è vero «Voglio sapere tutto e voglio che riprendi a sentirti meglio e buttare via questi brutti ricordi»
Gli sorride a quelle parole così belle e si sistema più comodamente contro il suo corpo.
La luce pomeridiana si è spenta e attraverso le tende non passa più alcun raggio di sole.
Il lume acceso è piacevole, la camera è calda, le lenzuola morbide.
E per fortuna il bambino è un gran dormiglione il pomeriggio, soprattutto dopo aver giocato o visto la televisione, con gli occhi che stanchi e pesanti si chiudono beatamente.
Draco passa una mano attraverso le sue ciocche brune e la vede respirare lentamente, segno che si sta rilassando e probabilmente anche addormentando.
Il suo bellissimo corpo è ancora adagiato sul proprio e sentirla così vicino lo rassicura, gli fa capire che è sul serio al suo fianco, che non è lontana da lui, che è al sicuro.
Ma non è così sereno come si mostra e, sembra ironico, ma Esme è più tranquilla.
Il motivo è anche semplice: lei si è sfogata ed è con Draco, stretta e al sicuro tra le sue braccia.
Per non parlare che l'ha accettata, ha fatto sentire al suo corpo un brivido di puro piacere.
Dannazione, lei è felice.
Esme inizia a sentirsi davvero meglio e l'unica cosa che desidera è solo stare con la sua famiglia e vivere una vita all'insegna della serenità.
E poi che meraviglia dormire nudi e appagati assieme.
Tuttavia lui non riesce veramente a prendere pace.
Si alza dal letto senza svegliarla e va in bagno per buttarsi sotto la doccia.
Respira lentamente e profondamente, gli occhi rimangono chiusi e cerca di concentrarsi solo sull'acqua calda che bagna la sua pelle candida.
Cerca di scacciare il pensiero delle mani di qualcun altro su di lei, ma questo forse è anche peggio dei graffi che ha ricevuto.
Non può perdonare un atto del genere fatto alla sua bellissima donna che non meritava tutto quell'odio gratuito e quella cattiveria immonda.
Quell'uomo non può rimanere impunito.
Così riflette su quello che può fare.
Di lui non sa nulla a differenza della sua prima vittima, sapeva il cognome della sua famiglia, il suo aspetto fisico, più o meno l'orario di lavoro.
Questa cosa lo innervosisce alla grande e allora vuole scoprire chi diavolo sia quel viscido, quindi deve escogitare qualcosa.
Proprio perché è un uomo brillante e astuto troverà un modo e forse, mentre il suo cervello continua ad elaborare pensieri su pensieri, riesce ad arrivare un buon piano.
Si sa, Draco Malfoy quando vuole qualcosa riesce sempre ad ottenerla in qualche modo.
E anche questa volta deve fare il doppiogioco e mentire al fine di raggiungere il suo obiettivo.
Esce dalla doccia, avvolge un asciugamano attorno alla propria vita e si presenta davanti allo specchio per poter osservare il proprio riflesso.
Si guarda attentamente, osserva i propri nervi tesi e serra la mascella, vedendo quanto sia visibile la sua collera che non deve mostrare alla moglie.
Purtroppo deve mentirle, ma è la cosa giusta da fare.
Adesso un sorriso compiaciuto si mostra sul volto arcigno dell'uomo e poi soffoca una risatina macabra, scacciando immediatamente le possibili incertezze e sentendosi sicuro.
Non è mai stato così tanto sicuro di sé.
'Avanti Draco, devi farcela' sbatte un paio di volte le mani contro le guance e quel sorrisetto diventa più candido 'Basta solo mentirle'
Il tormento dei suoi dolori non cessa e forse, suppone, la violenza può essere soppressa con altra violenza.
Eppure, la vendetta è solitamente un'arma fin troppo tagliente e ci vuole ben poco a farsi male e rimanere per sempre feriti.
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Gli occhi gelidi di Malfoy vengono puntati sul corpo seduto ed inerme di un uomo piuttosto robusto.
I suoi capelli sono castani con qualche ciocca bianca, gli occhi color nocciola e una leggera barba gli ricopre il volto.
La lingua di Draco passa attorno alle proprie labbra e l'osserva truce, mentre è in piedi davanti a lui e le braccia sono avvolte al proprio petto.
Le pupille sembrano rigide tanto quanto il suo corpo, completamente ferme, e non si impietosiscono davanti al tremolio prodotto dal suo corpo.
Sembra una fogliolina al vento, la voce è flebile e la tosse rauca, ma al biondo non sembra importare nulla.
«Ti ho fatto una domanda» si pone inflessibile nei confronti del moro e china la schiena così da tenere il volto all'altezza del suo.
Lui scuote la testa e tossisce ancora una volta, facendo saltare i nervi a Draco che ha perso la pazienza.
Sono lì da un'ora e non ha ancora ricevuto le informazioni giuste.
«Crucio» punta la bacchetta su di lui e non esita un attimo.
L'uomo urla a squarciagola ma ciò riesce a riempire Malfoy di goduria e gioia.
Quella tortura sembra ancora più efficace ora che il suo animo è tetro e crudele.
Sente il corpo prendere fuoco e lo supplica tra il pianto e il dolore di fermarsi perché in questa maniera non può andar avanti.
«Va bene, ti dirò tutto» sputa con il poco fiato che è rimasto nel suo corpo.
Affanna faticosamente e non ha più nemmeno tanta voglia di dimenarsi dalle catene che lo avvolgono e lo tengono stretto su quella sedia.
Draco gioca con la bacchetta tra le dita, la fa ondeggiare e roteare, guardandolo intensamente così da farlo sempre sentire a soggezione.
«Se scopro che mi hai mentito ti faccio smettere di respirare, hai capito?»
Lui annuisce frettoloso come risposta e le lacrime solcano i suoi occhi e le sue guance.
I loro occhi sono inchiodati, quell'uomo riesce a vedere solo questi attraverso la maschera bianco-argento, ma solo sentire la fredda voce e osservare il suo corpo rigido gli infonde fin troppa paura.
Adesso ha ceduto, non può continuare a negargli delle risposte.
Ma cosa è successo? E chi è questa persona?
«Fatina, come stai oggi?» le domandò piano, con fare premuroso «Vuoi parlarmi un po' di qualche altro dettaglio?»
La donna si voltò da lui, erano in bagno durante le solite medicazioni ed Esme ormai si sfogava con il suo Draco da giorni.
A lui non faceva piacere solo vederla star meglio, sentirla più leggera, ma ciò che faceva era strapparle delle informazioni dalla bocca così da poterle sfruttare.
Diciamo che si interessava a farle quelle domande soprattutto per sapere qualcosa, più che per confortarla.
La donna annuì dopo qualche istante e poi decise di raccontargli come è stata trasportata ad Azkaban e chi era l'altra guardia, quella che è riuscita a vedere in volto, che le ha passato il proprio completo da carcerata ma che non ha più rivisto per fortuna.
Draco ha saputo tutto di quest'uomo, è stato facilissimo trovarlo attraverso un vecchio manuale del Ministero contenente l'elenco di guardie e lavoratori.
Aveva il cognome, la sua descrizione, ci è voluto un secondo.
Ma non ha intenzione di ucciderlo, bensì di usarlo per arrivare a qualcuno che è di suo interesse.
Sa sicuramente chi si è occupato del lavaggio della moglie e chi possa essere quel figlio di puttana che l'ha fatta sentire umiliata e deturpata.
«Si chiama Bennett» prende un grosso respiro, socchiude gli occhi e poi continua la frase «Richard Bennett, si è trasferito a Crawley qualche anno fa, lui è originario dell'Irlanda»
Gli occhi di quest'uomo si stringono nel sentire il corpo ancora pervaso dal dolore e fa molta fatica a parlare e respirare a dovere.
Draco lo ha riempito di maledizioni Cruciatus per minuti interi, alternandosi anche con qualche incantesimo di taglio proprio come loro si sono divertiti con la moglie.
È stato fin troppo difficile estrapolare qualche informazione dalla sua bocca, a quanto pare sa tutto quello che capita lì ad Azkaban nonostante non sia attivo in quelle follie.
Quest'uomo ha il compito di seppellire le malefatte delle guardie agli occhi del Ministero e nascondere ogni traccia di ciò che combinano all'interno, chiaramente comunicando con gli artefici di quei piani che si confondono in società.
Persone come Lucius e il padre di Meredith si occupano di tenere l'odio sempre acceso in società e conferiscono con quest'uomo riguardo quello che deve succedere all'interno della prigione.
«Dimmi di più» lo incita severo, ma lui scuote la testa.
Draco punta la bacchetta sulla sua gola e inizia piano a generare un taglio dritto e orizzontale, facendo percorrere il suo corpo da un brivido di terrore.
«Se non parli ti sgozzo» sussurra vicino al suo orecchio, mentre molto lentamente quella punta in biancospino si allunga per il collo.
Lui intuisce che davanti a sé l'uomo mascherato non sta scherzando e se non dovesse dirgli almeno un paio di informazioni in più si ritroverà con la testa staccata.
«Va bene, va bene, ma ti prego risparmiami» balbetta mentre singhiozza spaventato, sembrando quasi un animale pronto al macello.
«È uscito dalla prigione di Dublino per prove poco sufficienti» arranca le parole e con molta difficoltà cerca di dirgli qualcosa, nonostante l'idea non lo faccia impazzire.
«Perché era in prigione?»
«Delle donne lo denunciarono, accusandolo di abusi» continua, leccandosi la bocca e strofinandosi le labbra una contro l'altra «Si dice che sia anche artefice dell'omicidio della sua vecchia compagna»
A Draco non serve sapere altro per essere sicuro che sia lui, ma soprattutto per essere ancora più convinto del proprio piano.
Non renderà giustizia solo alla moglie, ma anche ad altre donne che hanno vissuto momenti orrendi a causa sua.
L'idea lo disgusta, si sente nauseato solo a pensare che qualcuno sia capace di tali indecenze.
Adesso è davvero arrivato il momento di fargliela pagare a nome di tutte le sue vittime.
Si fa dire dove abita precisamente quello schifoso e finalmente lo farà smettere di compiere quelle terribili torture.
In pochi secondi si occupa di togliere ogni traccia di ciò che ha fatto con quell'uomo, obliviandolo, curando le sue ferite, facendogli prendere anche una pozione contro i dolori e una per farlo addormentare.
Sarà sembrato tutto un incubo per lui e così nessuno sospetterà mai di Draco.
E poi lo ha promesso che non lo avrebbe ucciso, soprattutto perché un uomo come lui gli serve vivo.
La sua astuzia è notevole, ma adesso la sua crudeltà ha preso il sopravvento.
Si materializza dove gli è stato indicato da quell'uomo e ha la rabbia che si può intravedere dai fori per gli occhi della maschera bianca che indossa.
Sembra incontrollabile questa volta e non vede l'ora di portare a termine questa sua missione.
Ha impiegato un po' di giorni affinché potesse sistemare tutto al meglio e senza turbare la moglie o farla insospettire.
Questa sera l'ha lasciata a casa a vedere un film con Scorpius, dicendole che avrebbe fatto un po' di spese e avrebbe comprato qualcosa d'asporto da mangiare.
In questo modo può non destare sospetti e non farla preoccupare.
Non le dirà quello che sta facendo e ha fatto, ma a lui non importa l'idea di mentirle tanto è preso dall'idea di liberare la società da persone pericolose per lei e la sua famiglia; e a quanto pare, non solo per loro.
Apre la porta del suo appartamento e lo insonorizza con un bel Muffilato, pronto a fare ciò che deve.
«E tu chi diavolo sei?» quel maniaco era sul divano a leggere il giornale quando ha visto qualcuno catapultarsi nel bel mezzo del suo salotto.
Non sa chi possa esserci sotto quella maschera e si chiede per quale motivo sia lì.
Insomma, un criminale si sente sempre legittimato in ciò che ha fatto.
«Il tuo peggior incubo» mormora a denti stretti «Nonché l'ultimo che farai»
Questa volta Draco non è titubante, non teme nulla, anzi chi dovrebbe provare qualche genere di paura è proprio Bennett.
Lui afferra prontamente la propria bacchetta e si avvicina verso il mascherato, ma non fa in tempo ad emettere un singolo suono che viene disarmato e sbattuto contro la prima parete vicina.
Malfoy non vuole perdere tempo.
I passi che fa verso di lui sono lunghi e pesanti, stringe la propria bacchetta in un saldo e duro pugno mentre lo guarda penetrante.
Una volta che i loro petti son ben vicini si presta a paralizzarlo con la punta dell'asticella contro la sua gola e l'affonda nella sua pelle con il desiderio di conficcarla.
Ma non deve limitarsi ad una morta veloce e indolore, lui merita molto di più.
Non vuole lanciare un misero Avada Kedavra, lui deve soffrire.
«Hai fatto qualcosa che non dovevi, soprattutto ad una persona che non dovevi toccare»
Si può percepire la rabbia dalla sua voce ovattata e Draco già non vede l'ora di mettere le mani su quel corpo lurido e schifoso.
Il biondo osserva la sua figura e gli sembra una persona anche dall'apparenza viscida e nauseante: un viso arcigno simile ad un uccellaccio dal becco ricurvo, con i capelli unti di gel e tirati totalmente all'indietro, neri e corti; il corpo è magro slanciato, lo sguardo blu è privo di emozioni positive e percepisce la sua cattiveria dalla sola energia che emana.
Per non parlare di quell'odore fin troppo forte di colonia che serve probabilmente per coprire la puzza di fumo che aleggia nella casa.
Per la barba di Merlino, è disgustoso solo a vederlo e la sua bellissima moglie ha dovuto sopportare quelle mani callose sul proprio corpo.
Ma Draco sta per fare qualcosa di cui forse si pentirà, che è fin troppo rischiosa per la propria salute mentale, ma che impulsivamente desidera.
«Legilimens» e così vede tutto.
A differenza della scorsa guardia non è un bravo occlumante e Malfoy riesce ad addentrarsi perfettamente nei meandri della sua mente.
E vede, vede ogni cosa, ogni singolo dettaglio.
Un conato di vomito sta per sgorgare dalla sua gola e per questo stacca la bacchetta dalla sua fronte e fa un passo all'indietro.
Porta una mano sullo stomaco e si piega leggermente, non sopportando quei ricordi che ha appena ricevuto ed incastonato dentro di sé.
La testa sembra far male, come se qualcosa di doloroso premesse contro le proprie tempie, e adesso il proprio animo è più tetro di prima.
Quella rabbia e quella crudeltà adesso sono tramutate nel vero e proprio desiderio di sangue e di morte.
Lo guarda e viene sommerso dalla collera, come se fosse in mezzo alle alte onde del mare e queste fossero tutte le orripilanti scene che ha dovuto vedere.
Adesso sa tutto, ogni cosa e ha visto la propria bellissima Esme inerme in quella umida e fredda doccia, a subire indecenze.
Cosa ha dovuto sopportare la sua amata, tutte quelle torture indicibili.
Gli occhi si assottigliano e si avvicina a quel corpo ancora rigido, lasciandosi andare alla propria vendetta.
«Sei uno schifoso e lurido pezzo di merda» ringhia vicino il suo viso, porta una mano sul suo collo e la stringe saldamente «E la morte sarebbe solo un favore per te, ma per tua fortuna lo è anche per me»
Lascia la presa e si allontana di un passo, volendo divertire un po' con lui.
Decide di liberarlo da quell'incantesimo e lo vede scappare immediatamente via dalle sue grinfie.
Cerca di afferrare il primo oggetto potenzialmente pericoloso ma Draco lo fa saltare via.
Ride sotto la maschera e vede la paura riempirgli gli occhi.
In presa all'isterismo Bennett si agita, mugola e continua a cercare qualcosa, scappando fino alla cucina.
Ma Draco lo lascia fare.
Afferra un coltello e cerca di buttarsi contro il mascherato e agire, ma purtroppo la paura e la poca competenza non sono certo utili in tale momento.
Il suo polso viene afferrato così forte che la lama cade da sola per terra mentre le labbra gli fanno uscire un gemito di dolore.
Per giunta le palpebre sono ancora spalancate e nonostante lui non parli sembra quasi volergli dire qualcosa.
Allora tenta di provocarlo con qualche battuta, magari per farlo distrarre: «Per quale di quelle troie sei venuto qui?».
Il sangue di Draco inizia a bollire e pompare veloce nel cuore, mentre le nervature e le vene grosse son visibili sotto la maschera e quel travestimento scuro.
Non gli risponde e si limita a lanciargli un incantesimo così da fulminarlo e farlo cadere a terra, ma senza tramortirlo.
«Che c'è, non vuoi dirmi per chi sei venuto?» accenna un sorrisetto sarcastico mentre riprende fiato «Scommetto che sei invidioso per quanto mi son divertito a differenza tua»
Rimane ancora muto e lo colpisce ancora, facendogli sbattere il volto contro il pavimento e facendogli così perdere sangue dal naso.
Si piega verso il suo corpo e afferra con forza le sue ciocche umidiccie alzandogli il volto e facendolo battere per terra un paio di volte.
Bennett mugola dolorante ma a Draco non interessa, lo sbatte ancora.
Dalla bocca e dal naso sgorga sangue e la sua pelle inizia a cospargersi di lividi violacei, eppure non sono abbastanza.
Un ginocchio sulla schiena schiaccia il suo petto maggiormente contro il suolo e ancora una volta gli provoca quel forte impatto contro il viso.
«Sei disgustoso» digrigna i denti e poi afferra prontamente il colletto della sua camicia, facendolo voltare per guardarlo dritto in quell'orrenda faccia.
Più lo osserva e più si fa sopraffare dalla rabbia.
«Ancora non mi hai detto per chi sei venuto» mugola con un filo di voce, accennando anche una risatina quasi sarcastica «Scommetto che sei qui per la mammina»
Draco sputa contro il suo volto e sotto la maschera mostra un ghigno inorridito.
«Non può dare figli, è utile solo per divertirsi»
Ora ha perso la pazienza.
Afferra il coltello precedentemente caduto a terra e lo conficca dritto in gola.
Il sangue schizza da quella ferita e i suoi occhi blu sono ancora spalancati mentre boccheggia e quel liquido rosso sgorga anche dalla sua bocca.
Ma non è abbastanza.
Draco sfila quella lama e inizia a colpirlo ripetutamente sul petto, più volte, senza fermarsi, finché non si sentirà soddisfatto.
Ma non è abbastanza.
Si sfila i guanti e vuole sentire il suo sangue colare per le dita, vuole sentirlo caldo e morente sotto la pelle.
Lo colpisce ancora, e ancora, e ancora.
Ha l'affanno, i pensieri ritornano ad affollare la sua mente e quei ricordi incastonati sembrano tormentarlo.
E lo pugnala per ogni volta che lui ha fatto del male non solo alla moglie ma anche alle altre povere donne.
Lo pugnala finché le sue mani insanguinate non lo fanno sentire appagato.
Si stacca dalla presa sul suo corpo e si riversa seduto per terra.
Il liquido rossastro ha sporcato le sue vesti, cola per tutto il pavimento ed è anche schizzato contro la sua maschera.
Poggia la schiena contro il muro e chiude gli occhi affinché si goda pienamente quel momento di soddisfazione.
Respira calmo, decisamente meno nervoso, e anche il cuore sembra acquietarsi.
Adesso sta meglio, ma non bene.
Draco non si rende conto che tutto questo non è sufficiente per farlo stare bene, per liberarlo totalmente dalla sua frustrazione.
Tuttavia ora sorride ed è felice così.
Osserva il corpo inerme e sventrato di quell'uomo e accenna una risatina soddisfatta, quasi malefica.
Pensa anche a come sbarazzarsi di quel corpo, di coprire le tracce, ma adesso decide di andare un po' oltre le proprie pianificazioni.
Doveva farlo sembrare un incidente, una caduta, ma al momento preferirebbe altro.
Si alza e cerca per casa un pezzo di pergamena vuoto intento a voler scrivere qualcosa sopra.
Riprende il coltello ancora umido di sangue e decide in questa maniera di incidere sulla carta: "L'ho fatto per loro".
Lascia il messaggio sul tavolo e va via soddisfatto.
L'importante è aver tolto le proprie tracce che lo avrebbero identificato, ma pensa che la cosa migliore sia lasciare alla gente la consapevolezza che qualcuno ha vendicato le gesta orribili che ha fatto quella persona.
Non deve essere ricordato come un pover'uomo morto di cause naturali o per un misero incidente, ma deve essere ricordato e riconosciuto per quello che è, ovvero un mostro che come tale meritava di morire.
Adesso non gli resta che spogliarsi e far sparire tutto con qualche incantesimo.
Ogni cosa è stata ben progettata e pensata affinché Esme non scoprisse mai nulla e lui potesse far finta di niente.
Fa materializzare davanti a sé la spesa che aveva precedentemente fatto ed è pronto.
La moglie non saprà nulla, ceneranno allegri e lui adesso l'ha finalmente liberata da quell'incubo.
Anche se, in realtà, ad essersi liberato di quell'orrendo pensiero è proprio Draco, scosso per tutto quello che è successo.
L'inferno è oscuro, e Draco ormai è affogato nell'oceano rosso di sangue, nel buio delle tenebre, non trovando il modo di risalire; e forse, il modo, non vuole nemmeno trovarlo.
Si culla beato nelle profondità della vendetta, acciecato dall'ira e da una forma di giustizia putrida ed errata.
Ciò che vedono i suoi occhi è una versione distorta della realtà, dove si sente l'eroe, ma forse è divenuto di nuovo il nemico.
E va tutto bene, tra menzogne e crudeltà.
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Innanzitutto mi scuso per l'errore di ieri, non volevo pubblicare ma solo salvare il capitolo ahaha
Comunque, spero vi sia piaciuto!
Vediamo un Draco completamente fuori di testa, senza controllo, e che ha preso la decisione di non parlare con la moglie. Starà facendo bene?
Cosa ne pensate voi di questo suo cambiamento? E soprattutto, tutta questa violenza colmerà i suoi dolori? Ci tengo molto al vostro parere in questi capitoli!
E poi, avete colto la citazione iniziale? E' la stessa del capitolo 17, quando Esme cercando di ucciderla e perde il lavoro.
Era un riferimento a quello che sarebbe successo dopo, quindi sì...non perdete alcun pezzo della storia, ogni cosa è collegata ed è importante.
Ogni loro lettura, ogni riferimento, ogni citazione.
Nulla è dato dal caso.
Ci vediamo mercoledì, LadyD 💚
PS: so che ho pubblicato prestissimo ma oggi è una giornata pienissima per me e non posso lasciarvi senza capitolo!
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