𝐂𝐈𝐈𝐈
"In memoria di Jasper Smith,
mago d'onore e discendente di Merlino.
21 ottobre 1953 – 6 ottobre 2015"
Oggi la scuola di Hogwarts assume un altro aspetto, accogliendo il funerale di uno degli uomini più significativi nel mondo magico.
Uno degli studenti più brillanti avuti in questo istituto inglese, uno dei fondatori dell'Ordine della Fenice, e rimasto l'ultimo tra loro.
Adesso la famiglia Smith ha un solo un membro, ovvero Esme, e dopo lei la stirpe dei grandi discendenti di Merlino finirà.
Jasper Smith, uno dei maghi più coraggiosi, astuti e noto per il suo grande onore, è venuto a mancare e questo ha sconvolto non solo amici e parenti, ma la comunità magica in generale.
Un uomo come lui è difficile adesso da trovare, la sua grande fama lo precede, e adesso lascia il mondo in maniera improvvisa e dolorosa.
Nell'ultimo periodo l'uomo ha risentito dell'età che avanzava, eppure non era troppo vecchio, aveva solo sessantuno anni appena ha chiuso gli occhi. Un orribile infarto lo ha colpito in maniera lancinante, facendo smettere quel cuore puro di battere.
Per Mary è stato scandaloso, si è svegliata, è andata a preparare la colazione e quando è tornata a letto pronta per svegliarlo l'uomo era già deceduto. Ha chiamato la figlia immediatamente, in panico, e cercando lei stessa di gestire questa notizia fin troppo sconvolgente che l'ha lasciata con il cuore svuotato, vedova. L'amore della sua vita, l'uomo che ha sempre amato adesso non sarà più al suo fianco e lei spera di aver fatto abbastanza per lui, di essere stata una spalla degna di un tale compagno.
Si sa, in questi momenti la mente viene pervasa da pensieri negativi e paure.
«Ehm, buongiorno...» mormorò Mary entrando dentro il negozio di Ollivander.
Era il 1977 e lei era una giovane studentessa di Hogwarts.
«Sua sorella Edith mi ha detto che posso chiedere a lei consiglio su una bacchetta» la ragazza si fece avanti e vide un ragazzo dalla schiena larga e i capelli color nocciola, piegato sul tavolo intento a costruire una nuova bacchetta «Le mie si rompono sempre ed Edith mi ha detto che lei saprebbe costruirne una abbastanza buona da incanalare la mia magia»
«Rotte? Mi chiedo cosa abbia combinato, allora» mormorò con un riso sarcastico, voltato. Ma poi si girò, e lì rimase completamente pietrificato: la bocca leggermente schiusa e i suoi occhi chiari a fissare i suoi quasi neri.
«Oh... posso provvedere io, certo» si limitò a dire, mentre Mary si sfilava dai capelli una bacchetta avvolta da uno strato di scotch, lasciando la sua chioma scura posarsi morbida sulle spalle.
Era bellissima e lei, d'altro canto, notò quegli occhi brillanti e verdi come una distesa di prato.
Il cortile della scuola ospita veramente tanta gente, e la famiglia del defunto si trova in prima fila proprio a pochi metri dalla sua bara.
Scorpius e gli altri bambini non sono stati portati, lasciati nella custodia di un paio di babysitter visto che tutti devono essere presenti al funerale.
Ci sono ex membri del Ministero, insegnanti, alunni, negozianti, veramente chiunque abbia avuto stima per quell'uomo che tanto la meritava.
Esme è davanti quella struttura in legno con gli occhi spalancati e il corpo fermo e immobile, seduta sulla sedia e apparendo un manichino.
Si limita a muovere il capo quando qualcuno le si avvicina per darle le condoglianze e adesso che sta per iniziare una breve cerimonia è completamente svuotata.
Mentre Mary sfoga le sue lacrime copiosamente, la figlia è ferma.
In quella fila vi sono le due, le sorelle della vedova e Draco, che al fianco di Esme cerca di darle quanto può il suo sostegno. Comprende che un po' invano, sta ben poco da dire e fare e lui è altrettanto sconvolto.
Teneva a quell'uomo come se fosse un padre, lo ha praticamente cresciuto da quando è entrato in casa Smith, gli ha insegnato ad invocare un Patronus e gli ha donato il suo bracciale di famiglia che ancora possiede.
I suoi occhi celesti, infatti, sono velati di lacrime ma che trattiene nella speranza di dare forza ad Esme che sicuramente sta soffrendo in maniera differente.
Si volta un attimo da lei mentre Minerva McGranitt presenta quella piccola celebrazione e nota il suo volto privo di vita.
'Perché di nuovo a te...' pensa, incredulo al fatto che ancora una volta lei si ritrova ad affrontare un dolore lancinante al cuore. Non lo merita sicuramente.
«Siamo qui quest'oggi per i funerali di uno dei maghi più importanti e per noi più cari» parla la donna anziana, con un nodo alla gola che butta giù deglutendo «Jasper è stato un mio alunno, e poi abbiamo combattuto a fianco, ha aiutato tutti noi durante entrambe le grandi battaglie ed è sempre stato un uomo ammirevole»
Quelle parole fanno singhiozzare molti dei presenti, Esme inizia a piangere con molta foga ma con una mano sulla bocca cerca di fare silenzio per dare spazio alla donna di parlare.
Poi dopo lei si susseguono anche Lumacorno, Fiulius, Penelope Davenport e Kingsley.
Spendono giusto un paio di parole per mostrare il loro rammarico, facendo commuovere ancora di più la sua famiglia già sommersa dalle lacrime.
Giunge il turno dell'ultima persona, la più speciale forse: proprio Draco Malfoy.
Ha deciso di dire qualcosa in suo onore e per dare voce non solo ai suoi pensieri, ma anche a quelli dei suoi cari che al momento sono troppo distrutti per aprire bocca.
«Non sono qui solo per dire quanto volessi bene a Jasper Smith, quanto fosse importante per me, perché penso sia scontato. Bensì sono qui per spendere un paio di parole sulla sua persona e quello che ha dato a tutti noi» inizia a parlare seriamente, davanti ad un leggio e con la bara presente alle sue spalle.
I suoi occhi si soffermano un attimo sui presenti, si aggiusta il nodo della cravatta per calmarsi, le emozioni non devono prendere il sopravvento e deve continuare questo toccante discorso.
«Jasper era un uomo davvero forte e non parlo delle sue capacità magiche. Lui ha sopportato la scomparsa di tutta la sua famiglia e con questo peso ne ha portato avanti una, ha cresciuto una figlia in maniera invidiabile ed è stato un marito amorevole e fedele» riprende a parlare «Nonostante il suo dolore e sicuramente i suoi difetti, è rimasto un uomo lucido e premuroso, non perdendo di vista i cari a lui rimasti, strappando sempre un sorriso a chiunque si rivolgesse a lui»
Esme a questo punto piange ancora più forte, ascoltando bene le sue parole ma piegandosi su se stessa per il dolore che il suo cuore adesso sta provando, senza un padre che tanto ama e ha amato.
«Jasper è anche un nonno, forse il migliore, che ha tenuto a suo nipote fin dal primo momento in cui lo ha visto, diventando un'ispirazione per il piccolo che sicuramente sentirà la sua mancanza. Io spero che mio figlio prenda esempio proprio da lui, dal nonno, che segua i suoi passi in una vita dritta e rigogliosa»
Parlare di Scorpius fa commuovere anche Draco, che scaccia via una lacrima con il dorso della mano, ma rimanendo serio per poter concludere.
« Jasper era un ottimo fabbricante di bacchette, ne ha costruite per molti dei presenti e per molti dei nostri figli, lasciando a tutti noi la sua impronta» prende un grosso respiro e va avanti «Jasper è anche il mio punto di riferimento, un uomo che è stato un padre per me, che mi ha donato tanto, a partire da una vera e propria famiglia amorevole. Mi auguro che sia fiero di me, mi auguro che io sia stato un genero abbastanza bravo per un uomo del genere. Prima di conoscerlo ero vivo, ma poi, grazie alla sua famiglia, ho iniziato a vivere»
Draco alza il capo verso la prima fila, dove sono sedute quelle tristi donne, e accenna un breve sorriso, per mostrare la sua gratitudine e anche il suo immenso dispiacere.
«Jasper Smith è un marito, un cognato, un padre, un amico, un mago, ma soprattutto un uomo. Un uomo vero»
Questo discorso è stato il più toccante, ha lasciato i volti di ogni presente pieni di goccioline, gli occhi rossi e i cuori infranti.
Parole affettuose, per quanto siano state tristi, e che mostrano l'immenso amore che Draco prova per quell'uomo deceduto, la stima che ha sempre provato per lui.
Ma come lui, ogni presente lì è rammaricato per questa perdita, sono tutti riuniti a piangere un caro in comune, perché Jasper è stato importante per ognuno di loro.
La verità è che nella vita ci sono morti e morti, non sono tutte uguali come ci vogliono far credere.
Si chiudono gli occhi e si finisce sottoterra, è uguale per tutti, eppure non è così.
La morte è simbolica di ciò che abbiamo lasciato in vita, essere una bella persona non ti fa sparire del tutto, si rimane in vita con i ricordi della gente, che pensa a quel caro con un sorriso, magari con una lacrima che solca una guancia.
Jasper è morto circondato d'amore, perché è stata una bella persona, e verrà ogni giorno ricordato da qualcuno, per sempre. La sua persona non sparirà mai, anche se non sarà fisicamente presente.
Invece, c'è chi muore del tutto, perché il suo animo non è degno di essere ricordato, un po' come Lucius.
Morto di una finta malattia, con un mediocre funerale e della sua persona è interessato a pochi, forse solo a Narcissa, nonostante era colma di rabbia mentre lo vedeva essere seppellito.
Un uomo che non è stato bravo in nulla, tranne nel dare problemi.
Jasper è ancora vivo, dentro ognuno di loro.
Draco si va a sedere di nuovo al fianco di Esme e lei è ancora piegata, che singhiozza insistentemente.
Accarezza la sua schiena con delicatezza e lascia che si sfoghi, capisce il suo dolore e non intende sovrastarla.
Anche lui lascia che qualche lacrima compaia, non può fermarle, ma continua ad avere riguardo per lei nel mentre il funerale giunge al termine.
I presenti alzano le loro bacchette, mentre la figlia rimane ancora a piangere senza sosta, non riuscendo nemmeno a muovere un muscolo. Distrutta, completamente distrutta.
La bara sarà sepolta assieme il resto della famiglia Smith, nella loro piccola struttura in pietra, così Jasper potrà ricongiungersi con i suoi cari.
I presenti iniziano ad alzarsi e si recano uno ad uno verso la famiglia del defunto, per dare le condoglianze e stringere quelle donne in un saldo abbraccio.
Molti piangono, si asciugano le lacrime a vicenda e così mostrano il loro reciproco supporto.
Mary trova confortante la stretta di qualcuno, posare la guancia umida sulla spalla di qualcuno e tirare un grosso respiro per confortarsi da quel dolore che non la lascerà più da questo giorno in poi.
Perdere per sempre il proprio compagno è qualcosa di indescrivibile, oggi è il giorno peggiore della sua vita e il vuoto che ha lasciato Jasper sarà incolmabile.
Ma Esme non regge il confronto con le altre persone, vedere l'angoscia dipinta sul volto altrui alimenta la propria e non riesce a sopportare la loro presenza.
Sentire il nome del padre rimbombare nelle proprie orecchie le fa male alla testa, poi tutti quei lamenti, quei racconti, è veramente difficile.
Non vorrebbe essere scortese, ma proprio non riesce a continuare con quei saluti così tristi.
Tutti quei "mi dispiace" e "condoglianze" fanno aumentare le lacrime dai suoi occhi, che son già arrossati e gonfissimi da ben due giorni, ovvero da quando ha saputo della morte del padre.
Ha superato la permanenza in prigione e subito un'altra catastrofe ha colpito la sua vita, privandole del suo papà, così all'improvviso.
Non ha fatto in tempo a fare un anno serena che ancora una volta la vita l'ha colpita dritto al cuore, adesso allontanandola da Jasper.
Il pensiero che il figlio non potrà crescere con i suoi insegnamenti è veramente orrendo, voleva che gli facesse personalmente la bacchetta per il suo primo anno ad Hogwarts, ma adesso sarà diverso.
Doveva fare così tanto con lui, voleva vederlo con i capelli più bianchi, con qualche ruga in più, e invece gli è stato portato via.
«Scusate, devo andare...» mormora Esme scuotendo la testa e smorzando un cortese sorriso, ma con la mano che si asciuga il volto va via, lasciandosi alle spalle parenti e amici.
Draco la vede scappare a passo svelto e corruga la fronte molto dispiaciuto, comprendendo che non voglia sopportare altre parole.
Lascia che vada via, vuole lasciarla sola per qualche minuto, eppure la sua mente non fa che essere preoccupata.
Sa quanto è triste, sa quanto ha dovuto sopportare e vorrebbe prendersi anche questa volta il suo dolore, consapevole che tutto quello è troppo per una donna come lei che ne ha già viste tante.
Sospira e vuole andare da lei, non gli importa se lo manderà via ma non vuole tirarsi indietro e non vuole che sia da sola ad affrontare questo momento.
Allora va via anche lui, sapendo bene dove trovarla, ovvero nell'unico posto di Hogwarts che l'ha sempre fatta sentire al sicuro, che l'ha ospitata per tanti anni confortandola e anche condividendo dei momenti felici.
Draco sale le scale di fretta a passo deciso, spera solo di riuscire a fare qualcosa per lei, e cercherà di fare del suo meglio.
Non gli interessa il loro rapporto attuale, lui non può starle lontano, non può permetterle di piangere in solitudine.
Apre la porta di quella grande stanza e la intravede da lontano, vicino alla balconata e con la schiena poggiata contro il freddo muro esterno.
«Sapevo di trovarti qui...» mormora con dispiacere, avvicinandosi a lei.
Si trova sulla Torre di Astronomia, il loro posto preferito in assoluto.
Esme scaccia via le lacrime con manica del suo maglioncino nero e si volta di scatto: «Che ci fai qui?».
«Sono venuto per te»
«I-io volevo stare un po' sola» singhiozza stringendosi nelle sue stesse spalle.
«Non sono venuto qui per parlare e darti ulteriori pensieri, ma solo per farti compagnia» scuote le spalle e infila le mani in tasca, mettendosi al suo fianco e poggiandosi anche lui con la schiena sulla parete.
Lei, soffrendo di vertigini, non si è mai affacciata, ma stare lì sopra su quel balcone che sovrasta il bel panorama di Hogwarts è sempre stato un toccasana.
«Anche tu sei venuta qui per me anni fa, ricordi? Voglio solo esserci per te»
Le porge un fazzoletto di stoffa e accenna un breve sorriso, senza dire altro e lasciando che lei lo accetti e riprenda a sfogarsi come meglio crede.
Esme lo afferra e pochi attimi dopo cede sulle sue stesse gambe, strisciando contro il muro e finendo rannicchiata per terra.
Posa la faccia contro le ginocchia e singhiozza con forza, quasi sgolandosi e non riuscendo a fermarsi o almeno a contenersi.
Draco si siede al suo fianco e accarezza piano la sua schiena ripetutamente, si sente davvero male nell'udire quella voce piangere così tanto, non sa sul serio come fare, da dove iniziare per far qualcosa di utile per lei.
«Perché mi deve succedere sempre qualcosa?» si lamenta lei, che decide di approfittarsi della sua presenza per buttare fuori un po' di pensieri «Perché, Draco? Cosa ho fatto di male?»
Le parole non riescono ad uscire dalla bocca, gli si bloccano in gola e sospira rumorosamente, la sua fronte si corruga e le sposta una ciocca di capelli dal viso: «La vita può essere ingiusta, e ingiusto vuol dire in errore, quindi tu non c'entri nulla. Non hai fatto niente di male, te lo assicuro».
Ma lei non comprende come mai è sempre così tanto ingiusta come dice, perché bisogna accanirsi contro di lei.
«Perdo tutto, Draco... non mi rimarrà più niente» si copre il volto con le mani e riprende a piangere fragorosamente, mortificando l'uomo davanti a lei.
«Non è vero, Esme, non perderai più niente. E poi tuo papà sarà sempre con noi grazie al suo ricordo» passa la mano ripetutamente per i suoi capelli, ma lei sembra non calmarsi.
Certo le sue sembrano frasi fatte, ma è difficile aiutare qualcuno che sta vivendo un lutto.
«Ci sarà sempre qualcosa per te e questo perché sei una bellissima persona. Non rimarrai sola, anche se tuo papà non c'è tu avrai sempre qualcuno al tuo fianco. So che nessuno può sostituirlo, ma pensa che hai avuto un bravissimo genitore e che ti ha lasciato tanto»
«Chi mi rimarrà, Draco? Poi morirà mia madre, le mie zie... toccherà anche a loro!» esclama frustrata, guardandolo con gli occhi rossissimi e le labbra mangiucchiate per lo stress.
Lui le sorride e accarezza con dolcezza la sua guancia bagnata di lacrime: «So che vale molto poco, quasi nulla, ma ci sarò io. Come vedi sono qui, nonostante tutto, e non è una separazione a farmi stare lontano. Ti prometto che sarò qui, anche se non lo vorrai».
Esme scioglie la sua espressione in una più confusa ma colpita, in un momento del genere non si aspettava questa risposta così diretta.
«P-perché lo fai? Io ti ho mandato via, tu non dovresti stare qui» stringe i pugni e abbassa lo sguardo, cercando di chiudersi a riccio nel suo stesso dolore.
«Non m'importa, purtroppo. Io sto bene qui al tuo fianco, anche solo in silenzio»
«Non dovresti più volerlo, dovresti andare via, pensare a te, al tuo dolore, alla tua vita»
«Tuo padre è anche la mia famiglia, lo sai, e se voglio qualcosa non sarai tu a farmi cambiare idea» parla piano, spostandole i capelli dal viso e accarezzandolo con entrambe le mani.
Le sorride di nuovo e tampona i suoi occhi con un fazzoletto: «Tuo padre è stato un po' un padre anche per me e io voglio stare vicino a te non solo per quello che siamo stati, ma perché voglio prendermi cura di sua figlia, voglio dare onore alla sua morte».
Lei si lascia toccare da Draco e quel visino gonfio e arrossato lo guarda con quegli occhi pieni di lacrime e lucidissimi, apparendo fragile a quell'uomo che nonostante il suo sconforto sta cercando di darle molta forza.
«Sfogati con me, ne hai bisogno» le sorride «Sono qui non per parlare, ma per ascoltare»
«I-io non so come fare» scuote le spalle, tremolando leggermente.
«A fare cosa?»
«A continuare qualsiasi cosa, ho paura che dietro l'angolo si nasconda altro dolore»
«No, Esme, tuo papà vorrebbe che tu pensassi a te, che tu vedessi il lato bello delle cose. So che è difficile, ma ci riuscirai, come sei sempre riuscita in tutto»
La donna lo ascolta e si limita ad annuire piano, ma senza aggiungere altro perché un po' non crede in quello che dice e un po' perché non c'è altro da dire.
Draco sorride ancora una volta per donarle il proprio conforto e riprende ad asciugarle il viso, notando altre lacrime colare sopra di esso.
Ad Esme non resta che accogliere quella sua gentilezza e lasciare che questa mattina le faccia compagnia, troppo addolorata per ragionare se sia giusto o sbagliato.
«Mi manca già...» ammette lei con il labbro inferiore tremante.
«Lo so, lo so benissimo»
«Secondo te papà è fiero di me? Sono stata una brava figlia?»
«Non poteva avere figlia migliore di te» e la voce è così tanto sincera che le strappa il primo e breve sorriso in ben due giorni.
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Ebbene sì, alcuni di voi avevano azzeccato in pieno cosa era successo.
Purtroppo ho dovuto fare questa scelta, non sono stata molto contenta di aver fatto morire un personaggio così carino come Jasper, ma è simbolico e, soprattutto, necessario.
La storia sta per giungere al termine, godiamoci gli ultimi momenti e qualche altro piccolo evento!
Ci vediamo domenica, LadyD 💚
PS: La playlist dedicata a PUREBLOOD è uscita adesso e trovate il link qui sulla mia bacheca o nelle storie di Instagram!
Dal prossimo capitolo verrà aggiornata volta per volta, quindi uscirà non solo il capitolo ma anche la canzone referente ad esso!
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