𝐂𝐈𝐈

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Una mano si fa spazio lungo la schiena di Esme, accarezzandola lentamente e passando su quella pelle che adesso è cocente, la fa sussultare e un tale contatto mette in subbuglio il suo stomaco e lo stringe in una morsa che scende fino il basso ventre.
Quelle stesse dita salgono dietro il suo collo, le spostano i capelli e toccano lievemente la sua spalla nuda, coperta appena solo da quel filo di bretella.
«Da quanto tempo non stavamo così vicini?» mormora Draco vicino il suo orecchio, sospirando contro la sua nuca e facendola mugolare.
Lei volta il capo, si trova a stretto contatto con quell'uomo e la sua grande e forte presenza alimenta il desiderio che sta provando.
Il calore prende il sopravvento nel suo corpo e dopo tutti questi anni non può che desiderarlo, desiderare ogni centimetro di lui.

«Da troppo, Draco... troppo» soffia contro la sua bocca, incastona i suoi occhi bruni nei suoi e improvvisamente quei fianchi morbidi vengono stretti e trattenuti in una salda presa.
«Questo corpo è stato solo da fin troppo tempo»
«Questo corpo ha bisogno di compagnia»
«La tua, e di nessun'altra»
L'uomo non ha toccato nemmeno una donna in tutti questi anni, e lei d'altro canto ha fatto altrettanto, non volendo essere toccato da qualcuno che non sia Draco Malfoy.

I loro sguardi si mescolano, si fissano con ardore e in un attimo le loro bocche sono incollate.
Affamate si fondono, le lingue si muovono, e le loro mani cercano di avvicinarsi sempre più, perché quella vicinanza non è abbastanza, e vogliono sempre più.
Si baciano frettolosi, con la voglia di recuperare tutti quei momenti mancati, più di mille e centosettantacinque giorni separati, senza sfiorarsi, e adesso vogliono possedersi così intensamente da recuperare ogni notte di fuoco mancata.
Draco l'alza per i fianchi e la porta in cucina, sbattendola contro il tavolo e senza smettere di baciarla su quella bocca rossa e morbida.
Scende con le labbra anche verso il suo collo, le sue spalle, ansima contro quella pelle calda e lei sospira pesantemente per via dell'eccitazione che sta provando.

La bruna percepisce il suo rigonfiamento schiacciarsi contro la sua coscia, con le gambe infatti lo stringe a sé e temendo che possa staccarsi da un momento all'altro.
Non vuole che si fermi un attimo, non vuole che quel momento si arresti per qualche stupido pensiero, ma vuole solo lui, adesso, senza esitare.
«Questa notte sei mia, di nuovo, e non smettiamo finché non lo decido io» afferma rauco e sensuale lui, guardandola ancora una volta, serio, e trasmettendole una scossa di eccitazione.
Dannazione, lei è già bagnatissima.
Il suo tocco esperto si fa spazio tra le sue cosce morbide, le dita della mano destra spostano il suo slip e toccano quella parte sensibile e umidiccia, segno che lo desidera eccome.

«Piccola, vedo che ti sono mancato»
«Ogni giorno, Draco, cazzo»
Mentre la guarda quella mano decide di darle un maggiore piacere, sfrega quella parte intima con movimenti circolari e le mostra un sorrisetto compiaciuto: «Bello, vero?».
«Da morire, cazzo» non fa altro che imprecare lei, perché in subbuglio per via di tutte quelle emozioni, in trepidazione per sentirsi ancora una volta sommersa dalla goduria.
Lo bacia con passione, avvolge le braccia attorno al suo collo e geme flebile mentre le sue dita le danno un piacere che da troppo non percepiva.
Indice e medio affondano dentro di lei, questo le strappa un mugolio più acuto, e li piega così da stuzzicare il suo punto sensibile, poi le ruota un paio di volte e inizia a muoverle dentro e fuori, ripetutamente, con le sue pareti che vengono stimolate ad ogni movimento.

Esme geme contro la sua bocca, che spesso le dona baci, e sente anche un terzo e quarto dito farsi spazio dentro di lei.
«Non mi basta, Draco... di più, di più» lei lo guarda con uno sguardo quasi supplicante, accarezza il suo viso e lo sguarda dritto negli occhi, perché quelle dira non sono abbastanza e adesso è momento di fare sul serio, non possono aspettare altri minuti, è impossibile resistersi.
«Mi dovrai chiedere di fermarmi»
«Non lo farò, lo sai»

Draco la spinge contro il tavolo affinché si possa sdraiare completamente e in fretta si sbottona la camicia e getta via in un gesto brusco.
Lei lo guarda desiderosa, quel corpo asciutto e tonico le ha sempre fatto un certo effetto e adesso, che da adulto appare ancora più maturo e forte le fa perdere completamente la testa.
Si toglie da sola il vestito, lascia ai suoi occhi la vista solo di uno slip rosso, priva di reggiseno, rendendola ancora più allettante agli occhi di Draco.
«Cazzo, sei sesso puro, Esme» le tempesta il seno di baci, lo morde, stuzzica quei capezzoli turgidi e lo stringe anche.
Si gode quel rigonfiamento morbido, soffice come due nuvole e che gli è mancato fin troppo.
«Mia, sei completamente mia»
«Non sono mai stata di nessun'altro»
Due dita riprendono a darle piacere mentre si gode la sua pelle, perché deve segnarla con la sua bocca, con segni violacei e baci umidi.

Ma non è abbastanza nemmeno per lui ad un certo punto: non c'è niente di più desiderabile che penetrare quel corpo accogliente con il proprio membro.
Così si abbassa i pantaloni, i boxer e lascia ad Esme la vista della sua asta dura ed alta, che si avvicina a quell'entrata già ben stuzzicata e accogliente.
Lei apre maggiormente le gambe e si morde il labbro inferiore, vede la sua punta avvicinarsi al suo clitoride e strofinarsi contro, vicinissima a farli unire ancora una volta.
Dopo cinque anni, dopo più di mille e ottocento settantacinque giorni.

Draco affonda nel suo corpo con una mossa decisa ma lenta, strappandole un acuto gemito dalla gola, lei inarca la schiena e stringe le dita in due pugni non appena lo percepisce tutto dentro di sé.
Il suo seno viene stretto da una grande mano dell'uomo e la guarda lussurioso mentre si muove nel suo corpo con fare veloce e costante, mentre a tempo ode i suoi mugolii alti e profondi.
Sente il proprio nome essere richiamato dalla donna, la vede chiudere gli occhi e godere sotto di sé come se fosse la prima volta, con quelle cosce calde che lo stringono con forza e quei capelli che ondeggiano contro le sue spalle.
«Oh sì, Draco, di più...» ansima forte e non può non accontentarla, donandole spinte sempre maggiori che la fanno andare in estasi.

«Non è abbastanza, piccola» le sussurra complice all'orecchio, l'alza per i glutei e la porta al muro, sbattendo la sua schiena contro di esso e riprendendo poco dopo a penetrarla.
Dentro e fuori, veloce e forte, facendole sentire tutta la sua lunghezza dura e grossa, che viene accolta da quelle pareti strette e umide.
Le bacia il collo, lo morde lasciandoci segni rossastri, mentre le unghie dalla donna marcano la sua schiena pallida e larga in maniera possessiva, si aggrappa al suo grande corpo e si lascia trasportare da quel momento di puro godimento.

«Sì, Draco... sì... così...» geme.

Ding Dong

«Sì, Draco, così, di più ti prego...» ancora una volta.

Ding Dong

«Draco, scopami più forte, così...» urla.

Ding Dong

Esme improvvisamente spalanca gli occhi e prende un profondo respiro, come se fosse stata tutto il tempo in apnea.
Li punta al soffitto, si sente spaesata e non comprende che diavolo sia successo o stia succedendo, sente una stretta al basso ventre e i suoi slip incredibilmente bagnati.
'Dannazione, ma che cosa vado a sognare...' si sbatte una mano contro la fronte e sbuffa frustrata, sentendosi veramente mortificata per aver fatto quel sogno.
Non è mai successo, ma si è trovata a fare un vero e proprio sogno erotico su Draco, il suo ex-marito, che non dovrebbe vedere con questi occhi, desiderare questo genere di cose.
Deve farsele passare o è peggio per lei.

Ding Dong, ancora una volta.

Si alza e in fretta scende ancora in pigiama per poter aprire la porta, ma ahimè chi si trova dietro lo spioncino non è certo qualcuno che in questo momento desiderava tanto vedere.
«Buongiorno, Esme! Ti ho svegliata?» sorride gentile Draco.
Lei rimane per un attimo a fissarlo con la bocca schiusa e gli occhi paralizzati, nella mente le riaffiorano le immagini che poco prima si sono interrotte bruscamente e il sogno è ancora vivido.
«Esme?» domanda stranito dal suo silenzio «Dormito bene?»
Sbatte le palpebre velocemente e scuote il capo: «Oh sì, sto bene, mi ero solo svegliata da poco».
Le parole escono dalla bocca tremolanti, cerca di distogliere lo sguardo e ancora sbatte le ciglia, così da scacciare via quelle illusioni erotiche.

Ma lui sa bene cosa vuol dire quando le muove così velocemente: è in imbarazzo.
Accenna un sorriso e annuisce appena, immaginando che sia per la serata scorsa, senza immaginarsi che lei al momento è ancora un fuoco per quel corpo.
«Non ti preoccupare, ero venuto a sistemare delle cose per Scorpius, l'ho accompagnato a scuola oggi e devo lasciare il borsone di ieri» essendo andato a dormire dal padre lui ora è normale che sia a casa sua, per lasciare i vestiti sporchi della festa e soprattutto per lasciare un piccola spesa che aveva fatto appositamente per il figlio.
Esme con un cenno del capo lo fa entrare e rimane in silenzio, sempre cercando di non guardarlo, o sarebbe troppo.

Draco, istintivamente, le posa una carezza sulla spalla e le sorride carino, in maniera innocente e solo per darle un affettuoso buongiorno, ma quel corpo femminile sembra prendere fuoco.
'Esme, smettila, sei una pazza!' pensa sussultando appena e ricambiando il suo sorriso, facendo finta di nulla.
Sì, lui suppone sia sul serio per il ballo del giorno prima, che in un certo senso ha influenzato quel suo comportamento.

Non appena lui l'ha riaccompagnata a casa il giorno prima, Esme è rimasta con un sorriso dipinto in volto, sentire le sue mani sfiorarla per la prima volta dopo tanto tempo le hanno messo un brivido dentro pazzesco.
La sua pelle risulta rinvigorita, i suoi occhi brillanti, e tutto perché un uomo tanto bello come lui ha semplicemente ballato in sua compagnia.
E adesso Draco è così tanto nuovo che Esme non prova più il terrore e il disgusto di un tempo, e lo nota dal suo semplice sguardo puro e gentile, dalla sua voce premurosa, e quel modo di fare paterno.
Eppure lei sa bene che sotto quell'apparenza ora delicata si nasconde una persona eccitante, sensuale e fin troppo spinto, come piace a lei.

«Mi sono svegliata con un bel torcicollo oggi, ecco perché mi vedi così» accenna un riso e scuote le spalle, rasserenandolo e inventandosi la scusa più plausibile, visto che dirgli di aver sognato di aver fatto sesso con lui proprio in quella cucina dove sono ora non è il massimo.
«Prova a prendere un cuscino migliore, potrebbe farti bene» propone, mentre è intento a sistemare nella credenza i vari cibi comperati per il bambino.
Lei nel frattempo si prepara la propria colazione, per niente disturbata dalla sua presenza e cercando di farsi passare quelle idee sconce dalla testa, prendendo lunghi e profondi respiri.
Sospira appena è più tranquilla e smorza un sorrisetto, felice di essersela fatta passare.

«Oggi non lavori?» le domanda per chiacchierare un po' con lei.
«Inizio alle sedici, a dire il vero, oggi solo mezza giornata per fortuna»
«Sta andando bene in libreria? Oh, anzi, se ci sono nuove uscite puoi consigliarmi un libro, è da un po' che non leggo qualcosa di nuovo»
«Sono usciti un paio di Gialli che sembrano interessanti, ma devo ancora leggere la trama e sistemarli nelle mensole»
Esme prende la sua tazza di tè e si poggia vicino il lavello, sorseggiando la bevanda calda, osservandolo mentre finisce di sistemare ogni cosa.
«Allora, magari, domani mattina vengo a dare un'occhiata» porta le mani sui fianchi e sospira soddisfatto appena conclude quella piccola e breve faccenda.

Draco ripiega le buste di plastica che aveva comprato e si permette di chiederle un semplice bicchiere d'acqua.
«Oggi lo puoi prendere tu il piccolo da baseball? Non so se riesco a staccare da lavoro» chiede lei.
«Certo, non ci sono problemi, poi lo porto direttamente qui, va bene?»
«Oh sì, stasera ci sono anche i fagioli che avevo preparato ieri sera, magari possiamo mangiare quelli»
Parlano con una tranquillità disarmante, soprattutto lei che finalmente si è dimenticata di quel sogno così tanto vivido che la stava scuotendo da capo a piedi.
Lui, invece, si sente estremamente contento di stare con lei in tranquillità e dopo la serata precedente è felice, bisogna ammetterlo.

«Oggi tu e mamma avete ballato benissimo!» esclamò Scorpius mentre si metteva il pigiamino.
Erano appena tornati dalla festa e si stavano sistemando per dormire assieme nel lettone.
«Mamma è bellissima» ammette rapido «Oggi era più bella del solito, vero?»
Il bambino ride alla sua affermazione, trova il suo papà un grande smielato e lo fa divertire vederlo così carino nei confronti di Esme.
«Sei scemo papà, sei sempre scemo con la mamma» si riferisce al suo essere così tenero, così sdolcinato e premuroso nei suoi confronti, e ciò strappa un riso all'uomo che non può dargli torto.

Continuano a chiacchierare del più e del meno, lei finendo la sua tazza di tè caldo.
Poi il telefono di casa squilla, ed Esme intuisce che sia qualche amico o parente che vuole scambiare due chiacchiere.
«Pronto?» domanda allegra.
«Esme, sono tua mamma»
«Oh, ciao mamma!»

Draco attende nel frattempo che finisca la conversazione, ma stranamente nota il volto della donna incupirsi sempre di più man mano che quella chiamata continua.
La fronte le si corruga, le labbra si schiudono e gli occhi fissano un punto vuoto come se fossero privi di vitalità.
Le si avvicina stranito e le posa una carezza sulla spalla, ma lei rimane immobile, la pelle risulta anche fredda sotto il suo tocco.
«C-cosa?» balbetta Esme, le sue pupille si velano di lacrime e deglutisce duramente.
L'uomo si sente smarrito nel vederla così, nel sentire la sua voce tremolante e si preoccupa perché non sa cosa possa essere successo al punto da farle cambiare in una frazione di secondo espressione.

Non appena riattacca la cornetta lei scoppia in un pianto fragoroso, culminato da un urlo forte che rimbomba nelle mura di quella casa, dritto dalla gola, perforando il cuore dell'uomo che erano troppi anni che non la sentiva così devastata.
Spalanca gli occhi appena Esme gli si poggia contro, istintivamente, riversandosi contro il suo corpo grande e lasciandosi quasi cedere sulle sue stesse gambe.

Improvviso, doloroso, tagliente come una lama che incide dritto nella schiena.

Draco regge il suo fragile corpo e la stringe a sé sbigottito, non sapendo dove iniziare per poter parlare e chiederle cosa sia successo.
L'ascolta per un attimo dimenarsi in questo tumultuoso pianto, con la voce che singhiozza e le mani gracili che gli stringono la camicia con tutta la forza che possiede, per aggrapparsi alla sua presenza, a quell'unica cosa seppur rotta e che le è rimasta.
«Dobbiamo partire Draco, dobbiamo partire oggi stesso...»

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Ebbene sì, era tutto un sogno!
Ma iniziamo con il botto e finiamo con un colpo di scena, che ho voluto lasciare interrotto e vago.
Cosa sarà successo? E perché Mary ha chiamato Esme?
Non ci resta che aspettare venerdì per saperlo!

Comunque volevo ringraziare tutte le persone che negli ultimi giorni mi stanno mostrando parecchio sostegno, non me l'aspettavo e sono sinceramente lusingata.
Di scrivere ora non lo faccio solo per me come un tempo, ma soprattutto per voi che ci siete per me 💚
Un bacio, la vostra LadyD 💚

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