𝐗𝐋𝐕𝐈𝐈
I mesi passano, i giorni sono sempre più interminabili, e la situazione ministeriale è sempre più tesa. E non solo.
Il mondo magico sembra starsi ribaltando, i maghi hanno iniziato a ripudiare maggiormente chi non è come loro, e soprattutto i purosangue tendono a denigrare chi non è tale.
Sembra tutto legittimato, ogni forma di odio e di violenza, e questa cosa rende la situazione particolarmente difficile.
Persone come Allyson e Scarlett Davenport, infatti, si ritrovano a fronteggiare situazioni sconvenienti, ormai costrette a nascondersi in casa quasi tutto il tempo.
Per fortuna la prima lavora ad Hogwarts, dove regna ancora un po' di bontà, ma la seconda ha dovuto lasciare i Tiri Vispi per proteggere sé ma anche il negozio stesso.
Oltretutto, anche quelle famiglie cercano di dare il loro appoggio a Draco e il trio, soprattutto al primo che si ritrova senza la sua compagna.
Blaise lo va a trovare ogni tanto poco prima che lui finisca di lavorare ed Allyson si propone di far giocare qualche volta i loro bambini assieme, occupandosene personalmente con premura.
Sa bene che l'amica avrebbe voluto che il suo Scorpius sia felice, spensierato, e vuole fare le sue veci. Quel bambino per ora non ha una mamma presente, non l'avrà per davvero tantissimi anni, quindi cerca di dargli quello che può e tenere viva la memoria della madre.
Spesso gli ha raccontato anche di alcune loro avventure quando erano bambine e ciò ha strappato un grosso sorriso al bambino.
Allyson sente molto la mancanza della sua amica, spesso è spenta e triste, ma più di dare il suo supporto può fare ben poco, soprattutto per via del suo essere babbana.
Anche volendo esporsi, sa bene che metterebbe solo in cattiva luce Esme e quei ventisei anni potrebbero anche aumentare.
Dannato Ministero, dannata società.
Ottobre è alle porte e così, come l'animo risecchito di Draco, anche i fiori sono appassiti e le foglie gialle allagano il suolo, cadendo e piegandosi su se stesse.
L'uomo si sente altrettanto debole, privo di vitalità, e vede il mondo in bianco nero, perché non vi è alcun colore sgargiante senza la sua compagna al proprio fianco.
Il sorriso è sempre forzato, le ore di sonno sono poche e non fa altro che lavorare pur di trovare qualcosa per scagionare Esme.
Ormai sono passati sei mesi senza di lei e le occhiaie di Draco e i suoi occhi spenti ne sono una dimostrazione.
Per giunta oggi c'è un'odiosa e formale cena del Ministero, in cui Draco non vorrebbe proprio presentarsi, ma è stato praticamente costretto da Harry, Ron ed Hermione.
Pretendono che lui venga soprattutto per ascoltare cosa hanno da dire quei boriosi purosangue, quegli odiosi funzionari che sicuramente hanno qualcosa da nascondere.
Devono essere lì per origliare eventuali informazioni.
Si veste a pennello, con uno smoking completamente nero e si guarda allo specchio sospirando pesantemente, e pensa che ad Esme sarebbe così tanto piaciuto quel completo.
Lei adorava avvicinarsi a lui, aggiustargli la cravatta e mostrargli un sorrisetto ammiccante, sussurrandogli quanto lo trovasse affascinante.
'Mi manchi troppo, fatina' pensa addolorato.
Si materializza presso una grande villa molto elegante, appartenente ad uno dei sottosegretari del Ministro.
Somiglia un po' al suo Manor per via della vastità del giardino e dell'imponente architettura.
L'ingresso è marcato da un cancello alto in ferro battuto e accerchiato da un muretto fatto di foglie verdi e rigogliose, fitte e molto grandi.
Una volta oltrepassato vi è un lungo stradone che porta diretto verso l'ingresso della dimora e ai lati di esso c'è un semplice prato inglese, privo di fiori o di alberi ma molto curato.
Gli occhi di Draco incontrano una casa a tre piani, dall'aspetto massiccio e il color grigiastro, per l'esattezza con delle sfumature tortora, con una tettoia piatta e circondata da un muretto.
Probabilmente d'estate funge da terrazzo, accogliendo magari dei piacevoli brunch.
La porta principale è color noce, molto grande, ai suoi lati vi sono due imponenti colonne.
L'aspetto è impeccabile, segno che è una villa di persone nobili.
Entra dentro a passo sicuro e trova l'ingresso perfettamente sistemato: un lampadario in cristallo illumina l'atmosfera, vi sono dei camerieri a servire vari stuzzichini, e già parecchie persone affollano la grande casa.
Vi è una scalinata in legno molto lunga e per terra è presente un grande e decorato tappeto blu con degli inserti dorati. Fa qualche altro movimento in avanti, saluta chi incontra il suo sguardo, e subito viene raggiunto dai suoi tre amici.
«Questo posto mi sta già dando la nausea» mormora Draco vicino a loro, accennando una breve risatina.
«Abbiamo già sentito cose assurde sugli elfi domestici» ghigna Hermione, avvolgendo le braccia al petto e sospirando profondamente «Ma dobbiamo rimanere qui fino a fine serata»
Gli uomini annuiscono seri alle sue parole e sanno bene che devono stare bene attenti a tutto ciò che succede.
«Comunque hai davvero un bel vestito» subito il biondo cambia argomento, rivolgendosi alla donna con un sorriso e facendo un apprezzamento sul suo abito rosso corallo, semplice e lungo.
«Oh sì, l'ho aiutata a sceglierlo» aggiunge Ron, comprendendo che ciò che vuole fare Draco è proprio intavolare un discorso semplice e per niente sospettoso.
Devono evitare qualsiasi cosa potenzialmente fraintendibile.
«Non sapevo avessi buon gusto» ridacchia, prendendolo in giro e strappando un riso anche ad Harry: «Ne sono rimasto colpito anch'io, a dire il vero».
«Ma posso garantirvi che anche l'altro vestito era molto bello; precisamente era color lavanda» aggiunge con un sorriso Hermione.
«Come questo?» una voce femminile si avvicina ai quattro, aggiungendosi improvvisamente a quel discorso.
Si voltano e notano una persona di loro conoscenza, ma non troppo amica: capelli biondi e lunghi raccolti in uno chignon, un vestito stile impero color lavanda e un trucco leggero che incornicia gli occhi chiari e lucenti.
«Oh, buonasera signora Wilson» sorride Draco, salutando la donna gentilmente.
«Buonasera a lei, signor Malfoy» ricambia e poi si volta anche verso gli altri «Buonasera anche a voi»
Ron ed Harry le augurano una buona serata molto cortesi, mentre Hermione mostra solo un semplice sorriso. Non la digerisce proprio quella giraffa, così come spesso la chiama.
Oltretutto ha trovato davvero noiosa quella sua entrata, piena di ego e vanità.
Non è stata sgarbata, certo, ma alla Granger non è piaciuta per niente.
«La trovo molto bene, signor Malfoy»
«Grazie, anche lei la trovo bene» si limita a rispondere, scuotendo piano le spalle.
Harry e Ron vengono tirati dalla loro amica, con la scusa di dover andare a prendere qualcosa da mangiare. Vuole osservare quella donna da lontano, per capire se le sue supposizioni sono vere e magari lasciandola vicino Draco potrà mostrarsi maggiormente per quella che è.
«Una giraffa ruba-marito: ecco cos'è!»
«Hermione, calma con le parole» la riprende il marito a bassa voce.
«Lei è una viscida, fidatevi di me»
L'occhialuto cerca di smorzare una risata, non volendo farsi notare da qualcuno, ma pensa che non ha molto torto la sua amica, semplicemente non lo trova tanto preoccupante quanto lei.
Hermione sembra sul serio sospettare qualcosa, mentre per i due sembra solo una giovane donna in cerca di stupire il proprio capo, niente di più.
Voltano appena lo sguardo, furtivi, e li osservano.
«Mi aveva detto che non sapeva se riusciva a venire stasera, signor Malfoy»
«Non sapevo a chi lasciare il mio bambino, ma ci tenevo ad essere presente» mente, non volendo dire che è venuto solo per indagare «Per fortuna la moglie di Potter si è presa carico dei nostri figli questa sera»
«Ho notato che voi quattro siete piuttosto amici» sorride gentile, mostrandosi molto carina.
«Sì, abbiamo fatto amicizia grazie a mia moglie» ammette «Non andavamo molto d'accordo da ragazzini, ma con il tempo abbiamo avuto modo di conoscerci»
Ancora una volta la moglie.
Meredith sembra davvero esausta di sentirla, di sentire quel nome fuoriuscire dalla bocca di Draco che ne sembra assuefatto.
Proprio per questo, lo invita a prendere qualcosa da bere vicino il bancone dove un giovane serve del delizioso champagne.
Draco si volta un attimo giusto per salutare un collega e la sua compagna, per poi voltarsi e ritrovarsi davanti un bicchiere già pieno di bollicine.
«Ecco a lei» lo anticipa Meredith, facendolo sussultare e sorriderle: «La ringrazio, si mostra sempre gentile».
«Comunque, signor Malfoy, può chiamarmi per nome» gli suggerisce, volendo prendere un po' di confidenza con lui, magari sciogliendo quella formalità lavorativa.
Inizialmente lui si mostra titubante, sorseggia dello champagne e scuote le spalle, cedendo poco dopo.
«Va bene, Meredith» le sorride e annuisce, accontentandola ma non dandole ora il permesso di chiamarlo per nome.
Lei se ne accorge, ma non dice nulla, pensa che abbia magari il suo motivo ed è certa che presto potranno approfondire la loro conoscenza, rivolgendosi a vicenda in maniera più amichevole.
I due iniziano così a chiacchiera molto tranquillamente, di cose più o meno leggere e senza troppo impegno.
«Prima mi parlava di suo figlio» la giovane vuole intavolare un discorso piacevole, sapendo quanto può essere d'interesse a Draco, così da attirare la sua attenzione «Ho sentito dire che è stato adottato, vero?»
«Sì, esatto. Mio figlio è stato lasciato davanti casa nostra quasi quattro anni fa... ora sta crescendo, sta diventando davvero un bravo ometto»
«Sono certa che con un padre come lei è davvero un bambino fortunato. È stato un gesto molto nobile da parte sua. Eppure, mi chiedevo se non le manca l'idea di avere un proprio figlio»
Draco scuote la testa con una piccola risata: «No, mi basta il mio Scorpius e non mi è mai interessato avere un altro figlio. Mia moglie non può averne, ma anche se avesse potuto averli sarebbe stata una scelta».
«Non dovrebbe anche il marito scegliere se concepire un figlio? A me piacerebbe, in caso, dare un erede al mio compagno»
«Scorpius vale più di qualsiasi altra cosa, le posso garantire che è un bambino stupendo»
Meredith annuisce e continua a sorridere, nonostante non condivida il suo punto di vista.
Così lei sorseggia altro champagne e invita Draco a fare lo stesso.
Lo osserva per qualche istante mentre beve e alla stessa maniera, anche il trio, molto furtivamente osserva loro.
Si avvicinano di un paio di passi, ma rimangono separati così da non destare alcun sospetto.
Chiacchierano anche e fanno finta di nulla, eppure sono sempre vigili.
Per non parlare di Hermione che tenta di nascondere il suo disappunto verso alcune cose che sente da parte della donna.
«E mi dica un po', com'è suo figlio? Intendo il suo aspetto!»
«Mi somiglia, stranamente» ammette con un piccolo riso «Ha i capelli biondi e gli occhi molto chiari»
«Potrei dire che somiglia anche a me, allora!» ghignazza lei giocosa «D'altronde i capelli biondi sono davvero particolari, non trova? Un tocco in più soprattutto nelle donne»
L'ultima frase la dice quasi ammiccando, eppure Draco non sembra accorgersi del suo doppio fine, come se fosse un po' stordito.
«Sono più belle le donne brune, a dire il vero» ammette, tanto spontaneamente da stupire se stesso.
Meredith spalanca leggermente la bocca a quella risposta, mentre i tre Grifondoro si trattengono dal ridere avendo sentito quella risposta.
«Tipo mia moglie, lei è davvero una bella donna» sorride piano, quasi ingenuamente, lasciando la Wilson ancora con la bocca schiusa.
'Non è sul serio possibile, non doveva nemmeno pensarle queste cose' riflette Meredith, imbarazzata per quelle parole.
Draco sorseggia altro champagne e sente un leggero brivido percorrergli la spina dorsale, ma riprendendosi pochi attimi dopo da una sorta di stato di intorpidimento.
«Le bollicine le fanno dire cose simpatiche, signor Malfoy» ridacchia lei, così da sviare quel commento e magari intrattenerlo con una risata.
«Sono noto per dire sempre la verità» aggiunge molto semplicemente «Più scuri sono i capelli e più belle sono le donne. Più chiari sono e meno belle sono!»
Hermione è sull'orlo di una fragorosa risata, che viene fermata da una leggera gomitata del marito, nonostante sia altrettanto divertito.
Harry, invece, per quanto lo trovi simpatico, lo trova altrettanto bizzarro.
Conosce quel Malfoy abbastanza bene da sapere che non risponderebbe in tale maniera, che riconoscerebbe subito degli occhi ammiccanti di qualche donna e si comporterebbe in maniera più austera e meno amichevole.
Draco non è un simpaticone, anche se adesso è un uomo tollerante rimante pur sempre un Malfoy.
«Beh, anch'io sono bionda, magari avrà da contraddirsi» cerca di aggiungere Meredith, così da tirargli fuori anche un commento positivo, attirare la sua attenzione e fargli notare la sua bellezza raffinata.
«Non si preoccupi dei suoi capelli, lei va bene così» subito le strappa un sorrisetto soddisfatto, finché non continua e finisce la frase «Anche perché esistono i parrucchieri per rimediare! Può farsi una bella tinta scura».
La bocca di Hermione viene tappata dalla mano del marito che l'ha vista rossa e gonfia per il divertimento.
Odia quella giraffa e aver sentito Draco dirle quelle parole a tal punto da spegnerla l'ha resa non poco soddisfatta.
«Una delle prima cose che ho notato di mia moglie furono proprio i capelli, sa? Quasi neri, con delle sfumature tendenti al caffè... a dir poco stupendi!»
No, Harry non è convinto per niente di quell'atteggiamento.
Draco butta già tutto il bicchiere di champagne e sospira, non comprendendo il brutto broncio sul volto della Wilson.
Il moro si avvicina a lui, lo prende per un polso e con un cenno del capo lo invita a seguirlo e ad allontanarsi un attimo.
«Oh, mi scusi signora Wilson, mi son dimenticato di dirgli un paio di cose riguardo i nostri i bambini» afferma Harry per poterselo portare via.
Lei è ancora così scioccata dai suoi commenti che nemmeno ascolta Harry e li lascia andare via senza aggiungere altro.
I due si allontanano e passeggiano per il lungo ingresso, andando verso uno dei corridoi laterali della casa.
Si poggiano vicino il muro, piuttosto isolati, ed Harry fissa per bene Draco negli occhi, che lo guarda confuso: «Che ti prende, Potter? Sei strano».
«Io? Sei strano tu» scuote il capo e lo sente sghignazzare, ancora con aria stordita «E non mi chiami per cognome da anni»
Il biondo si passa una mano per i capelli ed ecco che l'amico nota qualcosa: le striature sul suo braccialetto sembrano ondeggiare lentamente.
Afferra il suo polso, alza la sua manica e nota quel bracciale in diaspro mutare, con le pietre rosse che sembrano avere delle piccole righine muoversi.
«Non è il bracciale che ti diede Jasper?»
«Sì, quindi?» domanda stranito, staccandosi dalla sua presa e sospirando «Visto che sei strano?»
«No, Draco, perché fa così? Non era un bracciale magico? Vuol dire che ti sta proteggendo da qualcosa... da qualche incantesimo»
I due fanno incontrare il loro sguardo e rimangono un attimo pietrificati, in silenzio, comprendendo che è qualcosa di particolarmente strano.
Qualcuno sta cercando di colpirlo o quell'oggetto non avrebbe reagito in tale maniera.
Forse è questo il motivo del suo cambio d'umore, una possibile reazione a qualche pessima azione. Non hanno idea di chi possa essere, sono tutti dei potenziali nemici lì dentro visto che sorridono ma sotto quel viso vi è solo tanta ipocrisia.
Più vanno avanti e più la trama si infittisce.
Dovevano colpire solo Esme, era quella l'idea, e non comprende come sia possibile che adesso vogliono prendersela con Draco. Non ha senso per loro, non ha davvero senso.
«Ma non ti volevano uccidere, nel senso... avrebbero potuto» riflette Harry, venendo poi seguito da Draco: «Posso essere ucciso a differenza di Esme, quindi hanno cercato solo di farmi qualcosa al posto di farmi direttamente fuori e-».
«E non ha senso...» conclude l'amico, sospirando e staccandosi da lui di qualche centimetro.
«Per noi... ma non per loro» sussurra, guardandolo con fare serio.
Si guardano attorno e cercano di non scambiarsi altre parole.
Qualsiasi azione fuori posto o tendenzialmente sospetta potrebbe attirare l'attenzione di quelle persone. Tutte quante potrebbero tramare qualcosa e adesso iniziano ad intuire che vi è ben altro sotto il semplice desiderio di allontanare una persona indistruttibile come Esme.
Cercano qualcosa da Draco e scoprire cosa forse sarà ancora più difficile che scagionare sua moglie.
«Torno in salone o iniziano a sospettare qualcosa» sussurra il biondo vicino l'orecchio di Harry.
«Io... vado in bagno» sussurra con fare d'intesa.
Draco annuisce alle sue parole e va via, facendo finta di nulla e sembrando il più normale possibile.
Adesso Harry ne approfitta per "andare in bagno", ovvero per cercare qualcosa di apparentemente ambiguo in quel posto.
C'è qualcosa che non quadra e vuole saperlo al più presto.
Si addentra per la casa quatto, approfittando del servizio della cena per non essere visto dagli altri. Sono occupati a sedersi in grandi tavolate per mangiare e gustarsi il proprio cibo, non dando alcuna importanza ad altro.
Oltretutto, a quanto pare a loro interessa Malfoy.
Continua a camminare piano, molto silenzioso, facendosi aiutare con una piccola lucina proveniente dalla punta della bacchetta per poter scendere una scalinata che porta ad un piano interrato.
Non sa cosa può esserci, ma sente che è un posto particolarmente infido.
Si morde il labbro inferiore e tiene la schiena poggiata contro il muro così da percorrere il luogo piuttosto buio senza farsi eventualmente beccare.
Quasi trattiene il respiro non appena ode delle voci provenire da una porta e una luce uscire da uno spiffero.
Lì dentro c'è qualcuno e ciò è strano visto che tutti dovrebbero essere a mangiare e bere spensierati. Si avvicina a passo felpato e cerca di ascoltare il poco che riesce.
«Le avevo detto che sarebbe stato inutile... sembra impenetrabile»
«Ci vuole solo tempo. Roma non è stata certo costruita in un giorno»
«Abbiamo usato mezzi che dovevano essere efficaci, quindi c'è qualcosa che non va»
Sente due voci mormorare qualcosa di maligno, ma non riesce bene a riconoscere il tono, quindi chi possano essere.
«O lei ci sta nascondendo qualcosa a riguardo»
«Mi sta dicendo che vorrei ingannarla? Sono il primo a volere la riuscita di questo piano, lo sa bene... sono anche interessi personali»
«Allora ci deve dare altre informazioni e il permesso di fare altro»
«Quanto altro?»
«Il necessario»
Harry sente dei passi avvicinarsi alla porta e subito si materializza via, dall'altra parte del corridoio per poter tornare dagli altri.
È scosso e cerca di collegare quelle parole a qualcosa di utile per scoprire quei fitti misteri che si stanno ingarbugliando. Più vanno avanti e più è confuso.
Non sa proprio in che guaio si trovano, chi sta tramando alle loro spalle e dove vogliono arrivare.
È preoccupato e non sa in che modo potranno uscirne.
Forse Esme non può sul serio essere scagionata e nessuno di loro può far qualcosa per loro stessi.
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Bene, bene, bene, oggi son successe un po' di cosine.
Meredith come al solito molto simpatica, ma non è la sola cosa successa.
I tasselli iniziano a muoversi - eccome se si muovono - ed Harry ha notato lo strano cambiamento di Draco.
Da una persona schietta, rigida e sarcastica, sta diventando un cetriolo...alquanto sospettoso.
Draco, inoltre, non sta subendo un cambio repentino di comportamento, ho voluto rappresentare come cambi con il tempo in maniera graduale e incisiva, perché nonostante tutto rimane il Malfoy codardo e consapevole che è sempre stato.
Ma avrà modo di svoltare in qualche modo, fidatevi.
Semplicemente non è mai stato un avventato Grifondoro!
Ne vedremo delle belle con questo personaggio 👀
Vi ricordo di farmi sapere cosa ne pensate e, nel caso in cui vi fosse piaciuto il capitolo, di supportarmi!
Un bacione e ci vediamo sabato, LadyD 💚
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