𝐋𝐗𝐗𝐗𝐕𝐈

Spendo due paroline prima dell'inizio di questo capitolo!
Ormai vi annoio con le mie chiacchiere, ma spero che la storia vi stia ancora coinvolgendo, vi assicuro che man mano che i capitoli passano vi farete anche un sacco di risate!
Avrà tutto un sapore un po' diverso e ci tengo al vostro parere!

Inoltre, questo pomeriggio penso di mettere dei sondaggi/test sul profilo Instagram dedicato a wattpad, quindi vi invito di farci un salto! (mi trovate come _ladyd__wattpad)

Buona lettura e un grossissimo bacio, LadyD 💚

PS: prossimo aggiornamento previsto per lunedì!

-----------------------------------------------------

"Caro fagiolino,
oggi compi ben sei anni! Ti stai facendo un ometto grande e forte, e sono così tanto orgoglioso di te e di tutto quello che stai facendo.
Stai andando a scuola, l'anno prossimo ti aspetteranno le scuole elementari, e fai ogni giorno sempre più progressi: inizi a saper leggere, scrivere, riconosci un sacco di animali e sai essere sempre educato e responsabile.
Non potevo avere un regalo migliore quando la fatina ti ha portato davanti casa nostra e mi rendi sempre più felice.
Mi dispiace non essere qui oggi e mi manchi tantissimo, ma spero che questo regalo sia abbastanza per te, ma lo sai che se vuoi qualcosa puoi sempre chiedermela.

Ti amo con tutto il mio cuore, il tuo papà."

Oggi è il diciassette novembre, e si capiva vista la lettera che Draco ha inviato al figlioletto.
Assieme ad essa ha fatto materializzare davanti agli occhi del bambino e della moglie un pacco enorme, pieno dei regali più belli e desiderati da Scorpius, non risparmiandosi minimamente nelle spese: due enciclopedie sugli animali magici, un pigiamino a forma di drago, delle costruzioni, un gioco da tavola magico adatto ad un bambino, qualche vestito, delle scarpe nuove, e poi un immancabile dolce da parte di Dobby.
Gli occhi del bambino sono spalancati davanti a tutta quella roba ed Esme è altrettanto incredula, quell'uomo non si è risparmiato minimamente e lei alla fine doveva aspettarselo.
Draco non può presentarsi quest'oggi da suo figlio, è stato esplicitamente chiesto di non farsi vivo e il tono della donna è stato abbastanza chiaro.

«La casa è protetta da un incantesimo» gli disse al telefono qualche giorno prima «Se ti permetti a venire e rovinare l'atmosfera della festa che farò ti faccio morire come meritavi di morire in quella lurida casa»
«Esme, io voglio vedere mio figlio»
«Io non voglio, hai capito? Sto bene senza di te... stiamo bene senza di te»
Draco non disse più nulla, d'altronde era passato troppo poco tempo lontani e lei aveva ancora bisogno di stare un altro po' senza incrociare il suo sguardo.
Aveva sentito dal suo tono non solo la rabbia e la severità, ma ancora la tristezza e la delusione che provava.

Il bambino chiama immediatamente il padre al telefono e adesso lo sa fare da solo, per fortuna di Esme: vicino la cornetta lei ha messo un post-it con il numero di telefono riferente al Manor e il piccolo, che ormai sa distinguere le letterine e i numeri, ricopia quei simboli raffigurati sui tasti del telefono. È un bambino veramente brillante.
La donna, invece, si occupa di finire di preparare gli stuzzichini per il pomeriggio visto che ci sarà una festicciola.
Ci sarà qualche amichetto, chiaramente i loro genitori e poi ha invitato il postino, con il quale ha stretto un bellissimo rapporto nell'ultimo mese e mezzo. 
Hanno sentito una certa affinità fin da subito e iniziano a legare ogni giorno di più, adesso è una chiacchiera, poi una serata a bere una tazza di tè assieme al bambino che sembra altrettanto gradire la sua presenza e lo trova simpaticissimo.

Appena lui chiude la chiamata e va dalla madre saltella tutto contento ed è agitatissimo, veramente euforico.
«Fagiolino, adesso si va a scuola però, mamma oggi finisce di preparare tutto così appena torni ti diverti con i tuoi amichetti!» esclama con un sorriso enorme, mettendo in frigo i tramezzini già pronti.
Sono già le sette e quarantacinque del mattino e lei è in subbuglio per quella festa, non volendo tralasciare alcun particolare, anzi è immersa in quei "lavori" da notte fonda visto che poi dovrà attaccare a lavoro e dal pranzo fino al pomeriggio avrebbe troppo poco tempo per sistemare tutto. La solita confusione pre-festiva degna della Smith.

Ma prima che i due escano di casa, Esme deve dargli il suo regalo di compleanno, non è qualcosa di grande come Draco ma perché ha dedicato tutte le sue energie e idee per la festa.
«Mamma ti ha pensato, come sempre» inizia a parlare con candore, si piega in ginocchio verso di lui e accarezza le sue guance delicatamente «Ho voluto prenderti qualcosa per poter divertirci ancora di più la sera»
Dopo queste parole si alza e si fa seguire dal bambino sul retro del cortile, lui è curioso di scoprire cosa ha preparato e sa bene che non lo deluderà.
Infatti, davanti a sé si mostra un telescopio bellissimo in acciaio, adatto ad un bambino chiaramente, e lo riconosce visto che ne avevano uno enorme al Manor e ha visto ogni tanto i suoi genitori usarlo assieme.
«Il binocolo delle stelle!» esclama entusiasta, strappando un amabile riso ad Esme.
«Esatto, fagiolino, ed è tutto tuo!»
Scorpius ci gira attorno, porta un occhio per vedere qualcosa ma è ancora chiuso, e poi non c'è gusto di provarlo quando il cielo è chiaro e non ci sono le stelle ad illuminarlo.
«Lo usiamo stasera, mamma?»
«Certo! Dopo la festa vedrai tantissime stelle una più luminosa dell'altra»
Lei lo stringe in un forte abbraccio, riempie la sua guancia di baci e se lo strapazza per qualche minuto, ma poi è costretta a staccarsi per accompagnarlo a scuola.
Se fosse per lei se lo mangerebbe di coccole.

•·················•·················•

17 novembre 2012, ore 17:00

I bambini sono arrivati con i loro rispettivi genitori a casa di Esme, pronti a godersi un pomeriggio con il loro amichetto Scorpius.
Non sono molti, giusto i più intimi (ovvero sei), e già scorrazzano allegri per il salotto che è stato appositamente sistemato per loro, pieno di giochi adatti alla loro età e la tv accesa sul canale dei cartoni animati.
Gli adulti sono impressionati dalla meticolosità con la quale lei ha addobbato quella camera e come l'abbia messa in sicurezza per dei bambini delle scuole materne.
Oltretutto, per loro è bello vedere i loro figli allegri per un pomeriggio e a casa di una signora tanto gentile e amorevole.

«Esme, non dirmi che voi inglesi siete tutti così organizzati!» esclama una delle madri ironica e allegra, strappando una risatina a chiunque, compresa la padrona di casa.
«Devo ammettere che sono io il problema» ride ancora, mentre offre del tè a tutti i presenti.
Sono in cucina, ovvero a pochi metri di distanza dai loro figli, ma si godono anche loro un pomeriggio in compagnia di qualche loro coetaneo.
Le chiacchiere continuano, si conoscono meglio anche tra di loro ed Esme sembra gradire eccome quelle presenze in casa, anzi la fanno sentire molto accolta in quella città.
Questa vita semplice la sta facendo man mano rinascere e sente che le proprie ferite possono guarire in questo modo, lontana da tutto ciò che possa ricordarle quello che ha passato.
Si parla dei figli, dei loro lavori, di qualche film visto in televisione o libro letto, niente di troppo complesso o che possa recare disturbo alla Smith.
E poi quei genitori non si stanno certo permettendo di farle troppe domande, si conoscono da poco e non devono sembrare indiscreti con una nuova arrivata così gentile e affabile.
Per ora Esme sembra star conoscendo della gente normale: miracolo!

Anche Scorpius sembra divertirsi un mondo, eppure sente che qualcosa gli manca.
Nonostante adesso non ci badi molto, è pur sempre un bambino spensierato, durante la bella giornata che ha trascorso e sta ancora trascorrendo ha pensato ai suoi cuginetti in Inghilterra, alla sua famiglia, alla mancanza del padre.
La madre cerca in tutti i modi di non fargli pesare quel cambio di vita, intrattenendolo come meglio può, eppure la malinconia certe volte si fa sentire eccome.
Gli mancano i nonni, le zie, i suoi vecchi amici, il padre soprattutto.
Adora i nuovi bambini, il clima scolastico, il cielo meno grigio, però l'Inghilterra è pur sempre il posto in cui è cresciuto fino ad ora.
Forse Charleston è più colorata, ha più tempo per divertirsi e stare con la madre, ma qualcosa manca eccome.

«È ora di mangiare!» i pensieri che stavano per spuntare al bambino vengono mandati via dalla frase esclamata dalla madre, che attira l'attenzione di tutti.
Tutti quei giochi hanno messo un certo languorino ai più piccoli ed Esme è arrivata nel momento giusto per servire tramezzini, patatine, dolcetti, e qualsiasi cosa può essere di loro gradimento.
Lei si sente fiera di ciò che ha fatto e come lo ha organizzato e spera che il figlio sia altrettanto contento.
Poi ha ricevuto un sacco di bei regali dagli invitati, quindi non può certo non essere felice.

Il citofono suona ancora una volta ed Esme sa già chi è, di chi si tratta visto che è l'ultima persona mancante.
«Javier!» esclama abbracciandolo e facendolo accomodare «Sei riuscito a venire, allora»
È felice di vederlo ed è contenta che ci possa essere un altro invitato, sposta lo sguardo e nota che al suo fianco vi è una persona quasi inaspettata.
«Lui è Dominic, per fortuna si è liberato da lavoro»
«Oh, Dominic, sono così contenta di conoscerti!»
Esme afferra saldamente la mano dell'uomo accanto a Javier e lui ricambia la sua espressione allegra con un sorriso enorme.
«Mio marito mi ha parlato di te e di tuo figlio, sono contento che abbia a che fare con qualche amica simpatica... ormai non fa altro che poltrire a casa ultimamente!»

Esattamente, Javier è sposato con Dominic e finalmente Esme può fare la conoscenza di quell'uomo di cui il postino le ha parlato.
Il suo compagno americano lavora in un centro di fisioterapia e per questo è spesso impegnato, ma nonostante questo oggi è riuscito a liberarsi per incontrare l'amica del suo Javier.
Dominic è un po' più basso e robusto rispetto il marito, i capelli sono scuri, gli occhi marroni e il viso è marcato da zigomi alti.
Sembra un uomo molto pacato, ma pur sempre dal carattere socievole, insomma adatto ad un uomo spontaneo come Javier.
Quest'ultimo tra le mani ha una busta rossa e la passa ad Esme contento: «Questo è un pensiero per Scorpius da parte nostra, spero possa piacere!».
Vengono fatti accomodare subito e così lascia che siano proprio loro a salutare il bambino e augurargli un buon compleanno.

Tutto procede per il meglio, gli adulti riprendono a chiacchierare tra di loro e i bambini a giocare. Va tutto bene ed Esme ne è fiera.
Passano così il pomeriggio, spensierati e immersi in piacevoli parole di compagnia, finché le otto di sera bussano all'orologio ed è momento per tutti di tornare a casa.
Essendo genitori di bambini piccoli non si possono certo trattenere per molto altro tempo, il giorno dopo dovranno anche andare di nuovo a scuola.

Scorpius e la sua mamma salutano tutti, anche quella coppia di amici venuti appositamente per festeggiare il bambino, e sui loro visi è stampato un grande sorriso.
Da bravi padroni di casa conducono le persone alla porta e poi si rifugiano di nuovo sotto il loro tetto caldo.
«Sei stato bene oggi?» domanda lei, mentre con qualche colpo di dita sistema il disordine accumulato durante la festicciola.
«Sì, molto» annuisce il figlio, mentre la segue e la guarda attentamente, notando quanto si stia dando da fare per lui.
Però, forse, è bene che le dica quello che pensa, sperando di non farla arrabbiare.

«Ma... mamma» inizia a parlare storcendo le labbra e facendola fermare immediatamente.
Sta sistemando il tavolo della cucina, ma ascoltare Scorpius è più importante, quindi si siede su una sedia e lo fa poggiare sulle sue gambe: «Successo qualcosa? Non ti è piaciuta la torta, fagiolino?».
«No, mamma, era buonissima, però...» sospira e mugola mentre allaccia le braccia al petto «Mi mancano Albus e gli altri cugini»
Esme sospira con rammarico, lo sa quanto è legato a quei bambini e strofina le labbra una contro l'altra per sistemare i pensieri e cosa dirgli.

«Io li avevo chiamati, purtroppo oggi non potevano venire, ma ti assicuro che presto li rivedrai» ed è vero, semplicemente l'America è lontana e uno dei genitori maghi deve liberarsi ad un orario consono per materializzarsi con tutti quei bambini senza nemmeno che il fuso orario stordisca.
Esme di certo non si vuole privare dei vecchi amici suoi e del figlio, anzi li sente spesso proprio perché ci tiene.
Non è sparita, solo allontanata e per via di impegni generali non si sono ancora rivisti.
«Magari durante le vacanze possiamo invitali a stare qualche giorno qui»
Scorpius annuisce e posa la testa sulla sua spalla, mentre si gode qualche sua dolce carezza.
«Io so che non dici mai bugie, però mi mancano e volevo dirtelo»
«Devi sempre dirmi quello che pensi, così risolviamo tutto subito. Io voglio solo che tu sia felice, lo sai»

A quelle parole lui alza gli occhioni celesti verso la madre e sospira di nuovo, facendole capire che c'è altro.
«Dimmi tutto, fagiolino» lo incita delicata, dandogli un bacio sulla guancia e guardandolo comprensiva.
«Mi manca papà...»
Esme si ammutolisce per un attimo, le parole si bloccano dritto in gola e non sa bene che rispondergli a questo punto, perché odia mentirgli, ma deve perché è troppo piccolo per sapere tutto.
La situazione creata, quegli omicidi di cui nessuno sa nulla, non può far fuoriuscire qualcosa.
Come non può dirgli un semplice "non ci vogliamo più bene", perché anche questa non è la verità e tra due menzogne è meglio dire la meno dolorosa per un bambino, che di certo non è questa.

Certe volte i bambini si danno le colpe, iniziano ad essere sospettosi, a fare mille domande, quindi per Esme e Draco dare la colpa al lavoro è più semplice visto che Scorpius fino pochi anni prima ha sempre visto i genitori davvero indaffarati.
Insomma, sembra la cosa più veritiera e meno traumatica.
Dire che il padre ha ripreso quel vecchio lavoro impegnativo è meno difficoltoso di spiegargli situazioni che sono troppo complesse anche per loro.

«Papà ha delle responsabilità, deve rispettarle anche se può essere triste» questa volta gli parla con più consapevolezza e, soprattutto, quasi gli dice ciò che è vero senza esagerazioni.
Merita un dialogo aperto con la madre, un confronto serio, anche se non saprà la verità.
«Quando si è grandi gli impegni aumentano e diventa tutto difficile, lo sarà anche per te, per tutti. Purtroppo non è tutto bello e sempre, ma la cosa che possiamo fare è goderci i momenti allegri e in cui si sta insieme. Io, però, ti prometto che cercherò di fare del mio meglio per farti stare bene, il possibile, davvero»
«E papà fa del suo meglio, vero?»
«Anche lui ci prova... sì» smorza un amaro sorriso e lo stringe un po' più forte a sé.

Scorpius afferra la sua maglia con le manine e si sente più tranquillo ora che ha parlato con Esme, che ha capito delle giuste motivazioni e che gli è stato fatto presente che sicuramente rivedrà i suoi amichetti ben presto.
«Papà lo potrai rivedere appena si potrà, invece» riprende a parlare lei «Purtroppo questa situazione lavorativa è... perenne, che vuol dire che ci sarà sempre»
«Non lo vedrò più?»
«No amore, questo no, lo rivedrai sicuramente, ma avrà questo lavoro... sempre, ecco»
Con lavoro intende la separazione con Esme e questo la rammarica, ma sente che è la scelta più giusta.
Esme sta meglio senza di lui, ogni tanto ha degli incubi è vero, però non teme più per sé e il figlio. I suoi ricordi sono troppo dolorosi e vuole darsi del tempo, ha bisogno di stare bene e merita quella separazione.
Anche se abituarsi alla sua mancata presenza è ancora difficile, alzarsi la mattina senza la preoccupazione che qualcosa di terribile possa accadere la fa stare bene.
Draco non la merita e il suo errore è stato troppo grosso.
Ha pensato a sé al posto della sua famiglia, ora ne deve pagare le conseguenze.

Poi non sta impedendo al figlio di viversi il padre, vuole solo garantirgli una versione di Draco più matura e responsabile al posto di lasciarlo nelle mani di un folle.
Non si fida, ha visto quello che ha fatto nella completa irrazionalità, e l'ha fatta preoccupare tantissimo. Non può lasciarlo così con un assassino e bugiardo, perché Draco non è solo un padre ma anche quello.
Adesso lui deve sopportare il peso di ciò che è e scrollarsi via questa nomea pessima.
Per essere una persona nuova dovrà dimostrarlo.

«Ti amo così tanto Scorpius... con tutto il mio cuore» lo stringe di nuovo e lo guarda negli occhi «Sei la cosa più bella di tutte, il mio meraviglioso fagiolino»
Le sue iridi chiare si illuminano alle sue parole e annuisce, portando le paffute dita sul suo volto e accarezzandola: «Anche io mamma, e sei bellissima».
«Mai quanto te» ridacchia e strofina il nasino contro il suo, strappandogli a sua volta una risata.
Esme a questo punto lo fa scendere dalle sue gambe e passa una mano per i suoi capelli biondi.
«Adesso andiamo in camera a fare la nanna, va bene? Possiamo farla nel lettone insieme!»
«Posso chiamare prima papà?» propone lui con un sorriso gentile, e a quel faccino Esme non può dire di no.
«Va bene, fagiolino, vai a chiamarlo»
Sarà difficile gestire quella separazione con un bambino ma lei vuole farcela e, a dire la verità, anche Draco ha intenzione di fare del suo meglio.
È iniziato un nuovo cammino per Esme e Draco, separati, ma legati dall'amore che provano per il figlio. Un amore diverso da quello che hanno sempre vissuto, ma altrettanto degno di essere raccontato.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top