§ 2- Prima della partenza §
Il suono della sveglia mi raggiunge quasi inutilmente, perché i miei occhi sono già puntati sul soffitto screziato d'azzurro e la mente è in continuo movimento. Ho passato quasi tutta la notte sveglia a cercare informazioni su Victor Harbor, sul volo che dovrò affrontare, sul cambiamento che mi spetta non appena atterrerò in Australia e, inevitabilmente, un fiume d'ansia mi ha investito impedendomi di riposare. Non ho cambiato idea, ovviamente, solo che sono tante le cose da digerire e pensavo che per me fosse più facile.
L'ansia mi ha colta impreparata, tutto qui! Minimizzo con uno sbuffo d'aria.
Allungo un braccio sul comodino e afferro lo smartphone per controllare la mia vita sociale. L'orologio sul display segna le 7:36, ma è quasi nascosto dalla moltitudine di notifiche.
È ora di alzarmi! Penso mettendomi a sedere, mentre leggo alcuni commenti.
Sono tutti entusiasti, se sia vero o meno non posso saperlo, dal display non traspaiono le emozioni, ma mi piace pensare che siano davvero felici per me.
Mentre sorrido ad alcune frasi, lo sguardo si blocca su un commento: Ti sembra il caso?
Il caso per cosa?
La chat di Messenger s'illumina proprio nello stesso istante, aprendo una conversazione barra monologo che non avevo ancora avuto modo di leggere. A quanto pare Matteo Barca non è felice per me e lo dimostrano i messaggi di rimprovero che si accodano l'un l'altro a quello della bacheca e che proseguono in questo momento.
[Lo vedo che sei collegata. Mi rispondi.]
[Buongiorno anche a te, Matteo!]
[Mi spieghi cosa significa il post?]
[Perché? Non si capisce? Pensavo fossi più intelligente XD]
[Non fare la scema. Non penserai mica di andare sul serio?]
[Non lo penso, Matteo, io vado. Non capisco quale sia il tuo problema?]
[Lo sai.]
[Direi di no. Vuoi spiegarmelo?]
[Ci vediamo oggi?]
Il mio cuore, maledetto organo traditore esulta, ma ho deciso di tenerlo a freno e così rispondo: [Ho da fare con Daniela.]
[Non hai neanche cinque minuti per me? Me li devi.]
[Ok. Alle 15 da Nico. Non tardare perché questa volta non ti aspetto.]
[Ci sarò. A dopo.]
Rileggo la conversazione e mi viene la nausea nel constatare quanto io sia stupida. Come ho potuto accondiscendere nuovamente alla sua arroganza? Ancora una volta, Matteo 1 – Viola 0.
Il trillo di WhatsApp cattura la mia attenzione, stavolta è la mia Daniela.
[Buongiorno, tesoro! Sei in orario?]
[Buongiorno a te! Certo che sì. Ci vediamo alla mezza da Nico.]
[Perfetto!Perché ho un sacco di domande da farti J]
[Povera me! O_O]
[Già... a dopo!]
Chiudo la conversazione, lancio il cellulare ai piedi del letto e corro in bagno. Odio essere in ritardo e odio i ritardatari. Alla velocità della luce mi lavo, vesto e agguanto il telo da mare con una mano mentre con l'altra mi infilo le Converse.
"Cosa ci fai già sveglia?"
Al suono della voce di mia madre mi blocco per puntarle gli occhi addosso. Sono ferma su una gamba sola, il cellulare incastrato tra mento e spalla, una mano agganciata alla gamba sollevata e l'espressione innocente.
"Vado in spiaggia."
"A quest'ora?" la vedo inarcare un sopracciglio in modo scettico e mi viene da sorridere mentre mi rimetto dritta.
"Lo sapevi che in Australia adesso è inverno? Devo fare il pieno di Sole."
"Hai passato la notte sveglia a documentarti?" domanda incrociando le braccia al petto e illuminando il viso con un sorriso divertito.
"Si vede tanto?"
"No, sei bella come sempre", risponde lasciandomi passare e seguendomi in cucina, "ti vedi con Daniela?"
"Sì", annuisco guardando l'ora, "devo proprio scappare, ma'."
"D'accordo, a stasera!"
Le schiocco un bacio sulla guancia e mi lancio in strada.
I miei passi si muovono rapidi sul ciottolato, sembra che abbia messo il turbo, ma non voglio farla aspettare. Per fortuna il bar dista davvero poco da casa mia e quando arrivo sono in anticipo di ben dieci minuti.
Mi fermo al limitare della terrazza, gli occhi fissi sulla spiaggia che lentamente si sta popolando di coppie e di famiglie con bambini piccoli, mentre la mente macina pensieri che ancora non riesco a ordinare.
"Hai intenzione di entrare o resti lì?"
Mi volto e trovo gli occhi sorridenti di Nicola a fissarmi.
"Aspetto Daniela" rispondo con un accenno di sorriso prima di tornare a guardare il litorale.
Mai sostenere lo sguardo di un uomo, se non sei sicura di voler sapere cosa quegli occhi vogliano dire. Mi ripeto, sentendomi quasi in colpa nei suoi riguardi.
"Mi ha detto del lavoro, complimenti!" continua senza lasciarsi scoraggiare.
"Non ho fatto niente", sminuisco perché lo penso, "in fondo vado da mio cugino."
"Beh, se Vincenzo ha scelto te un motivo ci sarà."
"Perché mi vuole bene", replico girandomi a guardarlo, "sa che per me è importante."
"Non farlo."
"Cosa?"
"Non pensare che l'abbia fatto solo per affetto. Ha un ristorante stellato, non credo che abbia agito con incoscienza."
"Non credo neanche di essere stata la sua prima scelta" ribatto stringendomi nelle spalle.
Lo sento sospirare e lo vedo scuotere il capo, indeciso su cosa dire.
Sono una persona difficile, Nico, lo so!
"Comunque", riprende dopo alcuni attimi di silenzio, "qualunque sia il motivo, divertiti. Affronta questa esperienza con entusiasmo, assimila il più possibile e non camminare mai in punta di piedi."
"In che senso?" inevitabilmente mi scappa un sorriso.
"Vivila essendo te stessa, Viola. Testa bassa, impegno e passione. Vedrai che sarà un'esperienza che ti rimarrà dentro."
Sollevo le sopracciglia sospettosa e lui continua.
"Per me lo è stata", rivela sorridendo, "ho lavorato una stagione in Germania quando avevo vent'anni e posso giurartelo, ancora oggi posso dire che è stato il periodo più assurdo e incredibile che abbia mai vissuto" gli occhi azzurri gli brillano di gioia, con una luce che non gli avevo mai visto.
"Niente punta di piedi allora!" esclamò scrutando nuovamente davanti a me, mentre Nico torna al lavoro senza aggiungere altro.
È davvero un bravo ragazzo. Se mi fossi innamorata di lui la mia vita sarebbe stata piena di sorrisi, invece no, il mio cuore non ragiona e si nutre di emozioni. Io lo so perché si sceglie sempre il ragazzo sbagliato, l'ho capito in uno dei miei tanti deliri interiori. La verità è che...
"Sono in orario!" sento strillare alle mie spalle e interrompo immediatamente il flusso dei pensieri.
Nel voltarmi la vedo corrermi incontro con le braccia tese in avanti pronta per stringermi.
"Come farò tre mesi senza di te?" mi stritola in un abbraccio teatrale e poi mi sorride. "Prima mangiamo, però, poi ne parliamo."
Rispondo al sorriso e prendiamo posto al solito tavolino, credo che questo luogo mi mancherà quasi quanto lei.
***
La colazione questa mattina aveva un sapore strano, come sento differenti i raggi di sole, che adesso mi sfiorano il corpo. Siamo sdraiate in spiaggia da un paio d'ore e già mi sento friggere dall'impazienza.
"Promettimi che non ti farai fregare, questa volta" mormora la mia amica all'improvviso, continuando a tenere il volto nascosto nell'intreccio delle braccia.
"Qualunque cosa abbia da dirmi non mi farà cambiare idea."
"Anche se ti dicesse che ti ama?" incalza balzando sui gomiti per guardarmi.
"Non lo dirà."
"E se lo dicesse?" continua seria. "Se ti dicesse resta, voglio stare con te?"
Mi giro di fianco per sollevarmi su un gomito e guardarla in viso. Lo faccio lentamente perché ho bisogno di tempo per formulare una risposta, perché non ho la più pallida idea di quale sarebbe la mia reazione a una tale eventualità.
"Allora?" pressa sempre più seria, quasi arrabbiata per il mio silenzio.
"Non lo so", ammetto abbassando lo sguardo sulle punte spugnate del telo.
"Sei un caso disperato!" brontola piegando solo la testa in avanti.
"Comunque non lo dirà" minimizzo, lanciandole uno sguardo furtivo.
Cavoli hai ragione. Sono un disastro!
"Promettimi solo che ascolterai attentamente cosa avrà da dire e non quello che vuoi sentire."
"Te lo prometto."
"Sul serio", torna a guardarmi con i suoi occhioni chiari, "non lasciarti abbindolare da due moine senza fondamenta. Un'esperienza all'estero è una grande opportunità per il tuo futuro lavorativo. Hai una vaga idea di quanto pesi uno stage in un ristorante stellato?"
"Lo so."
"No. Non lo sai", ribatte con una piccola smorfia, "io pagherei oro per essere al tuo posto quindi, non fare scemate!"
"Sì, capo."
"Brava!" abbozza un sorriso comprensivo. "Ora che ne dici di mangiarci un gelatino prima che arrivi Barca."
"Ci sto" concordo iniziando a vestirmi, mentre ripenso alle sue parole sagge e dette per il mio bene.
Le lancio uno sguardo e lei mi sorride dandomi una piccola spinta con la spalla accompagnata da una risata complice. A volte non servono le parole per esprimersi, con lei almeno non serve, perché ci conosciamo troppo bene e l'intensità dei nostri occhi vale più di mille vocaboli.
***
[Sono le 15.15, se non è ancora arrivato vattene.]
Rileggo il messaggio di Daniela cercando di prendere coraggio. Odio i ritardatari, eppure, eccomi qui, ferma come un'idiota ad aspettarlo.
Con un gesto nervoso picchietto il palmo con il dorso del cellulare, mentre mordicchio l'interno del labbro per scaricare la tensione.
Lancio un altro sguardo al display, l'orologio segna le 15.17 e mostra un'altra notifica dalla mia coscienza umana che mi incita ad agire. [Gli avevi detto che non lo avresti aspettato. Vattene a casa.]
Come al solito ha ragione, ma nella lotta mente e cuore è sempre quest'ultimo a prevalere.
Al diavolo! Impreco iniziando a camminare per ritornare a casa.
I miei passi sono lenti, una tartaruga saprebbe fare di meglio, ma una stupidissima parte di me, quella pateticamente romantica, insiste per dargli ancora un po' di tempo.
Avanzo piano, perdendomi con lo sguardo sui dettagli di questo paesino che tanto amo, finché il fischio di una frenata non cattura la mia attenzione.
Sposto lo sguardo sulla fonte del rumore e lo vedo scendere rapidamente da uno scooter per venirmi incontro. Ha tanta fretta di raggiungermi che slaccia il casco a un paio di passi da me.
Il cuore sussulta nel notare la sua fretta e immediatamente ne nasce un sorriso che però non raggiunge la mia bocca. È in ritardo dopotutto.
"Potevi aspettarmi!" esordisce quando è a un metro da me.
Pensavo iniziasse con uno scusa per il ritardo, ma come al solito non si smentisce e questo non fa altro che irritarmi.
"Te l'avevo detto che ho da fare, Matteo."
"Fare cosa? Siamo in vacanza."
"Non sono affari tuoi" ribatto sempre più nervosa. Un dettaglio sul suo collo mi ha letteralmente gettata nel malumore. "Cosa dovevi dirmi? Ho fretta."
Lo vedo sgranare gli occhi con sorpresa. Non è abituato alla mia freddezza, con lui non l'avevo mai usata.
"Quindi fai sul serio? Parti?"
"Mi sembra di averti già risposto", rispondo spazientita, "se è solo per questo che mi hai voluto vedere, allora sappi che mi stai facendo perdere tempo."
"Non pensi che sia un azzardo, per una come te andare dall'altra parte del Mondo?"
Una come me?
"Scusa, cosa vorresti dire?" la mia voce suona dura, così come lo sguardo, che se ne avesse il potere in questo momento lo starebbe tagliando in tanti pezzettini.
Ha lo scooter di Carla. Era con lei. Stronzo.
"Sei una ragazzina..."
"Ho la tua età."
"Sì, ma è pericoloso."
"Vuoi dirmi che ti preoccupi per me?" gli domando con ironia, incrociando le braccia al petto e aspettando di capire quale sia la verità.
"Ovvio. Siamo amici."
Amici?
"Beh, amico, se è per questo non ti preoccupare. Vado da mio cugino."
"Ah, ecco perché!"
"Perché cosa?"
Il suo tono di sufficienza mi dà sui nervi. Non capisco come sia possibile amare e odiare una persona allo stesso tempo e con la stessa intensità, ma in questo momento i due sentimenti si equivalgono. Giuro.
"Come hai fatto ad avere una proposta lavorativa all'estero."
"In che senso, scusa?"
"Nel senso che la tua botta di culo è data dalla parentela. Lo diceva Carla, ma non volevo crederci" spiega in modo altezzoso, il perché poi non lo comprendo.
"Invece di parlare di me con la tua nuova amichetta potresti fare altro."
"Fatto", ribatte e ride con strafottenza. Lo sa che mi sta ferendo, lo leggo nei suoi bellissimi occhi e ne approfitta per continuare, "tra la prima e la seconda volta è arrivata la tua notifica e quindi" si stringe nelle spalle con noncuranza.
"Perché hai voluto vedermi? Non capisco" lo chiedo con voce neutra. Non voglio dargli anche la soddisfazione di vedermi a pezzi, ma il suo atteggiamento è un grande controsenso che mi destabilizza. Va bene che non provi qualcosa per me, ma la cattiveria gratuita credo di non meritarla.
"Volevo controllare che fosse vero e non fosse una trovata per farmi reagire."
"Stai scherzando!" un sorriso strozzato mi vibra in gola. "Non capisco, hai finto interesse per il mio viaggio per quale ragione?"
Sono sconvolta, ma riesco ancora a mitigare la reazione.
"Te l'ho detto", sorride come se fosse un ghigno diabolico che non mi aveva mai rivolto, "volevo accertarmi che fosse vero e non fosse un tentativo per sentirmi dire ti amo o robe del genere."
"Mi stai prendendo in giro!" butto fuori facendo un passo indietro.
"No, quello l'ho fatto in questi ultimi mesi" e lo dice come se mi stesse aggiornando sul tempo. Guardandomi dritto negli occhi con uno scintillio macabro che appanna la sua naturale bellezza.
Mi hai presa per il culo! Comprendo, sentendo il petto crepitare di rabbia più che di dolore e nitidamente mi appare la mia stupidità. Sono stata una fottuta scommessa, avrei dovuto immaginarlo.
"Spero che almeno sia stato davvero divertente" asserisco con voce gelida come il mio cuore.
"Non sei stata male!"
"Perché me lo stai dicendo adesso?"
"Perché mi hai fatto vincere un po' di soldi e ho pensato fosse carino fartelo sapere", si passa una mano tra i capelli continuando a guardarmi negli occhi, "poi non volevo che partissi e continuassi a pensare me."
"Grazie del pensiero, ma non sarebbe successo", mento abbastanza bene da leggergli la confusione sul viso, "addio!"
Riprendo a camminare lasciandomelo alle spalle, senza guardarlo o aggiungere altro. Sento nel petto una strana sensazione di congelamento, ma neanche una lacrima scivola sul mio volto. Non merita le mie lacrime, lo avevo già detto e lo ribadisco ora, che continuo a muovermi silenziosa sull'asfalto bollente.
Apro la messaggistica e scrivo una sola frase alla mia unica amica:
[Ero una scommessa. Si saranno divertiti a veder sciogliere l'Iceberg. Meglio, partirò senza rimpianti. Spengo cell. TVB]
*Ecco i primi prestavolto*
Viola
Daniela
Matteo
Nico
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