Un fiore giallo in un mare di fiori gialli
Proprio l'altro giorno pensavo a quanto avessi voluto essere una persona di successo; qualcuno che per un motivo o per un altro si sia guadagnato la gloria e il rispetto di tutti, potendo così essere fiero di se stesso.
Poco dopo però, ho pensato a quanto questi individui illuminati siano infimi di numero rispetto alle persone "normali" che di primo impatto non hanno nulla di speciale.
La veritá è che senza quelli "nella norma" non ci sarebbero geni da elogiare e tantomeno sogni che aspirino a diventarlo.
Siamo coloro che si sporcano le mani, che si spaccano da mattina a sera per mezzo pane e senza essre riconosciuti, anzi, a prendersi i meriti ufficiali sono i nostri datori di lavoro, nel caso di vendita , ministri, nel caso una riforma economica abbia avuto esito positivo ecc...
L'esempio più lampante è la guerra: tutti si ricordano i grandi generali, i caporali, i sergenti, ma nessuno si ricorda i nomi di chi ha versato sangue per la loro gloria.
Tutto ciò che questi cadetti hanno ottenuto è una misera croce bianca che si confonde con tutte le altre alla quale i più fortunati ricevono le lacrime dei familiari.
Sìano orgogliosi coloro che non fanno parte dell' élite talentuosa, anche perchè ognuno di noi è l'eroe di qualcuno; un padre sará sempre il supereroe onnifacente per il proprio figlio, indipendentemente da quale sia il lignaggio o il cetto.
Questo per dire che è giusto volersi migliorare per diventare "qualcuno", tenendo sempre a mente che noi siamo giá qualcuno, nel senso stretto del termine, solo non ce ne rendiamo conto.
A pensarci siamo come spighe di granoturco, crescute su una stessa terra e fatte danzare da uno stesso fievole zefiro. E noi, invidiose, bramiamo di essere un leggero papavero sul ciglio della strada che, grazie alla sua mirabile avvenenza, viene colto da una bambina.
Questa gelosia ci fa piegare su noi stesse, ci fa raggrinzire e perdere piccoli semi, come ghiacciate e amare lacrime che arano delle tiepide gote.
La bellezza di quel cinabro bocciolo sarebbe vana senza la nostra esistenza, che permettiamo la vita di quell'infante grazie al pane fatto col nostro sacrificio e ciò rende noi, orride spighe, più valorose di qualsiasi altro fiore dal manto sgargiante e ipnotico.
La morale di questo piccolo excursus sul mio pensiero è che non bisogna non desiderare di essere una persona di successo, ma di apprezzare il successo che giá si possiede ed usarlo per raggiungere i propri sogni.
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