Capitolo 9 - L'INNESTO
Lo Svedese non aspettava altro, finalmente poteva usare il suo "pugno di ferro"; il sorriso maligno del signor Maurice era l'occasione giusta.
Con un potente destro lo colpì così forte che cadde per terra rompendosi gli occhiali.
Involontariamente cascò anche il mazzo di chiavi, lo Svedese li prese immediatamente.
<<Oh eccole, grazie>> Chino non aveva rinunciato al suo sarcasmo <<controlla la stanza e tu rimettiti seduto>>.
Maurice riprese gli occhiali, con la lente destra frantumata, se li rimise, si pulì, col dorso della mano, il sangue che usciva dal labbro inferiore, e si sedette.
Lo Svedese ripercorse il tragitto velocemente, era impaziente di scoprire cosa si gelasse dietro a quella porta.
Arrivato di fronte a essa, ebbe un po' di difficoltà a trovare la chiave giusta, dopo tre tentativi e la pazienza che stava per sfociare in collera, finalmente riuscì a sbloccare i lucchetti uno per volta.
Aprì la porta con il suo cigolio; l'ombra dello Svedese sull'uscio e più la porta si apriva più la sua ombra si allungava all'interno.
La prima reazione che ebbe fu di vomitare, c'era una puzza da far schifo, come se avessero lasciato marcire l'immondizia con escrementi sotto il sole di ferragosto.
Si mise la mano sulla bocca e sul naso per cercar di respirare il meno possibile quell'aria inquinata. << Che puzza di merda>>.
Non osò varcare la porta, anche perché, non c'era niente di particolare, di valore: un letto sporco e malandato, una finestra dove, entrava pochissima luce e NIENT'ALTRO. Non notò la catena legata a una gamba del letto.
<<Fanculo ora sbotto di brutto>> tenendosi la mano sul naso e scese velocemente.
In quell'istante la porta, lasciata aperta, iniziò a muoversi lentamente col suo cigolio e da dietro comparse la misteriosa persona con la tutta da sadomaso che lentamente stava uscendo dalla stanza. Barcollava, camminava con la schiena in avanti e quelle lunghe braccia sfioravano il pavimento, silenziosamente iniziò a scendere le scale.
<<L'unica cosa che era rinchiusa lì dentro era una puzza micidiale>> disse lo Svedese << è quella non si richiude con dei lucchetti ma si da direttamente fuoco>> rivolgendosi a Maurice, con un tono ironico.
<<Ora controlla l'altra>> ordinò Chino.
<<Col cazzo, vai tu a respirare quell'aria di merda, io ho già dato>>.
<<Dove hai detto che si trova l'altra stanza?>>.
<<Nel sottoscala!>>.
Chino si alzò, si avvicinò allo Svedese e parlarono a bassa voce: <<Tieni d'occhio l'autista, non ha tolto gli occhi dall'auto>>.
<<Faccio entrare Leo?>> chiese lo Svedese.
<<Per il momento sta bene dov'è. Ho in mente un piano>> prese le chiavi e si avvicinò al sottoscala.
Lo Svedese si sedette, di peso, sul divano e mise i piedi sul tavolino.
<<Cosa mai nasconderai qui dentro>> Chino iniziò ad aprire il primo lucchetto.
Maurice si tocco il mento dolorante <<Siete ancora in tempo per godere la vostra refurtiva, più passano i minuti e più ci sono alte probabilità che il vostro lavoro sarà stato inutile>>.
<<Mmm, certo che non usi mezzi termini, mi piace questa tua sincerità, per questo motivo che rimaniamo qui>> disse sorridendo mentre apriva il secondo lucchetto.
<<Siete solo dei ladruncoli di periferia, degli emarginati della società che si divertono con poco, rubando delle banche>> sorrise beffardamente <<persone come voi sono come formiche, bisogna schiacciarli e dopo, con un fazzoletto eliminare ciò che rimane dalla scarpa>> guardava lo Svedese con un'aria di sfida. <<Vi ripeto andatevene, dopo non ci sarà nessuna via di ritorno>>.
CLICK. Il terzo lucchetto fu aperto.<<Ti dispiace farlo tacere? Ora inizio a non sopportarlo>> disse Chino allo Svedese.
<<Con vero piacere>> Lo Svedese si alzò e gli sferro un altro, potente pugno, sul viso di Maurice che cadde nuovamente sul pavimento e fu riempito di calci sotto gli occhi, indifferenti, di Tanzi che dopo una rapida occhiata al massacro guardò, di nuovo, verso l'auto e notò quello che temeva fin dall'inizio di questa vicenda.
Tanzi vide Leo che si muoveva come se stesse cercando qualcosa.
"Trovata".
<<Tieni a bada i due e non me lo ammazzare...per il momento>> Chino scese nello scantinato e iniziò a percorrere il lungo corridoio semi illuminato.
***
Un'auto svoltò sulla strada sterrata, perdendo quasi il controllo del veicolo.
<<Sempre dritto...la prega mi lasci andare>> disse Waco con un filo di voce.
Piazza non toglieva il piede dall'acceleratore e teneva il volante, stretto tra le mani... Il lungo viale verso l'inferno.
***
Continuava a sentire, ancora, quello strano lamento che proveniva dal bagagliaio, Leo era convinto che ci fosse qualcosa ma doveva aspettare in auto, doveva aspettare il segnale, che tardava ad arrivare.
Aveva notato dei movimenti, attraverso la parete vetrata, che dava nel soggiorno e aveva notato benissimo come Tanzi, l'ostaggio, non avesse tolto lo sguardo su di lui.
I lamenti diventavano più intensi e Leo decise di controllare.
Chino era arrivato alla porta in fondo al corridoio, l'aprì, era buio all'interno e si sentiva una puzza di acido e muffa.
Accese la luce...e illuminò l'orrore...
Tanzi appena vide Leo uscire dall'auto, si alzò di scatto provocando una reazione dello Svedese che lasciò inerme Maurice per terra e con il calcio dell'arma colpì con violenza la schiena di Tanzi che si accasciò dal dolore. <<Nessuno ti ha detto di alzarti>> e gli diede un calcio. <<Mi sto stancando di questa situazione>> disse irritato mentre caricava la sua arma e la puntava su Maurice.<< Anticipo i tempi>>.
Il signor Maurice sorrideva.
<<Mi fa piacere che sorridi>> disse lo Svedese con il dito che premeva sul grilletto.
<<Sorrido alla morte...>> replicò Maurice.
Preso dall'euforia, lo Svedese, non si accorse che dietro di lui un essere, umano, vestito di nero che camminava come un ragno si stava avvicinando silenziosamente.
Tanzi vide quell'essere e rimase impietrito.
"Era vero...esiste...."
<<...alla tua morte>> continuò Maurice mentre l'essere vestito di nero si alzava per tutta la sua orrenda altezza scheletrica.
<<Vedremo>> disse lo Svedese mentre, dietro di lui, l'essere era pronto ad attaccare.
Leo tirò la leva del bagagliaio, lo sollevò e non credeva a quello che aveva trovato. All'interno c'era una ragazza legata e imbavagliata.
<<Cazzo>> Leo era incredulo.
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