Capitolo 7 - L'ULTIMO PEZZO
Un forte schiaffo lo svegliò, era ancora stordito, gli faceva male la testa e le gambe, faceva a fatica a muoversi, la sua vista lentamente diventava più chiara fino a quando non si manifestò davanti a lui uno strano individuo.
Riacquisto tutti i sensi, era in aperta campagna, era seduto con la schiena appoggiata allo sportello dell'auto e aveva le gambe mani legate, era terrorizzato.
Lo strano individuo, lo guardò e gli diede un altro potente schiaffo.
<<Gridare non ti servirà a niente, nessuno potrebbe sentirti, risparmia il fiato, ti servirà>> disse il sig. Piazza.
<<Chi sei? Che cosa vuole da me?>> rispose con un filo di voce terrorizzata Waco.
<<Ti risponderò alle tue domande, mostrandoti una foto>>, il signor Piazza estrasse dalla giacca la foto, piegata, che ritraeva il viso di sua figlia, Marta. << Guardarla>>.
<<Non so chi sia>>.
Piazza passò dagli schiaffi ai pugni, il primo colpì lo zigomo del povero Waco che cadde da un lato e iniziò a piangere.
Lo rialzo dai capelli. << Guardala attentamente>> intimò Piazza << Dov'è?>>.
Il viso di Waco era un mix di muchi, sangue e lacrime. << Lo giuro non so chi sia>>.
<<Pensi veramente di prendermi per il culo>> afferrò con violenza la gola del ragazzo con la sua possente mano e iniziò a stringere, Waco iniziò a dimenarsi << Non farmi perdere la pazienza, dimmi dove è mia figlia, eri con lei il giorno della sua scomparsa, ti hanno visto>>.
Waco emanava suoni strozzati e cercava di liberarsi, invano, dalla presa del suo assalitore.
<<Ti lascio respirare ma voglio delle risposte>> continuò il sig. Piazza.
Il ragazzo disse di sì con la tesa; Piazza mollò la presa alla gola.
Waco tossì e riprese a respirare normalmente, riusciva a sentire l'aria fresca che entrava dalle narici fino alla gola dolente.
<< Si...si...>> disse ansimando il ragazzo << ho un vago ricordo di lei, non posso ricordare di tutte...>>.
Un fulmine a ciel sereno; parole che erano peggio delle lame "non posso ricordare di tutte".
<<Che cazzo significa ?>> disse preoccupato Piazza.
Waco era confuso <<Non ricordo di tutte le ragazze che porto al mio capo... >>
Piazza, confuso, cercava di decifrare quelle parole. << Di cosa diavolo stai parlando? Dove hai portato mia figlia?>>.
<<Non so se è ancora viva, io le trovo e le porto...le porto alla sua villa...>>.
La rabbia prese il sopravvento, iniziò a colpire il ragazzo senza pietà con una serie di pugni, il terreno era bagnato dal sangue, nella silenziosa campagna si poteva udire il suono delle nocche che sbattevano sugli zigomi come un martello che spacca cocchi; il volto del povero ragazzo si deformava pugno dopo pugno...
Si fermò. La ragione riprese il suo posto. L'avrebbe ucciso ma non ora, prima doveva farsi portare in quella villa, ha la sensazione che sua figlia sia ancora viva.
Waco sputò sangue << Mi pagano per portale lì, non so...>> disse in maniera confusionaria << lì...ci si diverte>>.
Piazza prese un fazzoletto e inizio a pulire il viso di Waco e con un tono di voce diverso, più da padre questa volta chiese: << Facciamo un patto, tu mi porti a questa villa e io ti lascio libero>>.
<<No, no...>> era preoccupato << lì succedono cose orribili>>.
<<Che cosa accadde lì dentro?>>
<<No...No...>> rispose con un viso impaurito
<<Portami lì ed io ti lascio vivo>>.
<<Siamo già morti>> sentenziò Waco.
Piazza estrasse la pistola e la puntò in fronte al ragazzo <<Almeno muori facendo una buona azione, una specie di redenzione per i tuoi peccati>>.
Waco capisce di non avere scelta e accetta il patto.
Piazza l'aiutò a entrare in auto e mentre fece il giro per entrare dal lato guida, sul volto, deforme, di Waco comparse un sorriso sinistro.
***
In fondo al lungo viale sterrato, s'iniziò a manifestarsi la villa. L'auto, con Tanzi e la banda di rapinatori, frenò all'improvviso.
<<Perché cazzo non l'hai detto prima eh?>> disse incazzato Chino.
<<Lo sapevo che ci stava fregando>> seguì lo Svedese con l'arma puntata.
<<E' solo una persona, con cui avevo l'appuntamento>> cercò di smorzare Tanzi.
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