Capitolo 6 - LA TECNICA DELLA TENAGLIA
Non aveva perso la sua preda per tutto il tragitto, lo inseguiva come fa un leone con la gazzella; rimase nell'ombra senza distogliere lo sguardo e senza farsene accorgere, aspettando il momento giusto per attaccare.
Il sig. Piazza era in grado, anche, di compiere quest'azione.
Waco aveva appena finito di fare il suo giro d'incontri: prima nei vari bar della zona; nel parco dove, si era incontrato con due ragazze e infine si avviò verso il sottopassaggio di una stazione metropolitana, abbandonata, fuori città.
Era il luogo e il momento giusto per il leone attaccare la sua preda.
Piazza scese dall'auto, s'incamminò verso il sottopassaggio, assicurandosi che non ci fossero occhi estranei.
Scese i primi scalini senza far rumore e nel lungo, oscuro e silenzioso corridoio vide la sagoma della sua vittima che cammina senza sospetti.
Allungò il suo passo felpato, aveva in mano la pistola ma non sapeva come l'avrebbe usata, c'erano solo due modi: il primo tenendolo sotto tiro e minacciarlo oppure stordirlo, col calcio della pistola e dopo minacciarlo.
Pensieri, idee che svanirono appena si mostrarono altre due sagome nere che scendevano le scale dall'altra parte del sottopassaggio.
Piazza si fermò di scatto, il suo piede sinistro era già in avanti ma ebbe l'istinto di fare qualche passo all'indietro.
<<Ehi Waco, puntuale come sempre>> urlò una delle due figure ormai faccia a faccia col ragazzo.
C'era un grosso distributore di bevande e cibo, alla sua destra, non funzionante che gli permetteva di nascondersi grazie al suo spessore senza togliere lo sguardo dai ragazzi che continuavano a parlare.
<<Allora cosa hai portato oggi?>> chiese il ragazzo dal giubbotto di jeans a Waco.
<<La solita roba più un extra?>> rispose col suo sorriso beffardo Waco.
<<Quale sarebbe l'extra?>>
Waco prese, dalla tasca interna, una piccola bustina con tre pillole gialle.
<<Il futuro...con una di queste si sballa. Perdono qualsiasi controllo del loro corpo, e tu li puoi manovrarle come dei burattini, farle qualunque cosa, senza essere respinti...>>.
Parole che echeggiavano per tutto il sottopassaggio, sembravano che volavano in una sola direzione... verso il sig. Piazza che udendole scatenò, nella sua fragile mente, una serie di pensieri che si accavallarono uno sull'altro, ora sapeva come quel bastardo acchiappa le sue vittime, e non voleva pensare, creare delle immagini di sua figlia che era abusata sessualmente da quel maniaco come un oggetto, no, no, no...cercava di scacciare quell'immagine, doveva focalizzarsi sul suo obiettivo: ritrovarla.
Il sig. Piazza voleva solo riavere sua figlia e prendersene cura; qualunque cosa a qualsiasi prezzo per riaverla come l'aveva lasciata quel giorno della scomparsa, rivederla con quel sorriso solare e con quel viso angelico.
<<...ma ti costerà qualche centone in più>> continuò Waco.
<<Cosa? Scherzi? Fratello io non ci guadagno niente, mi rimangono solo le briciole e metà spettano a te>> protestò il ragazzo con giubbotto di jeans.
Waco titubante << Va bene, va bene, per questa volta te li faccio pagare come le altre, così le provi e quando vedrai il risultato, capirai...>>
<<Non vedo l'ora>>.
Mentre i ragazzi terminano l'affare, l'altro ragazzo invita Waco a vedere la sua nuova moto.
<<Spero che non sia il rottame dell'altra volta>> scherzò Waco. Salirono gli scalini.
Piazza si allontanò velocemente dal suo "nascondiglio" e rientrò subito in auto, posò la pistola sul sedile accanto.
Era amareggiato, nervoso perché ogni minuto che passava era un minuto che si allontanava da sua figlia.
Quello che temeva di più stava accadendo, la disperazione stava offuscando totalmente la sua mente e questo lo portava a una sola direzione alla pazzia e tutto il tempo speso nel ricercarla si sarebbe volatizzato come le ceneri di un grande falò sotto a un violento vento.
Osservava attentamente la zona che lo circondava, era deserta dove, passavano raramente delle auto. In quell'istante di lucidità capì e quegli occhi si trasformarono nuovamente in quelli di un predatore affamato... capì e sorrise.
Il luogo era, assolutamente, perfetto per attaccare la gazzella.
Passarono minuti, forse ore, la cognizione del tempo era un argomento che non gli apparteneva più, non esiste più giorno e notte, non esistevano giorni o settimane, feste o quant'altro.
Voleva e sperava che il tempo si potesse fermare ma erano solo idee di un illuso; il tempo scorre velocemente come un fiume in piena e se voleva salvarsi, doveva nuotare più veloce.
Finalmente vide riapparire Waco, dal sottopassaggio, e salire a bordo della sua moto.
Il Sig. Piazza avviò il suo motore.
Il leone ha una sua tecnica di caccia: insegue la sua preda, silenziosamente, cerca di avvicinarsi all'ignara vittima fino a raggiungere una distanza tale da coglierla di sorpresa e spiccare un balzo in avanti attaccando la vittima prescelta. Questa tecnica è chiamata "La tenaglia".
Waco, con aria goliardica, si divertiva a eseguire dei piccoli slalom con la moto, la strada glielo permette, larga e isolata.
Piazza gli sta dietro, la lancetta del tachimetro aumentava sempre di più, le meni strette sul volante, il piede che schiacciava lentamente il pedale dell'acceleratore, i suoi occhi diedero uno sguardo rapido intorno: era solo con la sua preda.
In una frazione di secondi, il piede affondò l'acceleratore, la lancetta del tachimetro aumentò velocemente, l'auto partì come un razzo e con un balzo colpì la moto di Waco.
Il ragazzo volò dalla moto e cadde violentemente sull'asfalto, rotolandosi per un paio di metri mentre la moto continuò a proseguire con il suo guidatore invisibile fino ad accasciarsi sul lato della strada con le ruote che giravano ancora.
Piazza esce dall'auto velocemente, spera che il colpo non sia stato troppo forte da essere fatale, si avvicina al ragazzo, e nota che nonostante quella terribile caduta, senza casco, ha solo piccole ferite, gli tocca il polso, per fortuna era solo svenuto.
Lo prese e lo caricò immediatamente in auto e subito dopo gettò la moto in uno spiazzo dove, c'era una grossa quantità di immondizia.
Non passò nessuna auto in quel momento, il leone aveva la sua preda e si allontanò.
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