Capitolo 3 - LA FIGLIA DEL SIG. PIAZZA


Non aveva mai sopportato sentire, alla tv, frasi del genere " La polizia brancola nel buio..." o "Stiamo valutando ogni tipo d'ipotesi..." entrambe avevano un significato negativo che nessuna persona al mondo dovrebbe ricevere, infatti il Sig. Piazza quando si scontrava con notizie del genere cambiava immediatamente canale.

Eppure non si sarebbe mai aspettato, che quelle frasi tanto odiate, sarebbero state rivolte a lui.

Erano passati quasi due mesi quando la sua adorabile figlia di vent'anni, Marta, era scomparsa senza lasciare traccia...secondo gli inquirenti.

"La polizia brancola nel buio."

Chiunque vedesse il sig. Piazza a primo impatto penserebbe che sia una persona dal carattere forte, ingannati, forse, dalla sua corporatura robusta e dalla sua altezza di 1 metro e novantadue, molti colleghi lo chiamavano Adorf, per la somiglianza che aveva con l'attore Mario Adorf, eppure bastavano cinque minuti di conversazione per capire di quanto fosse gentile e dolce, soprattutto quando parlava di sua figlia, l'unica ragione della sua vita.

Il destino è stato meschino col Sig. Piazza, cinque anni prima perse la moglie, per il cancro, e nonostante ciò grazie, alla forza che sua figlia gli trasmetteva, riuscì ad andare avanti e superare quei momenti.

Era un giorno normale, come gli altri, rientrò dal lavoro, era ragioniere di una grossa azienda, e non trovò sua figlia, capitava ogni tanto che faceva ritardo, frequentava il secondo anno di università, ma lo avvisava sempre. Passarono le ore e Marta non rientrava e il sig. Piazza iniziò a chiamarla al cellullare che era spento. E da quel momento di lei non seppe più nulla.

Nuovamente la sua vita cadde nell'oblio e spinto sempre di più in profondità dagli inquirenti che giorno dopo giorno non comunicavano buone notizie o buone speranze.

Questa volta, però, non si sarebbe arreso al destino, non di nuovo, prima sua moglie e ora sua figlia, no questa volta voleva reagire, non avrebbe lasciato scorrere altro tempo, la polizia faceva il suo meglio ma per il sig. Piazza questo non voleva dire niente soprattutto quando a metà mese andò in questura e uno degli agenti disse: "Non è la prima che scompare" chiudendo freddamente il discorso.

Decise di indagare per conto suo, era sua Figlia cazzo.

Così andò a casa di Aurora, l'amica di Marta per fare alcune domande.

<<Quel giorno, aveva appuntamento con un ragazzo che avevamo conosciuto in facoltà>> disse la ragazza.

<<Come si chiama ?>>

<<Si fa chiamare Waco ma non so quale sia il suo vero nome>>.

<<E l'hai detto alla polizia?>>

<<Si, si>> disse prontamente << fu la prima cosa che dissi>>.

Il sig. Piazza non sapeva se la polizia lo avesse interrogato o no, sta di fatto che lui era all'oscuro, forse era una specie di prevenzione che gli inquirenti aveva adottato per evitare che lui incontrasse personalmente il ragazzo. Era solo un'ipotesi, però.

<<Hai qualche foto di questo...Waco?>>.

<<No>> la ragazza era dispiaciuta dalla risposta però cerco di rimediare dando una piccola descrizione che, in qualche modo, poteva essere facilmente individuato << però se può essere utile, Waco indossa sempre una sciarpa rossa e un giubbotto verde militare, ha i capelli ricci e neri >>.

<< E' molto utile ti ringrazio, sei stato di grande aiuto>> lo disse con un tono di voce dolce come se stesse parlando con sua figlia.

L'azienda capì il dolore e la situazione e decise di metterlo in ferie anticipate; sono passati due giorni da quando l'auto del sig. Piazza è ferma, di fronte, all'ingresso dell'università; il ragazzo, descritto da Aurora, non si era ancora visto, la sua auto era diventata la sua nuova casa, sui sedili posteriori c'erano sparse sia delle carte di cibo e sia delle bottiglie.

Aveva ricominciato a bere, l'alcol era diventato il collante che teneva attaccati i pezzi della sua vita e lo faceva sentire più sicuro di sé per le azioni che doveva realizzare.

Portava con sé la foto di Marta, aveva un viso angelico con dei grandi occhi celesti, piccole lentiggini sul naso che le dava quel tocco d'innocenza e un sorriso che ti travolgeva, ti riscaldava, come un sole in un gelido inverno.

Passava le giornate a guardarla e pensava al giorno in cui l'avrebbe abbracciata e riempita di baci.

"Quando?" si chiese con occhi pieni di lacrime e si addormentò stringendo sul petto la foto.

Si svegliò di soprassalto, era il terzo giorno che era appostato e finalmente vide uscire dall'università, un ragazzo con il giubbotto militare, sciarpa rossa e capelli ricci. Waco.

Il ragazzo dopo aver salutato delle ragazze andò verso la sua motocicletta.

Il sig. Piazza scese dall'auto e stava per attraversare la strada quando si bloccò nel vedere arrivare a tutta velocità un'auto, un'Alfa Romeo verde scuro e sentiva da lontano le sirene della polizia.

Si girò vero il ragazzo e vide che si stava allentando, con la motocicletta, rientrò in auto spostò la pistola sul sedile passeggero e iniziò a inseguirlo.

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