Capitolo 2 - CONSEGNARE UN PACCO IMPORTANTE

La sveglia suonava ma lui era già sveglio da ore, erano giorni che dormiva appena due ore al giorno. Era seduto sul letto con il capo chino e nascosto tra le mani e rimase in quella posizione fino a quando non squillò il telefono.

Lo fece squillare un paio di volte, com'era nei patti, si alzò e con un'andatura lenta prese il cellullare e lesse "Anonimo" sullo schermo.

<<Si?>> rispose con un filo di voce.

Annuì per tutta la chiamata. Poi riattaccò e gettò il telefono sul letto, sospirò e vide il riflesso della sua faccia allo specchio, aveva delle grosse occhiaie nere, il viso un po' scavato che per fortuna era nascosto dalla barba.

Sapeva che sarebbe arrivato quel giorno, e doveva essere attivo, vigile finché tutto vada come aveva programmato, un minimo errore sarebbe stato fatale e tutti quegli anni d'indagini sarebbero stati spazzati via.

Doveva andare a fondo in quella storia e questo significava anche sporcarsi le mani.

Si fece una doccia fredda, utile per svegliarsi completamente.

Arrivò un messaggio sul suo cellulare:

"Il pacco è pronto per la consegna".

***

Era a bordo della sua utilitaria, nera, col pacco nel bagaglio, quando ricevette, nuovamente, un'altra chiamata da Anonimo.

<<Si>> rispose attraverso gli auricolari << si, ho il pacco...le verrà consegnato entro un ora come stabilito...>>.

Iniziò a sentire un rumore fastidioso da lontano, e attraverso lo specchietto retrovisore vide un paio di auto della polizia che avanzavano verso di lui.

Il cuore iniziò a battere come un tamburo.

"No, no, no" pensò.

Bump Bump Bump

La polizia era il primo soggetto da evitare, perché lo conoscevano e lui non doveva farsi riconoscere in nessun modo.

Aveva smesso di parlare al cellulare, era attratto dallo specchietto dove, vedeva aumentare sempre di più le immagini dell'auto della polizia.

Doveva pensare in fretta, doveva trovare ogni risposta, plausibile, per non destare sospetti su di lui ma c'era, comunque, il rischio che i poliziotti lo avrebbe detto ai superiori, e non sapeva come evitarlo.

Tutti questi pensieri non facevano altro che aumentare il suo battito cardiaco.

Bump Bump Bump

"Eccoli sono quasi vicini" cercò di mantenere il controllo.

Rallentò e accosto sul ciglio della strada ma non spense il motore, le auto della polizia sfrecciarono a tutta velocità provocando un leggero movimento all'auto.

Quando vide che le auto proseguirono dritto respirò profondamente, si asciugò con la mano la fronte bagnata di sudore e cercò di calmarsi e di far abbassare il battito cardiaco.

Riprese la chiamata lasciata a metà <<Un ora e il pacco sarà consegnato...nessun ritardo>>.

Ripartì e proseguì verso la destinazione.

Durante il tragitto, non tolse lo sguardo dallo specchietto per assicurarsi che nessuno lo inseguisse ma soprattutto che non ci fossero altre auto della polizia lungo il percorso.

Stava pensando che forse aveva fatto una scelta rapida, stupita e azzardata ma quando c'è di mezzo l'amore, quando si è ancora innamorati, si fanno sempre scelte di quel tipo però dall'altro lato anche la curiosità lo aveva spinto su quella strada, c'erano troppi punti interrogativi e troppi silenzi che non gli piacevano e, lui, Tanzi, commissario di Polizia doveva far luce su questo strano mistero, era l'unico che si stava muovendo...in incognito, senza aver avvisato i superiori.

Mentre era assorto nei suoi pensieri attraversò un muro di nebbia e si ritrovò su una strada isolata.

"Speriamo che vada tutto secondo i piani" pensò.

Appena 100 metri vide sulla strada un uomo che agitava le braccia in aria, e un'auto col cofano aperto sul ciglio destro della carreggiata.

Tanzi non poteva fermarsi e prestare soccorso ma neanche investirlo, perché l'uomo non aveva intenzione di spostarsi dalla strada e sarebbe stato un problema.

Si fermò non aveva altra scelta. L'uomo si avvicinò.

Era Chino.

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