3. Primo giorno, prima figura

La luce del sole mi colpisce in faccia senza pietà, e quando apro gli occhi, mi accorgo che il caos della notte precedente si è dissipato.

La casa è silenziosa, un po’ troppo per i miei gusti, ma almeno significa che non dovrò destreggiarmi tra persone sconosciute mentre mi trascino in cucina alla ricerca di qualcosa di caffeinico.

Mentre scendo le scale, l’odore di caffè bruciacchiato mi raggiunge.

Ah, la tipica cucina di Stu.

Se avessi qualche aspettativa, sarebbe il momento perfetto per abbandonarla.

Quando arrivo in cucina, lo trovo lì, in piedi, davanti alla macchina del caffè che sembra sul punto di esplodere.

Indossa ancora la stessa maglietta sgualcita della sera prima e, onestamente, mi sorprende che sia già in piedi.

O forse non è andato a dormire affatto, considerando lo stato delle sue occhiaie.

"Buongiorno, cuginetta!" esclama Stu con un sorriso esagerato.

Come diavolo fa a essere così entusiasta dopo la festa di ieri?

Io mi sento come se fossi stata investita da un camion.

"Buongiorno, Stu," borbotto, sedendomi al tavolo "Dove hai nascosto la vera colazione?"

Mi porge una tazza di caffè che sembra più petrolio che liquido commestibile.

Lo guardo con sospetto "Questo è... sicuro?"

"Assolutamente!" risponde con quel suo solito sorriso da ebete "È il mio caffè speciale."

"Speciale, tipo velenoso?" Gli dò un’occhiata seria mentre soffio sul liquido bollente, non fidandomi comunque troppo.

Sorride e si siede di fronte a me "Cosa ti turba questa mattina? Ancora stanca per ieri?"

Scuoto la testa e prendo un sorso di caffè, cercando di ignorare il retrogusto vagamente metallico "No, non è quello. È che... una delle ragazze di ieri, Sidney, giusto? Mi sembra così familiare. Ma non riesco a capire da dove."

Stu mi guarda perplesso per un momento, poi scoppia in una risata che fa vibrare la tazza sul tavolo.

"Oh, Sandy! Sì, è normale che ti sembri familiare. Hai sicuramente sentito parlare di sua madre."

"Di sua madre?" Ripeto, sollevando un sopracciglio "E chi è?"

Stu si piega in avanti come se stesse per raccontarmi il pettegolezzo del secolo "Ma sì! Sua madre era una specie di celebrità locale. Ma non in senso positivo, capisci? Un paio d'anni fa, tutta Woodsboro parlava solo di lei. Era stata... beh, ammazzata. Un caso enorme. Sidney era sotto i riflettori per mesi."

La mia bocca si blocca a mezz'aria.

"Ammazzata? Cioè, sua madre è stata assassinata? E io ieri le ho chiesto se voleva un po’ di pizza alla festa?"

Mi sento immediatamente una cretina cosmica.

Stu ride ancora, come se la tragedia fosse solo un altro capitolo in una sitcom locale.

"Sì, strano, vero? La città non ha mai smesso di parlarne, ma Sidney è sempre stata brava a non farsi schiacciare dalla cosa."

Prendo un altro sorso di caffè – ormai rassegnata al fatto che, sì, probabilmente morirò avvelenata da questa roba – e cerco di assimilare quello che mi ha appena detto.

Sidney sembra così tranquilla e composta, e ora so che dietro quegli occhiali grandi c’è una storia che fa impallidire i miei problemi familiari.

"Wow," dico alla fine "E io pensavo di avere un'infanzia difficile."

Stu scrolla le spalle con noncuranza "Già, tutti qui hanno le loro storie."

Mi rigiro la tazza tra le mani, cercando di immaginare cosa significhi crescere con il fantasma di un omicidio così vicino.

Non sono qui da nemmeno ventiquattro ore e già mi sento come se stessi affondando nelle sabbie mobili di segreti e drammi.

Woodsboro, con il suo aspetto pacifico e quasi noioso, è chiaramente tutt’altro che tranquilla.

Stu, chiaramente più interessato a quello che succederà oggi, cambia discorso con la velocità di un fulmine "Allora, oggi primo giorno di scuola. Sei emozionata?"

Lo guardo, incredula "Emozionata? Stu, ci sono circa cinque motivi per cui preferirei infilarmi la testa in un nido di vespe piuttosto che andare a scuola oggi. Ma visto che sono già qui... suppongo di non avere altra scelta."

Ride e si alza dal tavolo "Dai, sarà divertente. Vedrai, ti presenterò tutti."

Sospiro, rassegnata "Sì, sono sicura che sarà... indimenticabile."

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Arriviamo a scuola e già mi sento fuori posto.

Il parcheggio è pieno di studenti che si trascinano verso l’edificio come zombie.

Alcuni ci guardano mentre scendiamo dall'auto di Stu, probabilmente chiedendosi chi sia la nuova arrivata.

E ovviamente, Stu non fa nulla per passare inosservato: salta fuori dalla macchina come se fosse la star di un film d’azione.

"Pronta per essere introdotta nel fantastico mondo di Woodsboro High?" mi chiede, sfoderando il suo solito sorriso esagerato.

"Sì, non vedo l’ora," rispondo, con una dose extra di sarcasmo.

Mentre ci avviamo verso l'ingresso, Stu mi indica le persone che ci passano accanto, come se fosse una sorta di guida turistica in un safari scolastico "Quello è Steve. È il tipo che fa gli scherzi peggiori, ma nessuno ha ancora avuto il coraggio di dirglielo."

Indica un ragazzo dai capelli scompigliati che sta tentando di far entrare una palla da basket nel cestino della spazzatura.

Fallisce miseramente.

"E quella è Mindy, regina del dramma. Ogni settimana è convinta di avere una nuova malattia mortale."

Fantastico, già mi sento a casa.

Entriamo nell’edificio e il rumore delle chiacchiere si amplifica.

La scuola sembra un alveare, con studenti che si spostano da una parte all’altra come api frenetiche, tutti con l'aria di sapere esattamente dove andare e cosa fare.

Io, invece, mi sento come un estraneo in visita in un altro pianeta.

"Ecco, questo è il famoso mondo di Woodsboro High" dice Stu, allargando le braccia come un presentatore da show televisivo "Pronta a fare la tua entrata?"

Prima che possa rispondere, qualcuno si avvicina.

È Sidney, con quel suo sorriso gentile e rassicurante "Ciao, T/n," dice, con la voce calda "Pronta per il primo giorno?"

"Pronta a fare figuracce, sicuramente," rispondo con un sorriso forzato.

Lei ride piano "Non preoccuparti, ci siamo passati tutti."

Mentre parliamo, noto che Sidney guarda verso qualcuno alle nostre spalle.

Mi giro e vedo un ragazzo che si avvicina lentamente.

Non lo conosco, ma la sua presenza è difficile da ignorare.

Ha quell'aria da "sono misterioso e complicato" che attira immediatamente l’attenzione.

È alto, con capelli scuri e occhi che sembrano scrutare dentro di te.

Ma il sorriso che rivolge a Sidney è un po' più morbido, come se fosse riservato solo a lei.

"Ah, ecco Billy!" esclama Stu con il suo solito tono esagerato "Billy, questa è T/n, mia cugina."

Billy mi guarda per un attimo, senza che il suo viso tradisca molto.

Poi mi rivolge un cenno appena percettibile con la testa "Piacere."

"Piacere mio" rispondo, sentendomi improvvisamente un po’ a disagio.

Non so se sia l'intensità del suo sguardo o il fatto che sembra non essere minimamente interessato a me, ma qualcosa in lui mi mette sull’attenti.

Sidney sorride, leggermente imbarazzata "Billy è il mio ragazzo," spiega, quasi fosse necessario.

Beh, adesso capisco da dove viene quell'intensità tra loro due.

"Dai, andiamo in classe prima di fare tardi" suggerisce Tatum, che è comparsa dal nulla con il suo solito stile prorompente "Non vogliamo far sembrare la nuova arrivata come una ritardataria già il primo giorno."

Le sorrido, un po’ sarcastica "Troppo tardi per quello."

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La nostra prima lezione è storia, e sinceramente, non mi importa granché di fare colpo sul professore.

Voglio solo passare la giornata senza incidenti, il che, a quanto pare, è chiedere troppo.

Non appena entriamo in aula, tutti mi guardano.

Alcuni sembrano curiosi, altri annoiati, ma sento ogni singolo sguardo su di me come se fossi un animale esotico in uno zoo.

"Okay, ragazzi, da oggi abbiamo una nuova studentessa" annuncia l'insegnante, con quel tono svogliato da docente che ha visto troppe generazioni di adolescenti "Vuoi presentarti?"

Trattengo un gemito.

Davvero?

Proprio al primo giorno?

Mi alzo lentamente, cercando di sembrare rilassata, ma il cuore mi batte all’impazzata.

"Ciao a tutti" inizio, già odiando ogni secondo di questa esperienza "Mi chiamo T/n, vengo da... beh, da un altro posto."

Complimenti, genio. È esattamente quello che volevano sapere.

L'insegnante mi fa un cenno con la testa, evidentemente soddisfatto della mia performance imbarazzante.

Mi siedo di nuovo e sento una risatina soffocata alle mie spalle.

Perfetto.

Non ho neanche fatto in tempo a respirare l’aria del corridoio che già sono diventata il materiale per battute.

Durante la lezione, cerco di concentrarmi sul libro davanti a me, ma sento gli occhi di Billy su di me per qualche secondo, come se stesse valutando qualcosa.

Quando finalmente mi guardo intorno, però, lui ha già distolto lo sguardo, tornando a scrivere qualcosa con aria annoiata.

Mi sembra di essere incastrata in una di quelle giornate infinite che non finiscono mai, ma alla fine la campanella suona.

Almeno sono sopravvissuta al primo round. Ma so già che questo è solo l'inizio.

Uscendo dalla classe, Sidney mi sorride di nuovo, rassicurante come sempre "È andata bene," dice, come se non avessi appena fatto la figura della vita davanti a tutti.

"Se lo dici tu..." rispondo, mentre cerco di capire come sopravvivere al resto della giornata.

Sidney è lì, con il suo sguardo gentile, mentre Billy cammina al suo fianco, avvolto nella sua aura misteriosa.

E io?

Io sono solo la nuova arrivata che cerca di non affondare in questo strano mondo chiamato Woodsboro.

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