2. Feste leggendarie e dove trovarle

La musica mi colpisce come una mazzata appena scendo le scale.

Non so cosa mi aspettassi dalla "piccola festa intima" di Stu, ma sicuramente non questo.

Il salotto è pieno di gente che non ho mai visto in vita mia, e la musica è così alta che sono sicura che il mio cervello stia cercando una via di fuga tramite i timpani.

Un mix di risate, urla e il ritmo costante dei bassi si diffonde nella stanza.

Perfetto, il mio incubo personale ha inizio.

Stu mi compare davanti dal nulla, saltellando verso di me con un entusiasmo quasi inquietante.

Ha in mano una lattina di birra che, conoscendolo, probabilmente ha già svuotato e riempito almeno tre volte.

Mi lancia un’occhiata e sorride come se fossi la star della serata.

Si avvicina con la grazia di un canguro ubriaco e mi pianta davanti una lattina di birra, come se fosse un’offerta sacrificale “Tieni, cugina! Questa è per te! Rilassati, divertiti!”

Lo guardo, poi guardo la lattina, poi di nuovo lui “Stu, è il mio primo giorno qui. Letteralmente. Sono arrivata due ore fa.”

Lui ride “Proprio per questo! Devi ambientarti, entrare nello spirito del posto! E poi, la festa serve anche a presentarti alla gente del posto.” Mi fa l’occhiolino come se fosse un piano geniale “Sai, socializzare.”

Ah, certo, perché quello che voglio davvero dopo un volo di cinque ore, un trasferimento traumatico e il mio cervello che pulsa a ritmo di bassi è socializzare con una banda di sconosciuti ubriachi.

Lo seguo nel salotto, cercando di evitare di fare a spallate con le persone accalcate ovunque.

Mi sento un pesce fuor d’acqua, come se fossi finita in una scena tagliata male di un teen drama dove la nuova arrivata è obbligata a fare amicizia con il gruppo di popolari.

A proposito di popolari, eccole qui: le due ragazze che si avvicinano a noi sembrano uscite direttamente da un catalogo di moda.

Stu mi punta con un sorriso da fiera “Ragazze, questa è la mia cuginetta T/n. Appena arrivata da... ovunque venisse.”

Sorride come se fosse una battuta incredibile.

“Da New York, Stu” lo correggo, cercando di non sembrare più esasperata di quanto già non sia.

La prima ragazza, bionda e con occhi azzurri così intensi che mi chiedo se siano naturali o il frutto di un ottimo lavoro di lenti a contatto, mi sorride.

Un sorriso che sembra sincero, per quanto possa esserlo in mezzo a questo delirio “Ciao! Io sono Tatum. Ho sentito molto parlare di te.”

Ah, certo, sono sicura che Stu ha già diffuso ogni dettaglio imbarazzante della mia vita.

La seconda ragazza mi guarda da dietro i suoi occhiali grandi e scuri.

Ha un viso dolce, ma c'è un'aria di serietà attorno a lei che la rende immediatamente più interessante “Io sono Sidney,” dice, con un tono leggermente più riservato.

Il suo sorriso è gentile, ma cauto, come se stesse cercando di capire chi sono prima di decidere se fidarsi di me o no.

Onestamente?

La rispetto per questo.

“Ciao, ragazze,” rispondo con il miglior sorriso che posso gestire, anche se tutto quello che vorrei fare è scappare dalla finestra “È bello conoscervi.”

Anche se, in realtà, preferirei conoscere il mio letto in questo momento.

Stu si intromette, ovviamente “Allora, non è grandioso? La mia cugina di New York che arriva proprio nel momento perfetto per la festa più epica dell’anno! Dovresti restare giù, T/n. Te lo dico io, questa serata diventerà leggendaria!”

“Leggendaria” per Stu probabilmente significa “finire a raccogliere vomito dal tappeto alle tre del mattino”.

No, grazie.

“Apprezzo l’invito, ma credo che tornerò di sopra,” dico, cercando di sembrare diplomatica “Il viaggio mi ha davvero stancata e...”

E non riesco a sopportare un’altra ora di conversazioni forzate con persone che probabilmente non ricorderò nemmeno domani.

Ma ovviamente non dico questa parte.

Tatum mi lancia uno sguardo comprensivo “Ti capisco. Viaggiare è massacrante. Ma se cambi idea, sappi che noi siamo qui.”

“Grazie, lo terrò a mente.”

Mi giro verso Stu, che mi guarda come se avessi appena annunciato che sono un’aliena venuta a conquistare la Terra.

“Di già?” chiede, con la sua tipica aria da bambino deluso.

“Stu, credimi, preferisco risparmiarti la vista di me che crollo addormentata in mezzo alla tua festa leggendaria.”

Lui sospira drammaticamente, ma alla fine mi lascia andare “Va bene. Riposati. Ma domani sei dei nostri, chiaro?”

Annuisco, alzando la mano in segno di saluto “Domani. Promesso.” Anche se, in fondo, non sono così sicura di voler mantenere quella promessa.

Con un ultimo sguardo alla folla, mi faccio strada attraverso il caos e risalgo le scale.

La musica si attenua solo leggermente quando raggiungo la mia stanza, ma è comunque abbastanza forte da sembrare che qualcuno stia provando a sfondare il muro con un tamburo.

Mi chiudo la porta alle spalle e finalmente respiro.

La stanza è silenziosa – beh, quasi.

Il rumore della festa arriva comunque, ma qui almeno posso sentire i miei pensieri.

Mi lascio cadere sul letto, fissando il soffitto per un lungo momento.

Ripenso alle persone che ho appena incontrato.

Tatum sembra simpatica, Sidney è decisamente più tranquilla, più simile a me, forse.

E poi c’è Stu... Stu è esattamente come me lo ricordavo: un tornado di energia caotica.

È incredibile come non sia cambiato affatto in tutti questi anni.

Ma anche se ho appena fatto una prima conoscenza, non posso fare a meno di sentirmi fuori posto.

Mi sento una comparsa nella loro storia, una strana presenza che non appartiene davvero a questa città, a questa gente.

E forse è così.

Forse Woodsboro non sarà mai casa mia.

Prendo il mio libro dalla valigia e mi sistemo sul letto.

Niente di meglio di qualche pagina di narrativa per sfuggire a questo casino.

Il libro è un vecchio thriller che mi porto dietro da settimane, una lettura abbastanza intrigante da tenermi sveglia... almeno per un po’.

Le parole iniziano a scorrere veloci, e per qualche minuto riesco a dimenticare il frastuono che continua giù per le scale.

Ma la stanchezza si fa sentire prima del previsto.

Le parole si sfumano, e nonostante i miei sforzi di restare concentrata, i miei occhi iniziano a chiudersi.

In fondo, ho attraversato un continente intero oggi.

Non c’è da stupirsi se il mio corpo decide di arrendersi al sonno senza nemmeno consultarmi.

Mi rigiro nel letto, lasciando cadere il libro sul cuscino accanto a me.

La musica giù è ancora forte, ma ora sembra distante, ovattata, come se stessi scivolando in un sogno lontano dalla realtà.

E forse è proprio quello che voglio.

Fuggire per qualche ora, dimenticare tutto, non pensare alla mia nuova vita qui, ai miei genitori che non ci sono più, a tutto quello che mi sono lasciata alle spalle.

Prima di addormentarmi completamente, sento il rumore di qualcuno che corre su per le scale, probabilmente Stu o uno dei suoi amici ubriachi.

Ma ormai sono troppo vicina al sonno per preoccuparmene davvero.

Le ultime cose che sento sono il fruscio delle pagine accanto a me e la musica che continua a martellare lontano, sempre più lontano, finché non mi lascio andare completamente e mi addormento.

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