Mi sveglio in piena notte, confusa, con la testa ancora appesantita.

La stanza è buia, e per qualche istante non riesco a ricordare dove mi trovo.

Il mio cuore batte in modo irregolare, come se avessi corso per chilometri.

La festa è finita, la casa è immersa in un silenzio profondo, ma ho ancora addosso una sensazione strana, un misto di euforia e disagio.

Billy… è stato qui, vero?

O è stato solo un sogno?

Mi sfioro le labbra senza neanche accorgermene, come se il ricordo del suo tocco mi avesse lasciato un segno reale, tangibile.

La sua mano che si avvicina, le sue dita sulle mie labbra, lente, come se volesse farmi impazzire, il pollice che traccia una linea sul mio viso, e io incapace di muovermi, bloccata da un misto di sorpresa e… curiosità?

O qualcosa di più, qualcosa che non so spiegare, ma che mi spinge ad avvicinarmi, a voler capire cosa si nasconde dietro il suo sguardo.

Forse è stato solo un sogno.

In fondo, è troppo assurdo: io, Billy, la sua mano tra i miei capelli, il suo viso così vicino al mio…

Eppure sembra così reale che non riesco a togliermelo dalla testa.

Con un sospiro mi giro sul cuscino, cercando di scacciare via quella sensazione.

Forse è solo un’altra delle mie solite fantasie – dopo tutto, come potrebbe uno come lui interessarsi davvero a me?

Per non parlare del fatto che sta con Sidney.

---

La mattina la luce del sole entra prepotente dalla finestra, illuminando ogni angolo della mia stanza.

Mi sforzo di alzarmi, anche se avrei preferito restare lì, a girarmi e rigirarmi sotto le coperte.

Quando arrivo in cucina, trovo Stu seduto al tavolo che cerca di infilarsi le scarpe mentre addenta un pezzo di pane tostato.

"Stai uscendo?" gli chiedo, mentre mi verso del caffè.

"Già, ho un appuntamento" mi risponde a bocca piena.

"Appuntamento?" alzo un sopracciglio, divertita "E da quando hai ‘appuntamenti’ la domenica mattina?"

Stu mi lancia uno sguardo come per dire che sto facendo troppe domande, ma poi cede, con un sorrisetto.

"Vado da Billy" dice, quasi distrattamente.

Il nome di Billy mi fa venire un leggero brivido, qualcosa che non riesco a spiegare.

Forse per quel sogno assurdo di stanotte.

Forse per il fatto che ancora non sono sicura se fosse davvero solo un sogno.

"Ah, Billy," mormoro, cercando di sembrare indifferente "Qualche piano particolare?"

Stu scrolla le spalle "Nulla di che, credo. Ci vediamo dopo."

Mentre esce, resto seduta al tavolo, fissando la tazza di caffè come se mi potesse dare delle risposte.

Ma tanto cosa mi aspetto di scoprire?

Che Billy abbia veramente passato la notte qui?

O che magari sia tutto frutto della mia immaginazione?

---

Dopo aver sbrigato qualche faccenda a casa, mi preparo per andare al negozio.

Oggi è domenica, il che significa che sarà una giornata lenta e tranquilla, o almeno così spero.

Quando arrivo, trovo Randy che fa il cascamorto con un paio di ragazze che ridacchiano per ogni sciocchezza che dice.

"Randy, stai disturbando le clienti" gli dico entrando, divertita dalla scena.

"Ah, eccoti!" mi saluta, senza mollare le sue 'ammiratrici' "Stavo solo… intrattenendo gli ospiti."

"Come no" rispondo con un sorriso ironico, e vado direttamente alla cassa, pronta per un’altra tipica domenica al negozio.

Più tardi, un uomo entra e si aggira per gli scaffali come se stesse cercando qualcosa di specifico.

Dopo un po’, mi avvicino per vedere se posso aiutarlo.

"Posso darle una mano?" chiedo, e lui annuisce.

"Sto cercando… In fuga per tre" mi risponde, e io mi metto subito alla ricerca, anche se Randy mi lancia un’occhiata perplessa, come a dire 'chi guarda ancora queste cose?'

Alla fine, trovo la cassetta e gliela porto, soddisfatta di aver svolto bene il mio lavoro.

A ora di pranzo, Randy decide di ordinare una pizza e ci mettiamo a mangiare direttamente sul bancone, ridendo delle nostre solite battute.

Fortunatamente quell'imbarazzo di ieri sera sembra essere svanito.

---

Il pomeriggio procede lentamente, fino a quando un notiziario interrotto dalla radio ci blocca entrambi.

Le parole "altra ragazza trovata morta" risuonano nella stanza, gelandomi il sangue.

Guardo Randy, che mi restituisce uno sguardo altrettanto teso.

Non ho bisogno di aggiungere altro: ci guardiamo in silenzio, entrambi colpiti da quel pensiero inquietante che non ci lascia in pace.

Mi sento improvvisamente nervosa, come se dovessi fare qualcosa, come se avessi bisogno di assicurarmi che tutto sia a posto.

Con un gesto istintivo, mi avvicino al telefono e compongo il numero di casa, sperando di trovare Stu.

Uno, due, tre squilli.

Nessuna risposta.

Mi mordo il labbro, un po’ in ansia.

Certo, forse non è in casa.

Magari è ancora da Billy.

"Randy, hai il numero di casa di Billy?" chiedo, cercando di sembrare il più tranquilla possibile.

Lui mi guarda con aria interrogativa, ma poi mi dà il numero senza fare troppe domande.

Compongo il numero e attendo, stringendo il telefono con una mano mentre sento il cuore battere forte.

Finalmente, qualcuno risponde.

"Pronto?" La voce di Billy dall’altra parte della linea è un misto di sorpresa e – o è solo una mia impressione? – di tensione.

"Billy?" domando, cercando di non far trapelare l’agitazione nella mia voce "Sono io, T/n. C’è… c’è Stu lì con te?"

"Stu?" ripete lui, come se stesse cercando di guadagnare tempo "Sì, è qui. Un momento, te lo passo."

Attendo qualche secondo, e poi sento la voce di Stu dall’altro lato, allegra e spensierata come sempre.

"Oh, T/n! Tutto bene?"

"Tutto a posto" gli rispondo, cercando di scacciare la tensione dalla mia voce "Volevo solo assicurarmi che stessi bene, sai… hanno appena detto al telegiornale di un’altra ragazza trovata morta."

"Sì, è terribile" risponde lui, anche se dal tono sembra quasi che non abbia capito bene l’impatto che ha avuto su di me quella notizia "Non preoccuparti, però, sono qui con Billy. Va tutto bene."

"Va bene," rispondo, sentendo finalmente un po’ di sollievo "Ci vediamo più tardi."

Riaggancio e rimango a fissare il telefono per qualche secondo, cercando di scacciare la sensazione strana che mi pervade.