Capitolo 8: seguire le regole (Terza parte)

Il piccolo licantropo sbatté gli occhi incerto. Sia per l'asserzione fuori luogo, sia per il fatto di cosa ne comportasse. Si ritrovò confuso allo stesso modo di un pargolo di tre anni che iniziava a farsi le domande ma non riusciva a capire le risposte.

- Sei tu e tu soltanto. Sei l'eroe che recupera i veli battendoti contro le forze del male; sei quello che affronta mille pericoli con i suoi compagni in difficoltà; sei quello che soffre di più... che deve guardarsi e proteggere tutti quanti... che deve impegnarsi più di tutti; e sei quello... che deve raggiunge l'obiettivo finale.

In una novella scritta su un foglio buio ed inchiostro rosso, di racconti di miti e leggende, Ōryūgo Rukio era l'eroe protagonista che si batteva contro le impervie vie del male, che soffriva e scalpitava, che cresceva e diventava alla fine il vincitore nei capitoli finali.

- Non sei una comparsa! - continuò il sultano, - Sei il suo personaggio principale! La créme de la créme! Il suo cocco! Quale narratore farebbe fuori il suo protagonista ancor prima di aver mostrato le sue sfaccettature? Senza dargli alcun credito?

Era vero. Un tale eroe non aveva nemmeno senso di esistere.

- Sinceramente trovo sciocco pensare che "non era necessario che tu affrontassi Sobek". - Disse chiudendo gli occhi e alzando le mani al cielo, in aria di eclettica supponenza, - Era l'antagonista per eccellenza, e aveva in pugno tanti innocenti! Quale stupido scriverebbe di un grande eroe senza un grande cattivo?!

Il Toxicroack non rimase indifferente da quell'asserzione: si sentì chiamato in causa dal commento di Nebra e gli rivolse un'occhiataccia. Lo Zoroark, tuttavia, non si lasciò distrarre: continuò completamente preso dal suo discorso.

- Pensiamoci bene, - disse chiudendo l'occhio destro, - Seguendo le nostre supposizioni, come avrebbe fatto il Black Coat a far scontrare Rukio con Dingo, se davvero avesse voluto ciò? Esiste sul serio uno scenario in cui sarebbe potuto succedere?

Gli esploratori si fermarono a pensare. Effettivamente, non vi era niente che faceva supporre un dietro front da parte del piccolo licantropo. L'unica cosa, era che Rukio doveva rimanere nelle immediate vicinanze del soggetto in pericolo, come suggeriva la Weavile. In tale occasione sarebbe stato costretto ad intervenire. 

Tuttavia, per quanto il Black Coat fosse in grado di influenzare i fili del destino, ciò non era possibile averne la certezza sicura in un piano ben elaborato. Per quanto questi ragionamenti imperversavano nelle menti degli esploratori, il diretto interessato non usò il loro stesso metodo per pensare alla risposta del sultano.

- Sua maestà, - intervenne il suo gran visir, - non credo che sia il momento di giocare agli indovinelli. Sono molto stanchi...

Suonava come una seria preoccupazione, ma in realtà, conscio della verità, il Dusknoir fece un disperato tentativo di fermare la tempesta di ragionamento.

- Noirino, - rispose il sovrano, - non fermare il mio divertimento.

Si piegò verso di lui, bisbigliando a bassa voce.

- Il destino del mondo... è in mano a questi individui. Non ha senso mandare a caccia dei cani non addestrat-

- Se fossi l'autore... eh?

(ost nothing can be explained)

https://youtu.be/5ixZf5-LLek

L'eroe di Borgo Quieto fece la sua mossa. Gli esploratori del team Oricalco e i Chōwa-ō rimasero con il cuore in mano in eccitazione.

- Se fossi l'autore... e avessi voluto davvero che io mi scontrassi con Dingo, avrei cercato di rendere Dingo il cattivo principale della storia, e non Sobek.

Per un millisecondo, le membra di Noir III tremarono, mentre quelle di Nebra I gongolarono di gioia.

- Ma ciò non è successo... probabilmente perché Dingo non era il candidato adatto per questo ruolo.

Nel continuare il discorso, si girò verso la felina.

- Da quel poco che mi ha detto la signora Irūpa e dalle memorie di Arbok, mi è sembrato il classico bullo che tortura i deboli e si nasconde dai forti, nonostante la sua megalomania. Ed era troppo preso da sé stesso per fare un'organizzazione criminale con una salda unità.

Poi si rivolse al pokémon Mutevolpe.

- Nonostante ciò, si è rivelato un candidato per il Veloscuro. Probabilmente, per la correlazione alla "cupidigia" che ho menzionato prima. Ma ciò non era abbastanza per renderlo il cattivo principale...

In questo modo, la favola reggeva: la visione del Black Coat che differenzia i due per queste ragioni si fece salda nelle menti degli esploratori. In quel momento, intervenne l'altra mente più sviluppata in mezzo ai discussori.

- Un racconto eh? Un mito o una leggenda? Che bello che bello!

Quel susseguirsi di esclamazioni vennero dal Chōwa-Ō della Terra dell'Erba.

- Allora è tutto chiaro!

- Ha capito qualcosa, Wigglytuff-dono? - disse Ampharos.

- So qual era il vero obiettivo del piano originale del Black Coat!

Il Dusknoir si pietrificò. Dovette fare appello a tutte le sue energie per rimanere indifferente davanti a quell'asserzione.

- Una parte di esso è andato come pianificato. Irūpa-chan era al 100% la sfidante di Dingo. Tra gli esploratori, la detentrice del Akakōri ed Elliot erano gli unici candidati, ma Elliot non era in grado di combattere.

L'Empoleon era risultato in deficit in quella situazione per colpa della sua cecità metaforica. Si sentì in colpa di fronte a quell'asserzione.

- Forse Elliot non era previsto neanche nel piano, visto che è diventato alleato di Rukio solo recentemente. E Rukio doveva sfidarsi contro Sobek! Era naturale!

Si fece buio intorno alla figura del pokémon Pallone. Per qualche ragione, anche se sorrideva non sembrava esprimere divertimento.

- Sto pensando a varie possibilità di come si sarebbe potuto svolgere questo racconto... ma non avendo prove preferirei non parlarne. Tuttavia... posso dire con certezza una cosa. Cosa manca in questo epilogo, secondo questo "autore".

In quel momento, il volto suo sembrò inquietante come quello di un mostro.

- Dalla notte dei tempi... imprese di eroi nella storia dei Kodamon sono state passate a noi come mito o leggenda, a seconda dell'attendibilità verificata di essi. Dal più recente mito di Blade (*), l' "Ichiban Yūshin" (*).

"Il primo eroe". Si riferiva ad un Lucario che era diventato il primo esploratore di rango massimo nella storia delle gilde.

- All'antica leggenda del "Yamaoni", la storia dell'orco che scacciò "il ragazzo della pesca".

Da appassionato di storia e antichità pokémon e non, Nebra I non poté fare a meno di avere gli occhi brillanti davanti alle parole del dizionario parlante. Nonostante l'ambiente si sentiva tutt'altro che allegro.

- Di tutti questi miti... vi è sempre stato un filo conduttore.

Il Toxicroak assunse un'espressione triste: per qualche motivo, sapeva bene dove voleva arrivare con il suo discorso.

- L'eroe... non diventava così forte da sconfiggere il cattivo finale, senza perdere qualcosa d'importante per lui.

Lo spirito degli esploratori fu accarezzato da tristezza strisciante e rabbia silenziosa.

- Qualcosa di estremamente prezioso;

L'immagine di una Mienfoo sepolta dal ghiaccio rosso si fece largo nella mente di Setsukō Irūpa.

- Qualcosa di insostituibile;

Nella mente di Elliot Dandelion, un Grovyle che portava via con sé il servo di un dio impazzito.

- Qualcuno per cui avrebbe dato la vita.

Nella mente di Ōryūgo Rukio, un gattino dal corpo rosa insanguinato.

- L'eroe, per arrivare dove era riuscito ad arrivare, aveva dovuto soffrire; aveva dovuto combattere contro mille difficoltà; aveva perso più e più volte la cosa a cui teneva di più.

Dietro la figura del Wigglytuff non vi era un guerriero trionfante, con la spada trafitta nel cadavere dell'imponente mostro che aveva affrontato.

- In questa storia manca esattamente questo:

Ma una corazza stanca, ed intorno i corpi sopiti dei suoi nemici e dei suoi compagni.

- La tragedia.

L'attore principale di questo copione non aveva avuto modo di fare una scena in cui si disperasse nei confronti di una morente sua conoscenza. Non vi era immensa ferita; non vi era un'immensa cicatrice che si sarebbe portato per il resto dei suoi giorni. A quella parola, gli sguardi di questi tre leader si fece duro e corrucciato, in attesa per il punto del Tensai e la paura delle parole non dette.

- Il mito di un eroe è fatto di sacrifici e sofferenza. Un eroe che non soffre non può crescere, e non si può continuare con il resto del racconto in modo eccelso. Sarebbe troppo noioso e ripetitivo: nessuno lo vorrebbe tramandare.

Non darebbe d'ispirazione, perdendo la ragione stessa per l'esistenza di tale favola. Sarebbe semplicemente un racconto ordinario come poteva esserlo una semplice esplorazione.

- E ciò non è successo! L'eroe conosciuto come Ōryūgo Rukio, in questa storia ha avuto una vittoria trionfale! Ha persino rimesso il bene a posto nel cuore del cattivo principale! E' stato troppo facile!

Facile non era esattamente la parola che avrebbe usato il Riolu. Se fosse stato un altro, vi era la possibilità di offesa. Ma sapeva che il Wigglytuff non aveva tali intenzioni.

- Era necessario... che Rukio perdesse una persona vicina a lui. Ci erano tutti i presupposti per farlo. E questo compito... se l'era riservato lo stesso Black Coat. Ma doveva succedere... davanti a Rukio. E doveva essere una delle persone a cui teneva di più.

Un brivido scorse lungo la schiena del piccolo licantropo, ed i suoi occhi si spalancarono in orrore davanti a quelle parole. Tale possibilità, tale minuscola probabilità dettata da un fato intrecciato lo spaventava e al tempo stesso lo faceva bruciare.

- Mizukage Shinso...

Il filmato si fermò sul volto della ranocchia, a bocca spalancata ed occhi vitrei.

- o Byakuken Kenji...

Poi, sul corpo dello spadaccino, inerme sul letto di ospedale in fin di vita.

- Uno dei due doveva morire.

All'avventura verso dungeon nascosti; alla cattura di criminali incalliti; trovare tesori dimenticati dal tempo. In questi scenari, la possibilità di essere feriti gravemente o morire era la quotidianità e la normale amministrazione per un team d'esploratori. Faceva parte della natura: anche se la costituzione dei pokémon era più forte di un umano che siamo abituati a conoscere e le lotte erano all'ordine del giorno, non vi era tuttavia meno terrore nei confronti della sorella dalla falce tagliente e il cappuccio nero. 

Tuttavia, la presenza di un individuo che pianificasse un'intera orchestrazione dove non vi era direttamente coinvolto e volesse specificatamente la destinazione finale una o più persone era una cosa che faceva accapponare la pelle. Sabbie del deserto graffiarono le palpebre e le occhiaie del piccolo licantropo, ed i suoi occhi divennero aperti nell'abisso.

- Ha perfettamente senso no? - continuò il Tensai, - Quale eroe rimarrebbe indifferente davanti alla perdita di un suo compagno? E con tutto quello che ha sulle spalle Rukio-kun, non si sarebbe mai fermato ma sarebbe stato ancora più determinato!

Tonx strinse gli occhi incattivito: nemmeno tra i suoi criminali vi era un pazzo di tale entità. Ampharos sbiancò in volto, guardando verso il punto dell'Intrasfera dove vi era il suo maestro, non comprendendo come potesse parlare con cotanta facilità di tale abominio. Il team AWD si pietrificò. Lopunny tremò, coprendosi la bocca per non far uscire da essa un sospiro di sorpresa. Medicham e Gardevoir guardarono la ranocchia per assicurarsi che tale commento non l'avesse colpito. Chaki si appoggiò al compagno, preso da una voglia di abbracciarlo come se avesse appena ricevuto un colpo di freddo.

Shinso aprì leggermente la bocca, come se lentamente un piccolo respiro fosse partito da essa.

- Forse sarebbe diventato anche più forte! Non so quanto effettivamente convenga per i suoi scopi... - commentò con incertezza sul volto.

Noir III, a sentire del ragionamento, non riuscì a trattenersi ulteriormente: strinse il pugno destro con forza, esternando tutto il suo disappunto verso quella situazione.

- Che succede Noir? - Chiese lo Zoroark, confuso.

- E'...

Non poteva. Doveva essere lucido e calmo. La sua posizione gli era stata data dal maestro proprio per la sua fermezza. Non per altro era "la Torre" dell'immensa scacchiera posata su quel mondo.

- Terribile... - disse, chiudendo il suo unico occhio come se dovesse piangere, ma in realtà voleva bruciare tutto quanto.

Nonostante avesse tutte le ragioni per essere infuriato, quel tipo di rabbia non era nemmeno vicina a quella che stava provando il diretto interessato. Al riconoscimento di quella possibile verità, il pelo del piccolo licantropo si rizzò di getto, iniziando a tremare come se invece della furia avesse paura.

- C-capitano? - disse il Frogadier.

I suoi occhi erano rossi come il fuoco; i suoi denti erano acuminati come quelli di un lupo pronto a sbranare l'orso che aveva osato ferire un membro del suo branco. Non riusciva a pensare in quel momento: tutto il suo mondo interiore stava bruciando.

- Ma... che vuole... questo?

Fu troppo. 

- CHI DIAVOLO SEI?! COSA VUOI DA ME?! COSA VUOI DA NOI?! COSA TI HO FATTO PER MERITARMI QUESTO!?

Era più forte di lui: tra tutte le cose che si faceva scivolare e si controllava, quella era l'unica cosa che non poteva sopportare. Una volta che si toccava qualcuno che apparteneva alla sua compagnia, nel suo cuore intrisa come una famiglia, non poteva in alcun modo stare fermo e lasciare che venissero feriti. 

Erano stati con lui per soli un anno e sei mesi, ma era come se fossero stati con lui un'intera vita. Non aveva importanza chi era: se qualcuno di loro veniva toccato, egli diventata la cosa più vicina al demonio in persona.

- COSA C'ENTRANO I MIEI COMPAGNI!? SE HAI UN PROBLEMA CON ME, FATTI SOTTO! SONO STANCO DI GIOCARE!

Del Meisoku uscì dal suo corpo con la stessa sferzata di un principio d'incendio. Tuttavia, si sentì subito terribilmente affaticato, probabilmente dalla situazione di instabilità del suo corpo. L'aura si interruppe, e cominciò a respirare affannosamente.

- Idiota! - Esclamò la Lamartigli, - non ti sei ancora ripreso!

- Calmati, - disse l'Empoleon, - non ha senso arrabbiarsi in questo momento.

- Capitano... - fiatò il ninja di Neronotte, con tono estremamente preoccupato e triste.

Era la verità. Non era davanti al Black Coat, e nemmeno davanti allo sconosciuto maestro dietro le sue intenzioni. La sua mente concordava con loro: era il suo cuore che non né voleva sapere di calmarsi.

- Anf... Anf...

Il Frogadier continuò a guardalo con sguardo in pensiero. Il Riolu gli rivolse un'occhiata furtiva, ma la distolse immediatamente: si sentì impulsivamente in colpa e in vergogna per averlo fatto preoccupare di nuovo.

- S-sto bene... - disse, continuando ad impegnarsi nel cercare di calmarsi.

Si mise una mano sul petto, appena sotto il diaframma. Fece un respiro con il naso, ed espirò dalla bocca lentamente. Ripeté il processo un paio di volte, riuscendo piano piano ad attenuare l'immenso dolore e la bruciante rabbia che provava nel suo cuore.

- Scusatemi. Avete ragione.

Lo Zoroark rimase un attimo interdetto davanti a quello scoppio di rabbia e tutto il procedimento successivo. Gli altri erano abituati alle sue effusioni, chi più chi meno, ma lui era la prima volta che vedeva in quello stato il Riolu. Rimase in silenzio a guardalo. Per un attimo, il suo cuore sobbalzò e si sentì vicino a lui, sentandosi in colpa per aver aperto tale possibilità. Il Wigglytuff lo squadrò con il suo solito sorriso beota, con occhi confusi.

- Che succede? - chiese, - va tutto bene?

Il suo vice Chatot lo guardò inebetito: non riuscì a non comprendere come il suo capo non si fosse reso conto di ciò che aveva appena fatto.

- Il caro Wigglytuff ha espresso molto bene quello che avevo in mente anch'io... - disse lo Zoroark, - spero che tu capisca che non era nostra intenzione provocarti. Non sappiamo ancora se sia rancore o no... Ma non è questo l'importante. E tu non ci devi pensare in questo momento: non riuscirai ad andare avanti, se no.

In quel commento, egli trovò un altro fratello maggiore. Uno molto adulto, che aveva già visto le verità del mondo. Anche se dall'altra parte della sfera, stese la mano in avanti come se volesse accarezzargli la testa e dargli conforto.

- Ok?

Il piccolo licantropo alzò la testa. Sembrò riuscire a sentire quella pacca sulla nuca. Alla sua sinistra, il pinguino fece qualche passo avanti, mostrando il suo volto serio ma sicuro, per far sentire la sua vicinanza. Sentì una mano sulla spalla alla sua sinistra: alzando la testa, vide il viso del suo compagno Frogadier, che aveva un viso amorevole e preoccupato. E poi verso il pokémon Mutevolpe, che sorrideva triste. Anche se Amelia non era lì con lui, il fatto di avere così tante persone intorno che tenessero a lui lo fecero sentire come a casa.

- Tu... non sei da solo.

Fece un ultimo respiro profondo, riuscendo a calmare il suo spirito bollente. Lo Zoroark si sentì più leggero nel vederlo con la fiducia recuperata. Si rimise comodo sulla sua poltrona, ritirando la mano del fratello.

- Quello che conta... e quello su cui ti devi focalizzare, è che se tu sei il protagonista e lui il narratore.

E continuando a parlare come la madre che voleva insegnare il figlio a camminare da solo. Strinse lo sguardo, dubitando persino del fato stesso.

- Sono davvero sorpreso e incredulo... che non ti abbia lasciato nessun indizio.

La metafora di narratore e protagonista si rivelò azzeccata per la vicenda che si stava stendendo tra le pagine del destino. In ogni caso, l'antagonista era anche una sorta di guida per il piccolo licantropo: come una donna che si lasciava inseguire e desiderare, non adorava altro che rimanere al centro dell'attenzione, essere sempre il punto costante di riferimento del suo prediletto o, in questo caso, della sua preda. 

Non vi era plausibile sbocco per la vicenda: anche se in errore, non esisteva ancora una via dorata verso la soluzione del mistero. Avevano solamente una supposizione che il Bisharp e il Black Coat fossero la stessa persona, dettata dal fatto di incongruenze sul suo agire e dalla completa sparizione dal luogo dello scontro. Ma anche se fosse stato vero, la capacità del suddetto di volatilizzarsi come se niente fosse non gli dava alcun modo di avanzare in quella selva oscura. 

Ma era davvero così?

- Pensaci bene.

Davvero questo cattivo con voglia di attenzione non aveva lasciato nient'altro?

- E' una cosa che solo tu puoi vedere... che solamente l'eroe potrebbe vedere. No...

Nemmeno un flebile filo d'arianna?

- Che solo Ōryūgo Rukio è in grado di vedere.

Dopo il discorso di Wigglytuff e Nebra I, nemmeno lui credeva alla disperazione di un mistero a porte chiuse. Non era conforme al profilo del grande stratega e sadico burattinaio che fino a quel momento gli aveva dato filo da torcere.

- (Sì... è esattamente così.)

Intorno al Riolu si fece tutto buio. Perse la concezione di essere intorno ad altri esseri viventi.

- (Ho avuto questa sensazione... da quando ho saputo che Rokujo non aveva usato il velo, ma è comunque finito nelle nostre mani per vie traverse.)

Uno dei primi cattivi che aveva iniziato quel racconto era un Machamp orgoglioso ed onesto nel combattimento, che quindi non avrebbe usato terzi mezzi per vincere. Ma nonostante questo, qualcuno aveva legato il Veloscuro intorno al corpo di Duosion, suo ex compagno di classe, per fare in modo che qualcuno avesse reperito quell'indumento.

- (Non mi sta semplicemente usando... ci sarebbero modi più semplici per farlo.)

Con il pensiero, rivolse lo sguardo dietro di lui, verso un punto indefinito dello spazio nero.

- (Sei d'accordo anche tu?)

In quel punto, un ragazzo con un impermeabile e gli occhi profondi come l'abisso si materalizzò con uno sguardo molto annoiato.

- (Davvero? - disse, - sono tornato nella tua vita e già vuoi usarmi?)

Il suo io del passato: l'essere umano di un altro tempo e di un altro mondo, preso da Arceus per salvare il mondo.

- (Ti stupisce davvero?) - fece il piccolo licantropo.

- (Nient'affatto. - rispose, - siamo la stessa persona, dopotutto.)

Si avvicinò al pokémon, a passo lento.

- (Il tuo potere di ragionamento è migliorato molto da quando hai dato un'occhiata alla porta nera. I tuoi compagni se ne renderanno presto conto.)

Avevano già avuto modo di notare qualcosa di strano. Ma ancora non sapevano cosa fosse.

- (Spero che arriveremo ad un punto in cui non avrai più bisogno di me...)

Al ché, l'essere umano guardò in alto come se stesse guardando alla totalità delle informazioni ricevute.

- (Poteva presentarsi ed affidarti il recupero dei veli come missione; poteva apparire e farsi sconfiggere di proposito e consegnarti i veli come premio; o poteva anche darteli direttamente. Anche senza calcolarti, poteva dare i veli ai candidati, creare una situazione per accumulare l'energia suo obiettivo, e poi prenderli di sua spontanea volontà. Considerando questa abilità di teletrasporto tutto è possibile. Mi trovo difficile pensare che, per forza di cose, ciò che accumulano i veli abbiano solo questo metodo complicato.)

Il Riolu si trovò d'accordo con tutte queste considerazioni in modo facile. Essere la stessa persona aiutava molto.

- (Se ti stesse semplicemente usando, tutti questi metodi sarebbero meno caotici, meno dispendiosi e soprattutto darebbero meno nell'occhio. Potrebbe dire qualcosa come "non dire niente a nessuno", per tutta una serie di scuse che si poteva inventare.)

L'umano abbassò il volto, guardando verso il piccolo licantropo davanti a lui.

- (Al ché, rimane solo una possibilità.)

Il Riolu strinse lo sguardo. Un principio di rabbia tornò di nuovo nel suo cuore.

- (Mi sta testando.) - disse nella sua testa l'eroe di Borgo Quieto.

L'umano abbassò lo sguardo pensieroso, confermando quell'idea.

- (La metafora del narratore di Nebra I è azzeccata, - disse Rukio, - Costruire su di me una trama di violenza e sofferenza; attentare alla vita dei miei compagni e utilizzare anche contro di me Kodamon che mi avevano già ferito.)

In quel nero, i flashback di Slade che uccidevano davanti ai suoi occhi la piccola Mew erano ancora vivide e mortali.

- (Non so cosa sia più tremendo... - commentò l'umano, - perdere la propria compagna di viaggio od essere continuamente tormentato dal suo boia.)

Una sinistra ombra si stampò sul suo volto: era un sorriso malefico, di uno che poteva provare piacere nel cuore nel far soffrire il prossimo.

- (Beh... so cosa vuol dire fargliela pagare. Ho fatto un bel numerino su di lui...)

Il piccolo licantropo strinse lo sguardo: tra la vergogna che provava per quel commento, anche se non ricordava di cosa stesse parlando, e la paura nei confronti della vendetta, si sentì interdetto.

- (Stai tranquillo... - disse l'umano, - so che non farai i miei errori. Sono la prova vivente che la vendetta non porta a niente... e, nel tuo caso, ti farebbe perdere di vista solo cosa conta davvero.)

L'errore che aveva fatto nella grotta della purezza non se lo sarebbe mai perdonato: il suo vecchio io aveva completa fiducia che il Riolu aveva imparato bene la lezione.

- ("Macchiavellico"... penso non ci sia termine più adatto per descrivere il suo comportamento.)

Da Niccolò Macchiavelli, autore del principe e considerato padre fondatore della scienza politica. A quel termine, si associava una mentalità pianificatrice e maledettamente spietata.

- (Metterti al centro della sua opera e non muovere niente alla tua mossa. Il Veloscuro a Dingo; l'incontro con Sobek; il Black Coat che si scontra con un tuo compagno di squadra; potrebbe anche essere che avesse fatto in modo anche di farti avere quei determinati compagni di avventura e di legarsi a te. Magari è pure legato al passato di qualcuno di loro...)

- (Non ci voglio pensare...)

L'essere umano, alla risposta del Riolu, strinse gli occhi.

- (Nemmeno io... un mostro del genere spaventerebbe anche i suoi simili.)

Si avvicinò al Riolu, poggiando la sua mano destra sulla spalla destra di lui.

- (Scartiamo i pensieri paranoici. Teniamo i piedi a terra. Abbiamo la stessa mente: ho solo più esperienza di te con certi algoritmi.)

A quel commento, il piccolo licantropo fece un sorriso sprezzante.

- (Meno male che si siamo solo noi qua. - Disse, - Se qualcuno venisse qui mi rinchiuderebbe e butterebbe via la chiave...)

- (Le prigioni sarebbero sature se dovesse farlo ad ogni individuo come noi, - disse l'umano, - e la libertà diventerebbe solo un grandissimo spazio d'ora d'aria.)

Aiutato dal suo io passato, ci provò con tutte le sue forze. Guidato dalla determinazione di proteggere i suoi compagni dal maniacale soggetto, cercò in ogni modo di far funzionare al meglio il suo cervello. 

Ripensò continuamente alle informazioni già ricevute: come un lupo in mezzo ad una vallata nevosa, vagò nella fredda tundra alla ricerca della preda nascosta per superare l'Inverno, consapevole che lui stesso non sarebbe sopravvissuto se non avesse messo qualcosa sotto i denti. Strinse le sue mandibole ed ogni ruga del volto; il suo viso fu cavalcato da mille gocce di sudore ed il suo respiro si fece affannoso. Grazie al suo io passato, non era più un giovane lupo che andava con energia allo sbaraglio, ma un sapiente veterano che conosceva tutte le possibili tane dove vi era con più probabilità di trovare almeno un piccolo coniglio. 

Non aveva bisogno di una preda grossa: per superare la giornata, gli bastava un po' di carne.

Cercò in ogni anfratto: sotto i rami spezzati; vicino ai corsi d'acqua; vicino alle dighe per trovare dei castori; dove c'era meno neve; dove la vegetazione era più prospera e più generosa. 

Tuttavia, mentre la traversata era ancora a metà, lo scontro del giorno prima ed il suo corpo malandato non riuscirono a guidare il suo forte spirito del lupo. La sua vista si fece sfocata ed il suo corpo si inclinò verso destra. Poi, cadde lungo lo stesso lato, sconfitto dal suo stesso peso.

 Tuttavia, l'Intrasfera stavolta non incontrò il pavimento. Da dietro, Shinso afferrò la mano sinistra del capitano e lo fece cadere sul suo fianco, impedendogli di scontrarsi con il freddo suolo. Nel suo volto vi fu disegnata la preoccupazione e la rassegnazione di essere il sottoposto di tale apprensivo, premuroso ed eccessivamente zelante capitano. 

Il piccolo licantropo non riuscì nemmeno a trovare le parole per ringraziare il suo compagno: continuava a stringere gli occhi e a respirare a fatica, perso nell'oblio della sofferenza della troppa stanchezza.

- R-rukio-kun! - Esclamò preoccupata la coniglietta.

- V-va tutto bene, signor Rukio?! - chiese con il medesimo sentimento Drapion.

Il Riolu cercò di sforzarsi e rimettersi in piedi: provò a stringere le mani e dare forza alle sue gambe, ma non ebbe alcun successo in quella lotta contro sé stesso. Nel vedere quello, il ninja di Albachiara rivolse un sorriso spiacente verso le alte cariche nell'Intrasfera.

- Mi sa... che è abbastanza oggi, - disse la Schiumorana, - siete d'accordo?

Per quanto fosse l'eroe che non cadeva mai, il giorno precedente aveva affrontato l'impresa della sua vita, seconda solo al combattimento contro la Materia Oscura. Purtroppo, anche lui non era il super pokémon invincibilie: era visibilmente provato da tutto quello che stava succedendo. Suikōryo Ampharos, il suo capo, chiuse gli occhi nella consapevolezza che non potevano fare nient altro.

- Sì. Fermiamosci qua.

Il Toxicroack fece uno sbuffo scocciato; il Wigglytuff fece una faccia da finto tonto, come se non si rendesse conto di quello che stava succedendo; Nebra I alzò le braccia al cielo e le spalle, sorridendo.

- E' chiaro che i nostri uomini sono davvero sfiniti, - continuò il pokémon Faro, - Abbiamo fatto tutto il possibile, ma ojettivamente finché Kenji non si sveglia possiamo fare solo conjetture, e se il nostro prinscipale detective non è in forma è inutile farlo sforzare.

- Spero che sia più lucido domani... - commentò il Gokuri, - e che questa sua debolezza non ci costi poi...

- OH INSOMMA! - Sbraitò Nebra I, - E' STANCO! E' CIECO PER CASO!?

- Sua maestà... - intimò da dietro Noir III, - si calmi.

- SONO CALMO! E' LUI CHE MI FA INNERVOSIRE! NON STA BENE, POVERETTO!

- Se mi permette... - commentò il Dusknoir, - è lei che lo ha sforzato troppo.

Lo Zoroark si pietrificò. Riconobbe del vero in quell'affermazione.

- Dai dai! - Disse Wigglytuff, - non è così grave! Lasciamoli riposare! Possiamo contare sul Jikū no Sakebi di Elliot, se perdiamo qualcosa, al massimo!

- (N-non so se me lo lascierà fare...) - Pensò Elliot con sguardo provato.

Il piccolo licantropo stava cercando in ogni modo di rimanere lucido: aveva capito perfettamente le parole del Gokuri quando gli aveva chiesto subito un rapporto, e conveniva completamente con lui. Cercò in ogni modo di lottare contro il suo fisico come meglio poteva, ma anche lui riconobbe che non c'era niente da fare.

- Rukio-kun.

Il piccolo licantropo riaprì a fatica lo sguardo, cercando di rispondere alla chiamata di Ampharos. Provò a staccare il cervello e di rilassarsi. Ora che Shinso lo teneva in braccio, aveva modo di poter essere più leggero nel pensiero.

- Davvero un ottimo lavoro.

Il Riolu rimase un attimo interdetto. Non capì la tempistica di quelle parole.

- Adesso ti puoi riposare. Non sce bisogno che ti sforzi come al solito.

Sapeva bene di quanto si impegnava il suo sottoposto: sapeva che avrebbe fatto qualunque cosa per portare a compimento la missione e svolgere il suo dovere. Ma non era cieco: lo vedeva che era in evidente difficoltà. In cuore suo, vederlo dare anche troppo non gli piaceva, e cercò di fare uscire quelle parole per tranquillizzare il suo animo tormentato dalle responsabilità. 

Il piccolo licantropo non era stupido, e aveva questa strana capacità di mettersi nei panni dell'altro. Capì dopo quelle parole le intenzioni del suo capo, ed il suo battito lentamente si ristabilì.

- G-grazie... signor Ampharos, - disse con tono basso.

- Mi aspetto un rapporto completo domani, - disse poi, - ma fai con calma. Non ci corre dietro nessuno.

Il Toxicroack distolse lo sguardo, in completo dissenso con quell'affermazione. Ma capì l'antifona, e semplicemente sbuffò rassegnato. Un'ombra si creò sul volto del piccolo licantropo: non se lo spiegò, ma in quel momento si sentì di dire qualcosa in più a colui che l'aveva accolto al GIK di Brusilia.

- Sa... signor Ampharos. - bisbigliò con il poco fiato che gli rimaneva.

- Uh? Cosa c'è?

- Ad un certo punto... dello scontro con Sobek...

Nella mente del pokémon Emanazione, come tante fotografie amorevolmente sbiadite, riapparve ciò che era successo nell'Antro della Belva, in quel mondo bianco che apparteneva solo a lui e ad un'altra persona. La Fennekin che aveva cambiato per sempre la sua vita. Quel piccolo sorridente angelo per cui avrebbe dato tutto sé stesso.

- Ho... rivisto lei.

Il Frogadier sorrise candidamente di fronte a quel commento, mentre la felina mostrò uno sguardo molto triste. Ampharos aprì gli occhi sorpreso, per poi sorridere di melanconia per il suo secondo piccolo allievo.

- Capisco...

Fu immerso anche lui in bellissimi ricordi. Fece fatica a condividere quel momento con il pokémon Emanazione.

- E com'era?

Ci fu una pausa tra i due di qualche secondo, il tempo per il piccolo licantropo di rivivere per bene quell'esperienza anomala. Poi inarcò gli occhi verso l'alto, mostrando un sereno sorriso.

- Luminosa... come sempre...

Nel vedere quello, lo Zoroark e Wigglytuff sorrisero anche loro: conoscevano la storia di Rukio, e vederlo con tale espressione scaldò loro i cuori. Il Toxicroak chiuse gli occhi rassegnato: il commento lo mise un po' in pace, e gli fece perdere per un attimo l'impazienza mostrata precedentemente. 

Il resto degli esploratori sorrise con il cuore in mano, non potendo fare a meno di sciogliersi di fronte al pensiero dell'eroe di Borgo Quieto dedicato alla sua passata compagna. In tale piccolo angolo di felicità, uno dei pokémon che stava assistendo alla scena sbatté le ali per richiamare l'attenzione su di lui.

- Molto bene! Direi che è deciso allora!

Dopo tutta la conversazione in silenzio, Ototori Chatot continuò il discorso del suo capo.

- Per il momento la chiudiamo qui e aspetteremo che si riprenda Byakuken Kenji. Nel frattempo, il carceriere Tonx si occuperà di interrogare le Kuroi Kiba su Aragram Bishop, mentre il Chōwa-Ō Nebra I cercherà di prendere informazioni aggiuntive dal prigioniero Yamachi Yamiscilla. Siamo d'accordo?

- Non ricordo di averti dato il permesso di parlare... - commentò il Toxicroack.

- Va bene! - Rispose lo Zoroark, - suona come un piano!

Il Dusknoir non rimproverò il suo sultano per essersi lasciato scivolare quella parvenza di ordine: la sua mente era turbata da altri problemi.

- Detto ciò... - continuò il pennuto, ignorando il carceriere, - Passiamo al risolvere le questioni burocratiche, prima di chiudere la conversazione.

Si rivolse al Toxicroak, per questioni non implicanti la prima asserzione.

- Signor Tonx. Ora che lo Shokujin è stato catturato dai nostri quattro team, è necessario assegnare a loro la taglia del suddetto.

(Ost fairy tail unreleased comedy 2)

https://youtu.be/VxkASP1C9F4

Davanti a tale commento, gli esploratori tranne Rukio mossero leggermente la testa indietro in sorpreso disappunto.

- Mon Dieu... - disse Ampharos, attonito, - come può pensare alla taglia in una situazione come questa?

- Oh, - esclamò la felina, - mi ero completamente dimenticata di questo...

La coniglietta sorrise imbarazzata, tra il tipico Chatot e la tipica Weavile, ora Irūpa.

- Come ci si aspetterebbe dal nostro vice! - Commentò Chaki, - sempre a non dimenticare le priorità della Gilda!

- Ti prego, - disse Elliot con tono incredulo e depresso, - dimmi che sei ironico con questo complimento...

- Questo piccoletto è peggio di Cofagrigus... - commentò Shinso sottovoce.

- (Porca miseria...) - commentò dentro di sé il piccolo licantropo.

- A quanto ammonta la taglia? - Chiese la Lamartigli.

- Ehi. - disse Medicham inebetita, squadrandola per prendere sul serio il pennuto esattore.

- Allora...

Da dietro di lui, Chatot prese in mano una pergamena fresca di stampa. Era la taglia di Kurokiba Sobek.

- (C'è l'aveva già pronta... ) - Disse dentro di sé il Riolu.

- La taglia ammonta alla bellezza di 980.000.000 Koda.

Avevano letto la somma a Neo-Borgo Tesoro, alla Gilda di Wigglytuff, ma erano così impegnati nella missione del Black Coat che non avevano minimamente processato quel numero. Chiusero la bocca trattenendosi e gli occhi gli uscirono fuori dalle orbite, allungandosi come un elastico.

- (T-troppi soldi! - Pensò il piccolo licantropo, aprendo gli occhi come sbattendo una finestra d'impeto - Come diavolo riceviamo quella somma!?)

Alla possibilità di tale premio vi fu paura, stupore, e un briciolo di avidità negli occhi degli esploratori. 

Shinso si congelò sul posto, non avendo mai visto tale cifra. 

Drapion e Arbok, influenzati dall'avido capitano mostrarono degli occhi colorati d'oro, così come quelli di Lopunny e Medicham, che fino ad un momento fa erano pronte a fare la predica alla Lamartigli. 

Gardevoir tremò di fronte alla cupidigia dei suoi compagni. Chaki ed Elliot sbiancarono e spalancarono la bocca dalla sorpresa, ma si ricomposero immediatamente per non passare per pokémon dai bramosi pensieri. 

Nella mente del ninja di Neronotte, la taglia del Feraligatr e la sua sua si accostarono tra di loro, mostrando la pergamena sugli Shinikage più grande di quella di Sobek. Il fatto che la sua possibile taglia fosse un terzo più grande di quella del terrore di Crillaropoli lo fece tremare come un bambino. 

La Weavile fu l'unica che non si fece problemi.

- WOAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!

- (Beh... non che me lo aspettassi...) - Pensò rassegnato il Riolu.

- Vedo che non si smentisce mai... - commentò secco Chatot, richiudendo la pergamena, con gli occhi chiusi.

- (Disse quello che aveva già la taglia pronta...) - commentò Rukio.

- Ritornando a noi, - continuò il pennuto, - dobbiamo decidere come dividere la somma tra gli esploratori partecipanti.

- E' una seccatura... - disse il Toxicroack, - ma ammetto che sarebbe ancora di più fastidioso risolvere questa situazione più tardi.

Prese un plico di carta da sotto la sua scrivania, risistemandola in ordine usando lo stesso banco.

- Dunque: cosa ne pensa lei, mister tesoriere? - disse rivolgendosi a Chatot.

- Visto che la spedizione è una sua richiesta, - rispose il pennuto, - e la spedizione è stata organizzata dalla Gilda di Wigglytuff... direi che spetta 70% della somma a noi.

Il team AWD mostrò evidente disprezzo verso quella decisione.

- EHI! NON CI PROVARE NEANCHE! - Commentò Drapion.

Davanti a quello, il volatile rimase totalmente impassibile.

- SIAMO NOI QUELLI CHE ABBIAMO RISCHIATO LA VITA!

- ES-SATTO! - Disse Arbok, - SPETTA A NOI E IL TEAM SKYRIDERS! IL CASO E' NOSTRO!

- SOLO A VOI!? - si intromise Medicham, - PERCHE' NOI NON ABBIAMO FATTO NIENTE!?

- STAI ZITTA! - Disse lo Scorpiaccio, - MI SONO FATTO FUORI DA SOLO PIU' DI CENTO SCAGNOZZI E VI HO ANCHE AIUTATO CONTRO DINGO! E IL NOSTRO CAPITANO HA VINTO! E' GIA' TANTO CHE LA STIAMO DANDO ANCHE AL TEAM SKYRIDERS!

- AH!?!?!

- Medi-chan... - disse Lopunny, - datti una calmata... non ti fa bene alla pelle essere così nervosa.

Dietro di loro, l'Infernape alzò la mano.

- Ecco... perché non la dividiamo equamente tra i partecipanti? E' più corretto così, no?

- Sono d'accordo anch'io! - Disse il Frogadier.

- Beh potrebbe essere una soluzione... - disse Chatot, - ma in ogni caso, sempre il 70% finirebbe nelle nostre tasche.

La felina indurì con il ghiaccio gli artigli della sua mano destra.

- Vuoi essere graffiato?

- Irūpa-chan! - disse sotto voce Lopunny, - Calmati per favore!

- Non sto mentendo.

Da dietro la scrivania, egli prese con le ali una bandana rossa con un occhio tagliente disegnato sopra. La Lamartigli sbiancò davanti a quell'oggetto.

- Come garanzia per la tua assunzione nel periodo che sei stata qui, abbiamo chiesto all'associazione il premio della tua taglia.

L'Ototori fece roteare la fascia con la sua ala sinistra.

- Gli accordi prevedono che sarà versata a noi non appena tu riceverai tale denaro. E ancora non abbiamo ricevuto tale somma. E, ovviamente, non parlo di quella come Setsukō Irūpa...

Il capitano del team AWD, dunque, si trovò come l'unica persona in mezzo che non poteva protestare.

- (E sarei io il mostro parte due... ) - pensò il piccolo licantropo.

- Quindi, in ogni caso, quella cifra finirà nelle tasche della Gilda di Wigglytuff. Anzi: con divisione equa avresti ancora un debito nei nostri confronti.

- Ha senso. - Commentò Wigglytuff.

- SI CHIAMA ESTORSIONE! - Gridò la felina, - GRANDE ESPLORATORE DI STA M***CHIA!

- Ecco...

Tra gli esploratori, la pinna dell'eroe di Borgo Tesoro si fece largo nel gruppo.

- In verità... io penso sarebbe più giusto che la ricevesse il GIK di Brusillia.

Chatot sbatté gli occhi davanti alle parole di Elliot Dandelion, così come il resto degli esploratori.

- Dopotutto, il contributo maggiore era stato dato dal team Skyriders e dal team AWD. Non mi sento in vena di prendere quei soldi come se nulla fosse...

Abbassò la mano, guardando severo il suo vice.

- Il team Poképals rinuncerà a ricevere la sua parte, in favore del GIK di Brusilia.

- KRA! - Esclamò il pennuto, non aspettandosi tale risposta.

- Sono d'accordo! - disse Chaki, - Se lo meritano più di noi!

- Non è vero! - Disse Shinso, - Ci avete aiutato tantissimo!

La Schiumorana si avvicinò al pinguino.

- Soprattutto lei, signor Elliot! Non è giusto che voi non riceviate niente!

Il pinguino rimase in silenzio per qualche secondo davanti al commento del membro del team Skyriders.

- Un vero eroe...

Dalla sua bocca uscirono quelle parole con tono solenne, mentre la sua figura si illuminò della luce divina.

- Non ha bisono del vil denaro come premio.

In quel momento, Elliot Dandelion si mostrò in tutta la sua purezza da paladino della giustizia nei confronti del ninja di Neronotte. Egli si commosse davanti alla luminosità che il cavaliere blu emanava da tutti suoi pori.

- (C-così brillante!) - Pensò Shinso con le lacrime agli occhi.

Davanti a quell'affermazione, il Riolu picchiettò la pinna del pinguino con la mano sinistra, invitandolo ad abbassarsi.

- Cosa c'è?

- Dimmi il vero motivo. - Bisbigliò Rukio, coprendosi la bocca.

Senza cambiare espressione in volto, Elliot si mise una mano davanti per coprirsi a sua volta l'organo della parola e rispondere all'eroe di Borgo Quieto.

- La vostra tassa sugli esploratori è del 50%, - disse, - mentre la nostra è del 90%. Mi aspetto un piccolo contributo da parte vostra per la nostra generosità.

- (E sarei io il mostro. Parte tre.) - Pensò il piccolo licantropo, imbarazzato.

Per qualche motivo, anche se non sentì niente, Chatot si sentì parecchio irritato.

- Sono d'accordo con Elliot-kun! - disse la coniglietta.

- C-CAPITANO! - Esclamò contrariata Medicham.

- Oh suvvia! - disse Lopunny, - Davvero vogliamo prenderci immeritatamente questa somma? Irūpa-chan e i suoi amici... hanno combattuto con gli artigli e con i denti per Crillaropoli e per noi...

Nel film che si stava girando, fu inquadrato il lato senza braccio della Gardevoir.

- E sempre Irūpa-chan, nonostante sembri dura e tagliente, non ci ha pensato due volte ad usare il suo ghiaccio per fermare l'emorragia di Garde-chan.

La Rikimi abbassò lo sguardo. Per una volta, si sentì in imbarazzo di fronte alla sua cupidigia.

- Siamo in debito con loro. Tanto vale saldare subito, no?

La felina rimase in silenzio davanti a quel segno di rispetto nei confronti della sua rivale in caccia di tesori. Per lei non era stato un motivo di tornaconto come il suo solito: lo aveva fatto senza pensarci, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Ma non si sentiva di gioire di fronte a quella bandiera bianca. Rimase in silenzio come se provasse qualcosa nei confronti della coniglietta che non si seppe immediatamente spiegare. Si voltò verso l'intrasfera, puntando gli occhi verso l'Ototori.

- Quindi... cosa farai, uccello isterico?

Chatot corrucciò il volto in evidente disappunto.

- Tutti quanti sono d'accordo nel versare la somma al GIK di Brusilia.

Un ghigno si stampò sul volto di Drapion e di Arbok. Vedere la faccia di quel pestifero volatile rimanere a bocca asciutta non valeva tutto l'oro del mondo.

- Rovinerebbe la reputazione della Gilda di Wigglytuff... se chi sta a capo di essa insistesse su questa faccenda.

La faccia della felina divenne ancora più grande in prospettiva di quella del pokémon Musicale. I suoi occhi erano oscurati da un cruento intento.

- Avanti... qual è la tua decisione?

Il volto del tesoriere del leggendario gruppo esplorativo era tremante. Era misto a rabbia e preoccupazione nei confronti di cosa avrebbe potuto scatenare una sua reazione errata. Meglio la somma o mantenere il prestigio della grande tenda rosa sopra il poncho giallo? Dopo pochi secondi, il suono di un timbro da sigillo sancì l'ultima firma per legalizzare il ricevente della somma.

- Fatto. - disse il Gokuri.

Chatot giaceva a terra sconsolato e coperto da una nube nera, sull'enorme poncho rosso della sala di Wigglytuff.

- La quota di 980.000.000 Koda verrà versata nelle tasche del GIK, e poi sarà giurisdizione sua distribuire tra i partecipanti della missione.

Drapion e Arbok si abbracciavano e saltellavano come se non sentissero alcun dolore. La felina aveva le braccia conserte, con un sorriso fiero. Un Honchcrow nella stanza del Toxicroack prese con sé i fogli e gli intascò in una borsa del viaggiatore.

- Invieremo i documenti necessari ad Ampharos, e riceverete la somma una volta che questi fogli saranno recapitati firmati alla sede della Società Esplorativa.

Si stese poi sul banco giungendo le mani sotto il mento.

- Detto ciò... Vi invito a non avere la testa altrove, anche se vi riposerete.

Gli esploratori terminarono in festeggiamenti, rimanendo bloccati.

- Useremo questo tempo per continuare il vostro lavoro mentre riprenderete le forze. Non appena vi sentirete meglio, organizzate le indagini e procedete. Non appena avrete sviluppi, riferiteli a me tramite i vostri capi.

Essi non risposero. Rimasero in silenzio e fecero cenno di avere capito.

- Ricordatevi: questo pericoloso individuo sta giocando a fare il dio con voi e con le vite di innocenti che vogliono solo vivere in pace.

Non vi erano giri di parole; non vi erano mezzi termini. Solo l'essenziale, da parte del carceriere.

- Non perdete la vostra determinazione di andare fino in fondo. Il destino del mondo è nelle vostre mani.

Con queste parole, egli chiuse il collegamento.

- Alla prossima! - Disse Wigglytuff, - ai miei amici, vi aspetto a casa!

Anche egli chiuse il collegamento.

- Riprenditi presto, Rukio amico mio! - Disse Nebra I, - ti chiamerò anch'io non appena scopro qualcosa!

Il sultano della Terra dei Deserti chiuse anch'egli il collegamento.

- Signor Rukio..

L'ultimo che rimase in piedi fu Ampharos.

- Si riprenda presto.

- L-la ringrazio, signor Ampharos... - rispose il Riolu a fatica.

Chiuse anche lui il collegamento. A collegamento chiuso, gli esploratori si sentirono come un grosso peso si fosse levato dal loro cuore.

- Finalmente hanno finito... - Disse la felina, - non c'è la facevo più...

Si sedette a terra, stanca.

- Non immaginavo che conoscessero il mio passato...

- Tu ti lamenti di quello!? - Disse Shinso alterato e disperato, - Mon Dieu! Ho appena scoperto di avere una taglia che è quasi il doppio di quella di Sobek!

Poi si rivolse ad Elliot, con le lacrime agli occhi.

- Grand Monsieur! Mes amis! N-non ha qualche conoscenza che me la può fare almeno abbassare?!

- A-anche se c'è l'avessi, il metodo di decisione di taglia non sono cose da bassa burocrazia! - disse il pinguino, - sono gli stessi carcerieri e il boss della Società Esplorativa a deciderle! H-ho le mani legate...

La ranocchia alzò la testa al cielo come se fosse stato appena colpito al mento. Era completamente disperato. Il piccolo licantropo diede un colpetto con le nocche al suo compagno.

- M-mettimi giù, Shinso... - disse con poco fiato, - a-adesso sto bene...

La tristezza e il pensiero per la sua situazione difficile sparì tutta in una volta. Guardò il capitano come se fosse incredulo davanti a quello che stava dicendo, ed era in procinto di arrabbiarsi seriamente.

- N-non... non voglio... t-tocc...

La mano del piccolo licantropo cadde sul suo fianco sinistro a penzoloni, perdendo ogni forza di rimanere attaccata al Frogadier. La conversazione era finita; non gli rimaneva nient'altro da fare. Poteva rilassarsi: poteva finalmente dedicare il suo corpo al meritato riposo. La Schiumorana fece un triste sorriso dopo uno sbuffo divertito.

- Ghehe... si è addormentato...

Un sottile ronzio uscì dalle labbra del capitano del team Skyriders. Stava avvicinarsi alla sinfonia del russo. L'Empoleon si ammutolì, pensando alle ultime parole che stava per dire l'eroe di Borgo Quieto. "Non voglio toccarti", probabilmente stava per dire: in virtù dello Shinkutsu, era sua preoccupazione non attivarlo involontariamente nei confronti del ninja di Neronotte. Era chiaro che, per il Riolu, era un grande principio morale. Nel mondo oscuro del piccolo licantropo, delle nebbie nere piano piano stavano inghiottendo anche il suo io passato umano.

- (So perfettamente... perché non vuoi farlo. Ma tu non lo sai ancora...)

Abbassò lo sguardo mesto.

- (Sì... ti senti molto bene. Senti che, oltre Amelia, hai trovato altre persone a cui affidare la tua vita.)

Dopotutto, erano la stessa persona. E proprio perché erano la stessa persona, sapeva analizzare bene la totalità delle cose in quel nero.

- (Ma non ha importanza... quanto tu creda in questi valori. Credimi: desidero questo epilogo quanto lo stai desiderando tu.)

Si girò di spalle nei confonti del piccolo licantropo. L'uomo con l'impermeabile nascose la sua bocca nel colletto.

- (Ti sarà tutto più chiaro, quando avrai tutti i tuoi ricordi. Per il momento... goditi questi attimi finché puoi.)

E senza aggiungere altro, sparì nel buio tetro. L'essere umano conosciuto come Ōryūgo Rukio si addormentò definitivamente.

- Tch! Dannata pantegana... - commentò la Setsukō, - potevi aspettare. Dovevo dire ancora qualcosa.

La Shiromi squadrò la compagna confusa. Ci pensò un attimo, prima di poter comprendere quel commento.

- Ah già. Hai dimenticato quello...

- Pensiamoci più tardi.

Le due furono interrotte dallo Scimpanzé del team Poképals.

- Abbiamo tanto su cui lavorare... - commentò lo Scimpanzé, - Ma adesso non abbiamo le forze per farlo...

Dopo aver detto quella frase, inclinò il volto alla sua destra. I loro occhi incontrarono il viso di Rukio, sopito tra le braccia di uno Shinso sorridente.

- E' il momento di riposarsi. Impegniamoci a farlo, per favore.

Si girò all'indietro, seguito dal suo compagno Chaki. Dopo qualche passo, il team Malia lo seguì a ruota.

- Facciamolo... per il futuro dei nostri amici.

Il team AWD rimase ancora un momento a guardare. Poi, quando Shinso si avviò anche lui per portare Rukio nel suo letto, li seguirono anche loro. Centosettantesimo anno del drago, ore 13.15. Da dietro un angolo del corridoio, Mizukage Soup de Poisson Benji rimase ancora un po' a guardare gli eroi della sua città tornare nelle loro camere. 

*******************************NOTE DELL'AUTORE*******************************

- Explaining:

- Legenda:

Akakōri(赤冰): Ghiaccio rosso.
Blade: spada;
Yūshin (勇士): guerriero
Yamaoni (山鬼): Orco di montagna


-F.A.Q.

- Curiosità

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