Capitolo 16: 青月と赤祈り (Luna Blu e Preghiera rossa) (Prima Parte)
Dopo l'incontro con Leonardo Aquilone, corriere di Akabara Dolcemiele Kisuke, Ōryūgo Rukio ed Elliot Dandelion si erano inoltrati di nuovo per il distretto festivo. Il piccolo licantropo aveva concluso il pasto della Mela Caramellata, e si era concesso l'acquisto di un Saké aromatizzato da Mizukage E'toile de Aube Margaret, una qualità Junmai Daiginjo. Scambiate quattro chiacchiere sulla serata, avevano finito la passeggiata ed erano tornati nella piazza di Libero, dove avevano deciso di riposarsi su una panchina vicino alla fontana. Centosettantesimo anno del Drago, ore 22.35. L'eroe di Borgo Tesoro versò nella tazzetta piatta rossa del Riolu, che teneva a due mani, il contenuto della bottiglia. Anche il piatto utensile era stato comprato dalla Starmie.
- Se è il tuo ultimo tentativo per farmi sparire le preoccupazioni, rimarrai deluso. - fece Rukio, - Da quando sono in questo mondo, l'alcol non mi ha mai fatto effetto.
- Anche a me, - disse il pinguino, ad occhi chiusi rassegnati, - ma non posso fare a meno del sapore del Saké.
Il pinguino, poi, si versò da solo la sua porzione.
- E' fatto con riso coltivato dai rifugiati Akabara del villaggio.
Poggiò la bottiglia a lato.
- Il Koji per l'amido e i lieviti dalle Shirotsutsuji; l'acqua è selezionata e filtrata dai Mizukage; le bacche, il legno e le foglie per l'aromatizzazione sono del pregiato orto del sindaco Benji.
Il Riolu annusò il liquido biancastro. Vi erano note di Baccacedro e profumo di freschezza primaverile.
- Praticamente è un brindisi al villaggio questo... - disse il Riolu, guardando il contenuto della sua tazza.
Su tale specchio liquido, vi era riflesso un volto pensieroso dal sentore leggermente amaro.
- ... o almeno... secondo l'etichetta.
Il pinguino sollevò la tazza verso l'eroe di Borgo Quieto. Egli si rivolse ad Elliot, incuriosito dall'ultima nota del racconto.
- Questa bottiglia... ha quaranta anni. Faceva parte della scorta reale dei Mizukage. Margaret mi ha raccontato che aveva cambiato l'etichetta quando l'aveva portata qua dal villaggio di Albachiara dopo la distruzione.
"Perché cambiare l'etichetta?": fu la prima domanda che fece capolino dai pensieri del piccolo licantropo. Non mostrò la curiosità di scoprirlo tuttavia: si immaginò che se il capitano del team Poképals era così voglioso di parlare, glielo avrebbe detto lui. Quindi, vi fu invece l'attesa della risposta certa.
- E'...
In un mondo immaginario, un pokémon fatto da scaglie e denti affilati mostrò un sorriso dolce tra le ombre, tenendo in mano quella bottiglia tra una brezza di petali di ciliegio.
- Il saké di produzione personale della mamma di Sobek.
Il Riolu spalancò gli occhi allibito. Ne fu così scosso che quasi rovesciò il contenuto della ciotolina per terra. Nell'apprendere tal segreto, però, la sua reverenza maniacale nel prossimo lo fece ancor di più concentrare nel tener saldo il suo Saké. Venne preso a pugni dalla consapevolezza di avere dell'oro liquido tra le mani.
- Era il preferito del re, - continuò Elliot, - Lei ne produceva solo venti bottiglie all'anno, ma una era sempre tenuta da parte per la famiglia reale. Ha chiesto il consenso a Brina prima di prenderlo, ma da come me l'ha detto penso fosse sicura che non avrebbe fatto un torto a nessuno.
Avrebbero bevuto qualcosa di più vicino ad un cimelio di famiglia che ad un semplice alcol di celebrazione. Il cuore del Riolu iniziò a battere forte, ed i suoi occhi si contrassero in dissenso. Si girò verso l'eroe di Borgo Tesoro, pronto a mostrare la sua disapprovazione.
- Erano due, - lo fermò l'Imperatore, - l'altra bottiglia è stata inviata alle Fauci del Seviper mentre eravamo a riposo.
Nella Terra Sconosciuta, mentre veniva trasportato sul suolo vulcanico in un gigantesco carro, Kurokiba Sobek stringeva tra le mani un piccolo contenitore di metallo, con all'interno la suddetta bottiglia. Nel suo viso vi era apprensione e malinconia. Il disagio nel pokémon Emanazione sfumò lentamente, e il battito rallentò. Fece un profondo sospiro di sollievo. Il pinguino lo guardò con sguardo scocciato.
- Datti una calmata... - fece inebetito, - non l'avrei stappata altrimenti...
Avvicinò la sua ciotola al piccolo licantropo, impugnandola saldamente con una mano.
- Va servito freddo. Gustiamocelo lentamente.
Il Riolu rimase fermo per qualche secondo. Poi, impugnò anche lui la tazza con una sola mano e l'avvicinò al pinguino. Entrambi fecero toccare le due ciotole con leggerezza, facendo un brindisi.
- Missione compiuta. - Dissero in coro.
Entrambi ripresero a due mani il saké. Inclinarono leggermente la testa in avanti in inchino e poi fecero il primo sorso. Tra coniugi, il rito prevedeva di sorseggiare tre volte. Qui ne bastavano due, e così decisero di fare per lo Shokujin. Tennero per piccoli secondi il liquido nella bocca, e poi lo ingerirono. Si passarono la lingua sulle labbra per assaporare il liquore, per analizzare le note particolari rilasciate dall'aroma. Tuttavia, dopo qualche secondo di silenzio, schioccarono la bocca delusi.
- Mi sa che è andato... - fece l'eroe di Borgo Tesoro.
Fece poi il secondo sorso.
- Già. - commentò il piccolo licantropo, seguendo sconsolato il pinguino.
Questo riprese la bottiglia, annusandola.
- L'aroma sembra rimasto nel collo, ma non è nel liquore.
Fece uno sbuffo rassegnato.
- Lo sapevo che non potevo avere troppe pretese da un Saké così vecchio... Margaret mi aveva detto che l'aveva conservato sotto i -20 gradi, ma è comunque un periodo troppo lungo. Il fatto che non sia giallo mi aveva fatto sperare ma...
Guardò la ciotola deluso, come se avesse visto un bambino ferito.
- Santo cielo... Quanto avrei voluto provarlo quando era ancora fresco! - disse quasi con le lacrime agli occhi, - Doveva essere davvero buoooono...
- (Suona come un vecchio ubriacone...) - commentò il Riolu inebetito.
Elliot mise da parte la ciotola, ritappò la bottiglia e la mise da parte.
- Quindi...
Si rivolse poi a Rukio, con viso interrogativo.
- Che ne pensi?
- Su... cosa? - Rispose, tennennando un po' per la domanda inaspettata.
- Di questo epilogo.
Il piccolo licantropo stese la ciotola verso il pinguino. Elliot rimase interdetto: trovò insolita la decisione del pokémon Emanazione di continuare a bere ciò che era più vicino ad acqua torbida che a riso alcolico. Tuttavia non esitò e non chiese spiegazioni: riprese la bottiglia e versò una seconda porzione al suo collega. Il Riolu fece un cenno per ringraziare, e riprese a sorseggiare in due tempi.
- Parlo della storia tra Sobek e i Mizukage. - continuò Elliot, - Secondo te... hanno avuto la giusta punzione?
Rukio fece il secondo sorso, guardando in avanti in riflessione. Dal tono del Dandelion capì quasi subito l'identità dell'interrogante. Era stato l'eroe deluso dalla malvagità del mondo, privato di ogni speranza di cambiarlo in meglio, che stava andando avanti per inerizia. Aveva solo recentemente recuperato la luce: era difficile spegnere una voce sentita per diversi anni.
- Pensi che avrebbero meritato peggio? - Chiese il piccolo licantropo dritto e diretto.
Il Kurokiba in carcere per il male causato; una condanna lunga e inflessibile. Tali fiori sbocciati, tuttavia, erano stati coltivati dalla discriminazione, con un fertilizzante di un senso antico ed elitario che non accettava difetti. Tutto ciò, fatto tra le mura di Albachiara. Era evidente anche nello sguardo dell'eroe di Borgo Tesoro: triste per via dei suoi stessi pensieri da non eroe. Ma sicché la luce era stata recuperata, sapeva anche come enunciare la bilancia presentata. Guardò davanti a sé come l'uomo sotto una notte stellata, seduto su un pontile con l'illuminato mare all'orizzonte.
- Non penso che tra i Mizukage del villaggio ci siano tutti coloro presenti alla lapidazione, - disse il pinguino.
Il dolce baccano dei villaggeri colorò il sottofondo del suo parlare.
-... e nemmeno che tutti i Mizukage vi abbiano partecipato.
Il Riolu stese di nuovo la ciotola. Elliot versò una terza prozione.
- Brina avrà avuto meno di quattro anni... e Margot non mi sembra assolutamente capace di fare una cosa del genere.
Il piccolo licantropo fece un altro sorso. Il pinguino richiuse la bottiglia.
- Non lo ha fatto. - disse Rukio con assoluta certezza.
Il volatile si girò verso il piccolo lupo con il viso di chi cercava spiegazioni in un fratello che aveva appena visto la morte in faccia.
- Hai... davvero visto tutta la scena?
Fece il secondo sorso. Nelle occhiaie del piccolo licantropo non vi era rifrazione capace di distorcere tali memorie.
- Sì. Non vi era nessuna Starmie. Sogen se la sarebbe ricordata.
Il pinguino emise un sospiro di sollievo, tenendosi la mano sinistra sul cuore.
- La conoscevi già prima?
Il pokémon Emanazione stese la mano per un'altra porzione, senza voltarsi. Il pinguino gliela versò delicatamente. Poi, si versò un po' di liquore anche per lui.
- La signora Margaret mi ha mostrato la città prima che arrivaste voi, senza spiegarmi nulla di Sobek. Avevo intuito qualcosa da me.
Stese la ciotola verso il pokémon Emanazione dopo aver poggiato la bottiglia. Fecero un altro brindisi sotto i colori festivi e le luci di Crillaropoli.
- Era stata veramente gentile. Ci aveva ospitato a casa sua prima di incontrarvi al Kagetsu, ha cucinato per noi e ci ha fatto provare la sua specialità.
Dei bambini Wooper passarono con un costume di Rayquaza. Dei Bunneary li seguirono con dei piccoli kimono e dei ventagli con "Fratello" scritto in Kanji. Un sottile sorriso si stampò sul becco del pinguino.
- Mi sarebbe... veramente dispiaciuto.
Aveva un sapore amaro ricevere una buona impressione, per poi trovarsela rovinata, o "tradita". Rukio conosceva quella brutta sensazione, e la lesse dipinta nella faccia di Elliot. Fece un sorso dalla tazza, per poi chiudere gli occhi.
- La sua casa... era in ordine, vero?
La mente del pinguino fu riportata ai giorni antecedenti all'inizio della missione. L'abitazione della Starmie era in ordine e perfettamente pulita: era uno dei motivi per cui non era riuscito ad inquadrare subito la situazione. E, forse, era anche quello per cui era stata appuntata lei come guida per il Mirai no Senshi. Con un sorriso leggermente spento fece un altro sorso dalla tazza.
- Aveva preparato qualche merenda a Sogen e Mitsuki. - disse Rukio, - aveva un bel ricordo di lei.
L'anima della stella marina era affidabile e benevola, a differenza di alcune altre ombre del clan di Albachiara. Non vi era modo di contestare quel fatto. Nonostante ubriaco della sua vendetta, Sobek non si era dimenticato di lei, e come tale l'aveva risparmiata da sé stesso. Gli occhi del pinguino presero una sfumatura dolce, simile ad un nonno che vedeva il nipote mostrare amore verso il prossimo.
- Dopo la cattura di Sobek, - disse l'Imperatore, - ci ho riflettuto bene. Pensavo fosse perché non se la sentiva di distruggere la casa di un'anziana signora. Ora capisco che c'era molto di più.
Il Riolu aveva capito che creava disagio nell'Empoelon la sua visione e dubbi sulla Starmie, e gli aveva dato immediatamente qualcosa per sciogliere ogni dubbio. Aveva fatto la stessa cosa il pinguino con la bottiglia della mamma di Sobek: erano sulla stessa lunghezza d'onda, e ciò fece piacere all'animo dell'eroe veterano. Se si pensava che una settimana fa si erano scontrati brutalmente in quella stessa piazza dove ora conversavano in tranquillità e con empatia reciproca, tutto quello sarebbe apparso come una situazione surreale.
- Grazie mille. - Disse Elliot con un sorriso.
- Di... nulla. - rispose Rukio, distogliendo verso sinistra lo sguardo con le guance arrossate d'imbarazzo.
Il pinguino versò dell'altro saké nei confronti del suo piccolo collega.
- Tornando alla domanda di prima. Sono curioso di sapere la tua risposta, ora.
Il piccolo licantropo fece un altro sorso di saké, deglutendo abituato al liquido. Spalancò gli occhi confuso, per poi guardare il contenuto nella tazza. Il colore era diventato più chiaro, così chiaro che rifletteva completamente la luna su di esso. Il sapore era diventato un sapore, e sprigionava un aroma che aveva lo stesso sentore di primavera che aveva sentito allo stappo della bottiglia. Fior di Baccaperina e Baccaxaban si espansero nella bocca a boccone concluso. Mosse la lingua sui suoi denti e nella sua bocca: che la mela caramellata mangiata prima si era messa in mezzo e gli aveva impedito di sentire la straordinarietà della bevanda? Era il saké più buono che avesse mai bevuto: si sentì completamente sopraffatto. Nel vedere il Riolu in quello stato, anche il pinguino provò a bere di nuovo il Saké, ma non sentì nulla. Si girò verso di lui con il viso di chi si sentiva preso in giro. Il piccolo licantropo tuttavia non chiese un'altra porzione, nonostante quello fosse il momento più adatto: rimase fermo a guardare il liquido che era rimasto, ben consapevole della domanda che gli era stata posta. Domanda, a cui rispose guardando la luna in cielo.
- Forse...
La luna si riflesse nei suoi occhi, come se dovesse per dire una saggia e benevola rivelazione.
- La cosa più giusta... sarebbe stata la legge del taglione.
"Occhio per occhio... dente per dente". Elliot Dandelion rimase a bocca aperta e con occhi stretti in spaventato sconcerto. Sembrava la faccia del suo compagno Chaki, e non quella del temuto eroe di Borgo Tesoro.
- Chi aveva partecipato alla Lapidazione, avrebbe potuto rompersi la mano che aveva lanciato le pietre. Oppure, la principessa poteva punire il popolo tagliandosi gli occhi.
Nella mente del pinguino, una versione da Ade di Brina senza bulbi oculari apparve nella sua testa.
- "Il popolo si è rifiutato di ascoltarti e ha solo visto il falso. Quindi, ora, la voce del popolo non vedrà più!" Poteva fare una cosa del genere.
Il volto dell'Imperatore si ricoprì di sudori freddi ed occhi spalancati.
- O magari poteva stracciarsi quello che sembra un vestito sul suo corpo.
Nella sua mente apparve Brina con un Mizu Kunai farsi dei tagli sul di sé in versione cartonesca.
- "Avete ripudiato un mostro, ora sarà un mostro a guidarvi!". Poteva fare anche così. Sicuramente, la storia di Kurokiba Sobek potrebbe far desiderare queste risoluzioni.
- N-non è un po' troppo estremo!?!? - Disse il pinguino, terrorizzato.
- Ma...
- Uh?
Rukio riabbassò la testa, terminando la meditazione dalla luna. Rivolse lo sguardo verso l'orizzonte. Vide un Miltank giocogliere fare uno spettacolino a dei bambini. Volti innocenti a cui guerra e violenza non era parte del loro mondo. Alla loro vista il suo sguardo si intristì, e commentò:
- Non avrebbe risolto niente.
Il Dandelion fece un silenzioso sospiro, dando la sua attenzione al piccolo licantropo. Il Riolu fece un altro sorso.
- Tutto questo corso di azioni... cosa avrebbe insegnato alle generazioni future? Che è normale tagliarsi un braccio e farsi del male per il perdono? Se la principessa avesse portato una delle mie soluzioni, nessun Mizukage sarebbe rimasto indifferente. Per il loro orgoglio, ci sarebbero stati arti volanti e bagni di sangue. Non ne ho alcun dubbio.
Per un attimo, nel volto di Elliot vi fu l'espressione di chi aveva appena visto un fantasma.
- Avrei fatto lo stesso, personalmente: - continuò il Riolu, - non avrei mai permesso che una mia regina si sarebbe presa tutta la colpa. Nessuno lo avrebbe mai fatto.
Un Marill e uno Snubull fecero esplodere delle trombe di carta.
- (E' davvero un eroe questo ragazzo!? - pensò il pinguino, terrorizzato - cosa sono queste visioni macabre!?)
- Quella ragazza...
Una luce passò sul volto del Riolu. Fecero sembrare un lato nella penombra.
- Sembra molto impacciata, ma è molto intelligente. Sono sicuro che aveva pensato a tutto questo, prima di parlare a Sobek.
Il piccolo licantropo stese di nuovo la tazza. Elliot gli versò di nuovo il Saké titubante. Rukio fece un sorso senza guardare la ciotola. Sapeva di acqua.
- Se diventerà più forte a capacità combattive... forse potranno ricostruire il loro clan. E... forse davvero potranno portare la pace in mezzo ai Kodamon. Senza la violenza.
Il Riolu sorseggiò il secondo. Stavolta si bagnò solo le labbra.
- Personalmente...
La sua mente fu riportata a quell'evento. Alla memoria acquisita da quelle di Aishi Arbok del team AWD. Il vedere di nuovo il Frogadier colpito da Sobek gli diede una scossa di adrenalina.
- Penso che non ha senso dare una punizione dove si priva il colpevole di un mezzo per rimediare. Come se a Shinso, visto che aveva rotto la barriera di Albachiara e ucciso due centinaia di Mizukage, gli si tagliassero le mani. E' illogico, così come lo era ucciderlo a sangue freddo quando si è scoperto che era uno Shinikage. Non è una punizione: è una condanna definitiva. Vi è una bella differenza.
Rivide quel frammento di film. Il suo cuore si strinse in tristezza e rabbia.
- Anche se non ha reagito, la signora Margaret era distintamente in disaccordo con la soluzione del sindaco. Il fatto che una donna intelligente come lei l'abbia pensato, conferma la ragione della mia opinione.
Mentre lo diceva, il suo sguardo era corrucciato. Lo stesso di chi era disgustato, deluso e arrabbiato nei confronti di un'altra persona. Il pinguino guardò la sua ciotola mesto. Fece un sorso. Anche per lui risultò acqua liscia.
- Ci è stato molto male... per quello che ha fatto. - commentò il pokémon Imperatore.
Il piccolo licantropo chiuse gli occhi. Sapeva che stava dicendo la verità.
- Non aveva altra scelta. Lo so. - disse il Riolu, - Era stato minacciato sia dal Black Coat che da Sogen. Per giunta, lui aveva usato il Keiyaku. La sua gente era in pericolo: purtroppo non posso, e non devo avercela con lui.
Riaprì i bulbi oculari, con sguardo che guardava all'orizzonte.
- E' solo... più forte di me.
La tazza vuota in mano tremò. La mente riconosceva che il sindaco aveva fatto la cosa giusta per la salvezza della sua gente, e non poteva biasimarlo per aver pensato a loro piuttosto che ad un forestiero. Il cuore, tuttavia, non poteva sopportare il futuro senza quel suo compagno di viaggio, e non poteva perdonarlo così facilmente. Elliot non poté dire niente: divenne anche naturale porsi la domanda e la risposta di cosa sarebbe successo se al posto del Frogadier ci fosse stato Chaki o Tōru. Tuttavia, il conflitto interno del Riolu incuriosì non poco Elliot Dandelion. Ritenne insolitamente troppo profondo quel legame formato da solo un anno e sei mesi, al punto per il piccolo licantropo da voler proteggere a tutti i costi quella ranocchia insicura e pericolosa. Il pinguino versò dell'altro alcol al collega. Egli si impegnò a far in modo che il suo nervosismo non facesse rovesciare il contenuto nella tazza.
- In molti hanno fatto qualcosa di sbagliato in tutta questa vicenda, - continuò a parlare Rukio, - Volenti o nolenti. Ma ciò non mi preoccupa affatto.
La luna blu risplendeva in cielo. Essa bagnava di raggi la figura dell'eroe di Borgo Quieto e il liquido nella tazza.
- C'è una buona possibilità... che i Mizukage riusciranno a pulirsi il Karma. Il fatto che Sogen abbia accettato le scuse, come pensavo sarebbe successo, ha dato ai Mizukage la giusta pena.
- (Come... pensavo?!)
La mente del Riolu fu portata altrove: un evento che aveva recuperato dal varco della porta oscura con Sobek. Giusto tre secondi, in cui riusciva a ricordare solo quelle immagini. Le immagini di una persona sdraiata su un letto di ospedale, con un pacemaker attaccato e la vita alla mercé di circuiti e flebo.
- Vivere sapendo che qualcun'altro ti ha permesso di farlo... con la consapevolezza che non potrai mai ripagare il tuo debito nei suoi confronti.
E una linea retta, su un monitor verde.
- Non c'è punizione più grande.
Il tono di una persona dal peggior fato; un uomo arrivato alla resa dei conti con il suo maturato io. In quel momento, Elliot Dandelion sentì strisciare in lui una sinistra sensazione.
- (Mi sembrava... strano.)
Ripensò al combattimento nell'Antro della Belva contro il boss delle Kuroi Kiba. Alla rabbia di chi giudicava ogni azione del prossimo.
- (Per come si è infervorato... credevo avrebbe sbraitato contro i Mizukage, per quello che hanno fatto a Sobek.)
Per tale reazione, l'avversione agli abitanti di Albachiara poteva risultare naturale. Eppure ciò non era accaduto: in parte per l'ammissione delle proprie colpe date dallo stesso clan; in parte, per la riflessione appena spiegata.
- (Invece è rimasto inizialmente calmo. Non si è arrabbiato né tanto meno ha preteso qualcosa. Si è infuriato solo al lancio delle pietre, ma non ha aperto bocca in merito alle decisioni sui Mizukage. Ed ora che me l'ha spiegato perché tutto ha più senso. Ma...)
Qualcosa non andava. Vi era una irregolarità nei tempi di pensiero e di reazione, perché chiunque, dopo aver saputo la verità, avrebbe mostrato avversione istantanea verso i ninja dell'acqua. Invece, quel corso di azioni e reazioni dava alla luce solamente ad una possibilità.
- (Questo vuol dire...)
Possibilità, che corrispondeva alla realtà dei fatti.
- (Che questa logica era già instillata nel suo animo, ancor prima di tornare a Crillaropoli! L'ha pensato subito dopo aver riaperto gli occhi dopo quella caduta, ed è per questo che non ha reagito ai Mizukage! Aveva già considerato che i Mizukage avrebbero cercato di farsi perdonare! No, ne era assolutamente convinto!)
Un brivido scorse lungo la schiena del pinguino, anche lui bagnato dalla luce lunare.
- (Quanto lontano è in grado di andare il suo pensiero!?)
Non guardava più il piccolo licantropo come l'eroe della Materia Oscura, e dopo quella missione anche del villaggio di Crillaropoli.
- (Questo ragazzo...)
Bensì, come una bestia di antico e spaventoso intelletto.
- (E' veramente un mostro!)
- Per quanto sia molto importante parlare di questo...
Il Riolu rivolse uno sguardo sospettoso al collega.
- Non è quello che volevi chiedermi. Mi sbaglio?
Il pinguino rimase un attimo interdetto. Fu come se il piccolo bambino monello fosse tornato dalla madre dopo l'ennesima marachella. Corrucciò lo sguardo: cercò di togliersi dalla testa l'idea di trovarsi di fronte a qualcuno di pericoloso. Chiuse gli occhi, facendo un cenno con la testa in un "Touché" per l'intuizione del Riolu. L'epilogo di Crillaropoli, infatti, non era il vero quesito.
- No. Non lo è. La vera domanda è...
Ma era quello che aveva la via opposta.
- Cosa volevi chiedermi tu?
Il Riolu si sorprese, rimanendo bloccato per qualche secondo. Poi, fece un sospiro sottile, sorridendo tristemente alla contro-intuizione del suo collega.
- Me l'hai fatta... Mirai no Senshi.
Il pinguino fece un altro sorso dalla sua tazza.
- Non era difficile da capire, - disse Elliot, - quando ti confronti sulla persona sei molto emotivo... ma quando combatti sei allo stesso modo in cui pensi.
Poso la ciotola da parte, chiudendo la bottiglia.
- Un tipo intelligente come te...
Si girò verso di lui, con sguardo semichiuso e tagliente.
- Non fa niente se non ci ha pensato bene.
Il Riolu chiuse la bocca in serio sospetto.
- Hai accettato di stare con me e di permettere a Chaki di occuparsi di Shinso, ben consapevole che non è un buon momento per voi e dovreste stare vicini più che mai in questo momento.
Il Riolu rimase con la tazza in mano, continuando a guardarlo. Non aveva fatto ancora il suo sorso.
- Se hai accettato... dovevi fare qualcosa di altrettanto importante.
Il piccolo licantropo fece un sorso dalla ciotola. Poi, distolse lo sguardo e rimase in quella posizione per qualche secondo.
- Quindi... di cosa volevi parlarmi? Sono tutt'orecchi.
Restituì il piattino rosso all'Empoleon. Si mise le mani sulle ginocchia, guardando davanti a sé leggermente verso il basso. Riuscì a chiudersi in sé stesso, nonostante il trambusto della gente. L'Empoleon rivolse anche lui il viso all'orizzonte, guardando la folla andare e venire: non volle mettere pressione al Riolu con lo sguardo puntato su di lui. Aspettò con calma e rispetto: sapeva che, probabilmente, doveva raccogliere delle parole difficili da pronunciare, ed il piccolo lupo dentro di lui non era la persona più eloquente del mondo.
- Nei giorni scorsi... sono successe molte cose.
Dei piccoli pokémon a quattro zampe giocavano felici con dei palloncini azzurri.
- E' successo così tanto e così in fretta... Non sono sicuro abbia avuto il tempo di rifletterci attentamente. Ma... c'è una cosa di cui ho bisogno assolutamente di parlare con qualcuno.
- E non un tuo amico... qualcuno che ti è stato sempre accanto... ma uno che è nelle tue stesse scarpe? Anche se lo conosci da poco?
Se l'aspettava questa considerazione. Poteva parlare con Shinso, che lo ammirava come suo fratello maggiore; poteva chiamare Ampharos, che lo conosceva da tanto tempo; persino Irūpa, che nonostante il suo antagonismo avrebbe detto sicuramente il suo pensiero senza problema alcuno. Invece, la sua scelta era ricaduta sull'eroe di Borgo Tesoro. Perché era un umano come lui? Perché aveva le esperienze interiori più simili alle sue? Tuttavia, parlare a cuore aperto non dando priorità alle persone che ti erano state sempre accanto suonava scorretto, e forse molto triste. La stessa tristezza racchiusa in uno sbuffo che Ōryūgo Rukio quando gli venne fatto notare ciò con delle piccole domande. Elliot vi lesse quella sofferenza: intuì che, come credeva, quella decisione era stata pensata più e più volte e scelta a malincuore.
- Scusami. - Fece il Mirai no Senshi.
- Non esserlo, - rispose il Rakujitsu no Senshi, - la tua è una giusta osservazione...
Uno Snubull addentò con piacere un gelato alla crema.
- Durante lo scontro con Sobek... - continuò il Riolu, - è successo qualcosa. Non mi era mai capitato prima d'ora.
Un Twhackey e un Diggersby si abbracciarono con una mano, brindando con due boccali e bevendo all'unisono. Cantavano stonati.
- Il tuo Shinkutsu... - disse Elliot, - ti permette di vedere le memorie legate ad emozioni forti di un individuo.
Era una sua abilità innata, più simile ad un potere Genshi che ad una vera capacità pokémon. Mentre per vedere il cuore di un'altro individuo richiedeva tempo e fiducia, a lui bastava il contatto fisico per più di sette secondi. L'abilità perfetta per un esperto manipolatore; una maledizione, invece, per chi era troppo sensibile.
- E durante lo scontro con Sobek... è accaduto il contrario.
All'abitudine di un potere del genere, era molto probabile che la via inversa avrebbe creato dubbi ed insicurezze nell'utilizzatore. Quella componente poteva essere uno dei motivi della grande preoccupazione del Riolu, visto che tale effetto collaterale avrebbe creato non pochi problemi in futuro.
- Ecco il capitano del team Poképals, Elliot Dandelion, - commentò il Riolu, sorridendo - Come ci si aspetterebbe da te...
Una Serperior ed una Raticate discutevano d'accessori femminili.
- Ma questo non ha il mio interesse, per il momento. Non era quello che mi preoccupa davvero.
Il pinguino guardò il Riolu con la coda dell'occhio. Egli aveva lo sguardo basso, rivolto verso il pavimento.
- Io... mi arrabbio facilmente. Molte cose mi fanno arrabbiare, e a volte esagero nelle mie reazioni.
La folla camminava: ombra rossa ed occhio di fumo.
- Non sono un idiota. Lo riconosco da me.
Era il capitano del team Skyriders, ed ora generale del team Oricalco, Ōryūgo Rukio: non era possibile che non avesse occhio anche per le sue di debolezze. Sapeva che la sua stessa rabbia risultava un problema, ma fino a quel momento l'aveva lasciata in secondo piano.
- Questa volta però... è stato diverso.
Strinse lo sguardo, rivolgendosi a sé stesso più che al pavimento.
- Subito dopo che ho visto le memorie di Sobek... e che ho avuto quella risposta da lui...
- Cosa farai... dopo?
[...]
- Io...non lo so.
- Tutto quanto è diventato rosso.
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*******************************NOTE DELL'AUTORE*******************************
- Explaining:
1) qualità Junmai Daiginjo è una doppia disciplinare: "Junmai" vuol dire che non è stato aggiunto alcol, e che tutto quello contenuto nella bottiglia è stata ottenuta dalla fermentazione naturale del riso con il fungo koji, mentre "Daiginjo" vuol dire che è stato rimosso almeno il 50% della parte esterna del chicco prima di iniziare il processo di fermentazione. Ne risulta un saké ancor più raffinato.
- Legenda:
-F.A.Q.
- Curiosità
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