Capitolo 13: piantare i semi (Seconda Parte)

- No. Non ce la posso fare.

Davanti a loro vi era uno Starmie dal diamante rosso leggermente smussato e delle piccole crepe sull'anello giallo. Alla sua sinistra aveva un Wooper, un Buizel color oro e un Seal; alla sua destra un Sandile, un Totodile e un Pawniard.

- C-COME AVETE ANCHE PENSATO FOSSE UNA BUONA IDEA!?!?!? - sbraitò Shinso in preda ad una crisi isterica.

- (No davvero, - pensò Rukio con sguardo inebetito, - come diavolo facciamo!?)

- Sono veramente dispiaciuta e imbarazzata nel rivolgermi a voi...

Dalla stella marina provenne una voce vellutata e aggrazziata, sfumata dal peso dell'età.

- Mi chiamo Margaux, e sono una Mizukage.

- MI RIFIUTO!

La gemma della Starmie si piegò verso il basso, così come le punte superiori. Fu evidentemente disorientata e intimidita da quella risposta.

- Cosa stai facendo?! - Chiese stupito Chikatomo, - non sai nemmeno cosa il Partner stia chiedendo!

- Credo che risponda così perché l'ha capito perfettamente... - disse Elliot, in un misto tra imbarazzo nei confronti della difficile posizione della pokémon Misterioso e l'incredibile aggressività dimostrata dal Frogadier.

- (Nello specifico non lo possiamo sapere... - pensò il Riolu, - ma possiamo farci un'idea...)

Rivolse lo sguardo verso i due gruppi di pokémon: in entrambi vi era un misto di scambio di sguardi cagneschi ed intimiditi. Gli impauriti Wooper e Seal si nascondevano dietro al bellicoso Buizel, mentre il Totodile e il Pawniard cercavano di imitare il comportamento del Sandile, ma nei loro tremori si capiva che era un meccanismo di difesa.

- (E' un'idea giusta. E' una buona distrazione, ma...)

Lo sguardo del Riolu era terribilmente annoiato: non gli piaceva la situazione complicata che gli si era parata di fronte.

- (E' troppo presto! Non possiamo forzare qualcosa del genere!) - disse asciugandosi gli occhi, come se gli stesse venendo un forte mal di testa.

Prese da parte l'Empoleon spingendolo con il dorso della mano destra, per poi fargli cenno di abbassare la testa in modo tale che potesse parlargli nell'orecchio.

- Dimmi che hai un piano... - chiese al pinguino.

- Sei tu quello intelligente, - disse il pokémon Imperiale, - se hai capito di cosa si tratta, dovresti avere una soluzione.

- (Mi hai preso per la fata turchina?!) - pensò il Riolu, scocciato.

Vedendo la loro indecisione, la stella marina fece qualche passo avanti, cercando di avvicinarsi agli eroi che avevano salvato Crillaropoli.

- Vi chiedo scusa, giovanotti...

Davanti a quel tono supplichevole, con titubante insicurezza il quatrio si rivolse alla Starmie con sguardo accondiscente.

- Lo so che vi sto chiedendo molto... io e la principessa, abbiamo pensato che fosse i più adatti per questo compito.

Il Buizel guardava dall'alto in basso il Sandile, con faccia rabbiosa nei suoi confronti.

- Come avevamo immaginato... far sentire a casa questi pargoli è molto complicato. Non è facile prendersi cura di piccoli che sono stati appena separati dalla propria famiglia.

Il Sandile rispondeva del medesimo umore, alzando le labbra per mostrare tutti i suoi denti. Il Wooper e il Seal tenevano la testa dietro al Buizel, il Pawniard teneva le lame in avanti ma tremanti, mentre il Totodile cercava di far ragionare il Sandile.

- Stiamo cercando di fargli passare del tempo con i nostri figli, e prenderci cura di loro. Abbiamo avuto qualche risultato, ma per questi due sembra che dovremo impegnarci un po' di più.

Non era un risultato che si poteva fare da un giorno all'altro, e lo si leggeva bene nell'atmosfera delle due piccole bande. Da un lato, vi erano delle vittime che non avrebbero mai perdonato i loro carnefici, dall'altra degli innocenti trascinati dagli errori dei propri genitori. Questi due gruppi agli antipodi non si sarebbero mai conciliati da soli. E nello sguardo del piccolo licantropo, che aveva recepito tale situazione, vi si lesse tutto il significato dietro alla tela.

- Signora Margaux.

La Starmie rivolse la gemma verso il capitano del team Skyriders.

- Io personalmente, me ne rendo conto molto bene. Ma capisce... che chiedere aiuto ai due Kodamon direttamente coinvolti nell'arresto dei genitori delle Kuroi Kiba potrebbe essere controproducente?

Il Frogadeir abbassò lo sguardo verso il basso: notò che nella gamba destra della Starmie vi era una cicatrice viola. Nel vedere il segno del suo peccato emozioni conflitte presero piede nel cuore del ninja di Neronotte, che distolse lo sguardo pieno di senso di colpa. Il pokémon Emanazione notò tale cambiamento di umore nel suo compagno e si intristì a sua volta: la situazione per lui era ancora più difficile. Per un attimo, un'ombra si stagliò sul rubino della Mizukage.

- ... ho preso questa decisione... ben consapevole dei rischi.

Per poi illuminarsi di nuovo di una strana luce.

- Ma la principessa... sta già facendo tanto per tenere unito un clan che ormai ha perso la fiducia in sé stesso.

Era viva e lucida, ma ferma e calda. Così come piene di calore erano le sue parole.

- Noi anziani... dobbiamo guidare le generazioni future. Non me la sono sentita di rimanere indietro...

Elliot, Shinso e Rukio non riuscirono a controbattere: era chiaro che la Starmie si stava mettendo in prima linea per una guerra pericolosa che, probabilmente, nessun altro voleva fare sapendo bene di poter perdere. E non era solo per dovere: dietro la voce di lei, si lesse la sincera dolcezza di una nonna che stava pensando al bene del futuro dei pargoli. Chaki bisbigliò all'Empoleon.

- Attento, partner.

Il suo occhio era caduto verso il gruppo di bambini che stavano discutendo.

- Quel Buizel lo conosco: tutti i bambini vanno dietro di lui. Probabilmente viene considerato come il capitano.

- Ed io conosco quel Sandile.

Il commento uscì dalla bocca del piccolo licantropo, che nonostante il bisbiglio di Chaki era riuscito ad origliare.

- Quando siamo arrivati al settimo piano, si era messo in mezzo per cacciare via me e Shinso.

Era il medesimo Sandile: lo stesso che voleva impedire che i due pokémon del team Skyriders raggiungessero il loro boss, colui che alla fine si era spaventato di fronte al piccolo licantropo e se ne era andato via. I due piccoli capi non stavano badando agli eroi: si stavano guardando in cagnesco tra di loro, e dietro i loro amici li stavano tenendo per le braccia per impedirli di litigare. Il Riolu continuò a guardare in silenzio la scena: sembrava che il titubare iniziale fosse sparito del tutto. Dopo dieci secondi in visione, uscirono le seguenti parole al capitano del team Skyriders.

- Farò un tentativo.

Procedette in avanti, dirigendosi verso di loro.

- C-capitano? - Disse il Frogadier, titubante.

- Se riusciamo a far stabilire un legame ai capi dei due gruppi, avremo una buona speranza per tutto il resto dei bambini. Convinciamo i capibranco e i due branchi collaboreranno.

Rivolse lo sguardo poi verso la Starmie.

- E' per questo che ha scelto questi gruppi, vero?

La Starmie non proferì parola. Rimase in silenzio a guardare il giovane Riolu. Questo, a risposta non data, distolse lo sguardo e si avvicinò ai due gruppi. I due capobranco si rivolsero a lui con sguardo minaccioso nel vederlo avvicinarsi. Egli rispose corrucciando il volto come se si fosse messo in testa di massacrarli uno ad uno. Vedendo il cavallo di rabbia sul suo volto, persino più spaventoso di loro, il Buizel e il Sandile abbassarono le orecchie e tremarono come miti agnellini e fecero dei passi indietro, spingendo i loro alleati. Il fatto che l'avessero poi riconosciuto era solo un contorno. Il Riolu stese la mano in avanti, manifestando una Forzasfera con le mani. Era piccola piccola: la condizione del suo Meisoku non gli concedeva altro. Non avrebbe potuto mai fare del serio male ad un adulto, ma ad un bambino avrebbe potuto provocargli talmente tanto dolore da fargli avere paura del mondo per il resto della sua vita.

- C-che sta facendo? - Chiese l'Empoleon seriamente preoccupato.

- Dobbiamo chiamare la dottoressa? - Chiese Chaki confuso.

- Parbleu... Non farebbe mai una cosa simile, - disse il Frogadier, mostrandogli uno sguardo inebetito, - però...

Vedeva anche lui l'aria di tensione intorno al suo capitano. Non sembrava davvero un modo per portare la pace.

- Non ho davvero idea di cosa voglia fare.

Il piccolo licantropo mosse la mano sinistra che aveva la Forzasfera. Assunse una posizione che avrebbe potuto lanciare sulle teste dei pargoli il trauma della loro vita. I sei pokémon indietreggiarono, pronti a scappare da un eventuale assalto. Invece, il Riolu semplicemente mosse la palla d'aura nell'altra mano, rimanendo fermo. Dopo sei secondi, i piccoletti sbatterono gli occhi, inclinando la testa confusi, mentre il Riolu rimase con sguardo serio verso di loro. Rimasero imbambolati a guardarlo, non riuscendo a capire le sue intenzioni. Nel vedere che aveva la loro attenzione, Rukio ripeté la stessa azione in modo opposto, aspettando una nuova reazione. 

Essi rimasero imbambolati, ma notarono un cambiamento nel volto del Riolu: era rimasto serio, ma la rabbia iniziale era sparita. Il piccolo licantropo ripeté il passaggio ancora una volta, ma questa volta aumentò la velocità. Ripeté il movimento più volte, con una cadenza regolare non troppo veloce né troppo lento. Lo sguardo dei piccoli si spostò sulla Forzasfera. Ad un certo punto, fece cambiare direzione alla palla: la lanciò in aria con un arco circolare. In tale istante la piccola Forzasfera acquisì una gemella. I piccoli rimasero ancora con gli occhi incollati sul pokémon Emanazione. Continuò a fare circolare le due palle per qualche secondo, per poi farne apparire una terza. E una quarta. E una quinta. Questa volta, fu Elliot a sbattere gli occhi, perché da bravo umano che era stava riconoscendo piano piano quello che stava facendo l'eroe di Borgo Quieto.

- (N-non é possibile...)

Dopo vari circoli, Rukio prese le palle e con un colpo se le mise sul naso in equilibrio. I piccolo sbatterono gli occhi, rimanendo di sasso. Rimase con il naso all'insù per dieci secondi, riuscendo a tenerle salde in posizione verticale. Dopo aver preso confidenza con le cinque sfere, ne manifestò altre cinque e cominciò a giocarci esattamente come con quelle vecchie, mantenendo le altre sul naso. Dopo venti secondi mise piano piano aggiunse le nuove palline alla pila verticale, fino a che tutte dieci non erano allineate.

- W-wooooo... - boccheggiarono i bambini.

Dopo altri secondi spezzò la linea con un colpo di naso una ad una e le riprese a circolo, muovendo le dieci palle tutte insieme. Poi, le mise in equilibrio cinque e cinque sulle sue mani e le riunì in orizzontale. Fece per schiacciarle, riuscendo a farle sparire tra le mani. Quando le ridistese, formò un Ossoraffica. Anche se sembrava un giochetto, ci voleva un controllo del Meisoku eccellente per poter cambiare l'aura di un attacco in un altro, caratteristica che per il capitano era fondamentale per effettuare il suo Jinrō Kenpō.

- C-come hai fatto!? - Esclamò sorpreso il Buizel.

Il piccolo licantropo non disse una parola: si mise l'osso sul naso e iniziò a dondolarsi per trovare l'equilibrio. Una volta trovato, manifestò altre cinque palle con le mani e cominciò a giocarci come prima. I bambini erano ipnotizzati: non avevano mai visto un pokémon con una tale abilità di equilibrio. Chaki, nonostante le sue mille avventure, rimase totalmente stupito da tale esibizione.

- N-non ho mai visto nulla di simile...

Gli si illuminarono gli occhi.

- V-VOGLIO PROVARE ANCH'IO!

Shinso, invece, non rispose: rimase a guardare con la bocca leggermente aperta, mentre gli occhi dei bambini si riepivano piano di magia. La loro ostilità era quasi sparita: qualunque cosa stesse facendo il suo capitano stava funzionando alla grande, ed il suo cuore all'improvviso non si sentiva più pesante. Era un atto circense ciò che stava facendo il Riolu: la messa in scena di un clown che svolgeva un intrattenimento nei confronti di un pubblico. Nel caso del pokémon Emanazione, era un atto acrobatico. Nel mentre che il Frogadeir stava avendo tali pensieri, Rukio era arrivato a mantenere l'Ossoraffica sul naso e allo stesso tempo venti palle in aria poggiate sopra di esso. L'atto era talmente straordinario che persino gli altri Crillaropoliani si stavano fermando a guardarlo. Da dietro, Elliot sbuffo come se fosse scocciato.

- (Che baro che sei, Ōryūgo Rukio.)

Nei suoi occhi non vi era riflesso la recita di un clown: vi era un leggero filo dorato che collegava le palline e l'osso sul naso di lui.

- (Sta usando Gaia Force per mantenere tutte le sfere immobili, e agli occhi dei piccoli sembra un'incredibile gioco di equilibrio.)

Era così infatti: in un certo senso, l'eroe di Borgo Quieto stava silenziosamente barando. E ciò era riflesso nel suo sguardo tremante.

- (Albarosa ha detto che non posso combattere... - pensò su di sé, - ma nulla mi ha detto sull'utilizzo delle mie tecniche in questa maniera. Speriamo che-)

Non fece neanche in tempo a dirlo: il filo d'orato si spezzò, e gli oggetti di Meisoku interruppero la loro immobilità.

- (Porca-)

Le piccole Forzasfera caddero addosso a lui, creando un'esplosione. I bambini indietreggiarono spaventati, e la Starmie si mise in mezzo per impedire loro di respirare il fumo.

- CAPITANO! - Esclamò spaventato il ninja di Neronotte, mettendosi a cercarlo nella coltre.

- V-va tutto bene, signor Rukio? - Disse Chaki.

Mentre i due erano preoccupati, Elliot apparì molto irritato.

- (Questo idiota! - pensò, - come è possibile che sia così irresponsabile!?)

Il Frogadier riuscì a recuperarlo dal fumo. Lo prese di spalle e lo sollevò da terra.

- E' tutto a posto!? - Chiese preoccupato, - Ti sei fatto male?!

Il Riolu tossì per colpa del fumo. Nel frattempo esso si stava diradando. Il pelo era diventato leggermente bruciacchiato e nero per colpa dell'esplosione. Fortunatamente, visto che era un colpo auto-inflitto, gli arrecarono poco danno.

- S-sono a posto, - disse il Riolu, - mi sento solo un po'-

- GEH!

Il fumo sparì. Prima che potesse completare la frase, il Frogadeir fece un verso di disgusto sopreso nei confronti del capitano. Il suo pelo si era completamente arricciato, il naso sembrava gonfio esattamente come quello di un pagliaccio se non fosse per il colore, ed in testa gli era comparsa una parrucca nera. Tutti quanti rimasero immobili a guardarlo, non riuscendo a capire cosa avessero di fronte. Dopo qualche secondo, la natura fece il suo corso nel gruppo di bambini: essi scoppiarono in una fragorosa risata generale.

- AAHAHAAH!

- GAHAHAHA!

- CHE BUFFO! CHE BUFFISSIMO!

La faccia del Frogadier si gonfiò come una Baccamodoro mentre teneva il capitano tra le braccia, facendo sbuffi di risata a causa del tentativo di trattenersi.

- MFMFMFFHFHFHF!

Chaki rimase imbambolato, preoccupato per la condizione del pelo del Riolu. Invece, Elliot si mise una mano sul becco e si tenne la pancia dalle risate. La posizione durò tre secondi: dovette mettersi l'altra mano sulla pancia perché gli addominali gli facevano male.

- AHAHAHAHAHAHAHAHAH!

Le guance del piccolo licantropo erano rosse d'imbarazzo: aveva capito di aver fatto una figura da cretino nel suo tentativo di far sorridere i cuccioli. In realtà ci era riuscito, ma la derisione dei suoi compagni era ciò che lo fece sentire in tale modo.

- (Voglio morire...) - Pensò tra sé e sé.

- EHI EHI! PUOI FARE QUALCOS'ALTRO!?

La richiesta venne dal Pawniard che stava dietro al Sandile, che dalla voce si rivelò come una femmina.

- E' STATO DIVERTENTISSIMO! - Fece il Wooper, - TI PREGO FALLO ANCORA!

- ERA VERAMENTE FIGO L'OSSORAFFICA! - Fece il Buizel e il Sandile contemporanemente, - PUOI TENERNE IN EQUILIBRIO DI PIU'?!

I due capibranco si guardarono l'uno con l'altro, quando realizzarono di aver detto la stessa frase con le stesse parole. Strinsero lo sguardo stizziti l'uno con l'altro. Ma poi, i loro volti si distorsero in smorfie divertite e sorrisero, per poi rivolgersi di nuovo al piccolo licantropo.

- ALLORA?! LO PUOI FARE DI NUOVO!?

Il piccolo licantropo guardò i bambini con sguardo sorpreso. In realtà, non si aspettava che quella piccola messa in scena avesse così tanto successo. La sua idea di base era diversa: voleva distrarre i ragazzini dai loro atti belligeranti, e poi incitarli a fare qualcosa loro per interagire uno scambio di giochi tra di loro, mettendoli in competizione ma dando spazio a motivo per conoscersi meglio, magari facendogli realizzare che loro, con tutto l'inutile intreccio dei genitori, non c'entravano niente. 

Un percorso complicato, ma ben pensato e ragionato: un piano elaborato tipico del piccolo licantropo, pensato in pochi secondi. Tuttavia, la fortuna gli aveva dato una mano, e gli rese più semplice il tutto dandogli la sfortuna di non poter reggere ancora il controllo d'aura tipica della sua condizione ottimale. Quell'esplosione fu una manna dal cielo: vedere in loro il sorriso e la gioia tipica del fior dell'innocenza portò serenità e allegria nel mesto cuore del Riolu. Anche in lui gli occhi brillarono e la bocca sorrise. Nel vedere questa positività, il Frogadier si mise in mezzo.

- Vuoi una mano, capitano?

- Toglimi un po' di fuliggine con dell'acqua e con un pochino della tua pelliccia-schiuma, - disse il Riolu, - poi ti dirò cosa fare.

Il Riolu e il Frogadier si improvvisarono come degli animatori: fecero divertire per un'ora ininterrotta i sei piccoli pokémon, con giochi di equilibrio e acquatici. Shinso, una volta imparato i giochi e guidato dal piccolo licantropo, divenne molto abile nell'atto circense, diventando persino più bravo del piccolo licantropo. Una cosa che Rukio aveva considerato come possibilità: con la capacità di creare riflessi di luce, illusioni e banalmente bolle d'acqua, aveva subito intuito che il ninja di Neronotte era molto più portato per quel tipo di esercizio piuttosto che lui, che probabilmente l'aveva visto solo nel mondo umano e lo stava raffazzonando sfruttando il suo grande controllo dell'aura. 

Ad un certo punto, i cuccioli iniziarono a cimentarsi da soli in tali giochi ed iniziarono naturalmente a collaborare l'uno con l'altro, arrivando a passare e giocare il tempo insieme. Il team Skyriders riuscì nell'obiettivo proposto dalla stella marina, e i due gruppi si appacificarono e divennero amici. Dopo l'ora descritta, il Frogadier si mise in disparte e si sedette su un piccolo terrazzo di legno di una casetta li vicino, data la sua stamina poco pronunciata. Rukio rimase ad istruire i pargoletti con il sorriso in volto, assieme ad Elliot e Chaki che si erano uniti a lui nel frattempo.

- Tieni, giovanotto.

Di fianco alla ranocchia, la Starmie porse una bevanda tiepida che rendeva il bicchiere di un colore azzurro cristallino, sulla cui superficie vi era una nuvola bianca simile allo zucchero filato. Il ninja di Neronotte riconobbe che si trattava di Eaux de Gaieté (*), una bevanda tipica dei Mizukage fatta di acqua leggermente salata da infusione di alga ed erbe aromatiche, ed una resina bianca fatta di polline di te bianco e miele caramellato. Era una bevanda che, nonostante l'apparente semplicità, richiedeva una preparazione di due ore per via della miscela di miele e polline che andava sapientemente preparata in modo che diventasse filamenti. Visto anche le loro capacità psichiche, era una ricetta tramandata dalla famiglia di Staryu e Starmie nel villaggio di Albachiara.

- L'ho preparata io. Era alquanto popolare nella mia città.

Il Frogadier non prese il bicchiere e non accettò il regalo immediatamente. Nonostante stesse sorridendo grazie al tempo con i bambini, si sentiva a disagio e in imbarazzo nell'anche stare vicino ad una delle sue vittime dell'assalto alla città di Albachiara, tanto meno a riceve da lei un atto di gentilezza.

- Non fare complimenti, loulou (*). L'ho preparato con tutto il mio buon cuore. E' un lavoro grossolano, ma ad un'età come la mia non ci si può fare niente...

Non aveva intenzione di offenderla: senza dire una parola prese la coppetta e se la tenne in mano. Continuò a guardare per dieci lunghi secondi quel bicchiere, riuscendo a vedere riflesso il suo volto anche se coperto dalla nuvoletta di zucchero, talmente fine questa era. La Starmie non insistette nel vedere il ninja mangiare il dolcetto: guardò avanti a sé, verso i ragazzini che gioiosi giocavano con il piccolo licantropo.

- Lo sai, giovanotto...

Aveva un tono sereno, e senza alcun tipo di malizia. Era come una vecchia nonna che stava parlando al suo nipotino.

- Quel giorno... quando mi hai pugnalato nella gemma e sulle gambe...

Stava iniziando l'aneddoto con una naturalità leggera, ma il menzionare quell'evento fece raggrinzire la pelle della ranocchia per un attimo. Il suo cuore aumentò il battito, così come il disagio.

- Ero pietrificata. Non avevo mai visto un demone così piccolo e così spaventoso. Mi era bastato uno sguardo nei tuoi occhi stretti e nel tuo sorriso sguaiato, per capire che era arrivata la fine dei giorni, per questa vecchia stella marina. Pensavo... di trovarmi di fronte a quello stesso demone, qualche giorno fa.

Si riferì all'episodio in cui, da solo, aveva affrontato più della metà delle Kuroi Kiba, in particolare quando aveva utilizzato L'Eijū no Sabaki. In quel flash del passato, si vide lei rievocare il trauma della sua finta morte, con le punte di stella in basso piegate come se volesse supplicare in ginocchio di non essere uccisa di nuovo.

- Ma, ora che ti guardo bene...

La vecchia stella si girò verso di lui. La corona in basso della gemma si inarcò verso l'alto: stava sorridendo con l'unico occhio che aveva.

- Sei davvero un bel giovanotto. Carino ed educato; gentile ed altruista. Sei davvero un tesorino.

Il ninja di Neronotte si rilassò, e ricambiò lo sguardo come quello di un bambino che non voleva credere alle parole dolci della madre, dopo che l'aveva beccato in flagrante in un atto malizioso. Non vi era oscurità nel comportamento della Starmie: era una conversazione completamente normale.

- Scommetto che sei molto ben voluto dalle femmine. Se ne avessi una, ti avrei presentato molto volentieri una figlia... o una nipotina.

Il Frogadier si congelò sul posto con le guance rosse. Venne preso d'imbarazzo e non seppe cosa rispondere.

- Ohoh? - fece la pokémon Misterioso, - come sei tutto rosso! Non ti facevo così timidino!

Si sentì ancora più a disagio: distolse lo sguardo girandolo verso il basso dal lato sinistro, rimanendo con la tazza in mano.

- Ohoh! Che caro ragazzo... mi chiedo come si faccia a non volerti bene.

Rimasero in quel momento per un paio di secondi. La stella capì di aver imbarazzato il ninja con quei discorsi, e decise di aspettare un momento per riprendere il discorso.

- Non badare alla crepa che mi hai lasciato sulla gemma. Eri solo un ragazzo molto spaventato... non è colpa tua.

Il Frogadier si girò sorpreso. Non si aspettava proprio di sentire quelle parole. Il tono non era finto.

- Non... Non hai rancore in me? - chiese stupito.

- Rancore? - rispose lei, - Sono troppo vecchia per queste cose...

La vecchia piegò le punte all'altezza della mani verso l'interno, giungendole l'una con le altre, come a fare una preghiera a dita intrecciate.

- Se devo essere sincera... penso che nessuno di noi abbia davvero dell'odio nei tuoi confronti. Alcuni di noi sono stati giudicati molto severamente dal tempo, ma le nostre teste funzionano ancora bene...

La sua mente ripercorse il momento in cui Shinso stava accettando il suo destino e la sua morte, ringraziando per il lungo viaggio i suoi compagni. E poi, davanti al discorso della principessa Brina, in cui scoprendo di non aver ucciso direttamente nessuno, quando stava piangendo come se si fosse liberato di un grosso peso.

- Devi sapere... che i Mizukage sono sempre stati impacciati con le emozioni. Abbiamo sempre preso troppo sul serio valori come orgoglio e onore. L'abbiamo così tanto osservato che ci è difficile da togliere. E siamo così tanto investiti in questo, che abbiamo persino paura di essere contrariati o esserci mostrati nel torto.

L'esempio più lampante, era in Machine a Laver Tatsumi, il secondo ministro dei Mizukage: fino all'ultimo, non voleva accettare la verità raccontata da Sobek.

- La principessa... è molto brava. Si sta dando molto da fare per il suo popolo nonostante la giovane età. Ma è ancora una piccola stella... fa ancora degli errorini nella sua guida.

La sua mente si riportò al discorso con il Frogadier. A quando gli rivelò la verità del suo assalto.

- Ti ha detto... "il tuo debito è ancora lontano dall'essere saldato", ma non ti ha spiegato niente di più. E' un po' colpa mia, sai? L'ho aiutata io.

La ranocchia sbatté gli occhi. Si girò lentamente verso di lei: la gemma stava guardando l'orizzonte, e non vi erano piegamenti nella corona sulla gemma che facevano presupporre alcun tipo di emozione.

- Avevamo pensato il discorso insieme, ma ha lasciato indietro delle parti. Quando gliel'ho fatto notare, si è sentita a pezzi la piccola cometa. Quindi...

Le seguenti parole, mostrarono un nuovo risvolto nella conversazione. Un risvolto, che risvegliò in lui antiche emozioni.

- In qualità di ministro... mi ha chiesto di intercedere per lei.

(Ost pandora hearts - Lacie's Melody)

https://youtu.be/5wTK6_kaPvU

Un brivido gli scorse lungo la schiena. Veneranda età; aiutava a preprava i discorsi della famiglia reale dalla parte femminile; era una Starmie. Tutte informazioni preventive studiate prima dell'assalto di Albachiara.

- Lei è...

Riconobbe da quello, la persona che si era seduta di fianco a lei.

- Mizukage. E'toile de Aube Margherite (*).

Colei chiamata "la stella dell'alba". L'ottavo ministro dei Mizukage. L'ultima dei ministri in capacità di combattimento e l'ultima in rango, ma seconda a nessuno per importanza. Ci si rivolgeva a lei per ogni consiglio su materie importanti, soprattutto in diplomazia, ed aveva l'incarico di mentore per la progenie del re. Vista la sua longevità che aveva visto tutti i vari cambiamenti della città, era una delle figure più rispettate tra i ninja di Albachiara, ed una delle più bramate a Neronotte per via delle sue conoscenze. Ma non è questo il significato che aveva per Shinikage d'Arc Shinso.

- Oh? - disse la Starmie stupita, - Ti ricordi di me dopo così tanto tempo?

- Come potrei non farlo?

Da sottoterra; dopo aver disattivato la barriera. Il primo volto che vide quel giorno, fu il suo.

- Lei... è stata la mia prima vittima.

La Starmie era stata la prima a cadere in quel giorno, sotto il pugnale del Kage Kunai; sotto le lacrime del piccolo Froakie. Aveva già la nobile età di sessantotto anni: ora ne aveva ottantuno.

- Sei davvero un ragazzo di cuore, - disse lei, - Si vede che l'assassinio è stata una povera sventura per te. Una vera macchina da guerra... non si ricorderebbe mai delle sue vittime, né tanto meno di questa povera vecchia signora...

Poggiò uno dei suoi bracci sulla mano sinistra del Frogadier, premendo su di essa come per stringerla.

- Ma lascia indietro quel ricordo, Shinso-kun. Questo antico relitto non vuole farti soffrire più di quanto tu non abbia già sofferto.

Non stava mentendo: ogni parola che usciva dalla sua bocca non aveva un briciolo di seconda intenzione. Era lì per il suo bene: era lì, perché il ninja di Neronotte aveva bisogno di lei.

- Spero che ascolterai attentamente, ciò che ha da dirti questo vecchio grembiule.

La Starmie si girò completamente verso di lui, continuando a tenergli la mano. La cicatrice viola sulla sua gamba sinistra si mostrò di nuovo agli occhi del Frogadier: questo non poté fare a meno di distogliere lo sguardo. La stella marina afferrò la sua mano e la sollevò dal pavimento di legno, portandola all'altezza della sua gemma rossa un po' opaca. Shinso guardò di nuovo la pokémon Misterioso negli occhi.

- Come ti ho già detto, prendiamo molto seriamente la morale e lo spirito di un'altra persona. Abbiamo visto nel tuo comportamento e nelle tue parole l'anima di un vero ninja: qualcuno capace di sacrificarsi e di sopportare qualunque male, per il bene delle persone importanti per lui. E allo stesso tempo, nella tua sofferenza, il cuore di una candida anima. Non sai quanto ci faccia piacere vedere questo in un tale giovane Kodamon, tanto di più che si tratti di un nostro antico famigliare, famigliare il cui rancore è ancora lontano dall'essere estinto...

Ascoltò con attenzione quelle parole. La parte in cui veniva elogiato era vera e sentita. Così come lo era sul commento verso gli Shinikage. Vi era una nota di tristezza in questa ultima frase, come se fosse una verità che a lei pesava, e avrebbe preferito che non ci fosse questo antico odio.

- Quella frase... abbiamo avuto molte ragioni per dirtela, ma non credo tu voglia sentire tutto il discorso. E forse, è ancora troppo presto. Ti darò una spiegazione... dicendo che, purtroppo, non si può perdonare facilmente colui che ha rotto la nostra barriera e permesso quello che è accaduto.

Non vi era altra verità nelle parole dette.

- E... allo stesso tempo, siamo ben consapevoli di quanto sia amaro l'essere perdonati senza avere fatto nulla in cambio, per una persona di buon cuore. E' nostro vero e sentito desiderio... che tu faccia qualcosa dello stesso livello per noi. Ma non perché non siamo in grado di perdonarti: ma solo affinché tu possa essere in pace con te stesso.

Il ninja di Neronotte inclinò la testa verso destra, sbatté le palpebre distogliendo lo sguardo verso lo stesso lato, per poi guardare di nuovo lei confuso. Si perse un po' nella frase appena detta da lei.

- Il Karma... è spietato. Shinikage e Mizukage sono nati per questo. Ne siamo ben consapevoli. Per anni, siamo stati noi a leggerlo e guidare le generazioni a venire. L'abbiamo studiato; l'abbiamo decifrato da antiche scritture. E' una legge che, volente o nolente, governa l'intero universo. Ed è necessaria una grande impresa per pulirti dal Karma negativo che ti sei messo... no, che ti è stato messo. Quello che hai fatto giorni fa, ti assicuro che ti ha portato sulla buona strada. Ma... la nostra povera principessa ha lasciato via un pezzo importante.

Avvicinò un secondo braccio: avvicinò per prendere l'altra mano del ninja di Neronotte.

- Shinso-kun. Ora ti dirò cosa devi fare... cosa è necessario che tu faccia, per pagare il tuo debito nei nostri confronti.

Giunse la sinistra del Frogadier con la destra già afferrata, e le unì per fare una preghiera. Le stava stringendo con amore e affetto, le stesse di una madre che voleva pregare per il figlio. E in quel sentimento solenne, lo guardò dritto negli occhi, con uno sguardo pieno di compassione e privo di qualsiasi secondo fine.

- Continua ad essere questo gentile Kodamon che sei. Continua ad esplorare con i tuoi compagni; continua a proteggere le vite dei più deboli con la tua grande abilità; continua a portare gioia nei loro cuori, e rendi giustizia in questo bellissimo mondo dove non c'è.

Il Frogadier allargò leggermente lo sguardo. Aprì leggermente la bocca, continuando a guardare incredulo la stella marina. Il suo cuore rallentò il battito: le sue membra non tremavano, e sentirono una dolce senzazione carezzarle.

- Se osserverai queste regole...

La parte bassa della corona che reggeva la gemma si inarcò verso l'alto. Se fosse stato un pokémon antropomorfo, avrebbe certamente sorriso con gli occhi.

- Il clan dei Mizukage... sarà sempre al tuo fianco.

Erano quelle le parole dell'ottavo ministro di Albachiara, una starmie di ottantuno anni che aveva visto la gloria e la caduta del suo popolo. Era colei che aiutava la famiglia reale nei discorsi ai suoi cittadini: nelle sue parole, vi era la saggezza e la perseveranza di chi aveva creato quel villaggio, che portava con sé i semi di un antico clan in cui Mizukage e Shinikage erano uniti. Shinso sentì tutto quello in queste parole: tutta la bontà d'animo di chi aveva deciso di mettere se stessi al servizio di un mondo più corretto, fermo delle proprie convinzioni. Il nero della sua anima si sentì in quel momento più bianco, perdendosi in una felice e commossa sfumatura grigia. Si sentiva in parte perdonato; si sentiva in parte vicino alla luce che avrebbe portato a termine la sua missione. Con un sorriso felice e con le lacrime agli occhi rispose ad anima aperta alla richiesta della pokémon Misterioso.

- S-sì! Lo farò! - Disse senza alcuna esitazione.

- Che bel sorriso che hai... - rispose lei, - che ragazzo d'oro... sei sicuro di non avere già una promessa compagna? Potrei persino intercedere per la signorina Brina...

Il Frogadier traballò imbarazzato: i tentativi di maritare lui della stella marina lo misero in una difficile posizione.

- N-NON C'E' BISOGNO, PARBLEU!

- Già... - disse lei, - sei innamorato di quella coniglietta, vero?

Dalla testa, tutto il corpo del Frogadier divenne completamente rosa e le sue guance rosse come le fiamme.

- Come non capirti... - continuò, - sono sicura che sarebbe una fantastica compagna per un giovanotto come te.

Shinso non voleva più avere alcuna conversazione con lei: si accovacciò verso destra, completamente cotto dalle sue supposizioni completamente corrette.

- (E' così carino e giovane... - pensò la stella, - Vorrei avere un bel po' di anni in meno...)

Si rese conto da sola di aver fatto abbastanza per lui. Decise di togliere il suo sguardo per lasciargli il tempo di sbaltire l'imbarazzo. Puntò lo sguardo verso il gruppo di bambini che aveva portato con sé, che ora stavano giocando allegri.

- (E' davvero una bella giornata...)

La sua gemma puntò lo sguardo verso il piccolo licantropo: il Wooper e il Totodile stavano tirando le sue guance come se fosse un elastico. Anche per lui, aveva un occhio di riguardo.

- (Che bravi giovanotti hanno salvato il villaggio...)

Loro liberarono la morsa, il piccolo licantropo rimase con gli occhi chiusi, per poi riaprirli annoiato dal loro comportamento.

- (E quel ragazzo è-)

Da quel frame, il Riolu mostrò uno sguardo serio. Poi, riaprì gli occhi sorridendo. In quell'immagine, la Starmie vide qualcosa che la lasciò ferma. Guardava dritta davanti a sé, ma allo stesso tempo, in un sentimento strisciante sotto pelle, guardava più avanti in un mondo che sembrava bello ma nascondeva un freddo tepore. Le emozioni positive che stava provando si spensero tutte d'un fiato: vide gli occhi del Riolu leggermente opachi, ed un sorriso che pareva felice, ma nascondeva dei sentimenti di incredibile tristezza.

- Shinso-kun.

Il Frogadier sbatté gli occhi perplesso. Riconobbe il tono di allarme di una madre preoccupata.

- Lo so... che la tua anima è molto turbata. Hai tanto ad avere a che fare dentro di te.

Il suo essere mezzo Mizukage e mezzo Shinikage; il passato al villaggio; le vite di Albachiara e quelle di suo fratello nelle sue mani sporche. Erano troppi i macigni sul suo spirito. Eppure, la stella marina ritenne che gli si dovesse essere affidato un compito ancora più complesso. Tale era l'allarme che il suo esperto occhio vedeva.

- Ma... per favore. Prenditi cura anche dell'eroe di Crillaropoli.

Il ninja chiuse la bocca incerto. Si girò verso la direzione del suo sguardo, e vide che incontrava quello del piccolo licantropo. Corrucciò lo sguardo in dubbio: non capì il suo onesto turbamento nei confronti del suo capitano.

- Lo so cosa stai pensando. E' il più forte di tutti; l'albero dalle radici più sviluppate e restistenti; la bilancia più tarata; la base, il fusto e il capitello della colonna.

Ed era esattamente quello che impedì di comprendere la sua preoccupazione. Era sempre stato lui colui che l'aveva spinto a dare il meglio di sé. Era il suo modello di riferimento: colui che non sarebbe mai crollato dalle sue convinzioni. Eppure, per la signora con l'esperienza di ottant'anni non era affatto così.

- Ma proprio per questo motivo...

Centosettantesimo anno del drago, ore 14.40.

- E' quello... destinato alla tragedia.

*******************************NOTE DELL'AUTORE*******************************

- Explaining:

- Legenda:
Loulou: piccoletto.
Eaux de Gaieté: acqua di gioia 
E'toile de Aube: Stella del mattino

-F.A.Q.

- Curiosità

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