Capitolo 11: Chronicles Skit

Centosettantesimo anno del drago, ore 16.10.

- Capisco...

Dopo analisi attenta, Albarosa Flor tolse la mano dalla testa della Schiumorana.

- Il suo corpo è in buone condizioni, ma aveva un lieve disturbo al sistema nervoso.

- Ecco qua, madre.

Estela le porse un piccolo asciugamano impregnato con acqua calda e detergente. Con esso ella si lavò le mani.

- Probabilmente una cefalea. Niente di grave: l'ho trattata in questo preciso istante.

- La ringrazio molto, signora Flor, - disse il piccolo licantropo.

La ranocchia si stava guardando la mano sinistra: da essa erano state rimosse le schegge di legno ed era stata cicatrizzata delle piccole ferite procuratosi.

- (Una... allucinazione?)

Provò a portarsi indietro a quell'evento, di quando aveva scorto il piccoletto spiare il gruppo di pokémon; di quanto si era introdotto nel vicolo, ed era riuscito a stanarlo fuori. Non appena provò a ricordare, un forte dolore gli colpì la testa, e non riuscì a pensare a niente che non fosse davanti a lui.

- Le consiglio il riposo.

La Gardevoir diede tale fredda ammonizione mentre procedeva ad uscire.

- Di certo, svegliarsi ad intervalli la notte non giova alla sua salute.

Una goccia d'imbarazzo si stampò sul volto del ninja al venir ricordato della sua trasgressione per controllare il compagno. Il Riolu chiuse gli occhi con la coda tra le gambe, sapendo bene di far parte anche lui del club. 

Erano di nuovo nella grande nuova stanza di sistemazione: più in fondo riposava il Legnogeco.

Estela si avvicinò al piccolo lupo portando con sé un vassoio.

- Prego.

Su di esso vi era una tazza a cilindro contenente al suo interno un liquido tendente al verde smeraldo che emanava un delizioso aroma di caramello. Il piccolo licantropo guardò la tisana confuso, sapendo perfettamente di non aver chiesto tale intruglio.

- E' una pozione fatta con foglie di Baccacao essiccate, - spiegò Flor, - polvere di polpa di Baccamilla disidratata, miele di Combee d'altura, ed erbe officinali del mio giardino.

Rukio alzò lo sguardo verso la dottoressa.

- Ha un potente effetto tranquillante, stimola il corpo nella produzione di Melatonina e riduce drasticamente quello degli ormoni di adrenalina e noradrenalina. E' sconsigliato da bere se nell'arco di sei ore deve affrontare scontri, esplorazioni o semplicemente allenarsi, ma è perfetto per chi ha problemi di sonno o ha subito un'alterazione del normale ciclo dormi-veglia.

Il Riolu si sentì in imbarazzo e non riuscì a dire una parola: era chiaro che la presenza della medicina sul vassoio indicava che la dottoressa del clan delle Shirotsutsuji aveva già diagnosticato la sua insonnia.

- Per quanto riguarda lo Shinikage... gliel'ho già iniettato una versione endo-vena mentre lo controllavo.

La Schiumorana fece una faccia contrariata, ma mantenne il controllo.

- Sa... di norma uno si sentirebbe irritato ad essere iniettato un sonnifero di nascosto, ma non mi spaventa la cosa.

Si mise una mano sul petto, facendo un mezzo sorriso.

- Dopotutto sono uno Shinikage: siamo allenati fin da piccoli a sopportare ogni tipo di toss-

Il ninja di Neronotte cadde all'indietro in quel preciso istante, incrinando con un rumore netto le assi di legno sottostanti del letto.

- Lo so, - disse la dottoressa.

Il piccolo licantropo spalancò gli occhi dalla sorpresa.

- Per questo ho dovuto iniettarle una dose quattro volte concentrata.

Mostrò con la mano destra una siringa fluttuante con Psichico lunga quanto il suo braccio.

- Shinikage o no, il fatto che sia un tipo acqua fa sì che ogni liquido che entra nel suo corpo si diffonda tre volte più rapidamente del normale. Sicché è un nuovo veleno, con una concentrazione così alta il suo corpo non ha fatto nemmeno in tempo a generare degli anti-corpi.

- (Q-questa ci vuole curare o ammazzare?!) - Pensò spaventato il piccolo licantropo.

Il respiro del Frogadier si fece più lento e regolare; la mano sul petto scese dal suo corpo, ed egli si piegò a lato rannicchiandosi su sé stesso. La Gardevoir poggiò l'asciugamano e la siringa su un tavolo lì vicino, e tornò indietro verso la ranocchia. Lo prese con cura tra le sue braccia, e lo condusse nel suo letto. Lo poggiò delicatamente, stendendo bene il suo corpo su di esso e facendolo poggiare sul fianco sinistro, mettendogli le coperte in modo tale che le mani fossero ancora a contatto con l'esterno. Sistemò anche il cuscino sotto la sua testa.

- Signor Rukio... capisco quanto sia dura per lei.

Ella si rialzò per guardare dritto negli occhi il piccolo licantropo. Dietro il suo volto determinato si nascondeva la preoccupazione del bambino che aveva visto il suo compagno di giochi farsi molto male.

- Ma la prego di prendersi il suo tempo, e di non spingere troppo oltre il suo già fragile corpo. Se avrà bisogno ancora di quell'infuso che le ho fatto, sarò ben lieta di fornirglielo ancora.

Era severa, ma mostrava pensiero e amabilità: non le si poteva dire niente sul piano professionale e su quello personale. Ma ciò non riusciva a smuovere il cuore del Riolu, che rimase comunque in pensiero per i suoi due compagni. Il pokémon Abbraccio ricordava bene le parole che gli aveva detto il giorno prima, e sapeva delle tendenze del Riolu. Ma lo capiva. Purtroppo, non poteva fare a meno di comprenderlo. Era estremo, ma dietro il suo comportamento non vi era altro che il principio che muoveva tutte le cose ed era uno dei capisaldi che teneva la giustizia e il bene in sé. Si avvicino a lui, poggiando le sue mani su quelle pelose del piccolo lupo che stringevano la tazza con l'intruglio.

- Non perderai anche loro.

Il piccolo licantropo sollevò lo sguardo. Era una delle poche volte in cui era lui quello letto nel suo comportamento.

- Siamo qui per questo. Terrò Kazumi e Shachi in allerta: li assegnerò come guardie per questa stanza speciale. Se ti farà sentire più tranquillo, chiederò aiuto ad altri cittadini. Se necessario...

Le pupille della Gardevoir si strinsero. Mostrarono il volto di una coraggiosa madre pronta a difendere con la sua vita la sua prole.

- Ci sono anch'io.

Al pokémon Emanazione era difficile mentire. Era quasi impossibile: i Riolu avevano naturalmente una forte empatia nei confronti degli altri esseri viventi. Per cui, sapevano distinguere proclamazioni vere da farfugliamenti detti per dire. Per queste ragioni, sapeva che c'erano cuore e animo nelle parole dette da Albarosa Flor.

- Non ti preoccupare, mister eroe!

Dal fondo della sala, Rockblaster Kazumi si mostrò con tutta la sua fierezza, con accanto Mizukage Dent Déchirée Shachi, con occhi determinati nella ricerca della redenzione.

- Puoi contare sulle mie zampe! Non c'è niente che sfugge al mio occhio attento! - Disse mostrando un pollicione.

Il Barabracle non disse una parola invece. Continuò a guardare il ninja di Neronotte in catalessi, ricordando il nefasto evento in cui stava per togliere la vita a colui che quel giorno gli aveva salvato la vita. In lui albergavano senso di colpa e mesta solitudine.

- Invece...

La Rhydon tirò una poderosa pacca sulla spalla del ninja di Albachiara. Rumore di rocce sbriciolate si fece largo nelle orecchie dei presenti.

- Questo non lo da a vedere, ma è una delle migliori giovani promesse! Prende troppo sul serio tutto quanto, purtroppo.

- FA MALE! - Sbraitò il pokémon Aggregato, - QUANTE VOLTE TE LO DEVO DIRE DI NON FARLO!?

- E piange come una femminuccia... - commentò la Rockblaster.

- EHI!

Il piccolo licantropo guardò entrambi confuso. Era bastata la dottoressa a convincerlo. Stava attendendo di bere l'intruglio per cortesia, ma nel suo sguardo inebetito si lesse se valesse la pena di continuare ad ascoltare.

- Invece di lamentarti, dì qualcosa anche tu, - disse la Rhydon, - Ha bisogno di gente per stare tranquillo.

- (Veramente sono a posto...) - Pensò il Riolu.

Il Barbaracle guardò il pokémon Emanazione senza rivolgere più la parola alla sua irruenta compagna. Era proprio come aveva detto lei: prendeva sul serio ogni azione che gli veniva confidata. In quell'occasione, tuttavia, aveva tutti i motivi per farlo: dopotutto, si trattava di proteggere colui che era diventato il salvatore del suo villaggio.

- Monsieur  Rukio...

Il Riolu fece un sospiro interno davanti a lui. Sapeva già cosa volesse dire, ma non poteva non ascoltare con rispetto l'anima di quel pokémon.

- Abbiamo fatto delle cose orribili nei suoi confronti... sia per lei; per i suoi amici; per gli altri miei concittadini... e per il suo amico.

Il ninja di Neronotte non stava ascoltando. Era in completa catalessi.

- Non c'è parola che possa descrivere la nostra incompetenza e la nostra colpa in questa faccenda...

Si abbassò al suolo, inginocchiandosi con tutto il corpo davanti a lui. Il Riolu fece tutto il possibile per contenere il suo imbarazzo davanti a quell'azione.

- Non sarà mai abbastanza per ripagare il debito che abbiamo nei suoi confronti. Ma, s'il vous plaît, a nome del mio ingrato e peccator popolo...

Davanti a quel cambio di registro, l'umano abbassò la testa per cercare di guardarlo meglio negli occhi, come per dire se andasse tutto a posto.

- Mi conceda l'immeritato onore di essere il caposaldo della sua tranquillità e dei suoi compagni, affinché possiate riprendervi e spargere la vostra giustizia anche agli altri Kodamon.

Kazumi strinse gli occhi in dissenso e noia. Capiva perfettamente la situazione del Dent Déchirée, ma quelle parole erano troppo esagerate. Essendo di vecchio stampo, invece, la Gardevoir non ebbe nulla da rimproverare al giovane soldato. 

L'essere umano non disse una parola. Era fermo e stoico verso di lui, con uno sguardo tranquillo ma sereno, che non esprimeva né gioia né rabbia, lo stesso di un re che aveva accolto la richiesta del suo popolo al cuore, prendendola con le responsabilità di tale figura. 

Così sembrava come tale. In realtà, non aveva alcun giudizio negativo o positivo nei confronti del pokémon Aggregato: semplicemente, era così in imbarazzo che aveva paura di mostrare qualunque emozione che avrebbe potuto offenderlo. Era più forte di lui: non gli andava a genio essere venerato come una sorta di divinità ed essere rivolto con tale registro aulico. Anche se si era trovato a disagio nell'essere chiamato con il tu dal sultano Nebra I, era della sua medesima pasta.

- (Porca miseria. Mo' che che gli dico?) - Pensò il Riolu pietrificato, - (No davvero. Che diavolo gli dico?! "Grazie per la tua giovane prodezza. Accetterò i tuoi servigi, onorevole Mizukage"?)

Lo sguardo del pokémon Emanazione perse le pupille.

- (Farò del mio meglio nelle prossime missioni per celare di più la mia identità...)

Dopo quel pensiero rimasero tutti quanti in silenzio. Si doveva aspettare la risposta del capitano del team Skyriders. Dopo qualche secondo, riuscì a trovare delle parole semplici che non lo fecero passare per uno scortese.

- Va bene.

Sollevò leggermente la tazza, portandosela alla bocca.

- Conto su di voi.

Senza dire altre parole, il piccolo licantropo sollevò la tazza e sorseggiò tutto d'un fiato la pozione. Non lasciò dentro nemmeno una goccia. Dopo aver finito, si rivolse alla dottoressa.

- Dopo quanto tempo fa-

Si accasciò all'indietro, con la tazza tra le mani. Il suo corpo si irrigidì di getto, a tal punto che sbattendo la testa all'indietro ruppe le gambe di legno della parte anteriore del letto, facendo un boato. Shachi e Estela sbiancarono davanti a quella scena, mentre Kazumi perse le staffe.

- MA CHE STRAC**ZO?!?!? - fece con le mani avanti, - COME ANCHE E' STRAC**ZO POSSIBILE?!

La Gardevoir rimase impassibile con lo sguardo spalancato.

- D-dios mio... I-il letto di legno di quercia millenaria... - bisbiglio la Kirlia, con le mani sugli occhi, - el carpentero matarà a todos...

Dall'esterno della stanza, si sentirono dei passi precipitarsi nella sua vicinanza.

- C-che succede!? - Fece Chaki fuori dalla porta.

- NIENTE! - Sbraitò Kazumi, - E' CADUTO UN ARMADIO!

Lo Scimpanzé fece per aprire la porta.

- M-Ma non ci sono armadi qu-

La Rhydon chiuse con prepotenza la porta di legno.

- FUORI DALLA STANZA! CI SONO DEI PAZIENTI QUI!

Si girò poi verso Estela.

- VAI FUORI! TRANQUILLIZZA TUTTI O AVREMO UN EFFETTO A CATENA!

- S-sì!

- TU PESCE LESSO!

Si rivolse con quel nomignolo a Shachi.

- FAGLI UN SUPPORTO CON LE TUE ROCCE!

- EH!? - Rispose il Barbaracle sollevandosi dal suolo, evidentemente scocciato nell'essere chiamato in quel modo.

- VELOCE PRIMA CHE SI COMPLICHI LA SITUAZIONE!

Per la Gardevoir fu come se non fosse successo niente. La dottoressa avrebbe risposto che sarebbe dipesa dall'entità del sonno arretrato: inutile dire che l'eroe di Borgo Quieto aveva immenso bisogno di quell'intruglio. Un sorriso si stagliò su di lei, mentre Shachi, Estela e Kazumi risolvevano l'imminente disastro.

**************

Centosettantesimo anno del drago, ore 16.10. Vi era grande tumulto nel Distretto Artigianale di Crillaropoli. Anche esso adibito per il festival della Aotsuki, per celebrare la liberazione da Sobek gli artigiani della città si stavano sbizzarrendo nelle loro migliori creazioni per abbellire il paese creato per la pace e la condivisione dei popoli.

- KHIYAAAAAA! SONO LORO!

Ma la confusione generale non era un inneggio all'arte e alla libertà d'espressione.

- SIGNORA LOPUNNY! GUARDI DA QUESTA PARTE!

- CHE TEMERARIA MEDICHAM!

Bensì, per il passaggio del team Malia in tale via, il team d'esplorazione più bello di tutta la Terra dell'Erba. Dopo la riabilitazione avvenuta con successo, avevano deciso di uscire per una passeggiata e prendere un po' d'aria. Tra i team che avevano affrontato le angherie della caverna, loro erano coloro che, dopotutto, avevano ricevuto meno ferite tra tutti. Infatti, era bastato poco tempo per potersi ristabilire completamente.

- LOPUNNY-CHAAAAN! GRAZIE DI TUTTO! LA AMO LOPUNNY-CHAAAN!

La coniglietta si fermò. Si girò nella direzione di colui che aveva parlato, un Diggersby con le lentiggini sulla faccia. La Shiromi rimase in quella posizione per un po', facendo rimanere l'altro coniglio con il cuore in mano. Poi, rivolse a lui un occhiolino dolce. Il coniglione si pietrificò cadendo all'indietro, sotto lo sguardo attonito della felina che le stava accompagnando.

- (Stomachevole...) - Pensò la Lamartigli.

- UN AUTOGRAFO!

All'improvviso, un Similsear balzò davanti a lei.

- LA PREGO MI FACCIA UN-

Due Typhlosion Akabara che le stavano accompagnando, come Bodyguard concessogli dal sindaco Benji, lo puntarono con sguardi minacciosi, mostrando le loro zanne infuocate pronto ad incenerirlo.

- KHIIIIII!

- (Se non mi danno subito una busta da vomito...) - Pensò la felina.

- M-ma quella... quella è il capitano del team AWD?

Alla sua sinistra, degli Oricorio stavano pettegolando. La Lamartigli si girò verso di loro.

- S-spaventosa! Che brutto sguardo! - commentò quella di tipo fuoco.

- Non ha per niente la classe e la grazia di Lopunny... - commentò quella di tipo spettro.

Il viso della Weavile si corrucciò in evidente dissenso e rabbia.

- Visto? Guarda che brutta faccia...

Irūpa mostrò il suo Meisoku ghiacciato, elevandolo per venti metri e mostrando i suoi artigli. Alle quattro Oricorio le si rizzarono le piume, e schizzarono via come galline in fuga. Il capitano del team Malia le poggiò una mano sulla spalla.

- Ara ara... Irūpa-Chan, - disse, - stai calma. Era solo un pettegolezzo...

- Se non la levi subito graffio te.

La coniglietta ritirò subito la mano, imbarazzata e allo stesso tempo impaurita.

- Lasciala in pace, capitano. - le fece Medicham, con le braccia incrociate, - Una ladra come lei non è abituata ad essere vista né tanto meno commentata. Lasciale il tempo di abituarsi come meglio crede.

Alla Setsukō non piacque il commento. Implicava sotto che ella non fosse abituata ad essere sotto gli occhi dei riflettori, perché non vi era mai stato motivo di farlo.

- UH? - Disse, rivolgendole uno sguardo arrabbiato.

- Non è la verità? - disse Medicham, - scommetto che non sai nemmeno prendere un complimento.

- MA IO TI-

Si avvicinò un piccolo Litleo in quel momento, guardando negli occhi la felina con lo sguardo di un innocente bambino. Ella se ne accorse, e si girò verso di lui pronto a squartarlo vivo se l'avesse insultata come le oche giulive.

- Tu sei il capitano del team AWD, vero?

- E allora? - Disse la felina dall'oltretomba.

La paura si impossessò della coniglietta: se ella avesse tagliuzzato la faccia di Rommy sarebbero stati guai amari per tutti quanti. La Rikimi spalancò gli occhi con la stessa paura del suo capitano: incrociò le braccia ad x e scosse la testa violentemente, pregando la Lamartigli di lasciar perdere. Il piccolo leoncino sorrideva verso la felina: aveva lo sguardo innocente del bambino che stava per dire qualcosa di orribile senza rendersene conto.

- (N-non capisci la situazione marmocchio!?!? - Pensò la pokémon Meditazione, - Vai via prima che-)

- Ho sentito dire che hai sconfitto quel Krookodile cattivone! Sei fantastica!

La felina storse il volto come un dipinto di Picasso, mentre le altre due divennero simili ad una distorta di Salvator Dalì.

- Ed ha un pelo bellissimo! Hai un pelo più lucido della mia mamma! Le tue piume rosse hanno un colore bellissimo!

Gli occhi del piccolo Litleo erano colme di stelle. Era ingenuo ma completamente sincero.

- Non ho mai visto una femmina più bella di te! Voglio che la mia futura compagna sarà così!

Un lampo colpì la Lamartigli dritto in testa. I suoi occhi persero le pupille in viso serio. Rimase ferma in tale posizione per cinque secondi, letteralmente fulminata. Poi, mise via il suo Meisoku e i suoi gelidi artigli, e si mise ad accarezzare la nuca del leoncino violentemente.

- Bravo ragazzo. Bravissimo ragazzo. - disse lei.

Questo gli fece le fusa a ritmo delle sue carezze.

- (Terrificante... - pensarono le due ragazze del team Malia, spaventate - è terribilmente adorabile...)

Le quattro ragazze continuarono la passeggiata, sempre con i due bodyguard.

- Quella è Manami Gardevoir? - disse un paesano, - Ma che è successo al suo braccio?

La pokémon Abbraccio abbassò lo sguardo in evidente pena.

- Dicono che Wazawai Dingo glielo abbia divorato durante il combattimento.

- Poverina...

La Manami strinse il nuovo braccio con quello rimasto sano. Un'ombra malinconica e sofferente era stesa sui suoi occhi.

- E quello è il nuovo prototipo?

- Si chiama protesi: si dice che sia fatto da legno incantato.

Gliel'aveva spiegato Albarosa Flor: con l'aiuto del falegname, era riuscita a creare un braccio simile a quello di un manichino, simulando dita e giunture, e a posizionarlo in prossimità del braccio mancante. Non era attaccato al corpo: si manteneva in aria e si muoveva con della debole Telecinesi dalla medesima. Era composto da legno dell'albero di Xerneas, proveniente da una vecchia scultura fatta di tale legno. Il sindaco Benji aveva dato il permesso alla dottoressa di poter usufruire di tale composizione, dicendo che una vita era molto più importante. Fortunatamente, il fatto di essere un pokémon di tipo Psico gli permetteva di non aver installato quel braccio direttamente sulla giuntura di quello vecchio, eliminando completamente il rigetto. Ma, visto che lo faceva fluttuare lei, doveva tenerselo per un periodo di tempo nell'altra mano quando era stanca. Doveva ancora abituarsi al nuovo arto: era una fatica enorme mantenerlo.

- Legno incantato o no, mi dispiace tanto... rovina completamente la sua figura.

- Che peccato... una eroina così ardita farà fatica a trovare un compagno solo per un difett-

- Ehi.

Nel sentirli, la felina si rivolse a coloro che avevano parlato, un Houndour e un Quilava.

- Quel braccio la fa ancora più figa. E' simbolo di temerarietà, di una femmina pronta a sacrificarsi per le persone a cui tiene.

Poi, li minacciò con lo sguardo. Capirono in un solo momento che, se non rispondevano bene sarebbero finiti in una lista nera.

- Mi sbaglio?

Il terrore scese fin sotto le loro ossa: si rimangiarono in un sol boccone quello che avevano detto.

- S-SI'!

- E'-E' ANCORA PIU' BELLA!

- Molto bene.

La Gardevoir rimase di sasso. Non si sarebbe mai aspettata che il capitano del team AWD, una delle vecchie ladre più temute della terra della Sabbia e rimasta non carcerata, l'avrebbe difesa da due ingenui pokémon che non avevano idea del peso delle loro parole su una donna.

- Non ti azzardare a pensare che sia un difetto.

La Lamartigli glielo aveva detto con tono fermo. Pensava veramente ogni parola che aveva detto. Si girò verso di lei, guardandola dritta negli occhi.

- A testa alta.

Si avvicinò verso di lei, prendendole il braccio artificiale.

- Quello che hai fatto... è una cosa che un ratto di fogna non è in grado di fare. Quelli a dover abbassare la testa... dovremmo essere io e il tuo capitano.

Coloro che avevano permesso, con la loro distrazione, tal incredibile errore. Glielo si leggeva nello sguardo: avrebbe fatto di tutto per risaldare il debito.

- Per quanto mi riguarda... tra noi quattro sei tu la più bella.

Ogni dubbio sulla propria esistenza sparì. Ogni difetto che poteva derivare dal nuovo brutto braccio non disturbò più la sua persona. Manami Gardevoir strinse la mano alla gatta ladra, la rivale del capitano che si era macchiata di crimini e dalla lingua più tagliente che conosceva. Dalle stesse famigerate labbra di fiele erano uscite parole di rose e profumo di fiori d'arancio. La felina sentì una sensazione dietro di sé: voltò il suo sguardo verso la coniglietta.

- Non hai niente da dire?

Si aspettava di essere perculata da lei, di essere presa in giro per le belle parole spese per la sua sottoposta, parole uscite dalla stessa orgogliosa Lamartigli, che si credeva avere una corona sulla testa.

- "Tra noi quattro sei tu la più bella"...

Voltò le spalle alla felina. Rimase in silenzio, continuando ad avanzare. Un sorriso si stampò sulle sue labbra.

- Non ne sono sicura, sai?

La felina sbatté gli occhi, confusa ed incapace di comprendere tali parole.

- EHI EROINE! VENITE QUI!

Le quattro pokémon si girarono verso la chiamata.

- VI FACCIO VEDERE UNA COSA CHE SICURAMENTE NON AVETE MAI VISTO! VENITE VENITE!

Un Grumpig con un marchio a stella giallo sulla guancia sinistra, una tuba porpora sulla testa, un bastone da passeggio di legno scuro e dei piccoli occhiali sul muso da maialino chiamò a grande voce le quattro esploratrici. Si trattava di Akabara Dolcemiele Kisuke, originario della città di Lafocoropoli.

- Dai dai! - continuò, saltando verso la sua postazione, - Non c'è bisogno di essere timide!

Videro che, a differenza di sculture esposte, il pokémon Raggiro possedeva una semplice bancarella. Da lontano non riuscirono a distinguere bene di cosa si trattasse: riuscivano a vedere solo tanti piccoli cartoncini colorati. Non avevano la minima idea di cosa potesse essere.

- Chissà cos'è, - disse la coniglietta, - andiamo a vedere? - bisbigliò poi alla Lamartigli.

- Sembra sospetto... - commentò Irūpa.

Da dietro, Gardevoir afferrò la gatta ladra per la mano sinistra usando il suo braccio di legno. La trascinò con sé con il sorriso sul volto.

- E-EHI!

Senza altro tergiversare, le quattro si ritrovarono davanti alla suddetta bancarella.

- Siete pronte a rimanere di stucco? - fece il Grumpig.

La Lamartigli, poco convinta, non rispose. Continuò a guardarlo con sospetto. Il venditore si sentì a disagio nel vedere il suo viso: se non giocava bene le sue carte, rischiava anche di finire male.

- Cliente difficile vedo... - commentò da sotto il muso.

- Hai detto qualcosa? - Fece la felina, sapendo perfettamente cosa aveva sentito.

- N-NIENTE!

Senza chiedere, la coniglietta prese in mano uno degli oggetti esposti. Era uno strano foglietto colorato davanti e dietro, racchiuso all'interno di una scatola di plastica. Non emanava alcuna energia al suo interno, come se fossero tante piccole sculture immobili.

- Cosa sono, signore? - chiese la Shiromi, - sono molto carini! Ma non ho idea di cosa siano...

- N-non si soffermi a ciò che vede fuori, - disse il Grumpig, agitato per via del capitano del team AWD - provi ad aprirlo.

- Aprirlo?

- Me lo dia un attimo che le faccio vedere.

La coniglietta porse la scatola colorata al venditore. Egli poggiò il suo bastone, e andò con le zampe lungo la parte sottile del piccolo quadrato. Lo aprì di netto senza alcuna fatica. All'interno della scatola, vi era un disco bianco che formava delle piccole luci con il riflesso del sole.

- Oh. Sono delle MT. - fece Medicham.

Il Grumpig fece un riso sommesso alla risposta, come la reazione ad un commento di un bambino così carino ma che aveva detto la risposta sbagliata per ingenuità.

- Uhuhuh. Lo saranno davvero?

Poggiò la scatola così aperta sulle altre esposte, per poi abbassarsi dietro il bancone.

- Sono sicuro che sembri questo alla maggior parte dei Kodamon...

Da sotto prese uno strano marchingegno, poco più grande delle scatolette esposte. Era completamente turchese, e non lo potevano vedere ancora le quattro pokémon ma sulla facciata più piccola vi era una leggera fessura spessa meno di un millimetro. Assieme ad esso, prese un filo lungo che tra le sue mani aveva due terminazioni, che avevano due pezzi neri che sembravano fatti di cotone.

- Mettetevi queste nelle orecchie.

La felina manifestò l'artiglio ghiacciato con la mano sinistra, puntandolo verso la guancia del venditore. Il Grumpig perse dieci anni della sua vita.

- Cosa sei? Un pervertito?

Tremava tutto. Era abituato ai suoi concittadini un po' troppo rumorosi, quando si trattava della sua mercanzia, ma era la prima volta che veniva addirittura minacciato di morte. La coniglietta mise la mano su quella della felina e la spostò con delicatezza.

- Irūpa-chan. - disse con tono fermo ma dolce, - E' solo un venditore che sta provando a guadagnare. Stai un po' calma.

- Ti faresti ficcare qualcosa dentro da qualcuno che non conosci?

Le tre ragazze del team Malia spalancarono gli occhi shockate. In un luogo lontano, un Mimikyu sputò dalla bocca una bevanda che stava assaporando, iniziando a ridere istericamente per un motivo che nemmeno lui seppe spiegarsi. Le guance di Gardevoir e di Lopunny arrossirono di fronte al commento del capitano del team AWD.

- H-h-h-hai idea di quanto suoni inappropriato quello che hai appena detto?! - disse la coniglietta.

- Perché, cosa ho detto?

Il venditore non disse una parola. Era in imbarazzo quanto loro. La Shiromi rimase con la mano della felina nella sua, ritrovandosi senza alcun modo per rispondere. Medicham avanzò verso di loro, e prese tra le mani il cavo con la terminazione del cotone. Poi, prese un'altra e la porse al venditore.

- Facciamo vecchio stile, - disse la Rikimi, - se ne metta uno lei così scongiuriamo ogni dubbio.

- O-ok... - disse il Grumpig, ancora rimasto di sasso.

La pokémon Meditazione fece come chiese il pokémon Raggiro, e questo seguì il consiglio suo. Poi, una volta assicuratosi che stesse ben saldo al suo interno, poggiò la scatoletta metallica sul bancone, e prelevò il disco precedente. Lo posizionò nella fessura. Dopo averlo inserito, rimase fermo senza fare niente per qualche secondo.

- Quindi? - Chiese Medicham impaziente.

- Inizierà a momenti.

- Inizierà cos-

La Rikimi fermò le parole a mezz'aria. Spaventata, si tolse l'oggetto nero e lo fece cadere.

- E-EHI!

Il Grumpig stese velocemente la mano in avanti per raccogliere il pezzetto nero.

- QUESTE CUFFIE SONO DELICATISSIME! NON LE TOGLIERE COME SE NIENTE FOSSE!

- "Cuffie?" - commentò Lopunny.

- MA CHE C**ZO ERA!? - Chiese la Rikimi, afferrando il venditore per il petto - SENTIVO UN BISBIGLIO DA LI'!

Manifestò un Tuonopugno dalle sue mani, facendo acaponnare la pelle al Grumpig.

- CHE COS'E' MI VOLEVI MANDARE UNA MALEDIZIONE?!

Al grido di guerra, anche la Lamartigli manifestò il Ghiacciartigli.

- KHIIIIIIIIIIIIII!

- CALMATEVI!

Tra le due si mise in mezzo la Manami.

- E' SOLO UN POVERO VENDITORE!

Poi, mostrò la mano di legno verso di lui.

- Sapete che posso leggere nella mente, no? Non vi è alcun intento malefico nella sua testa! Solo di trovare un possibile compratore!

- (Grazie, piccolo angioletto!) - pensò il Grumpig, con le lacrime agli occhi.

- I suoi affari vanno male perché nessuno capisce la bellezza di questi oggetti, quindi sperava che delle esploratrici potessero essere interessate e potessero pagarli profumatamente! Finiscono qui le sue intenzioni!

- (Potevi tralasciare questo dettaglio! Fa male!) - Pensò il Grumpig, piangendo ancora di più.

Il venditore porse la scatola alle signore.

- Sentite... è qualcosa di innocuo! Di bello! Di arte! Non è niente di pericoloso! Ho anch'io una cuffia nell'orecchio: potete fidarvi ed ascoltare con calma il suono proveniente da esso? Per favore?

Non sapeva più cosa fare con tale diffidenza e il mortificare fatto dalla Manami: voleva che se ne andassero il prima possibile.

- Faccio io, signor Grumpig. - disse Gardevoir, - mi dia questa... "cuffia".

Prima di porgergliela, il pokémon Raggiro prese un panno leggermente umido e profumato da sotto la sua scrivania, e si pulì la cuffia appena inserita. Gardevoir prese entrambi i cotoni, e se li posizionò all'altezza di dove ascoltava. Il suono stava continuando: era arrivata direttamente al primo verso.

- Senza te
io non mi sento
c'è qualcoooosa nell'aaaaaria...

- (Uh?)

Si ritrovò sorpresa nel sentire la voce di una persona. Tuttavia, non capì del perché stesse parlando in quel modo. Non era solenne come una maledizione lanciata: era angelica, pura, e tirava delle corde in sé che non sapeva di avere. In sottofondo vi era un altro suono che non era parlato, e risultava allo stesso tempo armonico e sereno. Sembrava artificiale: non aveva mai sentito un suono del genere.

- M'immagino ancora con te
fare l'amore nelle vigneeee...

- (Cos'è questo? Non so perché ma...)

Era la prima volta che sentiva una cosa del genere. Sentiva battere forte il cuore, e le sue membra rilassate e soavi come se stesse assistendo alla brezza mattutina in prossimità di un calmo lago d'estate. Le sue guance erano arrossate: sentiva l'emozione nella sua forma più pura.

- (Mi sento così bene!)

Nel vedere la compagna in quello stato, la coniglietta avvicinò l'orecchio alla Gardevoir.

(Succhiando l'uva; Mina)

- M'INCAAANTO A TEMI DONO A TEEEECOMUNQUE VADAAAAAA!

A differenza sua, sapeva che cosa la Manami stava ascoltando. Una parola conosciuta tra gli umani, ma che tra i pokémon era qualcosa che solo una nicchia di individui conosceva, che solo una piccola parte nel mondo sapeva della sua bellezza.

- M-musica!?

La bancarella di Grumpig era un negozio di musica. Le scatole di plastica erano porta-scatole di CD e i cartoncini con su disegni colorati non erano altro che copertine. Lo strumento che avevano appena usato era un lettore CD, e il cavo nero con due terminazioni erano appunto delle cuffie a cavo con attacco jack.

- OHHHHH! - Disse il Grumpig sorpreso, - SAPEVO CHE DELLE ESPLORATRICI COME VOI SAPEVANO COSA FOSSE!

- Sai cos'è questa roba!? - Chiese Medicham.

La coniglietta titubò un pochettino su questo argomento, distogliendo lo sguardo.

- S-sì... - disse, - ne ho sentito parlare!

- Quando? - Disse Rikimi, - non ricordo tale argomento...

- U-uno dei miei spasimanti... - disse Shiromi, - te lo ricordi il Mr. Mime?

- Ah già... quello lì.

Per un attimo nella sua testa scorsero l'immagini di un altro tentativo fallito di abbordare la coniglietta.

- Poi ricordami perché hai accettato di uscire con quello.

- Anch'io ne ho sentito parlare! - Fece Gardevoir, ancora presa dalla novità, - ma non l'avevo mai sentita! E' una cosa fantastica! Mi fa sentire benissimo!

Un luccichio finì negli occhi del venditore: vide un'opportunità per portare a termine il suo lavoro.

- Vero? - fece il Grumpig, - E' una cosa fantastica il mondo della Musica!

(Ost Relic Song Remastered)

https://youtu.be/2TZhirtW4MI

Dal fondo del bancone, il pokémon Raggiro tirò una cordicella, aprendo dall'alto al basso un poster in pergamena con dei dipinti rurali di vari pokémon canterini, tra i quali vi erano Primarina, Altaria, Wigglytuff, Lapras e Kriketune. Tutti quanti, in cielo, rivolgevano i propri cori verso delle braccia nere stilizzate che invitavano ad un abbraccio. Il Grumpig iniziò a parlare guardando il dipinto.

- Sin dalla notte dei tempi, i Kodamon hanno sempre cantato. Per attirare una preda o addormentarla; per celebrare festività; per esprimere i propri sentimenti quando le parole non bastavano. Era qualcosa che facevano soprattutto le femmine, perché le faceva sentire bene, ma alcuni maschi ne capirono la potenzialità e lo integrarono in qualche loro routine, come il corteggiamento. E più avanti... si resero conto che perfezionando e mettendo su carta alcune tecniche, diventava un qualcosa di molto simile alla scultura!

Si girò di nuovo verso le esploratrici.

- Alcuni, hanno provato anche a riprodurre con legno e ferro degli strumenti in grado di imitare quello che cominciò ad essere considerato un dono della natura. Il canto e l'utilizzo di questi strumenti: è questo che ha fatto nascere la Musica.

Stese la mano verso la sua mercanzia.

- Kodamon cantanti che usano la loro voce armonizzandola; Kodamon strumentisti che gli accompagnano, dando più sfumature. Questa composizione artistica senza forma fisica è l'arte musicale, quella che io mi impegno a diffondere.

Prese tra le mani la copertina aperta, rendendola ben visibile al team Malia e alla Weavile. Su di essa, vi era l'immagine di una Glameow.

- Colei che stringete tra le mani non è una Kodamon qualsiasi: è Mejia (*)! Una delle pioniere di quest'arte!

Si poggiò sul banco, poggiando il gomito sulla scrivania e il mento sulla sua mano.

- E' stato amore a primo ascolto...

Rimase qualche secondo a guardare il cielo, mentre loro si erano prodigate per ascoltarlo. Dopo il discorso epico, erano rimaste in attesa di un continuo. Si rese conto solo dopo dieci interminabili secondi che si stava perdendo.

- A-ah scusate!

Prese in mano un paio di CD dalla bancarella.

- Questa è una nuova invenzione del Dottor Z, un rinomato scienziato e DJ della terra della Nebbia! Con questi e il lettore CD che avete in mano, l'arte musicale diventa alla portata di tutti! Potete ascoltarli tutti quanti se volete! Usate pure il lettore che vi ho dato!

Impanicò e andò direttamente al sodo. Era molto fortunato che aveva conquistato Gardevoir, perché non appena gli diede il via mise una cuffia nell'orecchio della Weavile e la invitò ad ascoltare.

- E-eh-

Non ebbe nemmeno il tempo di controbattere: nel sentire il ritornello della canzone, una strana scossa percorse la schiena della felina, facendola sciogliere di dentro. Era stata presa talmente tanto alla sprovvista che la lancia delle vibrazioni distrussero ogni sua difesa. Piano piano, anche lei si aprì a quel mondo sconosciuto. Guardò negli occhi sorpresa la pokémon Abbraccio, e questa le rispose con un sorriso felice. Senza ulteriori commozioni, il team Malia e il capitano del team AWD entrarono in epifania da teenager alla scoperta del loro motivo di vivere, smanettando tra vari dischi e vari generi che si trovavano davanti. Condividevano le cuffie due a due per fare più veloce. Gardevoir e Medicham misero occhio su un qualcosa che trovarono altrettanto meraviglioso.

(Everything; Michael Bublé)
- And in this craaaazy life,
and through these crazy times
It's yooou, it's yooooou,
you make me sing,

Invece, Irūpa si trovò ad ascoltare un altro tipo di canzone, che dalla faccia di Lopunny si poteva evincere di essere un gusto particolare, non condiviso da quest'ultima.

(Enter Sandman; Metallica)
Exiiiit light,
Enteeeer ni-hight
Taaaaake my hand
We're off to never land!

Andarono avanti così per un'intera mezz'ora. Incredibilmente, si trovarono rilassate e interessate al nuovo passatempo che avevano trovato. Avevano lasciato perdere il lettore CD, perché avevano ascoltato almeno tre minuti di ogni disco esposto. Gardevoir e Medicham si erano spostate dalla bancarella e stavano chiacherando tra di loro. La scelta per qualche CD da acquistare era stata lasciata ai due capitani.

- Ehi... Irūpa-chan.

La coniglietta chiamò la felina con il solito nomignolo. Tuttavia, era talmente immersa nella sua scelta che non sembrava tenere conto di quello che stava dicendo.

- Cosa c'è?

Rispose come una ragazza normale. La coniglietta sbatté gli occhi incredula, ma non si fermò alla sorpresa.

- Era una domanda che ti volevo fare da tempo, e sembra che questa sia l'occasione migliore. Hai voglia di rispondermi?

- Certo.

Un altro sbattimento di palpebre. Sembrava che tutta l'angheria e l'energia negativa della felina fosse andata a farsi benedire. Cominciò a pensare che, forse, quei dischi musicali violenti potesse fare bene alla sua anima.

- (Ok. E' un po' strano, - pensò tra sé e sé, - ma non mi dispiace! Mi chiedo quanto durerà...)

Si avvicinò di soppiatto vicino a lei, e fece in modo di essere fianco a fianco per non farsi sentire e non farsi leggere le labbra dalle sue compagne. Per sicurezza, stese l'orecchio sinistro per coprire la bocca della felina da dietro. Nemmeno Gardevoir poteva saperlo: era troppo lontana per poterle leggere la mente. Avvicinò le sue labbra alle orecchie di lei, e bisbigliò la seguente frase.

- Ti piace... Rukio-kun?

Dopo averla detta, rimase ferma per qualche secondo. La felina rimase con il CD che stava scegliendo in mano, completamente paralizzata. La coniglietta si distaccò da lei e si mise le mani davanti alla faccia per difendersi.

- (Eccola che arriva!)

Non aspettava altro: era ovvio che si divertiva nel vedere le reazioni esagerate e non oneste della sua rivale donna.

- ("m-ma che s-stai dicendo!? P-p-perché dovrebbe piacermi?". Oppure, "COME CAZZO TI PERMETTI, PUTTANELLA! COME MI POTREBBE PIACERE QUEL MICROBO LI'?".)

La Setsukō rimase ancora immobile.

- (Dai dai! Fammi un po' vedere!)

Rimasero così per sette secondi. Dopodiché, la felina continuò a guardare i dischi come se niente fosse, non mostrando alcun tipo di reazione. La coniglietta sbatté gli occhi confusa: non riusciva a capire cosa stava succedendo.

- Hai... sentito cosa ti ho-

- Perché dovrebbe piacermi quella pulce?

Non si girò verso di lei. Tra le mani strinse un disco di una copertina che sembrava musica Metal.

- Non sono stupida. Il fatto che mi interessi alla sua salute, o che ci tenga che non faccia cazzate. Sono sicuro che qualche pettegola penserebbe che io vada oltre all'essere colleghi e rivali.

Lo ripose dove era. Non la ispirò.

- Ma non c'è niente di tutto quello. Voglio solo vederlo soccombere alla mia superiorità. E basta. Non ho interesse per lui.

Sembrò una normale conversazione tra donne, di quelle che insieme si bevevano un drink e spettegolavano sui propri spasimanti. Non sembrava nemmeno lei.

- Se devo essere sincera...

Il suo pensiero sembrò rivolgersi a qualcun altro. Tuttavia, strinse poi lo sguardo in dubbio, per poi chiuderli in rassegnazione.

- Niente.

La coniglietta non percepì nient'altro dalle parole sue. Era così sconvolta dalla maturità della discussione che non sembrava nemmeno parlare con la solita gatta isterica.

- A proposito...

Era il momento del contrattacco.

- Invece tu? Ti piace la pulce?

La coniglietta ci rimase un po'. Non si aspettava la contro domanda.

- So che hai molti spasimanti... ed esci un po' con tutti. E' raro vedere te provarci con qualcun altro di tua mano.

Pura verità dalla sua bocca. Non era un segreto che gli appuntamenti della Shiromi erano diversi. Tra tutte, sicuramente lei era la meno innocente. Si chiuse la sua bocca in sorriso, e con un sospiro profondo rispose con lo stesso sentimento alla felina.

- Non come pensi tu...

Riprese a scegliere i dischi. Anche lei ritenne la conversazione come molto leggera. Trovò ciò che stava cercando, e lo porse a Grumpig. Dopo aver pagato, si girò indietro e fece qualche passo in avanti, intascando nella borsa il suo nuovo acquisto.

- Ma non ti preoccupare. Ho già rinunciato.

Fu la felina stavolta a sbattere gli occhi. Dopo tutte le dimostrazioni di affetto insistenti che aveva fatto, la risposta le sembrò assurda. Squadrò la collega come se avesse appena detto il falso. 

Ma era la pura verità: non aveva senso per lei continuare. 

La mente della coniglietta si riportò a tali momenti: durante lo scontro del Riolu con Sobek, in quel mondo bianco, delle sue lacrime in loro prossimità e la presenza di quella femmina, la piccola volpina con carattere che li aveva condotti lì per dare supporto al suo ancora vivo compagno.

- Anche dopo la morte... cercare di proteggerlo a tutti i costi... farlo rialzare e farlo andare avanti...

La coniglietta alzò il viso al cielo. Da dietro, Weavile non poté vedere la sua espressione. Dal suo tono, si evinceva felice rassegnazione.

- Neanche tra mille anni... potrei competere con quello.

Il loro tempo alla bancarella dei CD finì. Le due salutarono il Grumpig della bancarella, con tre CD ciascuna, e procedettero più avanti.

- GRAZIE DEL VOSTRO ACQUISTO! DIFFONDETE LA PAROLA E TRAMANDATE L'ARTE DELLA MUSICA!

Al suo stand si avvicinò un altro pokémon. Un possibile potenziale acquirente.

- Buon pomeriggio! Come posso-

Il Grumpig interruppe la frase. Si ritrovò davanti un volto famigliare.

- OH SANTO CIELO SEI TU! CHE BELLO RIVEDERTI! E' VERO CHE ADESSO CHE NON C'E SOBEK SEI POTUTO TORNARE ANCHE TU! NON HAI IDEA DI QUANTO MI SEI MANCATO!

Il pokémon non rispose: si limitò ad un sorriso, porgendo al mercante un sacco nero che si portava in spalla. Al suo interno vi erano altre custodie per CD, con diversi album, e anche delle copertine più piatte e più grandi, contenenti degli strani dischi neri più grandi.

- UN ANNO DI FORNITURA! E' HAI TROVATO PERSINO DEI VINILI! NON SO PROPRIO COME RINGRAZIARTI!

Centosentantesimo anno del drago, ore 16:30. Un pokémon felino alto un metro e settanta centimetri, dalla forma umanoide e dalla pelle bianca, sorrise al mercante felice, mostrando un occhio rosso scarlatto sul destro e un giallo dorato sul sinistro, con un tatuaggio lilla a stella a quattro punte sulla guancia sinistra.

*******************************NOTE DELL'AUTORE*******************************

- Explaining:

- Legenda:
Kisuke (鬼介): armatura del demone.
Meija (梅蛇): serpente della prugna.

-F.A.Q.

- Curiosità

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