Capitolo 1: l'Epilogo della ballata (prima parte)

Quando si tratta di attraversare un labirinto, che sia per gioco o per incidente di vita, una strategia è l'assicurarsi di trovare o fare un punto di riferimento che faccia capire di esservi già stato, ed evitare in questo modo un ulteriore smarrimento nelle profondità di esso.

I nostri eroi avevano sconfitto le Kuroi Kiba, riuscendo ad annientare tutti i loro capi e portando a casa la pelle, di poco, senza nessuna casualità. I tre sottotenenti erano stati annientati da Arbok, Chaki e Drapion; Kenji aveva costretto alla ritirata Aragram Bishop, in vero il Black Coat The Knight Garrosh Arrogante, colui responsabile della distribuzione dei Veloscuro; Wazawai Dingo era stato sepolto sotto il ghiaccio rosso di Setsukō Weavile, che aveva cambiato nome in Setsukō Irūpa, e il corrispondente Veloscuro era stato recuperato dalla medesima; infine Kurokiba Sobek, in vero Mizukage Cour de Ferre Sogen, era stato completamente sconfitto dall'eroe di Borgo Quieto Ōryūgo Rukio, che era riuscito a fargli recuperare l'antico cuore che aveva perduto. 

Un altro passo importante era stata la rivelazione di un altro seguace del maestro, the Pawn Muku Kumu, un Mimikyu dal comportamento bizzarro, e l'entrata in scena del terzo saggio di Crillaropoli Matsuyama Bobu, ovvero della Kiri no Kenjū Gogomaru Kamigami, una vecchia conoscenza dello stesso Garrosh Arrogante. 

Questi erano stati gli importanti avvenimenti, le ancore che impedivano il proseguimento del viaggio verso la corretta meta posta alla fine di questo libro. Con la preghiera che ciò possa aiutare a trovare le fiaccole per attraversare la buia grotta, la narrazione del terzo libro comincerà ora. 

Bentornati, nel misterioso regno dei Pokémon.


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Opening terza stagione: Mitei no Hanashi: Hero

https://youtu.be/lfvjrQSNTro





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Centosettantesimo anno del drago, ore 15.00. Il sole aveva già superato il punto più alto del suo splendore, arrivando a rilasciare il massimo del suo calore. Il vento primaverile quietava gli animi del caldo tepore, e invitava alla gioia gli esseri viventi che stavano sotto il disco dorato. Tra gli alberi vi era il rumore delle fronde spostate delicatamente dalla brezza, il danzare di qualche petalo al vento, e il passeggiare da usignolo delle briciole argillose sul terreno. Tra le mura di Crillaropoli, i canti di allegria si sfumavano in risate e grida di felicità, con il tempo dettato dalle percussioni dei boccali di legno.

- KAMPAIIIII!

- KAMPAIIIII!

I crillaropoliani non stavano badando alla dignità del quieto vivere e la sobrietà di una vita esperta: tutti quanti erano prodigati a celebrare la vita in allegria in quel momento. Da lontano avevano avuto un barlume degli avvenimenti a chilometri di distanza dal villaggio: avevano visto in cielo un'immensa esplosione dorata, e alcuni pokémon dotati di cannocchiali avevano visto l'attimo esatto in cui il boss delle Kuroi Kiba era caduto dal cielo ricoperto di bruciature. Il contratto con Sobek era stato sciolto definitivamente: la maggior parte di loro era convinta che, finalmente, la loro vita poteva tornare quella di un tempo e la pace sarebbe stata di nuovo il caposaldo di essa.

- AHAHAHAH! QUESTO E' IL MASSIMO! DA QUAND'E' CHE NON BEVAVAMO IN PIAZZA?!

- Da quando Benji-dono ha tolto i tavoli all'aperto! Non potevamo permettercelo con le Kuroi Kiba in giro!

Nello stesso tavolo, Rockblaster Kazumi trangugiò tutto d'un pezzo un'intera pinta di birra.

- KYAAAAAH! EHI SIGNOR SINDACO! PORTANE ANCORA! OFFRO IO!

- Dovresti darti una bella calmata, Kazumi-chan... - disse lo Slowking, - le mie casse ti ringraziano, ma sarà difficile spostarti se mi finisci sotto il tavolo...

- VA TUUUUUTTO BENEEEE! PER CHIIII MI HAI PRESHOOO!? KYA KYA KYA KYA!

- E' già andata... - sospirò tra sé e sé.

Alla sua sinistra, un boccale di birra ambrata fece capolino tra le chele di un vecchio Crustle. Benji si girò verso il suo vecchio amico con sguardo interrogativo.

- Vecchio mio... oggi non è il giorno per seguire le regole.

- Satoru-dono...

- Abbiamo sofferto a lungo. Noi e la nostra gente eravamo immersi in un incubo profondo, e ci siamo appena risvegliati. Hai ottantaquattro anni, ti ricordo! Lascia le preoccupazioni ai giovani e rilassati un po'!

Guardò il vecchio amico con il viso alla ricerca di risposte dentro di lui e sé stesso, con obiettivo la determinazione ed il permesso di poter esprimere con i suoi cittandini la gioia del cielo azzurro sopra la sua città, quella che aveva fondato assieme al suo amico Libero. In un modo o nell'altro, si sentiva responsabile per quell'anno di miseria, per via della sua inadeguatezza, per la volontà comune ma codarda di non voler mettere in pericolo nessuno e di non fare sacrifici, per non andare contro ai principi dello stesso villaggio. Il viso del Crustle lesse in lui tutto quel trambusto nel suo animo, e con un sorriso gli ricordò che era stato lui stesso, per il bene del suo popolo, ad invitare quei forestieri per salvare la sua gente, e che in un modo o nell'altro era riuscito a lottare anche con le mani legate, anche a costo di prendersi tutte le responsabilità della rovina del suo popolo. Satoru batté il suo boccale contro un altro sul vassoio di Benji, come per fare un brindisi con il vecchio sindaco.

- Davvero, - disse il Crustle, - Rilassati un po'. Te lo sei meritato.

Un sorriso triste si dipinse sul suo volto: il suo vecchio cuore sentì dopo tanto tempo il tepore di un amico sincero.

- Hai ragione...

Lo Slowking riprese a camminare, andando in avanti.

- Consegno queste birre e arrivo.

- Ti aspetto, vecchio mio.

Il Crustle vide guardare il sindaco di Crillaropoli consegnare il bere che aveva sul vassoio, con un viso più rilassato ed un petto più leggero. Fu contento nel vedere di aver liberato un po' di peso dal suo vecchio amico. Resosi conto di ciò, richiamò la persona che era seduta dietro di lui, vicino alle mura del ristorante Kagetsu.

- Non ti unisci ai festeggiamenti, Lana-chan?

La sua assistente, Lullaby Nagisa detta Lana, era seduta da sola su una sedia di legno con un brodo di bacche tra le sue mani, con lo sguardo sulla ciotola. Aveva un sorriso pieno, ma la sua mente era da tutt'altra parte.

- Lo farò. Non adesso, però...

Era stata quella telefonata. La telefonata alla sua vecchia casa, a metterla lì a pensare al passato.

- Ho capito. Aspettami.

- Sto... aspettando qualcuno.

Il vecchio Crustle la guardò confuso: non aveva idea di chi stesse parlando.

- STANNO TORNANDO!

Davanti a quel grido, tutte le persone in festa si fermarono di botto. Si girarono verso la voce che aveva appena urlato. Il piccolo Rommy, carico come un leone in cerca di cibo.

- GLI ESPLORATORI STANNO TORNANDO!

Bicchieri, tavoli, vivande: fu tutto lanciato in aria dal movimento da mandria impazzita degli abitanti di Crillaropoli.

- LA MIA FORNITURA! - Gridò disperato Benji.

- MUOVITI, VECCHIO PELANDRONE!

La Rhydon lo afferrò da dietro e lo caricò sulle spalle. Sembrò che l'ubriachezza fosse passata tutta d'un botto.

- E-EHI!

Senza secondo pensiero, anche la Sunflora e il Crustle si unirono a loro, precipitandosi all'uscita Nord, verso il Viale Fogliagrezza. Lo sforzo nel sbrigarsi si rivelò relativamente inutile: già a metà strada la piazzetta d'uscita era colma di gente.

- E CHE CAVOLO E' GIA' PIENA!? - Sbraitò la Rockblaster.

Il sindaco di Crillaropoli non si lasciò intimorire: scese dalla Rhydon ed esercitò la sua carica.

- FATE LARGO, MIEI CONCITTADINI! - Disse con tono fermo, - LUNGO LE MURA! LASCIATE SPAZIO AI NOSTRI SALVATORI!

Nessuna protesta fu alzata a Mizukage Soupe de Poisson Benji: tutti i pokémon seguirono gli ordini dell'alta carica, lasciando libero il passaggio. Alcuni stizzirono il loro volto, realizzando che dovettero fare dei passi indietro per rispettare la fila.

- Gualda Gualda... è da tanto che non vedo tale folla all'uscita Nold.

Dietro il sindaco, si avvicino un Mienshao dalle colorazioni viola glicine.

- Questo odole di gioventù è spelanza è quello che ci vuole pel le mie vecchie ossa...

- Mu Feng-dono... - disse il sindaco.

- Dov'è quel sacco di pulci? Semple in litaldo, eh?

- Non inalare troppa gioventù, Mu-dono.

Alla sua destra, apparve il vecchio Arcanine dalla criniera dorata.

- Comincia a dire parole che non si confano alla sua veneranda età...

- Fufu... sottile come semple, - commentò il saggio di tipo lotta, - Vedo che questa gionlata ha messo di buon umole anche te.

Il pokémon Leggenda non rispose: la sua esperienza lo rese non incline ad essere troppo allegro per la situazione avvenire. Mu Feng intuì un sinistro dubbio, ed attenuò la sua allegria.

- Se questa giornata mi metterà di buon umore o meno... dipenderà da quello che succederà in quest'ora, - disse il gigantesco canide, girandosi verso l'entrata.

E non era qualcosa che non si poteva immaginare.

- Nebbia di vallata... eh?

L'Arcanine non rispose, ma non cambiò espressione in volto. Bastò quel gesto per capire che i due saggi erano sulla stessa lunghezza d'onda.

- Bobu-dono? - chiese il Mienshao.

- Non ne ho idea. - Rispose l'Arcanine.

- Capisco...

- STANNO ARRIVANDO!

Silenzio. Come il sipario che si stava di nuovo alzando dal palco, tutto il pubblico terminò il suo vociferare e si fermò a vedere l'inizio dell'opera. Una folata di vento spettinò gli alberi al di fuori del villaggio e il pelo dei pokémon lì presenti. Avevano il cuore a mille: non sapevano cosa si sarebbero trovati davanti, ma erano colmi della speranza di avere di nuovo nella loro anima la gioia e la serenità della pace. Lungo il caldo sole pomeridiano, una macchia nera si scorse all'orizzonte: a piccoli passi, un gruppo di pokémon veniva verso di loro a passo lento ma spedito. Benji guardava quella nuvola scura con preoccupazione ed ansia, consapevole che qualunque cosa portava con sé sarebbe stata in ogni caso una grande rivoluzione per il suo villaggio. Sia che fosse disperazione o speranza, come sindaco doveva essere pronto ad accettare le conseguenze e guidare la sua gente nella direzione giusta. Lana tremava: era confidente del risultato perché non sentiva più il contratto nelle sue vene, ma non poteva fare a meno di sentirsi in pensiero. I primi della fila riuscirono a scorgere l'identità nella macchia nera. All'inizio i loro volti sorrisero: i loro occhi si spalancarono di gioia, e la loro bocca sentì la voglia di gridare al cielo. Tuttavia, quella sensazione fu sostituita da preoccupazione e disagio il secondo dopo. Notando questa paralisi, i due saggi corrucciarono lo sguardo. Il punto nero si fece più distinto: erano gli esploratori, i pokémon che erano stati mandati in missione per sconfiggere le Kuroi Kiba. Sebbene si supponeva il loro successo, lo sguardo sui loro volti non sembravano quelli devi vincitori. Colui che li capitanava era Shinikage d'Arc Shinso,con il volto del soldato che era tornato dal fronte e aveva visto cose che non doveva vedere. Tra le sue braccia vi era il corpo bendato del piccolo licantropo, il quale ad occhi chiusi si stava riposando dall'infernale combattimento affrontato. Nel vedere lo stato del Riolu e il viso del ninja di Neronotte gli abitanti di Crillaropoli si intimorirono. Una missione non compiuta; un prezzo troppo alto. Quelle erano i quesiti che trascinarono i cuori dei cittadini nella landa della nebbia. Lo stato degli altri esploratori non era migliore: metà di loro si tenevano il corpo con un altro membro per camminare; la Gardevoir del team Malia era senza il braccio destro; inoltre, come il Riolu era tra le braccia del Frogadier, il Grovyle era tra le braccia del Drapion, in uno stato ben peggiore. L'aria di festeggiamento fu strozzata.

- Quindi hanno vinto, mamma? - Chiese il piccolo Rommy a sua madre Pyroar.

- Shhhh!

Il sindaco si avvicinò a loro con passo fermo. Era pronto ad accettare tutto. Doveva esserlo, se voleva guidare il futuro del suo popolo.

- Q-quindi...

- Benji-dono.

Il ninja di Neronotte non lo lasciò finire di parlare. Il cuore del sindaco fu afferrato da una mano spettrale. Rimase in silenzio per dieci secondi, prima che il Frogadier aprisse di nuovo bocca.

- Potreste... portarci nella grande piazza?

Lo chiese con gentilezza; con una serenità d'animo quasi disarmante, rispetto al tono brusco di prima. Con un sorriso felice, che non lasciava trasparire alcun problema al mondo. Preso in contropiede da quella improvvisa richiesta, non fece ulteriore domande. Si girò indietro, e gli fece strada. Arrivati nella grande piazza, ancora ferita dal combattimento del giorno prima, vi era al centro la statua di Libero, il Milotic fondatore del Villaggio di Crillaropoli. Il Frogadier scrutò quello spazio ora vuoto, la stessa doveva aveva liberato dopo tanto tempo la sua aura oscura. Dove aveva mostrato il lato peggiore di sé; un terrore che ancora albergava in alcuni dei pokémon lì vicino. Ma non vi era rimembranza nel cuore della Schiumorana. Verso il fondo della piazza vi era una sorta di campanile, una torre corrispondente con molta probabilità al punto più alto del villaggio. Intorno alla campana vi era un ampio balcone: una perfetta posizione per guardare l'orizzonte.

- Ricordavo bene... - commentò.

Si girò poi verso il sindaco, facendo una seconda richiesta a lui.

- Sarebbe possibile... andare lassù?

Lo Slowking non diede voce nemmeno a quella: fece semplicemente largo al ninja, verso la scala sulla base della torre che conduceva a quel balcone. Arrivato all'inizio della scalinata, il Frogadier si fermò per qualche secondo. Gli occhi del piccolo licantropo si aprirono in determinazione. Il ninja di Neronotte lo portò sulle scale, tenendolo saldo tra le sue braccia. Gli abitanti non parlavano: il silenzio tessuto dagli esploratori era così forte da risultare indistruttibile. La ranocchia aveva il respiro affannato: si era ripreso leggermente dallo scontro, ma ancora né sentiva le conseguenze. Non era riuscito ad aiutare attivamente il suo capitano nel momento del bisogno: doveva farlo ora che era richiesto l'ultimo atto di quell'avventura. Nel giro di due minuti riuscì a percorrere tutta la scalinata, arrivando al balcone. Si aveva una buona visuale di quello dal basso. Non appena la ranocchia terminò la sua scalinata, poggiò delicatamente il suo capitano al suolo, permettendogli di stare su due piedi. Poi, mise il braccio destro dietro la sua schiena, raggiungendo il medesimo braccio del Riolu. Il piccolo licantropo capì le sue intenzioni, ma scosse la testa in dissenso: era una cosa che doveva fare da solo. Il Frogadier strinse gli occhi tristemente, tirando fuori dalla sua borsa dell'esploratore un panno ed un bastone di legno a cui esso era legato, e lo consegnò al suo capitano. Egli procedette verso il bordo del balcone da solo, a passo lento ed ammiccante. Ogni passo fu pesante e doloroso, ma non si fermò. In silenzio, tutto il villaggio rimase a guardare quel piccolo pokémon avanzare, usando il bastone di legno ricevuto per sorreggersi. Pensava alle parole dette quel giorno. Le parole con cui si sono salutati lui ed il Sultano della Terra dei Deserti.

- Beh... la mia specie è conosciuta per essere ingannevole e truffaldina, dopotutto: su qualcosina avrò anch'io il diritto di mentire, no? E' ovvio che qualcuno è ancora a piede libero, nonostante io faccia di tutto per assicurarli alla giustizia e rinchiuderli nella mia fortezza. Ma per i Kodamon comuni è importante che loro sappiano che "tutti" sono rinchiusi. Sai perché questo?
- Un... simbolo. Giusto?

Continuò zoppicando. Ripensò alle parole dette ai suoi compagni prima di partire per quella missione.

- Noi... dobbiamo diventare un simbolo. Qualcosa a cui gli altri Kodamon possano guardare, dalla quale possano trarre fiducia e speranza. Non la speranza di distruggere il male. La speranza di cambiarlo... E cambiare noi stessi!

Riuscì ad arrivare al bordo. Fece un lungo respiro profondo, raccogliendo tutte le sue ultime energie. Digrignò i denti; contrasse i muscoli. Non voleva fallire: l'importanza di quel gesto era tale e quale al compimento della missione stessa.

- Noi... siamo il simbolo del cambiamento. Il più grande team di esploratori... No: il più grande team d'eroi che queste terre avranno modo di vedere!

Si mise in posizione eretta. Strinse le gambe più che poté per rimanere in piedi, e con determinazione infuocata puntò il bastone sul terreno, lasciando sventolare una bandiera azzurra con un sole del tramonto dipinto su di esso. La tela rimase statica davanti al popolo degli avversi alle guerre; davanti a coloro che, cercando una fuga dalle battaglie, si erano ritrovati vicino al ciclone. Avevano perduto la speranza; andavano avanti spinti da un nulla di cui neanche loro medesimi sapevano dare una spiegazione, forse per poter salvare le generazioni future o per mantenere quello per cui avevano lottato tanto per averlo. Bastò quel gesto. "Noi ci siamo"; "Noi siamo qui". Un simbolo di fratellanza, un simbolo di altruismo; un simbolo di bellezza; un simbolo di forza e di prosperità. E dietro lo sguardo di fuoco e di determinazione del Combattente del Tramonto, essi finalmente capirono.

- Noi siamo...

Era il simbolo della ritrovata libertà.

- IL TEAM ORICALCO!

(Ost fairy tail main theme)

https://youtu.be/m6kb96YWXMA

Il capitano del team Skyraiders non disse niente. Non aprì bocca; non gridò niente dalle sue labbra. Quell'azione parlò per sé. La felicità, il sollievo e la grinta scorse di nuovo nel sangue dei pokémon del villaggio.

- Ha... vinto...

Il team Skyraiders, il team Malia, il team AWD e il team Poképals avevano portato a termine la missione. Questo disse Ōryūgo Rukio, con quegli occhi di fuoco e dalla pupilla tagliente. Questo disse Shinikage d'arc Shinso, in piedi a braccia conserte, con viso pieno di fierezza per il suo capitano. Questo disse Setsuko Irūpa, con la sfrontatezza di chi aveva appena compiuto l'impensabile e la stava facendo passare per una quisquiglia. Questo disse Drapion, con il suo sorriso arrogante. Questo disse il team Malia, con il loro sorriso sciogli-cuore. E questo, disse l'eroe di Borgo Tesoro Elliot Dandelion, con il viso sereno di chi sapeva di aver fatto la cosa giusta. Grida di gioia e pianti di allegria scoppiarono con il boato di un tuono nella piazza di Libero.

- HANNO VINTOOOOOOOOOO!

- CE L'HANNO FATTA!

- IL TEAM SKYRIDERS CE L'HA FATTA!

- URRAAAAAA'!

- FINALMENTE NON DOVRO' PIU' GUARDARMI LE SPALLE! - Disse un Bibarel piangendo.

- NON DOVRO' PIU' VIVERE NELLA SPORCIZIA! - Disse piangendo un Mightyena.

- POTRO' TENERMI LE MIE BRACCIA! - disse un Pawmo.

Da lontano, un Dodrio su una sedia a rotelle e senza una gamba piangeva di gioia, davanti al risveglio da quell'incubo.

- RUKIO BANZAAAAI! RUKIO BANZAAAAAAI! - Esclamò Kazuki.

Si abbracciarono l'un l'altro; danzarono senza musica; urlavarono al cielo come fossennati; con cori di violini e tamburi palpitanti, non vi era un angolo di Crillaropoli che non faceva rumore. Ogni polmone graffiava l'aria; ogni cuore faceva andare il sangue per tutto il corpo alla velocità della luce; ogni mano si stringeva l'uno con l'altra, in unione nel medesimo sentimento. Erano come mille folletti danzanti in un prato fiorito. Il vecchio Satoru sentì le sue ossa malandate ringiovanirsi, riflettendosi in un sorriso a trentadue denti. Mu Feng si coprì la bocca da un risolino soddisfatto, mentre Kintaka scondinzolò come un cane che aveva appena trovato il padrone a casa, godendosi con le sue orecchie i cori della sua gente tirare giù il paradiso. Lana non riuscì a reggere alla commozione: si mise le foglie sugli occhi, lasciando che le lacrime innaffiassero il suo candido e solare viso. Il sorriso si stampò anche sugli altri esploratori, di fronte alla reazione del villaggio. Tutti tranne Irūpa.

- Che rumorosi... - commentò.

Si avvicinò il sindaco di Crillaropoli a loro. Fece un inchino, con cuore pieno di gratitudine.

- A tutti voi, - disse, - Vi porgo le mie più sentite scuse. E grazie infinite... per aver salvato il mio villaggio.

La più alta carica del paese si stava abbassando a capo chino, come se un re stesse prostrandosi ai suoi sudditi. Era uno dei più grandi complimenti che un'esploratore potesse ricevere. Questo sentimento era condiviso da tutti gli esploratori del team Oricalco.

- Non serve ringraziarci, - disse Elliot, - è un nostro dov-

- Eh no.

Tutti tranne Irūpa.

- Crede davvero che basti questo?

Lo Slowking rialzò lo sguardo confuso di fronte all'affermazione della Weavile.

- Cosa... vorrebbe di-

Quando i suoi occhi incontrarono quelli della felina, vide una cosa che non avrebbe mai voluto vedere: il viso della Lamartigli era lo stesso di una divinità iraconda, un'altezzosità di giustizia e semina di terrore che fece acaponnare la pelle al sindaco di Crillaropoli.

- Abbiamo lavorato duramente, sotto condizioni pericolose. Un mio sottoposto è quasi morto, - disse indicando dietro di sé, - e due dei nostri migliori uomini sono feriti gravemente, anche se uno sta facendo il figo.

Come sentito chiamato in causa, ad il piccolo licantropo scorse un brivido lungo la schiena.

- Spero proprio che la ricompensa sia adeguata ai nostri sforzi. Lo sarà, non è vero?

Il corpo dello Slowking si fece più piccolo, mentre progressivamente quello della felina divenne più grosso.

- Non stava pensando di cavarsela così, non è vero? E' in grado di pagarci quello che meritiamo, vero?

Il bambino della sua infanzia dentro di lui si mise a piangere: per un momento tornò ad Albachiara e divenne completamente succube del capitano del team AWD.

- C-C-C-C-ERTAINEMENT! OUI OUI! H-H-H-O IL PREMIO CHE FA AL CASO VOSTRO! PENSAVO DI DARVELO A FINE FESTAGGIAMENTI!

Porse immediatamente a due mani alla felina una targa dorata.

- Ecco qua.

La Lamartigli prese la lamina metallica e la squardò curiosa, non capendo cos'era.

- E' una targa di cittadino ad Honorem di Crillaropoli, - spiegò Benji, - Verrà data ad ognuno dei vostri membri di spedizione.

La felina contorse tra le mani la lamina, accartocciandola tutta.

- MI STAI PRENDENDO PER IL C***LO RETTILE-PAGURO!?

- KIIIIII! - Esclamò Benji, facendo spaventare anche lo Shelder che aveva sulla testa.

- COME C***ZO PUO' UNA MISERA TARGA PAGARE TUTTO QUELLO CHE ABBIAMO PASSATO!?!!?? HAI IDEA COSA ABBIAMO DOVUTO AFFRONTARE PER COLPA DEI VOSTRI INTRALLAZZI DEL C**ZO?

- Irūpa-chan! -Esclamò Lopunny, - calmati un attimo!

- NON DIRMI DI CALMARMI, DANNATA CERBIATTA! - Rispose quella, - UNA FO***TA TARGA CI STA DANDO!

- ASCOLTAMI!

Il tono più alto la rese un attimo tendente all'ascolto.

- Pensaci bene. Cittadino ad Honorem vuol dire essere un cittadino di Crillaropoli a tutti gli effetti.

- E quindi?

La coniglietta si avvicinò a lei, bisbigliandole nell'orecchio.

- Vuol dire... avere accesso a tutte le strutture di questo villaggio. Possiamo entrare e uscire quando vogliamo; comprare i loro oggetti rari; avere una rete di informazione tra mercanti vari e coltivatori; e soprattutto...

Si avvicinò ancora di più a lei, guardandola con sguardo malizioso.

- Avere accesso alla Hakuaitoshokan (*), la biblioteca della città. Una biblioteca che contiene i segreti dei cinque clan. Tecniche e mappe del tesoro annesse.

Alla parola "tesoro", le orecchie della felina si fecero più grandi.

- Immagina: poter accedere a mappe non toccate da secoli e dungeon misteriosi che nessuno ancora ha visitato. Una rete di segreti tutta a portata di mano. Non è detto che sappiano tradurre tutto... ma grazie a Shinso e magari con l'aiuto di Mawile, potremo fare una fortuna!

La felina rimase sotto shock: non aveva minimamente pensato a tutto quello. Con quelle considerazioni, si girò verso Benji con un completamente diverso umore.

- HAHAHAH! MA PERCHE' NON L'HAI DETTO SUBITO?! - Disse dandogli delle pacche sulle spalle, - SEI DAVVERO UN BRAVO VECCHIETTO TU!

Benji distolse lo sguardo dalla Lamartigli, per cercare quello della coniglietta. Alzò la mano sinistra per farle un pollicione, alla quale la Shiromi rispose con sguardo soddisfatto con il medesimo segno. A parte quello scontro di interessi, non vi fu altro motivo di rovinare la festa. In piazza si stavano scatenando tutti: dai vecchi veterani di guerra dei clan alle giovani generazioni guidati dal desiderio dei genitori di cercare per loro un posto felice. La più scatenata di tutte era Rockblaster Kazumi, l'allieva di Kintaka: abbracciata fianco a fianco con uno Snorlax, entrambi inneggiavano i boccali al cielo, danzando alternando le proprie gambe come a creare un unico essere che eseguiva la mazurka. Vi erano Bellossom e Maracactus che cantavano; canidi come Houndoom e Manectric che ululavano; Raboot e Magmar che facevano piccoli fuochi d'artificio. In ogni angolo della piazza gli abitanti del villaggio esprimevano sotto il sole del pomeriggio la felicità e la gioia di vivere; la gioia che gli era stata preclusa per tanto tempo. Shinso osservò la scena dal balcone, affacciandosi come Giulietta che aspettava il suo Romeo.

- E' bellissimo. - Disse il ninja di Neronotte. - non ho mai visto così tanti Kodamon festeggiare all'unisono.

Poi si girò verso il suo capitano, con le palpebre inarcate verso l'alto.

- E' stata una grande idea, capitano! Si ricorderanno di questo momento per il resto dei loro giorni!

- Shinso...

Un tono sereno; il tono vocale che si rivolgeva ad un compagno di guerra, un grande amico conosciuto sul campo di battaglia per cui avresti dato la vita. Nel sentirsi chiamato in quel modo, il cuore della Schiumorana saltò un battito.

- Cosa c'é?

- L-le mie gambe...

E quasi si fermò completamente, nel vedere lo stato di pericolo del suo capitano.

- N-non reggerò per molto...

Stava tremando; delle chiazze rosse stavano uscendo da sotto le bende, segno che qualche ferita all'interno di quel involucro di carta si era riaperta per lo sforzo.

- CRA!

Il ginocchio destro del Riolu cedette, ed egli cadde dal balcone. Shinso non pensò alle sue ferite e nemmeno all'altezza della torre: si gettò in avanti per afferrare il capitano, riuscendo a prenderlo per la sciarpa dell'Armonia.

- MI CORREGGO! - Gridò la ranocchia, - E' STATA UNA PESSIMA IDEA!

Rukio non rispose. Tirando la sciarpa, la Schiumorana lo stava strozzando.

- CRA!

Realizzando ciò, lo tirò ancora più forte per riprenderlo a sé, riuscendo a farlo cadere di nuovo tra le sue braccia. Fece un sospiro di sollievo, per poi rimettere la bandiera al suo posto.

- Sei un capitano impegnativo... lo sai, vero?

- Hai ragione... ti chiedo scusa.

Il Frogadier rialzò lo sguardo verso la bandiera, quel nuovo simbolo che gli avrebbe rappresentati d'ora in avanti. Un sole arancione, simbolo di speranza, luce e prosperità. Un simbolo che i pokémon avrebbero imparato a poterci contare nel momento del bisogno. Non si spiegò il perché, ma in quel drappo azzurro il ninja di Neronotte ripose le stesse speranze che stavano dando ad esso gli abitanti di Crillaropoli, finalmente liberi.

- (Team Oricalco... eh?)

Scesero dalla torre, con velocità moderata. Non appena misero piede alla base della torre, un gruppo di pokémon gli accerchiò completamente.

- ECCOLI' QUA!

- I NOSTRI EROI!

Un senso di imbarazzo attraversò il piccolo licantropo nel sentirsi chiamato in causa. Consapevole delle possibilità future, lo Shinikage mise la mano sinistra in avanti, tenendo con la destra in braccio il suo capitano.

- State indietro, si vouìs plait! - Disse con tono fermo, - il capitano è gravemente ferito! Ha bisogno di assistenza medica e non può partecipare ai festeggiamenti al momento!

- KHIIAAAAA! CHE FIGO!

Un gruppo di femmine espresse il suo eccitamento nel vedere il ninja di Neronotte essere così uomo. Un brivido scorse lungo la schiena della Schiumorana, e le sue guance si arrossarono leggermente.

- P-pardone?

- Suvvia... non essere così guastafeste...

Una Cinderace si avvicinò al duo, con fare intrapendente. Si mise al suo fianco, prendendogli la mano che voleva allontanare tutti. Il mondo del Frogadier divenne colorato di rosa.

- Avete passato veramente un brutto guaio, signor assassinuccio... non dovrebbe magari sedersi un attimo e rilassarsi?

Era veramente vicina. Lei non l'avrebbe mai saputo, ma la roditrice di fuoco fu la prima pokémon ad essersi avvicinata così tanto alla ranocchia del team Skyriders. Il Riolu guardava con sguardo inebetito la scena.

- (Ma seriamente?) - si chiese il capitano.

Si avvicinò ancora di più. Il suo fianco stava per sfiorare quello della Schiumorana.

- Sarei molto contenta di darle una mano... se vuole...

- (N-non va bene... - pensava il Frogadier, - non va affatto bene!)

Guardava la roditrice con desiderio. Quella pelliccia corta ma sicuramente molto soffice; quegli occhi di fuoco che lo guardavano sognante.

- (Non avvicinarti... NON TI DEVI AVVICINAR-)

Una fiammata dorata si frappose tra i due. Se la Cinderace e la ranocchia non si fossero scansati, si sarebbero bruciacchiati per tutto il corpo.

- Dacci un taglio, Hibi-chan (*)

Davanti a loro, Flamebringer Kintaka ingoiò le fiamme in eccesso che non aveva ancora sputato.

- Quante volte te lo devo dire di non importunare gli altri in questo modo?

La Cinderace fece una faccia scocciata davanti al comportamento del suo maestro, ma si riprese subito e deviò il discorso con molta leggerezza.

- Ma dai... stavo solo giocando! I nostri ospiti se la sono vista brutta! Speravo di rallegrarli un po'...

- (Un po'? - si chiese il piccolo licantropo, - Era ben oltre un po'. A momenti perdevo un subordinato...)

La ranocchia si mise una mano sul cuore e premette più forte che poté, per riuscire a calmare il suo battito cardicaco.

- Adesso hanno bisogno di cure mediche, - riprese il pokémon Leggenda, - Fammi la cortesia di chiamare Albarosa-dono e di portare il suo team.

- Ehhhhh? Adesso? Stiamo ancora festegg-

Anche se non aveva più gli occhi, lo sguardo minaccioso dell'Arcanine riuscì a far tremare di paura la roditrice di fuoco.

- V-VOLEVO DIRE, ANCHE SE S-STIAMO ANCORA FESTEGGIANDO NON C'E' ALCUN PROBLEMA! V-VADO SUBITO, SIGNOR KINTAKA SENSEI SIGNORE!

- Sarà meglio.

La Cinderace si allontanò dal gruppo mettendosi in mezzo alla folla festeggiante. Dopo essersi distanziata abbastanza affinché il suo maestro non potesse raggiungerla con le sue fiamme, si girò di nuovo verso il Frogadier, con sguardo malizioso e accattivante. Preso in contropiede, la ranocchia rimase con il fiato sospeso. Lei, come a non farsi dimenticare facilmente, fece un occhiolino al ninja di Neronotte, per poi sparire in mezzo agli abitanti del villaggio. Lo Shinikage spalancò la bocca come un pesce lesso, rimanendo paralizzato e con le lacrime agli occhi.

- Vi chiedo perdono per il comportamento della mia allieva... - disse il pokémon Leggenda, - è una brava ragazza, ma ha il difetto di essere poco composta. Le piace molto provocare...

- Non c'è problema... - fece Rukio, mentre Shinso continuava a tremare dalle labbra.

- Avete finito di fare le signorine? Qua stiamo ancora lavorando.

Al gruppo degli Skyriders si avvicinarono gli altri esploratori. A parlare era stata la felina di ghiaccio.

- Chi era quella sciacquetta? - Chiese la Lamartigli, - Che voleva da voi?

Il Frogadier non riuscì a rispondere bene alla domanda.

- Ha-ha-ha detto... qual-c-cosa sul...

- Ci stava provando con Shinso. - Commentò diretto il piccolo licantropo.

- CRA!

- WOAH!

L'Infernape Chikamasa Chikatomo si avvicinò alla ranocchia, tirandogli una pacca leggera sulla spalla sinistra.

- GRANDE, SHINSO-KUN! E' COSI' CHE SI FA!

- V-veramente... n-non ho fatto niente...

- COME NIENTE!? - Disse Drapion, - ERA LA TUA OCCASIONE! STAVA MORENDO DIETRO DI TE!

La ranocchia scoppiò in lacrime di fronte a quell'affermazione.

- NON ME LO RICORDARE! HO PENSATO CHE IL MIO CAPITANO FOSSE PIU' IMPORTANTE! MA PIU' CI PENSO E...

Era tanto così vicino. Non aveva mai avuto le attenzioni di una ragazza in vita sua. E quell'approccio l'aveva destabilizzato così tanto che non era riuscito a cogliere la palla al balzo. Questo pensava di aver fatto la Schiumorana.

- CRAAAA! VOGLIO MORIREEEEE!

- Ara ara... non devi essere così disperato, Shinso.

Alla povera ranocchia si avvicinò colei che per lui era inarrivabile, il caposaldo della sua felicità e l'amore della sua vita che lo aveva rifiutato più volte. Sembrò quasi surreale che lei stesse cercando di consolarlo.

- Il mondo è pieno di femmine... ora che le tue gesta saranno tramandate, non avrai nessun problema su quello! Quindi fatti forza, ok?

In quel momento, qualcosa scattò in lui. Fu come se la Cinderace che prima l'aveva corteggiato non fosse mai esistita, e nei suoi pensieri vi fosse solamente il candido volto della coniglietta che aveva rubato il suo cuore. Pensava di trovarsi di fronte ad un angelo, una caritatevole donna che era in grado di curare tutte le sue pene d'amore. Preso da un raptus, riprovò la sua famosa richiesta.

- PER FAVORE! ESCI CON-

- Non sei il mio tipo.

Per venir poi brutalmente rifiutato di nuovo da lei con il sorriso sulle labbra. La ranocchia diventò di pietra assieme alle sue bende.

- SS-S-SIGNOR SHINSO! - Esclamò preoccupato Arbok.

- MA CHE PROBLEMI HAI!? - Gridò lo Scorpiaccio, - PERCHE' DEVI GIOCARE CON IL CUORE DEL SIGNOR SHINSO COS-

Drapion si bloccò a metà frase, con un viso stupito e la lingua morta. Il volto della coniglietta non era il solito viso leggero di femmina sicura della sua bellezza; non era nemmeno quella del suo capitano, convinta di essere la migliore. Anche se sorrideva, il suo sguardo era leggermente stretto. Più che disinvoltura e poca sensibilità, il volto di Lopunny esprimeva tristezza. Quel medesimo sguardo fu notato anche da Irūpa e Medicham, mentre il piccolo licantropo fece finta di non averlo visto, ma i suoi occhi si turbarono leggermente. In quel momento, un rombo di tuono interruppe i festeggiamenti e i piccoli scambi all'interno degli esploratori. Un urlo dirompente si fece largo all'interno della piazza, così forte che sovrastò tutti gli altri rumori.

- FATE LARGO!

- SALVATECI!

*******************************NOTE DELL'AUTORE*******************************

- Explaining:

- Legenda:

Hakuaitoshokan (博愛図書館) : Biblioteca della fratellanza;
Hibi(火美): Bellezza di fiamma;

-F.A.Q.

- Curiosità

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