Capitolo 8: Il Teatro delle Meraviglie (Seconda Parte)
Le cinque Lopunny, una volta impartiti gli ordini, si diressero verso le quinte per svolgere le proprie mansioni.
Ci impiegarono un buon cinque minuti per preparare il tutto: il tempo necessario per far bisbigliare il pubblico di curiosità ed alimentare leggermente l'impazienza di tali esseri.
La prima a tornare fu L-V, che invece di condurre sul palco la solita teca di vetro, portò direttamente tra le sue mani il diciassettesimo oggetto.
Era una strana verga dai filamenti viola intrecciati tra di loro, con delle punte affilate di appena qualche millimetro. Il manico era nero carbone, e vi era incastonata una gemma rossa su di essa. Il dottore non disse niente riguardo ad essa: si limitò a sciogliere la frusta e a librarla in aria davanti agli occhi degli spettatori dubbiosi.
- Una... Frusta?
- Cosa vorrà fare con quella?
- Più che altro... Cosa avrà di così particolare? Spero questa volta di poter spendere i miei soldi...
- Uhuh... Potrei divertirmi con qualcuno con quella... - commentò il Grovyle, sotto lo sguardo attonito e senza parole della ranocchia.
- Ci stanno mettendo un po' lì dietro... - Commentò Yé Zìyou.
- Non ssssso voi, ma ho una brutta sssssensssssasione nei conffffronti di quella... - fece notare Arbok.
- Che ti succede, compagno? - Gli chiese Drapion, - Credevo i rettili avessero il sangue freddo!
- E' un'altra delle tue battute? Non fffffai ridere...
Uno scricchiolio di porta antica zittì tutti gli spettatori: le tre Lopunny che erano andate dietro le quinte assieme a Rossella ritornarono sul palco trascinando con loro un complesso che inquietante era di definizione minore. Elle si presentarono con un pannello di legno con delle ruote montate sotto, sulla cui superficie stava una Fennekin a pancia in giù con le zampe incatenate al tavolo da manette di piombo.
(Ost Mystery of Fossils)
https://youtu.be/eoaajiqf1Pc
Gli spettatori spalancarono gli occhi sorpresi e increduli, rimanendo a bocca aperta.
- E-ehi...
- Ma che diavolo...
- Tsk... Guarda te che tipo...
- Parlando di indecenza...
- C-cosa vorrà fare?
Sebbene la maggior parte fossero criminali, la vista della povera pokémon Volpe legata in quella posizione e con le lacrime agli occhi dalla paura riuscì a scuotere l'animo dei più corrotti, quasi riuscendo a fargli sparire la patina nera che aleggiava nei loro cuori. Gli esploratori del GIK, in virtù della totale assenza o della poca presenza di tale sporcizia, furono colpiti in pieno da tale risvolto nella missione.
- P-P-PARBLEU! COSA DIAVOLO STA PENSANDO QUELLO!?
- Che verme schifoso... - commentò il Grovyle.
- Per una volta sono d'accordo con te, testa verde. - commentò la felina, - è disgustoso...
- Quessssto sssssì che è di pessssimo gusto...
- Ehi, Riolu. - disse lo spadaccino, - prima che mi fermi poi, lo metterò ben chiaro. Se gli saltiamo addosso, voglio dare una bella spulciata ai suoi tentacoli, prima di catturarlo. Non ti lamenterai se gli faccio qualche taglio prima, giusto?
Non vi fu risposta da parte del piccolo licantropo. Né un accordo né un commento.
- Riolu? - Disse girandosi verso di lui, - non è il momento di-
Gli bastò un lieve movimento verso Rukio per apprendere in pieno la gravità della situazione. Il piccolo licantropo aveva la testa fissa verso il palco del teatro: non aveva nemmeno sentito il Legnogeco. In quel momento, il capitano del team Skyriders era completamente assente: al suo posto, ciò che vide Kenji fu una belva inferocita dai denti digrignanti, pronta ad azzannare da un momento all'altro la preda di fronte a lui.
Ancora una volta, l'emotività del Riolu si prese la parte migliore di lui: nel preciso istante in cui aveva visto la Fennekin incatenata, non era riuscito a distaccarsi da colei che aveva nella sua testa e che l'aveva accompagnato per lungo tempo, facendo bruciare tra i suoi neuroni e nelle fibre del suo cuore fiamme divampanti ed incandescenti d'ira.
Sapeva bene che non era lei: sapeva bene che quella non era Amelia. Era un'altra povera innocente, completamente estranea alla faccenda. Ed era questo che continuava a ripetere a sé stesso: "Non è lei", "Non è lei", "Non è lei". Ma la mente geniale dell'essere umano di cento anni fa era impotente davanti al suo stesso cuore: il mondo interno e il mondo esterno del piccolo licantropo si inondarono di lava incandescente, dove divenne impossibile stabilire se, nei momenti successivi, avrebbe preso fuoco prima lui o l'intero teatro circostante, per azione del suo solo sguardo.
- FROGGY! - Gridò lo spadaccino, - LE MANETTE!
- Excuse moi? A cosa ti serv-
Nel momento in cui si girò verso di lui, il ninja sbiancò di colpo. Non fiatò ulteriormente e non perse tempo: dalla borsa invisibile estrasse delle manette fatte con lo stesso materiale delle Tenma no Kusari, e con uno scatto le mise ai polsi del capitano, per poi afferrare con il braccio sinistro il braccio destro del pokémon Emanazione.
Seguendo il suo esempio, Kenji bloccò con le due braccia il restante arto sinistro e il corpo del capitano.
Quelle manette erano in dotazione ad esploratori scelti all'interno di una Gilda: era concesso portare un solo paio, visto l'efficacia e la pericolosità di tale strumento, ed era molto utile quando si trattava di far parlare un criminale senza il pericolo che questo si desse alla fuga. Al team AWD, questo privilegio non era concesso.
- COSA STATE FACENDO?! - Urlò il neo-prigioniero ai suoi Giuda Iscariota.
- Devi restare calmo! Non è lei! - Disse il Legnogeco.
- LIBERATEMI ! LIBERATEMI!
- ABSOLUMENT PAS! (*) - gridò il ninja.
- GRAAAHH!!!!
Lo spadaccino era preoccupato: in quello stato, il piccolo licantropo avrebbe potuto mandare a monte l'intero piano. Per quanto razionale, quando c'era di mezzo Amelia non riusciva ad essere riflessivo.
- (Questo non va bene! - Pensò lo spadaccino, - Se continua così... potrebbe fare qualche cazzata!)
Il capitano iniziò a dimenarsi tra i due, sotto gli occhi inespressivi del sultano e quelli curiosi del falso Dragonite visir.
- Sembra che questo ragazzo sia molto emotivo... - commentò il Dusknoir, - Non crede, maestà?
Nessuno dei presenti volette prendere posizione, e nemmeno alcuni criminali che si erano voltati verso di lui. L'istinto gli disse di non mettersi in mezzo e tentare di fermare quella belva inferocita. In quel momento, forse avrebbe significato un dolore inimmaginabile, o forse la stessa morte.
- Fatti da parte, ranocchia, - intimò la felina al ninja.
- Uh?
Senza preavviso alcuno, Weavile sferrò un altro dei suoi famosi pugni sulla guancia destra di Rukio. Non potendo accumulare Meisoku per proteggersi dal colpo, prese in pieno l'attacco, accusò un sanguinamento dalla narice sinistra.
Il Riolu rimase con lo sguardo rivolto verso destra per qualche secondo, per poi voltarsi di nuovo verso la felina.
- Ti basta? O ne vuoi ancora?
Il piccolo licantropo non rispose. Era consapevole cosa c'era dietro quel gesto, ma non si sentiva nello stato di risponderle.
- Anche a me da fastidio, - disse, rimettendosi a posto, - ma non puoi fare di testa tua in questa situazione. Abbiamo una missione da fare, e se provi a buttarti in mezzo per salvarla falliremo.
Incrociò le braccia, chiudendo gli occhi. I presenti rimasero in silenzio e fermi, non sapendo come reagire davanti a quella situazione. Era come se fosse caduto un fulmine a ciel sereno, e nessuno avesse intenzione di muoversi per beccarsene un altro sulla propria testa.
- Troveremo una soluzione.
Il Riolu spalancò gli occhi. Più che ciò che aveva detto, si stupì del tono rassicurante che sospirò la Lamartigli
- Tuttavia... è importante che chi sta guidando la squadra mantenga la calma. Se ti servono altri schiaffi in faccia, sono qui.
Il piccolo licantropo rimase a guardarla stralunato. Era chiara la sua intenzione: si stava preoccupando della salute mentale del Riolu, e si era messa in primo piano per contenere la bestia furiosa che era insidiata nel suo cuore. Era un'azione che, per quanto violenta, era apprensiva e deterrente nei suoi confronti, come quella di un padre o di una madre che voleva impartire la giusta lezione al suo figlioletto ed invitarlo al giusto raziocinio. Non si sarebbe mai aspettato una tale azione da parte di quell'orgogliosa femmina, dal carattere permaloso, dominante e e soprattutto immaturo. Lo aveva riportato alla realtà esponendo la propria persona davanti agli altri colleghi, senza esitare minimamente.
Il pokémon Emanazione, sotto quelle considerazioni, rise sottovoce.
- Cos'hai da sorridere? - Gli chiese lei.
- "Troveremo una soluzione", "Se ti servono altri schiaffi in faccia, sono qui". Hai detto questo invece di una frase del tipo "non metto a repentaglio la mia missione per una Fennekin piagnucolosa".
Si girò verso di lei, con il sorriso sincero di un amico che aveva apprezzato l'intervento del suo compagno di avventure.
- Sembra che, dopotutto, - rispose chiudendo gli occhi e sorridendo espressivamente, - non sei la Weavile fredda e insensibile che vuoi far credere!
L'imbarazzo della pokémon Lamartigli fu tale da farla arrossire e gridare contro la sua volontà.
- N-NON ALZARE LA CRESTA CON ME, PALLA DI PELO!
- Ti ringrazio, Weavile...
La bocca della fredda gatta larda si chiuse goffamente.
- Ora sto bene. Non interverrò, promesso.
La Lamartigli si girò dall'altro lato, fingendo di essere offesa.
- Tsk! Ho fatto solo il mio dovere! - disse distogliendo lo sguardo, - N-non c'è bisogno... di ringraziarmi...
Nonostante la calma fosse calata tra i team esplorativi, piogge d'insulti piovvero dagli spalti del teatro nei confronti del Malamar.
- MA CHE TI SALTA IN MENTE, ASSASSINO!
- QUESTO NON E' LEGALE! ESPELLETELO DA BAZAROPOLI!
- VISCIDO VERME!
- IMBECILLE!
Quello che sembrava un covo malfamato divenne un coro di rivolta nei confronti del dottore, assetati del suo sangue. Ladri, Gangster della malavita e persino assassini: chi più chi meno espresse in pieno la sua disapprovazione nei confronti di ciò, facendo tremare il tendone nel sottosuolo come se colpito da un Terremoto. Quello che era un covo di criminali, divenne l'aula di adulti infuriati nei confronti di quello che persino gli scarti della società riconoscevano come un atto riprovevole: quello di coinvolgere un pargolo nel dolore e nella violenza del mondo reale.
Il Malamar guardò i criminali con un'ombra sugli occhi: sembrava guardasse loro come se fosse disgustato.
- Ke koz'è... kuezto?
Continuavano ad aizzare la rabbia imperterriti, continuando ad inveire contro di lui. Erano completamente infuriati con lui, come se un circense avesse la colpa di far ridere i suoi spettatori. Davanti a cotale espressione senza senso, prese la verga dalla teca di vetro e diede una frustata sul palco, gridando fermo senza paura.
- ZILENZIO!
L'urlo fu talmente forte da sovrastare gli insulti e silenziare l'atmosfera in un attimo. L'unico suono che si sentì in quei secondi fu l'eco dell'ammonizione graffiante. Da saltimbanco e giullare che era, espresse un grido così combattivo nei confronti della folla che riuscì a bloccare tutti quanti. Il suo sguardo sembrava arrabbiato: ed era così che voleva mostrarsi.
- Wollt ihr mich verarschen!? (*) NON MOSTRATEMI TALE ECO IMMORALE! E' DISGUSTOSO!
Puntò la frusta verso di loro, additandoli personalmente.
- Tra di voi ci zono ladri! Mercenari! Truffatori e malavitozi! Mi ztate dizendo che non sopportate Kuezto!? Dopo tutte le koze orribili che probabilmente avete fatto!?
I criminali furono restii a controbattere: vi era una verità indiscutibile in quelle parole.
- La mazior parte di voi non ha alkun diritto di ziudikarmi! Io zono un venditore! Un merkante! Non ze ne fazziamo niente della morale, se non ci porta kuattrini! Kuezta è il tipo di perzona ke zono! Ziete venuti kui ben konzapevoli! MI ZTATE ROVINANDO LO ZHOW E LA VENDITA!
Disse con tale foga quell'ultima frase come se gli venisse da dentro. Non vi era recita: era veramente indispettito da tale reazione.
- E poi... Ze avete davvero kualke problema, - disse indicando la volpina, - kuezta Fennekin è una mia dipendente lezittima! E' ztata lei ztezza a chiedermi di azzumerla, e gli ho zpiegato ante-tempo koza avrei fatto! Ha akkonzentito lei!
La pokémon sul tavolo chiuse gli occhi in senso di consapevolezza e rassegnazione. A malincuore e sconvolto, Ōryugo Rukio riconobbe nei suoi occhi la verità delle parole del dottore.
- Zuo Padre è ztato kolpito da una malattia rarizzima: ha bizogno di denavo per comprarzi le medizine e pagare un dottore vero... e...
Riprendendo la sua parte, si appoggiò alla cariola con un tentacolo sulla testa, simulando un mancamento.
- Kuezta anima kandida è venuta da me, un mizero merkante di ozzetti okkulti per zerkare di gradagnarzi il denaro per lui!
Ed era la verità. Era sola con suo padre, ed egli era gravemente malato. Sua madre Delphox era morta allo stesso modo. Doveva con ogni mezzo trovare il modo per non perderlo. E Yamiscilla stava completamente sfruttando la fortuita situazione.
- Zarei ztato krudele a non dargli kuezta pozzibilità! K-kome potevo? Zono zolo un mercante! Un mizero ziullare in cerca di denaro! Kome potevo rifiutare a tale rikiesta?! Kome potevo ezzere kozi inzenzibile?!
Dopo quelle parole, dai suoi occhi scesero delle lacrime forzate. Un brivido scorse lungo la schiena del Riolu, e Shinso e Weavile corrucciarono lo sguardo. Non c'era bisogno di essere accorti in manipolazione e bugie per capire che quell'ultima parte faceva parte di una firma che sanciva il lancio dell'incantesimo. Tutto quanto, dalla rabbia alla provocazione, era stato orchestrato per un preciso motivo: suscitare lo scandalo e rinvigorire lo spettacolo. Sotto quegli occhi lucidi, il piccolo licantropo riuscì a scorgere il ghigno sorridente di chi era riuscito a vendere la sua merce al prezzo più alto che poteva, nonostante la poca spesa. I più ingenui rimasero in silenzio, non sapendo più che domande porsi, mentre i più scettici lessero dietro la falsità delle sue parole e lo guardarono con sguardo truce, quasi come se egli avesse toccato un membro della loro famiglia.
- Che buffone...
- Avrei paura a firmare un contratto con quel Malamar...
E davanti a tutto quello, il team Skyriders non poteva reagire.
- Quella povera Kodamon... D-davvero non possiamo fare niente? - Chiese Shinso ai colleghi.
- Purtroppo no, - gli rispose Weavile, - se davvero quella piccola pulce è sotto legale contratto, ogni intervento sarebbe illegale. Dopotutto...
Si girò indietro, rivolgendo un'occhiataccia al sovrano.
- La legge è la legge, no?
- Sono desolato quanto voi... - disse intimorito, - Non mi sarei mai aspettato una cosa del genere...
- Bene zignori! - Riprese il dottore, come se non avesse fatto scendere alcuna lacrima, - Purtroppo non abbiamo il luzzo di pazzare momenti melankonizi. Per quanto kommovente... purtroppo zono anke un professionista, e kome tale devo rispettare i tempi. Le lanzette zono krudeli per chi viaggia nel denaro... e zoprattutto per il padre di kuezta pikkola.
Le parole erano state scelte appositamente per rincarare la dose. Per quanto avendo ripreso la ragione, Rukio non poté fare a meno di ri-digrignare i denti.
- La mia azziztente, ora, vi darà una dimoztrazione di kuello ke kuezta verga è in grado di fave!
Il dottore prese la verga dalla teca di vetro e la strinse forte tra i suoi tentacoli, avvicinandosi poi alla piccola Fennekin. Lei, in quanto volontaria, sapeva perfettamente cosa sarebbe accaduto, ma nonostante questo non poté fare a meno di chiudere gli occhi e digrignare i denti.
Rukio stava guardando la povera volpe agonizzante nel terrore: sapeva bene che doveva controllarsi, e forse distogliere lo sguardo avrebbe potuto aiutarlo. Ma il fatto che gli ricordasse Amelia lo costrinse ad osservare lo spettacolo preoccupato per sua sorte.
Il Malamar non si fece attendere troppo: senza ulteriore indugi, tirò tre frustate sulla schiena della piccoletta. La pokémon Volpe urlò agonizzante nel dolore, scoppiando in un pianto straziante.
Non ebbe bisogno di esagerare come gli era stato chiesto: la bruciatura creata da quell'oggetto servì al suo scopo egregiamente, torturandola e facendo risuonare i suoi lamenti per tutto il teatro.
- Che crudeltà... - commentarono dalla tribuna.
- Se è lei stessa che l'ha voluto, non ci possiamo fare niente. Certo... che è uno spettacolo orribile...
Si formarono delle piaghe nel punto interessato, che rimasero per qualche secondo a graffiarne la carne. Tuttavia, dopo dieci secondi, le ferite si rimarginarono come se non fosse successo niente. Tutti gli spettatori rimasero perplessi: nessuno di loro si sentì sollevato del fatto che non fosse stata ferita sul serio.
- Interezzante, vero?
Il Malamar si girò verso il pubblico, con fare da analista.
- Kuezta verga è molto partikolare: ogni ferita inferta da kuezta vevrà rikucita, dizinfettata e kurata. L'unika koza ke rimarrà nella vittima è puro e zemplize dolore...
Tenne la verga in mano come se tenesse un animaletto domestico.
- Ci zono un zacco di applikazioni per kuesta verga... ma penzo ke la tortura zia l'utilizzo più indikato. Inoltre, konduce elettricità, e ze il berzaglio è elettrifikato, non zubirà danni fizizi, ma zolo dolore. Kuindi, da quel punto di vista è completamente innoqua. E' l'ideale ze volete punire pezantemente kualkuno il più a lungo pozzibile, fin kuando i zuoi nervi potranno rezzere. Penzo ke molti malavitosi vorrebbero kuezto oggetto: è molto utile se si vogliono spillare informazioni senza uccidere il zozzetto.
Molti pokémon che facevano parte di organizzazioni criminali, infatti, nonostante il disgusto della scena misero una mano sotto il mento: pensarono seriamente all'acquisto della verga.
- Zi chiama Graffiacane. Avrà un prezzo di partenza di 100.000 Koda. E' un ozzetto molto raro; è ztato difficile zelezionarlo per l'azta. E faremo anche... un divertente zioko.
Alzò la verga in alto, stirando gli animi ancora di più.
- Vizto ke kuezto momento deve ezzere indimentikabile, alzerò l'asticella! Ogni volta che ci zarà un rilanzio, darò una fruztata alla mia azziztente! Ke ne dite?
Fu chiaro come il sole che il dottore aveva intenzione di approfittarsi della situazione come meglio poteva. All'inizio la maggior parte degli spettatori digrignò i denti dalla rabbia, trattenendosi dagli insulti che avevano già buttato fuori prima. Piano piano, però, a causa della predica di prima, si resero conto di non poter farci niente, e non potersi permettere di tale slancio di bontà e rischiare la galera. Si quietarono lentamente, valutando seriamente l'acquisto della frusta viola.
Tra i pokémon si formarono due fazioni: chi non voleva partecipare alla vendita di quell'oggetto per evitare dolore alla piccola e chi, consapevoli che sarebbe stata acquistata comunque e con il desiderio di salvarla il prima possibile, voleva puntare subito la cifra più grossa che si potessero permettere per aggiudicarsi la dannata frusta e salvare la piccola. Ma questo nobile pensiero era un doppio taglio, perché se più individui avessero tentato ciò, ci sarebbero stati più rialzi, con conseguente aumento di pena per lei.
I più freddi, invece, pensarono ad in che modo sarebbe potuta essere utile quella verga, pensando soprattutto alle scosse non rilevabili sul corpo di chi li avrebbe subiti. In questa indecisione, un pokémon fece la sua offerta, alzando la mano destra e con la sinistra mostrando un artiglio.
- Bene bene! Rilancio a 101.000 Koda!
(Ost death parade rikuru)
https://youtu.be/UiKC41wIvug
La prima vera e propria frustata: la Fennekin cacciò dall'anima un urlo dolorante. Tutti si girarono verso l'indegno animo che aveva osato provocare dolore a lei. Quando lo riconobbero, rabbrividirono e persero la voglia di lottare. Un Garchomp dalle squame scure e l'occhio rovinato da una cicatrice: Beinknuser Geysir, il capo banda delle Anzan no Uroko (*), era stato il pokémon che fece l'offerta. Era lui: lo stesso il Garchomp che era diventato lo zimbello di Yamiscilla per il test del Veloscuro.
Era seduto qualche tribuna più in basso rispetto agli esploratori, verso il lato destro, assieme ai suoi compagni Nidoking e Cofagrigus, che ghignarono di gusto di fronte alla decisione del loro boss. Di questi, il Nidoking era lo stesso che Rukio aveva sfidato a braccio di ferro, da cui aveva avuto l'informazione di conferma dell'episodio raccontato da Midori e Fujito. Dalla fila dietro di lui fioccarono insulti e minacce.
- EHI! TI HA DATO DI VOLTA IL CERVELLO?!
- SEI UNA FECCIA!
- FAI SCHIF-
Il pokémon Mach si girò verso di loro, con in bocca un sigaro che aveva tutta l'aria di essere molto costoso. Dai suoi occhi gelidi e cattivi, trasudò il taglio dell'assassino, che pietrificò sul colpo gli oppositori. Poi, tornò a godersi lo spettacolo, con il ghigno sotto il sigaro di chi adorava imporre il proprio controllo.
- (Dietro una bimba che frigna, c'è sempre un adulto che rinasce dalla verità del mondo e torna ad essere il ragazzo pieno di speranze, indignato e sorpreso dalla malvagità del mondo. Tutte queste occhiate... e la consapevolezza di potergli spezzare il collo se provano a mettersi contro di me...)
Fece una fumata, per poi togliere la sigaretta pregiata dalla bocca e mostrare i suoi denti.
- (Non c'è sensazione più bella! Criminali... Pfiù! Ragazzine, tutti quanti. E il momento di fare vedere cosa significa imporre il vero rispetto...)
- Ziamo a 101.000 Koda! 101.000 e uno... 101.000 e 2...
Dalla tribuna opposta a quella di Rukio, un altro pokémon alzò la paletta e alzò due dita con la mano sinistra.
- Attenzione! Un rilancio! Ziamo a 103.000!
Il pokémon in questione mostrò a sua volta un ghigno malefico, ma a differenza del Garchomp non l'aveva fatto per il piacere di vedere soffrire lei e gli altri, e nemmeno per clemenza. Come Geysir, l'aveva fatto per vedere le reazioni del pubblico, ma non di un criminale qualsiasi. Dal lato opposto, egli aveva visto. Aveva trovato una persona, che per un motivo e per un altro per lui era molto importante. Voleva vedere la rabbia dipinta nel suo volto, voleva incitarlo fino a quando non l'avrebbe sfidato di nuovo e si sarebbe potuto riprendere la sua rivincita.
Sì: perché per quel pokémon non vi era altro nella sua testa se non quello. Ed era disposto a tutto pur di vedere tutto ciò. Avrebbe venduto l'anima al diavolo, pur di scambiare di nuovo pugni e calci contro il piccolo licantropo.
- Tu... Bastardo...
Quando riconobbe quel riso arrogante, il Riolu digrignò i denti dalla rabbia. Ryokushin Rokujo era lì, dall'altra parte della sua tribuna, ridendo in lontananza per l'ennesima provocazione lanciata al suo "rivale".
- BRWAHAHAHAH! (Mi ha notato...finalmente...)
Visibilmente contento della faccia dell'eroe di Brusilia, incrociò le braccia soddisfatto, guardandolo con aria di sfida.
- (Cosa farai adesso, Ōryugo Rukio? Non ho idea perché quella bambina si spaventi tanto per una frusta... ma ho visto come ti innervosisci ogni volta che viene colpita... Ti ricorda Amelia, vero? Vuoi salvarla, vero? Perché non lo fai? Oh, poco importa...)
Non avrebbe guardato in faccia agli angeli del paradiso, pur di far scendere in profondità le membra del Riolu.
- (Sono troppo curioso... come sarà la tua forza da veramente arrabbiato?)
Di fianco a lui stavano solo Des Pleigh e Maguichi Kazan. Il resto dei suoi scagnozzi non erano presenti con lui.
- GUARDA CHE FACCE HAHAHA! - Rise di gusto il Muk, - DAI CAPO, RILANCIA ANCORA!
- ZITTA, MELMA AMBULANTE! NON C'E' BISOGNO DI URLARE! - gli rispose il capo.
- Tsk... State urlando tutti e due... e non capisco cosa ci troviate di così elettrizzante... - commentò Kazan.
Dall'altra parte, anche il resto dei pokémon del GIK notò il team di Rokujo.
- Tse... Ancora quei buffoni... - commentò Weavile.
- Criminel! - Esclamò Shinso, - Ha rilanciato apposta solo per innervosire Riolu!
- Non ci andrò piano... la prossima volta. - disse laconico il Grovyle.
- Ohohohoh! Ke abbiamo kui? Kompetizione? Ziete dei birbanti... - disse il Malamar deliziato, - 103.000 e uno 103.000 e d-
Geysir rilancio' di cinque, facendosi aiutare dalla mano del Cofagrigus.
- Ziamo a 108.000! Zembva ke kui kualkuno zi ztia divertendo...
Alzò le spalle, come per rendersi estraneo alla faccenda e ritenersi fuori da quella questione.
- Ki zono io, povero merkante, per negare krezto ai kontribuenti?
Dopo quella frase, tirò un'altra frustata a Fennekin. Questa volta, tirò un piccolo urletto, come a trattenersi dal dolore che stava provando. Yamiscilla strizzò l'occhio indispettito: per qualche motivo, non aveva apprezzato la piccola ribellione della volpina. Si avvicinò, bisbigliandole all'orecchio.
- Lo zo ke fa male... - disse, - ma ztai facendo kontro la tua salute. Ze ti trattieni, loro non vedranno l'ora ke io ti frusti più forte fino a farti urlare di nuovo e ancora più forte. Kuezti zono i tipi di Kodamon qua dentro...
La Fennekin non rispose: guardò terrorizzata negli occhi il dottore.
- Non mi interezza che tu lo fazzia o meno... zicuramente creerà una reazione più forte. Ma vuoi davvero ke zucceda?
No. Non ne aveva intenzione. Voleva che quell'incubo finisse il più presto possibile. Aveva pensato, solo per un misero istante, che se non avesse urlato loro si sarebbero annoiati e non avrebbero più rilanciato.
- Lo sai che succede... se svieni. Vero?
Era nel loro contratto: se lei avesse perso i sensi, il dottore le avrebbe dato metà della cifra pattuita. Era una clausola fatta apposta da lui, per far durare più a lungo il suo topo da laboratorio. Si era già pentita della sua decisione. Ma davanti a quella ipotesi posta dal Yamachi, si rese conto dell'incredibile errore che aveva fatto. Chiuse gli occhi, stendendosi ancora di più sulla lastra di legno, facendo capire al dottore che era pronta. Un sorriso e degli occhi chiusi si manifestarono sul suo volto.
- Finké kapisci...
La frustò di nuovo. Ella non si trattenne: il suo grido disperato risuonò per tutte le tribune, facendo tremare i più impressionabili e facendo ghignare i Kodamon con gli animi più rancidi.
Divenne una questione di sfida tra i due furfanti: come in un'escalation, fecero rialzi su rialzi, fregandosene del premio e facendo appositamente per far risuonare quei cori infernali per tutto il teatro, facendo andare di mezzo sempre e solo la poveretta.
Rukio guardava lo spettacolo soffrendo insieme a lei, cominciando a graffiarsi le mani per i pugni troppo stretti, per aiutarsi a trattenere. Ma era più forte di lui: quando gli esploratori videro che stava puntando i piedi sulla gradinata per saltare, i due compagni Kenji e Shinso lo bloccarono di nuovo, facendosi aiutare anche da Drapion.
- La prego, per tutti i Wailmer! Mantenga la calma!
- Sono arrabbiato quanto te! - disse lo spadaccino, - ma devi rimanere calmo!
- FATE IN MODO DI TENERMI BEN SALDO! - Gridò Rukio, - USATE LA VOSTRA VITA SE NECESSARIO! PERCHE' SE SCENDO DA QUI IO GIURO CHE LO AMMAZZO!
Il sovrano dietro di lui rimase in silenzio ad osservare il suo piccolo amico senza proferire parola.
- BRUTTO RATTO IDIOTA!
La felina ricoprì il suo braccio sinistro con un Nottesferza, scendendo dal suo posto e assestandolo sulla pancia del Riolu. Fu così forte che per un attimo i muscoli contratti dalla rabbia si lasciarono andare.
- Se ti butti lì non farai altro che metterci nei guai! - disse, - L'hai sentito: è sua dipendente, ed è consenziente! Se intervieni, sia lei che tu ne subirete le conseguenze!
L'eroe di Borgo Quieto cominciò a respirare con la bocca aperta affannato: il colpo era stato tale che gli aveva bloccato un attimo il respiro.
- Non possiamo nemmeno permetterci di fare un rilancio: la quota è troppo alta, non riusciremo comunque a salvarla con i nostri soldi! Gli faremo guadagnare solo una frustata in più al massimo! Devi restare calmo e aspettare! Non puoi fare altro!
- MALEDIZIONEEEEEEEE!!
Il Riolu sbatté i pugni sulle sue ginocchia. Il suo corpo smise di infuocarsi, ma si sentì tremare. Chiuse gli occhi, cercando di allentare la presa delle sue gengive dal desiderio di intervenire.
- I-io non... n-non posso... non c'è la faccio...
Il Frogadier lo guardò apprensivo, sentendo quasi su di lui la tristezza che stava provando il capitano del team Skyriders.
Nel mentre che il team discuteva e cercava di calmare il Riolu, Geysir e Rokujo continuarono a rilanciare. Quando il Malamar arrivò alla quota 115.000 Koda, il Garchomp decise di rilanciare più alto, perché secondo lui quella contesa sarebbe durata anche fin troppo. Non poteva intervenire direttamente sul Machamp, perché era troppo lontano, quindi era costretto a prendersi la verga con la pura forza del denaro. Il rilancio divenne da colpi di 1.000 a colpi di 20.000, sotto consenso del dottore. Arrivarono dopo un lungo ed infinito botta e risposta alla quota 375.000 Koda. A causa dell'enorme dolore che stava patendo, la Fennekin era sul punto di collassare quando stava per ricevere la tredicesima frustata.
Il pokémon Emanazione era con i nervi a pezzi: la sua disperazione era ben visibile a chiunque nella sala. In particolare, molti si erano girati al suo urlo disperato, tentennando nel loro cuore macchiato dai sensi di colpa. Non vi era discussione sul fatto che la maggior parte di loro aveva motivazioni per nascondersi e per fuggire alla giustizia: ne avevano fatte di cotte e di crude, forse si potevano persino avvicinare a quello che stava succedendo alla Fennekin.
Ma vedendolo in quello stato, vedendo la sofferenza di un cuore ancora puro nei confronti di un innocente, l'ultimo cancello che bloccava la loro voglia di intervenire si ruppe con un boato assordante, manifestandosi in un coro di rivolta.
- LO STAI VEDENDO QUEL RIOLU? FERMA QUESTA FOLLIA!
- NON HO PAGATO PER QUESTO!
- LIBERA QUELLA FENNEKIN!
- NON HAI NEANCHE UN BRICIOLO D'ORGOGLIO O DI DECENZA? SEI DAVVERO UNA FECCIA!
- SEI UNA VERGOGNA!
Tuttavia, invece di mostrare preoccupazione per l'odio dimostrato, rise tra sé e sé, inarcando gli occhi in alto dalla gioia.
- (Oh? Zembra ke ziamo arrivati al punto di krollo.)
Un ghigno si mostrò sotto i suoi tentacoli. La mente del dottore fece ballare la nuvola oscura che vi era al suo interno.
- (Tutto zekondo i piani. Ankora un po' e kollazzeranno. Tutti kuezti plebei zono kozì facili da fave inkazzare... )
Strinse la verga tra i suoi tentacoli, tirandola il più possibile. Lo schiocco che ne derivò fece zittire di nuovo gli spettatori.
- (E' ora di dare il kolpo di grazia!)
Alzò più in alto possibile la verga, pronto ad infliggere l'ultimo schiocco che avrebbe fatto lanciare l'ultimo grido della piccola vittima e avrebbe distrutto irrimediabilmente l'ultimo briciolo di controllo degli spettatori.
- MI ZPIACE TANTO KE LO ZPETTAKOLO NON ZIA GRADITO! - disse urlando a squarciagola, - MA HO DETTO KE FARO' KOZI 'E NON MI RIMANGERO' LA PAROLA! KIIIIAAH!
Era finita: probabilmente quella frustata sarebbe stata anche l'ultima, prima che la Fennekin svenisse dal dolore. Oltre a non ricevere abbastanza soldi per le cure del padre, non si sarebbe mai più ripresa da quello shock. Legata e torturata davanti ad un'audience che in parte, pur di rispettare le regole e non finire in prigione, non avrebbe alzato un dito, e in parte che godeva nel vederla soffrire come animali davanti al loro pranzo.
Ma non poteva dargliene una colpa. E come avrebbero potuto farlo? Dopotutto, era lei che aveva dato il consenso. Due mesi: questo era il tempo che rimaneva a suo padre, vittima di una malattia rara che colpiva i viaggiatori erranti come lui, senza una casa. Nessuno era disposto a fargli una terapia: l'unico modo per guarirlo era un trattamento che sarebbe dovuto durare un mese, dove il dottore avrebbe dovuto occuparsi di lui ventiquattro ore su ventiquattro, somministrandogli una medicina ad ogni ora.
I soldi erano la sua unica soluzione, ed era pronta a tutto pur di salvare l'unico essere al mondo rimasto nella sua vita: avrebbe preferito morire piuttosto che rimanere sola ed indifesa. Così aveva deciso, il giorno che aveva firmato il contratto del dottore.
Eppure, nel suo cuore rimbombavano parole diverse da quello che voleva fare. Non erano "mi dispiace padre", "ce l'ho fatta padre", "ti voglio bene, padre". In quel momento, il suo pensiero fu occupato come il suono un tamburo da un solo verbo: "SALVATEMI"!
- PRENDI KUEZTO!
La verga calò implacabile verso il basso, mirando verso la testa della piccola ed indifesa Fennekin. Tuttavia, invece di finire su di essa, la frusta viola si fermò a mezz'aria, come se avesse perduto la sua forza, e come un filo d'erba che aveva perso la sua energia vitale si abbassò al suolo, mancando il bersaglio e facendo un suono completamente inesistente. Il pubblico si era fermato, come se si fossero appena sdraiati sul letto dopo una giornata pesante, ma allo stesso tempo non riconoscendo il letto come reale, come se fossero all'interno di un sogno.
E la stessa sensazione aveva colpito il dottore. Lo stesso sinistro dottore che, incredulo, alzò lo sguardo verso le tribune, cercando quella voce che aveva sovrastato il suono della frusta, e che, visto l'incredibilità della parola pronunciata, lo aveva distratto e fatto perdere la forza nell'atto di violenza.
Chi aveva pronunciato quel verbo, era rimasto fino a quel momento in silenzio, impassibile e inascoltabile, in silenzio osservatore di fronte al calvario che stava avvenendo. Quel luogo di scena e di follia si tramutò in un solo istante in una fredda e marmorea necropoli, perché davanti a quella parola né il dottore né le Lopunny rimasero indifferenti.
- Koza? - disse disorientato il Malamar.
Scosse la testa, rifiutandosi di credere alle parole pronunciate.
- Dovete zkuzarmi... nonoztante la mia frizzantezza, ho un età non trazkurabile...
Stese il tentacolo vicino a quello che poteva essere il luogo da dove poteva ascoltare.
- Kiunkue abbia parlato, può ezzere kozì zentile da ripeterlo?
E colui che aveva parlato, concesse questa cortesia.
- Certamente. Ho detto A-l-l-i-n.
Due semplici parole: All-in. Il massimo rilancio possibile, che corrispondeva alla puntata più alta disponibile da chi l'aveva pronunciata. La cifra era arrivata alla ridicola somma di 375.000 Koda: chiunque avesse detto questa frase in quel momento, doveva essere fuori di senno. Questa era la motivazione dietro la sorpresa di tutti i presenti.
Quell'alito di vento, quel tifone che si era abbattuto su di loro, proveniva dal gruppo di Rukio: un Cacturne con un mantello nero come la pece era lì, in piedi dietro al piccolo licantropo, con al suo fianco un Dragonite con un drappo della medesima fattura, anche esso in piedi, con gli occhi chiusi in segno di approvazione. Tutti nella sala si girarono verso la misteriosa figura.
- A-ALL-IN?
- COSA??
- E' IMPAZZITO?
Anche Rokujo e Geysir non poterono fare a meno di stupirsi da tale proposta. Tuttavia non fecero notare, limitandosi a rivolgere uno sguardo intimidatorio verso il gruppetto.
- OHOHOHOHOHOH! MA KOZA E' KUEZTO!??!!
Nell'eccitazione del momento, il dottore si dimenticò di riprendere la tredicesima frustata e colse l'attimo per continuare lo spettacolo in grande stile.
- KOLPO DI ZENA! UN KONTENDENTE ZKONOZIUTO HA DIKIARATO UN ALL-IN! IL PRIMO DI KUEST'AZTA! FATE UN APPLAUZO AL ZIGNORE IN PIEDI NELLA FILA ZETTE!
Nonostante l'appello, nessuno applaudì, per colpa dell'atmosfera cupa creata.
- (Tzk! Guaztafezte... ) - pensò irritato il Malamar. - ZIGNORI CHE AVETE KOMBATTUTO FINO AD ORA! DIKIARATE IL VOZTRO MAZZIMO! KI AVRA' LA CIFRA PIU' ALTA SI AGGIUDIKERA' LA VERGA!
I due contendenti di prima si guardarono negli occhi spavaldi, accettando con piacere la sfida. Il primo a dichiararsi fu Rokujo.
- 700.000 Koda! - disse ghignando rivolgendosi al Garchomp.
I Pokémon lo squadrarono irritati: si stupirono di come tale energumeno tutto muscoli possedesse tra le mani tale cifra.
Geysir però non si scompose. A rispondere, fu per lui il suo scagnozzo Nidoking.
- GRAAAHAHAHAH! 700.000?!?! - gridò con una grassa risata, - TI HANNO FATTO PURE ENTRARE?!?!
- COME TI PERMETTI, RINOCERONTE MACCHIATO!!
Poi puntò lo sguardo verso il Garchomp.
- EHI, SQUALO DEFORME! DICHIARA LA TUA QUOTA SE NE HAI IL CORAGGIO!
Geysir fece una fumata dal suo sigaro, aprendo gli occhi verso il Machamp. Era visibilmente irritato dalla mancanza di rispetto fatta dal pokémon Megaforza.
- Ragazzino... Dovresti scegliere con molta attenzione le tue parole. E quando scendi in campo... dovresti avere qualcosa di più. Ecco perché il mio subordinato sta ridendo di te... e io ti vorrei uccidere.
Rokujo non fu affatto spaventato dalla minaccia del Garchomp, ma ogni altra persona all'interno del teatro la sentì addosso come sua.
- La seconda volta che mi mancherai di rispetto ti squarterò a metà. O oggi... o domani.
Dopodiché, si rivolse al suo secondo subordinato.
- Kofaggrå (*). Apriti.
Il pokémon Bara, sotto ordine del capo, aprì il suo corpo a sarcofago. Esso rivelò al suo interno un malloppo di lingotti d'oro tutti impilati, probabilmente raccolti con metodi poco ortodossi.
- La mia cifra di all-in... è tre milioni di Koda.
I spettatori rimasero a bocca aperta. Era chiaro che il pokèmon Megaforza aveva automaticamente perso su larga scala. Nel preciso istante in cui si rese conto di ciò digrignò i denti dalla rabbia.
- B-BRUTTO...
Il Garchomp rise sghignazzando, mostrando i suoi denti da squalo della malavita con orgoglio.
- P-PARBLEU! COME E' ANCHE POSSIBILE SUPERARE QUELLA CIFRA!?
Mentre Shinso si scandalizzò, Nebra I rimase impassibile, non muovendosi di una virgola.
- Ehi, che ti prende, puntaspilli? - Disse guardando verso il Cacturne, - sorpreso? Spero che adesso non ti ritirerai nella vergogna. E' troppo facile spararla grossa e poi fuggire...
Fece un'altra fumata, girando il suo sigaro tra i denti.
- Impara la lezione... con Beinknuser Geysir non si scherza. Se vuoi... potremo provare il mio nuovo acquisto sulla tua pelle, per ricordartelo. GRAHAHAH!
Gli scagnozzi ghignarono insieme a lui, sotto il silenzio della sala.
- Che spazzatura.
Sottovoce, il pokémon dietro la fila di Rukio si lasciò scappare un commento che gli arrivò dal profondo, così nero che per un attimo un brivido freddo graffiò le schiene degli esploratori. Il Garchomp notò il movimento delle sue labbra, non capendo però il messaggio.
- Eh? Hai detto qualcosa? Non ti sento da qui.
Ci fu un momento di silenzio: lo sguardo degli spettatori rimase tutto puntato sul pokémon misterioso. Come a non mostrarsi peggio di lui, fece come se quella parola non fosse mai uscita dalle sue labbra.
- Niente. Sei una persona divertente, tutto qui! - Disse sorridendo.
Il Garchomp perse il sorriso e corrucciò lo sguardo. Lo riteneva al di sotto di lui, ma per qualche strana ragione quel commento ironico lo mise in guardia.
- La mia cifra di All-In è...
Il velo si mosse come colpito da una folata di vento, danzando sotto quelle tombe e cimiteri spogli. La figura del Cacturne cominciò a sbiadire come se fosse un foglio di carta, sparendo nell'aria come il fumo di una candela. Al suo posto, dei capelli rosso sangue si liberarono nei sospiri come dotati di vita propria, illuminandosi delle luci della ribalta che lo avevano accolto come il suo vero attore principale. Divenne più alto: mostrò delle piccole zanne bianche e delle unghie color sangue, ed un folto pelo nero e lucente, di cui non si riusciva a capire se fosse il pelo di una creatura o un completo della più raffinata seta. Non servirono altre parole o gesti; non servirono altri commenti spogli e infantili. Gli spettatori e il Garchomp riconobbero subito il regal sovrano, impallidendo prima ancora di sentire la cifra come cadaveri abbracciati dalla morte.
- Dieci miliardi, seicento milioni e cinquecento mila Koda!
(Ost yugioh sareshi 封印されし奇跡)
https://youtu.be/Ko7Xqz9zJyM
Era davanti a loro: colui che rappresentava la più alta carica esistente in quel continente, con quei piccoli occhi azzurri che avrebbero potuto sbatterti in faccia la differenza del dono della vita, facendoti stramazzare al suolo dalla vergogna. Il Chowa-ō della Terra della Sabbia: il sultano Nebra I.
Per un attimo rimase sorpreso, ma il Garchomp riprese immediatamente la sua fredda calma, intrigato da quell'inaspettato evento.
- Oh? Che sorpresa... - iniziò spavaldo, - niente di meno che sua maestà Nebr-
- Zitto.
Il tono uscito dalle labbra del sovrano fu talmente fermo e sentenzioso che cancellò completamente ogni bisbiglio e vociferare di stupore all'interno del teatro. Fu così fuori posto da quelli che lo conoscevano che si sentirono congelare.
Il Garchomp stava per rispondere. Non avrebbe mai concesso tale mancanza di rispetto. Ma cambiò immediatamente idea, quando guardò quello Zoroark negli occhi. Quegli occhi azzurri non mostravano pupille: era come se non lo stessero guardando nemmeno, e già lo avessero dato morto. Per la prima volta nella sua vita, egli si sentì intimidito da un'altra persona.
Senza dire altro, il sovrano procedette verso di lui. Il volto era cattivo e rabbioso: i suoi occhi erano chiusi in un'espressione infida e maledetta, da far accapponare la pelle. L'aura che emanava non era quella del solito allegro sovrano: con quegli otto metri di Meisoku nero tutti i presenti in sala si sentirono come se un demone fatto di ombra stesse strangolando le loro gole.
- Non mi sembra di averti concesso alcuna confidenza, - continuò il Mutevolpe, a distanza di cinque metri dal pokémon drago. - affinché tu possa permetterti di chiamarmi con il mio nome. Spazzatura come te, dovrebbe inginocchiarsi e chiedere perdono, invece di permettersi di nominarmi con quel letame di bocca che ti ritrovi.
I pokémon lì vicino, esploratori compresi, rimasero a bocca aperta dal fiele che scese dalle labbra del sovrano. L'amichevole e benvoluto Zoroark sembrava aver abbandonato quel corpo volpino, lasciato in concessione ad un imperatore duro e spietato.
- Non meriteresti neanche di chiamarmi sua maestà, per quello che me ne importi. Spero che tu ti sia divertito a vedere soffrire quell'innocente. - disse, fulminandolo con lo sguardo.
Il Garchomp non mutò la sua espressione, continuando ad osservarlo con aria irritata.
- Se vuoi il mio parere, i tuoi standard di divertimento hanno la stessa qualità degli escrementi di un Grimer.
- E-EHI! - Disse Des Pleigh sentendosi chiamato in causa, ma il capo gli fece cenno di non intromettersi, se non voleva finire nei guai.
- Sono veramente indignato, davanti al tuo disgustoso comportamento. Il solo pensiero di quello che hai fatto mi fa vomitare. Tuttavia... per quanto tu mi faccia schifo, non sei da ritenere responsabile di tutto ciò.
Lo Zoroark continuò a scendere per le scale, arrivando a tre tribune di distanza dal palco. Qui si fermò, facendo un respiro profondo.
- Nonostante tutto, hai fatto tutto conformemente alle regole. Quello da ritenere responsabile... - disse voltandosi verso il dottore, - quello da ritenere la causa di questo...
Yamiscilla non si aspettava di trovarsi nel suo teatro la regale figura. Per quanto aveva pensato bene al suo piano, quella variabile non l'aveva messa minimamente in conto. Nebra I aveva sempre assistito al suo spettacolo, ma non si era mai mostrato. Quel Cacturne, per lui, era un cliente affezionato, quindi non gli aveva mai dato peso. In quel momento, ogni pensiero sul suo piano sparì nel vuoto, lasciando posto alla sorpresa e al terrore che provava nei confronti della volpe dalla chioma rossa. Era talmente spaventato di aver mostrato quello al sovrano che il suo atteggiamento irriverente divenne mite a livelli imbarazzanti. Quando salì sul palco, temendo la sua furia, si prostrò sul pavimento.
- K-KIEDO PER-
- Sono io.
Il Dottore si fermò con i tentacoli anteriori a due centimetri dal suolo, per poi rivolgere il suo viso al sovrano.
Ancora una volta, il silenzio riconquistò quella terra maledetta, lasciando tutti a bocca aperta. Nessuno di loro osò più intromettersi nell'orazione del pokémon Illusione, tra l'imprevedibilità del filo del discorso e la sua aura diabolica. Venne raggiunto dal suo visir, che, una volta arrivato sul palco, si tolse anche lui il mantello, rivelando la sua vera figura.
- Se c'è un vero colpevole per tutto questo, sono solo io. Ho creato io il Kokukatsu no Shū e le relative regole, permettendo e chiudendo un occhio su molte cose. Era inevitabile che prima o poi avremo assistito ad uno scenario come questo.
Vi era l'assoluta verità in quelle parole.
- Ho aspettato prima di intervenire perché... avevo paura, lo ammetto. Non è consono ad un sovrano avere dei ripensamenti sui suoi metodi. Non lo è mai stato. Se avessi deciso di intervenire, probabilmente avrei messo in discussione la mia regalità. Questo pensavo. Tuttavia...
Si incamminò verso Yamiscilla.
- E' difficile rimanere in silenzio davanti alle grida di dolore di questa piccola vittima, e le grida strazianti di questi spettatori. Sarebbe stato un grave errore rimanere ancora in silenzio. Dovrei scusarmi con voi, per aver permesso tutto ciò, ma prima ancora...
Qui, mise in pausa il suo discorso. Andò incontro al Malamar, seguito dal suo Visir. Lo scienziato era visibilmente nervoso, complice il fatto che si aspettasse una punizione da parte di Nebra I per il suo operato.
Cercò di rimanere impassibile e di non screditare la sua stessa figura più di quello che non aveva già fatto, nascondendo la verga per evitare di far innervosire lo Zoroark più del dovuto. Tuttavia, quest'ultimo si mise accanto alla povera volpe, con sguardo di rimprovero verso sé stesso.
- Devo chiedere scusa a te, piccola Fennekin, - disse poggiandoli una mano sulla testa.
Lei rispose guardandolo con sguardo supplichevole, fiatando con le ultime forze che le erano rimaste per rimanere cosciente ciò che stava urlando per tutto quel tempo dal suo cuore.
- S...al...mi...
Nebra I la accarezzò delicatamente sulla testa, come per chiedere silenziosamente perdono.
- Se avessi agito prima, probabilmente non saresti in questo stato...
Continuò ad accarezzarla, per dirgli poi sottovoce "va tutto bene adesso". Delle lacrime scesero dal volto della vittima, in segno di grazie. Il team Skyriders e il team AWD scoppiarono a piangere davanti a quella scena, come se il loro cuore volesse uscire dalla loro gola.
- CRAAAAAA! SONO COSI' SOLLEVATOOOO! CRAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!
- Ehi ehi: datti un po' di contegno, - gli intimò il Legnogeco.
- BRWUWUWUWUWUWUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUHHH!!!!!!!
- ANCHE TU, DRAPION?!
Quello più felice era Rukio, che si lasciò andare in un lungo sospiro di sollievo.
- E'... Finita...
Sotto la contentezza e la felicità degli spettatori, la pokémon Volpe svenne: la tensione del momento e la sensazione di essere al sicuro, la fecero abbandonare al caldo abbraccio del sonno, lasciando il resto nelle mani del sultano. Dopo averla liberata dalle catene, la sollevò in braccio, cullandola con sé. Il Malamar non osò obiettare: anche se era una sua dipendente legittima e il sovrano stava andando sopra la legge, non aveva alcuna intenzione di interferire.
Il sultano chiese a Noir III di consegnargli ciò che c'era nella tasca destra interna del mantello. Nonostante riconobbe l'oggetto e fosse ben conscio della sua solenne importanza, il Dusknoir lo consegnò al suo padrone senza proferire parola, rispettando la sua decisione.
- Questa collana ha più valore dei Koda che ho dichiarato.
Era una collana di oro puro, ornata di rubini e diamanti neri.
- Appartiene alla mia famiglia da generazioni. E' unica nel suo genere, e in un certo senso è anche il mio simbolo di potere, ma non mi importa di darla via per lei. Se mi consegnerai lo strumento ora assieme alla piccoletta, te la darò senza se e senza ma.
Riconoscendo quella collana, gli spettatori tremarono.
- COSA??
-NON SARA' MICA... STA DANDO VIA ISIDE??
Era uno dei simboli del sovrano: la collana Iside. Si diceva che quel gioiello fosse tenuta gelosamente da una regina dell'antico periodo, e che fosse stata levigata e affilata dalle sue lacrime di dolore per la partenza del suo amato. Il valore andava anche oltre il denaro stesso.
Il dottore era indeciso: il dolore della Fennekin era un punto cruciale per la buona riuscita del suo piano. Sebbene fosse svenuta, avrebbe potuto tranquillamente svegliarla con un altro dei suoi oggetti: non c'era bisogno di ricorrere ad altro. Un gesto del genere avrebbe ristabilito il morale degli spettatori, rendendoli sereni. Non poteva farlo: non sarebbe potuto arrivare altrimenti alla fase finale.
Però, davanti a lui, in quel momento, c'era un problema più grande: un sovrano prossimo all'ira funesta, di cui il dottore ne avrebbe dovuto subirne l'esplosione. Non sapeva come avrebbe potuto reagire: non era la sua regalità a spaventarlo, ma le voci che si portava dietro, come il fatto che avesse debellato con l'aiuto delle sue guardie tutti i criminali della Terra della Sabbia.
Farlo arrabbiare voleva dire avere a che fare con un incognita incontrollabile, la peggior minaccia per uno scienziato del suo calibro.
- (Che nervi. Non immazinavo di trovarmi fazia a fazia con il sovrano.)
Chiuse gli occhi, portandosi ad una mesta rassegnazione.
- (Beh... non pozzo prevedere le inkognite zenza dati... Fortunatamente il mio zpettakolino ha piantato una ferita profonda negli zpettatori. Non zi leveranno la rabbia di dozzo tanto fazilmente. Non perdiamozi d'animo: ho ankora una carta da ziocare...)
Dopo aver pensato questo, riprese in mano il microfono.
- KUALE ANIMO NOBILE! KOME POZZO IO ZOTTRARMI A TALE KAVALLERIA? AZZETTO KON PIACERE! - Disse prendendo la collana dalle mani del sovrano, - ZIGNORI, LA MIA EX AZZIZTENTE E LA FRUZTA ZONO ZTATI AZZIUDIKATI DAL NOZTRO ZOVRANO NEBRA I! UN APPLAUZO A KUEZTO EROE!
Di tutta risposta, il sovrano distolse lo sguardo in segno di disgusto, facendo movimenti con la bocca come se fosse intenzionato a sputare. Aveva capito che voleva liquidarlo il prima possibile, ma non fece niente per controbattere, complice il fatto che volesse togliere la piccola da quello spettacolo più presto che poteva.
Per fortuna, non ebbe modo di abbassarsi a tale atto plebeo: quasi tutti i pokémon della sala misero momentaneamente la rabbia da parte per celebrare nel modo più consono la sua buona azione, buttandolo in un mare di applausi sinceri.
- CRAAAAAAAAAAA!! CHE CUORE NOBILEEEEEE!!!
- Giuro che se non la finisci di piangere ti mollo qui e me ve vado! - disse lo Spadaccino.
- EXCUSE MOI?!?! NON HAI NEANCHE UN PO' DI SENSIBILITA'?!?!
- (Porca miseria... come rovinare un bel momento...)
Navigando in quel suono, procedette di nuovo verso gli spalti, intenzionato a tornare al suo posto, con in braccio la Fennekin e con dietro il suo Visir, fedele come un segugio.
Ad attendergli tuttavia ai piedi delle scale vi erano Geysir e i suoi scagnozzi, con un'aria irritata ed in cerca di scontro. Uno spettacolo rovinato, e della mancanza di rispetto nei suo confronti: una combinazione che avrebbe garantito a chiunque la vendetta del pokémon Mach.
- Ho urgenza di passare, - fece il sovrano, con un tono falsamente cordiale, - sarebbe così gentile da liberare il passaggio?
Il drago non si mosse di un centimetro. Il sigaro che stava fumando, un Ray Q della Terra del Vento, riempì di fumo la distanza che li separava. Il boss malavitoso continuava a dilaniarlo con lo sguardo, con quel misto di pericolosità e serietà che avrebbe messo terrore anche se non ne avesse avuto.
Diede un ultimo tiro prima di parlare, gettando l'oggetto fumato a metà ai suoi piedi, calpestandolo come se fosse feccia.
- Ci sono poche cose che non sopporto a questo mondo. Nonostante il mio regno mi impone di diffondere paura per rispetto... posso essere molto magnanimo. Ci sono tuttavia piccole quisquiglie che alla sola vista o solo accenno... mi urtano il sistema nervoso.
Alzò la testa, fucilando con degli occhi taglienti.
- Tra queste... vi sono l'eroismo e il ficcanasare nei fatti altrui. E, in questo, le devo fare i miei sinceri complimenti. In una sola mossa è riuscito a fare tutte e due.
Lo Zoroark capì l'antifona senza troppe traduzioni. Di tutta risposta, si abbassò e prese dal pavimento il sigaro appena gettato, guardandolo come se volesse analizzarlo davvero.
- Uhm... capisco...
Si rivolse poi a lui, rimanendo serio.
- Sono spiacente per i problemi che ha trovato, - disse facendo uno sguardo severo, - penso che ognuno abbia i suoi. Se dovessi fare un esempio io, a me non piacciono i Kodamon che si credono un gradino sopra solo perché possono permettersi di buttare un sigaro da 200.000 Koda e calpestarlo, mentre ci sono ancora individui che vivono nei dungeon lottando per il loro territorio o piccoli vagabondi in cerca di fortuna, come questa piccoletta. Sono un privilegiato, ma ben consapevole di esserlo.
Sul suo volto, poi si mostrò un sorriso beffardo. La confidenza con cui non mostrava paura di fronte ad un boss della malavita era agghiacciante persino per gli scagnozzi del Beinknuser.
- E poi... Siamo sinceri! Lei fuma veramente un marchio scadente! Niente a che vedere con i Vol C: quelli sì che sono di una qualità oltre-plebe! Dovreste provarli, sai? Tanto mi sembra di capire che lei si dia già abbastanza arie: uno spiffero di vento in più non ti guasterebbe. Magari potrebbe anche renderla più presentabile: oltre che alla faccia di m*rda, ha anche dei gusti del c**zo.
Gli insulti finali risultarono così fuori dal coro con il tono cortese che aveva instaurato che furono presi tutti e tre in contro-piede, così come gli spettatori sugli spalti. Ai loro occhi, sembrava che Nebra I stesse firmando una sentenza di morte.
- Sua maestà... - spifferò il Visir dietro di lui.
- Troppo infantile?
- Già...
Il Garchomp non poteva permettere un affronto come quello. Al diavolo le regole: non sarebbe uscito da lì senza la pelle del sovrano.
- GRAHAHAHAH! - rise sguaiatamente, - E' un vero peccato! Ha un bel senso dell'umorismo, lo devo riconoscere! Mi sarebbe piaciuto diventare amici invece di questo! Sa che le dico?
Rilasciò un Meisoku Nero pece per dieci metri, ottenebrando per un attimo la visuale del sovrano.
- E' quasi un peccato doverle tagliare la testa...
Il suo artiglio destro brillò di una luce verde, illuminando un ghigno malefico sul suo volto.
- DRAGARTIGLI!
Geysir si lanciò all'attacco contro il sovrano con una velocità repentina. Il pokémon Mutevolpe non avrebbe fatto in tempo ad attivare un'eventuale Protezione. Invece di reagire attaccando, il sovrano strinse a sé la piccola, per proteggerla con il suo corpo. Per poter competere con la sua potenza, Nebra I avrebbe dovuto mettere a repentaglio l'incolumità della piccoletta che teneva in braccio, rendendo i suoi sforzi vani per liberarla dallo shock della tortura.
L'attacco del dragone sarebbe andato a segno danneggiando la regale pelle davanti a tutti gli spettatori, privando Bazaropoli del suo sindaco e sovrano.
Successivamente, invece di colpire il bersaglio, il Garchomp saltò in aria, deviando in volo verso la tribuna alla sua destra, cadendo sul pavimento e spaccandone una parte. Aveva mancato il bersaglio, andando a sbattere la testa sul terreno.
- B-BOSS! - Gridarono in coro il Cofagrigus e il Nidoking, sorpresi quanto gli spettatori dell'improvvisa deviazione del loro capo.
- Ma che...
- Che è successo? E' scivolato?!
Il Garchomp si rialzò lentamente, tenendosi la testa.
- M-ma che è successo? - Si chiese Drapion, - come diavolo ha fatto a mancarlo?
- N-non l'ha mancato...
Il commento venne dalla Schiumorana. Per qualche strana ragione era terrorizzata.
- Cosa vorresti dire? - Disse lo Scorpiaccio.
- Non l'hai visto, insettaccio? - Disse Kenji, anche esso guardando verso il pavimento, - osserva meglio.
Anche il piccolo licantropo stava guardando verso lo stesso punto con terrore. Così come il Garchomp.
- Chi è stato...
Tutti e quattro avevano visto la stessa cosa: un'azione esterna aveva fatto. Il movimento era stato impercettibile, ma non così rapido da non lasciare traccia. Aveva ragione: non era per niente scivolato. Qualcosa lo aveva afferrato per le caviglie, lanciandolo in aria e sbattendolo di nuovo al suolo con forza, attaccandolo.
- CHI E' STATO A FARMI QUEST-
Rivolgendo di nuovo lo sguardo verso i suoi nemici, la fiamma della rabbia svanì, lasciando spazio ad un bianco cadaverico che lo lasciò a bocca aperta. Questa, per i secondi successivi, si allargò lentamente, trascinando con sé le palpebre e le guance, tremando in ogni movimento.
Davanti al suo viso terrorizzato, qualcosa di ignoto, qualcosa di pericoloso, qualcosa di terrificante si ergeva al suo misero cospetto. In tutta la sua vita trascorsa nella criminalità organizzata, non avrebbe mai potuto immaginare tale mostruosità.
A causa dell'illuminazione particolare del teatro, non era possibile notarlo a prima vista, se non alzando lo sguardo al cielo come aveva fatto lui.
- B-boss, tutto bene? Cosa stai...
Quando gli scagnozzi si girarono verso l'oggetto dello sguardo del pokémon Mach, anche loro sbiancarono, cadendo a terra dal terrore e urlando come due bambini in una casa di fantasmi.
- AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHH!
(Ost tokyo ghoul tanz)
https://youtu.be/AL1LFwSqEd0
L'urlo attirò l'attenzione di tutti presenti in sala, che con sguardo interrogatorio setacciarono l'intera arena in cerca di una risposta. Tuttavia, solamente in un punto particolare era possibile notare qualcosa, a causa della consistenza sinistra di quell'essere, simile a quella di un vischioso fumo nero. Quando riuscirono a trovare il punto esatto, in cui gli occhi brillavano di una luce ambrata, tutti i presenti si alzarono in piedi spaventati.
- M-A M-A M-A M-A M-A M-A CHE-
- COSA C***O E' QUELLO?!?!?
L'oscura figura riuscì persino ad impressionare i membri del GIK. Soprattutto il team Skyriders che, reduce dal combattimento con Slade, non poterono fare a meno di tremare come alberi investiti da un tornado.
- CRAAAAAAAAAA! COS'E' QUELLO?!!?!?
- Ehi ehi, stiamo scherzando?!? - Disse il Legnogeco.
- (N-non è possibile...) - pensò Rukio
Anche Rokujo, colui che non si faceva impaurire da nulla, rimase a bocca aperta in silenzio quando notò quegli occhi blu-elettrico come zaffiri e quella bocca blu scuro come una notte senza luna. Yamiscilla, invece, ebbe una reazione più esplicita.
- KRASS! DAS IST BESCHEUERT! (*)
Dietro il sovrano si ergeva una figura oscura fatta di pura ombra, la cui consistenza risultava trasparente, fino a quando i presenti non riuscirono a distinguerne i contorni.
Il corpo era gracile, per una statura di dodici metri in altezza e due in larghezza, diviso in nove sezioni senza contare la testa. Le otto braccia che si stendevano da quello, lunghe sette metri, aveva degli arti differenti per ogni paio, rendendo la figura ancora più scandalosa di quanto non lo fosse già. Dal più alto a quello più basso, il primo era costituito da mani a quattro dita dalle punte morbide, il secondo da due falci simili a quelle di uno Scyther, il terzo erano teste di drago simili a due Charizard, mentre infine l'ultimo paio erano due enormi tentacoli ricolmi di ventose, probabilmente gli artefici dell'attacco a Geysir. La faccia mostrava un sorriso dove si potevano intravvedere dei denti seghettati, dai quali uscì una risata inquietante.
- KREKREHKREHKREHEHEHE...
La parte inferiore del corpo del mostro era incollata al pavimento, dal quale si poteva notare il collegamento con l'ombra di colui che era alle spalle del sovrano.
- Chiedo perdono...
Il possessore di quell'enorme mostro: il Gran Visir Noir III.
- Purtroppo non mi è concesso permetterle di ferire il sovrano.
Il Dusknoir aveva le mani con il palmo rivolto verso il pavimento, dalle cui dita uscivano dei fili neri come la pece. Ad ogni movimento, una parte del corpo del mostro si muoveva in risposta, come se la terza guardia fosse un burattinaio alle prese con una gigantesca bambola d'ombra.
Dal suo corpo fuoriusciva un Meisoku tetro, che avrebbe potuto inghiottire chiunque avesse avuto la sciocca idea di avventurarsi in quella selva oscura.
Geysir fu completamente paralizzato dal terrore, accennando semplicemente a qualche verso dalla sua bocca per esprimere il suo stupore.
- A...a...
- Dovrebbe essere molto più prudente quando decide di dichiarare guerra, signor Geysir, - gli disse la terza guardia in modo molto formale, - un bravo generale sa sempre quale mossa fare e quale prevedere da parte dell'avversario, muovendosi in risposta. Visto da un altro punto di vista, è un gioco dove chi riesce ad immaginarsi le carte dell'avversario vince. Lei... non mi ha neanche rivolto il benché minimo pensiero...
Geysir affannò il respiro, quasi come se volesse rifiutarsi di respirare.
- Il re... è uno solo. E' un'entità insostituibile. La sua caduta significa la caduta dell'impero che rappresenta.
Crollarono a terra anche il Nidoking e il Cofragrigus.
- Lui... deve tenere alla sua salute, più che per sé stesso, per il bene del suo popolo. Per questo motivo, lo stesso sovrano ha assoldato un corpo scelto di nove individui, che vanno dalla sigla II alla sigla X. E queste sono le Guardie Reali. Ed in funzione di ciò, deve essere sempre prudente e cercare di rimanere in situazioni in cui si possa mantenere in vita.
I suoi scagnozzi tremavano: anche se erano scagnozzi di un boss criminale, non avevano abbastanza spina dorsale per quello.
- Non si è chiesto... perché una figura così importante come il mio sovrano, in un covo pericoloso, si sia portato solo il Gran Visir dietro, invece dell'intera scorta? L'operazione in incognito è una buona supposizione: meno Kodamon dietro rende più facile la copertura. Ma... non crede che questa sia stata una mossa troppo avventata? La risposta è semplice...
Lo squadrò dall'alto verso il basso, ponendo il suo giudizio infernale sulla testa dell'ignobile criminale.
- E' perché... io sono più che sufficiente.
Il Sovrano tirò un sospiro di sollievo, rialzandosi in piedi.
- Fiuu... Quasi mi stavo scordando di te! Tempismo perfetto, Noir!
- E' mio dovere essere sempre vigile, mio signore. - disse chinandosi, - e devo anche ringraziarla: è da un po' che non uso la mia Mad Chimera (*). E' passato tanto tempo dall'ultima volta...
- Già! - Rispose quello sorridendo, - ahhh... bei tempi...
- KREHKREHKREHKREH!
- Ah. Non vi preoccupate per la risata, - fece il Dusknoir, rivolgendosi agli spettatori, - sono io che mi diverto a farlo. La bambola non è senziente.
- (QUALE PARTE DI QUESTO E' RASSICURANTE?!?!) - Pensarono questi all'unisono.
Una volta detto quello, si avvicinò al Garchomp, portando dietro di sé la creatura in questione, muovendo appositamente le falci per incutere timore.
- Senta... Non sono un carnefice, come lo è lei. Non ho intenzione di farle del male, mi creda. Se si comporterà da persona rispettabile, come presumo lei voglia mostrarsi, lascerò correre il suo piccolo errore. Tuttavia... è necessario che la metta in guardia.
Mosse il mignolo destro. Le falci di Scyther della Mad Chimera si avvicinarono di netto al collo del Garchomp.
- Nel caso in cui attentasse ancora una volta alla vita del sovrano... mi sentirò autorizzato a farle del male, e mi creda se le dirò che, una volta che inizierò sul serio con lei, pregherà affinché metta fine alla sua vita. Se ci farà passare e ci farà tornare al nostro posto senza ulteriori capricci, lei sarà libero di andare.
Le parole esprimevano clemenza, ma il suo sguardo no: era come se lo stesse incitando a rifiutare.
- Cosa gliene pare?
Era talmente terrorizzato che la vergogna per essere stato umiliato due volte la stessa settimana era inesistente. Geysir si rialzò, come se quelle falci non esistessero, e senza rivolgersi a loro prese i suoi compagni e li spinse per fargli riprendere le proprie postazioni. Non proferì ulteriore parola: qualunque cosa avrebbe detto avrebbe peggiorato ulteriormente la situazione. Con lo stesso silenzio, Noir III fece sparire la Mad Chimera e scortò il suo sovrano alla fila 7, dove i membri del GIK lo aspettavano con ansia.
- Eh... Certo che lei è un tipo che dice solo le parole necessarie, eh? - Disse Kenji rivolgendosi al pokémon Pinza.
- Vivo per servire, e questo è quanto... Parole sprecate possono essere dannose...
- C-ome sta la piccola? - Chiese preoccupato il licantropo.
- Sta dormendo, ora. - disse il sovrano, - Stava sveglia solo perché non era al sicuro, probabilmente, o forse perché gli era stato imposto di rimanere più conscia possibile. Ora che l'abbiamo salvata, ha tutto il tempo per dormire. Quando finirà quest'asta, ci penseremo noi a riportarla a casa. Farò anche in modo che suo padre riceva le cure che gli servano, per riuscire a ripagare il mio debito...
Rukio sospirò di sollievo, supponendo la fine di quello che secondo lui era un incubo ad occhi aperti. Tuttavia, leggendo quell'azione, Weavile lo ammonì.
- Se stai pensando che sia finita, non cantare vittoria...
Rivolse il suo viso verso il palco, puntandolo verso il dottore.
- Quello... non è uno sguardo di chi si è dato per vinto.
Il Malamar, infatti, stava usando tutte le sue forze per non ridere.
- Non sappiamo quali siano le ultime sorprese di quel bastardo...
Era lì seduto a coprirsi il volto con i tentacoli: sapeva bene che l'espressione che aveva in quel momento avrebbe messo in guardia chiunque avesse una vista da guardare aldilà delle apparenze. Rukio lo sapeva bene: non era il momento di essere sollevati.
- Lo so, - gli rispose lui. - Quando gli metterò le mani addosso... farò in modo di fargliela pagare anche per questo.
Yamiscilla, rispondendo alle aspettative della felina, una volta atteso qualche minuto per calmare le acque, si rialzò in piedi, facendo un cenno con un tentacolo formando un cerchio in aria facendolo roteare come un'elica. Era un segnale: in risposta di questo, elle lasciarono il palco senza ulteriori domande.
- OHOHOHOHOH! MA CHE MISTERO MISTERIOSO, ZIGNORI E ZIGNORI! KUALE ZORPREZA ABBIAMO AVUTO KUEZT'ANNO! - Disse con il microfono in mano, - KI ZE LO ZAREBBE IMMAGINATO KE AVREMO AVUTO NIENTE DI MENO DEL ZOVRANO AD AZZIZTERE ALLA MIA AZTA!
Sembrava che la paura fosse completamente sparita dal suo volto. E come poteva? Dopotutto, aveva ancora tutto sotto controllo. Il suo piano, nonostante l'imprevisto, poteva essere ancora messo in atto.
- NON PORTEI EZZERE PIU' FELIZE DI ZIO'! DIREI CHE ORA...
La calma data dal salvataggio della piccola lasciò i presenti in uno stato a cavallo tra il vuoto e l'irremovibile, pensando che non ci potesse essere peggio di quello che avevano già sofferto con i loro occhi. Ma il dottore, il malefico saltimbanco del Teatro delle Meraviglie, doveva ancora mostrare il vero spettacolo.
- Il tempo dei zioki, finizze kui...
*******************************NOTE DELL'AUTORE*******************************
- Explaining:
- Legenda:
Criminals: criminali;
Anzan no Uroko (暗山の鳞): Scaglie della montagna oscura;
KRASS! DAS IST BESCHEUERT! : Accidenti! E' Ridicolo!
Kofaggrå: Cofagrigus in Norvegese.
Wollt ihr mich verarschen!? : Mi state prendendo in giro?
Mad Chimera: chimera pazza;
-F.A.Q.
-Curiosità:
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