Capitolo 24: lacrima asciutta
- U-urgh... B-blugh... M-merda...
- Uh? Che succede, stuzzicadente? - Chiese sorpresa la felina al Legnogeco.
- N-non ne ho idea... h-ho... BURP!
- Che schifo! - Commentò Medicham, - voi maschi non siete capaci ad avere buone maniere, vero?
- Qualcosa non va, ragazzi? - Chiese il piccolo licantropo.
- La lucertola qua dietro sta male di stomaco. Le "così salutari" Baccamorte, a quanto pare, non erano così salutari.
- Mon Dieu... qualunque cosa se mangiata in eccesso non è salutare...
- Io ne ho mangiate dieci e sto una meraviglia! - disse il Riolu.
La ranocchia lo guardò con uno sguardo inebetito.
- Tu sei una caso a parte, capitano...
- U-urgh! M-mi perdoni capitano... m-ma... BURP! ARRIVO SUBITO!
Mentre percorrevano una strada erbosa e piana, senza chiedere il permesso, il Grovyle tornò indietro, verso degli alberi alla distanza di dieci metri.
- Non lo ffffacevo uno ssssstomaco debole... ne ha mangiate solo sei...
- Tu sei un caso a parte, collega, - commentò Drapion, - ne hai mangiate quindici... riuscirai a digerirle entro domani?
- Con tutta la camminata che sssssto fffffacendo, mi sssssorprendo che non abbia di nuovo fffffame...
- E' c-colpa mia? Sono troppo pesante? - Chiese con voce timida Gardevoir.
- Lei è una piuma, ssssignorina Gardevoir!
Il piccoli licantropo si girò verso il Frogadier.
- Shinso: vai con Kenji.
- E-eh?
- Giusto per controllare non succeda niente. Non credo che riceveremo un agguato, ma non si può mai sapere.
- Mon Dieu... devo proprio?
- Sì. E Subito, - rispose il capitano, fulminandolo con lo sguardo.
- CRA! O-ok ok...
Senza discutere più con il Riolu, la Schiumorana si diresse verso l'angolino trovato dal suo compagno, camminando piano piano come la voglia che aveva di portare a termine quell'ingrato compito. Sbuffò un pochettino a metà percorso, per poi fare capolino dalla roccia dove lo spadaccino si era nascosto.
- Che... c**zo ci fai qui?
- Me l'ha detto il capitano... - disse il Frogadier, - non vuole che qualcuno di noi rimanga da solo per un attimo...
Il Grovyle incupì lo sguardo guardando verso il basso. Diede l'impressione di non essere voler visto in quell'attimo di debolezza al suo compagno.
- Non farti problemi: sopravvivrò anche se ti vedo vomitar-
Senza lasciargli finire la frase, il Legnogeco afferrò per il petto la Schiumorana, impedendogli di concludere la frase.
- COS-
Lo trascinò di colpo, per poi sbatterlo sulla roccia con violenza.
- E-ehi! Che stai-
- Cosa c**zo stai facendo tu, idiota.
Era stato preso da parte senza riguardo, ma quella frase dello spadaccino suono quanto più decisa e ferma poteva essere la parola di un amico, scombussolando il suo pensiero.
- D-di cosa stai parlando? S-stai bene? Posso capire che il non combattere da tanto tempo ti renda così nervoso, per-
- NON PRENDERMI PER IL C**O.
Ancora una volta gli mancarono le parole: rimase a bocca aperta, in cerca di una risposta.
- Lo dovresti sapere bene: non puoi mentire a me! Credi di riuscire a fregarmi? Ti ricordo che sono dieci fo****i anni che sto dietro al tuo c*lo: posso vederti attraverso come uno Staraptor nella nebbia, con Scacciabruma.
Il ninja acquatico rimase a bocca aperta, confuso più che mai dalle parole del suo compagno. Una sola cosa aveva capito, che gli diede un senso d'inquietudine: lo spadaccino aveva finto di stare male solo per avere un momento da solo con lui. Gli sembrava strano che uno stomaco di ferro come il suo avesse rischiato di avere problemi d'indigestione. Cinquanta Baccamorte erano nulla: il suo record personale era di centoventi, contato e appurato da lui stesso. Quale cosa di così importante aveva da riferirgli, al punto da fingersi debole davanti ai suoi colleghi? E il capitano? Che anche lui avesse capito che qualcosa non andava? Era questo il vero motivo per cui l'aveva mandato ad aiutare il Grovyle?
- E' da quando ci siamo incamminati da Borgo Tesoro... no, da quando siamo partiti dalla Terra dei Deserti che ti comporti così. Credi che non me ne sia accorto? Hai ricominciato a fare lo scemo. Sei ritornato lo stesso frignone della tua "maschera".
Shinso chiuse la bocca, affermando senza parlare l'intuizione del suo amico.
- Quando abbiamo mostrato il nostro Meisoku al vecchio... probabilmente lui era troppo incredulo di fronte a tutti gli altri per accorgersene, ma io l'ho notato... Tu non hai mosso un dito: ti sei nascosto dietro a Drapion senza mostrare la tua aura.
La Schiumorana non disse una parola, pietrificato davanti alle sue costatazioni.
- Adesso che ci penso... è per questo che ti sei così arrabbiato quando volevo presentarti io? Era paura, vero? C'entra qualcosa con "Mizukage"?
Al suono di quella parola, i muscoli del suo viso smisero di contrarsi, come se davanti a sé fosse caduto a terra il corpo inerme del proprio padre.
"Ridicolo." Fu quella la prima parola che passò nella testa del ninja acquatico. Era maledettamente ridicolo: davvero aveva creduto, anche per un solo secondo, che questo sarebbe sfuggito anche al suo compagno di una vita? Il ninja abbassò lo sguardo verso il suolo, mostrando un sorriso che mostrava la sua profonda tristezza.
- Eh... non ti si può nascondere niente, eh?
https://youtu.be/cFQLWVl6-ws
Lo spadaccino lasciò la presa lentamente, ponendo le sue distanze dal ninja per dargli un po' di respiro. I due rimasero in silenzio per una decina di secondi, lasciandosi cullare da uno spiffero di vento proveniente dalla loro destra.
- Conosci... quel vecchio?
Il Frogadier scosse la testa, per poi tornare a guardare il suolo.
- Magari fosse così semplice...
Si sedette sul terreno, con le ginocchia verso l'alto e le mani appoggiate sopra.
- Non è certo lui il problema...
- E allora...
- Io lo so... so perfettamente che villaggio sia, Crillaropoli...
Questa volta fu il Legnogeco a mostrare sorpresa: si poterono notare la parte alta degli occhi alzalsi leggermente, così come la sua bocca tremante.
- C-cos...
- Crillaropoli... è come ha detto la nostra guida: è un villaggio di rifugiati. Diverse specie e culture sono riunite in quel luogo...
L'espressione dello spadaccino divenne malinconica.
- Anche... i Mizukage?
La Schiumorana socchiuse gli occhi, togliendosi il sorriso dalla faccia. Il Legnogeco non poté fare a meno di strofinarsi gli occhi con la mano destra.
- Ma che c***o... perché non me l'hai detto subito?
- Naranja IV era un registratore ambulante. Non era sicuro avvisarti. E' un bene che siamo arrivati qui senza problemi: non c'è nessuno che ci possa sentire.
- Che seccatura...
Capendo che la situazione stava sfuggendo di mano, Kenji si sedette vicino al compagno, facendo un sospiro profondo.
- Questa è colpa tua, però... potevi sceglierti un altro secondo nome...
- No... non avrei mai potuto farlo. E' l'unica cosa che non voglio nascondere.
Gli occhi del ninja si assottigliarono, segno di una solenne promessa che non aveva intenzione di infrangere.
- Lo sai... Io... non voglio dimenticare. E' l'unica cosa in cui davvero sono risoluto.
- Già... purtroppo ti capisco...
Stettero in silenzio per una ventina di secondi: il ragazzo verde a guardare il cielo sconfinato, illuminato dalla gioiosa luce del sole, mentre il secondo al suolo, annerito dall'ombra che si stendeva dalla roccia. Kenji tornò con lo sguardo verso l'orizzonte.
- Vabbè... se è questo non è un problema. Eviterò di chiamarti per sbaglio per nome. Non che ti chiami molto spesso con quello...
- Non basterà.
Il Grovyle si girò verso il compagno, in cerca di risposte.
- Eh?
- E' solo una questione di tempo... non potrò più nascondermi.
- Che stai dicendo? E' impossibile che ti scoprano! Fino a che non userai quelle tecnich-
Shinso rilasciò il suo Meisoku, producendo un suono simile a quello di un ruscello di montagna. A prima vista non c'era nulla di anormale: era la solita aura azzurro cristallino, con riflessi blu come un mare soleggiato.
Tuttavia, un particolare insolito non poté sfuggire allo spadaccino: in mezzo a quell'oceano ceruleo, quasi impossibili da notare senza un occhio attento, vi si poterono scorgere delle macchie nere dalle sfumature viola.
Il Legnogeco provò un briciolo della disperazione del suo compagno, sbiancando di colpo.
- S-shinso...
Una lacrima dall'occhio destro della Schiumorana scese liquida, asciugandosi prima di arrivare alla fine della guancia, quasi come se precedentemente il ninja avesse già pianto troppo.
- E' stato inaspettato... Avevo pensato a tutto, tranne ad una possibilità del genere...
- L-le hai usato troppo? M-ma nel teatro...
- Ne ho usate solo due. Non è stato quello il mio scacco matto...
Mentre parlava, mise le mani nella Borsa dell'Esploratore, cercando per un oggetto particolare.
- Ricordi la richiesta del signor Noir? Mi aveva chiesto di decifrare un libretto nero in cui non riusciva a trovare soluzione.
- N-non ci sei riuscito anche tu, sbaglio? Cosa c'entra con...
- Nel mio villaggio natale... alle elementari, potevamo avere un quaderno segreto dove raccogliere le nostre tecniche segrete. Usavamo una di queste per renderlo indecifrabile da chiunque. Kage no Hijutsu: Ankoku no Shinzo (*). E' un sigillo d'anima che fa cambiare costantemente il testo inserito. Solo il sangue del proprietario può scogliere questo. Io... io lo usavo come diario...
Il libro nero venne estratto dalla sacca dell'avventuriero, mostrando sulla copertina dei riflessi viola scuro. La ranocchia guardò negli occhi il suo migliore amico: mostrava la disperazione nella forma più triste conosciuta.
- Q-questo... questo... è il mio diario...
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https://youtu.be/haKvi160kZ0
(Ost Bamboo village)
Un villaggio dimenticato dal tempo, nato dalla necessità di un gruppo di pokémon di fuggire, di riunirsi, di trovare un luogo che potessero chiamare casa. Col tempo si era espanso, diventando una vera e propria dimora e un punto di riferimento per chi non volesse più avere a che fare con il mondo esterno e con il proprio passato. Qualunque forestiero, però, avrebbe avuto dubbi al primo impatto su quest'ultimo punto.
- Wow...
Centosettantesimo anno del drago, ore 16. 30. Ti do il benvenuto a Crillaropoli, mio caro lettore.
La città segreta fondata da rifugiati di guerra non aveva niente da invidiare da una normale città Pokémon. Se devo dirla tutta, era l'esatto opposto: le case erano costruite di legno e avevano almeno due piani, attaccate le une con le altre come se fossero una vera e propria cittadella.
C'era solo due vie principali, ampie quattro metri, che si incontravano perpendicolarmente al centro del villaggio: il resto dello spazio che non era occupato da abitazioni o da viette erano dei comodi giardini, collegati con le case da un retro.
La maggior parte erano prati adibiti alla coltivazione, con una minoranza di semplici campetti piani. Nonostante fosse un paesino, vi si respirava un'aria fresca e rinvigorente, forte dell'enorme cratere vuoto in cui vi era rinchiuso il villaggio, vicino ad una cascata in periferia che forniva l'acqua ad esso.
Guardandolo nella totalità aveva già in sé una sorta di bellezza, ma nulla poteva mettersi a confronto con il paesaggio interno. I nostri eroi stavano camminando lungo la via principale, tra case di legno dipinte di giallo splendente e tra decorazioni di acciaio in rosso vermiglio, simili a quelli dei santuari giapponesi.
Alternate alle abitazioni vi erano delle torri rosse alte dodici metri, dalle tegole dorate, collegati da ponti in legno del medesimo colore che le collegavano in obliquo, creando una sorta di percorso alternativo a mezz'aria.
Su di esse erano appese lampade cinesi di vario colore, che avevano scritti all'esterno caratteri come "Libertà" e "Pace". Come al solito, la sciarpa del piccolo licantropo era stata dipinta d'azzurro da Shinso, onde evitare di essere riconosciuto in mezzo a tutta quella gente.
Sebbene fuori dal mondo, più volte Satoru aveva spiegato di avere disponibili le conoscenze dell'esterno, quindi non sarebbe stato improbabile pensare a tale possibilità. Riuscirono ad attraversare la folla di gente perché il mercante non era la prima volta che portava forestieri dal mondo esterno, dandogli un vantaggio e permettendosi di rilassarsi un po'.
Persi nel paesaggio idilliaco, gli esploratori non si accorsero che, in men che non si dica, erano giunti nella grande piazza, fino a che non fu lo stesso Crustle a farglielo notare.
- Benvenuti a Crillaropoli, giovanotti! - esordì il vecchietto.
Il centro della città era sconfinato: ricopriva circa quarantamila metri quadrati, rendendola da sola una superficie che poteva contenere quattro volte la grandezza della sede del GIP.
- Per tutti i Wailmer! - Esclamò Drapion, - E' enorme!
- Cosa sono quelle facce spaventate? Credevate di trovarvi di fronte ad un paesino? Ve l'ho detto: non abbiamo bisogno di aiuto altrui, da questo punto di vista.
- N-non è normale comunque! - Commentò la felina.
Le paure interiori del Frogadier sparirono per qualche secondo: di fronte a quello spettacolo di tegole rosso cremisi e capitelli dorati, il suo cuore sussultò silenziosamente, colorando le sue guance di un tepore rosa candido.
- Oh oh! Vedo che ti piace, giovanotto!
- Mon Dieu... c'est merveilleux...
I suoi occhi caddero su una fontana al centro della piazza: la scultura marmorea nel mezzo rappresentava un Milotic con le ciocche al vento, le quali erano disposte in modo tale da formare una "s".
Dal suo corno uscivano fuori due fonti d'acqua a rondine, i cui flussi cadevano sulla scultura come per renderla lucida e brillante di fronte ai suoi spettatori, per poi ricadere nello spicchio d'acqua sottostante, una limpida vasca dal diametro di cinque metri. Attorno alla scultura, attaccate agli angoli del cornicione della piscinetta, vi erano quattro rose di marmo bianco. A parere di un osservatore attento, la parte più particolare erano proprio quegli ornamenti: erano inclinati di venti gradi rispetto alla superficie, sostenuti da un rinforzo retto sotto le corolle *, distanti un centimetro dal centro di queste.
Questo perché in quel punto, invece, vi uscivano degli altri corsi d'acqua, andando a formare il fusto degli pseudo-fiori. Incuriosito dalla bellezza di tale figura, la Schiumorana non poté fare a meno di avvicinarsi incuriosito. I suoi occhi brillavano come quelli di un bambino davanti ad un sensazionale numero di magia, mentre la sua bocca era semi-chiusa, segno di riverenza nei confronti dell'opera artistica.
- Ahahah! Non ho mai visto un pokémon rimanere talmente affascinato dalla statua del padre fondatore!
- Padre fondatore? - Chiese il piccolo licantropo.
- Già... L'idea di questo villaggio fuori dal mondo è sua. A lui dobbiamo questa nostra bella casa e questa grande famiglia. Era uno spirito libero... uno dei tanti che non voleva essere rinchiuso in un Dungeon o in un etichetta. Non ha mai voluto rivelare la sua identità: si faceva chiamare con il nome Libero.
- Libero... che nome strano! - Commentò la coniglietta.
- Fosse quella l'unica cosa strana di lui... eheh.
- Lo hai conosciuto? - Chiese Rukio. Il vecchio fece un sospiro malinconico, non abbandonando il suo bel sorriso.
- Questa... è un'altra storia. Ve la riserverò quando avrete concluso la missione...
- (Una persona importante per lei, eh?) - Pensò il capitano blu, tenendosi per sé quel pensiero.
- Procediamo: dobbiamo andare da quella parte, - disse indicando verso sinistra. Gli esploratori seguirono in silenzio la propria guida, continuando ad esplorare con la propria vista il fantastico villaggio, come dei veri turisti.
- Muoviti, froggy.
Vedendo che la Schiumorana stava continuando ad ammirare la composizione, invece di procedere, Kenji andò personalmente a richiamarla, poggiandogli la mano destra sulla spalla sinistra.
La sua espressione era seria e spenta: non era il solito modo di comportarsi arrogante dello spadaccino. Normalmente si sarebbe lamentato della disinvoltura del compagno e lo avrebbe insultato pesantemente, invece di diligentemente preoccuparsi di fargli da balia ed accompagnarlo, per procedere avanti.
Non era nemmeno da Shinso stare così in silenzio: da quando erano entrati in città, quella espressione di meraviglia davanti a quella statua marmorea erano state le prime parole ad uscire dalla sua bocca, dopo l'entrata al villaggio. Da quando avevano superato le Spirali Burrascose, il pokémon Emanazione aveva notato qualcosa che non andava in lui.
No: era da quando era iniziato il viaggio dal palazzo che c'era un'alone d'inquietudine nello spirito della ranocchia solare.
- (Credevo avessero risolto, prima... - pensò il pokémon Emanazione,- dovrei chiedere? Qualcosa mi dice che non è una buona idea... Ho anche un brutto presentimento nel continuare la missione... Però...)
Il Riolu diede uno sguardo dietro di sé: il ninja aveva assunto una faccia completamente impassibile e priva di emozioni. Tuttavia, sotto uno sguardo attento, era ben possibile notare segni di ansia, come le gocce di sudore lungo la guancia destra e l'impercettibile tremore nei suoi passi. Il Frogadier era un esperto nel camuffare ciò che sentiva nel cuore, ma in quel momento la fatica nel tenersi tutto dentro era diventata ingestibile.
Il Grovyle, invece, guardava solo davanti a sé: lanciava occhiate repentine a destra e a sinistra, come chi voleva controllare la situazione intorno a sé e non aveva alcuna intenzione di farsi scoprire. Quando incrociò lo sguardo del suo capitano, distolse lo sguardo di riflesso, per poi tornare a fissarlo negli occhi, facendo tremare le pupille. Era veramente raro vedere tutti e due così terrorizzati.
Il piccolo licantropo tornò a guardare avanti, mostrando uno sguardo serio e deciso: non sapeva in che situazione si trovavano i suoi compagni, ma non aveva alcuna intenzione di far trasparire i suoi dubbi anche nei confronti della guida e degli altri due team.
- (Già. Non possiamo tornare indietro: lo sanno meglio di chiunque altro. Non hanno delle scuse plausibili per farlo. Non ho idea di cosa state nascondendo... ma se non volete farvi scoprire, state più attenti...)
Involontariamente si mise una mano sotto il mento.
- (Adesso che ci penso... Quando si è presentato davanti al signor Satoru, non ha detto il suo cognome...)
Il pensiero per i suoi amici e la tensione che percepiva lo fecero concentrare nel profondo. Ripensò a tutti i comportamenti che aveva assunto la Schiumorana dall'inizio del viaggio fino a quel momento.
La sua volontà era cambiata da quando erano tornati dal teatro degli Orrori, ma usciti dalla Terra dei Deserti era tornato quello di sempre: il buffone disattento. Il suo stato d'ansia era peggiorato con l'arrivo di Satoru: in quale modo era una minaccia per il suo amico? Era un vecchietto onesto: nonostante i suoi modi burberi all'inizio, si era dimostrato un pokémon di carattere e deciso, con una volontà che non lo rendeva qualcuno di pericoloso, ma da ammirare.
Forse non era la sua persona il problema, ma più che altro ciò che rappresentava: un mercante di ceramiche appartenente ad un villaggio sconosciuto, un villaggio di pokémon desiderosi di esiliarsi da qualunque pericolo.
- (Un villaggio di rifugiati... in che modo questo potrebbe-)
- Ehi, a che stai pensando?
Di soppiatto, la Lamartigli si rivolse al lupetto blu con fare sospettoso, tipico di chi aveva capito che il suo collega aveva tante grane per la testa. La testa del capitano del team Skyraiders si svuotò immediatamente, ma non si mosse dalla morsa che la sua mano destra stava dando al suo mento.
- Allora? Hai intenzione di rispondermi?
Il piccolo licantropo guardò davanti a sé, ammirando in riveroso silenzio la strada che stavano percorrendo davanti a loro.
- A niente, - rispose.
- NON PRENDERMI PER IL C**O, DANNATA PANTEGANA!
- E-era da tanto che non sentivo quel nomignolo... - disse girandosi con espressione imbarazzata, nascondendo nervosismo e tristezza.
- NON CAMBIARE IL DISCORSO! ORMAI L'HO CAPITO QUANDO STAI PENSANDO! NON TENTARE DI FREGARMI, PANTEGANA!
- P-potresti smetterla, per favore? Ti stai facendo sentire per tutto il vill- OOOF!
Senza finire la frase, il pokémon Emanazione andò a sbattere contro una roccia lì vicino. Normalmente sarebbe riuscito ad evitare un ostacolo davanti a lui, ma la distrazione portata dal soprannome tanto odiato, oltre che a privarlo della vista, gli aveva impedito la concentrazione necessaria per notare la presenza di fronte a sé.
- A-ahia...
- Andare a sbattere contro altri pokémon mentre sei distratto... è una tua applicazione, palla di pelo? Perdona questo microbo: ha dei problemi di-
La felina guardò davanti a sé per parlare faccia a faccia con la povera vittima, per essere sicura di non avere problemi con la gente del posto. Tuttavia, la reazione di umile scusa venne sostituita da quella di sbigottimento, di fronte a tale colosso.
La stessa reazione fu quella del Riolu: un Barbaracle cromatico lì squadrò da capo a piedi con uno sguardo penetrante, mostrando palese irritazione nei confronti dell'incidente.
- (E'-enorme!) - Pensò immediatamente Weavile.
- (Porca miseria! E' grande quasi quanto Slade!)
Il pokémon Aggregato rimase in silenzio: l'impressione che dava era "chiedete perdono in ginocchio, o saranno guai".
- Oh? Shachi-kun! E' da tanto che non ci si vede! (*)
- Signor Satoru...
- Perdoni il mio ospite! Purtroppo i giovani d'oggi hanno sempre qualcosa che li frulla in testa: è normale finire in queste situazioni per la propria disattenzione!
- Anch'io sono giovane, - commentò il gigante, - non è una motivazione valida per intaccare così il cammino di qualcun'altro...
La sua attenzione fu riportata verso il piccolo licantropo: il mollusco notò che questo era steso a terra in ginocchio, con la testa sul terreno.
- Le chiedo umilmente scusa, - disse il Riolu, freddo, - le giuro sulla mia vita che non accadrà più.
La cosa inquietante fu che non c'era stata minima esitazione nelle sue parole, nemmeno terrore, che sarebbe stata la cosa più normale da provare in quella situazione.
Rukio aveva deciso di tagliare la testa al toro: l'ultima cosa che voleva era avere problemi con i paesani di Crillaropoli, con il rischio di far saltare la loro copertura, per quanto effimera, prima del previsto. Non sapeva nemmeno se fosse un pokémon buono o cattivo: l'intensità del suo sguardo gli era bastato per catalogarlo come qualcuno con cui non avere a che fare. Era stato troppo precipitoso nel giudizio, tuttavia: il Barbaracle si sentì in imbarazzo per quella supplica repentina.
- N-non c'è bisogno di spingersi così tanto... - balbettò, ma con una voce profonda, - per quanto inutile, un semplice scusa è più che sufficiente. Stai più attento, la prossima volta.
Non disse un'al'tra parola: procedette spedito verso la sua strada, senza contraccambiare gli sguardi indagatori degli esploratori, né tanto meno salutare il vecchio Satoru. L'unica cosa che accadde fu qualcosa che nessuno dei tre team notò: mentre superava la fila di pokémon, il suo sguardo ricadde verso il Frogadier.
Non aveva idea del perché avesse attirato la sua attenzione: era solo un'altro pokémon Schiumorana, un altro forestiero che passava da quelle parti, come aveva sempre fatto quel vecchio mercante. Non percepì la sua forza, né le sue emozioni: non capì minimamente cosa avesse di diverso rispetto agli altri, al punto da farlo voltare. Mentre gli sconosciuti procedevano, lui rimase a guardare con la coda dell'occhio il ninja acquatico, fino a che non scomparve dalla sua vista.
- Quel Barbaracle era spaventoso! - Commentò Lopunny, - è sempre esistito uno così alto?
- Oh, stia tranquilla, signorina! Potrebbe sembrarlo, ma non è un cattivo ragazzo!
- Ne è ssssssicuro?
- Al cento per cento. Vi ho già detto che abbiamo i nostri personali esploratori, giusto? Lui è uno di quelli più temuti: non c'è un Conchilama più forte all'interno di Crillaropoli.
- Conchilama? Rhahahah! Potrebbe essere un valido avversario, eh Kenji? - disse Drapion, spalleggiando lo spadaccino.
- Sì... potrebbe.
Lo Scorpiaccio rimase stupito dalla risposta del Grovyle: di solito questo era il primo ad infuocarsi davanti ad una nuova sfida.
- Ti senti bene?
- Certo. Perché lo chiedi?
- A-ah... niente. E' solo che... di solito...
- Che seccatura... è un tipo Acqua Roccia: è una passeggiata per me. Non direi di no, ma è pur sempre una sfida troppo facile...
- Ma comunque...
- Ahahahah!
Dal nulla, il Crustle si lasciò andare in una sonora risata.
- Che hai da ridere, vecchio?
- Non ti conviene sottovalutarlo, giovanotto. E' un combattente esperto: contro quelli come te ha già preso le sue misure. Te lo posso garantire.
- Sarà...
Inaspettatamente, il piccolo licantropo si mise davanti a lui, guardandolo dritto negli occhi.
- Tutto bene?
- C-che hai capitano?
- Drapion ha ragione: non è da te non esaltarti per una sfida.
Nonostante il tono colloquiale, lo sguardo di Rukio era severo e arrabbiato. Non era una sgridata, ma più un avvertimento: "qualunque cosa stai nascondendo, comportati normalmente, o qualcuno si farà qualche domanda".
Se prima aveva qualche dubbio, dopo quell'atto divenne evidente: il suo capitano, seguendo le aspettative, aveva capito che c'era del turbamento tra i suoi sottoposti, ma aveva anche compreso che deragliare dai binari era la mossa più scorretta da fare. Era necessario rimanere a bordo e rilassarsi sui sedili, per evitare di essere beccati senza biglietto.
- Hai bisogno di qualcosa?
- N-non realmente, - disse il Legnogeco, cercando di stare al gioco, - e che... stiamo camminando da tanto. N-non mi sono... ancora ripreso dal mal di stomaco.
- Eh? Il grande spadaccino è così debole? - commentò il capitano, con sguardo ebete, - non ti facevo così pippa.
Il Grovyle strette i denti, ringhiando ad alta voce.
- IO NON SONO DEBOLE! ANCHE IO MI STANCO, QUALCHE VOLTA!
Felice di averlo provocato, Rukio si lasciò scappare un sorriso.
- Bene! Vuol dire che sei a posto!
- U-uh?
- Anche se hai ragione... non posso permettere che un mio compagno abbia problemi per le missioni future...
Dopo aver detto quello, lasciando Kenji stralunato, si rivolse di nuovo alla guida, attirando la sua attenzione.
- Mi spiace se le faccio questa richiesta improvvisa, ma prima di portarci dove vorrebbe, potremmo fermarci da qualche parte per prendere delle bacche curative? Sono in pensiero per il mio compagno...
- Il giovanotto che era stato male? In effetti sarebbe un problema se succedesse qualcosa mentre è in quello stato... Lana-chan.
- Mi dica, signor Satoru!
- Ti ricordi dove stiamo andando, giusto? Potresti deviare e passare da casa mia? Dovrei avere ancora qualche Baccacedro e Baccapesca: dovrebbero bastare per risolvere il problema.
Il pokémon Scogliocasa ritirò una delle sue gambe nella corazza, per poi tirare fuori un paio di chiavi di metallo.
- Tieni, - disse, porgendole alla Sunflora, - quella rossa è quella della porta d'ingresso.
- Lo so! E le bacche sono nel secondo scaffale a sinistra.
- Sei molto attenta, cara. Ohoh!
- Shinso: vai con lei.
L'ordine così all'improvviso colse alla sprovvista il Frogadier, il quale si lasciò andare in un espressione ebete.
- Eh?
- A lei va bene, signora Lana?
- Oh! Non c'è problema! Mi farebbe comodo qualcuno che mi aiuti! La mia borsetta sarà inutilizzabile per un po', visto l'odore tremendo delle Baccamorte. Avrò bisogno di man forte: sarò lieta di avere un po' di aiuto!
- E-excuse moi? Perché io?
- Il Froggy ha ragione. Perché non mandi me, capitano? Sono io quello che sto male.
Il Riolu rivolse allo spadaccino uno sguardo inebetito.
- Oh, certo. Come se non dovessi considerare la possibilità che tu attacchi brighe con qualcuno... In caso di problemi, non c'è nessuno migliore nel fuggire di Shinso. A te non cambia niente, vero? - Disse rivolgendosi alla Schiumorana.
- O-oh... Ora capisco. Beh... - disse, cercando di riprendere per bene la sua solita recita, - allora lo farò! Sarò ben lieta di aiutarla, mademoiselle Megumi, - concluse con un inchino.
- OMG! Che galante!
Senza perdere tempo, la pokémon Sole afferrò per la mano la ranocchia, trascinandolo con sé di corsa.
- ANDIAMO!
- CRAAA!!! PERCHE' STAI CORRENDOOO!!!
Rukio guardò i due fuggitivi allontanarsi, con un'espressione di sincera sorpresa.
- Questa non me l'aspettavo...
- Tipetta energica, vero? - disse Lopunny, - è sempre stata così, da che frequento Borgo Tesoro! Mi fa piacere che non sia cambiata, nonostante tutto!
- N-non attirerà l'attenzione? - chiese preoccupata Weavile.
- State tranquilli, - intervenì il Crustle, - fa così con ogni abitante o forestiero che sia! Noi continuamo il giro: non ci vorrà molto affinché ci raggiungano.
Gli esploratori ripresero il cammino con la guida, continuando il loro pellegrinaggio attraverso Crillaropoli. La coniglietta si avvicinò al vecchietto, desiderosa di sapere la loro destinazione.
- A proposito... dove stiamo andando?
- Oh? Non ve l'ho detto vero? Oh... certo. Non potevo ancora. Stiamo andando al punto d'incontro. Il termine era alle 18.00, ma... siete comunque miei ospiti! Ingaggiati o non ingaggiati, sarebbe da maleducati non offrirvi qualcosa da mangiare!
La Lamartigli fece un'espressione shockata, mentre i suoi sottoposti fecero una faccia estasiata.
- M-MANGIARE?!
- Certo! Oltre che ad ampie conoscenze, disponiamo anche di ricette culinarie da leccarsi i baffi! Più o meno sappiamo arrangiarci tutti, ma nessuno batte le abilità culinarie di Beji (*).
- Beji? - Chiese il capitano del team Malia.
- Già: è il mio migliore amico, uno dei primi a trasferirsi in questo villaggio. Non ha importanza di quale cliente si trovi di fronte: sarebbe in grado persino di soddisfare un primogenito!
- PER TUTTI I WAILMER! HA SENTITO, SIGNORA WEAVILE?!
- Ci assssspetta un bel pranzettoooooo!
La felina non badò ai suoi sottoposti: aumentò il passo per fermarsi al fianco del pokémon Scogliocasa.
- Lei... ha idea di cosa sta per fare? - Disse preoccupata sottovoce.
- Uh? Che vuoi che sia! Sfamare un Drapion e un Arbok sarà una passeggiata! E poi non lo do a vedere... ma sono abbastanza messo bene a denaro!
- Già... sicuramente non ne ha idea...
- Lei è troppo gentile a preoccuparsi per un vecchio come me...
Weavile digrignò i denti.
- Chi si sta preoccupando, vecchiaccio! Non trovavo corretto non ammonirla, tutto qui!
- Ahahah! Lei è una di quelle che fa fatica ad essere sincera, vero? - commentò, lasciandosi andare in una risata.
- Faccia come vuole, - rispose distogliendo lo sguardo, - non venga a piangere da me, succederà.
- Eccoci qua! Ammirate!
Aldilà della stretta via che stavano percorrendo, a sinistra di una piazzetta cospicua, gli esploratori si trovarono di fronte ad una costruzione alta dieci metri, la cui larghezza occupava invece il triplo dello sviluppo verticale.
L'entrata era costituita da un enorme doppia porta rossa con pomelli dorati, nel cui punto basso dell'incontro delle ante stava una porticina più piccola, dalla larghezza di un metri e l'altezza di tre. Le tegole del soffitto erano sporgenti e vi si poteva notare la colorazione dorata.
- CHE MERAVIGLIAAA! - Esclamò Lopunny.
- Che rottura... per essere un villaggio fuori dal mondo avete delle cose alquanto appariscenti... - commentò seccata la Lamartigli.
- Su su, entrate! Il tavolo era già stato prenotato, quindi dovrete solo godervi il lauto pasto.
- E' ancora in tempo per tornare indietro...
Il vecchio Satoru si girò verso la felina, con fare stizzito.
- Ho detto che vi offrirò da mangiare... Cosa c'è che non va? Osa ancora rifiutare l'ospitalità di un povero vecchio? Forse avete qualche problema con il cibo?
- Non è certo quello il-
- Il mio migliore amico è specializzato in ramen vegetale! Ve l'ho detto che siamo civizzati: non mangerete niente di strano!
- Non ha importanza cosa mangiamo!
- E allora? Volete perdere questa occasione? Beh... non che ci dia peso, ma prima che diventasse un villaggio segreto, era un cuoco rinomato nel suo paese natale! Facevano a gara per avere i suoi consigli culinari! Senza contare il fatto che coltiva e sceglie i suoi ingredienti personalmente. Può contare su bacche rare come Baccalongan, Baccaroam e Baccalici! Senza contare il suo gioiello: la Baccamororo! Quella bacca è così perfetta che sazia anche da sola! E' grande come una mela, e la polpa è succosa come una Baccamodoro! Il suo gentile sapore speziato di solletica la lingua e ti riscalda la pancia! Non si può dire di no a-
Il Crustle cromatico non poté concludere la frase: senza alcun preavviso, il suono di una bestia feroce tuonò irremovibile, rimbombando per tutta la piazzetta.
- GROOOOOOOOOOOOOOOOOOUUUR...
Fu come se il tempo si fosse fermato: tutti i pokémon presenti in quello spazio, sia gli esploratori che i paesani, si bloccarono sul colpo, con lo sguardo terrorizzato. Reduci dalle esperienze passate, ebbero il timore che il feroce coccodrillo fosse arrivato in anticipo sulla tabella di marcia, per un attacco di fame eccessivo.
- (S-sta arrivando?!)
- (Merda! E' troppo presto! Non ho ancora un tributo adeguato!)
- (Oh no! Povera me!)
- E'-E' GIA' QUI?! - Esclamò il vecchio Crustle.
- Si sbaglia... - disse Weavile, avvilita...
- GROOOOOOOOOOOOOOOOOOUUUR... GHHHHHROOOOOOOOOUUUUUU...
- Oh? Stanno arrivando? - Si chiese Medicham, scrocchiandosi le nocche, - stavo già cominciando ad arrugginirmi...
- Non è un nemico, cara... - disse Gardevoir, nello stesso stato della felina.
- GROOOOOOOOOOOOOOOOOOUUUR...
Dopo l'ennesimo ruggito, i pokémon presenti riuscirono a dirigere il proprio sguardo verso la fonte di tale rumore: a causa del lungo viaggio e della mancata possibilità di avere un pasto degno di questo nome, il piccolo licantropo aveva accumulato una fame fulminante. Il discorso sul cibo del vecchio commerciante, soprattutto sulla parte della Baccamororo, aveva rotto la barriera di sopportazione del Riolu, andando a distruggere di conseguenza quella del suono. Sapendo di non poter nascondere ancora quel vuoto nel suo stomaco, le sue guance divennero di un rosa brillante, paralizzandosi sul posto a pugni stretti.
- Ehm... ecco...
- RHAHAHAH! Qui qualcuno proprio non ce la fa più, eh?!
- Un po' di delicatezza, Drapion... - disse Arbok, sorridendo maliziosamente - non vede la sssssua vergogna ssssul sssssssuo volto? Ish ish!
- Per tutti i Kakuna! Che c'è da vergognarsi? - Rispose lo Scorpiaccio, abbracciando il pokémon Emanazione con il braccio destro, - vero, signor Rukio? Non vede l'ora di affondare i suoi denti su quel ramen, eh?
Il pokémon Emanazione distolse il suo sguardo: avrebbe voluto affossarlo nella terra.
- N-non ho le tue zanne... e poi... n-non così tanta-
- GROOOOOUUUUUOUOUOUUU...
- RHAHAHAHAHAH! CERTAMENTE!
- Sei una vergogna, palla di pelo... - commentò Weavile.
- N-non ti ci mettere pure tu...
Vedendo il volto intimidito del capitano del team Skyraiders, Lopunny diede di matto.
- KYAAAAH! E' COSI' CARIIIIINO!!!
- Che ci trovi in sto pesce lesso... - commentò Medicham, - è ridicolo...
- Ehi ehi, signor Rukio... - continuò lo Scorpiaccio, - Se continuassimo il giro e mangiassimo più tardi, sarebbe in grado di trattensersi?!
- Ve l'ho detto: n-non ho necessità di-
- Baccamororo... - sospirò Drapion nelle sue orecchie.
- GROOOOOOOOUUUU...
- RHAHAHAHAHAH!
- ISH ISH ISH!
I due sottoposti del team AWD si rotolarono per terra dalle risate, non potendo più trattenere la loro ilarità davanti al momento.
- ISH ISH! N-NON VA BENE! POTREBBE MANGIARS-S-S-SI LA CITTA'!
- M-MEGLIO SE LO FACCIAMO MANGIARE SUBITO! - Esclamò di nuovo lo scorpione, - potrebbe rischiare... DI COMBATTERE A MORSI! RHAHAHAHAH-
Il piccolo licantropo diede sfogo alla sua rabbia: manifestando due Ossoraffica, martellò talmente forte le teste dei due colleghi che li schiantò al suolo, quasi facendoli incastrare nel terreno.
- Però... - commentò la felina, - potrei chiedere di punirli al posto mio, qualche volta.
- Quando voi. Lo farò con piacere.
Nel frattempo, Satoru era rimasto completamente sbigottito davanti alla scena, rimanendo di sasso sia davanti allo scampato pericolo, sia per la scena ridicola alla quale stava assistendo.
- Si faccia forza... - gli intimò la pokémon Abbraccio, - sarà solo una brutta pagina nella sua vita...
- N-no... non c'è problema.
Drapion e Arbok si rimisero in piedi, con le lacrime agli occhi.
- PER TUTTI I WAILMER! MI HA FATTO MALE, SIGNOR RUKIO!
- E' UN CATTIVONE!
- Vi ha fatto male? E voi sareste il temibile team AWD? Se fossi nel vostro capitano, io mi offenderei.
La frecciatina del Riolu ferì i poveri cuori dei due amici di tipo Veleno, facendo gonfiare i loro occhi di lacrime.
- CHE CATTIVOOOO!!
- Ehi.
Di fianco a lui, Weavile afferrò con una sola mano le due guance il pokémon Emanazione.
- Che hai detto sul team AWD?
- Per fafore... lo fai che non paflo sul sevio...
- RITIRA QUELLO CHE HAI DETTO O TI RIEMPIO DI BOTTE!
- Volentievi... fe mi lafiaffi la mandibola.
- Prima le scuse.
- Come faffio a pavlave cofì?
- NON VOGLIO SENTIRTI PARLARE! VOGLIO LE TUE SCUSE!
- Ma fei cfetina?
- BRUTTO-
- Pff... eheh...eheh...
Era stato in silenzio per tutto il tempo, a causa di tutto quello che aveva da pensare. Era impossibile per lui, in una situazione simile, ritrovare un po' di serenità ed allegria, nonostante il grave problema.
Eppure anche loro erano sulla stessa barca: legati dalla stessa missione, in procinto di affrontare lo stesso pericolo. A lui piaceva essere così: da quando aveva deciso di smettere di alzare la testa di fronte all'avventura? Il solo pensiero lo fece ridere a squarcia gola.
- AHAHAHAHAHAHAHAH!
- E TU CHE VUOI, STUZZICADENTE?!
- Ahah...
Il Grovyle si volse verso di lei, con un sorriso arrogante.
- Niente. Non è niente, davvero! E' solo che...
Usò il dito indice della mano destra per asciugarsi le lacrime.
- Siete... veramente ridicoli...
- NON DIRE QUESTO CON QUELLA FACCIA SERIA!
- Ehi, vecchio! Sbrigati e facci entrare!
- U-uh?
- Non vedi come è ridotto questo? - Disse indicando il capitano, procedendo verso l'entrata del ristorante - se esita ancora un po' rischiamo di uscire a pancia vuota! Non voglio svenire in mezzo alla missione.
- O-ok... M-ma... non stavi male giovanotto?
- Cosa stai dicendo, vecchio?
Prima di varcare la soglia, si girò verso i suoi compagni, con un sorriso a trentadue denti.
- Non sono mai stato meglio!
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https://youtu.be/bNeDBQZta5c
(Ost enchanted sichuan cuisine)
Pensavano che sarebbe bastato il mistero e la novità nel vedere il villaggio dall'esterno a sbalordirli. Dopotutto, un villaggio dalle tegole d'oro e i motivi artistici era già abbastanza per un ambiente inusuale. Purtroppo per loro, però, questi risultati si dimostrarono vani. Quando Satoru aprì la piccola porticina tra le grandi ante, un ancor più grandioso ambiente si presentò davanti a loro: in stile orientale, un ristorante cinese dai colori rossi e dorati si presentò davanti ai loro occhi, emanando riverenza da tutti i pori.
Era grande quasi quanto Pompei, l'arena di Nebra: uno spazio chiuso di seicento metri quadri dalla larghezza di trenta, l'altezza di dieci e la lunghezza di venti. Il tetto era di legno, verniciato di un verde smeraldo che ricordava vagamente delle ceramiche di giada smeraldina, ed era sorretto da pilastri rosso fuoco decorati con dei segni gialli che ricordavano le striature di Rayquaza.
Il pavimento era di granito, ma era talmente splendente che ci si poteva specchiarci sopra, ricoperto da un tappeto rosso con striature verdi smeraldo, lungo dieci metri e ampio cinque.
- E' permesso? - Chiese il Crustle, non appena varcò la soglia.
- Oh?
Alla fine del lungo drappo vermiglio, aldilà di un bancone di sei metri, uno Slowking dal salvagente bianco e verde acqua si voltò in avanti, riconoscendo subito quel viso sereno e quella camminata lenta.
- Satoru! Vecchio mio! Bentornato!
- Bentornato, signor Satoru!
Oltre al pokémon Reale, il Crustle fu accolto da due cameriere dalla voce acuta e gentile, una Kirlia e una Gothorita dai volti solari.
- Vi ringrazio per l'accoglienza, care. Lo so che è un po' improvviso... ma il tavolo che ti avevo prenotato tra mezz'ora è comunque libero? Purtroppo i miei ospiti hanno affrontato un lungo viaggio e-
- Non una parola di più, amico mio, - rispose lo Slowking, che nel frattempo aveva raggiunto le due cameriere, - avevo previsto una situazione del genere... quindi ho fatto in modo di riservarlo per tutta la giornata! Non ti preoccupare!
- (Q-quando è arrivato qui?) - Pensò il piccolo licantropo.
- E' sempre un piacere poter contare su di te, Beji-dono.
- Oh, ma andiamo! - Rispose, mettendosi una mano dietro la testa, - lo sai che sono sempre così! Se continui a farmi complimenti finirò per cuocere!
Satoru, dopo il breve saluto, si girò verso gli esploratori, indicando con la chela sinistra l'allegro pokémon.
- Ragazzuoli, questo è il proprietario del ristorante "Kagetsu" (*), il migliore di tutta Crillaropoli da generazioni.
- Beh... in realtà sarebbe l'unico. Non è difficile avere il titolo di migliore in questo modo, eheh! Se alla gente piace, però, non ci posso fare nulla, - disse, alzando le spalle.
- E' il mio migliore amico. Gradirei che lo trattaste anche voi come tale.
- Molto piacere, - risposero in coro gli altri. Imbarazzato, Beji mise le mani davanti come per scusarsi.
- N-non badiamo a questi formalismi! Dopotutto siete voi i clienti! E' mio dovere trattarvi con il massimo del riguardo, ma se non gradite il cibo non posso chiedervi di fingere.
- Il solito modesto... Come se la tua cucina fosse disprezzabile...
Intuendo la sovrapposizione dei ruoli, la felina si inserì nella conversazione.
- Lei è anche il cuoco?
- Cuoco, chef, proprietario... e occasionalmente servo anche ai tavoli! Non c'è niente che questo vecchio non sia capace di fare, signorina.
- Vecchio? Oh, ma andiamo, - disse invece Lopunny, - ha la pelle troppo lucida per essere un nonnetto! Al massimo avrà cinquanta anni, anche se gliene do trenta.
Lo Slowking non poté fare a meno di farsi scappare una risata.
- Ahahahah! Lei è molto gentile, ma lo sanno tutti in questo paese! E' vero che la nostra razza è una delle più longeve, ma non deve trarsi in inganno così! Anche se non sembra, ho ben ottantaquattro anni.
Gli esploratori rimasero a bocca aperta.
- EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEHHHH?!?!
- NON CI CREDO! E' UNA BUGIA! - Esclamò la coniglietta.
- E' la pura verità, signorina.
- MI DICA IL SUO SEGRETO! - disse Lopunny, battendo le mani sul tavolo.
- Ehi. - Commentò la felina.
- Non c'è nessun segreto: sono solo molto attento alla mia idratazione. Tutto qui!
Anche il piccolo licantropo rimase scosso.
- (Porca miseria... N-non avrei indovinato nemmeno se mi aiutavano...)
- Non credo però che siate qui per sentirmi parlare della mia bellissima pelle... che ne dite se ci accomodiamo, prima? Se siete forestieri, è sicuramente la prima volta che venite qua. Da questa parte!
Il pokémon Regale guidò i nostri eroi verso il loro tavolo, muovendosi sul pavimento come se avesse le ali ai piedi. Non era opera di un potere psichico: i piedi della lontra rosa si muovevano come se non esistesse il suolo, con una velocità che avrebbe fatto invidia a chiunque della sua specie.
Il tavolo era il penultimo in fondo a destra del locale: un tavolo in legno rosso di sette metri dai bordi dorati, circondati da poltrone nero pece per tutti i lati tranne che per quello che puntava al corridoio esterno. Quando arrivò al tavolo della prenotazione, si girò verso i nuovi clienti, indicando con entrambe le braccia la nuova sistemazione.
- Eccoci qua!
- Che bello! E' tutto per noi? - Chiese la coniglietta.
- Certainement! Accomodatevi pure!
Gli esploratori non ci pensarono due volte: fecero per sistemarsi in modo da essere comodi tutti quanti. Le due cameriere gli aiutarono a spostare un po' più verso sinistra il tavolo, poiché, per colpa della loro stazza, Drapion e Arbok non avrebbero potuto usare i divani per sedersi, costringendoli dunque a posizionarsi ai lati.
Dovettero quindi bloccare un lato dei divanetti, ma non risultò un problema, grazie all'enorme grandezza della tavolata. Solo il piccoletto blu tentennò nel sedersi, distratto da dei clienti lì vicino, che stavano scegliendo dal menù delle portate. Vedendo il suo momento di esitazione, la lontra rosa ne approfittò per attaccare bottone.
- Dunque... vieni da fuori, giusto? Deve essere stato un lungo viaggio...
- G-già...
- Scommetto che siete affamati... Sei il tipo di persona che non si fa problemi di stomaco, vero?
- (C-come...)
- GROOOOUUU...
Beji si trattenne dal ghignare, mentre il Riolu distolse lo sguardo, imbarazzato.
- Diciamo... intuizione. Sarebbe una perdita di tempo se non una tortura farvi scegliere dal menù... che ne dite se vi porto diverse portate e mangiate quello che preferite? Vi riserverò un trattamento speciale, quindi non fatevi paura di un eventuale spesa ingente!
- Non ti preoccupare: oggi grava sulle mie spalle, - disse il Crustle.
- Fantastique! Allora darò il meglio di me! Sarò subito da voi! Nel frattempo potrete pure stuzzicare questi piccoli panini al vapore che vi avevo preparato in anticip-
Guardando sul tavolo, la lontra rosa si accorse che le ciotole di ceramica erano completamente vuote.
- Oh? Ero sicuro di averle riempite... li avete portati in altri tavoli, ragazze?
- N-no, signore, - rispose la Kirlia, - non abbiamo toccato niente...
- Non ricordo di aver visto dei panini, - disse Drapion, rivolgendosi ad Arbok.
- Io credevo di averli vissssti... me lo sssssarò immaginato?
- Sei sicura di averle portate? - Chiese la Gothorita alla collega.
- Sicurissima!
Onde evitare perdite di tempo, lo Slowking le riportò alla realtà.
- Non importa. Vado a mettermi all'opera: riempite nel frattempo le ciotole.
Beji, così, si diresse verso la cucina, zampettando sul pavimento come un ballerino di tip tap, tornando dietro al bancone per entrare in cucina. Nel frattempo, le due cameriere portarono i panini al vapore, come richiesto dal loro capo.
- Non che me ne importi qualcosa, - disse la felina, con le braccia incrociate e gli occhi chiusi, rivolgendosi al pokémon Emanazione, - ma ormai ti conosco: so che quando inizi a mangiare non ti fermi più. Almeno davanti alla gomma rosa esaltata non ingozzarti come una fogn-
Si voltò verso Rukio. Questo aveva la bocca piena di diciassette panetti bianchi.
- EHI! COME C***ZO PRETENDI DI MASTICARE COSI'!?
- E' inufile: non fi afcolterà, - commentò Kenji, con tre pagnotte tra i denti, - quello è un feffo...
- DA CHE PULPITO!
- Eccoci qua!
Ci si aspetterebbe una reazione di gioia davanti ad un bel pranzetto, ma il caso non fu quello per gli esploratori di Brusilia e Borgo Tesoro. Il pokémon Regale portò nove ramen diversi contenenti tutti elementi comuni, come i noodles e le alghe, ma alcuni di loro avevano colori come il rosso, il verde e il blu, chiedendosi se magari quel buon tempone avesse messo del veleno nelle portate. Gli otto pokémon scossero la testa di fronte a quei piatti.
- Per tutti i Wailmer! Come fa ad essere blu il Ramen?!
- Sorpresi, vero? Sapevo che avrebbe riscosso tale stupore, quindi vi ho portato l'ingrediente principale direttamente qui!
Mostrò a tutti una busta di plastica, contenente dei funghi secchi. Erano tutti tagliati finemente in modo preciso e mostravano un colore scuro tendente al blu.
- Funghi... blu?
- Esatto, signora Weavile! Si chiamano proprio Fungo Blu! Crescono al di fuori del villaggio, sotto gli alberi di Baccarancida. Appena lo assaggerete vi renderete conto di quale prelibatezza avete davanti. Quella rossa è piccante con la Baccamodoro e Fungo Vermiglio, mentre il resto... non credo vi interessi davvero, dalle vostre facce, - disse notando gli occhi sognanti degli esploratori, - servitevi pure.
- BUON APPETITO - Esclamarono in coro.
Procedendo all'assaggio, i loro volti si riempirono di serenità paradisiaca.
- WOW! BUONISSIMO! - Esclamò Drapion.
- N-non ho mai mangiato nulla di simile! - Disse Medicham.
- Certamente ha un bel sapore... - commentò la felina.
- Dai dai! Puoi essere anche un po' più sincera se ti piace tanto, eh Weavile-chan?
- Al contrario tuo, roditrice, non esagero quando penso a qualcosa.
- Oh, davvero? Allora perché hai già finito metà ciotola?
- FATTI GLI AFFARI TUOI!
Dopo aver finito anche lui un quarto di ciotola, il Grovyle si pulì la bocca con il braccio destro, per poi guardare il suo lavoro nel piatto son un sorriso.
- Che seccatura... questa roba è davvero buona. Dovrò chiedere scusa a Swirlix quando torneremo indietro. Eh, capitan-
Girandosi verso il Riolu, si accorse che la sua ciotola era già vuota.
- Ne ha ancora? - chiese il piccolo licantropo al proprietario, porgendogli il piatto vuoto. Contento del sincero apprezzamento, Beji si mostrò subito disponibile.
- Ahahah! Abbiamo il buongustaio qui, eh? Va bene! Porterò ancora qualcosa di diverso, allora.
- Si fermi finché è in tempo, - gli consigliò la felina.
- Non mi sottovaluti, signora! Non c'è bocca che io non riesco a sfamare!
- E' lei che sta sottovalutando la palla di pelo. Io l'ho avvisata.
Tornando in cucina, dopo pochi minuti tornò con un ramen dalla colorazione arancione. Rukio non si chiese minimamente di cosa si trattasse: prese la ciotola e la gustò fino in fondo, spazzolando l'intero contenuto.
- Ancora.
- Ok!
Un'altra manciata di minuti, ramen viola. Anche questo fu svuotato in men che non si dica.
- Ancora.
La voce del cuoco cominciò a diventare titubante, segno di una leggera perdita di lucidità.
- O-ok...
Deciso a giocare una mossa azzardata, la terza volta portò tre portate insieme: una di colore bianco, una nera e una verde. Come un maestro di arti marziali, il piccolo licantropo mosse le bacchette e il cucchiaio a regola d'arte, ingerendo più di mezzo chilo di noodles come se fossero acqua.
- Ancora.
Lo Slowiking cominciò ad innervosirsi.
- Ok... Abbiamo il pozzo senza fondo, eh? (E' da tanto che non succedeva... credo... di dover andare a tutta birra!)
La quinta volta si liberò di tutti i freni: ci mise più tempo di prima, ma arrivò a tavola con venti portate diverse, con le quali dovette occupare tutto il tavolo. Per la prima volta in tutto quel pasto, il pokémon Emanazione si spaventò.
- P-porca miseria!
- Dai dai! Non ti fermerai per così poco, eh?
- S-sì...
Messo alle corde, il tempo iniziò a scorrere più velocemente, arrivando allo scoccare del quarto d'ora. Di fronte a tale sfida nessuno avrebbe potuto risultarne vincitore e, nel caso invece fosse successo, sarebbe stato male per il resto della giornata.
- Non me l'aspettavo...
Era con la mano sinistra sotto il mento, guardando con serietà davanti a sé. Il suo sguardo era talmente intenso che si poteva percepire la sua preoccupazione a chilometri di distanza.
- Ho una fame da lupi, - concluse, davanti ad una trentina di ciotole vuote, sotto lo sguardo iracondo dei suoi colleghi del team AWD.
- NON L'AVEVAMO CAPITO!
Medicham e Gardevoir erano sconvolte, mentre Lopunny fece fatica a mantere il sorriso davanti a quella situazione.
- (S-se diventerò sua moglie... cosa dovrò fare per sfamarlo?!)
- (N-non ci posso credere...) - Pensò il pokémon Reale.
- Ne ha ancora? - Gli chiese di nuovo, facendolo quasi stramazzare al suolo il povero Satoru, il pagante della cena, con quel commento.
- N-ne avrei... ma... è s-sicuro di poter continuare.
- Sì. Ho ancora fame, ma non si deve preoccupare più di tanto. Ora che conosco le quantità, mi farebbe piacere avere altre trenta. Dovrebbero bastare.
Lo Slowking sobbalzò all'indietro.
- (T-T-T-Tren...)
- Qualcosa non va?
- N-no... va tutto bene! V-ve le porto subito...
Beji si ritirò di nuovo in cucina con lo sguardo sconvolto, chiedendo alle cameriere di togliere i piatti vuoti e fornire altra acqua in caso venisse chiesta. Kenji non aveva mai visto il piccolo licantropo ingozzarsi così, soprattutto dopo che, alla fine, l'unico sforzo che avevano fatto era quello di camminare.
- Di solito non mi interessa, ma... davvero ti potrai mangiare tutti quei ramen, capitano?
Rukio si risedette sul divanetto, incrociando le braccia.
- Ovviamente no.
Weavile lo guardò stralunata, non capendo le intenzioni della palla di pelo, ma non si introdusse nel discorso. Purtroppo per lei, il piatto che aveva lì davanti era troppo buono per essere lasciato da solo. In quell'atmosfera dubbia, dopo dieci minuti, il pokémon Reale tornò dalla cucina, con le trenta portate perfettamente preparate. Le stava portando lui da solo, utilizzando la mossa Psichico. Il Grovyle fischiettò stupito: non poteva impararla, ma sapeva che era una mossa di difficile controllo. Il fatto che stesse muovendo tutti quei piatti alla perfezione senza fare uscire il brodo era qualcosa di sorprendente ai suoi occhi.
- E-ecco... le trenta portate...
Il Riolu non rispose: mantenne la posizione sul divano, continuando a fissare con uno sguardo deciso gli occhi della lontra rosa. Non gli piacevano le portate? Ne aveva portato uno di meno? Tutte queste domande bazzicarono nella mente del ristoratore, così come in quelle dei suoi colleghi esploratori, che non si potevano immaginare un mangione come il capitano del team Skyraiders potesse essere anche schizzinoso.
- Q-qualcosa che non va?
Senza calcolare quella domanda, il piccolo licantropo si rivolse al vecchio Crustle.
- Signor Satoru... se non ricordo male, oggi, ci ha detto che il villaggio è controllato da Sobek, che vi costringe a rimanere isolati dal mondo.
- U...uh?
- Non che prima la situazione era diversa, ma adesso siete costretti a versare ogni settimana un tributo di cibo e soldi, giusto?
- E... con questo?
- Mi aspettavo un villaggio povero, con delle capanne di legno, pokémon malconci che facevano fatica a vivere... E invece il proprietario di questo ristorante è in grado di sfamare un cliente esigente anche come me. Senza contare che è un suo vecchio amico. Se sapessi la situazione finanziaria del mio migliore amico, non gli farei offrire cibo aldilà delle sue possibilità economiche. Lei è un commerciante, quindi non credo sia questo il problema. E ho visto anche i prezzi prima, mentre guardavo dai clienti: non è così caro, nonostante l'aspetto. Io adesso sono pieno: mi sorprende che lei, - disse rivolgendosi allo Slowking, - sia capace di questo, non curandosi del fatto che potrebbe non riuscire a a sfamare tutta la clientela qui presente. Li vedo dai tavoli: ancora alcuni hanno il menù in mano e devono decidere cosa ordinare. Forse sono io che mi faccio troppe domande ma... mi sembra strano, tutto qui.
Beji rimase di sasso: poteva aspettarsi di tutto, tranne che questo fosse il motivo che aveva spinto il giovane Riolu ad ordinare senza ritegno tutto quel ramen. Le domande divennero talmente tante che si sovrapposero tutte insieme, lasciandolo nell'impossibilità di darsi una risposta.
- (V-vuoi dire che... ha fatto tutto questo... solo per...)
Il proprietario si girò verso il suo amico, preoccupato.
- Chi è questo giovanotto, Satoru?
- Se le posso dare un consiglio... - riprese il Riolu, - le conviene appoggiare le ciotole... ormai ho imparato qual è la reazione ordinaria...
Lo Slowking non seguì il consiglio del ragazzino, procedendo verso il suo amico.
- Satoru... chi hai portato al villaggio?
Il vecchio ingoiò della saliva, per poi fare cenno al pokémon Reale di avvicinarsi a lui. Gli bastarono pochi bisbigli: la faccia di questo divenne così pallida che sembrò per qualche secondo coperto di gesso e calce. Perse la concentrazione e rischiò di far cadere le ciotole.
- Porca miseria...
Aveva già previsto quello scenario: materializzando due Ossoraffica, cercò di prendere al volo più piatti possibili, riuscendo a salvarne otto con la gamba destra, la mossa di tipo Terra e la testa. Fortunatamente le due cameriere erano lì vicino e salvarono le restanti con il loro Psichico.
- Rhahahahah! Fantastico!
- Ssssssalvataggio perfetto!
Dopo aver riposto le portate sul tavolo, le due cameriere si resero conto che lo spazio del tavolo non era sufficiente per tutte quante e cercarono con lo sguardo il loro capo.
- Riportatele in cucina, - rispose serio quello, - mantenetele al caldo.
Non protestando, le due tornarono dietro al bancone, spiegando gli ordini agli altri cuochi del loro superiore. Questo, successivamente, si rispostò verso la destra della tavola, tornando dal suo curioso cliente.
- Mi hai sorpreso... Credevo di aver visto tutto nella mia lunga vita... Mai mi sarei immaginato di trovarmi di fronte ad un tale pokémon. Si dice che sia terribile, che la sua forza sia temuta in tutti e cinque i continenti. Un piccolo Riolu? Stento a crederci...
- Eheh, non c'è problema, - rispose il Grovyle, - non è l'unico a pensarlo.
- Satoru. Lo sai in che guaio ti sei cacciato?
- Ne sono consapevole, amico mio. Non ho intenzione di tornare indietro.
La povera lontra chiuse gli occhi in riverso silenzio, cercando di calmare la rabbia istantanea che stava provando di fronte alla mossa spericolata del suo amico. Fece dei sospiri lenti e controllati, per poi sbuffare sul culmine della meditazione.
- Uff... Mon Dieu... sempre il solito spericolato. Gli anni passano ma tu rimani lo stesso...
- (Mon Dieu?) - Si chiese Rukio sbattendo le palpebre.
Beji si rivolse al piccoletto, determinato ad essere il più chiaro possibile.
- Per la domanda di prima... ci teniamo che i turisti portati dai mercanti vedano la buona faccia di noi, quindi ho chiesto ai miei cittadini di mantenere un bell'aspetto al di fuori delle loro case, a discapito del loro arredamento, e in casi estremi anche del cibo.
- (I suoi... cittadini?)
- Non dovete stupirvi della nostra buona salute: Psichico, se usata bene, può fare delle cose meravigliose per la pulizia. Siamo pokémon delle specie più disparate: alcuni di noi sono in grado persino di prodursi il cibo da soli.
- U-un momento! I suoi cittadini? Chi è lei?
Il pokémon Reale si spostò verso il centro tavola, attirando con il suo sguardo l'attenzione di tutti i commensali.
- Di solito lo tengo come portata finale: mi piace stupire i clienti, in tutto e per tutto. Questo non è solo un ristorante: è anche casa mia ed ufficio sindacale. Esattamente: sono il sindaco di questa meravigliosa città, nonché secondo fondatore di Crillaropoli.
Batté il pugno sinistro sul suo petto, pronunciando orgoglioso il suo vero nominativo.
- Mizukage Soupe De Poisson Benji (*): questo è il mio nome.
A rimanere sconvolti, questa volta, furono gli esploratori: in quelle poche parole tutto suonò fuori dalla norma, rimbombando nelle loro teste come un fulmine a ciel sereno. Dal suo status a quel nome così insolito quanto importante: gli otto turisti tremarono dalla sorpresa.
- M-M-M-MIZUKAGE??!?! - Pronunciò sconvolto Drapion.
- C-cossssssa?!
Kenji fu quello di tutti a rimanere più colpito. Ne fu terrorizzato: l'ultima cosa che si aspettava era incontrare un Mizukage il primo giorno di arrivo in quel villaggio. Rukio notò subito quell'inquietudine proveniente dal compagno, ma rimase fermo e deciso a guidare la conversazione altrove.
- I-il sindaco? E ha fondato questo luogo?
- Esattamente. Io e Libero eravamo amici per la pelle: era un'idea che ci balenava da un po' e non è difficile intuire dove porti un ossessione.
- P-p-per tutti i Wailmer! L-lei ha detto Mizu-
Il Riolu stese la mano sinistra in avanti, sbattendo quella destra sul tavolo, onde a fare cenno a Drapion di fare silenzio. Weavile lo squadrò con sguardo serio: quell'azione improvvisa non era tipica del suo collega, così veloce quanto insolita.
Comprendendo lo squilibrio nell'animo della felina, la guardò dritto negli occhi, non accettando contestazione.
- Ho bisogno di parlarci io. Non interrompetelo, per favore.
Detto questo, si rimise educatamente sul divano, guardando intensamente il sindaco di Crillaropoli davanti a sé. Bevette un po' del tè verde che era rimasto nel suo bicchiere, per poi riprendere la conversazione.
- Capisco... deduco che lei non abbia tanti problemi economici. Essendo l'alta carica del villaggio, è normale avere una situazione migliore degli altri.
- Non sono un tiranno, se è questo che sta insinuando: da quando quel mostro è arrivato in città, ho diminuito le tasse ai miei cittadini del novanta per cento. Non che ce ne fosse bisogno: qui si paga quello che si mangia, è giusto che riceva per il mio lavoro e non per una posizione differente. Avrò anche ottantaquattro, ma non dimenticherò mai il motivo dell'esistenza di questa città.
- Lei... non mangia da tanto, vero?
L'espressione seria di Benji tornò ad essere sorpresa.
- Quando Satoru le ha detto chi siamo, si è distratto e ha lasciato cadere i piatti. Mentre gli raccoglievo, per un attimo mi è sembrato che la sua pancia fosse più piccola di quella che ci sta facendo vedere. Hoshi Hōseki, eh?
Lo Slowking sorrise nervosamente.
- Incredibile... penso che sia la prima volta che un forestiero riesce a smascherare questa nostra tecnica! Credevo che, ormai, le informazioni sugli Akabara fossero andate perdute...
- Non è una tecnica facile... ci abbiamo provato più volte, ma non ci siamo riusciti. Non è qualcosa che un pokémon comune può imparare... Se voi siete in grado di usarla a vostro piacimento, dovreste essere in grado di usare tecniche per ribellarvi. Perché avete lasciato che Kurokiba Sobek vi comandasse a bacchetta?
Dritto al punto: se c'era un modo per guidare il flusso di una conversazione era dire affermazioni inconfutabili che esigevano risposte mirate, guidate dalla stessa domanda. Il Mizukage non poté evitare la richiesta del piccolo licantropo: distolse lo sguardo verso il terreno, rimanendo in silenzio per qualche secondo, per poi rivolgere di nuovo l'attenzione al suo piccolo cliente.
- Noi... non vogliamo la violenza.
La frase risultò dolce quanto ferma, sinonimo di una grande convinzione.
- Non siamo deboli: avremmo potuto combattere, non lo metto in dubbio. Ma il pensiero di perdere altre vite ci spaventava. Potrei dire che, in realtà, quei mostri sono aldilà della nostra portata, e non è così diverso dalla verità... Però... la verità è che il combattimento non è nelle nostre corde. I pochi che potevano fare qualcosa sono stati annientati e privati dell'orgoglio: a chi osava scappare-
- Venivano privati degli arti importanti, - continuò il piccolo licantropo.
Il pokémon Reale si zittì un attimo, riconoscendo la validità delle sue parole.
- Ci ha spiegato abbastanza il signor Satoru su questo. Mi interessa sapere chi siete e cosa sia esattamente questo villaggio.
- Per quale motivo? Non credo sia questa la ragione per cui siete qui.
- Voglio sapere perché questo Sobek abbia preso di mira questo villaggio e rimanga nascosto in questa zona.
- E' un criminale! Non ha altri motivi se-
- Falso.
Sgomento, Benji perse il fiato, che si smarrì nei meandri dell'incertezza di quell'affermazione.
- Che senso ha mutilare dei prigionieri invece di ucciderli? Non sono civilizzati, giusto? Ho sentito dire che si cibano anche di altri pokémon: prenderebbero due piccioni con una fava eliminando i ribelli, invece gli lascia vivi. La politica del terrore non cambia se la punizione è un pegno in organi o la morte diretta. Invece è andato per la mutilazione... Ha senso se si pensa che vuole forza lavorativa per produrre beni, ma non ha messo in conto un aumento della popolazione più avanti e un eventuale ribellione? Senza contare il fatto che scelga "l'arto più importante", che varia da specie a specie. Per non parlare delle tasse... Se siete messi così male che il sindaco è costretto a fare la fame per il suo popolo, non è difficile immaginare che siete portati a distruggervi lentamente. Sofferenza e autodistruzione: è questo quello che vedo. Un altro anno, altri due: il risultato non cambierà.
La lontra rosa si morse le labbra: non aveva mai pensato a nulla di tutto ciò. Che senso aveva trattarli così male se, vedendola in un'altra direzione, i Kuroi Kiba dipendevano da Crillaropoli? Non aveva mai cambiato i termini del "contratto", se non nell'aumentare leggermente di volta in volta il tributo da pagare.
Tutto ciò lo colpì come un fulmine a ciel sereno, così come i colleghi del piccolo licantropo e il vecchio Satoru. Aveva pensato a tutto quello in questa giornata? O era un intuizione portata sul momento?
- N-non... non lo so... - rispose con lo sguardo verso il basso, - n-non ci ho mai riflettuto su questo, s-se devo essere sincero...
- Per favore. Voglio sapere tutto. Dal perché è stato fondato il villaggio alla vostra identità. Mi incuriosisce molto il fatto che conosciate le tecniche degli Akabara, quando è una conoscenza che sui libri comuni non è presente.
Per qualche secondo, il sindaco si rinchiuse nel suo guscio. Davanti a lui aveva un pokémon arguto che vedeva molto da lontano, che esigeva le risposte giuste alle giuste domande. Un Riolu deciso, volto ad andare fino in fondo per riuscire nei suoi obiettivi: questo assimilò dalla sua persona il vecchio Benji. Non ebbe più alcun istante di esitazione, dopo quell'attimo.
- Molto bene. E' giusto che voi sappiate. Dopotutto... se il motivo per cui siete qua è quello che penso... dovete sapere ogni cosa, e del perché siamo rimasti nascosti per tutto questo tempo.
Si spostò verso il centro del tavolo, per poi schiarirsi la voce con un leggero colpo di tosse. Chiuse ancora una volta gli occhi, con il viso rivolto verso l'alto, come se dovesse fare una preghiera ad una divinità o a qualche caro caduto, per poi guardare di nuovo davanti a sé, con la mentalità di un anziano saggio, pronto a istruire le generazioni future.
https://youtu.be/cFQLWVl6-ws
(ost puella in somnio)
- Crillaropoli, il villaggio cristallino. Questo paese era nato dalla volontà di isolarsi dal mondo alla ricerca della pace, liberi in un unico luogo dalle battaglie territoriali e da criminali in cerca di nuovi giocattoli. Nessuno di noi aveva una volontà malvagia: come credo vi abbia almeno dello Satoru, siamo rifugiati di guerra che hanno rinunciato ai combattimenti per vivere in armonia, dimenticando le divergenze e le avversità. Quale guerra vi chiederete...
Drapion si appoggiò coi gomiti sul tavolo, deciso a stare attento anche lui al racconto.
- La sua esistenza è stata cancellata dai libri di storia per evitare che qualcuno ricordasse tale orrore... talmente la ferita di essa è stata profonda. Lo so che sarebbe scorretto. Dopotutto, siamo comuni pokémon: esseri mortali imperfetti, inclini all'aggressività e all'errore. Sono sicuro che sia stata una motivazione simile per il fatto che nessuno avesse saputo dell'esistenza della Materia Oscura, fino a due anni fa.
Prima di continuare, guardò dritto negli occhi Rukio.
- Lo so che te lo dicono in tanti, ma ti ringrazio di cuore per quello che hai fatto.
- Non c'è problema. Non è necessario ringraziarmi, - rispose, a sua volta sorridendo, - il fatto che siamo qui a parlare è un ringraziamento più che sufficiente.
Fece un leggero movimento di labbra, come se avesse voluto sorridere di fronte all'elegenza e la gentilezza del piccolo licantropo.
- La storia serve a questo: imparare dagli errori del passato. Ma quello che è successo quarantanni fa fu davvero troppo. Sono sicuro che, dalla conoscenza comune, vi sia stato detto che i clan appartenevano alle generazioni passate, gruppi di pokémon che volevano riunirsi per cercare qualcosa di più dalla sopravvivenza. La verità è differente, purtroppo...
Per qualche secondo, il respiro degli esploratori rallentò, in attesa palpitante dell'affermazione successiva.
- I clan non sono delle entità così distanti dal nostro tempo. La loro esistenza... è terminata solo di recente: undici anni fa, per la precisione.
- Undici anni fa? Solo? - Chiese la felina, - Eppure non ricordo di averli mai sentiti nominare fino a questi giorni...
- Con la conclusione della guerra la maggior parte dei clan sono stati sciolti, ma la loro scomparsa definitiva è avvenuta undici anni fa, con l'estinzione degli ultimi due clan rimasti...
Nervoso per il suo stesso discorso, lo Slowking cominciò a passeggiare verso sinistra.
- Nati da un capriccio, nati da una volontà, nati dalle stesse passioni: questi gruppi di pokémon avevano l'obiettivo comune di fondare una propria comunità, alla ricerca di sostenersi l'un l'altro. Col tempo, si sono consolidati in vere potenze, sparse per il continente e ammirate o temute a seconda dei casi. Tra trasformazioni, scioglimenti e altre decisioni, sei furono riconosciuti come clan effettivi, la cui appartenenza significava essere qualcosa di più vicino ad un elitè. Il clan dedito alla difesa della natura: gli Akabara della Terra del Vento. Il clan errante dedito all'equilibrio: i Takisō. Coloro che bramavano lo splendore: gli Aurorum della Terra dell'Erba. Coloro che custodivano la gentilezza: i Shirotsutsuji, sempre della Terra dell'Erba. I portatori dell'ordine: gli Haō, Terra del Vento. Ed alla fine... i clan più rivoluzionario, coloro che combattevano per i deboli ed erano alla ricerca non solo della loro pace, ma di quella di tutti i cinque continenti: il mio clan natale, i Mizukage della Terra della Nebbia.
I pokémon dei tre team spalancarono gli occhi, rimanendo immobili verso il narratore, che nel frattempo si era spostato a destra. Ormai tutti i loro nervi erano attivi per assimilare ogni possibile informazione che sarebbe uscita dalla sua bocca.
- Le mie radici mettono piede da una volontà pura: la nascita del clan era dovuta all'idea che tutti avevano il diritto alla vita, non solo i più forti. Anche se non ho basi, sono convinto che il primo avvento della Materia Oscura sia una delle motivazioni principali per cui era nato questo clan. Per noi, l'esistenza era ciò di cui più importante ci potesse essere, ed il nostro obiettivo era diffondere il verbo agli altri nostri coetanei, creando un mondo nuovo dove ognuno potesse essere libero di correre per il mondo alla ricerca delle più grandi avventure, perdendosi in paesaggi stupendi e godersi la brezza del vento in un soffice prato. L'idea delle missioni e delle richieste era una nostra idea, che poi è stata importata in quella che conoscete come "Società Esplorativa".
Il cuore di Rukio sussultò a quelle calde parole: quella era l'esatta volontà di Amelia, con parole diverse. La sua mente fu completamente rapita dal monologo dello Slowking.
- All'inizio non c'erano ricompense: davanti al villaggio d'origine, Albachiara, venne costruito un enorme bacheca di legno, dove ogni pokémon poteva affliggervi una richiesta. Le tecniche che sviluppammo derivano da conoscenze misteriose, il cui seme si trova nel mondo umano. Non abbiamo mai avuto idea di come ci siano state reperite, ma ne abbiamo fatte tesoro e la maggior parte le abbiamo trasformate in tecniche per la difesa e per il salvataggio, volte a risolvere le situazioni più disparate. Uno stile fluido come l'acqua, la fonte della vita e l'essenza stessa del nostro spirito: lo abbiamo chiamato "Mizu Ninpō".
Ad Arbok scesero le lacrime agli occhi.
- Il ssssignor Ssssshinso... è un pokémon fantastico!
Rukio e Kenji sbiancarono, mentre Beji si voltò confuso verso il cobra.
- Chi?
- E' un nostro compare, - rispose Drapion, - non è qui perché ha accompagnato la signora Lana a casa diel signor Satoru! Anche lui è un Mi-
- ETCIU!
Improvvisamente, il Grovyle starnutì violentemente sul tavolo, facendo scivolare una ciotola vuota ai piedi di Benji, rompendola. Preso dal racconto, non riuscì ad afferrarla con Psichico.
- Oh... chiedo perdono.
- N-non fa niente... ne abbiamo tante! - Rispose educatamente il sindaco. Purtroppo per lui, la felina non fu così clemente.
- Dannato stuzzicadenti... Riesci per una buona volta a non fare disastri?
- Scusami, micetta. Non so cosa mi sia preso...
- NON CHIAMARMI MICETTA!
- Non badi a loro: continui il discorso, - intimò il Riolu.
Fece un leggero colpo di tosse, per poi continuare.
- Come vi stavo dicendo... In principio i Mizukage erano adibiti al bene. All'inizio tutto procedeva a gonfie vele: il sistema sembrò funzionare. Non avevamo bisogno di ricompense: producevamo tutto da soli, tramite coltivazioni e raccolta di funghi. E' da mia madre che imparai come cucinarli: ricordo come se fosse ieri la deliziosa Ratatouille che mi preparava Sabato a pranzo. Ma questa è un'altra storia...
La bocca dello Slowking perse il gusto dolce per sostituirsi all'amaro. Era arrivato al punto di svolta: il tono del monologo sarebbe cambiato in uno più grave, rimembrando quella brutta storia.
- Il seme era nato dal bene, ma alcune foglie seccarono e marcirono, rischiando di rovinare anche l'albero principale. Non ero ancora venuto in questo mondo: ho imparato tutto tramite i libri, quindi non so quanto possa essere attendibile la mia versione. Nonostante la qualità del lavoro e il benessere dei miei avi, le nuove generazioni cominciarono a chiedersi sulle motivazioni che spingeva i Mizukage a sacrificarsi in quel modo, andando a dubitare persino del senso delle opere samaritane. Cominciarono a chiedersi perché non fossero riconosciuti come superiori rispetto agli altri, del perché non ricevessero ricompense consone al duro lavoro e del perché bisognasse impegnarsi così tanto, quando era chiaramente impossibile sopprimere tutto il male del mondo. Un secondo seme germogliò nel giro di una decina d'anni, andando a formare una scissione all'interno del villaggio. Ci furono scontri, ci furono battaglie, ci furono perdite: alla fine, la parte giusta del villaggio riuscì a prevalere sui disertori, sconfiggendo la parte malvagia. Tuttavia, questa era una sconfitta da ogni fronte: non solo le tecniche che i miei antenati avevano sviluppato erano state usate per la violenza, andando a togliere vite, ma avevano alzato le armi contro i loro stessi fratelli, finendo per autodanneggiarsi gli spiriti. Da quel giorno i miei antenati impararono un'importante lezione: non c'è bontà completa se non si ha la forza di mantenere gli ideali. Riconoscendo tale errore, non si sentirono di eliminare definitivamente gli ultimi protestanti, che nel frattempo avevano compreso il dolore e l'orrore di alzare le armi contro i propri fratelli, ma decisero di bandirli, nella speranza di trovare la risposta alla domanda di quale fosse la strada giusta da prendere. Anche dietro quell'atto c'era una volontà buona: il perdono; la riconciliazione; ridurre la sofferenza. Quello... fu l'errore più grave che i miei avi avessero mai fatto.
La sua espressione divenne sconsolata e tetra, come chi dovesse finalmente rivelare un orrendo peccato.
- I reietti si allontanarono al punto di isolarsi, per non avere più a che fare con il vecchio villaggio, fondandone uno loro e creando le loro regole. La volontà ereditata dai vecchi fratelli non cessò di esistere: divenne più forte che mai, fino a raggiungere il lato più estremo della giustizia. Dopotutto entrambi volevano la stessa cosa: un mondo senza il male, senza i conflitti e senza la guerra. Se possiamo identificare il vecchio villaggio come la luce bianca che salvava il male, il nuovo divenne il fascio nero che cancellava tutto ciò ritenuto un ostacolo, buono e malvagio che sia. Il loro obiettivo non divenne più la semplicemente la pace, ma l'elevarsi agli altri pokémon nell'ombra, per affinare le proprie abilità e diventare dei geni del combattimento, il cui solo nome doveva incutere timore e rispetto. Puntarono a diventare i migliori, con la speranza di poter guidare le generazioni future con la forza e la paura, imponendo i propri ideali. Col tempo... il combattimento divenne per loro più che un modo di essere i migliori: cominciarono a sviluppare un piacere per il sangue, arrivando a sviluppare tecniche che mettevano in luce la bravura dell'uno sull'altro, la cui soddisfazione non risiedeva nell'utilizzo, ma nella riuscita in ciò che gli altri non potevano fare. Le richieste di soccorso divennero esigenti: le ricompense per il loro lavoro erano esorbitanti, ma garantivano il 100% di riuscita. Era difficile trovare il servizio dei Mizukage più conveniente del nuovo clan, se non fosse per un tipo di richiesta che ci eravamo sempre rifiutati di fare, forte del nostro codice morale...
Lo sguardo del fondatore si incupì: il solo pensare a "loro" gli fece dimenticare ogni emozione positiva, lasciando spazio a rabbia e severità.
- Quella fu la nascita del clan più spietato delle cinque terre, che in futuro avrebbero fatto tremare l'intero pianeta e che avrebbe distrutto l'entità degli altri clan, dando inizio alla Guerra dei Sette Giorni, la grande macchia nella storia dei Pokémon.
Un brivido freddo si accavallò sulle schiene degli esploratori, lasciandoli inermi davanti a quel nome mai pronunciato prima.
- Il clan degli assassini: gli Shinikage. (*)
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- Lalla lalla laaa... abbiam trovato le baccheee! Lalla lalla laa... abbiam trovato le baccheee!
Centosettantesimo anno del drago, ore 17.50. Lana e Shinso erando di ritorno dalla casa di Satoru. Avevano impiegato quaranta minuti per riuscire a trovare i rimedi necessari per rimettere in forze un esercito, tale era la mole di lavoro necessaria per prendersi cura dell'intero team.
Tra Baccaquirizia, Baccacedro e Baccarancia, erano riusciti a mettere le mani su quaranta bacche diverse, distribuite equamente nelle borse dei due. Durante la ricerca, il Frogadier era diventato più taciturno e triste che mai: il suo respiro era lento e controllato, mentre il suo sguardo era basso e puntava al terreno, tipico di chi provava rammarico e desolazione nei confronti di qualcosa o qualcuno.
- Lalla lalla laaa...
Quando era entrato in casa del vecchio Crustle, gli si era stretto il cuore: sia il tatami che le credenze erano rovinati da graffi e zampate, rendendo il pavimento più vicino al bianco pagliericcio più che al suo colore verde originale.
Gli scaffali di legno mostravano chiari segni di fratture, incollate tra di loro per rendere possibile il loro mantenimento. Non era possibile notarlo al primo sguardo, ma prima, tra i legni, vi erano sicuramente dei vetri sulle ante delle credenze, probabilmente rotti da qualcosa precedentemente.
Le scale per il piano superiore mancavano di qualche scalino, rendendo impossibile al pokémon Scogliocasa salire di sopra. La Sunflora spiegò che, a causa della scarsa materia prima presente e della possibilità che, durante il raccolto del pegno, gli scagnozzi di Sobek potessero rompere costruzioni più importanti, il vecchio Satoru aveva rinunciato a sistemare la sua casa per evitare di togliere un aggiustamento a chi ne avesse bisogno.
Per il vetro non era possibile fare niente: l'unico esperto, a detta della pokémon Sole, era anche uno dei primi esploratori che aveva provato ad opporsi al Kurokiba le prime volte, un Magmortar che perse entrambe le braccia per la sua sfida.
La Schiumorana non era riuscito a rimanere indifferente davanti a tale scenario: prima di ricongiungersi ai suoi colleghi, aveva utilizzato il suo Kōri Kunai per correggere la mancanza di vetro, così come gli scalini mancanti. Visto che mancavano da un bel po' i proprietari, si mise anche a pulire la loro casa, facendola diventare uno specchio.
- Sei più affidabile di quello che vuoi fare credere!
All'improvviso, Lana interruppe la canzoncina per rivolgersi al ninja d'acqua, con un sorriso solare ed allegro. Shinso si voltò verso di lei con un'espressione senza emozioni, per poi tornare a guardare verso la strada.
- Ho apprezzato molto quello che hai fatto... Si vede proprio che sei una brava persona.
Il Frogadier guardò verso il cielo, meditabondo: le nuvole avevano una forma piccola e paffuta, componendo un allegro cielo a pecorella.
- (Una brava... persona, eh?)
Non disse una parola per rispondere alla Sunflora, continuando a procedere lungo l'enorme via che stavano percorrendo. La pokémon Sole percepiva l'aria pesante che si era raccolta intorno a quello strano pokémon blu, ma era decisa a non mollare e fare in modo che potesse aprirsi alla Schiumorana più di quanto lui non volesse fare.
- Sai... quando ho scoperto che avrei dovuto collaborare con voi non stavo più nella pelle. Era da tanto che non scambiavo delle parole con i miei vecchi compagni di gilda. Questo problemino in cui mi sono cacciata è più pesante per me, di quanto non lo sia per loro. E' un fardello che mi devo portare da sola: se gli avessi chiesto aiuto... probabilmente li avrei trascinato con me.
Il Frogadier inclinò la testa leggermente verso di lei, per poi farla tornare dritta.
- Dimmi... anche tu hai un problema simil-
- No. Sono a posto.
La risposta suonò quanto più repentina e precipitosa possibile: il suo nervosismo gli giocò un brutto scherzo, affermando troppo preponderantemente la volontà di non proferire parola sull'argomento. Megumi sussultò, rimanendo con la bocca aperta. Tuttavia, Shinso si voltò verso di lei con un sorriso fermo e sereno. In un'altra occasione, questo avrebbe espresso felicità. Invece, dopo quella frase, divenne più un "va tutto bene, non ti preoccupare per me".
- Sono solo un po' stanco. Tutto qui.
Dopo quella frase, tornò con il viso verso l'orizzonte, per poi chiudere gli occhi e mettersi le mani dietro la testa.
- Questa storia mi ha stufato, sinceramente... vorrei tanto tornarmene a casa e riposarmi. Se non c'è un tesoro, le esplorazioni sono per me una noia...
- Capisco... - rispose avvilita la pokémon Sole. Accorgendosi di aver tolto il sorriso ad una signora, la mente della Schiumorana vacillò.
- (Cra! Che cosa ho fatto? Era così allegra prima... stupido! E' colpa tua che adesso è ridotta in quello stato! Si stava solo preoccupando per te: c'era bisogno di fare mister nonhovogliadifareunc**zo? Però...)
Il suo viso tornò triste, abbassando gli occhi.
- (Forse... è meglio così).
Continuarono a camminare senza parlarsi, fino ad arrivare alla grande piazza di nuovo. Il ninja fece per girarsi a sinistra, ma la Sunflora lo fermò.
- A-aspetta... non dobbiamo andare di là. A destra.
- Oh? Mi sono confuso... mi scusi.
Fece per rivoltarsi nella giusta direzione, ma, invece di procedere, finì a terra, spinto da qualcosa dalla via di entrata. Si ritrovò coperto dalla testa ai piedi di scatole e bacche, che lo sbatterono al suolo con veemenza. Batté il lato destro della sua guancia sulle mattonelle, facendosi dei graffi leggeri.
- Ahiaiai...
Si coprì il lato danneggiato con le mani, segno di dolore.
- OMG! S-sta bene? - Chiese preoccupata.
- Mon Dieu... che male.
- M-MI SCUSI!
La voce di una ragazzina indifesa risuonò da dentro una delle scatole incriminate.
- (Una... scatola?)
- N-non stavo guardando dove andavo... EH? DOVE SONO? NON VEDO NIENTE! AAAAAAAAAAAHHH!
Shinso si mise in una posizione seduta, guardando quella scatola parlante con un misto di incredulità e avvilimento.
- (Ma che...)
- DOVE E' LA MIA FACCIA?!
- S-si calmi, per favore, - disse il Frogadier, - non è successo niente...
- COME NO?! E' TUTTO BUIO!! HO PERSO LA TESTA!!! COME FARO' A MANGIARE SENZA LA TESTA?!
- N-non credo che una scatola di cartone possa mangiare di base...
Il ninja si alzò in piedi, togliendosi la polvere dell'asfalto dalle gambe e dal didietro. Mise le mani avanti, per aprire l'improbabile pacco regalo che si trovava di fronte. Sollevò il coperchio, cercando di tranquillizzare la svampita pokémon.
- Ecco, vedi? E' solo una sca...to...
https://youtu.be/tcCQtK8UdJ4
Piano piano, la povera ranocchia perse lentamente il fiato. Si trovò di fronte a dei grandi occhi dalla sclera nera e la pupilla rosa, rigonfi di lacrime e paura. Il piccolo sorriso triste, con un altrettanto minuscolo dentino, unito alle sue orecchie ribassate, formate da tre pon pon in serie, intenerì l'animo conflitto del Frogadier, lasciandolo senza parole. Era una Brionne, una pokémon Pop Star: un tipo Acqua dalle fattezze simili ad una piccola foca dai lineamenti simili ad una sirena.
Quella rimase a guardare la Schiumorana in quel modo per una ventina di secondi, senza un motivo logico, per poi allontanarsi di getto, imbarazzata.
- S-SCUSAMI! - Disse la piccoletta, - N-NON.. AAAAAAAAH!!!
Avendo la testa completamente bloccata nel cartone, il suo corpo si sbilanciò, finendo a terra con il corpo per aria. Avendo la scatola perfettamente appoggiata a terra, rimase bloccata in quella posizione stupida, come una tartaruga con la pancia all'insù.
- AAAAAAAAAAHHH!!!! NON CI VEDO DI NUOVO!!!
Stralunato e confuso da quell'avvenimento, Shinso scosse la testa, per poi avvicinarsi di nuovo a lei e sollevarla da terra per la scatola.
- KYAAH! CHE COS-
- La prego: stia un attimo ferma.
Il ninja la capovolse di nuovo, per poi mettere le mani sugli angoli del cartone, strappando la scatola e liberando dalla presa la testa della Brionne.
- O-oh...
- Va meglio?
- G-grazie... ero.. finita dentro la scatola?
- Eh già...
La ragazzina girò la testa di lato, completamente in imbarazzo: aveva fatto una figuraccia davanti ad uno sconosciuto, e probabilmente anche davanti a tutti i suoi paesani, visto che aveva urlato a squarcia-gola. Il pensiero di questo la fece tremare come una foglia e inumidire gli occhi.
- S-scusami... Ho... paura del buio. Ovunque io sia, s-se mi trovo al buio anche solo per un istante... N-non capisco più niente...
Il Frogadier sospirò rassegnato, cercando di apparire il più calmo possibile per non spaventare inutilmente la povera pecorella smarrita.
- Non ti preoccupare: va tutto bene. Sono cose che capitano!
Si guardò in giro. Senza dire altro, vedendo a terra tutte quelle bacche impolverate e le scatole vuote, creò una palla d'acqua dalle mani, per poi mettersi a pulire con cura una ad una la frutta caduta.
- O-oh! N-non c'è bisogno! - Disse lei, - è colpa mia ci penso io... a...
Questa volta fu la Brionne a perdere le parole. Si fermò a guardare quello sconosciuto mentre raccoglieva i suoi oggetti: aveva un sorriso calmo e gentile, bello e al tempo stesso malinconico.
Non aveva mai visto un pokémon del genere: i suoi occhi pesanti sembravano dovere affossarsi nel terreno da un momento all'altro, ma quella bocca larga, solare, ricolma di sincera felicità, fecero più pensare più ad una ricerca di liberazione, più che ad una fuga.
Non disse più altro: invece di fermarlo, lo aiutò a rimediare al suo incidente, facendogli capire che le bacche avevano un posto preciso dove essere riposte. Insieme le sistemarono come erano prima, concludendo il lavoro.
- G-grazie... - disse la piccoletta.
- Prego. E' un piacere!
La Schiumorana si rialzò dal suolo.
- Comunque... se posso permettermi: come faceva a portare tutte quelle scatole? Non mi fraintenda, ma... non sembra averne il fisico.
- Il... n-na...
Il suo bisbiglio fu talmente debole che Shinso dovette chiedere di nuovo, abbassando la testa per avvicinarla a quella della Pop Star.
- Come scusi?
- Il... naso... uso il naso... per tenerle in equilibrio...
- Ah... capisco, - disse sorridendo. Quando si rese conto della difficoltà di tale esercizio, il Frogadier rimase shockato.
- EXCUSE MOI?! QUELLE CINQUE SCATOLE?!
- S-sì...
- C-come diavolo fa?! Non riesce nemmeno a guardare dove va così!
- S-sì che riesco! L'ho fatto tante volte!
- Non ci credo!
- M-ma è la verità...
Il Frogadier chiuse gli occhi, grattandosi la parte dietro della testa.
- Mon Dieu... Non cambia il fatto che sia tremendamente scomodo... se non può portarle insieme, perché non si è fatta aiutare?
La Brionne affossò di nuovo lo sguardo verso il basso.
- N-non voglio farmi aiutare... Lo faccio... sempre da sola... - disse voltandosi lentamente a sinistra.
Lo sconosciuto si accorse della toga azzurra che ricopriva il suo torso, legata sulla sua spalla destra.
- Se non vuole farsi aiutare poteva togliersi quella veste... Non deve essere facile saltellare per la città con quell'indumento...
Rimasero in silenzio: il primo attendendo una risposta dall'altra, mentre la seconda non sapeva come liberarsi di quel fatto tanto imbarazzante quanto inquieto. La ranocchia incrociò le braccia, cercando di capire un modo per risolvere quella situazione.
Immobile in quella posizione, non ebbe esitazione nel fare la mossa successiva: nonostante non dovesse dare nell'occhio più che mai in quel villaggio, quella figura così debole e insicura lavò via dal suo animo il peso della sua condizione, mostrando a lei la piccola crepa che la sua maschera aveva già da un po', allargandola fino a vederne un occhio.
- Dove è diretta? Le do una mano.
- E-eh?
- Non ha bisogno di farsi problemi.
Shinso prese le cinque scatole, sollevandole da terra.
- Non c'è niente di male nel chiedere aiuto, una volta tanto.
- M-ma...
- Va tutto bene, mademoiselle. Non lo do a vedere, ma quando voglio so essere affidabile! Per oggi si riposi: ci penso io.
La Brionne si sentì felice, nonostante fosse un pokémon qualunque, oltretutto un forestiero. Non si diede una ragione, ma, per qualche motivo, quella ranocchia gentile le ispirò fiducia e serenità, sollevandole il cuore da un peso recondito.
- T-ti ringrazio.
- Cracra! Non c'è di ché, piccola Brionne - rispose sorridendo. Senza proferire parola, la pokémon Pop Star procedette in avanti, deviando dal percorso principale della Ranocchia.
- B-brina...
- Uh?
- M-mi chiamo B-brina...
Shinso si lasciò scappare un altro sorriso felice.
- Va bene, Brina-chan.
- E... tu?
Il ragazzo si girò verso Brina, con uno sguardo trasparente ed intenso. La maschera non si era tolta ancora del tutto: ciò che si celava dietro non poteva ancora venire alla luce, per proteggere le persone che stavano a cuore a lui.
- Io... sono solo un semplice Frogadier, - disse sorridendo.
I due si persero all'orizzonte, lasciando la povera Lana completamente da sola e imbambolata. Non aveva proferito parola per tutta la loro conversazione, venendo rapita dal comportamento inaspettatamente galante di quel pokémon chiuso in sè stesso. Fece un sospiro di rassegnazione, per poi alzare le sue foglie al cielo.
- Eheh... ma pensa te... che tipo!
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https://youtu.be/eoaajiqf1Pc
Gli esploratori rimasero a guardare quella figura solenne davanti ai loro occhi, con lo sguardo d'inquietudine di chi aveva visto con orrore un mostro davanti ai suoi occhi. Persino Rukio aveva la bocca spalancata e le guance sudate: la gravità del tono di Benji, unita al nome di quel clan che, per una ragione che non riuscì a spiegarsi, fecero perdere la calma persino a lui.
- S-shini...kage?
- C-clan d-di... assassini? - disse la Lopunny.
- (C-cos'è... questo? - Pensò la felina, - non ho idea di che stia parlando: non è nemmeno la prima volta che ho a che fare con gente che uccide i pokémon... perché... sono impaurita? Io?)
- P-per tutti... i Kakuna... - bisbigliò Drapion, anche lui scosso.
- Come vi ho già detto, il mio nome è Mizukage Benji. All'epoca avevo vent'anni ed ero già uno Slowking. Incontrari Libero alle pendici di una cascata, con il ventre rovinato e svenuto per uno sforzo immane. Non ci pensai due volte a curarlo: conosco la mossa Ondasana, quindi per me fu un gioco da ragazzi. Di solito i Milotic sono creature solitarie: la loro bellezza è talmente folgorante che sono sempre al centro dell'attenzione, quindi per natura cercano sempre di isolarsi dal resto dei pokémon. La sua coda veniva considerata una prelibatezza, al pari della Codaslowpoke: pensai avesse combattuto contro qualcuno in cerca di quel bocconcino. Invece... scoprì con stupore che aveva percorso da solo quasi cinquanta chilometri sul terriccio. Rimasi sconvolto: all'inizio non me ne capacitai del perché un pokémon d'acqua come lui si fosse spinto a tanto. Dopo averlo sistemato, seppi successivamente che aveva approfittato di un disordine nel suo clan per fuggire da esso. Non ha mai voluto rivelarmi quale fosse: insistette per essere chiamato con il nome di Libero.
Libero: un nome proprio associabile a libertà, il non essere vincolato da niente. Era esattamente così, infatti, che Benji rammentava il bizzarro Milotic.
- Se è possibile dare l'aggettivo di "strano" ad un pokémon, lui era il più strano di tutti: nonostante stesse per bussare alle porte del paradiso, quando si svegliò cominciò a farmi domande che non centravano nulla sulla sua condizione. Voleva sapere tutto: chi fossi, da dove venissi e quali fossero le mie passioni. Quando invece chiedevo a lui qualcosa, mi rispondeva "è un segreto", con un sorriso beota sul volto. Non voleva che lo portassi a casa mia e nemmeno che gli indicassi un posto dove stare: voleva riprendere subito il viaggio nonostante la sua condizione. Riuscì in qualche modo a convincerlo a riposarsi, sistemandolo in una grotta con un focolare. Quando gli arrostì qualche fungo che avevo raccolto e lo mangiò, il suo volto divenne felice come quello di un bambino. Quando seppi che era dieci anni più grande di me non ci volevo credere!
Il tono dello Slowking cambiò: il rammentare i dolci ricordi con il suo vecchio amico lo liberarono leggermente dalla morsa delle storie difficili.
- Mi disse il suo obiettivo: fondare un villaggio dove chiunque potesse rifugiarsi per fuggire da qualcosa, da una famiglia troppo opprimente o da un dungeon invivibile. All'inizio voleva solo salvare coloro che volevano stare per i fatti propri degli altri clan: quando io ero ancora al mio villaggio natale, c'erano degli attriti non trascurabili tra di loro. Stavano cominciando ad affermarsi e ad espandersi: divenne normale discutere di questioni territoriali. Gli Aurorum erano già spariti da quello che sapevo: in quel periodo non si fecero mai vivi. Decise di punto in bianco che avrei dovuto seguirlo: non mi chiese il mio parere, ma mi ordinò di venire con lui. Non che fossi completamente contrario: anche il mio villaggio aveva problemi di questo tipo, costringendo ad adibire alcuni dei nostri a combattere per la vita e la difesa di Albachiara. Ma perché dovevano essere tutti pessimisti? All'epoca, era questa la mia corrente di pensiero. Ero un ingenuo: credevo che alla fine avremmo risolto nel migliore dei modi. Ma lui riuscì a convincermi, in un modo inconfutabile e inviolabile. Ne avevo sentito parlare, ma non ne avevo mai avuto una dimostrazione: al villaggio nessuno era in grado di farlo. Libero era in grado di aprire il portale dell'origine, il Genshinomon.
Ormai le espressioni dei nostri compagni divennero stagne: da quel racconto con così tante informazioni particolari si sarebbero continuamente stupiti, quindi nel loro cuore cominciarono ad accettare un futuro improbabile.
- L'aveva sempre tenuta segreta per paura che i suoi fratelli la usassero per scopi poco ortodossi, riconoscendolo come un potere pericoloso. Riusciva a fare quello che nessun altro mortale era in grado di fare: prevedere il futuro.
Scossero la testa, per poi spalancare gli occhi, stupiti.
- La mia faccia fu la medesima della vostra. Spiegandomi l'abilità, mi disse che funzionava a voci: chiudendo gli occhi era in grado di sentire dei bisbigli nella sua testa. Se si concentrava su un qualcosa di particolare, poteva avere una visione su quell'oggetto e persona. Mi fece subito una dimostrazione: riuscì a prevedere, nonostante fosse estate, una nevicata improvvisa alle quindici del giorno dopo. Fu così che riuscì a convincermi a seguirlo: mi disse che aveva predetto una grande guerra tra i clan, che avrebbe tolto la vita ad un sacco di pokémon innocenti. Fondammo un piccolo villaggio per raccogliere coloro che non potevano lottare e volevano trovare la gioia della vita in armonia, un villaggio dove le lacrime potessero essere solo un lontano ricordo: Crillaropoli.
Qui si prese una pausa, alzando gli occhi al cielo.
- All'inizio eravamo solo una ventina: giovani allegri e bonari, ma anche artisti e coltivatori. E' in quel periodo che ci siamo conosciuti io e Satoru.
- Bei tempi... - commentò il Crustle.
- Nel giro di una decina d'anni diventammo mille, e la forma della cittadina lontana dal tempo prese sempre più forma. Questo spazio l'avevamo scelto in modo che fosse lontano dagli altri clan, completamente isolato. Onde evitare di rimanere indietro o di avere a che fare con minacce esterne, alcuni di noi si dedicarono al combattimento, imparando tecniche di camuffamento e di fuga. Da questo lato fummo molto fortunati: tra alcuni di noi si insediarono degli Akabara e dei Takisō, che ci fornirono tutte le loro conoscenze e le loro tecniche più efficaci. Eravamo felici. Davvero felici...
Il suo sguardo cadde di nuovo sul terreno, così come gli angoli della sua bocca.
- Il sorriso svanì allo scoccare dei miei quaranta anni. Il villaggio fu colpito da una crisi che cambiò il morale del nostro paradiso celato. Dovettimo fronteggiare due muri invalicabili. Il primo, fu una malattia che colpì il povero Libero, una malattia incurabile chiamata "Seppuku no Kyōjinji".
Il team Skyraiders e il team AWD aveva già avuto a che fare con quel morbo: i loro sguardi si assottigliarono nella comprensione.
- Nemmeno con le conoscenze delle nostre Shirotsutsuji, che nel frattempo avevamo accolto alcuni di loro, fu possibile fare qualcosa. Se avete visto la statua nella piazza principale, potete immaginare come sia andata a finire...
Rimase in silenzio per una decina di secondi, in segno della suo sentimento legato al suo caduto compagno. Non avrebbe mai potuto dimenticarlo, nemmeno se avesse voluto. Deciso a concludere il discorso, però, si fece coraggio e continuò il monologo da dove l'aveva interrotto.
- L'altro muro fu la sovrappopolazione. In quell'anno sarebbe scoppiata la Guerra dei Sette Giorni: una guerra all'ultimo sangue, iniziata dagli Haō. Non ne so molto, ma sembra che gli Shinikage avessero intenzione di distruggere gli altri clan una alla volta, tramite assassinii organizzati. Il portatori dell'ordine chiesero aiuto alle altre fazioni, coinvolgendo Akabara, una parte dei Shirotsutsuji e i miei confratelli, i Mizukage. I Takisō stettero neutrali rispetto ad essa. Nonostante il soprannumero della parte coalizzata, il vantaggio rimase degli Shinikage, più propensi allo scontro e con un volere freddo di uccidere maggiore. A causa di questo, un flusso di poveri pokémon arrivarono a Crillaropoli presi dalla disperazione, in fuga dalle loro stessi coetanei, da dungeon devastati e da piccoli clan infervorati. Per lo più erano famiglie con bambini ancora infanti, pieni di ferite per il lungo pellegrinaggio. La situazione divenne insostenibile: decisi di mantenere a tutti i costi il voto della mia città, così come Libero, che nella sua condizione fece comunque tutto il possibile per accogliere i poveri profughi. Ma non riuscimmo a dare le case per tutti: dovemmo fare i salti mortali per costruire abitazioni su due piedi, utilizzando tutto il legno che avevamo. La gente cominciò a lamentarsi, mentre la disperazione continuava a dilaniare. Fummo costretti a prendere una decisione: chiudere le porte ai forestieri e sistemare le cose all'interno, o diventare attivi e dichiarare guerra ai clan, per la difesa della nostra pace. Io stavo dalla seconda parte: impedire l'accoglienza e rompere il nostro voto era una cosa che non avrei mai potuto fare. Libero, invece, non voleva fare nessuna delle due: secondo lui, entrambe le scelte avrebbero portato alla distruzione di Crillaropoli come lui l'aveva pensata. Ma non potette combattere a lungo per questa sua opposizione: la malattia lo costrinse a letto, lasciando a me l'intera amministrazione. Rimasi combattuto: sapevo che, in qualità di fondatore, avrei dovuto pensare al bene del villaggio, ma mi avrebbe addirittura addolorato ancor di più tradire la fiducia del mio amico. Così... elaborai un piano, all'insaputa del mio compagno: mi misi d'accordo con il capo degli esploratori all'epoca, organizzando una falsa disputa che avrebbe mantenuto l'equilibrio, ma che ci avrebbe permesso di fare qualcosa. Il capo fece finta di litigare con me, nella grande piazza, autoesiliandosi dal villaggio e intimando coloro che avevano la sua stessa visione a seguirlo. Andarono via cinquanta pokémon in totale... tutti i nostri esploratori, di cui non ebbi più notizie. Almeno... fino a tre mesi dopo.
Il piccolo licantropo si fece avanti, cercando di inserirsi nella conversazione per poi consolarlo, temendo il risultato peggiore.
- Non... tornarono più?
- No. Successe l'opposto, - disse con tono sollevato, - tornarono sani e salvi. Tutti quanti.
Il Riolu rimase a bocca aperta.
- Erano gioiosi come non mai: quando ci raccontarono gli avvenimenti, non ci volevamo credere. La guerra aveva infervorato per sei giorni, mietendo vittime su ogni fronte. Loro giunsero in battaglia al settimo giorno, schierandosi dalla parte dei Mizukage. Non ebbero però possibilità di fare nulla: nessuno di loro risultò incisivo.
Incredulo lui stesso di fronte a ciò che stava per dire, il suo tono di voce si alzò, elevandosi alla sorpresa.
- Dissero che non avrebbero mai potuto predire cosa sarebbe successo: un gruppo di pokémon si schierò come terza potenza, sfidando tutti e due gli schieramenti e dichiarando la loro vittoria. Dichiararono che la guerra dovesse finire quel giorno e si buttarono nella mischia. Undici combattenti... bastarono undici combattenti per porre fine alla battaglia, sconfiggendo tutti i pokémon sul campo di scontro! Fu un miracolo: riuscirono persino a domare l'assassino più forte degli Shinikage, arrivando persino a fargli fare una stretta di mano. Capite? Un essere sanguinolento come quello! Una semplice stretta di mano!
Inavvertitamente, i suoi occhi si inumidirono: anche se non aveva mai avuto la possibilità di ringraziarli a dovere, in lui vi era una profonda riconoscenza.
- Non gli ho mai conosciuti... Si dice fossero degli spietati combattenti a cui sfidarli corrispondeva la morte. Ma non m'importa cosa dicono gli altri...
Iniziò a camminare verso sinistra, mettendosi le mani dietro la schiena.
- Tutti i cittadini si sentono allo stesso modo: se gli avessimo di fronte, non faremo altro che ringraziarli dal profondo del nostro cuore.
Poi stette in silenzio, tornando di nuovo a destra, voltandosi verso il medesimo lato.
- Probabilmente nessuno di voi li conoscerà, ma voglio che sappiate quanto siano per noi un punto di riferimento. Alla vostra destra potrete vedere dei loro ritratti: li conservo gelosamente. Sono là-
Benji non riuscì a finire in tempo la frase: Kenji calciò addosso a lui il tavolo d'acciaio assieme alle portate, prendendolo in pieno.
- GHAAH!
- Ssssssignor Benji!
- CHE CAVOLO FAI, SELVAG-
Intorno al Grovyle si manifestò il Meisoku. Non era stato lui a volerlo: la sua aura divenne la manifestazione di ciò che provava in quel momento, una sensazione che nessuno dei presenti avrebbe mai potuto capire.
- Stai bene, Kenji? - Chiese preoccupato il Riolu. Il Legnogeco non badò a nessuno di loro: guardava con intensità il muro indicato dal sindaco, come se avesse visto un fantasma.
- TI SEMBRA IL MODO DI TRATTARMI?! - Esclamò furibondo lo Slowking, - DANNATA LUCERTOLA! ORA TU MI RIPAG-
- Vi ho trovati...
https://youtu.be/3jThJGRbFbI
(OSt Flash Shokugeki no soma)
La sensazione dello spadaccino non era di paura e nemmeno di ansia: tutto ciò che provò in quel momento fu puro piacere ed eccitazione, la stessa che scorreva in lui quando trovava davanti a se un combattente del suo calibro.
Affisso al muro vi erano ritratti di undici pokémon diversi, il cui volto avrebbe dato timore a chiunque, ma non al Senken no Kenkaku, che era immerso nella gioia più profonda. Uno Sceptile, un Toxicroak, un Samurott nero, un Dartrix, un pokémon indefinito, un Armaldo, un Aegislash, un Riolu rosso, un Kabutops, uno Zangoose viola ed un Croconaw: quei volti decisi e cupi, dal sorriso arrogante e sicuro di sé, agli occhi del Legnogeco apparvero come la manifestazione del loro carisma e del loro carattere.
- Ichigan Hariyama... Nifuku Tokuso... Eheh... non c'è alcun dubbio.
Weavile squadrò Rukio in cerca di risposte.
- Ehi. Palla di pelo. Che gli prende alla lucertola?
- N-non guardare me, - rispose confuso, - non ne ho la minima idea!
La Kirlia e la Gothorita aiutarono lo Slowking a rialzarsi, troppo impegnato a chiedersi del motivo dell'azione di quel cliente maleducato. Più che altro, fu sorpreso dalla forza d'animo che manifestava: un Meisoku bianco come il latte, al cui interno saettavano qua e là fulmini rossi. Ne aveva viste tante di aure come la sua: si estendeva dietro la sua schiena come dei tentacoli, dove alla terminazione sembravano frustare l'aria intorno a sé.
Un ragazzo dedito al combattimento e al superare i propri limiti: non ci fu alcun dubbio nell'inquadrarlo.
- Giovanotto...
Drapion guardó in direzione delle taglie: seguendo il suo rivale, spalancó gli occhi shockato, rimanendo quasi senza parole.
- Jūichi... Kiri no Kenjū... (*)
Il Grovyle e i suoi colleghi, in risposta a quel commento, si girarono verso lo Scorpiaccio, in attesa di risposte.
- Quelle sono... Le Kiri no Kenjū.
La felina gli rivolse uno sguardo interrogatorio.
- Kiri... Che?
- N-ne ho sentito parlare da Buizel. Secondo quello che ha detto, le Kiri no Kenjū sono i più grandi criminali mai esistiti su questo pianeta. La loro forza è considerata leggendaria, al pari se non più forte di un primogenito. Sono cruenti e a carico loro hanno tante vite: dei tipi con cui non bisogna avere a che fare. Hanno fatto perdere le loro tracce trent'anni fa, scomparendo dal nulla. Non sono mai stati catturati: nessuno ha più notizie di loro da decenni, e nemmeno quale sia il loro obiettivo principale. Si sa solo una cosa...
Prima di continuare, il Tetsukatsu guardò davanti a sé, per poi abbassare lo sguardo. Non avrebbe avuto problemi a continuare, ma la reazione del rivale gli fecero pensare che qualcosa fosse legato a lui, come un ossessione, una ragione di vita.
- Non ho tutto il giorno, Drapion... - sentenziò la felina.
Lo scorpione si voltò verso Kenji, guardandolo dritto negli occhi.
- Sono... dei spadaccini Pokémon.
I riflettori vennero puntati sull'altro spadaccino Pokémon presente nella stanza, il cui sguardo era serio come non mai. Rukio era in un misto di incomprensione e curiosità. C'era qualcosa in cui lo capiva: per un Pokémon appassionato del combattimento come lui era normale conoscere nomi di quel genere, ma da come aveva reagito divenne chiaro che la motivazione di fondo era molto più della semplice ammirazione.
Non ebbe bisogno di dire parole: lo guardò dritto negli occhi, ma senza rabbia. Il suo viso era di uno che voleva dare coraggio al proprio amico, dicendo "sono qui per te, parla pure". Ed difatti non c'era nulla di cui vergognarsi: il Grovyle si girò di nuovo verso le taglie, con sguardo solenne.
- Non gli ho mai conosciuti... Non gli ho mai incontrati. Le voci della loro esistenza mi sono giunte durante la mia vita prima del GIP, un vagabondo che adorava il combattimento tagliente. Le loro leggende sono state la mia infanzia, la mia ispirazione. La Croconaw invisibile. Kiriken no Kenkaku: Kirikaze Grigia. Lo Zangoose imprevedibile. Suiken no Kenkaku, Murasakibara Loki. Il Kabutops del terrore. Meiken no Kenkaku: Meishin Urie. Il Riolu rosso inarrestabile. Muken no Kenkaku: Acido Vermiglio. L'Aegislash sinistro. Maboroshi no Kenkaku, Shichiyō Charlie.
- Q-quando vuoi ti ricordi bene le cose... - commentò Rukio.
- L'Armaldo indistruttibile. Gantoku no Kenkaku, Rokkaku "Lionheart" Aldo. Il pokémon senza volto. Kami no Kenkaku: Gogomaru Kamikami. Il Dartix che vedeva ogni cosa. Hiyōken no Kenkaku: Shishin Tora. Il Samurott nero della devastazione. Shikai no Kenkaku: Mitsuteru Ishida. Il Toxicroak della morte. Sōkiba no Kenkaku: Nifuku Tokuso. Ed infine... - disse alzando lo sguardo verso l'alto, puntando il ritratto dello Sceptile al di sopra di tutti, con una taglia sulla testa di ben 2.500.000 poké, - Il più forte di tutti: Hyakuken no Kenkaku, Ichigan Hariyama. (*) Si racconta che fosse in grado di tagliare una montagna con un solo movimento delle sue braccia, e che bastasse semplicemente il suo sguardo per farti a fette l'animo... La sola idea di poter incontrare uno di loro, un giorno, mi manda l'adrenalina a mille tutto oggi...
Il Legnogeco terminò il suo monologo, voltandosi di nuovo verso i suoi colleghi con sguardo fiero e indomabile, tipico di uno pronto ad andare fino in fondo.
- Capitano... La prima volta che ci siamo incontrati... ti dissi che volevo diventare il miglior spadaccino del mondo, che avrei combattuto contro chiunque mi avesse presentato una sfida, se me l'avesse chiesto.
Lo spadaccino espanse il suo Meisoku, usando Danzaspada per creare una lama bianca dalle sfumature rosse sul suo braccio destro.
- Un giorno... Io diventerò il migliore! Sconfiggerò tutte le Kenjū e affermerò il mio titolo! NON PERMETTERÓ A NESSUNO DI INFRANGERE IL MIO SOGNO!
Kenji sbattè il suo Fendifoglia sul terreno, perforando il pavimento di granito come se volesse spaccare la terra a metà.
- LO GIURO SULLA MIA STESSA VITA! DIVENTERO' IL PIU' GRANDE SPADACCINO CHE QUESTE TERRE ABBIANO MAI VISTO!
Gli altri rimasero di sasso di fronte a quella dichiarazione: il cuore di Arbok, Gradevoir e Lopunny sussultò di getto, come se dovesse esplodere da un momento all'altro, mentre Drapion, Weavile e Medicham, non poterono fare a meno di sorridere e sentirsi ispirati da quella volontà di ferro. Non aveva fatto niente, non gli aveva detto niente: aveva solo fatto un giuramento a se stesso, gettandolo al vento come un grido di battaglia verso un nemico imbattibile. Eppure, in qualche modo, scosse i loro animi, infuocandoli dalle loro viscere. Il Riolu fece uno sbuffo rassegnato, per poi sorridere senza farsi notare.
- Porca miseria... che devo fare con te...
Centosettantesimo anno del Drago, ore 18.00.
- BEN DETTO, FRATELLO!
Un misterioso forestiero irruppe nel ristorante.
- Explaining:
- Legenda:
Ankoku no Shinzo (闇黒の心臓): Cuore Oscuro, Darkness Heart
Shachi (鯱): Orca, Killer Whale.
Beji (ベジ): abbreviazione di vegetariano (Beji-> bejitarian -> vegetarian)
Soupe De Poisson: Zuppa di pesce.
Benji (便時): al momento giusto, at a proper time
Kagetsu (火月): Luna di fuoco, Fire Moon
Shinikage (死影): Ombra della Morte, Shadow of the death
Jūichi Kiri no Kenjū (十一 霧の剣獣): Le undici Spade Bestiali della nebbia, The eleven bestial swords of the mist
Hyakuken no Kenkaku (百剣の剣客): Spadaccino delle cento spade, Swordsman of the one-hunderd swords
Ichigan Hariyama (一眼 - 針山): Un occhio - portaspilli, one eye - pincushion.
Sōkiba no Kenkaku (双牙の剣客): Spadaccino delle zanne gemelle, Swordsman of the twin fangs
Nifuku Tokuso (二福 - 徳操): Doppia benedizione - forte senso di moralità, Two Blessing - Strong sense of morality
Shikai no Kenkaku (四海の剣客): Spadaccino dei sette mari, Swordsman of the seven seas
Mitsuteru Ishida (三光 - 石黒): Tre carte luce non-pioggia(combinazione da alto punteggio in Hanafuda) - Pietra nera, Three light cards no-rain - black stone
Hiyōken no Kenkaku (飛揚剣の剣客): Spadaccino della spada volante, Swordsman of the flying sword
Shishin Tora (四診 - 虎): le quattro esaminazioni della medicina cinese (Vedere, ascoltare, domandare, toccare) - Tigre, the four examinations - Tiger
Kami no Kenkaku (紙の剣客): Spadaccino della carta, Paper's Swordsman
Gogomaru "K.K." KamiKami (五護円 - 紙神): Quinta guardia del cerchio - Dio carta, Fifth guardian of the cirlce - Paper God
Gantoku no Kenkaku (岩匿の剣客): Spadaccino dello scudo roccioso, Swordsman of the rock shield
Rokkaku "Lionheart" Aldo (六角 - あるど) : Esagono - Con o senza, Exagon - With or without (Lionhear=Cuordileone)
Maboroshi no Kenkaku: (幻の剣客): Spadaccino fantasma, Phatom Swordsman
Shichiyō Charlie (七曜 - チャーリ): Sette giorni della settimana, Seven days of the week (Charlie non ha corr. giapponese)
Muken no Kenkaku (無剣の剣客): Spadaccino senza spada, No-sword swordsman
Acido Vermiglio : acido vermiglio (colore rosso), Acid Vermilion
Meiken no Kenkaku (迷剣の剣客): Spadaccino della spada perduta, Lost Sword Swordsman
Meishin Urie(迷信 - 瓜江): Superstizione - Largo fiume del melone, Superstition - Large river of the melon
Suiken no Kenkaku(酔剣の剣客): Spadaccino della spada ubriaca, Swordsman of the drunken sword
Murasakibara Loki (紫荊棘 - ロキ): Rosa Viola - Loki, Purple Rose - Loki
Kiriken no Kenkaku(霧剣の剣客): Spadaccino della spada di nebbia, Swordmist Swordsman
Kirikaze Grigia (霧風 - グリギア): Vento di nebbia, Fog Wind
- Curiosità
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