Capitolo 17: Tour nella Terra dei Deserti (seconda parte)
Centosettantesimo anno del drago, ore 18.45.
- COMBATTETE!
Il capitano del team Skyraiders diede inizio allo scontro. Dalla tribuna, Shinso si lanciò addosso a Kenji per raggiungerlo, senza preparare le sue solite tecniche.
- (Che seccatura... avrà fatto una copia mentre ero distratto.)
Il Frogadier fece dei sigilli per creare il Mizu Kunai, facendo saltare la congettura del Grovyle.
- (U-un attacco diretto?!) FENDIFOGLIA!
Intercettò con il destro il coltello acquatico del rivale, ma questo ne approfittò per spostarsi a destra del Legnogeco e colpire con un secondo coltello d'acqua.
- GRAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARGH!
Il Legnogeco rispose con la forza bruta. Usò il Meisoku per mettere più potenza nella lama verde di prima per rompere la parata dell'amico, facendo incrinare il Mizu Kunai e costringendo la ranocchia ad indietreggiare per non essere colpito.
- Senkendō...
Il Grovyle caricò repentinamente un altro attacco, non dando il tempo al Frogadier di tornare a distanza di sicurezza.
- SHAKUSHIHŌ!
Lanciò un cannone d'aria rosso che esplose all'impatto con il ninja, chiudendo la sua via di fuga.
- Per tutti i Wailmer! - Esclamò Drapion, - non stanno perdendo un secondo!
Quando il fumo si diradò, però, lo spadaccino si rese conto di una buca sul pavimento nel luogo dove pensava si trovasse la Schiumorana.
- MER-
Ma fu troppo tardi: la ranocchia apparve dietro di lui con Fossa, per poi scagliarli addosso un Idropulsar. Fu un colpo diretto, che creò un piccolo scoppio sbilanciando il Grovyle.
- Brutto-
Afferrò con la mano destra il collo della rana per colpirlo con un Aeroassalto con il pugno sinistro, ma nell'istante della stretta, il Frogadier si rivelò un Sostituto.
- Tch!
Dalla stessa buca da dove si era avvicinato, Shinso lanciò un Muro di Fumo, che occupò l'area intorno allo spadaccino per otto metri, abbastanza per ridurre la sua visuale. Ma questo non si fece distrarre, e seppe immediatamente come contrattaccare.
- DANZASPADA! GRAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARGH
Usò Danzaspada per incrementare il suo attacco, urlando a squarciagola per diradare la nube creata. Alla distanza di dieci metri dal compagno, in piedi sul terreno, Shinso apparve con sei copie generate dal Mizu Ninpō Mizubushin.
- Cracracracracra!
Il ninja si mise una mano in testa, incredulo davanti alla mossa del compagno.
- Mon Dieu... Hai deciso di potenziarti nel mezzo di un diversivo... E se avessi optato per un altro attacco diretto?
Il Legnogeco mise il bracco sinistro davanti a se, mostrando il Fendifoglia.
- Eheh... Te l'ho già detto: ti conosco troppo bene! Sapevo che avresti usato una distrazione per prepararti con un'altra tecnica! Quando combatti non attacchi se non hai la sicurezza di concludere la mossa! Anche per te Muro di Fumo è un problema, se usato da distanza ravvicinata! Quindi... è stata una decisione abbastanza facile!
- Uffa... - disse la ranocchia, gonfiando le labbra indispettito.
- Senkendō...
Il Meisoku del Grovyle passò da verde smeraldo a rosso cremisi.
- SHAKUSHIHŌ!
Kenji lanciò un altro cannone d'aria rosso. Quella volta però, con sorpresa della Schiumorana, la velocità del colpo aumentò a 50 km/h. I sei Frogadier, nonostante tutto, schivarono con estrema facilità l'attacco, correndo verso il nemico e mescolandosi tra di loro per non far capire dove fosse quello vero. Tutta la cavalleria aveva pronta nella mano destra un Idropulsar.
- Vogliamo fare così, eh? D'ACCORDO!
Il Grovyle si lanciò verso di loro rispondendo all'offensiva, ma sotto lo sguardo confuso degli spettatori, invece di attaccare il gruppo, tirò un fendente a vuoto dietro di se, dando le spalle alle copie. Nebra I commentò la mossa nel modo più naturale possibile.
- MA CHE FA?! E' IMPAZZITO?!
- Guardi meglio, - gli disse Weavile.
- Uh?
Le copie si dissolsero, e dal punto in aria mirato dalla lucertola sgorgò uno schizzo di sangue dal nulla.
Shinso non era tra le copie, ma aveva usato il Kōsui per celarsi nella confusione e attaccare alle spalle il compagno. Aveva fatto in tempo ad accorgersi dei movimenti dello spadaccino per evitare un taglio profondo sul fianco destro, ma non abbastanza per evitare di essere colpito.
- C-come...
- COLPO DIRETTO! 1 - 0 PER KENJI!
La ranocchia si girò verso il capitano per protesta.
- EXCUSE MOI?!?! MI HA FATTO SOLO UN GRAFFIO!
- Le ferite da taglio sono più pericolose delle ferite da botte o esplosioni: se avesse voluto, in quel frangente, Kenji avrebbe potuto tranciarti a metà. Quindi, qualunque tipo di taglio verrà considerato come tale.
- E ME LO DICI ADESSO?!?!?!
Rukio lo guardò con sguardo disilluso.
- Te lo dovevo davvero spiegare prima?
- C'EST RIDICULE! (*) - Gridò come una donna isterica, - IO MI STO IMPEGNANDO E DEVO AVERE PURE GLI HANDICAP!
- Non dovresti distrarti... MALEDETTO FROGGY!
- (Porca miseria... - pensò il piccolo licantropo, - Questo ci sta prendendo gusto...)
Il Legnogeco coprì la distanza e si precipitò addosso al compagno per sferrare un'altro Fendifoglia.
- Sei tu che ti stai distraendo... PRENDI QUESTO!
La Schiumorana bloccò il fendente con due Mizu Kunai creati in un battibaleno.
- Cosa?
Dalle sue conoscenze, Shinso aveva sempre creato un solo Mizu Kunai, e avrebbe dovuto prima fare il sigillo del Confronto e toccarsi gli indici delle due mani per crearlo.
- (Gli ha creati... mentre si lamentava?!)
Non ebbe il tempo di riflettere: si accorse in ritardo che in realtà si trattavano di due Kōri Kunai, che congelarono all'istante il suo braccio destro.
- MERDA! FENDIFOGLIA!
Per avere il tempo di liberarsi del ghiaccio, Kenji sferrò uno schiocco di frusta con la foglia sulla testa, costringendo il Frogadier ad indietreggiare. Il Legnogeco fece qualche passo indietro per allontanarsi dal ninja e usare un'altra Danzaspada per sciogliere il suo braccio, ma il compagno non si fece scappare questa finestra d'opportunità: si precipitò addosso a lui coprendo la distanza in un batter d'occhio.
Con Aeroassalto, sferrò quattro pugni potenziati addosso all'indifesa lucertola, per poi scagliarlo in aria con un montante, raggiungerlo e ributtarlo a terra con il calcio sinistro, sempre con la medesima mossa. *
- COLPO DIRETTO! 1 - 1! - Proclamò il Riolu.
- C-che seccatura...
Il Grovyle si rialzò velocemente nonostante la caduta, e si asciugò con la mano sinistra il sangue dalla bocca.
- Dovrei dirlo io, Mon Dieu... - Disse la ranocchia con sguardo serio, - non mi piace combattere, e tanto meno allenarmi con te. Lo faccio solo perché sei mio amico e perché so che ci tieni a diventare più forte, mentre a me non ha mai fatto tanta differenza. Sarò sincero: mi fai paura.
Lo spadaccino fece un mezzo sorriso.
- Eh? Seriamente? Senti chi parla...
- Sono serio. Odierai anche i discorsi lunghi e le tattiche elaborate, ma quando lotti continui ad evolverti: sembra quasi che vivi solo per questo. Ehm... Togliamo il sembra, - disse grattandosi la testa, - ma sta di fatto che è ogni volta diventa più stancante affrontarti. Devo... Davvero impegnarmi?
Nonostante la supplichevole richiesta del Frogadier, i suoi occhi non corrispondevano all'infelice domanda. Era uno sguardo freddo e deciso, consapevole del fatto che il Legnogeco non avrebbe accettato la resa. Più che uno sguardo di supplica, era un'intimidazione.
- Chi lo sa... - rispose la lucertola verde.
L'ardore del non arrendersi, il brivido nel trovarsi davanti ad un avversario di prima categoria, spietato e letale, e l'adrenalina impregnata nel suo corpo fin nelle più profonde viscere: questi erano i motivi che spinsero Kenji a continuare, rifiutando l'armistizio e emettendo il suo Meisoku intorno a se, diventando un qualcosa di simile ad una enorme fiamma verde.
- Tu che dici?
Shinso fece uno sbuffo di rassegnazione, mettendosi l'anima in pace.
- Mon Dieu... Non ho scelta, allora...
La ranocchia tirò vicino a sé una palla di smog, per celare la sua prossima mossa.
- MURO DI FUMO!
Kenji si mise in posizione d'attacco.
- Stavolta ti aspetto...
Dalla coltre apparvero sei Frogadier con in mano ciascuno un Idropulsar. Il Grovyle, vedendo un flashback della strategia precedente, decise di rompere la formazione con una tecnica distruttiva.
- Senkendō...
Il suo Meisoku divenne bianco come la neve, creando una corrente d'aria furente.
- BYAKKO NO TOTSUGEKI!
Affettò tutte le sei copie in una bufera di vento, senza lasciarle il tempo di attaccare.
- E ora...
Dopodiché, tirò un fendente dietro di sé, colpendo il suo compagno nascosto dietro di lui con Kōsui.
- Che secca- UH?
La predizione dello spadaccino, questa volta non funzionò: si accorse troppo tardi di aver colpito invece un'altra copia.
- (H-ha nascosto un Mizubushin?!)
Smembrandosi in una gelatina acquosa, questa colpì lo spadaccino con il Buzenji no Me, congelando tutto il lato sinistro del corpo del rettile. Il vero Shinso era tra le copie colpite: prevedendo il prossimo attacco del collega, ha optato per un attacco a sorpresa frontale, schivando il Byakko no Totsugeki, sfruttando il suo punto debole.
- N-non ci credo!
- Quando usi quella mossa, - disse il ninja, - crei per un breve lasso di tempo un tornado d'aria: questo è il segreto della tua tecnica! LO SANNO TUTTI CHE NELL'OCCHIO DEL CICLONE NON C'E' VENTO!
Preparò dalle mani un Kōri Kunai lungo quindici centimetri, mirando al fianco destro del Grovyle.
- T-ti ho detto... DI NON SOTTOVALUTARMI!
Con uno sforzo immane cercò di staccarsi dal ghiaccio, riuscendo a liberare la parte che lo ancorava al terreno. Usò la parte congelata per pararsi, ma, poiché la ranocchia aveva messo più Meisoku del normale per creare il coltello ghiacciato, si formò una breccia al suo interno.
- COSA?!
- Mi dispiace, Ken-
Tuttavia, il pugnale rimase incastrato.
- MERDE'
- ORA!
Kenji ne approfittò per attaccare con Fendifoglia usando il braccio libero. Nonostante la situazione critica, però, Shinso non esitò un secondo: afferrò con l'altra mano il Kunai incastrato, per fare perno su di esso e sollevarsi in aria, schivando l'attacco. Dopodiché, cadde sul Grovyle, stringendogli il collo con le gambe e coprendogli gli occhi con le mani.
- MALEDETTO FROGGY! DANZASPADA!
Il Legnogeco usò la mossa di potenziamento per liberarsi dal ghiaccio, ma il Frogadier, usando la schiena del compagno, si buttò all'indietro girando su se stesso, creando un'altro Kōri Kunai e colpendogli la gamba destra.
- FENDIFOGLIA!
La lucertola tirò un fendente dietro di sé per colpire la Schiumorana, approfittando del fatto che fosse a mezz'aria, facendogli un taglio superficiale sulla schiena di ventinove centimetri in lunghezza.
- U-urgh
Dopo essere tornato a terra, si allontanò velocemente dal Grovyle, ormai regalando un punto al collega per il taglio subito.
- 2 - 1 PER KENJI!
- Anf... Anf...
Lo spadaccino sorrise arrogantemente, pregustando la vittoria.
- Eheh... Menomale che non ti lasciavo altra scelta.
- Inu. Tatsu. Tori. (*) Già... E lo ripeto, - disse poi mettendo la mano sinistra sul terreno e la destra davanti al suo viso per fare il sigillo del Confronto.
Un fulmine blu attraversò il terreno percorrendo in un batter di ciglia la distanza tra i due, sciogliendo istantaneamente il ghiaccio che copriva il Grovyle. L'acqua creata finì sul terreno, risplendendo di una luce azzurro lucente.
- M-ma che-
- NON MI LASCI ALTRA SCELTA! MIZU NINPŌ: KYŌSUI! (*)
Il liquido si raccolse esattamente sotto il mento del guerriero, prendendo la forma di un pugno e colpendolo verso l'alto come un montante di un pugile americano, stordendolo per qualche secondo.
- C-capitano! E' la sssstessa mosssssa che ha usato contro di me! Non sapevo potessssse essssere ussssata cossssì... - disse Arbok dalle tribune.
- Mizu Ninpō, Mizukage no Ōgi(*):
Richiamando tutta l'acqua usata fino a quel momento, creò una palla d'acqua del diametro di quattro metri, pronta ad essere scagliata sul Grovyle.
- Ora si capiscono molte cose... - Commentò la felina.
- Qualcosa non va, signora Weavile? - Chiese incuriosito il Drapion.
- Vi ricordate quando li incontrammo per la prima volta? Quasi due anni fa, quando mi presentarono Rukio, mi dissero che era un esploratore affidabile e coraggioso, pronto a tutto per eseguire il suo dovere. Mi fece subito girare le scatole la sua gentilezza, quindi rifiutai di stringergli la mano. La ranocchia si nascose dietro alla palla di pelo bisbigliando un "che paura!", mentre quello stuzzicadenti mi minacciò con lo sguardo, chiedendo di rispettare il capitano come se fosse il sottoposto di un qualche capobanda da quattro soldi. Da quel giorno non mi sono mai capacitata del perché si portasse dietro uno smidollato e un bulletto da bassifondi: nessuno dei due ci azzecca qualcosa con la palla di pelo.
Shinso corse verso Kenji, mantenendo nella mano destra l'Idropulsar gigante.
- COL CAVOLO! SENKENDŌ!
Liberato dalla fredda presa, il Legnogeco poggiò la mano sinistra sull'avambraccio destro, creando sul Fendifoglia destro un filo rosso scarlatto su una lama bianca come la neve.
- Sono dei talenti nel combattimento, - continuò lei, - uno non si arrende di fronte alle capacità dell'avversario e torna più forte di prima, prevedendo le mosse del nemico ed evolvendosi continuamente. L'altro non ha il potere e nemmeno la resistenza fisica del compagno, ma le sue tecniche, il suo modo di pensare, il suo modo di reagire... Non c'è un passo falso che non abbia una copertura di altri tre o quattro. Quando qualcosa va male, entrambi hanno sempre il modo di contrattaccare. Penso di non aver mai visto pokémon così inquietanti in vita mia...
- M-ma non sono vostri compagni? - Intervenne il sovrano, - perché parlate male di loro?
La Lamartigli fece uno sbuffo scocciato, annoiata dalla risposta dello Zoroark.
- Ho solo detto che sono inquietanti... non mi sembra di aver detto niente di strano. E poi... se devo essere sincera, compagni del genere farebbero gola a chiunque.
- Rhahahahah! Ben detto capitano!
Lo Zoroark rimase con lo sguardo perso rivolto verso Weavile, interrogandosi sul senso della frase appena detta. Non ebbe la possibilità di ricevere risposta, però: i due contendenti si stavano per scontrare con delle mosse dirompenti che, sebbene il punteggio, avrebbero potuto decretare la vittoria e la sconfitta delle due parti.
- HANSAKUBAKU!
- TAIYŌKEN! (*)
I due si lanciarono l'uno verso l'alto con furia e grinta, quasi dimenticando di trovarsi faccia a faccia con il proprio fedele compagno d'avventura, o almeno questo potrebbe parerti, mio caro lettore. In realtà, ciò a cui le due anime stavano rispondendo non era rabbia, né tanto meno cattiveria: era il desiderio reciproco di mostrare all'altro il proprio valore, temprato dal tempo e dalle avventure affrontate. Kenji voleva far vedere cosa un pokémon potesse fare quando il corpo rispondeva all'ardore e alla passione per il combattimento, per continuare a migliorare la propria persona. L'altro, invece, voleva dimostrare che, anche con le dovute limitazioni, non sarebbe più stato, da quel punto in avanti, né un peso per il team, né un peso per il suo amico Grovyle.
- (Non mi arrenderò qui, Shinso!)
- (Sto arrivando, Kenji!)
Nel punto d'impatto si creò un'esplosione dirompente che coprì di fumo l'intera area per una ventina di metri, creando un forte vento che arrivò fino ai pokémon del GIP e ai padroni di casa.
- UARGH! PROTEZIONE!
- PER TUTTI I WAILMER! PROTEZIONE!
Il sovrano e Drapion invocarono delle barriere protettive per impedire di essere spazzati via.
- ANCHE VOI! ROJO! BLU!
Lo Scorpiaccio si mise davanti a Weavile per difenderla, mentre le due guardie si posizionarono davanti al sovrano per mitigare il vento allo Zoroark stesso.
- SHAAAAAK! FATEMI S-S-S-SPAZIO!!!
Arbok strisciò dietro i quattro difensori per pararsi dalle folate, mentre Noir III rimase sul posto a prendere appunti.
- NOIR!
- Non si preoccupi per me, sua maestà, - disse indicando rapidamente sotto di sé, per poi continuare a scrivere con il taccuino. Aveva materializzato il paio di tentacoli della Mad Chimera e le sue falci per ancorarsi alla tribuna, mentre con il paio di mani quasi impercettibili ad occhio nudo davanti a lui per proteggersi dal vento, permettendogli così di continuare la scrittura.
- Quella marionetta deve essere di una comodità assurda... - si lasciò scappare lo scorpione.
- CONCENTRATI SULLA BARRIERA, IDIOTA! - Lo riprese la felina, - NON VOGLIO FINIRE CON IL PELO SPETTINATO PER COLPA TUA!
- Lei ha il pelo corto, signora Weav-
Si prese un pugno dalla pokémon Lamartigli.
- RITARDATO! DI COSA CREDI SIANO FATTI LA MIA CRESTA E IL MIO COLLARE?!?!
Dopo qualche secondo, il vento diminuì d'intensità, lasciando il punto di scontro immerso in un fumo coprente.
- E' finita? - Chiese Rojo VII al suo sovrano.
- N-non lo so... non si vede niente... Blu?
- Percepisco ancora il loro Meisoku, mio re... credo... sia un pareggio.
- N-ne è sssssicuro?
- Per tutti i Kakuna! Non è possibile!
Il Lucario si limitò a guardarli in modo serio, dicendo con gli occhi "fidatevi: so quello che percepisco".
- ...
- E' vero... Mi sembra difficile che questo scontro sia finito in parità, - commentò il Gran Visir.
Il grande licantropo si limitò a puntare lo sguardo verso la coltre di fumo, rinunciando a dare una risposta al suo superiore.
- "Lo scoprirò da solo"... Eh?
- Spero proprio che abbia perso lo stuzzicadenti, - disse Weavile, - non sopporterei di doverlo sentir vantarsi della vittoria...
Nel mentre che la felina dava spazio alle sue paure, la nube cominciò a diradarsi. A terra, a distanza di dieci metri dal centro di Pompei, la rana ninja stava con il sedere a terra, con lo sguardo in avanti preso dalla più grande delle sorprese. La pokémon Lamartigli si mise le mani nei capelli.
- NOOOOOOO!! MALEDIZIONE A TE, INUTILE RANOCCHIA! COME HAI POTUTO PERDERE CONTRO QUEL TROGLODITA?!
- A-aspetti... Signora Weavile!
- CHE VUOI, DRAPION!
- G-guardi bene...
Il braccio destro dello scorpione indicò il lato opposto a quello dove si trovava il Frogadier, ad una distanza di cinque metri dal centro: era in ginocchio, e si teneva il polso destro ferito con la mano sinistra.
- A-anche Kenji è a terra! Per tutti i Wailmer! E' davvero un pareggio!
Blu VIII incrociò le braccia e chiuse gli occhi, lasciandosi scappare uno sbuffo.
- H-hai ragione... Scusaci se non ti abbiamo creduto.
- U-un momento... - disse il cobra preoccupato.
- Anche te hai qualcosa da dire, Arbok?
- D-dov'è Rukio?
Il Lucario si alzò in piedi per attirare l'attenzione su di sé, ed indicò esattamente il centro dell'arena. Quando il fumo fu dissolto completamente, nessuno potette credere ai propri occhi: la visione fu talmente inaspettata che persino Rojo VII e Noir III, che fino a quel momento erano rimasti impassibili, mostrarono shock e incredulità.
- Q-questo... D-davvero?
- Oh? Questa sì che è una sorpresa...
In mezzo ai rimasugli della battaglia, il capitano del team Skyraiders era lì, in piedi, ricoperto di graffi su tutto il corpo.
- Kenji. Shinso. Direi... basta così, per oggi.
Era esattamente in mezzo ai due con il lato sinistro rivolto verso il Frogadier e il destro verso il Grovyle: la mano sinistra era aperta, e teneva attivo un Guardian Shield. Il braccio destro, invece, era completamente illuminato d'un azzurro chiaro, simbolo dell'utilizzo di Centripugno. Nonostante la foga della battaglia, i due compagni avevano visto chiaramente ciò che era accaduto: il capo si era introdotto nel loro combattimento, bloccando il Taiyōken con lo scudo e l'Hansakubaku con un pugno verso il basso sulla mano del Legnogeco.
- C-capitano...
- Continuando oltre sareste stati messi fuori gioco entrambi. Scusate se ho interrotto il combattimento qua.
Intorno a loro si formò il silenzio: nessuno dei due compagni si capacitò di quello che i loro occhi avevano assistito. Shinso era completamente sconvolto, mentre Kenji digrignava insoddisfatto.
- (H-ha usato Centripugno e lo scudo contemporaneamente?! E ha bloccato i nostri attacchi più forti?! E'- E' impossibile!)
- (Ha fermato la mia spada... Con una sola mano...)
- Eh... - sorrise Rukio con malizia verso il Grovyle, - cos'è quella faccia? Ve l'avevo detto che... Urgh!
Nonostante fosse riuscito a contrastare le mosse, le ferite ebbero comunque un impatto deciso sul corpo del piccolo licantropo, che lo fecero barcollare una volta detta la parola di troppo. Il Frogadier, nell'istante in cui il suo capitano stava per cadere al suolo, si rialzò repentinamente per soccorrerlo.
- RUKIO!
- BLUE DUSK!
Il Riolu attivò la sua abilità Genshi, materializzando un Meisoku blu-elettrico e rimarginando tutte le ferite subite, recuperando le forze. Probabilmente, aveva deciso che sarebbe stato meglio soffrire un po' per le bruciature e aumentare il dolore piuttosto che non muoversi affatto. Quella fu la prima volta che il team AWD, le guardie reali e il sovrano potettero assistere al potere distruttivo del fondatore del team Skyraiders, eccezione fatta per Weavile.
- Ho capito... - commentò Noir III, - così è questo il famoso potere... Rakujitsudō: Blue Dusk...
- I-incredibile... N-non ho mai visto una roba del genere in vita mia... - disse Drapion.
- La ssssento da qui la sssssua forza...
- Se consideriamo quello che ha passato stamattina, - disse la felina, - non è niente in confronto a quello che può fare... Tsk! Vi impressionate troppo facilmente, voi due...
Dietro di lei, Rojo VII e Blu VIII erano rimasti a bocca aperta: da due appassionati del combattimento come Kenji, o un più fanatico come Rokujo, vedere che un piccolo pokémon fosse in grado di andare oltre il loro costante allenamento gli aveva sconvolti come se avessero visto un primogenito in carne ed ossa.
- L-lo stai vedendo anche tu, Blu?!
Il Lucario non rispose, ma fece un cenno con la testa rimanendo con la bocca spalancata. Tuttavia, nonostante le sincere dimostrazioni di stupore da parte degli spettatori in tribuna, quello che ebbe la reazione più naturale fu il poco regal sovrano Nebra I.
- NON CI CREDO! L-LE SUE FERITE! LE SUE FERITE SONO SCOMPARSE!! A-allora... N-non mi stavano prendendo in giro...
- Sarà un po' stancante, - disse Rukio, non curante dei loro commenti, - visto che dovrò sopportare il bruciore, ma almeno potrò muovermi per un po'. Ora...
Rukio fece dei respiri profondi per calmare il suo battito cardiaco. Il Meisoku emesso diminuì d'intensità, cercando almeno di ridurre, per quanto possibile, la massa di energia che avrebbe affetto il suo corpo. Terminò la piccola meditazione quando l'estensione dell'aura si ridusse ad un centimetro dal suo corpo.
- Porca miseria... Fa ancora un male cane. Probabilmente uno di voi due dovrà darmi una mano, quando lo interromperò.
Dopo quella frase, fece per toccarsi il polso sinistro che aveva usato per fermare l'attacco di Shinso: nonostante le ferite si fossero rigenerate, sentiva ancora chiaramente il contraccolpo subito dal Taiyōken sul Guardian Shield.
- Uffa... Se sapevo che avresti usato un attacco del genere, avrei fermato il combattimento molto prima. Se provo ancora questo dolore, vuol dire che era molto forte. Ti stavi proprio impegnando, eh?
- B-beh... Avevo detto che avrei dovuto fare sul serio, - disse mettendosi la mano dietro la testa, - qualche mossa forte avrei dovuto usarla! Eheheheh...
Il Riolu non rispose alla ranocchia, ma sollevò leggermente l'angolo destro della bocca.
- (Vuol dire... che non ti sei ancora impegnato del tutto? Maledizione a te...)
Kenji era rimasto in silenzio tutto il tempo: il fatto che il suo capitano stesse solo tenendo la mano sinistra per alleviare il dolore, voleva dire che il colpo della ranocchia era più potente del suo, e il capitano si era ripreso subito, invece, dall'attacco del Legnogeco. Nonostante lo sforzo fatto per stare dietro ai suoi attacchi, i contrattacchi efficaci nei suoi confronti e l'utilizzo delle sue mosse migliori, era ancora un gradino sotto ad un pokémon che non voleva in alcun modo combattere.
Non aveva importanza o meno il fatto che entrambi si fossero trattenuti: il Grovyle, trattenuto o no, aveva utilizzato tutte le sue migliori tecniche a disposizione, senza avere l'effetto sperato. Si alzò in piedi, facendo per tornare in tribuna dagli altri pokémon.
- Uh? Dove vai Kenji? - Chiese il suo capo.
- Torno in tribuna, - disse quello, - dobbiamo andare, no? Ci aspettano gli altri piani... Abbiamo già perso abbastanza tempo, qui.
Rukio capì subito cosa affliggeva lo spadaccino: era una cosa abbastanza ovvia per un tipo orgoglioso come lui essere arrabbiato per una sconfitta. Lo si leggeva nei suoi occhi il bruciore della perdita e la rabbia nei confronti di sé stesso. Ma il Riolu sapeva la verità, poiché non aveva mai perso di vista i suoi due compagni e sottoposti, e, essendo a conoscenza di tale fatto, il piccolo licantropo non poté fare a meno di sbuffare in segno d'incredulità.
- Sigh... (Seriamente... Davvero?) Kenji.
- Uh?
Il Riolu si avvicinò al compagno, materializzando un Ossoraffica. Invece del solito osso rimproveratore, fece per tirarglielo in testa al rallentatore, dando il tempo al compagno di girarsi e tornare indietro. Volendo, avrebbe potuto anche schivarlo, ma sottovalutò la situazione.
- Ehi ehi... Ancora? Non mi farà male se-
Quando l'attacco toccò la testa del Legnogeco, questo finì a terra a peso morto, con un bernoccolo di cinque centimetri.
- G-GAH! G-G-AH...
- Ho fatto bene a farlo a rallentatore, - disse il pokémon Emanazione, - avrei potuto sbatterti al suolo e farti male sul serio.
- M-mon Dieu... S-starà bene?
- Non credo sia abbastanza per mandarlo fuori gioco, - disse rivolgendosi al Frogadier.
La rabbia per il colpo senza senso fu tale che lo spadaccino inveì contro il capitano.
- CHE C***ZO DI PROBLEMI HAI?!?! NON STAVO FACENDO NIENTE ADESSO!
- Visto? - Disse Rukio, tornando con lo sguardo sul Legnogeco.
- CHE COSA HO FATTO PER MERITAR-
- Stavi pensando: "ho perso di nuovo. Non vincerò mai contro Shinso", vero?
Il Grovyle interruppe la sua contestazione, rimanendo sospeso tra curiosità e asserzione.
- Hai pensato "il capitano sta soffrendo il dolore solo sulla mano sinistra, quindi il mio attacco non gli ha fatto niente. Questo allenamento è stata una perdita di tempo". Non è così?
Lo spadaccino non fece niente per rispondere, ma nemmeno per negare.
- Sei un'idiota... Non eri tu quello che diceva "l'allenamento non è mai sprecato"? Guarda bene.
Il Riolu si girò all'indietro, indicando con l'osso d'aura il punto d'impatto dell'Hansakubaku.
All'iniziò Kenji non capì cosa dovesse trovare in mezzo a quelle macerie, ma poi qualcosa sul terreno attirò la sua attenzione: c'era una linea retta completamente sottile, invisibile a chiunque si fosse limitato ad un'occhiata furtiva. La lunghezza era di approssimativamente di sette metri, mentre l'ampiezza era la stessa di un tratto a matita.
- E' una linea... Quindi?
- Quanto puoi far crescere le foglie sulle braccia?
Non comprese del perché gli fece quella domanda, ma rispose senza protestare.
- A che mi servirebbe? Comunque non più di tre metri.
- Vai lì, mettila dentro la fenditura, allunga la foglia e poi staccatela. Ti ricrescono, no? Non ci dovrebbero essere problemi.
Kenji eseguì gli ordini del piccolo licantropo, infilando nella fenditura la foglia per poi allungarla fino alla lunghezza stabilita. Dopo aver fatto ciò, però, si accorse che non bastava per coprire la fessura, perché il Meisoku verde continuava ad essere emesso senza mostrare il fondo.
- (Che seccatura... Quanto è lunga questa buca? Perché quello Zoroark dovrebbe aver fatto questa?)
Per riuscire a capire quanto fosse profonda, si stacco dal braccio il Fendifoglia per lasciarlo libero nella fessura. Per lo stupore dello spadaccino, impiegò sette secondi per arrivare sul fondo.
- Quella fenditura... L'hai fatta tu con l'Hansakubaku.
Il Grovyle si girò con sguardo attonito verso il suo capitano.
- Quando ho usato Centripugno, ho tirato un pugno sulla tua mano per spedirtela verso il basso, ma non ho toccato la lama: si è conficcata nel terreno, e tu non l'hai sentita perché il dolore del mio attacco ti ha impedito di sentire la foglia. Quella fenditura sarà talmente sottile che non ci potrebbe passare neanche l'acqua. Quindi, - disse guardandolo negli occhi, - non hai creato solo una lama lunga più di tre metri, ma anche talmente affilata da renderla tagliente quanto una idraulica.
Dopo quella frase, lo sguardo del Legnogeco da attonito divenne stranito. Rukio intuì al volo quale fosse il problema.
- ... Acqua che esce ad alta pressione da una pompa, in grado di tagliare persino il metallo. Il punto è, che il tuo attacco sarebbe stato abbastanza letale da tagliare l'attacco di Shinso e portargli via un braccio.
- P-PARBLEU!
Il Frogadier fece istintivamente per indietreggiare e toccarsi il braccio destro.
- Questo scontro non l'ha vinto Shinso: l'hai vinto tu, scemo. Possibile che se non ti si spiega la verità sotto il naso tu non ci arrivi? Porca miseria... Devi fare qualcosa contro questa tua distrazione.
Per nascondere l'imbarazzo da quella situazione, Kenji distolse lo sguardo facendo finta di essere offeso.
- Tsk! Non è colpa mia se sono così forte! Ero talmente impegnato a controllarmi che non ci ho fatto caso...
- SACREBLEU! MENOMALE CHE TI STAVI CONTROLLANDO!
- TU NON PARLARE! NON TI SEI NEANCHE IMPEGNATO!
- JESUS CHRIST! SE MI FOSSI IMPEGNAT-
- MADONNA SE VI AMMAZZO A TUTTI E DUE!
Il Meisoku che aveva fatto tanta fatica a limitare divampò intorno a lui come un vulcano in eruzione, alzandosi dal suolo per sei metri.
- ORA VOI DUE STATE ZITTI, O GIURO CHE VI TIRO TALMENTE TANTI DI QUEI CALCI SUL DERETANO DA RISPEDIRVI A BRUSILIA!
I due si abbracciarono spaventati: in quello stato il capitano del team Skyraiders diventava intrattabile, poiché l'afflusso di sangue al cervello superava la norma, rendendogli difficile trattenere le sue emozioni. Se normalmente era emotivamente instabile, in Blue Dusk diventava una bomba ad orologeria della rabbia.
- K-kenji... H-ho paura seriamente, s-stavolta... - disse Shinso sottovoce.
- SHHHH!!! N-non dire una parola...
Il pubblico sulla tribuna guardò con certo timore lo spettacolo, a parte Noir III che continuò inesorabilmente a prendere appunti. Era veramente difficile immaginarsi l'eroe del GIP in una posizione tanto furiosa quanto intimidatoria, al pari di un Ashura di fuoco. La felina sorrise allo spettacolo deliziata.
- (Eheh... Ora capisco come faccia a tenerli a bada... )
Presi dalla paura e il rispetto nei confronti del capitano, per riuscire a calmarlo i due compagni si inginocchiarono al suolo per fare ammenda, toccando persino il suolo con la fronte.
- CI SCUSI, CAPITANO!
- Grrr...
Rukio ringhiò per qualche secondo, per poi rilassarsi e riprendere il controllo della sua persona, diminuendo l'aura come aveva fatto prima.
- Lo spero davvero che vi dispiaccia.
- Clap. Clap. Clap.
Dalla tribuna, la Lamartigli fece un salto per arrivare sul terreno dell'arena, per poi avvicinarsi verso il pokémon Emanazione applaudendo con le mani.
- Niente male, palla di pelo. Devo ammettere che la dimostrazione di forza è ben riuscita. Se fossi sempre così, non avremmo mai avuto bisogno di starvi dietro.
- Weavile...
Dietro di lei, il team AWD e le guardie reali, assieme al sovrano, stavano seguendo la felina nel suo elogio, che tuttavia non fu rivolto solo al Riolu.
- Rhahahah! E' stato fantastico! Non mi sarei aspettato niente di meno dal mio rivale! - Disse Drapion, porgendo il braccio a Kenji per tirarlo su. Ci volle qualche secondo in più per alzarlo da suolo, in quanto il Grovyle era ancora ansioso per colpa della figura del suo capitano.
- Tsk! Non è stato niente di così entusiasmante...
- Sssssignor Ssssshinso! Avrò la delizia, prima o poi, di giocare anch'io con te in questo modo? Ssssscommetto che potremo fffffare degli acchiapparella ssssstraordinari!
- E-excuse moi, ma non mi intriga l'idea...
- A-allora... Non so da dove cominciare... - fece Nebra I, - grazie alle mie guardie ne ho viste di abilità Genshi, ma la tua... è completamente su un altro pianeta! Davvero: fino al momento in cui non l'ho visto adesso con i miei occhi, avrei fatto fatica a crederci...
- Se devo essere sincero, - disse Rukio, - non so nemmeno io perché abbia un potere del genere, ma...
Mentre parlava, si rese conto di cosa stesse sottintendendo il sovrano.
- Aspetta un attimo: ancora non ci credevi?!
- P-puoi biasimarmi? - Rispose il sovrano, spalancando le braccia, - non sei mica un Reuniclus con Ripresa: rigenerare le ferite non è cosa da poco!
- Posso imparare Riposo...
- E' DIVERSO! - Disse urlando, - oh... chi se ne frega! Adesso almeno so che esiste qualcosa del genere... Se ci penso troppo rischio di avere mal di testa. CAMBIAMO PAGINA! - Disse sbattendo le mani, - ora che qui abbiamo finito, che ne dite se cambiamo piano e procediamo con la visita al mio palazzo? Ho ancora tanto da mostrarvi, e l'Archivio Reale non può aspettare oltre!
- Che rottura... cos'ha di così speciale quel posto? - Chiese confusa la felina.
Di tutta risposta, lo Zoroark avvicinò l'indice alla bocca in segno di silenzio.
- S-e-g-r-e-t-o.
La felina lo squadrò con uno sguardo avvilito.
- No davvero: non posso attendere oltre! C'è una cosa che dovete assolutamente vedere! Se non avete altro da fare qua, possiamo procedere.
- Che seccatura... Non ho proprio voglia di camminare, dopo questo...
- Mon Dieu... per una volta sono d'accordo con te...
Sotto invito di Nebra I, i due compagni stavano per procedere verso l'uscita assieme ai reali e ai loro colleghi. Tuttavia, non tutti erano pronti ancora per lasciare l'arena. Da uno degli esploratori, si levò una parola di contestazione da parte della decisione del sovrano.
- Aspetti.
- Uh? Qualcosa non va?
- Ecco... Vorrei utilizzare anch'io l'arena, se non le dispiace.
- Eh?
Sotto gli sguardi confusi dei presenti, il pokémon Emanazione fece una richiesta insolita: chiese di usare Pompei per ragioni sconosciute. Dopotutto, non era certo per l'allenamento che erano venuti là, e Weavile lo sapeva bene.
- Cosa stai dicendo, palla di pelo? Non eri tu quello che voleva a tutti i costi andare alla biblioteca?
- C'è una cosa che devo fare qui. So che è una richiesta esagerata nei confronti di un sovrano, ma le sarei molto grato se potessi rimanere qui per un po'.
Nebra I si grattò la testa: non gli importava a dire il vero granché se fosse una domanda troppo pretenziosa o meno, anche perché non gli avrebbe arrecato danno in alcun modo, ma era talmente eccitato di poter mostrare quella cosa a qualcuno che non fosse le sue guardie che si dimostrò restio ad accettare la richiesta.
- Io... ci tengo davvero che tu adesso venga con noi... Non puoi farlo dopo?
Per rispondere, il capitano del team Skyraiders mise le mani davanti a sé.
- E' una cosa che posso fare solo mentre sono in questo stato: non so quando mi capiterà di usare il Blue Dusk in un altro allenamento. Per questo lo devo fare adess-
- Mezz'ora.
- Uh?
- Non più di mezz'ora. Se manterrai questo tempo, potrai fare quello che vuoi.
Non lottò neanche troppo: lo Zoroark, nonostante ci tenesse, acconsentì alla richiesta del Riolu velocemente, senza farsi troppi problemi.
- Rojo, Blu: starete anche voi qui, visto che volevate esercitarvi anche voi. In caso ve lo chieda, potrete allenarvi con lui.
Le due guardie non risposero, ma si limitarono a fare un cenno con il capo.
- Shinso.
- Oui?
- Sai cosa cercare, vero?
Ne aveva parlato prima con il Frogadier, durante il viaggio: il motivo per cui Rukio ci teneva tanto a controllare l'Archivio Reale era per una ragione molto importante.
- Mon Dieu... Va bene. Puoi contare su di me!
- Kenji.
- Eh? Cosa c'è?
- Tu rimani qui con me.
Il Grovyle rimase confuso.
- Eh? Che io ricordi non ci hai mai permesso di combatterti in quello stato... Perché dovrei aiutarti ora?
- (Se dicessi adesso il vero motivo, probabilmente gli altri mi fermerebbero...) Voglio vedere ancora un po' quel tuo attacco, l'Hansakubaku. Forse potrei trovare un modo per migliorarlo.
- D-davvero?
- Sì! - Disse con faccia da poker.
- Santo cielo... - Disse la Felina, - vedete di fare in fretta.
Dopo gli ultimi preparativi, il team AWD, Shinso, Nebra I e Noir III lasciarono i due compagni Kenji e Rukio nell'arena assieme a Rojo VII e Blu VIII, che si sedettero sugli spalti per non essere coinvolti.
- Se avrete bisogno di qualcosa, noi saremo qui. Avvisateci quando avete finito.
- Uhm...
Prima di fare qualunque cosa, il Grovyle finì di ingerire una Baccaquirizia donatagli dal Frogadier per poter procedere con qualunque esercizio avesse intenzione di fare il suo capitano.
- Dunque... cosa devo f-
Non ebbe il tempo di aprire bocca: il Riolu fece divampare il Meisoku blu-elettrico del Blue Dusk allo stesso modo di quando si infuriò con i due litiganti, tra gli sguardi ancora una volta attoniti delle due guardie reali. Però, qualcosa era diverso: quasi impercettibilmente, tra le fiamme blu c'erano delle scintille gialle, e nell'aura del capitano c'era un tremolio che ricordava una mano tremante dopo essersi sforzati troppo di aver picchiato qualcuno. Il Legnogeco rimase ancora una volta a bocca aperta, mentre si lasciò spiegare tutto quanto dal pokémon Emanazione.
- Ti chiedo scusa, Kenji: in verità... non è per te che sono voluto rimanere qui ancora un po'. Ho bisogno di fare qualche test...
Lo sguardo del piccolo licantropo era serio, era l'espressione di un pokémon pronto a tutto per compiere il suo dovere. Non aveva idea di quale sentimento si stesse nascondendo dietro al capitano, ma poteva chiaramente sentire dal suo Meisoku quella stessa fiamma che spingeva lo spadaccino a diventare più forte e migliorare nel tempo, per perseguire i suoi ideali. Probabilmente, quell'emozione era molto vicina alle sue idee, ed è per questa ragione che, in quel momento, il Grovyle non poté fare a meno di ghignare eccitato.
- Mi aiuterai, vero?
- Eheheh... Certamente!
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- Certo... che il vostro capitano è davvero un tipo curioso. - Disse lo Zoroark.
- Non siamo sotto lui, signor Nebra, - protestò Weavile con voce ferma, - noi siamo il team AWD. Non abbiamo niente a che fare con lui.
- M-ma come? Non siete...
Il team AWD, Shinso, Noir III e Nebra I stavano salendo per i piani dopo aver lasciato Rukio e Kenji ad allenarsi, sotto lo sguardo vigile di Rojo VII e Blu VIII. Mentre stava parlando con la felina, il faraone si girò per guardarla negli occhi e avere risposte riguardanti la sua dichiarazione. Tuttavia, lo sguardo gelido e freddo di questa gli impedì di discutere ulteriormente con lei.
- N-non fa niente... - disse voltandosi di nuovo in avanti.
- Deve stare attento, - gli consigliò il Frogadier sottovoce, - è molto permalosa... se non vuole che qualcosa venga tagliuzzato o congelato, non contesti troppo vicino a lei.
- COSA GLI STAI FARFUGLIANDO, BRUTTA RANOCCHIA! EH?
- CRAAAA! D-D-D-Dovrebbe darsi una bella calmata ogni tanto!
In quella discussione che, molto probabilmente, sarebbe potuta diventare molto accesa, il Gran Visir mise d'accordo tutti quanti con tutta la calma e l'eleganza possibile.
- Spero di non essere maleducato, signora Weavile. Questo trasporto, per quanto efficiente, è molto delicato. Le consiglio di non considerare nelle sue future intenzioni del litigare o, peggio, del combattere qua sopra. Non ho idea di cosa potrebbe succedere, se cadessimo da questa altezza...
La felina incrociò le braccia, quasi offesa.
- Tch! Non sono così idiota, se è questo che sta supponendo...
- Non mi permetterei mai... - disse infine chinandosi.
Il tempo di quel battibecco bastò per i nostri amici nel raggiungere il luogo successivo d'esplorazione per i pokémon del GIP.
- Siamo arrivati!
(Ost first wife war)
L'entrata era simile ai piani precedenti: davanti a loro si stendeva il solito enorme portone dal colore particolare, questa volta bianco latte, con delle maniglie d'oro massiccio nella parte alta delle due ante, come decorazione. Noir III invitò gli ospiti ad usare il lavabo per pulirsi i piedi e il sigillo rosso per rendere i piedi a prova di sporcizia.
- In questo piano c'è anche un lavandino per le mani: una volta finito dovrete toccare il sigillo anche con i vostri arti superiori.
- Davvero? - Chiese curioso lo Scorpiaccio, - siete molto premurosi nei confronti dei vostri libri!
- Non puoi darci torto, caro Drapion, - gli rispose Nebra I, - qua dentro sono conservate delle vere e proprie rarità! Non possiamo fare niente contro la tirannia del tempo, purtroppo, ma se possiamo opporci, per almeno qualche secolo, nulla ci vieta d'impegnarci!
- Eh? Sono davvero così rari? - Chiese la gatta ladra, incredula e cinica.
- Non ne ha idea, signora Weavile! Molti predoni e gilde farebbero a gara per averli! Forse le mie leggende e i miti potrebbero interessare qualche topo d'appartamento, ma le tecniche raccolte da Noir III e altre informazioni segrete sono un qualcosa che non si può vedere tutti i giorni!
- Interessssante... Sssssembra lei vada molto ffffffiero di questa collezione... Mi chiedo perché non divulghi tale conossssscenza a pokémon capaci. Ssssssono sssssicuro fffffarebbero comodo a molti essssploratori!
- Beh... - disse volteggiando su se stesso, per poi guardare di sbieco il Cobra, - devo aver pur qualcosa che mi metta in una posizione di potere...no?
Si notò una vena di malizia in quelle parole, ma l'eleganza dei modi e la posa da regal sovrano impedirono al quartetto di stupirsi. Dopotutto, non aveva un fil di torto.
- Bah! Se lo dite voi... - Disse la felina mettendosi le mani dietro la testa.
- Vorrei che vi pregustiate ogni momento di questo soggiorno, miei cari amici, - disse Nebra I avanzando verso il portone, - quello che state per assistere è qualcosa di straordinario... è qualcosa che da prestigio e orgoglio al sottoscritto e ai suoi fedeli servitori, e nessun comune pokémon ha mai avuto la possibilità di vedere.
- (Quante storie per dei pezzi di carta...) - Pensò tra sé e sé la Lamartigli.
- SIGNORI E SIGNORE! IO, SUA MAESTA' DELLA TERRA DELLA SABBIA NEBRA I-
Dalla bocca della femmina, partì uno sbadiglio volontario.
- Yaaaaawn... La prego... Ci faccia entrare e basta...
- G-gu...
Il Sultano si paralizzò di colpo: la mancanza di rispetto per il momento clou del discorso nei suoi confronti, fu troppo anche per lo Zoroark. Preso dallo sconforto, cadde a terra in depressione, coperto di aura nera dalla testa ai piedi.
- EXCUSE MOI?! LE SEMBRA IL MODO DI TRATTARE UN SOVRANO?!
- Eh? Che vuoi tu?
- L-lei... LEI HA FERITO I SENTIMENTI DI UN POKE'MON DI CULTURA! HA IDEA DI COSA SIGNIFICHI QUESTO?!
- No. Illuminami.
Mentre il Frogadier cercò di spiegare alla felina, il Dusknoir cercò di consolare il suo superiore.
- Va tutto bene, sua maestà?
- C-che cos'ha... quella femmina... che non va... - rispose sconsolato il pokémon Mutevolpe.
- Non deve curarsene: è evidente che non comprende la magnificenza di ciò che c'è al di là di questa porta. Non è malizia nei suoi confronti...
Ignorati dal mondo, la gatta e la ranocchia continuarono a discutere, quasi come se fosse toccato a loro, in quell'arco narrativo, la carica di coppia litigiosa.
- Che rottura che sei! Non ho fatto niente di male io! Che me ne può fregare di qualche pezzo di carta straccia!
Quelle parole perforarono il debole cuore della Mutevolpe come dardi infuocati lanciati da un arciere, facendolo svenire sul momento. Noir III fece un enorme sbuffo d'irritazione, per poi procedere con respirazioni profonde.
- CARTA STRACCIA?! - Gridò il ninja, - E SECONDO LEI DELLA CARTA STRACCIA AVREBBE IL DIRITTO DI STARE IN QUESTA PIRAMIDE?! MA CHE LE DICE IL CERVELLO?!
- EHI! RANOCCHIA DEL C***ZO! ANCORA UNA PAROLA DALLA TUA VISCIDA BOCCA E TI FACCIO A FETTE!
- Già... una parola ancora.
- Eh?
I due si girarono verso colui che aveva parlato. Dall'ombra del Gran Visir, comparve in tutta la sua raccapricciante figura la Mad Chimera.
- Una... Una parola ancora... e vi farò rimpiangere di essere nati...
I due rimasero con il fiato sospeso. Si presero talmente tanta paura da quella dichiarazione fuori contesto, secondo i loro dubbi gusti, che trattennero il respiro pur di non scatenare l'ira dello spettro, mentre questo continuava a fare lunghi respiri dalla bocca sullo stomaco.
Per far capire di non aver più intenzione di litigare, Shinso e Weavile fecero un sorriso enorme nella sua direzione e si strinsero la mano, mettendosi le mani sulle spalle per enfatizzare il tutto. Dopo che si furono calmate le acque, l'enorme creatura d'ombra del pokémon Pinza si rintanò nella sua oscura dimora.
- Molto bene...
- Questa me la paghi, ranocchia bisbetica, - disse sottovoce al ninja azzurro, senza staccare i denti tra di loro per non farsi sentire.
- Mon Dieu... S-seriamente: si dia una calmata...
Noir III si rivolse di nuovo al suo padrone, facendo un inchino.
- Signor Nebra, i suoi ospiti sono pronti a seguirla.
Lo Zoroark, dopo il richiamo del suo fedele suddito, si rialzò in piedi come se niente fosse.
- Molto bene! Allora procediamo pure senza altri convenevoli!
- Non so se essere irritato per la signora e Shinso o per quest'altro dejavù... - confessò Drapion all'amico Arbok.
Quello, per conforto, gli mise la punta della coda sulla spalla.
- Va tutto bene, amico mio... la giornata è quasi finita...
- Vediamo... dove ero rimasto? Ah, sì! IO, SUA MAESTA' DELLA TERRA DELLA SABBIA NEBRA I, VI DO IL BENVENUTO ALL'ARCHIVIO REALE!
Bastò una leggera pressione della mano per aprire quella lucente porta, e in altrettanto legger modo un solenne silenzio calò sugli ospiti. Come un'elegante dama in attesa in una sala da ballo del suo principe azzurro, l'Archivio Reale invitava loro allo stesso modo con una luce surreale, piena di calore ed accoglienza.
Non era dovuto ad un'illuminazione artificiale: il caldo sole, che curiosava da un enorme finestra alta quasi l'intero piano, aveva preso sotto le sue grazie gli immensi scaffali di legno d'ebano nero, con tanti piccoli libri dalle copertine bianche e rosse dalle filigrane dorate, e nere con delle piccole Neropietra incastonate sui loro bordi, disposti secondo questo ordine dalla finestra all'entrata.
Però, ciò che divenne il balsamo del cuore degli ospiti non fu solo quello. In mezzo alla sala, su una base di marmo di mezzo metro, una scultura prismatica di Arceus, con l'anello fatto d'oro, si ergeva davanti a loro, creando un allegro gioco colorato sul pavimento tra gli ospiti e il divino ornamento.
La vista fu talmente bella e inaspettata per una biblioteca che né la scettica Weavile, né l'entusiasta Shinso, poterono trovare la forza per esprimere la loro meraviglia.
Nebra I sorrise alla loro reazione come una madre che guarda i propri figli, per poi rivolgersi al suo gioiello.
- Mi ci sono voluti mesi per ottenere questo livello di magia... Volevo a tutti i costi che gli spazi aperti fossero rivolti esattamente ad ovest, per ottenere questo effetto verso il tramonto. Anche i libri sono disposti così per questa ragione: i libri bianchi vengono illuminati fino all'ultimo dalla luce, mentre i libri scuri rimangono celati nelle tenebre... Ma anche loro hanno il loro fascino! Venite da questa parte!
Senza obiettare, i pokémon del GIP seguirono il sovrano, percorrendo più della metà dei venti metri della libreria, mettendosi dietro la scultura: in quella posizione, si poterono notare i riflessi violacei dei libri neri riempire gli angoli bui vicino all'entrata, dando l'illusione di trovarsi davanti all'entrata di una grotta ricolma di pietre preziose.
- La luce nell'oscurità... e lo splendore puro del bianco: questo è ciò di cui vado più orgoglioso in questo palazzo. Beh... dopo le mie guardie, ovviamente! Eheh!
- Che palle... - disse la felina sbuffando, - devo porti le mie scuse, ranocchia.
- Non c'è bisogno... potrei anche morire in questo momento... Mon Dieu...
In quel frangente, lo Zoroark mise le mani sulle spalle dei due.
- Vedo che ne siete rimasti a bocca aperta! Sono contento che la prima impressione dei primi ospiti della Terra dei Deserti sia questa! Non sapete quanto mi rendiate felice...
La felina si girò con sguardo omicida verso il sovrano.
- Chi le ha detto che può toccarmi?
- Parbleu... E' già finito il tuo momento buono?
- Se volete, - disse la Mutevolpe facendosi largo tra i due, mantenendo una certa eleganza nei movimenti, - il sottoscritto vi permetterà di leggere qualsivoglia libro qua dentro.
Dall'entrata, il Gran Visir tossì due volte rumorosamente in risposta alla decisione del sultano.
- Ehm... A parte i libri di Noir. Se volete leggere qualcosa di questi, dovete chiedere a lui. E' molto geloso delle sue conoscenze, e non le condivide quasi con nessuno. I libri sono di tre colori per un motivo: i bianchi e i rossi sono mie raccolte e contengono miti e leggende del nostro mondo e non. I libri neri che contengono informazioni segrete diverse, soprattutto sui vari clan esistiti sulla Terra, sono quelli di Noir, come avrete sicuramente capito.
- "Miti e leggende del nosssstro mondo e non"? - Chiese Arbok incuriosito.
- E' questa la ragione per cui non distribuisco questo sapere, sebbene siano pochi i testi particolari: da dove credete abbia preso la storia di Pompei? Quella in cui siamo è solo una delle tante sfaccettature del multi universo. Conoscete Rukio, no? Non credo sia difficile per voi pensare di trovare anche informazioni sugli esseri umani, qua dentro...
All'inizio non avevano fatto tanto caso all'affermazione di prima sulla città italiana, perché non era la prima volta che qualche pokémon si faceva portatore di conoscenze umane, ma in quel momento i quattro compresero il tesoro a cui si trovavano di fronte: qualcosa che le loro zampe non avrebbero potuto raggiungere in nessun altro punto del globo, qualcosa che nemmeno l'ardire dell'esplorazione avrebbe potuto mai ottenere.
- (M-mon Dieu... Q-qui c'è anche del sapere umano...)
- (Ritiro tutto: c'è gente che farebbe la fila per avere informazioni del genere. Eheheh...) - Pensò Weavile sorridendo.
- (Per tutti i Wailmer...)
- (Chissssà ssssse troverò nuove leccornie...)
Vedendo la sorpresa nei volti del quartetto, Nebra I non poté fare a meno di ridere onestamente.
- Ahahahah! Dovreste vedere le vostre facce! Sono meravigliose!
- M-monsieur Nebra... D-davvero possiamo? - Chiese titubante il ninja.
- Noir: quanto manca al tramonto?
Prima di rispondere, la terza guardia reale si avvicinò a loro, per poi affacciarsi sul balcone al di là della finestra di sei metri.
- Se ricordo ancora i movimenti del sole, dovrebbe mancare un'oretta circa prima delle 20.00. Penso che possano usare bene questo tempo per trovare almeno una dozzina a testa di libri di loro gradimento.
- Ricevuto. Allora: fino a quando il sole calerà completamente potrete consultare ogni libro bianco e rosso. Ma uno alla volta: non prendente più di un libro e rimettetelo a posto una volta conclusa la lettura. Come potete vedere ci sono delle scale di legno appoggiate agli scaffali. Non avete bisogno di spostarle: hanno delle ruote alla base, potrete tranquillamente farle scorrere e raggiungere qualsivoglia libro da qualunque altezza. Sul pavimento ci sono dei piccoli sigilli come all'ingresso: mettete un piede, toglietelo e aspettate cinque secondi. Dopo quel lasso di tempo comparirà un divanetto su cui potrete sedervi e addirittura stendervi. Tranquilli: gli laviamo tutti i giorni! Non avrete problema di scomodità qua dentro. Se avrete bisogno di qualunque cosa, chiedetemi pure! Rimarrò qui con voi per tutto il tempo. Vedrò se seguire nella lettura qualcuno di voi o leggere per conto mio.
- Lo stesso vale per me, - disse il Visir, - ho alcune cose importanti da controllare...
Drapion e Arbok si guardarono negli occhi: normalmente non sarebbero tanto entusiasti di passare il tempo tra "carta straccia", come l'aveva chiamata prima il capitano, ma persino loro che erano abituati ad uno stile di vita dove la cultura non esisteva riconobbero la possibilità che si trovarono di fronte, e decisero di non perdere altro tempo.
Lo scorpione andò sul lato destro, prese un libro, attivò il sigillo sul pavimento e si stese completamente sul divano a pancia in su, con la coda a penzoloni dall'altro lato del capezzale. Tenne il manoscritto scelto in mano e sfogliò le pagine lentamente, facendo attenzione a non graffiare niente con i suoi artigli.
Gli andò di lusso: ciò che trovò era un libro di ballate cinesi umane tradotto in giapponese, con delle illustrazioni visive volte a migliorarne la comprensione. Rimase lì a vedere le figure e trovare qualche storia di suo interesse, mentre il suo collega si diresse a sinistra in cerca di qualcos'altro. Per fare qualcosa di diverso, invece dei libri bianchi andò per i rossi, concentrandosi sui libri bassi per non dover porre davanti ai presenti l'imbarazzo di non poter usare la scala.
L'esempio dei due fu seguito anche dal Frogadier e dalla Weavile, ma a differenza di quelli fecero fatica a scegliere subito un libro da sfogliare, perché nonostante ognuno avesse il suo fascino meritevole di lettura, l'unica ora a disposizione per poter consultare l'archivio limitava la loro scelta. I due cercarono per qualche minuto qualcosa che potesse attirare la loro attenzione, per poi optare entrambi per raccolte di leggende narranti pokémon.
In particolare, Shinso si impuntò sulla leggenda del Principe dei Mari * , mentre la felina trovò quella della creazione di Kalos, una delle regioni della realtà dove pokémon e umani coesistevano nello stesso universo. Passarono trenta minuti immersi in quel mondo curioso, tra storie affascinanti e miti di dungeon ben più nascosti di quelli conosciuti. In tutto questo, Nebra I passò il tempo a conversare con i suoi ospiti e spiegarli anche i fatti che richiedevano una mentalità più acculturata, mentre Noir III si limitò a cercare tra la sua collezione le risposte ai suoi dubbi.
Lo scorrere degli eventi cambiò all'improvviso con l'agire della felina per la biblioteca: uno dei libri rossi accanto a Shinso attirò la sua attenzione e provò ad aprirlo, ma per la prima volta nella sua vita, trovò qualcosa di incomprensibile.
- Ma che...
In quel manoscritto dalla copertina sottile, la pokémo Lamartigli incontrò delle difficoltà.
- "Facturusne operae pretium sim"... E' inglese? Non ho la più pallida idea di cosa ci sia scritto...
Incuriosito dalle parole pronunciate della felina, il Frogadier decise di uscire dall'isolamento di lettura e cercò di attaccare conversazione con il capitano del team AWD.
- Qualcosa non va, mademoiselle?
- Non ho idea di che diavolo ci sia scritto qui! Ho imparato l'inglese per la traduzione delle vecchie mappe in alfabeto Unown, ma questo... è un inglese ancora più arcano, per caso?
- Fammi vedere. Vediamo... "Romani perscripserim nec satis scio nec, si sciam, dicere ausim"... Parbleu!
- Dunque?
- Questo non è inglese... non è nemmeno scritto in romanji! Non ho mai visto questa lingua... Che sia un codice?
- Codice?
- Vedo che siete in difficoltà.
Il sovrano stava aiutando Arbok nella lettura di una enciclopedia per yokai e mostri raccolti in ordine alfabetico, ma gli chiese di aspettare per aiutare gli amici sprovveduti.
- Posso aiutarv... oh! Ma certo! - Disse prendendo dalle mani il rosso manoscritto, - questo è un libro molto particolare! E' "Ad urbe condita", di Tito Livio.
- Ad urbe... che?
- "Ad urbe condita" : è un libro che racconta la fondazione di Roma, la capitale dell'Italia. E' lo stesso stato in cui si trovava Pompei.
- Quindi... questa è la lingua dell'Italia? - Chiese confusa Weavile.
- No. La "lingua italiana" viene chiamata "italiano", e fa parte delle lingue romanze. Quello che avete di fronte è la base di queste, il "latino". E' una lingua che è andata persa nel tempo e che conosce sono una minoranza degli umani, ma ha un'importanza critica per lo studio della loro storia antica, visto che la maggior parte dei testi è in questo linguaggio o in suoi derivati. A te piace la storia antica, vero Shinso? Per gli umani, questo per loro è simile al nostro "alfabeto Unown".
Per la ranocchia era la prima volta che s'imbatteva in qualcosa come questa. Poteva immaginarsi che il parlare umano avesse delle sfaccettature più ampie rispetto ai pokémon, vista la scarsa propensione di questi per la cultura, ma che ci fosse una scrittura completamente sconosciuta e ancora da imparare lo lasciarono a bocca aperta.
- Fantastico... E me lo potrebbe leggere?
Lo Zoroark si mise una mano dietro la testa.
- Beh... sì, ma è molto lungo a differenza del resto in questa sala, e non credo trovereste qualcosa di vostro gradimento qua dentro. Sinceramente io stesso non ho visto fatti o miti più interessanti rispetto a tutto il resto... Però forse... Forse qualcosa posso! E' un riassunto, in verità, ma è uno di quelli che preferisco e posso raccontare a memoria senza scendere troppo nel particolare. Non avrebbe senso parlarvi di questioni complicate se non avete una base, no? Vi và?
- Cerchi di essere breve, - gli chiese la felina, - non sono fatta per i discorsi troppo lunghi.
- Farò il possibile... Intanto accomodatevi: non si ascolta una storia in piedi.
Dopo che i due si accomodarono sullo stesso divano, da un capezzale all'altro per non stare vicino, lo Zoroark iniziò a parlare. Non era un racconto particolare come il Frogadier e la gatta oscura avrebbero potuto pensare: alle loro orecchie, suonò come una storia abbastanza noiosa, complice forse il fatto che il sultano non fosse un racconta storie di prima categoria, o forse il fatto che un testo così stretto come un riassunto non desse la possibilità di legare con esso.
I punti più curiosi della storia erano semplicemente due: la Lupa Capitolina, un essere chiamato animale paragonabile a loro pokémon, che si prese cura dei due gemelli, e l'assassinio di Remo da parte del fratello Romolo, per il semplice fatto che quello avesse attraversato il confine che il gemello maggiore aveva dato alla sua terra.
Una cosa di questo genere succedeva spesso in passato, nel mondo Pokémon: questioni territoriali risolte nel sangue non erano una novità, anche se nelle ultime decadi l'omicidio era diventato un reato grave, soprattutto quello fine a sé stesso e non per legittima difesa.
Invece, col senno di poi, ciò che era stato raccontato all'inizio suscitò la curiosità dei due, soprattutto in Weavile, che fino a quel momento era quella meno interessata alla faccenda.
- ... E' questo è quanto, - concluse Nebra, - spero abbia soddisfatto la vostra curiosità!
Il volto della ranocchia mostrò confusione e leggera noia, per più di una ragione.
- Mon Dieu... Sinceramente pensavo a qualcosina di più... Però è abbastanza triste che la fondazione di una città sia legata ad un litigio tra fratelli...
- In effetti sì... - disse il sovrano, - sono d'accordo con te. Però, secondo questo libro, Romolo avrebbe gettato quelle che possiamo considerare le fondamenta della città. Se pensiamo al grande disegno, ha fatto del bene alla futura gente della città, sempre che il mito sia vero, s'intende.
- Dubito seriamente che sia una storia vera, - interruppe la felina, mentre era a braccia conserte sul divano.
- Beh... Non puoi dire con certezza nemmeno questo, signora Weavile. La parte sottile di questo mito è che ha più versioni citata da tanti diversi scrittori e annalisti. Tito è solo uno dei tanti: il mito è stato citato anche da Ennio e Nevio, altri autori che vennero molto prima. Potrebbe essere una voce messa in giro nel passato e che venne riprodotta perché era una bella storia. Magari è non vera, ma non abbiamo le prove stabilirlo con certezza, quindi, avendo qualcuno che ne parla, può essere vero anche il contrario. Quello che conta è che possa essere per noi qualcosa, no?
Alla risposta della Mutevolpe, la pokémon Lamartigli rivolse lo sguardo dritto verso di lui.
- Andiamo, sua maestà: questa "Rupa" ha allattato dei cuccioli di una specie diversa dalla sua così, per spontanea volontà, invece di mangiarseli o lasciare le carni alla sua famiglia. Se è vero che è una storia antica, mi sembra alquanto irreale.
- Uhm... Capisco il suo dubbio, ma è così strano credere in un atto di spontanea bontà? E poi come fai a sapere che non fosse sola? Magari non aveva figli.
- La mademoiselle potrebbe avere ragione, però. E' come un Mightyena questa "Rupa", giusto?
Prima di rispondere, Nebra I storse il naso.
- Ragazzi... E' "Lupa", non "Rupa", * - contestò il sovrano, - oh... vabbé. Non posso nemmeno pretendere che si pronunci correttamente qualcosa di così difficile... Cosa intendi per questo, comunque?
- Se non sbaglio, - continuò il Frogadier, - alcune femmine dei pokémon che appartengono al gruppo Campo, per il periodo in cui i loro piccoli sono appena nati, crescono dei piccoli seni e gli allattano. Ma solo durante il periodo in cui dovrebbe essere nato, quindi dopo che loro hanno già depositato delle uova. Quindi, la lupa dovrebbe aver già partorito dei figli, giusto?
Un dubbio più che legittimo. Di norma, il seno cresce in risposta ad una necessità. Se la lupa non aveva figli, come aveva potuto produrre il latte necessario per loro? Fortunatamente, lo Zoroark aveva una risposta anche per questo.
- Beh... Questo non è detto: ho letto che alcuni di questi "animali" producono latte quando sentono il bisogno di accudire qualcuno, non necessariamente che si tratti di suo figlio o meno, - rispose il sultano.
- Capisco...
- Bah... sarà... - disse la felina, - io trovo irreale che qualcuno rischi la vita per qualcuno che non conosce nemmeno.
- Pardonne moi, mademoiselle Weavile: ma non è quello che facciamo noi ogni giorno?
La pokémon Lamartigli si alzò dal divano, senza rivolgere lo sguardo verso la sprovveduta ranocchia.
- Abbi la decenza di non mescolarci con voi del team Skyraiders. Il team AWD agisce sempre e solo per il proprio guadagno. Se siamo in questa situazione, è solo perché ci è stato ordinato da Ampharos. Siamo stati "ingaggiati", non ci siamo offerti volontari.
- Oh? Quindi non ti butteresti mai per salvare un innocente? Cracracra... - rise arrogantemente il Frogadier.
- Cos'è quella risata?
- Sbaglio, o nel teatro avevi detto qualcosa riguardo a quanto ti desse fastidio come quel Yamiscilla stesse torturando Fennekin? Davvero non faresti mai una cosa simile?
Normalmente, la felina si sarebbe alterata nei confronti di una ferma negazione nei suoi confronti, tanto meno per una domanda retorica di quel genere, ma stranamente non la contestò. Si limitò a guardarlo negli occhi in un primo momento, mostrando alla Schiumorana una malinconia velata. Dopodiché, si allontanò da lui per raggiungere il compagno Drapion dall'altra parte della sala.
- Non mi fraintendere, - disse, senza girarsi, - se la situazione fosse diventata troppo pericolosa per me, non ci avrei pensato due volte ad abbandonarla. La mia missione è la vostra incolumità, non quella di ogni moccioso che mi capita a tiro. Se non riesci a difenderti da solo, è colpa tua. Si chiama "legge della sopravvivenza". E' questo il genere di pokémon che sono...
Rimase seria per tutta la dichiarazione, senza cambiare tonalità di voce. Parole dure non corrisposte dal precedente sguardo, come se la rabbia nei confronti di Shinso fosse stata rivolta tutta verso sé stessa.
- Ha... Qualcosa che non va la signora? - Chiese confuso il sultano al ninja.
- N-non è ho idea... è la prima volta che la sento parlare così.
- Scusate se vi disturbo, sua maestà. Signor Shinso...
Alla sinistra dei due, Noir III si inchinò di fronte a loro con una mano sul petto, chiedendo loro udienza ed ascolto.
- Ah, Noir! Hai finito quello che dovevi fare?
- Sì, sua maestà. Credevo di metterci più tempo, se devo essere sincero, ma ho ritrovato quello che cercavo.
Nella mano destra egli stringeva un libro abbastanza vecchio, che a differenza di tutti gli altri nell'archivio aveva una copertina marrone rovinata, dalla quale pendeva un segnalibro giallo. Quando il sovrano riconobbe quel libro, la sua attenzione fu puntata solo sul suo visir.
- Eh? Il quaderno? Era questa la cosa importante che dovevi sbrigare?
- Sì, vostra altezza. In merito a tutto quello che è successo questa mattina, ho pensato fosse giusto riprendere questa raccolta di testi.
Il Mutevolpe fece una faccia sconsolata.
- Seriamente... Perché non ci rinunci una buona volta? Sono mesi ormai che cerchi di tradurlo...
Rimase in silenzio in quel frangente, ma il Frogadier aveva tutta l'aria di qualcuno terribilmente incuriosito da tale conversazione. Conoscendo la cultura a loro disposizione e avendo potuto assaporarla un po', gli sembrò strano che non fossero in grado di tradurre un testo.
- Sono desolato, sire... Purtroppo è una mia brutta abitudine voler fare bene il mio lavoro, non importi in quale occasione. Dopotutto, io sono il suo Gran Visir: sono il suo alto consigliere, e colui che deve rappresentare la conoscenza in questo palazzo. Ho tradotto ogni libro qua dentro, ed ho imparato le varie lingue per poterle essere utile in ogni modo possibile. La non riuscita traduzione di questo libro... è una grande macchia sul mio curriculum vitae. No... E' il mio orgoglio ad essere impestato...
La ranocchia mosse le mani avanti agitato, facendo cenno di interrompere la discussione.
- F-f-fermi tutti?!?!? TUTTI I LIBRI QUA DENTRO SONO TRADOTTI DA LEI?!? LEI E BASTA?!?
- Ovviamente, - disse il Dusknoir, con una nota d'orgoglio, - il mio più grande pregio non è il combattimento, anche se non ho nulla da invidiare ai guerrieri. Per me, il più grande simbolo di potere è il sapere, e tale è la mia filosofia di vita.
La bocca larga del Frogadier toccò il suolo dall'incredulità, per poi riavvolgersi sulla faccia come in un episodio del Looney Tunes.
- N-NON CI CREDO! H-HO LETTO DELLE COSE INCOMPRENSIBILI QUA DENTRO! D-davvero lei... Credevo che sua maestà-
- Nononono! Ma sei fuori?! - Intervenne il sovrano, - ho altre cose a cui pensare! Non posso certo sprecare il mio tempo ad imparare altre lingue! Quello che ho letto sui libri mi è stato tradotto tutto da Noir! E-ecco... - continuò poi abbassando la voce, - è per questo che l'unica cosa che vi potevo raccontare era quella... Non l'ho letto io: mi ha fatto un riassunto di alcune parti lui.
La rana ninja non sapeva a cosa rivolgere il suo profondo stupore: se al fatto che il pokémon Pinza fosse un pozzo di scienza multilingua dalla professionalità e la cultura di un filosofo greco, o al fatto che una regalità del calibro di Nebra avesse un deficit di conoscenza tale da richiedere il riassunto da altri pokémon.
- P-parbleu... N-n-non ci credo...
- Le voglio chiedere un grande favore, signor Shinso.
Lo shock precedente fu ripreso dalle innumerevoli domande che attraversarono la testa del Frogadier ad una richiesta simile.
- U-uh? A m-me?
- Lei... è un esperto di lettere antiche, giusto? Sono tre mesi, purtroppo, che cerco di decifrare ciò che è raccolto in questo quaderno, ma con scarsi... risultati... - disse con un velo di rabbia lo spettro, - una volta che credo di aver tradotto una parola, vado avanti e vedo che il codice non è lo stesso. Se parto dal presupposto che ogni pagina abbia la sua decriptazione, vedo comunque di non riuscire a tradurre, e quello che provo magari su una parola di una sola parte vedo che funziona anche in un'altra, ma una volta concluso le frasi non hanno alcun senso. Ho provato anche a cambiare l'ordine delle pagine, raggruppando quelle con parole simili. Non ho avuto risultati... Anche se mi da un po' fastidio dover chiedere aiuto ad un altro individuo, e le chiedo scusa in anticipo per questa mia arroganza, - disse chinandosi ancora una volta e porgendo il libro al Frogadier, - mi farebbe piacere se riuscirebbe a sbloccarmi da questa situazione.
Il gesto del Gran Visir fu incomprensibile agli occhi della Schiumorana: aveva davanti a se un pokémon dalla cultura vastissima, che aveva messo mano alle più disparate fonti di sapere.
In quei trenta minuti aveva scartato un sacco di libri in lingua straniera e tradotti: se i due reclamavano l'estrema competenza di Noir, era inconcepibile che un semplice plebeo, seppur con qualche abilità, potesse venire persino considerato nel fornire supporto.
- (M-mi sta... davvero chiedendo aiuto? C-credevo fosse un tipo orgoglioso che rifiuta ogni mancanza di rispetto nei confronti di séstesso e nel sovrano! Arrivare a chiedermi aiuto...)
Il sovrano rese espliciti i dubbi della ranocchia acquatica.
- Tu... che chiedi aiuto? Non è da te, amico mio! Sicuro di stare bene?
Il Dusknoir non rispose, rimanendo in silenzio con il capo chino.
- E'-è così importante questo testo?
- Mi perdoni se non sottolineo il mio volere, ma non mi piace ripetermi più volte. Il tempo è denaro...
Era fermo a mezz'aria, completamente paralizzato: non era possibile neanche vedere la fine del suo corpo ondeggiare per la levitazione, talmente importante era per lui la sua risposta.
- (Sarebbe da maleducato rifiutare una tale richiesta accorata... ) Beh... Posso io declinare quando me lo si chiede con tanta determinazione? - Disse alzando le spalle, - non so quanto potrò esserle d'aiuto, ma farò del mio meglio!
Dopo quella frase, il ninja stese la mano destra per prendere il libro, un gesto comune che faceva parte del mondo quotidiano.
Il motivo di quello che accade successivamente, però, era insolito quanto inquietante: quando le sue dita raggiunsero la distanza di tre centimetri dal bordo della copertina, nella frazione di un decimo di secondo la vista della ranocchia venne invasa dalle tenebre, nella cui oscurità un occhio dall'iride rossa come il sangue e dalla pupilla stretta, nera come la notte più buia, gli venne incontro con furia, mentre nella sua testa echeggiò un violento urlo spettrale da far sobbalzare chiunque.
Tuttavia, la frazione di tempo in cui avvenne tutto questo fu talmente corta che non diede quello come effetto di reazione, ma invece fece ritirare la mano di scatto a Shinso verso l'alto, come se qualcuno avesse appena tentato di tagliargliela.
- CRA!
Quell'azione fu abbastanza improvvisa da spaventare anche il sovrano, che si mise le mani sul petto a pugno chiuso in segno di ritirata, mentre il Gran Visir si limitò ad alzare lo sguardo dalla sua posizione china. Rimasero in silenzio per qualche secondo, il tempo necessario per il team AWD di rivolgere la loro attenzione nei confronti del gruppo.
- Anf... Anf... M-ma che ti prende?! Mi hai fatto venire un colpo! - Esclamò preoccupato il sovrano.
Per lo stesso motivo che limitò la reazione della Schiumorana, Shinso non riuscì a dare una spiegazione a quello che aveva appena visto. Successe talmente in fretta che non diede nemmeno il tempo al cervello di realizzare e poter archiviare nei ricordi quell'occhio minaccioso.
- Eh? N-non lo so... N-non lo so neanche io cosa mi sia preso (è stata... me lo sono immaginato?).
Scosse la testa, cercando di recuperare la compostezza.
- S-scusatemi... - disse poi con una mano dietro la testa, - Forse la stanchezza della giornata sta per prendere il sopravvento anche su di me! Cracracra...
Dopo quell'affermazione provò a riprendere in mano il libro: non accade nulla, nonostante la sinistra premonizione. Da qualche esame preliminare e da qualche pagina sfogliata, agli occhi del Frogadier il libro apparve come doveva essere a chiunque: un normale quaderno di appunti.
- (E'... un normale quadernetto! Certo: le scritte sono quasi incomprensibili, ma non c'è alcun dubbio al riguardo.) Parbleu! Che bel quaderno! Ad occhio e croce, direi che le pagine sono in fibre di Baccabana... - disse annusando le pagine, - e... inchiostro di Baccaxan...
Si fermò qui prima di continuare: una strana sensazione di inquietudine pervase il suo corpo quando lui stesso nominò quelle bacche.
- (Questa combinazione... dove... dove ho già visto questa combinazione?)
- S-SUA MAESTA'!
- Uh?
Il flusso di pensieri del trio fu interrotto da Rojo VII, arrivato precedentemente sul piano attraverso il montacarichi. Erano talmente presi con la storia del vecchio libretto che non si erano minimamente accorti dell'apertura della porta e dell'entrata della settima guardia.
- Rojo? Che ci fai qua? Non ti avevo detto-
- S-scusate... è.... è colpa nostra.
Il silenzio calato un momento prima permise a quella flebile voce di farsi spazio anche in quell'enorme biblioteca: sulle spalle del compagno Kenji, il piccolo licantropo era ricoperto di ferite e bruciature per tutto il corpo.
- S-saaalve... - Disse il piccolo licantropo.
- Uff... Che seccatura... - sospirò il Legnogeco.
Alla vista del capitano conciato per l'ennesima volta, l'inquietudine della ranocchia divenne preoccupazione allarmata.
- CRAAAAAAAAAAAAAA! CAPITANO!! NON DI NUOVO!
Anche il team AWD fu visibilmente scosso dalla vista: Weavile si mise una mano in testa in vista di quel grattacapo, mentre gli altri due rimasero a bocca aperta per l'incredulità del momento.
Dopotutto, non era possibile non capirli: divenne lampante come il sole che il capitano del team Skyraiders aveva delle tendenze suicide.
- E' incredibile... Che palle...
- I-incredibile davvero, mia signora... - Disse Drapion.
- Sssssanto cielo...
*******************************************************
- ARGH! C-che bruciore... - Disse il pokémon Emanazione.
- TE LO MERITI, MON DIEU! NON HAI ALCUNA CURA PER IL TUO CORPO!
Centosettantesimo anno del drago, ore 19.50. I due membri del team Skyraiders, che erano rimasti indietro per capriccio del Riolu, si erano ricongiunti con il gruppo a causa di forza maggiore. Per questo motivo, Shinso dovette rinunciare ad analizzare per il momento il quaderno affidatogli da Noir III, per prendersi cura del suo irresponsabile capitano, cucendo le ferite un po' più profonde dopo averle sterilizzate, trattando le bruciature sui bracci e applicando le bende dove servivano.
- E TU?! - disse, rivolgendosi al Grovyle, - NON POTEVI FERMARTI, EH?! SEI SEMPRE IL SOLITO!
- Ehi ehi... Non te la prendere con me! Sono stati ordini suoi! Ci sarei andato più piano...
- SICURAMENTE, GUARDA! VEDO COME TI SAI CONTROLLARE!
- S-shinso... per favore, - gli disse Nebra I con calma, mettendo le mani davanti a sé, - abbassa un po' la voce. Capisco la tua rabbia, ma siamo sempre in una biblioteca...
- Uff... Le chiedo scusa... Farò del mio meglio.
- Porca miseria... da quando in qua sei così maleduc-
Il Frogadier perforò "per sbaglio" con l'ago una parte sensibile del braccio destro di Rukio.
- AHIAIAI!! STO ZITTO! STO ZITTO!
In realtà, per alcune ferite l'ago era decisamente superfluo, ma in qualche modo la Schiumorana doveva far pesare al pokémon Emanazione quell'azione di autolesionismo.
- Per tutti i Wailmer... Ma che avete fatto là sotto? - Chiese Drapion allo spadaccino, mentre questo stava sgranocchiando una Baccacedro per recuperare le forze.
- Munch Munch... Il capo voleva testare la soglia di sopportazione del Blue Dusk, - disse il Grovyle, - e vedere se sarebbe riuscito a portare la sua abilità ad un livello superiore. Ma come puoi vedere, ha portato solo rogne...
- Ssssstarà bene?
- Non preoccupatevi. Se ha recuperato le forze così velocemente da stamattina non dovrebbero esserci problemi neanche adesso. Munch Munch...
Terminò le ultime medicazioni al Riolu, per poi fornirgli le bacche curative.
- Ho finito... Per fortuna ho fatto rifornimento di Baccaquirizia prima di venire qua... - disse la ranocchia, - Mon Dieu... dovresti riuscire a muoverti senza problemi anche con le ferite.
- T-ti ringrazio, Shinso... - disse il capitano.
Di tutta risposta, la rana azzurra girò la testa sbuffando.
- Umhf!
- N-non c'è bisogno di fare l'offeso.
- S-starai bene? - Chiese preoccupato lo Zoroark.
Nonostante le ferite, le abilità motorie del piccolo licantropo non erano state intaccate. Riuscì ad alzarsi senza problemi, per poi guardarsi intorno.
- B-beh... Avrei preferito fartela vedere in un altro modo, - disse Nebra I, - ma... che te ne pare? Questo è l'Archivio Reale! Il gioiello del mio palazzo!
In effetti, il gioco di luci suggestivo della biblioteca era molto gradevole alla vista, soprattutto in quel momento che il disco giallo stava rilasciando le sfumature più calde del suo tramonto.
- (Sembra che i libri bianchi siano ricoperti di Polvostella. E i libri nel buio con i luccichii delle Neropietra... è un contrasto meraviglioso, devo ammetterlo. Non è solo l'immenso sapere racchiuso in questa sala: anche l'architettura ha una bellezza incredibile...)
Mentre il capitano del team Skyraiders si perdeva nell'eleganza dell'archivio, anche Kenji stava scrutando con lo sguardo quelle pile e pile di libri accatastate sugli scaffali, i quali non riscossero lo stesso successo avvenuto nell'animo del Riolu.
- (Che seccatura... Considera questi libri dei tesori?)
- Hai proprio pensato bene questo ambiente! La luce del sole passa dalla finestra e colora i libri bianchi, mentre i libri neri brillano nel buio come grotte di pietre preziose. E questa scultura... Se mai mi capiterà di nuovo di parlare con Arceus, lo renderò partecipe della sua esistenza. Beh... sempre che non lo sappia già! Eheh...
- Capitano... Davvero trova affascinante questo posto? E' solo carta straccia... - commentò il Legnogeco.
La felina si lasciò andare in uno sbuffo di disapprovazione, per poi commentare le parole del Grovyle.
- Tch! Te pareva che uno zotico come te non avrebbe saputo apprezzare tutto questo... Non è solo carta straccia...
- L-lei non dovrebbe proprio parlare, - Protestò Drapion, - signora We-
Il capo del team AWD tirò un pugno verso la mascella dello scorpione, chiudendogli la bocca forzatamente.
- OUCH!
- Eheh... Ti ringrazio del complimento, Rukio. - Disse Nebra, - ma lo sai cos'è davvero fantastico?
- Cosa?
- Vieni con me.
- Sua altezza.
- Uh?
Senza tergiversare un secondo in più, la terza guardia interruppe le volontà del sovrano.
- Lo so cosa vuole fare, ma dobbiamo ancora visitare il resto delle sale. Ci manca il vivaio, la sauna e le camere degli ospiti.
- Caspita... Hai ragione! E se contiamo anche il fatto di lasciargli un po' di tempo per loro prima della cena, non ce la faremo mai in tempo! Però... Io voglio che...
- Se mi permette, avrei un suggerimento.
Fidandosi ciecamente della sua guardia più fidata, Nebra I gli diede il permesso di parlare.
- Cosa proponi?
- Se lei me lo permetterà, continuerò io a mostrare le meraviglie del suo palazzo. Non voglio oppormi alla sua decisione di mostrare la parte più bella della Terra dei Deserti all'egregio Rukio, ma ci vorrà del tempo per permettere al sole di calare completamente, e questo ci ruberà molto tempo. Per voi è un problema? - Chiese il Dusknoir al resto degli ospiti.
Intrigata dalla proposta della sauna, Weavile non ci pensò due volte ad accettare le condizioni del pokémon Pinza.
- Per me nessuno, - commentò la felina, - l'idea di un bagno caldo non mi disturba affatto. Avrei proprio bisogno di rilassarmi.
- Noi seguiamo il capitano, - disse Drapion, - anche noi per oggi siamo a posto!
- Io invece vorrei vedere il Vivaio: sarei curioso di trovare altre bacche che non conosco, - disse lo spadaccino.
- Quessssta volta ssssono con il ssssignor Kenji. Ci ffffaccia strada, per favore.
L'unico che ebbe qualcosa da ridire fu Shinso.
- Excuse moi? Io voglio vedere lo spettacolo! Gli fa vedere gli ultimi attimi del tramonto, vero? Anch'io vogli-
Senza perdere tempo, sia il Legnogeco che la Lamartigli tirarono un pugno addosso alla Schiumorana, mandandola K.O.
- Che seccatura... Ti pareva che faceva il bambino fino all'ultimo.
- Che palle... Spero che non avrai niente da dire su questo, palla di pelo.
- N-no... F-figuratevi... (N-non la prenderà bene al risveglio...)
Dopo quel piccolo problema, il team AWD e Kenji, guidati da Noir e Rojo, si diressero verso l'uscita, lasciano Rukio e Nebra I da soli.
- Non ti preoccupare, - disse bisbigliando, - avranno modo di vederlo anche domani... Ci tengo solo che sia tu il primo a vederlo.
- N-non è detto che prolungheremo la permanenza...
- C-come no? Non avete luogo dove stare, no? E poi non avete neanche una pista... giusto? Credi che ti basterà qualche ora per controllare tutte le nostre informazioni?
Il Riolu guardò sorpreso lo Zoroark: questo aveva parlato prima dell'immensa informazione celata nell'Archivio Reale che avrebbe fatto gola a chiunque, ma il pokémon Emanazione non aveva ancora parlato della volontà di fare delle ricerche mirate.
- C-come fa a saperlo?!
- Oh, suvvia! Sembrerò un babbeo troppo solare, ma non sono stupido fino in fondo! Non vedevo altro motivo per cui dovessi tenerci così tanto! E scusami in anticipo: non ho detto niente ai tuoi perché... ho pensato... di farli rilassare prima, ecco. Sono rimasti talmente affascinati da questa biblioteca che mi è sembrato scortese rovinargli la festa. Dopotutto... Quello che è successo stamattina... Nessun pokémon ci sarebbe potuto passare sopra...
A quelle parole, nella mente del piccolo licantropo, i ricordi nel Teatro degli Orrori affiorarono in un unico flashback: i litigi tra i vari contendenti, la tortura di Fennekin e lo spettacolo di marionette oscure, non avrebbero potuto lasciare indifferente nemmeno il più egoista dei pokémon, tanto meno Ōryugo Rukio.
Aggiungendo poi il fatto che colui che stava orchestrando il tutto era ancora a piede libero, ed il fatto che la sconfitta di Yamiscilla rientrasse nei suoi piani, non era un qualcosa che avrebbe fatto dormire sogni tranquilli all'eroe di Brusilia.
Sul suo viso calò l'ombra della tristezza e della preoccupazione, che lo costrinsero ad abbassare lo sguardo verso il suolo. Notando quel turbamento, il sultano della Terra della Sabbia cercò di non temporeggiare oltre e di condurre il suo nuovo amico verso il luogo predestinato.
- S-scusami! Non volevo fartelo ricordare! Vieni vieni!
- E-ehi!
Senza chiedere il suo permesso, lo Zoroark afferrò il Riolu e lo trascinò al di fuori della finestra, verso un balcone dalla ringhiera scolpita nel marmo e decorato con Pietrabrillo.
- C-che male... Sono ancora fer-
La lamentela morì addolorante nella sua gola. I suoi occhi furono catturati da un panorama che in tutte le sue esplorazioni e nel suo soggiorno nella sede del GIP non aveva mai avuto modo di vedere. Lungo l'orizzonte, l'enorme disco giallo stava affondando in un sottile nastro azzurro d'acqua cristallina, probabilmente appartenente al mare meridionale del continente, mentre la sua luce calda accarezzava verso il basso un'oasi dove falene rosso fuoco danzavano intorno a palme dalla chioma color smeraldo.
Le gigantesche Volcarona in lontananza sembravano lucciole infuocate, che si libravano nel cielo come un complesso di nuoto sincronizzato, mentre l'intero deserto scintillava come se fosse un mare dorato, nonostante stesse per essere inghiottito dal violaceo del crepuscolo.
- Sai... - disse il sultano, - questa parte del deserto è molto particolare. Si dice che gli antichi abitanti della vera Terra dei Deserti custodissero gelosamente antichi tesori, che poi andarono persi nel tempo. Due anni fa, però, a causa di un aumento improvviso della temperatura in tutto il globo, queste terre sabbiose toccarono i sessanta gradi, diventando un inferno di fuoco in cui alcuni pokémon non sopravvissero...
Due anni fa: lo stesso periodo in cui la Terra si stava avvicinando al sole a causa degli interventi della Materia Oscura.
- A quanto pare le voci erano vere: dopo che tutto tornò alla normalità, durante il tramonto la sabbia brillava di questa luce dorata! Inutile dire che dopo il mio lungo vagabondare decisi di rendere questa la mia casa. Come avrei potuto scegliere altro?
Lo sguardo del piccolo licantropo si perse in quel bagno rosso. I suoi occhi erano diventati grandi quanto quelli di un gufo, come se volesse catturare tutto quello su cui stava posando i bulbi oculari.
- Non posso... che dargli ragione... - disse, quasi senza fiato, - E' bellissimo...
Alla risposta sincera di Rukio, Nebra I rise di gusto.
- PfffffffAHAHAHAH!
Un alone rosso, non dato dal tramonto, si presentò sulle guance del piccolo ospite.
- C-che c'è? Ho detto qualcosa di strano?
- N-no... è che... Se ci pensi bene, adesso il "Rakujitsu no Senshi" ha davanti a se l'immagine perfetta del suo simbolo! Ogni volta che il tuo cuore conoscerà le tenebre, potrai sempre ricordarti questa vista e non dimenticarti mai la speranza. E' una bella cosa, no?
Prima di rispondere, il piccolo licantropo guardò negli occhi incuriosito lo Zoroark. Aveva conosciuto tanti pokémon diversi da quando era giunto in quel mondo, una vasta gamma di personalità diverse ben arricchita sia dalle esperienze di cento anni fa, sia da quelle più recenti durante gli avvenimenti della Materia Oscura, e questo confronto si stava ampliando sempre di più con gli avvenimenti del Veloscuro.
Per una volta, però, un pokémon si era avvicinato alla sua linea di pensiero, senza però essere simile alla sua persona. Nei modi era cordiale, ma a differenza sua era molto estroverso, e non si imbarazzava in presenza di altre persone, ma cercava di essere amico con tutti, nonostante una regalità dovrebbe rimanere distante.
- Uhm? Qualcosa non va?
Il Riolu distolse lo sguardo e tornò ad osservare il panorama.
- Niente... Hai perfettamente ragione...
Forse aveva letto nei suoi pensieri, forse aveva davvero una sorta di affinità con il piccoletto. Ciò che disse poi, fu qualcosa che un amico che si preoccupava davvero avrebbe potuto dire, nonostante si fossero appena conosciuti.
- Senti... E' una domanda che non faccio spesso, anche se mi interessa conoscere chiunque, ma ci tengo a fartela perché tu mi sei simpatico, e voglio davvero diventare tuo amico.
Dopo l'espressione di quella volontà, entrambi rimasero in silenzio per qualche secondo: il sultano perché ci teneva a chiedere correttamente, mentre il secondo era attraversato da una curiosità primordiale.
- Qual'è... il tuo sogno?
Una domanda insolita, in un momento altrettanto mistico e poco comune. La risposta successiva fu abbastanza scontata in quell'occasione.
- Perché... questa domanda?
Lo Zoroark stese il suo sguardo verso l'orizzonte, guardando in faccia il tramonto davanti a sé.
- Da quello che vedo nel modo in cui ti comporti, sei un pokémon disposto a fare qualunque cosa per i tuoi desideri... Persino farti del male e sforzandoti di dare il meglio di te, anche magari al costo di esagerare. Nessuno fa questo se non ha un obiettivo da perseguire. In quel teatro, ti sentivi giù di tono per i continui litigi e le violenze tra gli spettatori, rimanendo in silenzio come qualcuno che ripudia l'esistenza del male fino ad agire contro di esso. Io l'ho fatto: ho messo sotto chiave tutti i malvagi di questo continente. Sono proprio sotto di noi, nelle viscere di questa piramide. Però... Per colpa di questo, mi sono reso anche conto che il male esiste davvero, ed è una realtà che per quanto sia da eliminare tornerà sempre. Davvero... Davvero pensi di riuscire con le tue azioni a cambiare il mondo? Vuoi davvero diventare un eroe in grado di debellare la malvagità? Perdona il pessimismo improvviso, ma... Tutto ciò non è fatt-
- Ne sono consapevole.
Nessun ombra di esitazione. Lo Zoroark rimase in silenzio in attesa di una risposta, mentre piccolo licantropo si avvicinò alla ringhiera, senza toccarla.
- Così come c'è la luce, esiste l'oscurità. Se la moneta ha una testa, esiste anche una croce. Se qualcuno divora, esiste qualcuno che viene divorato. Ma non ha importanza tutto questo. Che sia impossibile o meno, questo non è il mio sogno... è il "suo" sogno.
- Non è... il tuo? - Chiese confuso il pokémon Mutevolpe.
- "Voglio un mondo dove i pokémon possano esplorare liberamente ogni luogo possibile, dove vivere avventure mozzafiato, dove giocare e combattere lealmente, dove possano assaporare la piacevole brezza della libertà, come le nuvole che senza pensieri solcano i cieli e si lasciano trasportare dal vento". Questo... questo era il sogno di Amelia, - disse stringendo a sé la Sciarpa dell'Armonia.
Nebra I si mise una mano davanti alla bocca, accarezzandosi il mento.
- Amelia... Ho già sentito questo nome...
- Era la mia compagna... La co-fondatrice del team Skyraiders.
- Oh! Vuoi dire... la reincarnazione di Mew?
- Già...
Il Riolu poggiò le braccia sulla ringhiera, lasciando lo Zoroark ad elaborare quella risposta.
- (Così... sei quel genere di persona...)
Il pokémon Mutevolpe rimase in silenzio, mentre il suo amico era impegnato a guardare oltre l'orizzonte. Non era la sua volontà, ma quella dell'amica scomparsa. Divenne chiaro più di prima che Ōryugo Rukio era qualcuno che viveva per gli altri, con la forza di volontà in grado di onorare i suoi compagni, a tal punto da aiutarli nei loro desideri.
Pensandoci su, però, il sultano colse anche il lato negativo di un tale pokémon.
- E' molto romantico, - commentò, - ma anche... triste, se vuoi il mio parere. Stai dicendo che, da solo, non hai alcun desiderio?
Il sorriso del Riolu si fece più tenue. Gli angoli della bocca si abbassarono in un volto fermo e malinconico, con lo sguardo abbassato verso il deserto.
- Ōryugo Rukio... non ha un ideale da seguire da sé?
Prima di rispondere, ci fu un'altra pausa senza alcun suono, come se fosse proprio il vuoto paradossalmente ad avere il compito di legare i due dai fili della comprensione.
- Amelia... Non ha mai avuto una vita vera. Prima di incontrarmi, lei ha vissuto solo tre anni come un'esistenza senza passato e ricordi, la situazione che mi trovai anch'io due anni fa. Ma, nonostante tutto, non si è mai arresa e la sua allegria contagiava tutti, trascinandoci con sé a poco a poco. Anche se ci eravamo appena conosciuti, mi continuava a cercare, chiedendo il mio aiuto, e costringendomi a seguirla in ogni lampo d'idea che le veniva in mente. Anche se all'inizio ero un po' restio a seguirla, alla fine mi sono lasciato andare, e ho cominciato a desiderare il suo bene. Era... felice. Era felice di stare accanto a me e del fatto che fossi l'unico su cui poteva contare ogni volta. Eheh... Se sapesse la verità...
Lo Zoroark si posizionò di fianco a lui, appoggiandosi anch'esso sulla ringhiera, con sguardo curioso e inquieto.
- Probabilmente, per l'essere chiamato "Amelia", sono stato il primo pokémon a credere nelle sue capacità e nei suoi sogni. Sono stato colui che l'ha salvata dal diventare la zimbella di Borgo Quieto, non trattandola da semplice ingenua, come il resto. Ma... ora che ho recuperato quasi tutti i miei ricordi, posso dire con certezza che è stato l'esatto contrario. Non ricordo tutto quanto, ma la mia vita da umano era tutto fuorché rose e fiori. Penso... di non aver mai avuto qualcuno che abbia potuto considerare davvero amico nella mia vita passata. Così come sono stato il primo vero amico per lei, per me è stata la mia prima vera amica. Ma questo... non glielo mai potuto dire... Però non ti devi preoccupare, Nebra, - disse voltandosi verso il sovrano, - sebbene sia questo ciò che guidano le mie azioni, io c'è l'ho un mio sogno. Anche se... è più una volontà, che un vero e proprio desiderio.
La Mutevolpe rimase ancora in silenzio, ricambiando lo sguardo del piccolo licantropo.
- Io... Io voglio diventare più forte. E' questa la mia volontà, - disse, mettendosi il pugno destro davanti al cuore, - voglio la forza per proteggere i miei amici, voglio la forza per difendere i pokémon deboli dal male, voglio la forza per realizzare il sogno di Amelia, e soprattutto... Voglio la forza per fare in modo che possa stare accanto a me di nuovo!
Lo Zoroark si scompose un attimo, rischiando di scivolare a terra.
- E-eh? R-riportarla in vita?! M-ma... è...
- La prima regola del team Skyraiders è questa: "Anche se sei debole, anche se non puoi fare molto, lotta finchè avrai vita. Non arrenderti mai." Non si confonda: lei non è morta.
Nebra I rimase completamente paralizzato: l'affermazione di Rukio fu talmente forte quanto incredibile che non seppe come reagire.
- Quando scomparve, Arceus mi disse che era necessario affinché la volontà della Materia Oscura sparisse per sempre dal mondo terreno. Ma il male... il male esiste, e non può essere cancellato. L'hai detto tu stesso, no? Se la Materia Oscura non può essere cancellata... Allora Amelia deve essere ancora viva. Magari non ha un corpo dove tornare, non ha un' "esistenza" dove poter vivere, ma lei esiste ancora, e la prova è questa sciarpa!
Il piccolo licantropo strinse a se la sciarpa con la mano destra, come se dovesse tenere tra le zampe le mani di una fanciulla indifesa, per dirle che andrà tutto bene.
- La Sciarpa dell'Armonia è uno strumento che convoglia energia vitale direttamente dall'Albero della Vita protetto da Xerneas, ed è fatta di un tessuto che si mantiene vivo nel tempo con la forza di spirito del suo possessore. Per crearla, è stata necessaria la linfa dell'albero e un frammento di anima di una volontà pura che tenesse insieme le fibre. Se lo spirito del pokémon che le ha create si dovesse spegnere, la sciarpa si sfalderebbe e diventerebbe inutilizzabile. Cento anni fa non ero ancora convinto delle mie azioni, e non mi fu possibile aiutare Mew nella creazione di queste. Quindi... fu lei ad utilizzare la sua anima, la stessa che poi lei spedì nel futuro per reincarnarsi in Amelia.
- Aspetta aspetta! - disse mettendo le mani davanti a sé, - S-s-s-s-se quello che dici è vero...
- Quando Amelia è sparita, la sua sciarpa è scomparsa con lei, mentre la mia è ancora intatta. Lo capisci, vero?
Il Riolu strinse la sciarpa a sé, esprimendo la sua speranza a gran voce.
- Se questa sciarpa è ancora intera, vuol dire che lo spirito di Amelia non è scomparso! Lei esiste ancora! Questa è il mio sogno, la mia speranza! E finché esisterà, non romperò il voto che ho fatto! Io... IO NON MI ARRENDERO'! MAI!
Quel grido di guerra verso la vita e verso il futuro riecheggiò in tutto il vuoto del deserto, come un saluto di riconoscenza verso il propri genitori del figlio che si accingeva a lasciare il nido. Fu talmente forte che riuscì persino a sbilanciare il volteggio delle Volcarona nell'oasi là vicino, mentre queste cercavano di salutare a loro modo il sole tramontante.
Il volere ferreo del Riolu scosse le più profonde fondamenta della Mutevolpe, a tal punto da pietrificarlo sul colpo, non aspettandosi una dichiarazione così accorata in quel discorso. Accorgendosi dell'eccessiva passionalità del momento, il piccolo licantropo s'imbarazzò.
- E-ehm... Forse ho esagerato. Scusami per questo... tendo ad essere molto emotivo, quando si parla di certi argomenti.
Di tutta risposta, Nebra I mostrò un sorriso compiaciuto.
- No, figurati. Mi ha solo un po' sorpreso, tutto qui... Non mi dispiace conoscere un pokémon tanto deciso quanto passionale. Vedo spesso l'esatto opposto, e un po' mi dispiace per questo.
Questa volta, fu Rukio a rimanere in silenzio.
- Viviamo in un mondo dove la vita è già abbastanza dura per conto suo, e riconosco che è difficile proseguire pensando agli altri intorno a noi. In un futuro come questo, diventiamo egoisti per preservare noi stessi e sopravvivere, andando a ferire coloro che ci stanno intorno senza alcun riguardo. Riconosco che non c'è dietro una volontà cattiva, ma, per come la vedo io, non è una scusa per smettere completamente di fare del bene. E' dal bene spontaneo e inaspettato che un cuore gelido come il ghiaccio può provare un po' di tepore in questo freddo mondo, e sapere che c'è qualcuno come te che vorrebbe cambiarlo, invece che pensare solo a se stesso, mi fa molto piacere, credimi.
Tra l'imbarazzo di prima e quella dichiarazione, in quel momento il pokémon Emanazione fece il sorriso sincero di una persona dal cuore felice. In quella conversazione in cui due anime stavano esprimendo la loro visione del mondo, per la quarta volta nella sua vita trovò qualcuno con cui condividere i suoi pensieri più profondi, all'apice di un tramonto caldo in un deserto dorato.
In quel misto di ammirazione reciproca, il piccolo licantropo tirò fuori dal suo cassetto riposto nell'anima una delle sue frasi preferite, che teneva nascosta per evitare di essere preso per "pazzo".
- Ho deciso di chiamarmi "Rakujitsu no Senshi" non per la natura della mia abilità. La ragione è molto più semplice di quello che sembra, ma è talmente stupida che non ne faccio mai vanto.
- Spara, - disse lo Zoroark, senza esitazione.
- Mi piace il sole. Una sfera di fuoco che cambia la percezione del mondo a seconda del momento della giornata, e non è mai uguale a quella del giorno prima. Soprattutto... adoro il tramonto. E' come se prima di andare a dormire desse il meglio di sé, accarezzando tutto ciò che ha intorno con luci calde e soffuse, come se stesse dando una sorta di buonanotte, come il bacio di una madre... E non importa come, ogni panorama al tramonto è più bello, per me!
- Eh... è così eh? Fufufu...
- L-lo trovi divertente?
- Io preferisco la luna.
- E-eh?
- Non ha luce propria, ma se il sole gli dà un po' del suo potere, può brillare nella notte come un diamante in una grotta oscura. In poche parole, da sola non è niente, ma con l'aiuto di qualcuno da il meglio di sé. E' un peccato che di notte l'oro che vedi non si vede e non appare quasi mai, se no avrei costruito la piramide in base alla luna.
- Beh... La luna non è male. Però senza stelle non è niente lassù in cielo.
- Cosa stai dicendo?!? E' proprio quando è da sola che dà il meglio di sé! Diventa l'unico punto di riferimento del tuo occhio quando scorri il cielo! E se c'è una distesa d'acqua come un lago o un mare, ancor meglio!
- Il tramonto non ha eguali, persino nelle occasioni che hai citato tu, mi spiace.
- NON E' VERO! LA LUNA E' MEGLIO!
- E' MEGLIO IL TRAMONTO!
Centosettantesimo anno del drago, ore 19.55. Così terminò quella giornata carica di paure, preoccupazioni, difficoltà, ma anche sorrisi e divertimento. Nella manciata di una decina d'ore, i pokémon del GIP passarono dal conoscere il terrore a incontrare nuovi amici e conoscenze per arricchire la loro esperienza.
Se diventeranno davvero più forti, solo il tempo ce lo potrà dire. I due pokémon nell'Archivio Reale litigarono fino a che il tramonto non lasciò spazio al crepuscolo, mentre un pokémon verde con delle foglie sulle braccia, nel balcone del vivaio sottostante, sorrideva al cuore e alla volontà del suo capitano.
************************************
All'interno del palazzo di Nebra I, accadde un qualcosa che non doveva accadere. Non che le sue conseguenze avrebbero determinato degli eventi nefasti, ma che era un qualcosa che non sarebbe mai potuto succedere. Nel piano del giardino, avvenne una conversazione telepatica, nascosta al resto dei pokémon.
- Mi senti?
- Sì... Purtroppo... - rispose il pokémon presente a palazzo.
- Che seccatura... Potresti essere più contento di sentirmi, non credi? Non ti chiamo certo perché mi diverto...
- Mi hai tolto le parole di bocca. E' una fortuna che questo aggeggio ci permetta di comunicare telepaticamente. Risparmiarmi la vista della tua brutta faccia, mi allungherà la vita.
- E' così? Il sentimento è reciproco. Ma rivolgiti pure a me se, oltre ad accorciarla, vorresti definitivamente porvi fine.
- Non ricordo che tu fossi autorizzato a scherzare con me. Modera i termini:ti ricordo che io dirigo i tuoi ordini per conto del Maestro.
- Per ora...
- Cosa?
- Lo hai sentito? E' vero. Siamo in comunicazione mentale.
Il pokèmon esterno fece uno sbuffo annoiato.
- Non è molto divertente...
- Invece comincia a piacermi, adesso che me lo fai notare...
- Vorrei tanto continuare questa conversazione puntigliosa... ma credo che, per il fatto che entrambi odiamo perdere tempo, dovremo terminare qui...
- Hai ragione... E' che oggi sono di ottimo umore, incredibilmente.
Quella frase incuriosì terribilmente il pokémon all'esterno. Conosceva bene chi era dall'altra parte della cornetta: sapeva che era quasi sempre di pessimo umore.
- A cosa dobbiamo questo tuo sorriso?
- Te lo dirò. Ma prima tu. Hai trovato quella cosa?
Tra le mani, il pokémon all'esterno stringeva una strana spugna nera dai riflessi viola.
- Sì. Hai avuto una bella idea nel lasciar confrontare Rukio con Yamiscilla al di fuori dello scontro. Se l'avessi fatto sparire subito come ho fatto con il Machamp, non sarei riuscito a trovare questo piccolo gioiello nel Teatro delle Meraviglie. Riferisci al capo che il Kage Kaimen (*) è nelle mie mani.
- Devo ricredermi sul tuo valore, - disse il pokémon nel giardino, - sei davvero utile a qualcosa...
- Ehi. Tutto il lavoro sporco lo sto facendo io. Te lo devo ricordare? Veloscuro di qui, Veloscuro di là... I criminali da raccogliere e disseminare... mi ricordi cosa stai facendo tu, invece?
- Lo sai perfettamente cosa sto facendo. Ed è un compito che, ti assicuro, non trovo di mio gradimento. E poi... controllo che tu ti muova nel modo giusto e che non possa fallire. Lo sai bene, Garrosh *.
Il pokémon all'esterno si sentì stizzito nell'essere chiamato con quel nome senza la parvenza di rispetto nel tono di chi lo chiamava.
- Se non fosse per me, la metà delle tecniche che conosci non sarebbero in tuo possesso. Io sono la mente, tu il braccio: funziona così in un piano organizzato.
- Ah! - Esclamò, - La mente? Tu? E io che pensavo di essere arrogante!
- Non mi limito a controllare il piano... do anche dei suggerimenti. Credo di meritarmelo come appellativo, non credi?
- Come vuoi tu... Non mi interessa, finché procede tutto come programmato.
- Queste erano le parole che volevo sentire...
- Dunque? Io ho detto il mio. Tu, invece?
Il pokémon si prese un attimo per elaborare. Poi, piegò leggermente la testa verso un vaso che aveva lì di fronte.
- Sono successe un po' di cose a Bazaropoli. Per il nostro piano, direi che la prima informazione che ti devo dare è che il team Skyraiders e il team AWD sono qui, nel palazzo reale di Nebra I.
- Sono da te? Va tutto bene? - Rispose.
- Tranquillo... non hanno modo di sospettare di me.
Il pokémon all'esterno rimase immobile dopo quella risposta.
- Ho avuto il piacere di vederli all'opera durante un allenamento, e ho raccolto abbastanza informazioni che al Maestro potrebbero fare comodo. Soprattutto sul Genshi di Oryugo Rukio. Ho raccolto molti appunti su di esso.
Qui, egli si fermò. Mosse leggermente le foglie della pianta che stava vedendo, come se volesse controllare la sua salute.
- E... quindi?
- Uhm?
- Il tuo tono di voce... Non è tutto, vero? Non è abbastanza per renderti così... eloquente. E soprattutto...
Tra le ombre del fogliame, si intravvedeva qualcosa di sinistro. Un ghigno brillante ed argentato, di quello del ragazzino che non riusciva a stare nella sua pelle alla possibilità di salire sulla giostra dei suoi sogni.
- Così eccitato.
- Oh? L'hai capito? - disse l'infiltrato, - Come ci si aspetterebbe dal mio collega nell'oscurità...
Rimise a posto le foglie, rimettendosi in una posizione eretta.
- Quando l'ho visto, non ci ho dato molto peso. Le tecniche non sono di patrimonio strettamente ristretto: conoscendo le basi e le fondamenta, puoi fare tua qualunque tecnica. Ma oggi l'ho visto di nuovo in azione. Per quanto la realtà sia manipolabile e distorcibile a piacimento, so perfettamente cosa ho visto. Non hai idea di quanto sia stata un'esperienza istruttiva...
- Fai in fretta. Il mio tempo sta per finire sul serio...
Il pokémon in collegamento fece una piccola pausa. Non era per esitazione o per altro. Colui all'interno del palazzo di Nebra I, era uno che provava piacere nel sentire anime inquiete. E sapeva bene che l'informazione che stava per rivelare lo avrebbe scosso nelle fondamenta.
- La ranocchia del team Skyraiders... è un Mizukage.
Il pokémon dall'altra parte della cornetta non rispose immediatamente. Non sapeva cosa rispondere a quell'informazione. Non poteva avere una reazione particolare, e il pokémon nel palazzo lo sapeva perfettamente.
- Mizukage? Cosa ci fa un Mizukage lì?
- E' una bella domanda. Lo è in tutto e per tutto: è molto abile e veloce, e sfrutta il terreno a suo piacimento come un vero ninja. E' incontestabile la sua appartenenza al clan di Albachiara. Ma... non è la cosa più importante che ti volevo dire.
Il pezzo del puzzle non era quello. Aveva avuto modo di vederlo: quello che aveva fatto era la verità intangibile, lì nel Teatro delle Meraviglie. Nella foga nel momento, forse nessuno ha realizzato la gravità di quello che era successo. Non era strettamente quello il motivo della sua gioia intellettuale. Il motivo era un altro, un motivo che nemmeno Rukio e Kenji ne erano a conoscenza.
- Una delle tecniche che ha utilizzato si chiama...
Un motivo, che sarebbe stato il seme della rovina della Schiumorana e di tutte le persone che aveva intorno.
- Mermaid Chain.
Dopo quella parola, dall'altra parte della cornetta si sentì che, per un attimo, l'anima dell'altro pokémon aveva lasciato quel corpo. Si poteva vedere, nell'ombra da cui stava chiamando, che il suo corpo stoico era immobile e senza alcun muscolo contratto. L'intruso aspettò qualche secondo, realizzando che probabilmente il suo collega stava rielaborando l'informazione appena ricevuta. Poi, dopo venti secondi di interminabile silenzio, la spia al palazzo richiamò la sua attenzione.
- Ci sei ancora?
Nessuna risposta. Il pokémon era rimasto pietrificato.
- Ehi. Non avevi il tempo corto?
Il pokémon dal mantello cercò di darsi una calmata. Tra quello che voleva mostrare, l'inquietudine non era certo uno dei difetti che si poteva permettere.
- Non mi stai... prendendo in giro?
- Pensi che non dia un informazione se non ritengo ci sia una buona possibilità?
- Lo sai bene a cosa mi riferisco...
Il pokémon all'interno del palazzo non proferì parola.
- Mermaid Chain... E' una tecnica che può imparare solamente una certa dinastia, tra i Mizukage. Ma sappiamo entrambi... cosa è successo ad Albachiara.
L'intruso non rispose, in conferma di quello che stava dicendo il pokémon dal nome Garrosh.
- Se tu mi dici che il compagno di Rukio può farla con quella facilità...
Tra le ombre, nel volto del collega all'esterno era diviso tra due emozioni. La prima era in presagio di un futuro che avrebbe scosso le fondamenta di quella trama tessuta con grande abilità; la seconda, dell'eccitazione che conosceva solamente il guerriero che bramava i grandi scontri.
- Devo dedurre... che l'erede di Torikago (*) è ancora vivo?
- E' ancora solo un sospetto, ma mi verrà confermato in questi giorni. Probabilmente quel sacco di pulci chiederà a Rukio e i suoi compagni di prolungare il soggiorno. Ho tutta l'intenzione... di mettermi all'opera.
- Non è troppo presto? - Chiese, con un sentimento di scocciatura.
- Farò solo delle ricerche nel modo più discreto possibile. Ho già fatto la mia mossa, e anche se svierà dal piano originale, non lo influenzerà più di tanto. Se scopro qualcosa in più, farò in modo di farlo sapere al Maestro, e a te, se necessario. E soprattutto se smetti di avere dubbi su di me.
Il pokémon all'esterno fece un respiro profondo. Si rendeva conto bene di stare andando fuori dalle righe.
- Ti chiedo venia...
La spia fece uno sbuffo di rassegnazione.
- Devi avere pazienza. Vedi di fare un buon lavoro. Presto o tardi dovrai procedere con la seconda fase, e lì non ti potrai fermare più.
Il pokémon nell'ombra riaprì gli occhi: sapeva bene quale era il suo compito.
- Ora chiudo: è già da troppo tempo che faccio finta di guardare questo vaso schifoso...
- Sarà difficile concentrarmi... ora che mi hai dato questa informazione. Non dovrei sentirmi così, ma...
- Sei eccitato anche tu, vero?
Un sorriso malvagio brillò d'argento nella notte fuori dal palazzo.
- E' meglio che ti farai perdonare dopo quello che hai fatto. Ricordati che se mi farai ancora qualcosa... verrò a prendere anche la tua anima.
Tra le ombre del vaso, un ghigno malvagio sorrideva sinistro. Un ghigno che fece mettere in moto la grande macchina che stava per ingranare, e cambiare per sempre il destino dei protagonisti di questa storia.
- Libero di provarci... - rispose questo, - Sai bene come andrà a finire. Ti auguro buona fortuna, Garrosh.
Centosettantesimo anno del drago, ore 19.55. Undicesimo capitolo de "le cronache dell'Oricalco". Secondo atto: il Crepuscolo.
- Anche tu ne avrai bisogno, Noir...
Entrò in scena The Rook (*), Noir III.
*******************************NOTE DELL'AUTORE*******************************
- Explaining:
1) L'Aeroasalto è quello preso dall'anime, dunque è normale che appaia come pugni o calci potenziati;
2) La leggenda del Principe dei Mari, ovvero Manaphy, è inerente a quello della Corona dei Mari nel nono film dei pokémon;
3) I giapponesi hanno difficoltà nella pronuncia della l, e tendono a sostituirla con la r. Per questo entrambi fanno l'errore di chiamarla Rupa;
- Legenda:
Inu tatsu tori (戌 辰 酉): Cane, Drago, Uccello. Dog, Dragon, Bird.
Kyōsui (狂水): Acqua Pazza, Mad Water.
Ōgi(奥義): Segreto/mistero.
Taiyōken (大洋拳): Pugno Oceanico.
Torikago (鳥カゴ): Gabbia d'uccello.
Kage Kaimen (影海綿): spugna d'ombra.
The Rook: la torre.
- F.A.Q.
- Curiosità:
Garrosh è il nome di un personaggio di Wow. Non ho mai giocato al gioco, ma mi piaceva la consonanza che aveva come "Garrosh l'arrogante", e mi sono tenuto quello. Volevo il nome di qualcuno che perseguisse i suoi ideali non curandosi della bontà o della cattiveria delle sue azioni, e da quello che mi hanno raccontato corrisponde al personaggio;
Il momento al tramonto è ispirato a questo remix:
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