Traccia 6

Traccia 6: inventare un vostro supereroe, il carattere, il proprio kwami, il suo potere e fategli vivere un avventura.

"Miraculous Ladybug!" urlò l'eroina a pois annullando i disastri causati dall'ennesimo akumizzato.

"E anche oggi abbiamo salvato Parigi, ci servirebbe proprio una vacanza, solo noi due, non credi?" le domandò Chat Noir.

Ma Ladybug non rispose.

"My lady?" Chat posò la mano sulla sua spalla facendola sobbalzare.

"Cosa? Che c'è?" disse lei tutto d'un fiato.

"Stai bene? Avevi lo sguardo perso nel vuoto" rispose il biondo.

"Si sto bene...stavo solo pensando" disse Lady facendogli un sorriso rassicurante.

I loro Miraculous suonarono attirando la loro attenzione.

"Devo andare prima di detrasformarmi, a presto Chat" disse Lady lanciando il suo yo-yo e allontanandosi.

—•—•—

"Avanti" disse una voce anziana sentendo bussare alla porta.

"Salve maestro Fu" lo salutò la corvina.

"Salve Marinette, cosa ti porta qui?" chiese Fu.

"Maestro c'è qualcosa di cui devo parlarle" rispose Marinette con espressione seria.

"Avete sconfitto l'akuma e salvato Parigi di nuovo, è andato tutto bene quindi cosa ti preoccupa?" chiese il maestro strofinandosi la barba sul mento.

"Beh è il mio Lucky Charm" iniziò a spiegare la corvina. "In genere l'oggetto che evoca è rosso a pois neri ma stavolta era diverso"

"In che senso diverso?" domandò Fu curioso.

"C'era disegnato sopra qualcosa: il simbolo dello Yin e dello Yang circondati da un dragone" rispose Marinette.

"Davvero?" disse il maestro con espressione sorpresa.

La corvina annuì.

Per qualche secondo la stanza rimase in silenzio, rotto solo dai suoni della città.

"Non c'è nulla di cui preoccuparsi" disse alla fine Fu.

"È sicuro?" domandò dubbiosa Marinette.

"Si, ho capito cosa vuole dirci il tuo potere, purtroppo è complicato da spiegare" la rassicurò "Ora è meglio che vai a casa, sarai stanca e non pensare a quel disegno, presto ne capirai il motivo"

La corvina, anche se piena di domande, annuì e abbandonò la stanza.

Dopo pochi minuti, Fu si diresse verso il suo grammofono.

"Maestro se quello che Marinette ha detto è vero, questo significa-"

"Credo proprio di si..." disse il maestro interrompendo Wayzz.

Prese il contenitore dei Miraculous e lo aprì, con timore premette un pulsante e gli spazi dove erano posizionati gli orecchini della coccinella e l'anello del gatto nero si separarono.

Sotto di essi si nascondeva un altro Miraculous, era una collana con un ciondolo a forma di spada.

"Il Miraculous del Dragone si sta risvegliando" disse vedendolo lampeggiare.

—•—•—

La mattina dopo, in una modesta casetta, un ragazzo di quindici anni si stava preparando per la sua solita giornata.

Aveva i capelli corti e castani, occhi del medesimo colore e una corporatura robusta, dovuta ai numerosi allenamenti di scherma che faceva.

Mentre scendeva le scale notò che la casa, come tutte le mattine, era vuota e silenziosa, questo perché i suoi genitori lavoravano molto: suo padre era un uomo d'affari e sua madre lavorava all'Opera di Parigi.

Emettendo un sospiro, chiuse la porta e iniziò a camminare verso la scuola di scherma.

Arrivato a un semaforo sentì delle voci femminili, con la coda dell'occhio vide due ragazze: una di loro aveva un pacchetto in mano mentre l'altra aveva un espressione meravigliata. La ragazza prese il pacchetto e lo aprì, al suo interno c'era un braccialetto con su scritto BFF. Per la gioia la ragazza urlò e si lanciò sulla sua amica facendo cadere entrambe a terra.

Evan sorrise tristemente a quella scena: avrebbe voluto anche lui un amico, un vero amico, aveva provato a fare amicizia ma tutti, prima o poi, lo ignoravano o gli voltavano le spalle.

Tradimento, menefreghismo, falsità e strafottenza, finora aveva visto solo questo dalle altre persone.

Anche a scuola se ne stava sempre per conto suo e per questo poi i suoi compagni si stupivano che se ne stesse in disparte ad ascoltare la musica senza neppure provare a stare con loro.

Ma era un dato di fatto: Per Evan erano così idioti da non capire che lui non voleva avere niente a che fare con gente del loro genere, gente che sembrava amare mettere in imbarazzo le altre persone facendo domande col solo scopo di mettere in imbarazzo gli altri e ridere di loro.

Questo comportamento è la cosa che il castano odiava più di loro.

E ogni qual volta che trovava qualcuno di decente, quella persona non voleva stare con lui, mollandolo appena poteva.

Tutto questo gli aveva fatto sviluppare un indole solitaria e ora si comportava in modo scontroso e soprattutto molto, molto diffidente verso gli altri.

Non credeva più nelle altre persone.

La sua fiducia gliel'avevano ormai spezzata del tutto molti anni prima.

Evan sbuffò a quei ricordi volendo solo cancellarli dalla sua memoria per sempre.

La scherma non gli serviva solo a mantenersi in forma ma anche a sfogare la sua frustrazione e tristezza, anche se avrebbe preferito avere una spada più seria.

'Sto bene da solo' pensò il castano attraversando la strada.

La sua perenne solitudine lo faceva soffrire, certo, ma preferiva mille volte stare così, in modo da non rischiare di soffrire di nuovo a causa degli altri.

Era così avvolto nei suoi pensieri che non prestò attenzione mentre camminava e finì per scontrarsi contro qualcuno.

"Ma che..." imprecò Evan cercando di mantenere l'equilibrio.

"Mi dispiace giovanotto, non l'avevo vista"

"Oh..." l'espressione del castano cambio dall'arrabbiato all'annoiato vedendo che la persona a terra era un anziano che a malapena si reggeva in piedi.

Si avvicinò a lui e l'aiuto ad alzarsi.

"I miei occhiali, dove sono i miei occhiali? Senza di loro non vedo niente e quelli di riserva non sono ancora pronti" disse l'anziano mettendo le braccia in avanti.

Guardando in giro, Evan riuscì a trovarli in mezzo alla strada, ma proprio in quel momento il semaforo divenne rosso e le auto stavano per ripartire.

Istintivamente, Evan scattò in avanti, ignorando il suono assordante dei clacson, prese gli occhiali un attimo prima che un auto gli passasse sopra e, evitando le auto di pochissimo, tornò sul marciapiede sano e salvo.

Ma l'anziano non c'era più, il castano lo notò a pochi metri di distanza che camminava con le braccia in avanti.

"Oh no..." disse Evan correndo verso di lui.

"Cos'è questo?" disse l'anziano stringendo qualcosa di morbido.

All'improvviso si sentì un forte urlo femminile che costrinse l'anziano a fare qualche passo indietro e a coprirsi le orecchie.

"Vecchio pervertito!" disse una donna impugnando la sua borsa pronta a colpirlo e lui chiuse gli occhi attendendo il colpo che, però, non arrivò mai.

Riaprendo gli occhi, vide Evan che aveva bloccato la borsa con una mano, la donna aprì la bocca per parlare ma, vedendo lo sguardo del castano, la richiuse e se ne andò velocemente.

Evan si voltò e mise gli occhiali all'anziano "Stia più attento la prossima volta" disse mentre si allontanava e chiedendosi perché l'aveva aiutato rischiando anche di essere investito dalle auto.

Il Maestro Fu sorrise mentre osservava il ragazzo allontanarsi e mettendo in tasca gli occhiali, aveva capito che il ragazzo non era quello che mostrava di essere e che il suo cuore e la mente erano continuamente in conflitto.

"Quindi hai scelto lui" disse tenendo in mano una scatoletta, dall'interno emanava un intensa luce blu e lampeggiava velocemente.

—•—•—

Evan crollò sulla sedia della sua scrivania, cercando di riprendersi dalla lezione di scherma, i suoi muscoli erano doloranti ma si sentiva decisamente meglio dopo essersi sfogato, accese il suo computer per vedere se c'erano altre spade da aggiungere alla sua collezione.

Con tutte le spade e katane che aveva appeso alle pareti, la sua stanza sembrava più un armeria che una camera da letto, mentre aspettava che il computer si accendesse notò una piccola scatoletta esagonale nera con degli strani segni rossi sulla sua scrivania.

"E questa che cos'è?" si domandò Evan prendendola in mano, non appena la aprì un intensa luce blu lo costrinse a coprirsi gli occhi, dopo pochi secondi il bagliore svanì: davanti a sé c'era una piccola creatura blu e nera.

La creaturina sbadigliò mentre apriva gli occhi interamente gialli con sottili pupille verticali nere. "Ciao, mi chiamo Draddigon, piacere di conoscerti!"

"Cosa sei?" gli domandò il castano incuriosito da questo esserino.

"Sono un kwami e do i poteri per far diventare il mio portatore un supereroe, in questo caso tu" rispose Draddigon.

"Io un supereroe? Come Ladybug e Chat Noir?" chiese Evan.

"Esatto, per trasformarti devi indossare il tuo Miraculous e poi dire trasformami" gli spiegò il kwami.

Il castano prese dalla scatoletta la collana e la indossò "Okay proviamoci: Draddigon trasformami!" il kwami entrò nel ciondolo a forma di spada e il ragazzo venne avvolto da un aura blu.

Evan corse in bagno a guardarsi nello specchio e vide che ora indossava una tuta aderente blu scura, un lungo cappotto e una maschera, entrambi dello stesso colore, celava la sua vera identità, sul petto c'erano disegnate, con i contorni dorati, due spade che formavano una X e sopra di esse il viso di un Dragone.

Ma quello che attirò di più l'attenzione del castano erano le due spade che erano comparse sulla sua schiena.

"Non ci credo!" preso dalla troppa emozione, estrasse le due armi con troppa forza generando un onda d'urto che fece cadere gli oggetti per tutta la stanza e danneggiò anche i pensili.

"Ehm...forse è meglio che esco di casa" commentò il castano vedendo il disastro che aveva combinato.

Andò sul tetto e lì osservò con attenzione le due spade, estraendole, questa volta, lentamente. Una era completamente nera col il contorno affilato bianco, l'altra era interamente verde acqua con delle decorazioni in nero sull'impugnatura.

Evan aveva dei cuori al posto degli occhi mentre contemplava le due armi ma la sua felicità venne interrotta dal suono di un rombo e dalle grida dei cittadini in lontananza. Incuriosito, rinfoderò le spade e si diresse dove le urla erano più forti.

Iniziò a saltare di tetto in tetto, si sentiva finalmente libero, libero da quella sua vita di solitudine, il vento che gli scompigliava le ciocche castane, non percepiva nessuna stanchezza come se avesse un incredibile energia dentro di sé, sorridendo, saltò e corse più veloce sui tetti e sulle pareti degli edifici con agilità sovrumane.

Arrivato sul posto, da un tetto, il ragazzo vide una donna con addosso un vestito blu e celeste con sopra dei fiocchi di neve e in testa portava una corona fatta di ghiaccio.

"Ehi calma gattino" sentì dire il castano dietro di sé, voltandosi di scatto vide i due protettori di Parigi: Ladybug, che teneva per la coda il suo compagno, e Chat Noir, che aveva in mano il suo bastone pronto ad attaccare.

"My lady era l'occasione perfetta per prenderlo di sorpresa" disse il biondo tentando di scattare in avanti.

"Sciocco di un gatto, non vedi che non è lui l'akumizzato?" gli fece notare la ragazza a pois trattenendolo ancora per la coda.

Evan ridacchiò a quella scena "Sembrate una coppia di fidanzati che litigano"

I due supereroi arrossirono sentendo quel commento.

"Non siamo fidanzati" disse Lady.

"Per adesso" disse Chat con un sorriso.

"CHAT!" gli urlò la ragazza a pois.

"Miao?" disse il biondo con faccia innocente.

Il castano scoppiò a ridere.

"Comunque chi sei?" gli domandò Ladybug lasciando la coda del suo compagno.

"Io sono-" si interruppe, non poteva dire il suo vero nome "Ehm....Blade....Draco....si mi chiamo Blade Draco!"

"Bene Blade Draco, qual'è il tuo Miraculous?" chiese Chat.

"Il mio ciondolo" rispose Blade mostrandoglielo.

"Esattamente di quale animale è il tuo gioiello?" gli domandò la ragazza a pois osservando con attenzione il simbolo sul petto del nuovo supereroe.

"Quello del Dragone, i vostri li conosco già, tutta Parigi li conosce" rispose il castano.

'Come pensavo...' rifletté Ladybug ma i suoi pensieri vennero interrotti da un intenso vento ghiacciato.

"Sarebbe meglio sconfiggere l'akumizzato prima che Parigi si trasforma in un grosso ghiacciaio" commentò Chat.

Ladybug annuì. "Blade Draco sei pronto ad affrontare il tuo primo akumizzato?"

Blade estrasse le sue spade generando di nuovo un onda d'urto che placò il vento gelido "Lo scopriremo presto"

'Che energia' pensò il biondo.

"All'attacco!" urlarono insieme i tre eroi lanciandosi contro il loro nemico.

—•—•—

"Maestro io non capisco" disse Marinette.

"Cosa non hai capito?" le domandò Fu.

Lei e Chat Noir erano riusciti a sconfiggere l'akumizzato e l'aiuto di Blade Draco si è rilevato fondamentale, dato che il bastone e lo yo-yo erano inefficaci contro il potere del nemico.

"Mi ha detto che era troppo rischioso lasciare altri Miraculous in circolazione e poi compare questo nuovo supereroe, io non voglio giudicare le sue decisioni ma vorrei una spiegazione" spiegò la corvina sentendosi presa in giro, se fosse stato possibile, avrebbe lasciato il Miraculous della Volpe alla sua amica Alya.

"Calmati Marinette c'è una spiegazione a tutto" disse il maestro prendendo il Tablet.

"Il Miraculous in questione è quello del Dragone, è molto particolare, si risveglia ogni tre generazione e quando è addormentato diventa una comunissima collana, a differenza degli altri Miraculous questo ha una sua volontà ed lui è stesso a scegliere il suo portatore" spiegò mostrandole la pagina dedicata.

"Quindi il mio Lucky Charm-"

"Si" la interruppe Fu. "Il tuo potere voleva dirci che si stava risvegliando e che aveva scelto il suo portatore"


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Et voilà.

saralt99
_StormInside_

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