Traccia 2


Traccia 2: scrivere la favola di Cenerentola con protagonisti Adrien e Marinette


C'era una volta, in una terra molto lontana, un piccolo regno: pacifico, prospero e ricco di antiche e poetiche tradizioni.

In una maestosa villa viveva una nobile signora, vedova, con la sua bambina: Marinette, nonostante lei fosse una madre gentile e affettuosa che non faceva mai mancare nulla alla sua figlioletta adorata, ella capì che avrebbe avuto bisogno delle cure di un padre.

E così si risposò scegliendo come secondo marito un vedovo di nobile famiglia, di nome Gabriel, che aveva due bambine della stessa età di sua figlia: Chloé e Lila.

La prima era bionda con occhi azzurri, freddi come il ghiaccio, e la seconda era mora con occhi verdi, velenosi come l'acqua putrida di una palude.

Purtroppo però la nobile signora morì prematuramente, e il patrigno, invidioso della bellezza della figlia acquisita che faceva sfigurare le sue brutte figlie, si rivelò freddo e crudele verso di lei obbligandola a passare le sue giornate a pulire e a cucinare.

Passarono gli anni e la villa andò lentamente in rovina, poiché le ricchezze della famiglia venivano sperperate per i capricci delle sorelle egoiste e vanitose mentre Marinette era ridotta a far da serva nella sua stessa casa, ma nonostante tutto lei continuava ad essere buona e gentile perché sperava che, un giorno, i suoi sogni di felicità si sarebbero avverati.

—•—•—  

Era appena iniziato un nuovo giorno, il sole illuminava la soffitta dove Marinette dormiva mentre due uccellini aprivano le tende illuminando anche la stanza.

Lei si lamentò coprendosi il viso con il cuscino e tentando di scacciare gli uccellini che volevano svegliarla, uno di loro si posò su di esso e lei né approfittò per colpirlo da dietro con un dito facendolo cinguettare spaventato.

Lei ridacchiò "Ecco, così imparerai a disturbare i sogni altrui...e il sonno altrui" disse mettendosi a sedere sul letto.

I due uccellini indicarono la finestra.

"Si lo so che è una mattinata incantevole ma anche il mio sogno lo era" rispose sciogliendosi i codini e iniziando a canticchiare.

Il suo canto melodioso svegliò lentamente gli animali nelle vicinanze, che erano per lo più topolini e uccellini, che la ascoltavano incantati mentre lei pettinava i suoi capelli corvini.

Ma il suo canto venne interrotto dal suono dell'orologio del castello "Che guastafeste di orologio" disse Marinette alzandosi dal letto e camminando alla finestra "Si si ho capito, è ora di mettersi al lavoro!"

Si voltò esasperata verso i suoi amici-animali "Ci si mette perfino lui" prese un lungo respiro e sorrise "Menomale che nessuno può impedirmi di sognare"disse tornando a canticchiare e a preparasi per la giornata.

Dopo aver sistemato i suoi capelli in due codini, indossato il vestito che usava per le faccende domestiche: un abito marrone con una lunga gonna e una camicetta celeste a maniche corte, un grembiule bianco e ballerine rosa, Marinette si diresse verso la stanza del suo patrigno.

Una volta arrivata, aprì lentamente la porta svegliando il gatto nero che dormiva in un piccolo letto rotondo solo per lui "Qui micio micio micio" lo chiamò ma lui per risposta si girò di spalle e tornò a dormire.

"Plagg vieni qui!" disse Mari alzando un po' la voce, era un gatto completamente nero, grosso e grasso con gli occhi verdi, amava combinare guai a Marinette e ai suoi amici-animali

Plagg scese dal letto e, atteggiandosi a nobile, uscì dalla stanza. 

Marinette alzò gli occhi al cielo, chiuse la porta e camminò verso la cucina seguita dal gatto "So bene che a sua altezza non piace fare colazione così presto ma non è di certo una mia idea quella di servirti per primo ma questi sono gli ordini"

—•—•—

"Senti è quello Plagg?" chiese Gas gas, un topolino che Mari aveva liberato da una gabbia quella mattina.

"Plagg, si è lui" rispose Giac, un altro topolino.

Loro due erano particolarmente affezionati a Marinette.

"Gas gas prende Plagg e se lo mangia" Gas gas ridacchiò "Sta a guardare"

Giac lo prese rapidamente per la coda e lo tirò indietro "No Gas gas, Plagg non scherza, è cattivo!"

—•—•—

Marinette entrò in cucina ma Plagg si fermò sull'ultimo gradino guardando male il cane che dormiva su un fianco al centro della stanza.

La corvina aprì la porta sul retro e poi guardò il cane che muoveva le zampe come se stesse rincorrendo qualcosa "Animan svegliati"

Animan si alzò di scatto sulle zampe e si guardò intorno "Stavi sognando di nuovo di dar la caccia a Plagg?" chiese la corvina inginocchiandosi vicino a lui.

Il cane annuì "L'hai preso stavolta?" Animan annuì di nuovo felice

"Ah male, male" disse Mari facendogli spalancare la bocca e gli occhi mentre Plagg ridacchiava soddisfatto.

"Sai quali sono gli ordini" la corvina si alzò per preparare la colazione "Sai che dovresti fare?".

Animan scosse la testa "Imparare ad amare i gatti" disse Mari mentre il cane assunse un espressione disgustata.

All'improvviso si sentì una campanella suonare e una voce stridula chiamare Marinette "Arrivo, arrivo" disse lei mentre si affrettava a finire i vassoi "Si stanno svegliando".

Quando ebbe finito, erano tre le campanelle a suonare con insistenza segno che le sorelle e il patrigno erano svegli, Mari si avvio verso le loro camere con i vassoi in mano e una sulla testa, le ci sono voluti anni per non farli cadere a terra soprattutto quello sulla testa poiché era molto maldestra.

Riuscì a salire le scale senza incidenti ed entrò nella prima stanza "Buongiorno Chloé, dormito bene?"

"Cosa te ne importa? Va a stirarmi questa roba, e riportamela qui tra un ora, TRA UN ORA, CAPITO?!" le ordinò aspramente Chloé.

"Si Chloé" rispose semplicemente Marinette uscendo dalla stanza con un cesto pieno di vestiti.

Consegnò i vassoi anche a Lila e al suo patrigno uscendo dalle loro stanze con altri vestiti da lavare 'Non capisco perché ce l'abbiano tanto con me' pensò la corvina ma un urlo interruppe i suoi pensieri e corse verso la stanza da dove proveniva.

Dalla porta uscì Chloé urlando spaventata "Sei stata tu, l'hai fatto apposta!" la incolpò "Papà, papà!" disse entrando nella stanza del patrigno.

"Che cosa le hai fatto?!" le urlò anche Lila seguendo la sorella.

"Ce l'ha messo lei, un topaccio grosso e orrendo sotto la mia tazza" rispose Chloé.

Per sfuggire a Plagg, Gas gas si era nascosto sotto una tazza e Mari non se n'era accorta.

Lei lo liberò da Plagg, che l'aveva catturato, "Marinette!" senti la voce profonda del patrigno che la chiamava e non prometteva niente di buono "Si signor padre" rispose lei dirigendosi verso la stanza mentre le sue sorelle uscivano.

"Adesso lo sentirai" Chloé la guardò con disprezzo mentre lei entrava nella camera.

"Chiudi la porta" le disse Gabriel.

Marinette rimase immobile vicino alla porta, la stanza era quasi completamente al buio, solo un piccolo fascio di luce filtrava dalla tenda "Vieni qui"

La corvina si avvicinò lentamente al grosso letto, riuscì a distinguere la silhouette del suo patrigno nell'oscurità, mentre accarezzava Plagg e i suoi occhi la guardavano con disgusto.

Inghiotti quasi con dolore la saliva, Gabriel le aveva sempre fatto paura, fin da piccola, poi aprì la bocca per parlare.

"Fa silenzio" disse facendole chiudere rapidamente la bocca "Dunque...a quanto pare hai tempo da perdere"

"Io volevo-"

"Silenzio!" ripeté alzando un po la voce mentre prendeva il vassoio "Tempo per fare degli stupidi scherzi, ti darò io il modo di impiegarlo meglio, vediamo un po..."

Marinette voleva dirgli che non era colpa sua ma non osava farlo arrabbiare, l'ultima volta che era successo, l'aveva pagata cara.

"Dunque...c'è quel grande tappeto nell'ingresso: sbattilo, e le finestre al piano di sopra: lavale, poi rastrellerai il giardino, laverai il terrazzo, spolvererai le stanze..." continuò una serie quasi infinita di faccende domestiche mentre Plagg annuiva con un sorriso maligno "Oh si...c'è un altra cosa: farai il bagno a Plagg"

Il gatto nero spalancò gli occhi: non era per niente soddisfatto della notizia.

—•—•—  

Nel frattempo al castello, la regina stava discutendo animatamente col Granduca "Mio figlio ha già trascurato abbastanza i suoi doveri, ormai è ora che si sposi e che si sistemi" la stanza era piena di oggetti rotti.

"Certamente Maestà ma ci vuole un po di pazienza" disse il Granduca.

"Ne ho avuta fin troppa!" urlò la regina lanciandogli un piccolo vaso che schivò per un soffio poi sospirò sedendosi "Ma gli anni passano anche per me e vorrei avere dei nipotini prima di morire, mi sento così sola in questo enorme e triste palazzo"

Il Granduca abbracciò la regina che ricambiò, sapeva che odiava la solitudine e questo la rendeva irascibile "Capisco Vostra altezza tuttavia se solo lo lasciassimo fare-"

"Lasciarlo fare?!" lei lo interruppe spingendolo indietro "C-c-c-con quelle sciocche idee romantiche"

"Ma in amore-"

"Amore bah, basta far incontrare il ragazzo e la ragazza nel modo e momento opportuno e quindi lo creeremo noi questo momento" spiegò la regina, all'improvviso le venne un idea "Ho trovato!"

La regina spiegò il suo piano al Granduca: organizzare, per quella stessa sera, un ballo per festeggiare il ritorno del principe a cui saranno invitate tutte le ragazze nobili del regno in età da marito "E al momento giusto: luce tenue, musica romantica e tutti gli accessori"

"Molto bene Maestà, mi occuperò di organizzare il tutto" disse il Granduca

"E assicurati che ogni ragazza nobile partecipi, chiaro Nino?" gli ordinò.

"Si Vostra altezza"rispose Nino facendo un inchino e uscì dall'enorme stanza.

—•—•—    

"Che bello essere tornato a casa" disse un ragazzo dai capelli biondi mentre respirava l'aria della sua terra.

Era felice di essere tornato, nonostante il suo viaggio fosse stato emozionante, spesso sentiva la mancanza del suo regno e di sua madre.

"Principe Adrien, la carrozza è pronta" disse il  cocchiere aprendo la porticella.

Il principe lo ringraziò e salì, mentre si dirigevano verso il castello, osservò le piccole case e i negozi pieni di vita, finché passarono davanti al viale dove si teneva il mercato e ordinò subito "Giri a destra"

"Ma principe è una strada senza uscita"

"Fa come ti ho detto" rispose Adrien.

Il cocchiere obbedì e poi fermò la carrozza, dopo qualche minuto, il biondo uscì indossando degli abiti civili "Vostra altezza dove state andando?"

"Vado a fare un giro al mercato" rispose lui.

"Ma-"

"Ci starò poco, solo 10 minuti" spiegò il biondo allontanandosi.

Amava passeggiare lì, osservare tutti i vari oggetti, anche quelli più strani, o sentire i profumi delle delizie che si cucinavano, mentre camminava non guardò dove stava andando e si scontrò con qualcuno finendo a terra "Oh scusami, sono mortificato"

"Scusami tu, non guardavo dove andavo" Adrien pensò di sentire la voce di un angelo, alzò lo sguardo e vide una ragazza vestita da serva, quando anche lei lo guardò, entrambi sembravano ipnotizzati dagli occhi dell'altro e la ragazza arrossì in viso.

Rimasero a fissarsi per diversi secondi "Ahi!" urlò la ragazza spezzando il contatto visivo, un passante le aveva calpestato la mano destra.

"Ehi stai più attento a dove metti i piedi!" lo rimproverò aspramente Adrien.

Se gli sguardi potessero uccidere, il passante sarebbe già morto bruciato per quanto il biondo lo stava fissando male.

Il passante si scusò per poi andarsene rapidamente, il principe tornò a guardare la ragazza "Stai bene?"

Lei annui "Sì sto bene"

"Fammi vedere" le prese dolcemente la mano e sentì come una piccola scossa elettrica attraversargli il corpo, il suo cuore cominciò a battere più forte mentre esaminava la piccola mano della ragazza sconosciuta 'Ha una pelle così liscia' pensò.

"Ehm...è grave?" la voce femminile lo risvegliò da suoi pensieri.

"Ah...ecco no, sembra sia tutto ok" rispose lui lasciando malvolentieri la mano e arrossendo in viso.

La ragazza iniziò a raccogliere i contenuti delle borse che si erano sparpagliati intorno quando era caduta.

"Lascia che ti aiuti" disse Adrien raccogliendo gli alimenti e rimettendoli nelle borse "Ecco"

Mentre le consegnava le borse, le loro dita si sfiorarono e senti un altra scossa.

"Grazie" disse lei abbassando lo sguardo con un piccolo sorriso.

"Non mi sono ancora presentato, piacere io sono Adrien...lavoro al castello come guardia"

"Oh felice di conoscerti Adrien" disse la ragazza, stava per presentarsi quando sentì l'orologio suonare "Oh mio dio è tardissimo, scusa ma devo proprio andare"

"Aspetta!" le urlò il biondo ma lei era già scomparsa nella folla, provò a cercarla nella direzione in cui la vide dirigersi ma sembrava svanita nel nulla "Spero di incontrarti di nuovo....my lady"

—•—•—

Marinette rientrò a casa, era appena tornata dal mercato per fare la spesa, si era appoggiata alla porta per riprendere fiato dopo aver corso così in fretta e il cuore le batteva forte ma non sapeva se per la corsa o per l'incontro con quello sconosciuto....o per entrambi.

"Adrien..." disse a bassa voce e rabbrividì leggermente pensando a lui, le sue guance sembravano aver preso fuoco per quanto fossero rosse, non si spiegava proprio perché si sentisse in quel modo, ripensò a quando le prese la mano per controllare se stesse bene, e a quando le loro dita si sfiorarono mentre le riconsegnava le borse: in entrambe le situazioni sentì una specie di scossa elettrica attraversarle il corpo.

Un bussare alla porta la riportò alla realtà facendola sobbalzare e sentì dire "Aprite in nome della regina"

La corvina aprì la porta e vide un uomo grasso e piccolo "Ho una lettera urgente da parte di sua Maestà imperiale"

"Grazie" disse Mari prendendo la busta.

"Da parte della regina?" chiese Giac.

"Che cosa vorrà?" domandò Gas gas.

"Non lo so" rispose Mari, poi sentì venire dal piano di sopra un canto terribile "Forse è meglio che interrompo la lezione di canto" disse facendo ridacchiare i 2 topolini.


Al piano di sopra le 2 sorelle avevano iniziato a litigare perché Chloé, per liberarsi il dito dal flauto che stava suonando, aveva colpito Lila sul mento.

"Ragazze, ragazze ricordatevi: innanzitutto bisogna sapersi controllare" disse Gabriel.

Si senti bussare alla porta "SI?!" urlò il patrigno vedendo entrare la corvina "Marinette sai che non voglio che ci interrompi"

"Ma è arrivato un messaggio dal palazzo reale" rispose Mari mostrando la lettera.

Chloé e Lila corsero a prendere la busta tornando a litigare "La leggerò io" le interruppe Gabriel afferrando la lettera e leggendola.

"Ci sarà un ballo in onore di sua altezza il principe e per ordine della regina ogni fanciulla in età da marito dovrà intervenire" lesse il patrigno con occhi eccitati.

"Allora è per me" disse Lila.

"Io sono così da marito" disse Chloé.

Giac e Gas gas sentirono tutto da un buco sul muro e avevano delle facce contrariate e perfino Plagg era d'accordo con loro, guardandole con vergogna.

Marinette disse che anche lei poteva andare al ballo poiché era in età da marito, Chloé e Lila non erano per niente d'accordo ma inaspettatamente Gabriel approvò a patto che finisse in tempo tutte le faccende domestiche e trovasse un vestito adatto da indossare, la corvina lo ringraziò e uscì dalla stanza.

"Ma papà ti rendi conto di quello che hai fatto?" chiesero le 2 sorelle.

"Ma certo, ho detto sì " rispose il patrigno ridacchiando insieme alle figlie che avevano capito.


Mari entrò nella sua stanza, prese un vecchio baule e tirò fuori un vestito rosa e bianco "Non è bello? Era di mia madre"

"Sì però è un po vecchio" rispose una topolina.

"Beh si forse è un po fuori moda ma....ci farò qualcosa" disse la corvina mettendo l'abito su un manichino, poi prese un libro "Allora dovrò accorciare un po le maniche, poi mi ci vorrà un nastro, del merletto e qualcosa da mettere al collo e-"

"Marinette!" un urlo la interruppe.

"Oh che altro vorranno adesso?" si chiese mentre le urla aumentavano "Beh il mio vestito dovrà aspettare" e uscì dalla stanza.

"Povera Mari, non ha un attimo di tranquillità, c'è sempre qualcuno che le strilla!" disse Giac sospirando "Sapete che vi dico? Lei non andrà al ballo"

"Cosa?!" dissero gli altri animali.

"Vedrete, le daranno tanto e tanto di quel lavoro che non riuscirà ad aggiustare il suo vestito" rispose Giac.

"Ehi, ho trovato!" disse una topolina, spiegò agli altri il suo piano: loro avrebbero sistemato il vestito di Marinette, tutti furono d'accordo e si misero a lavoro.

—•—•—

Era scesa la notte, la corvina bussò alla stanza del patrigno "Si? rispose lui aprendo la porta.

"La carrozza è alla porta" disse lei senza mostrare alcun emozione.

"Oh...ma Marinette, tu non sei ancora pronta" disse Gabriel.

"Io non vengo" rispose lei allontanandosi e cercando di trattenere le lacrime.

"Non vieni?" si voltò verso le sue figlie che sorridevano "Oh che peccato, ma vedrai ci saranno altre occasioni e-"

"Certo, buonanotte" lo interruppe la corvina non volendo più sentirlo e vederlo, dirigendosi nella sua stanza.

La sua camera era immersa nel buio, si avvicinò alla finestra guardando l'enorme castello illuminato "Beh che cos'è poi un ballo alla reggia? In fondo deve essere tremendamente noioso, così pesante, così....terribilmente meraviglioso"

Ripensò ad Adrien, aveva detto che lavorava a palazzo come guardia e avrebbe potuto rincontrarlo, ogni cosa che guardava gli ricordava lui, le lacrime minacciavano di uscire ma una luce dorata iniziò a illuminare la stanza.

Lei si voltò e vide il suo vestito: era interamente rosa con un fiocco dello stesso colore al petto con due nastri che andavano dietro alla schiena e il bordo della lunga gonna era bianco.

"SORPRESA!" urlarono i topolini mentre lei stava immobile con la bocca spalancata.

"M-ma io...non ho mai visto...un vestito così bello" disse ammirandolo e sorridendo "Grazie, grazie infinite!"


Al piano di sotto, Gabriel e le due sorelle stavano andando verso la porta, Chloé indossava un vestito giallo e Lila un vestito rosso.

"Mi raccomando, quando sarete presentate a sua Altezza ricordate-"

"Un momento" tutti e tre si voltarono verso le scale.

"Aspettatemi vi prego, non è magnifico?" chiese la corvina facendo una piroetta "Vi piace? Credete che possa andare?"

Il patrigno e le 2 sorelle la guardavano con gli occhi sbarrati.

"Papà non vorrai..."

"Non puoi..."

"Non puoi permetterlo"

"Ragazze insomma un po di decoro, dopotutto abbiamo fatto un patto, vero Marinette?" le zittì Gabriel.

Lei annuì sorridendo.

"E io non rimangio mai la parola" disse avvicinandosi a lei.

Il sorriso della corvina sparì immediatamente, sostituito da un'espressione preoccupata.

"Veramente bella, questa collana, non trovi anche tu Lila?" le chiese il patrigno.

"No affatto" rispose Lila, poi riconobbe la collana "Brutta ladruncola, ma questa collana è mia, ridamela" disse strappandogliela via.

"Guarda il mio nastro, l'ha preso lei!" disse Chloé.

Le due sorelle iniziarono a strapparle il vestito insultandola e spingendola.

"Ragazze, ragazze adesso basta, muoviamoci ora, non voglio che vi agitiate così" disse Gabriel aprendo la porta e facendole uscire, poi disse con calma "Buonanotte"

Appena la porta si chiuse, la povera ragazza scoppiò in lacrime, correndo in giardino e appoggiandosi su una panchina continuando a piangere.

Gli animali la osservavano da lontano con tristezza, anche Animan.

Mentre piangeva, cominciarono ad apparire in aria delle piccole e luccicanti stelle che si unirono tutte sulla panchina facendo comparire un anziana signora coperta da una lunga veste rossa a pois neri.

"Oh su su, bambina mia" disse dolcemente facendo alzare la corvina "Da brava asciuga quelle lacrime, non puoi andare al ballo in questo stato"

"Al ballo? Ma io non ci vado..."disse Marinette con le guance bagnate dalle lacrime e gli occhi leggermente rossi.

"Si che ci vai ma dobbiamo fare in fretta" disse l'anziana "Allora..."

"Ma...tu sei-"

"Si sono la tua madrina, la fata Tikki" rispose prendendo dalla sua manica una bacchetta.

Agitandola fece uscire una polverina rossa e nera "Dunque qual'era la parola magica ah si...Lucky Charm!" puntò la bacchetta su una zucca e la trasformò in una splendida carrozza bianca che brillava come la luna, e le sue radici in ruote, trasformò anche 4 topolini in cavalli, Animan in cocchiere e un cavallo della casa in lacchè.

"Bene, bene salta dentro mia cara, sennò farai tardi" disse Tikki.

"Ma io-"

"Oh suvvia non ce bisogno di ringraziarmi"

"Oh no, cioè vi ringrazio ma non vi sembra...che il mio vestito..."

"Ah si è molto carino molto-" l'anziana ansimò "Santo cielo piccola, non puoi andarci così"

Marinette alzò gli occhi pur sorridendo.

"Vediamo, vediamo.....sì, il vestito avrà il colore dei tuoi occhi" disse Tikki e ripete le parole magiche.

Un fascio di luce rossa e nero avvolse la corvina e quando sparì, lei indossava un bellissimo vestito azzurro/blu cosparso di brillantini, e delle scarpette di cristallo con al centro uno zaffiro che brillava come mille luci e i suoi capelli erano sciolti con qualche sottile treccia. 

Marinette la ringraziò con tutto il cuore ma Tikki la avvertì che allo scoccare della mezzanotte l'incantesimo sarebbe finito e tutto tornerà come prima.

"E molto più di quanto osassi sperare" le disse la corvina, poi salì sulla carrozza, salutando la sua fata madrina che svanì in una nuvola di polvere magica.

—•—•—  

Nel frattempo al castello, il Principe Adrien era in fondo alla grande stanza a salutare, facendo un piccolo inchino, tutte le ragazze del regno, si stava profondamente annoiando, per tutto il giorno non aveva fatto altro che pensare a quella ragazza incontrata al mercato, aveva impresso nella sue memoria quegli occhioni azzurri, così belli e unici.

Quando tornò a casa, era rimasto senza parole alla notizia del ballo, aveva cercato di convincere sua madre ad annullare tutto ma poi gli era venuto un idea: le disse che avrebbe partecipato al ballo a patto che tutte le ragazze del regno, anche quelle comuni, fossero invitate.

Ipotizzò, da come era vestita, che la ragazza del mercato non fosse una nobile, così avrebbe potuto rivederla, sperando che venisse e che non si arrabbiasse con lui per averle mentito, continuava a guardarsi intorno nella speranza di vederla.

In un balcone, nella stessa stanza, la regina e Nino osservavano le reazioni del ragazzo "Mio figlio non vuole collaborare" sospirò lei mentre il Granduca tentava di non ridacchiare.

A ogni ragazza che si presentava, la madre fissava il figlio per vedere se qualcosa cambiava ma lui era sempre serio e a volte sbadigliava.

In quel momento Marinette era appena arrivata al castello, mentre entrava, le guardie non potevano trattenersi dal non guardarla.

Fu il turno di Chloé e Lila a presentarsi al principe e lui fallì nel nascondere un espressione disgustata.

Dopo essersi inchinato, alzò lo sguardo e il suo viso si illuminò, all'entrata della stanza c'era una ragazza con un bellissimo vestito azzurro che si guardava intorno e decise subito di raggiungerla lasciando indietro le due sorelle.

La corvina si era persa nel gigantesco palazzo mentre osservava tutto meravigliata, dimenticandosi il motivo per cui era li, all'improvviso sentì qualcuno prenderle la mano, si girò di scatto e il suo cuore iniziò a battere forte: davanti a lei c'era Adrien.

"Ho sperato tanto che venissi" sussurrò lui, baciandole la mano.

Marinette arrossì violentemente e il suo cuore sembrava andato fuori controllo.

Il biondo la trascinò dolcemente al centro della stanza e la regina ordinò subito di far partire la musica e di abbassare le luci, avendo visto l'improvviso interesse del figlio.

Arrivati al centro della stanza, il biondo le prese mano e la mise sulla sua spalla mentre teneva l'altra, poi appoggiò la sua sulla vita della corvina e iniziarono a ballare, entrambi si persero negli occhi dell'altro mentre i loro cuori battevano in sintonia.

Durante il loro ballo, si allontanarono dalla enorme stanza, andando verso il giardino che era immenso, Marinette e Adrien passeggiavano in silenzio, nessuno dei due osava proferir parola per paura di rovinare il momento, ripresero a ballare tra le rose e sotto un cielo stellato ma dopo un po, Adrien avvolse le sue braccia attorno alla vita di Mari e la strinse vicino a lui, lei sentì le sue guance bruciare, poi appoggiò la testa sulla sua spalla, cominciando a ballare un lento, 

Passati qualche minuto tra le braccia dell'altro, si fissarono di nuovo negli occhi e lentamente i loro visi si avvicinarono, le loro labbra erano vicinissime quando la corvina sentì l'orologio suonare, vendendo che era mezzanotte, corse verso la sua carrozza ignorando le urla del principe, mentre scendeva le scale perse una scarpetta.

Salì sulla magica carrozza e i cavalli iniziarono a correre il più veloce possibile consci che l'incantesimo stava svanendo e con l'orologio che continuava a emettere un suono profondo, dopo essere entrati nella foresta tutto tornò come prima "Scusate, avevo dimenticato....tutto, perfino l'ora, ma era tutto così meraviglioso, lui era così bello e quando ballavamo...." sospirò "Neanche il principe in persona potrebbe essere più...."

Mentre tornava alla villa, la corvina notò che non tutto era tornato come prima: una sua scarpetta era rimasta di cristallo, con lo zaffiro che continuava a brillare.

—•—•—  

Il giorno dopo, Gabriel stava chiamando Marinette "Si eccomi" rispose lei.

"Le mie figlie dove sono?" domandò lui.

"Credo siano ancora a letto" rispose la corvina.

Il patrigno le ordinò di portare la colazione mentre saliva le scale per svegliare le 2 sorelle.

"Forza vestitevi, sarà qui a momenti"

"Chi papà?" chiese Lila.

"Il Granduca, è tutta la notte che cerca quella ragazza misteriosa, dicono che né sia innamorato perso" rispose Gabriel.

"Chi il Granduca?" domandò Chloé stropicciandosi gli occhi.

Marinette era appena entrata nella stanza.

"No, no il Principe Adrien" dichiarò lui.

La corvina sbarrò gli occhi "P-p-principe?!" sussurrò facendo cadere il vassoio.

"Brutta, stupida maldestra, raccogli e pulisci, poi aiuta le mia figliuole a vestirsi" le ordinò il patrigno.

"E perché? Se è innamorato di quella ragazza perché scomodarci noi?" dissero le due sorelle, coprendosi con il lenzuolo.

"State a sentire, voi due" cominciò a dire Gabriel, tirando via la coperta "Nessuno, neanche il principe sa chi sia quella ragazza, la scarpetta di cristallo è la loro unica traccia, il Granduca ha avuto l'ordine di provarla a tutte le ragazze del regno, e se trova quella a cui va bene, per ordine della regina, quella ragazza andrà in sposa al principe.

"In sposa..." sussurrò lentamente Marinette.

Chloé e Lila scattarono in piedi lanciando vari vestiti alla corvina che sognava a occhi aperti, lasciò cadere gli abiti e canticchiando si diresse verso la sua camera.

Il viso di Gabriel si oscurò e i suoi occhi brillavano minacciosi, seguì silenziosamente la ragazza e, dopo essere arrivata alla porta, la chiuse a chiave, intrappolandola, mise la chiave in tasca e se ne andò, ignorando completamente le suppliche della corvina.

"Dobbiamo prendere quella chiave Gas gas, dobbiamo prendergliela a tutti i costi" disse Giac.

Dopo aver recuperato la chiave e raggiunto la soffitta, i due topolini stavano per consegnare la chiave a Marinette quando qualcosa li intrappolò sotto una tazza.

"Plagg, lasciali, lasciali andare" lo pregò la corvina ma il gatto ridacchiò "Si buono per favore, liberali"

Gli altri animali provarono a scacciare Plagg ma invano, Mari gli urlò di andare a chiamare Animan, e quando il cane arrivò, si scaglio sul grosso gatto che in preda alla paura si arrampicò su una finestra e precipitò nel pozzo.


"Voi siete le uniche ragazze in questa casa spero, ehm cioè presumo" chiese Nino ricevendo una risposta affermativa da Gabriel, aveva fatto provare la scarpetta alle due sorelle inutilmente e hanno quasi rischiato di romperla "Meglio così, addio, addio"

"Vostra grazia, aspettate per favore, posso provarla anch'io?" urlò Marinette scendendo le scale.

Nino la osservava attentamente mentre Gabriel e le sue figlie la insultavano "Signore, ho l'ordine di provarla a tutte le ragazze" li zittì prendendo per mano la corvina, e facendola sedere ma mentre prendeva la scarpetta, il patrigno lo fece inciampare e la scarpetta cadde a terra, frantumandosi.

Il Granduca cominciò a disperarsi ma Marinette tirò fuori l'altra scarpetta, e con grande gioia, Nino gliela mise al piede, calzando alla perfezione.

—•—•—  

Le campane suonavano, mentre Marinette e Adrien uscivano dalla chiesa e salivano nella loro carrozza, salutando tutti e finalmente baciò il suo amato mentre la carrozza si allontanava, circondata da uno stormo di coccinelle.


E vissero per sempre felici e contenti.


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Finalmente ho finito.

Si lo so che è molto lungo (4645 parole) ma ho voluto seguire fedelmente la fiaba, aggiungendogli un tocco personale.

La parte delle prova della scarpetta e della liberazione di Mari è molto sintetizzata perché sennò non finivo più.

Mi sono divertito molto a scrivere questa traccia.

Spero sia di vostro gradimento.

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