Not A Very Good End
Ayaë McBilldeny era una studentessa frequentante il terzo anno nella Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Ayaë McBilldeny era una brillante Corvonero, una di quelle che negli esami di fine anno prende sempre il massimo dei voti.
Ayaë McBilldeny era una ragazza simpaticissima, esilarante.
Aveva sempre molti amici intorno, che fossero della sua stessa casata o meno, che fossero più grandi o più piccoli di lei.
Ayaë McBilldeny avrebbe potuto innamorarsi di ogni ragazzo presente a Hogwarts, e sicuramente sarebbe stata ricambiata.
Avrebbe potuto innamorarsi di Paul Smith, un Serpeverde del quinto anno dagli occhi color ghiaccio a cui andavano dietro in molte.
Avrebbe potuto infatuarsi di Jamie Wallis, un Tassorosso del quarto anno che le faceva sempre l'occhiolino quando la vedeva passare.
Avrebbe potuto prendersi una cotta anche per Jordan Scott, un Corvonero del secondo anno che quando la vedeva diventava subito rosso come un pomodoro e cambiava strada.
Ayaë McBilldeny avrebbe potuto innamorarsi di questi ragazzi, e sicuramente uno che le piacesse da matti lo avrebbe trovato, ma non fu così.
Ayaë McBilldeny si era presa una bella sbarrellata(*) per Percy Weasley.
Eh già, avete capito bene, Percy Weasley.
Ayaë lo aveva conosciuto durante quello che lei stessa definiva "il ritardo più bello della sua vita".
Quel lunedì mattina di qualche mese fa, si era svegliata in ritardo.
Incredibilmente in ritardo.
La sera prima era rimasta sveglia fino a tardi per terminare l'ultimo capitolo di un libro che le aveva prestato Hagrid il Guardiacaccia.
Parlava delle creature fantastiche che sono presenti nel Mondo Magico e, strano ma vero, si era appassionata subito, nonostante non fosse esattamente il suo genere.
Fatto sta che appena aperti gli occhi, si era subito resa conto della desolazione del suo dormitorio, di solito abbastanza pieno e trafficato: d'altronde, ci dormivano in cinque.
Le sue compagne l'avevano lasciata dormire volontariamente, un gesto carino se magari si fossero preoccupate di lasciare un messaggio, invece che dirglielo alla lezione della McGranitt, interrotta dalla sua entrata scenica con le calze bucate, la camicia con i lembi bianchi scomposti fuori dalla gonna, il nodo della cravatta lento e i capelli ricci completamente arruffati.
Non solo era impresentabile, non solo era arrivata tardi alla lezione di Trasfigurazione, non solo aveva fatto perdere cinque punti alla sua casata.
Poco prima di entrare nell'aula, era andata a sbattere contro Percy Weasley, che stava tranquillamente facendo un'ultima controllata da Prefetto, con la spilla lucidissima come uno specchio, in risalto con la toga nera, facendolo cadere a terra.
Lì per lì non fece molto caso a chi fosse propriamente saltata addosso, era troppo impegnata, da brava Corvonero qual era, a recuperare i libri che erano caduti per terra, insieme alla piuma d'oca e alla boccetta d'inchiostro, ormai andato perso, una chiazza nera che si espandeva sempre più velocemente sul pavimento.
Quando alzò lo sguardo, tuttavia, non pensó minimamente a quello che avrebbe potuto dire Gazza, non pensó agli ultimi fogli volanti che le svolazzavano attorno, non pensó al ritardo.
Ayaë non credeva di aver mai visto un ragazzo più bello di quello che aveva davanti in quel momento: i riccetti rossi che fuoriuscivano da un cappellino leggermente inclinato, il cipiglio solito che non lo aveva abbandonato neanche in quel momento...
Poi si rese delle condizioni in cui si trovava.
Pessime condizioni.
Ma si sa, quando per uscire hai un trucco che nemmeno Rita Skeeter a Natale e un'acconciatura che Hermione Granger spostati, incontri anche il Ministro della Magia.
-OH MIO DIO! SCUSAMI, SCUSAMI, DAVVERO, IO NON VOLEVO, NON PENSAVO... MA POI L'ORA E CORREVO E LA MCGRANITT E...-
Percy la interruppe.
-Non si arriva in ritardo a lezione.-
Detto questo, se ne andò.
Ayaë conosceva il caratteraccio del terzo figlio dei Weasley, e di certo non si aspettava una cosa del tipo:
-Oh, ma figurati, non preoccuparti assolutamente! Anzi, sei così bella, quest'oggi! Se permetti, vorrei stringerti un po' quel nodo alla cravatta... Posso?-
No. Decisamente no.
Sovrappensiero, recuperó le poche cose che potevano ancora essere recuperate, e raggiunse la classe di Trasfigurazione, pronta a prendersi la strigliata della McGranitt che, appena varcata la soglia, arrivó.
E ancora oggi la ricorda.
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-Salve, Fred-
-Salve, George-
-Hai notato anche tu?-
-Ho notato, mio intelligerrimo (*) fratello-
-Bene-
-Bene-
I gemelli Weasley si trovavano poco lontano da Ayaë e Percy, quando lo scontro fra i due avvenne.
Erano proprio dietro il corridoio, e avevano assistito a tutta la scena.
Erano in ritardo anche loro?
Sì.
Gli importava?
Assolutamente no.
Quel giorno avrebbero avuto due ore di Pozioni con Serpeverde. Non sarebbero mai stati pronti.
Nessuno sarebbe mai stato pronto.
Si scambiarono un sorriso furbetto quando videro le guance arrossate, sicuramente non dal blush, della McBilldeny.
Ora, le ipotesi erano due: o era lei a non sapersi truccare, e ad aver sparso la polverina rosea OVUNQUE sulle sue guance, o era un segno inequivocabile della cotta assurda che si era presa la ragazza per il fratello dei due.
-Stai pensando anche tu a quello a cui sto pensando io?-
-Sempre, fratello-
Si guardarono. Erano così identici.
-È ora di dar inizio al nostro piano-, disse George, con un espressione malandrina e parecchio preoccupante.
-Sono d'accordo-, aggiunse Fred, con un'espressione ancora più inquietante.
Corsero entrambi nel loro dormitorio, ignorando esplicitamente il loro dovere di studenti nel frequentare le lezioni obbligatorie.
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Cara Ayaë,
Ti aspetto al tavolo dell'ala est della biblioteca, oggi pomeriggio, dopo le ultime lezioni.
Porta solo la tua bellezza.
Percy Weasley
Ayaë si vide recapitare questo biglietto, il giorno dopo lo scontro fatale.
Era stato inserito in una busta da lettere tradizionale.
Quando lesse il contenuto del messaggio, ignara di chi potesse essere il mittente, quasi si strozzó con il succo di zucca che stava bevendo.
Per fortuna era ancora presto, e la Sala Grande non era piena neanche per la metà.
E menomale, perché lei non avrebbe saputo nascondere la faccenda alle sue amiche.
E se lo avessero saputo... non osava neanche immaginare.
No, doveva rimanere una cosa segreta.
Alla fine, però, quelle poche righe scritte di getto, con una calligrafia minuta ma piena di ghirigori, l'avevano riempita di gioia e allegria.
Passó tutta la giornata in fibrillazione, ansiosa per l'arrivo del momento tanto atteso.
Continuava a controllare l'orologio a intervalli regolari di venti secondi, e aveva imparato una cosa: guardare così spesso l'orario non serviva a farlo passare più velocemente.
Anzi, più lo guardava, più il tempo non passava, più voleva morire per mettere fine a quella agonia.
L'ultima ora, una delle sue preferite, quella di Incantesimi, fu una tragedia.
Si stava squagliando su quella sedia, liquefacendo lentamente, bruciando a fuoco lento, lentissimo.
Continuava a pensare a cosa le avrebbe detto Percy, se anche lei piaceva a lui...
Quando si accorse della fine della lezione, schizzó fuori dall'aula senza neanche salutare.
I suoi compagni non l'avevano nemmeno vista uscire.
Arrivó all'appuntamento trafelata, ma pronta. Prima di varcare del tutto la soglia della biblioteca, si diede un rapido sguardo alla vetrata della porta, controllando se fosse tutto a posto.
Indossava la classica divisa scolastica, unici punti di colore quelli che rappresentavano la sua casata.
Le guance, leggermente ricoperte dalle lentiggini, erano pallide.
Si diede qualche pizzicotto, si passò una mano per riavviare i capelli e finalmente entró.
Ma la persona, o meglio, le persone, che vide, non furono quelle che avrebbe desiderato.
-Eh già, siamo noi-
-Fred e George Weasley in persona, gli unici ed inimitabili, solo al tuo servizio-
Erano proprio lì. Al posto dove avrebbe dovuto, o avrebbe voluto, ci fosse il "suo" Percy.
Fred e George Weasley in carne e capelli rossi.
Si sentiva presa in giro da tutta quella faccenda: era una Corvonero, non serviva che le spiegassero esplicitamente la situazione.
-Perché lo avete fatto?- Non riuscí a nascondere l'amaro che aveva in bocca.
-Non puoi, Ayaë.
NON PUOI ESSERTI DAVVERO INNAMORATA DELL'ENERGUMENO, DECELEBRATO, SCIOCCO, IDIOTA, PRESUNTUOSO, PERFETTINO PREFETTO-PERFETTO, IN ARTE PERCY WEASLEY!-
-ESATTO! COME PUOI!? NOI DAVVERO SIAMO ALLIBITI! MA TI RENDI VAGAMENTE CONTO?-
-State parlando di vostro fratello, vorrei ricordarvi- Lo disse con un tono che avrebbe gelato qualsiasi cosa.
-PROPRIO PER QUESTO!-
Avevano parlato in coro, Ayaë adorava quando lo facevano, ma in quel momento era troppo arrabbiata per notarlo.
-PROPRIO PERCHÉ È NOSTRO FRATELLO..-
-.. TI STIAMO DICENDO QUESTO! MA COME SI FA? MA TI RENDI CONTO DELLA QUANTITÀ DI VOLTE IN CUI SI LUCIDA QUELLA SUA SPILLA DA PREFETTO-PERFETTO?-
-PER NON PARLARE DI TUTTE LE SUE STRANE, BIZZARRE, STUPIDE E ASSURDE FISSE MENTALI!
QUEL TIPO HA UN ENORME CASSETTO SOLO PER DEI CALZINI CHE HANNO DISEGNATI SOPRA DEI SEMAFORI. CALZINI. CON DEI SEMAFORI. DISEGNATI SOPRA.-
I due gemelli stavano urlando, a metà tra il divertito e lo sconvolto.
-MA BOH, NOI SIAMO SCIOCCATI! QUELLO LÁ SCENDE LE SCALE SOLO A DUE A DUE PERCHÉ ALTRIMENTI NON SI SA BENE COSA SUCCEDA!-
-QUANDO DEVE STUDIARE, IN ESTATE, FA TUTTO IL GIRO DELLA CASA, PER BEN DUE VOLTE, PER POI TORNARE IN CAMERA SUA. NON È UNA PERSONA NORMALE!-
-NO, INFATTI È UN FAGIOL..-
-ORA BASTA!-
Ayaë era sbottata.
Si vergognava quasi.
Ad un tratto spalancò gli occhi, ricordandosi che si trovavano tutti tutti e tre in biblioteca.
Tanta, tantissima gente era attorno a loro. Avevano assistito a tutto quello che i gemelli avevano urlato, avevano capito tutto.
La signora Pince era lì lì per avere un infarto.
-Voi...Tre... Uscite subito da QUI!-
La voce era interrotta, ma il messaggio fu ricevuto.
Forte e chiaro.
Ayaë infiló la porta e se ne andò, tra le lacrime, a rintanarsi nella sua stanza.
Arrivó in sala comune, corse per le scale, si buttó sul letto e chiuse le tende.
Nessuno la vide e nessuna la andò a cercare.
Ayaë non seppe mai cosa successe ai gemelli Weasley, quel giorno.
Era chiusa nel suo piccolo angolo, a piangere per la figura deplorevole che aveva fatto.
Aveva davvero pensato che Percy volesse davvero vederla?
Come aveva potuto essere così stupida?
Basarsi su uno stupido bigliettino così veritiero e allo stesso tempo falso..
E poi Fred e George. Cosa cambiava a loro se a lei piaceva Percy, un ragno o un calzino?
Era anche loro fratello...
Non riusciva a concepire, sul serio, quale fosse il problema. Sì, magari Percy non era il ragazzo più simpatico ed estroverso di questo mondo, non si fidava molto delle persone, aveva le sue fisse mentali, era il Prefetto-perfetto, ma ad Ayaë piaceva così com'era.
Rimase tutto il resto della serata così.
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Percy Weasley stava pensando ancora a quella ragazza.
Non che le interessasse, certo, ma l'evento di quel lunedì lo aveva sconvolto così tanto...
E poi la reazione della McBilldeny.
No, doveva sciogliere i dubbi che aveva.
Doveva pur esserci una ragione logica.
Tutto aveva un senso, le cose erano o nere o bianche.
Nessun tipo di sfumatura, il grigio non esisteva.
Le scrisse un biglietto.
Cara Ayaë McBilldeny,
Sono Percy Weasley.
Ti scrivo per dirti se possiamo incontrarci, dopo il pranzo di domani, davanti al quadro di Sir Cadogan.
Devo chiederti una cosa.
Ossequi,
Percy Weasley
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Il messaggio le arrivó da una ragazzina del primo anno.
Si presentò davanti a lei tutta trafelata, con una busta da lettere in mano.
Gliela consegnò, e senza dire nulla, se ne andò.
Ayaë la aprí, e lesse.
Quando ebbe finito, la rilesse un'altra volta.
E ancora, e ancora, finché non la seppe a memoria.
Analizzó la scrittura, la firma, controlló l'interno della busta cinque volte. Non voleva cadere in inganno.
Stava per metterla via, decisa a lasciar correre, quando si ritrovó davanti il gemelli.
-Ciao, Ayaë. Siamo venuti qui..-
-.. per scusarci del comportamento che abbiamo avuto nei tuoi confronti l'altro giorn..-
-Hey, aspetta. Cosa hai in mano?-
George interruppe Fred.
Ayaë si affrettó a nascondere la lettera alla bell'e meglio. Loro non dovevano sapere.
-Nulla!-
-Non è vero, Ayaë. Dai, facci vedere. Ti promettiamo..-
-.. di non giudicare né di commentare. Per favore. Siamo davvero pentiti-
Entrambi avevano lo sguardo basso, il ciuffo ribelle rivolto anch'esso verso il pavimento.
Non era mai stava brava ad avercela con gli altri.
Porse loro la lettera.
-Vi prego- bisbiglió -non ditelo a nessuno. Non so ancora cosa fare-
Le due teste rosse si avvicinarono, e lessero le poche righe che avevano davanti gli occhi.
-Se vuoi andare, vai.-
Lo dissero all'unisono. Questa volta lo notò.
Sorrise loro, grata. Si riprese la lettera.
-Grazie, ragazzi.-
Se ne andò, soddisfatta.
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-Hai capito, Fred?-
-Sí, George. Ora andiamo però-
Come volevasi dimostrare, incontrarono Ayaë nei corridoi del terzo piano.
-Pronto, Fred?-
-Pronto, George-
Bisbigliarono e risero.
Partirono all'attacco.
-Hey, Ayaë! Come va? Senti, abbiamo sentito che ti cercava una certa.. Mary.. Mure..-
-Miriam!-
Il suo volto si illuminò.
Ci era cascata.
-ESATTO, proprio lei! Ha detto che le serviva il tuo aiuto nello sgabuzzino in fondo al corridoio. Borbottava qualcosa riguardo a una punizione...-
-Ah, va bene. Grazie per avermelo detto. Allora vado-
-Sísí, vai!-
Ayaë girò l'angolo.
I gemelli le corsero dietro, aspettando che la ragazza entrasse nello sgabuzzino, per chiuderla dentro ed impedirle di andare all'appuntamento con Percy.
Loro non avevano niente contro Ayaë, e neanche tanto contro Percy.. Solo che no.
Si nascosero dietro una colonna, poi agirono.
Mentre Fred manteneva chiusa la porta, George smanettava con la serratura per chiudere con parecchie mandate.
Sentivano distintamente le urla della ragazza, che sbatteva i pugni contro la porta, in un vano tentativo di forzarla per uscire.
-VOI!LO SAPEVO CHE NON AVREI DOVUTO FIDARMI DI VOI, PICCOLI, SUBDOLI...!-
I gemelli scoppiarono a ridere.
-Ayaë ci dispiace..- cominciò Fred.
-.. ma Percy no-, concluse George.
E se ne andarono, lasciandola lì a sfogare la sua rabbia, su una porta piuttosto che su di loro.
Si diedero il cinque.
-Ed ecco un'altra ragazza salvata dalle grinfie del Prefetto-perfetto-
-Ben fatto, fratello-
-Grazie, anche tu, fratello-
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Spazio autrice
Sono ben 2294 parole:)
Mi dispiace di star consegnando così tardi , ma martedì ho cominciato le superiori, e questa prima settimana mi è servita per rendermi conto di come potrei organizzarmi in futuro.
Non voglio giustificarmi, ma voglio che sappiate il motivo di questo ritardo :)
A voi tutto bene con la scuola?
Comunque, taggo le giudici originalsnasoox, RosalineW e LilyEvanss_.
Sono consapevole che non sia uno dei miei lavori migliori, purtroppo, ma ci ho provato ;)
Che l'ansia e il disagio siano sempre a vostro favore!♡
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