Il Potere delle Donne

Dorothy Martinez vive nel Queens e si barcamena ogni giorno tra il lavoro in uno studio associato come segretaria nella City e una figlia adolescente, qualche chilo di troppo e la singletudine per scelta e costrizione.

Dorothy ha 38 anni e sarebbe già vecchia per un mondo che vede la donna sempre giovane e dal fisico pari a quello di un'acciuga secca; pure un po' salata, acida, ma dolce, pazza, ma timida.

Nonostante una laurea a pieni voti ad Harvard, ha dovuto scegliere di campare lei e la figlia, invece di dare una possibilità ai suoi sogni di ragazza. E 'scegliere', nel suo caso, non è la parola adatta, ma più una presa per il culo, perché Dorothy questa scelta, l'ha avuta praticamente obbligata.

Poi un giorno le cose cambiano. Una Grande Forza sconosciuta colpisce la Terra e dona a certi privilegiati la Magia. Tra questi c'è anche Dorothy.

È difficile per lei comprendere il cambiamento ed è difficile capire che quando si è forti o un po' speciali non si può certo nasconderlo. Tutt'altro. Nascondere, infatti, vuol dire farsi del male, più di quanto si subirebbe a essere diversi dagli altri, accusati di vantarsi per le qualità fuori dal comune e di far notare troppo la distanza con gli altri.

I poteri magici, per Dorothy, col tempo si rivelano talmente presenti da non poter essere più ignorati. Quindi la nostra eroina non può più neppure ignorare se stessa: deve accettarsi per quello che è e non nascondersi più.

Non è facile per una latino-americana dal basso profilo e il culo grosso rendersi conto che può fare più di quello che le hanno insegnato o che è stata costretta dalla vita e da una educazione decisamente controversa, stereotipata, a tratti molto rigida.

Non è facile dover alzare la testa e riconoscere di essere più di quello che la gente, il suo ex, il suo capo e anche sua madre vede.

Non è facile perché c'è un veleno che viene somministrato all'umanità a piccole dosi, goccia su goccia, in modo che tutti gli esseri umani rimangano addormentati nelle loro false convinzioni.

Ma c'è speranza:
Dorothy è come ognuna di noi, il papero che diventa cigno, la sfigata che rinasce a nuova vita.

Dorothy è una Supereroina.

E gli stereotipi si ribaltano: l'uomo si può permettere di piangere, di mostrarsi sensibile e attento; la donna di salvare il mondo.

Come se già non lo facesse.

Non c'è bisogno di decidere di indossare una tutina nera che valorizzi i rotolini sui fianchi e mettersi sul cornicione di un palazzo aspettando il criminale da consegnare alla giustizia. Basta solo rendersi conto che ogni giorno, ogni donna, in ogni parte del mondo, può fare qualcosa, anche nel suo piccolo, per abbattere gli stereotipi di genere.
Ogni giorno è il giorno perfetto perché Lei si valorizzi in primis e poi doni al mondo dei buoni esempi attraverso di sé.

Dorothy, nonostante i suoi poteri magici, è una donna come tante altre al mondo. È colombiana, ma la sua condizione non è diversa da una donna del Sud Italia e forse neanche del Trentino, come non è diversa dalla sua collega Araba o Pakistana, neppure da quella Africana o dei Paesi dell'Est.

Perché le donne, nonostante la diversa bellezza e le diverse culture, sono unite, tutte quante, da quello che si chiama Sorellanza.
No, non è una parolaccia, tranquilli, ed esiste anche nel vocabolario.

È quel termine che ci tiene unite da un filo sottile e indistruttibile e ci rende partecipe di quello che abbiamo passato e stanno passando le donne di ogni parte del mondo e di ogni tempo. Ci rende parte di un'unica condizione di genere che ci tiene ancora vittime di ciò che il mondo si aspetta da noi. Addirittura lo pretende.

La Magia, noi donne, l'abbiamo ricevuta davvero, proprio come Dorothy.
La sfida è capire qual è il nostro particolare potere.

E il tuo che potere è?

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