7.
Trevor's pov
«Amico passami l'acqua», mi rivolgo a Richard una volta ingoiato il boccone.
E nel momento in cui flette il braccio per darmi la bottiglietta lancia uno sguardo aldilà delle mie spalle con un sorrisino sul volto. «Guarda chi c'è.»
Aggrotto le sopracciglia per poi girarmi e scorgere Samantha e Corinne avanzare verso di noi. «Merda», sussurro demoralizzato alla vista della capitana delle cheerleader che mi riempie di sguardi focosi. «Ci mancava solo lei...» mormoro guadagnandomi un'occhiataccia da parte di Richard.
«Che ti lamenti? È sexy e cotta. Magari avere una tipa in quel modo che mi sbava dietro...» parla a bassa voce, mentre le due ragazze si dirigono al buffet della mensa per prendere del cibo.
Sbuffo annoiato. «Dimentichi che è una cozza rompiscatole che non mi concede un po' di tregua da quando me la sono scopata.»
«Fattela di nuovo allora», scrolla le spalle non capendo la mia reazione e io sbuffo nuovamente.
«Manco morto.»
«Sei un coglione.»
«Se lo dici tu...» armeggio con il cellulare sperando che quella lì non abbia voglia di venire da noi.
«Sì, sei un coglione. È figa e tu non fai sesso dal paleolitico», ripete. Sembra davvero scandalizzato da questa cosa, ma io non ci vedo niente di male. Semplicemente non voglio gatti tra i coglioni, e fare sesso con una ragazza tipo Corinne aumenterebbe la sua voglia di starmi appiccicata... per quanto già lo sia.
Sto per rispondergli a tono, ma nell'attimo seguente lo studio con circospezione. «E tu come fai a sapere da quanto tempo è che non mi scopo qualcuna? Mi spii?»
Lui ridacchia e io lo fisso in modo scettico. Addenta il suo panino e dopo aver ingoiato mi risponde. «No, semplicemente mi ricordo i rumori che provenivano dalla tua camera», mi fa sapere provocandomi una smorfia.
«Sei disgustoso amico.» Lui sorride ancora di più.
«È semplicemente vero. Che c'è? Non te la dà più nessuno a parte la cozza?»
Il mio sguardo è trucido. «Scusa se non mi faccio una ragazza al giorno come te.»
Richard scrolla le spalle e io continuo imperterrito perché in questi ultimi giorni il suo atteggiamento non mi piace per niente.
È scontroso sia con Liam che con Emily che l'hanno preso in giro, perché mentre quest'ultima usciva con il mio amico lei intanto continuava ad amare Liam, il suo ex, mentendo di conseguenza a tutti. Ma Richard non ha il diritto di avercela a morte con loro, perché il primo a fare cazzate è stato proprio lui.
«Almeno Emily lo sa che mentre uscivi con lei non hai mai smesso di divertirti?»
Sbadiglia annoiato. «Indovina.»
Sta fingendo che non gli importi, ma si vede che si sente sotto accusa.
«Sei uno stronzo. Hai idea di quanto Emily si senti in colpa per ciò che è successo?! Non dovresti essere così incazzato. Samantha sì, ma tu no.» Aumento un attimo il tono, mentre lui alza gli occhi al cielo.
«Be', non me ne frega un cazzo se sia giusto o sbagliato; sono comunque imbestialito. Non hanno fatto altro che raccontare beffe.»
Scuoto la testa con delusione. «Se Emily scoprisse ciò che hai fatto non ti guarderebbe più allo stesso modo.»
«Me ne farò una ragione», sibila pronto a chiudere il discorso, ma io sono innervosito, perché non sopporto più la situazione che c'è a casa.
Un tempo io, Liam e Richard si scherzava a tavola, si beveva e fumava insieme, si guardava film e ci aiutavamo a vicenda come quasi una famiglia. Adesso a stento ci guardiamo e io devo stare un po' con uno e un po' con un altro per non creare ulteriori problemi. E tutto questo per una cazzo di ragazza.
«A te dà fastidio solamente che Liam ti abbia fregato la preda, ti conosco. Non te ne frega un cazzo. Liam invece la ama.»
«Trevor?»
«Che vuoi?» sbotto.
«Chiudi la bocca. Sta arrivando Sammy.»
Gli lancio uno sguardo assassino, ma nonostante questo me ne resto zitto. Ma appena noto che insieme a Samantha c'è anche Corinne sospiro, maledicendomi di essere venuto in mensa con Richard.
Come previsto appena raggiungono il tavolo la capitana delle cheerleader si siede di fianco a me. A una distanza sin troppo ravvicinata.
«Ehi», miagola vicino al mio orecchio e il mio autocontrollo mi impone di scrollarmela di dosso con uno spintone.
«Ehi», ripeto lanciando uno sguardo d'aiuto verso Richard, ma lui sta già parlando con Samantha.
«Ti sono mancata?»
Sì... non ho pensato ad altro credimi.
«No», le rivelo, con la speranza di farla rimanere un attimo male per togliermela di dosso. In più adesso sono anche infastidito, quindi le mie buone maniere sono andate a farsi fottere.
«Non ti credo», mi sussurra pensando davvero che io stia scherzando.
La guardo sbuffando dal naso. «Credici invece», le sorrido falsamente addentando un pezzo di carne dal piatto.
Lei mi fa gli occhi dolci, ma io non cedo allungando lo sguardo verso il mio piatto. La mia voglia di conversare in questo momento è pari a zero.
«Perché mi tieni così a distanza Trevor? Sai quanti ragazzi vorrebbero essere al tuo posto?» mi fa notare.
«Infatti, sei piena di tipi che vogliono infilarsi nelle tue mutande. Vai da loro.»
Sento Richard ridacchiare davanti a me mentre Corrine grugnisce scocciata. «Ma io voglio te.»
È seriamente così disperata?
Mi giro nuovamente verso la morettina e, come se per lei fosse un invito, alza una cosca e la appoggia sulle mie gambe.
«Tuo fratello se mi vede con te mi riduce in piccoli pezzi», mormoro poi, sperando che questa scusa valga per allontanarla.
Suo fratello è Aaron Reed, capitano della squadra di football. È alto quanto me, peccato sia un armadio in confronto.
La ragazza di fianco a me alza gli occhi al cielo. «Davvero? Per te è questo il problema? Potrei parlargli se ti preoccupa...» ma io la interrompo immediatamente.
«Non è solo questo. Corinne, sei una ragazza stupenda. Hai un fisico da urlo e degli occhi bellissimi, la gente impazzirebbe per averti, ma io non sono interessato momentaneamente, ok? Non ti focalizzare su di me per piacere», le dico cercando di alleggerire l'atmosfera, ma ovviamente l'unica cosa che conta per lei è che le abbia fatto un complimento.
Sta per rispondermi, ma a bloccarla è un rumore sordo proveniente dalla sedia di Samantha. Qualcuno è inciampato contro una gamba di essa strusciando la sedia contro il pavimento. E quel qualcuno è proprio Aria che in questo istante sta fissando me.
E io non capisco i brividi che risalgono lungo la mia schiena, mentre i suoi occhi perlustrano il mio viso.
Merda, gli occhi di Corinne sono stupendi, ma i suoi... sembrano quasi irreali.
Non penso di aver mai visti due iridi più chiare delle sue. Hanno una qualche tipo di magia su di me perché ogni volta è come se mi lasciassero senza fiato.
Ma il suo sguardo cade sulla gamba di Corinne a contatto con la mia e la sua espressione cambia totalmente.
«Attenta a dove metti i piedi. Manca poco e mi buttavi la tua pasta in testa», la accusa Samantha rossa in volto e io ancora adesso non capisco questo rancore che prova nei suoi confronti. Aria non c'entra nulla in questa storia.
«Non ti avevo visto Samantha. Perdonami», mormora Aria con educazione, pronta a scappare via, ma per qualche strano motivo io non voglio che se ne vada, anche se di certo non posso chiederle di restare in queste circostanze.
Vedo che inizia ad allontanarsi, ma la voce di Samantha la blocca sul posto. «Tessa è una persona adorabile, non capisco perché sei venuta a lamentarti ogni giorno di lei in passato», parla riferendosi a quella che, penso, un tempo fosse la sua compagna di stanza. Sam la sta provocando e vedo il suo piccolo corpo contrarsi per la voglia che ha di risponderle.
Nonostante questo però finge un sorriso rivolgendosi sempre a quella che giusto due settimane fa era sua amica. «Mi fa piacere che andiate d'accordo. Due persone piene di ostilità come voi non possono che andare d'accordo», ripete più a se stessa asfaltandola.
Sam è paonazza e io mi devo tappare la bocca con una mano per non scoppiare a ridere. «Prego?!»
«Ho visto il post che hai pubblicato su Instagram. Mi dispiace per quello che è successo, ma sei stata una stronza. Il tuo vittimismo mi ha fatto letteralmente cacare.»
Che post?
Samantha sta per controbattere, ma a cogliere parola questa volta è Corinne, prendendo le sue difese. «Stronza per cosa? Perché ha spiattellato la verità in faccia a tutti? Ma fammi il favore!»
Aria sposta lo sguardo su di lei gonfiando le guance di rabbia e, impercettibilmente, per un nano secondo i suoi occhi ricadono nuovamente sulla mia coscia, dove un attimo prima c'era la gamba di questa rompipalle di fianco a me.
«E tu chi cazzo sei? La sua cagnolina?» sputa acida e io mi devo voltare dall'altra parte per non scoppiare nuovamente a ridere.
Cazzo... Aria ha le palle.
Già l'avevo notato da come mi reggeva il gioco ogni volta che la prendevo in giro, ma non l'ho mai vista così arrabbiata.
Devo ammettere che mi fa un certo effetto.
Se prima la voglia di baciarla era tanta, in questo momento l'unica cosa a cui sto pensando è di sbatterla al muro e sbranarla.
Sento un rigonfiamento in basso e mi devo coprire con un braccio per non farlo notare a tutti quanti.
«Sono una che merita l'amicizia di Samantha a differenza tua, bastarda», la voce acuta di Corinne non si placa, ma ad Aria questa sua offesa non sembra fregare una minchia.
«Senti, non so nemmeno come ti chiami, ma perché non ti tappi la bocca un attimo? Stavo parlando con Samantha e la conversazione non ti riguarda.»
A prendere il discorso è proprio quest'ultima che la fissa con odio. «Non c'è nulla di cui conversare, sennò di quanto tu sia una merda», pronuncia e il mio livello di sopportazione sembra arrivato a limite perché, senza preavviso, apro bocca.
«Una merda per cosa scusa?»
«Trevor...» mi ammonisce Richard mentre Samantha è stupefatta.
«"Per cosa" Trevor?! Mi ha mentito, non ti sembra abbastanza?»
«Non ti ha mentito, non stava a lei spifferare la verità. E se l'avesse fatto be' sì, in quel caso sarebbe stata un infame», le spiego non trovandoci nulla di male nel comportamento di Aria.
Era in una brutta posizione con Emily che le aveva raccontato tutta la storia all'inizio, ma che avrebbe dovuto fare?
Samantha mi guarda ancora sbigottita. «Non posso credere che tu la stia difendendo.»
Sospiro. «Non sto difendendo nessuno. Dico ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Aria non merita questo e lo sai.»
E con mia sorpresa la voce che ribatte per prima è quella di Aria. «Qui non c'è bisogno di un Giudice di Pace», sibila con freddezza, facendomi intuire che ce l'abbia con me già per qualcosa che è successo prima.
La guardo male. «Che diamine ti prende?!»
Non mi risponde neanche. Scappa. E non so se da me o Samantha.
La guardo andarsi a sedere da sola in fondo alla mensa e la voglia di seguirla è tanta.
«Me ne vado anch'io che è meglio», pronuncia Samantha alzandosi con distacco.
Corinne non sembra aver voglia di seguirla, ma io le lancio un'occhiataccia intimandole di alzare il culo dalla panca.
La faccio fuggire mentre sento il telefono squillare. Lo guardo di sfuggita notando che il destinatario è Emily.
Emily: Scusa se te le chiedo così, ma vi serve una cameriera al bar dove lavori?
Rileggo confuso il messaggio aggrottando le sopracciglia.
Non pensavo a Emily servisse un lavoro.
«Cazzo che scena» ridacchia Richard riprendendo la mia attenzione. «L'ho sempre detto che le rosse sono le migliori», continua riferendosi ad Aria e il mio fastidio nei suoi confronti cresce.
«Richard.» Questa volta sta a me chiamarlo.
«Dimmi.»
«Chiudi quella cazzo di bocca.»
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