9.
«Ci dici cosa hai?! Sei uno straccio!» Mi pregano ulteriormente le mie due amiche. In questo momento è pausa pranzo, ma abbiamo preferito stare da sole e non con gli altri, per parlare un po'.
Menomale direi, solo l'idea di recarmi a un tavolo insieme a quel pezzo di merda del mio ex mi fa salire i brividi.
Siamo accovacciate tutte e tre sull'erba, davanti all'entrata di Yale, con in mano i panini al tonno che abbiamo preso poco prima.
«Davvero Em. È da ieri che sei in queste condizioni», mi indica Sam, così abbasso lo sguardo sui miei vestiti sotto accusa. Sto indossando il mio tony preferito, non mi sono truccata e ho una specie di chignon in testa. Diciamo che non sono nelle mie condizioni migliori, ma questo non vuol dire niente.
«Non ti sei divertita alla festa?» Continua lei imbronciata.
«Non è questo ragazze. Davvero non è niente, solo dei semplici problemi familiari di cui non mi va di parlarne», mi invento al momento, se non lo facessi continuerebbero per tutto il giorno.
«Oh, mi dispiace molto, se ne vuoi parlare ci siamo», mi sorride Samantha, Aria annuisce di rimando confermando le sue parole e accarezzandomi dolcemente il mio braccio destro.
«Tranquille. A proposito, Aria non ci dovresti raccontare qualcosina te?» La punzecchio, sviando il discorso, Sam mi guarda interrogativa, mentre la ragazza in questione diventa color ketchup.
«Non so di che cosa tu stia parlando», risponde velocemente, guardando da un'altra parte. È imbarazzata, che carina.
«Oh avanti! Ho visto tanta lingua da parte tua e del tuo amichetto Trevor», sorrido a trentadue denti. Li vedo un sacco bene insieme.
«Lo sapevo!» Strilla Sam, alzandosi in piedi eccitata quanto me, al che Ari diventa ancora più rossa, per quanto possibile.
«Sì è successo, ma lui era ubriaco, non penso che se lo ricordi nemmeno», mormora un po' affranta.
«Ma come è successo? Ti piace? È bravo a baciare? Boia lui è un figo», inizia a tartassarla di domande la castana ancora in piedi.
«Frena! Frena! Per lui non è cambiato nulla, dalla festa è sparito. È solo una botta e via, va bene così», spiega tranquillamente la rossa, fa finta di niente, si vede però che un po' gli interessa.
«Io da quel che so un po' gli piaci», butto lì, dando l'ultimo morso al mio panino, sono già piena.
«Ti ha detto lui così?!» Si allarma all'istante.
Beccata.
«Non lo ha proprio detto, ma Ric mi ha spiegato che lo ha pregato di chiedermi di portare te», scrollo le spalle, per poi infine bere un sorso d'acqua dalla mia borraccia. Lei a stento riesce a trattenere un sorriso.
••••••••••••••••••
È suonata l'ultima ora e mi sto dirigendo verso l'aula di sociologia, fin quando incontro Samantha e ovviamente il suo amorevole ragazzo; solamente la sua visione mi fa venire il nervoso.
Provo a scappare da essi, ma è inevitabile il fatto che mi abbiano già visto.
«Em, quando torni in dormitorio?» Mi domanda subito, una volta che mi ha raggiunto. Cerco di non guardare il moro accanto a lei.
Vedo che sta fissando pensieroso come sono vestita, con una smorfia sul volto. In ogni caso non mi interessa. Mi ha vista in condizioni peggiori.
«Boh, non saprei, adesso ho l'ultima ora, come mai?» Aggrotto le sopracciglia confusa.
«Va bene se oggi pomeriggio viene Liam da noi?» Mi chiede speranzosa.
No, no, no, no...
Sparatemi.
«Dai poverina si sentirà la terza in comodo, vieni a casa mia te no?» Cerca di salvarsi da me lo stronzo.
Poverina gne, gne. Ha proprio una bella faccia da schiaffi oggi.
«E subirmi i discorsi dei tuoi coinquilini? No grazie», sbuffa la mia amica, rivolgendosi al suo fidanzato.
«Si potrebbe andare in camera mia...»
«Non c'è nessun problema», lo interrompo secca.
Aspetta, cosa ho detto? Liam si trattiene dal ridere. Che cazzo ride poi?
«A patto che non vi sbaciucchiate davanti a me», aggiungo subito dopo, un po' imbarazzata. «A dopo», li saluto con la mano, correndo via per i lunghi corridoi.
«Grazie Em, ti amo!» Sento strillare la castana, mentre corro via.
"Ma cosa mi passa per la mia fottuta mente?! Sono veramente stupida!" Penso mentre raggiungo l'aula, vedo già Ric in fondo e senza pensarci due volte mi vado a posizionare accanto a lui.
Ricordo le parole di Liam dell'altra sera, mentre gli poso due bacini sulle guance per salutarlo.
Io non faccio la troia con lui, devo smetterla di rimuginaci sopra.
Anche se fa male.
Come ha potuto dire una cosa del genere? È così crudele.
"anche te l'hai attaccato dicendo che è stato l'errore più grande della tua vita." Mi ricorda una vocina nella mia testa.
Ovviamente non lo pensavo, ero talmente arrabbiata che vederlo un po' soffrire ha affievolito il mio dolore, solo di un po'.
Liam è sempre stato un po' stronzo con tutti, anche al liceo. Con me pure quando ancora non ci conoscevamo, ma quando ci siamo innamorati, almeno da parte mia, mi trattava come se fossi la cosa più importante per lui. Veniva a trovarmi sempre, soprattutto quando stavo male, mi ricordo che cucinava sempre la mia zuppa preferita quando avevo la febbre, anche se lui detesta tutto quello che riguarda cibo e fuoco messi insieme.
Mi coccolava, mi abbracciava fortissimo, mi faceva sentire perfetta.
Saltava anche gli allenamenti di football per venirmi a trovare e quello sport era praticamente tutta la sua vita.
Ho paura che tutto quello che faceva fosse una menzogna per come mi tratta adesso. Ma che motivo aveva di farlo?
Adesso mi sento estremamente in colpa per avergli detto quella frase orribile. Poi però rammento come mi tratta e che mi ha dato della puttana e della falsa e il senso di colpa svanisce.
Chissà se lo pensava anche a quei tempi...
Non ci capisco nulla!
«Ehi, mi stai ascoltando?» Chiede Richard, riportandomi dal mondo delle favole.
«Scusa puoi ripetere?», mormoro colpevole, non l'ho proprio ascoltato.
«Ti ho chiesto come stavi. Sei parecchio stanca eh?» Ridacchia un po'.
«Da morire», sbuffo; queste lezioni mi hanno sfinito, con in più il fatto che non ho dormito niente ieri. «Te come va?» Aggiungo. Ancora non è arrivato il prof e abbiamo tutto il tempo per parlare un po'.
«Va. Dopo sei ore di seguito di lezioni non può mai andare bene», ride, ha pienamente ragione. «Mi volevo scusare per l'altra sera», tira subito fuori il discorso.
«Oh, non devi scusarti di niente! Volevo davvero andare in bagno...» Provo a inventare, un po' a disagio.
«In realtà sono sincero, non stavo scherzando, ti volevo baciare veramente», volta lo sguardo anche lui un po' in tensione. Sono sbigottita. «Certo, ero un po' di fuori, quindi lì per lì non pensavo alle conseguenze, ma eri veramente bella e non so... vedere Trevor con la tua amica mi ha fatto capire che la vita è una, le occasioni sono poche e insomma, morale della favola, ci voglio provare con te», scrolla le spalle, ridacchiando ancora un po'.
Il mio cuore inizia ad accelerare precipitosamente; mi ha veramente colto alla sprovvista.
«I-io non so che dire», sussurro dopo un po'.
«Ti va di uscire con me? Insomma una cosa tranquilla... Dovresti essere contenta, sei la prima a cui lo chiedo in tutta la mia vita», scherza per alleggerire la situazione. «Senza contare Mandy della scuola materna per la quale ero veramente innamorato», aggiunge sognante. Scoppio in una sonora risata.
"Stai lontana da lui." Ripenso alle parole frettolose di Liam e più me le ricordo, più mi vien voglia di accettare l'invito, ma da un lato non voglio dir di sì sapendo che lo vedo solamente come un amico.
Una parte mi dice di rischiare. Di provare a uscire con lui e vedere come va. Aggiungo poi che è veramente un bellissimo ragazzo, il che non guasta.
È più bello Liam però.
Oddio basta pensarci! Quello è uno stronzo, mentre Ric lo conosco poco, ma sembra veramente gentile.
Decido di rischiare.
«Accetto volentieri il tuo invito», rispondo sicura, sorridendogli, lui sembra sorpreso fino al midollo.
«Davvero?» Splende non aspettandoselo. Da i suoi occhi traspare felicità e io sono molto contenta di questo, anche se un minimo di paura c'è.
Spero solo di non pentirmene.
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