49.

«Entra pure.»

Sono queste le prime due parole che mi riserba Liam, appena mi vede sul pianerottolo di casa sua.

Lo saluto frettolosamente e gli passo accanto notando la casa vuota. «Non c'è nessuno vero?» chiedo con un accenno di speranza, togliendomi subito dopo il cappotto.

«No, sennò non ti avrei invitata qui», mi fa presente arrivando a un palmo da me. Afferra il cappotto sfiorando per sbaglio le mie mani. Questo contatto mi distrae, forse troppo.

Va ad appenderlo all'attaccapanni, vicino all'ingresso, per poi voltarsi.

Si gratta la fronte leggermente a disagio. «Desideri qualcosa da bere?» mi domanda riportando la mano sul fianco.

Annuisco. «Un po' d'acqua.»
Sento la gola arsa dall'agitazione e ho il bisogno frenetico di rinfrescarla.

«Seguimi.»
Ci dirigiamo entrambi in cucina e mentre afferra la bottiglia non posso fare a meno di contemplare le sue mani affusolate e virili, che mi fanno perdere la cognizione del tempo.

Mi passa il bicchiere pieno, così lo svuoto in un nano secondo con foga, facendolo ridacchiare.

«Ne vuoi dell'altra?» sorride mentre arrossisco.
Nego immediatamente appoggiando il bicchiere nell'acquaio.

Ritorniamo in sala e solo in questo istante mi accorgo di un casco da football, posto sopra a una sedia. «Hai già iniziato con gli allenamenti?» Alzo le sopracciglia stupita.

«Un paio di giorni fa», mi risponde sedendosi sul divano con disinvoltura.
Lo raggiungo collocandomi però sulla poltrona di fronte.

Sorrido, ancora troppo eccitata del fatto che sia entrato in una squadra così importante. «E come ti trovi? I compagni come sono?»

«Mi trovo bene. I compagni mi sembrano ok, tranne Reed che mi sta altamente sui coglioni», sbuffa riferendosi al capitano.

Sogghigno. «Come mai?»

«È un mix di egocentrismo, presunzione e modestia», enfatizza per poi alzare gli occhi al cielo.

«Peggio di te?»

Mi lancia un'occhiataccia. «Non mi ci puoi nemmeno paragonare.»

«Be' posso anche capirlo. Aaron è un bellissimo ragazzo», ribatto ghignando. Lui mi guarda di nuovo male.

«Sono decisamente più bello io», discute indicandosi e gonfiando il petto con un mezzo sorriso.

Scuoto la testa divertita. «E poi dai a lui del modesto», lo prendo in giro cosicché lui scoppia a ridere.

Una risata che però non arriva sino agli occhi.

Dopo ciò ogni rumore si placa e restiamo a guardarci per sin troppo tempo. Osservo il suo bel viso e stabilisco che, rispetto a Richard, lui sembra messo decisamente meglio.
Il taglio è praticamente svanito mentre l'ematoma si sta sgonfiando.

Capisco che non ha voglia di iniziare un discorso così mi decido ad aprir bocca: «Liam di cosa vuoi parlarmi?»

So già di cosa, ma non ho la forza di dar voce a ciò che pensiamo.

Mi guarda comprendendo ciò che io stessa non ho voglia di rivelare, infatti enuncia: «Non volevo che finisse in quel modo, ma non sono riuscito a placarmi.»

«In che senso?» chiedo timorosa.

Sospira alzandosi dal divano per avvicinarsi a me, i muscoli si immobilizzano quando si accomoda sul bracciolo della poltrona, proprio a un palmo da me. «Quando ci hai sorpreso in camera, la sera in cui sei tornata da Boston... be', già lì volevo lasciarla.» perlustra la mia faccia stupefatta per poi continuare. «Perché sei così meravigliata? Te lo avevo anche fatto presente quando abbiamo fatto sesso.»

Avvampo all'istante. «Oh...»

Aggrotta la fronte. «Non te lo ricordavi?»

«No no, quello sì, è che... non pensavo lo facessi sul serio dopo la discussione che abbiamo avuto.»

«Ti sbagli, comunque... ritornando al discorso di prima», continua e io alzo il volto per guardarlo meglio. «Mi dispiace di aver fatto tutto di fretta e a tua insaputa. Molto probabilmente te ne avrei dovuto parlare e avremmo potuto risolvere la questione insieme, ma non sono riuscito a trattenermi», spiega e in fondo posso anche capirlo.

Fremo sul posto. «Ieri era a pezzi e oggi non è andata all'università per quanto era distrutta», mormoro sentendo il dolore incombermi per l'ennesima volta.

Fa una smorfia. «Mi dispiace, davvero. Ho cercato di essere il più cauto possibile», allunga lo sguardo dietro di me con una scintilla di dolore.
Si vede che ci tiene a Samantha. Non sarà amore, ma l'affetto che prova per lei c'è. E io mi sento ancora più stronza a infastidirmi per una cosa del genere.

«Cosa le hai detto?»

«La verità», sbarro gli occhi e lui provvede a rassicurarmi. «Cioè, una mezza verità. Ovviamente non le ho riferito il tuo nome.»

Mi mordo impercettibile il labbro. «Quindi in parole povere?»

Avvolge le sue iridi azzurre sulla mia pelle. Studiandomi per tanto, facendomi sentire nuda sotto al suo sguardo. «Samantha sa già di te. Sa di questa ragazza che mi ha lasciato e che mi ha fatto soffrire», sibila e io d'un tratto ripenso a quando Trevor mi ha parlato, riferendo che Liam non voleva mettersi con lei perché pensava a un altra. «Ho semplicemente ammesso che non sono pronto a continuare una relazione con lei perché sono ancora innamorato della mia ex.»

Inspiro di scatto rabbrividendo. Lo stomaco si comprime, la mente si svuota e il cuore di conseguenza accelera alla follia.

Dio, ho lo zoo in pancia... altro che farfalle.

Rimango senza parole, ma ci pensa lui a compensarle. «Ed è la verità Emy. Ti amo. E sono nella merda perché una parte di me sta gridando che ti amerò per sempre.»

Rimango senza fiato per l'intensità di queste frasi.

Sono nella merda pure io allora.

Mi schiarisco la voce. «I-io Liam non capisco...» Abbasso lo sguardo faticando anche solo a incastrare i nostri occhi.

Lui con una mano mi accarezza il mento pronto a fissarmi per la milionesima volta. «Cosa?» sussurra.

Mi scosto dalla sua mano. «Hai detto che non ti fidavi di me. Non capisco se vuoi qualcosa in più da me o...» inizio a parlare a raffica, ma lui mi interrompe, accennando lievemente un sorriso.

«L'altro giorno ti ho sognato.»
Alzo le sopracciglia, sbalordita per la dolcezza di queste sei parole.
«Il sogno rammentava un nostro momento insieme. Precisamente quando mi hai detto per la prima volta "ti amo". Quando sei riuscita a rendere quel giorno di merda uno dei più belli di tutta la mia vita.
Ed è stato proprio questo cazzo di ricordo a farmi capire che per tutto questo tempo sono stato un coglione a scappare da te.
Potevo farti capire che per me resterai una delle donne più importanti della mia vita, potevo darti le certezze di cui avevi bisogno; invece ho continuato a fuggire da ciò che mi faceva stare bene.
E quando ti ho annunciato che non mi fido di te. Ecco, ti ho proferito un'emerita cazzata.
Mi fido di te, l'ho sempre fatto, sin dal primo momento in cui ti ho vista. Avevo semplicemente il terrore di ricadere in quel tornado di sofferenza che mi ha accompagnato per anni.»

Apro la bocca spiazzata per questa dichiarazione, sentendo il labbro tremare. Tento comunque di ricompormi. «Lo stesso vale per me.»
Mi guarda con aria interrogativa così mi decido a lasciarmi andare. «Io nutrivo fiducia per te Liam... forse eri la persona, insieme ai miei genitori, della quale mi fidassi di più. Avevo semplicemente paura, paura di non essere all'altezza per i tuoi standard. Ero ancora immatura, nel pieno della mia adolescenza... e in quegli anni non mi sentivo bene con me stessa.
Non mi voglio scusare, assolutamente, voglio solamente farti capire come mi sentivo; e che tutte le colpe che ti sei dato non erano affatto tue», parlo con frenesia riprendendo un attimo fiato. «Sono umana Liam e mi vedevo decisamente più brutta rispetto a tutte le ragazze che ti giravano intorno, più noiosa delle tue amiche, insomma... ero insicura, molto.
E quando ti ho lasciato senza dirti nulla, non l'ho fatto per cattiveria, bensì per pura vergogna. È stata un'azione dettata più dal momento. Dopo poco, infatti, sono divenuta consapevole dell'enorme cavolata che avevo compiuto. E ogni volta che magari volevo chiamarti e risolvere... le paranoie tornavano, e io non ci sono mai riuscita», gli rivelo con l'emozione che mi offusca la visuale, mettendo a nudo, una volta per tutte, cosa provavo.

Adesso è pure lui sbalordito, mi guarda con gli occhi che mi fanno da specchio. Siamo entrambi amareggiati, arrabbiati per le nostre divergenze.
Scuote la testa sbuffando dal naso. «Ero io che ti facevo sentire così poco sicura di te?»

Smentisco. «No, le persone che ti stavano vicino.»

Aggrotta ancora di più le sopracciglia, sembra spiazzato. «Io spero tu stia scherzando Emily. Cazzo, semmai ero io che non mi sentivo alla tua altezza!» esclama.

No, impossibile.

Non ci credo e lui sembra accorgersene perché continua. Si avvicina ancor di più a me prendendomi il volto tra le mani, proprio per farsi guardare. «Emy, credimi se ti dico che sei la ragazza più bella che abbia mai visto. Sia dentro che fuori.»
Una lacrima scende per la sua delicatezza e lui provvede ad asciugarmela immediatamente. «Sei perfetta», sussurra.

Ho voglio di baciarlo, di saltargli addosso e non pensare più a niente, ma so che è sbagliato quindi mi costringo a non farlo. «E adesso?» bisbiglio.

Mi sorride. «Io voglio riprovarci», parla soavemente accarezzandomi, facendomi tremare sul posto.

Sento gli occhi bruciare. «Liam come? Stiamo facendo del male a tutti.»

«Cosa hai detto a Richard? Cosa l'ha fatto imbestialire?» proferisce d'un tratto.

Sono confusa per questo cambiamento di discorso, ma rispondo comunque. «Gli ho spiattellato la verità, non riuscivo più a trattenermi.»

«Cosa hai detto di me?» pone e non ci penso nemmeno un attimo a rispondere.

«Che ti amo.»

Il suo sorriso mi sconvolge. «Mi ami?»

Trattengo il respiro. «Non ho mai smesso di farlo.»

Lo vedo ispirare un sacco d'aria con la felicità che gli pompa nelle vene. «Proveremo a risolvere ogni cosa. Gliene parleremo e li faremo capire ciò che sentiamo.»

«E se non funzionasse? E se non ci perdonassero?»

Mi afferra una mano intrecciandola con la sua. «Allora dovremmo scegliere per noi stessi. E se davvero dovessi decidere tra te e tutti gli altri allora non serve nemmeno che ti risponda.»

Le lacrime mi inondano gli occhi per la potenza di ciò che dice, mentre un lieve sorriso mi gonfia gli zigomi.

Mi continua ad asciugare le guance con lievi tocchi per poi domandarmi: «E tu invece? Chi sceglieresti?»

Non serve nemmeno che gli risponda.

Spazio autrice:
Eccoci tornati che un nuovo capitolo!

Penso che questo sia stato il più difficile da scrivere, ma fortunatamente penso di esserci riuscita.

Ebbene sì, vi annuncio che mancano solamente 5 capitolo a fine libro.

Ma tenetevi aggiornati perché ci saranno diverse sorprese.

Instagram/Tiktok: isolatedwr

See you soon.

Cailyn.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top