2.
Sam come avevo già previsto si è rivelata molto simpatica.
Mi ha raccontato un po' della sua famiglia e del distacco con sua madre, a quanto pare è una donna molto ricca che vive nella perfezione assoluta e se tutto non è come dice lei non va assolutamente bene.
Ha ben sei sorelle tutte più grandi di lei; con alcune è molto legata mentre con altre non ha molti rapporti, dato che hanno creato famiglia o abitano da tutt'altra parte.
Mi ha detto che è stata bocciata un anno alle superiori per via di assenze, ma non ha approfondito l'argomento, penso sia una nota dolente per lei.
Ha anche rivelato del suo ragazzo, stanno insieme da pochissimo, circa un mesetto. Ha spiegato che gli andava dietro da quando si è trasferito qua, cioè circa un anno fa e che lo incontrava sempre al parco vicino a casa sua.
Lui non voleva avere niente a che fare con lei perché, da quel che ho capito, gli amici del ragazzo le dicevano che pensava a un'altra.
Sam non si è data per vinta e adesso stanno insieme e sono felici.
Sono contenta per lei è una storia d'amore molto emozionante.
«Tu invece ragazzi?» mi chiede con un mezzo sorriso. È già pronta, indossa dei jeans neri attillati che le fasciano a perfezione le sue gambe toniche e il suo discreto sedere, e un golf leggero rosso.
Finisco col mettermi un tocco di mascara per poi riporlo nella scrivania. Si sta per andare a cena e vorrei essere un minimo presentabile dato che continua a dirmi che questi suoi amici sono proprio fighi.
«No, niente ragazzi per me. Sono uscita con alcuni in questi mesi, ma sono ancora sotto al mio ex», ammetto rassegnata, mentre ripenso a Liam e a quei suoi occhi azzurri che non dimenticherò facilmente.
Mi ha preso tutta l'anima, ho passato l'inferno per colpa sua. Seppure siano passati due anni da quando ci siamo lasciati lui è ancora frutto dei miei pensieri, il produttore delle mie lacrime. Mi ha accompagnato in un labirinto tutto suo, dove mi è difficile trovare l'uscita.
«Oh cavolo, brutta storia, come mai vi siete lasciati? Se posso sapere ovviamente», domanda incuriosita.
«Sì, tranquilla. L'ho mollato io per un po' di situazioni non molto confortevoli.... è durata per più di un anno, ma dopo un po' non ce l'ho fatta più», spiego addolorata. Odio ammetterlo, ma fa ancora male pensare a lui.
Certo, ovviamente non sono più innamorata di lui. Ma il rimpianto che ho avuto nel momento in cui se n'è andato non è nemmeno descrivibile.
Purtroppo mi riesce difficile fidarmi delle persone; e stare con lui mi faceva stare male a livello mentale, mi costruivo trip assurdi ogni volta che andava a delle feste o usciva con i suoi amici. Era desiderato da tutte, anche da ragazze il triplo più belle di me e non ce l'ho fatta più. Mi sottovalutavo, la mia autostima scendeva ogni giorno di più. Era diventata una relazione completamente tossica.
Lui non ha avuto un bel trascorso prima di me e non sono riuscita a restare tranquilla, anche se ha fatto il possibile per farmi cambiare idea.
Però avevo il terrore di soffrire.
Peccato che la mia genialità di lasciarlo mi abbia spezzato il cuore lo stesso.
«In che senso non ce la facevi più?» Mormora.
Metto velocemente le mie Air Force per poi avviarci verso la mensa.
«Nel senso che tutte le ragazze gli giravano intorno, amava andare alle feste e io ero diventata troppo paranoica. Sai, mi riesce abbastanza difficile fidarmi, quindi l'ho lasciato per il bene di entrambi. Ora abbiamo perso definitivamente i rapporti», spiego abbassando lo sguardo mentre camminiamo.
I corridoi sono tutti uguali, stretti e lunghi, quindi penso che per orientarmi mi ci vorrà un po'.
«Non mi sembra per il bene di entrambi, guarda che faccia hai. Eri molto innamorata vero?» Mi guarda con compassione.
«Sì», sorrido. Nonostante tutto il primo amore non si scorda mai da quel che dicono. Forse è vero.
Varchiamo la mensa e cavolo... è enorme. Non riuscirei nemmeno a contare quanti tavoli ci sono.
È simile a quella del liceo, ma decisamente più grande.
I tavoli sono in legno scuro, da sei persone massimo. In fondo c'è il buffet con la tizia che serve. Mi lecco i baffi appena vedo il cibo che c'è all'interno.
Non ci sono tante persone, ma questo posto non è insonorizzato, per questo c'è un chiasso disumano.
«Ok, ora vediamo se riesco a trovare gli altri, te seguimi», dice Sam, mentre inizia a vagare alla ricerca di questi qui. Io non faccio altro che seguirla. Dopo un po' si ferma di scatto.
«Oh, eccoli là!» Esclama indicandomi un tavolo a sinistra in fondo alla mensa.
Appena volto lo sguardo mi si mozza immediatamente il respiro. Non sto credendo a quello che vedo.
Lo riconoscerei tra un milione di persone...
Oddio. Cavolo ci fa Liam qui!
Boccheggio non sapendo cosa fare. Volto lo sguardo a vuoto alla ricerca di un piano di fuga per poi riportarlo al moro a poca distanza da me.
Il cuore inizia a battermi a tremila dentro il petto. Inizia a girarmi la testa dall'ansia.
Perché è qui? Cazzo, perché?!
«Tutto bene?» Domanda notando il mio sguardo, mi posso immaginare l'espressione di Samantha al momento, ma non la guardo, ho occhi solo per lui.
Sta ridendo insieme ad altri due ragazzi dandogli il cinque, sembra così felice...
Ed è più bello, Dio... ho visto uomini di tutti i tipi ma lui, lui è la fine del mondo.
«In realtà non ho molta fame meglio se...» mi trema la voce, non so cosa fare. Non so veramente che pesci prendere. Ho paura che il cuore mi esca dal petto e si sgretoli da un momento all'altro.
«Ma come se fino a un momento fa mi dicevi che avresti divorato anche un bisonte!» ride. «Dai, forza! Sono innocui e simpatici, stai tranquilla per loro!» Mi prende la mano e inizia a camminare verso il tavolo. Mi divincolo.
«Davvero Sam non posso...» sussurro in preda al panico.
Sto per mettermi a piangere, mai mi sarei immaginata di vivere una situazione del genere.
Cosa farà quando mi vedrà? Mi abbraccerà? Scapperà? Dirà che gli sono mancata?
No, non è possibile. Mi aveva scritto varie volte dopo la nostra rottura, ma ormai sono più di otto mesi che non lo sento.
Mi vien da vomitare. Come cavolo mi sono cacciata in questa situazione? Temo veramente di poter star male da un momento all'altro.
«Cosa non puoi?» È confusa. Molto probabilmente mi ha presa per una pazza.
Volto lo sguardo un secondo e mi blocco, schiudendo la bocca.
Mi ha vista.
È sbiancato come probabilmente anche io, si è bloccato di colpo strabuzzando gli occhi, non ci sta credendo, plausibilmente penserà che sia solo una sua illusione.
Magari fosse così. Davvero.
«Dai ci hanno visto vieni», afferra nuovamente la mia mano e inizia a. trascinarmi verso di loro.
Questo è un incubo, un terribile incubo. Sto per scoppiare a piangere.
Una volta raggiunto il tavolo non ho il coraggio di guardarlo, sento che sto cedendo di nuovo.
Mi fa male anche solo la sua presenza. Sapere che è qui accanto a me e non poter fare niente per migliorare la situazione.
Sento il suo sguardo addosso, ma non ce la faccio a guardarlo. È veramente troppo.
«Ce l'abbiamo fatta finalmente! Non trovavamo il tavolo», sento la ragazza vicino a me appoggiare la sua borsa in una delle sedie, ma ho ancora lo sguardo puntato a terra, gli occhi mi pizzicano e un dolore crescente si insinua nel mio torace.
«Lei è la mia compagna di stanza Emily!» Esulta indicandomi agli altri. Devo per forza alzare lo sguardo. «Loro sono i ragazzi di cui ti ho parlato prima Trevor e Richards. E lui è il mio ragazzo Liam.»
Lui è il suo ragazzo? Temo di poter vomitare davanti a tutti adesso. Stringo gli occhi incapace di parlare.
Il sogno di una vita, di andare a Yale, si sta rivelando un incubo. Non poteva iniziare in modo peggiore.
Faccio un respiro profondo e volto lo sguardo verso i due ragazzi a quanto pare amici di Liam. Sono entrambi molto carini. Uno biondo con gli occhi marroni quasi neri, ha diversi tatuaggi, ma sprizza allegria da tutti i pori, mentre l'altro castano, con gli occhi tendente al verde mi sta fissando senza pudore, sento le guance riscaldarsi, non mi piace stare al centro dell'attenzione. Mi sforzo di fare un sorriso e mi presento porgendo la mano a entrambi. Quello biondo siede a capotavola, quello castano alla sua sinistra.
«Piacere», sussurro incapace di alzare il tono delle mie corde vocali.
Ho paura che mi tremi la voce perciò parlo alquanto piano, sembrando di una timidezza infinita. Loro invece me la stringono calorosamente.
«Cavolo Sammy, non ci avevi parlato di questa bellissima ragazza», parla quello castano, pare si chiami Richards. Divento bordeaux. Sento lo sguardo di Liam nella sedia alla destra di quello a capotavola.
«E quando te l'avrei potuto dire testa a pera. La conosco anche io da nemmeno un'ora», ride Samantha ovvia.
Ok, adesso mi dovrei girare verso Liam o no?
Prendo tutto il coraggio che ho e mi volto verso di lui. È bellissimo, più bello di quanto ricordavo. Resto incantata dal suo viso.
Ha tratti mascolini che gli danno quell'aria da duro, con i suoi capelli corvini e quegli occhi di un blu intenso... anche se adesso mi sembrano spenti.
Non sono gli stessi occhi che ricordavano, questi non mi dicono nulla. Ha la mascella contratta segno che è nervoso.
Non so cosa fare così porgo un flebile sorriso anche a lui.
Mai e poi mai mi sarei immaginata in una situazione del genere, è così esilarante.
Lui allunga la mano verso di me.
Seriamente?
Adesso vuole far finta di non conoscermi?
Che buffonata.
Gliela stringo di impulso, lui non proferisce parola. Non mi guarda nemmeno. Sembra infastidito della mia presenza e come biasimarlo.
Non so come fare per stemperare la situazione, ma Sam non sembra accorgersene perché inizia a parlare a raffica.
«Benissimo, poggia pure le tue cose qui Em, così andiamo a prendere i vassoi», annuisco velocemente. Non vedo l'ora di allontanarmi da qui il prima possibile.
«Siediti accanto a me poi, Rapunzel», mi chiama Richards, io scuoto la testa sorridendo senza gioia.
«Rapunzel?» Domando, sorridendo falsamente. Mai e poi mai nessuno mi aveva chiamato in questo modo direi, buffo?
«Sei uguale a lei con questi occhioni verdi», afferma convinto. Bhe, lo prendo come un complimento.
«Da quando in qua ti piacciono le principesse, Ric?» Lo sfotte il suo amico biondo, Trevor.
Scoppiano tutti a ridere tranne Liam ancora con la mascella contratta, sembra incazzato nero.
Io provo a ridere, ma quello che esce dalla mia bocca è solo un orripilante smorfia.
«Tutto ok tesoro?» Sento sussurrare dolcemente Sam nella sua direzione. Solo la parola "tesoro" mi fa venire il voltastomaco. Intanto ignara, posiziono il mio telefono che avevo in mano nel posto accanto a Ric per occuparlo, Sam d'altronde si è già posizionata accanto al suo ragazzo.
Vedo Liam annuire facendo un sorriso leggero. Ha ancora quelle piccole fossette che mi facevano impazzire. Lei gli dà un bacio a fior di labbra e io volto istantaneamente lo sguardo.
«Ok, Em vieni?» Mi riserba la sua attenzione dopodiché quest'ultima, mi allontano immediatamente senza vedere se mi sta seguendo.
Devo andare via da lì subito.
«Ehi, ma dove corri?!»
Mi raggiunge una volta che sono andata verso il bancone, c'è un po' di fila ma meglio, così sto più lontana da lui.
«Almeno bisogna aspettare un po' meno per prendere il cibo», invento al momento. Lei sembra cascarci.
«Che ne pensi dei miei amiconi?» Mi spintona un po' scherzosa. «Ric è carino eh. Secondo me ci staresti bene insieme», bisbiglia vicino, come se ci potessero sentire.
Io in questo momento vorrei solamente scappare il più lontano possibile.
«Ti fai un po' troppi film mentali te».
Le sorrido riportando lo sguardo verso il bancone. Penso che prenderò solo un po' di patatine, tutta questa situazione mi ha fatto perdere l'appetito.
«Ti ha chiamata Rapunzel!», esulta euforica.
«E allora?», chiedo, non capendo.
«Come allora?! Lei è il sesso fatto in principessa!» Le scoppio a ridere in faccia, ma si può dire queste assurdità!
«Sei pazza», mormoro divertita.
La fila purtroppo è terminata. Ordino delle patatine e una bottiglietta d'acqua e Sam un doppio cheesburger con patatine.
«Ti continuo a dire che hai preso poco da mangiare, non ti azzardare poi a chiedermi un pezzo di hamburger!», scherza lei mentre torniamo al tavolo, non riesco nemmeno a sorridere e controbattere.
Mi aspetta una lunga cena.
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