Fire

-Hai preso tutto?-

-Bicchieri, piatti, tovaglioli... sì Evelyn, ho preso tutto. Puoi farmi entrare in casa nostra adesso?-

-Mhm...potrei lasciarti fuori...- ma mi sposto per farlo entrare. Ormai sono due settimane che Lewis vive con me eppure mi sembra che sia sempre stato con me. Ogni mattina facciamo colazione insieme, poi io esco con le ragazze e lui esce per iniziare ad ambientarsi, poi pranziamo e nel pomeriggio mentre lui si allena io leggo un po'. L'ultima volta ha voluto che leggessi nella stanza in cui si allena, mi ha sorpreso ma sono stata felice che lo abbia fatto, perché vuol dire che non sono l'unica che si sta abituando a questa convivenza.

-Evelyn mi senti?- domanda Lewis e solo ora mi accorgo che siamo in cucina e che mi sta parlando.

-Dicevi?- domando mentre caccio dalla busta le cose che ha comprato

-Quanti saremo stasera?- e capisco che forse per tutto il tempo ha parlato della festa che diamo stasera, in modo che Lewis conosca i miei amici e compagni di scuola.

-Una ventina massimo.-

-E ci saranno solo ragazzi?- mi domanda mentre si siede sugli sgabelli

-No tranquillo anche ragazze per la tua gioia- gli rispondo sarcastica

-No non sono interessato- risponde ridacchiando

-Sei gay?- domando perplessa

-No certo che no!-

-Guarda che non giudico io- gli rispondo guardandolo negl'occhi. Inizialmente rimane a fissarmi poi si alza dallo sgabello e si avvicina a me. I suoi occhi mi osservano, mi fissano e io non riesco a ricambiare lo sguardo; osservo il suo corpo, un fascio di muscoli, venirmi incontro e bloccarsi davanti a me. Le sue braccia mi avvolgono la vita e mi avvicinano a lui, la punta del suo naso scorre per la lunghezza del mio collo per poi salire su per la guancia. Le sue labbra sono a pochi centimetri dalla mia bocca ma sono un blocco di ghiaccio, il fiato mi si mozza quando vedo che avvicina le labbra alle mie ma non le toccano e una piccola parte di me è delusa da ciò.

-No, non sono gay...- mi dice mentre osserva le mie labbra per poi allontanarsi da me e uscire dalla cucina.

Alle dieci e mezza la mia casa è già invasa da gente: conosco tutti anche se alcuni meglio di altri; nonostante sia ancora presto alcuni di loro sono già ubriachi e buona parte delle ragazze ci ha già provato con Lewis. Del resto difficile non farlo con quella camicia bianca sbottonata stretta, i pantaloni che fasciano le sue gambe, i capelli neri sempre in contrasto con quei adorabili occhi verdi; gli stessi occhi che mi stanno osservando ora e sulle sue labbra si forma un piccolo sorriso, le stesse labbra che erano a pochi centimetri dalle mie stamattina...

-Giochiamo!- e subito vengo trascinata da una Courtney mezza ubriaca.

-Alexa ancora non torna dagli allenamenti e non è un po' presto per farlo?- domando anche se alcuni hanno iniziato a sedersi sul divano per iniziare una partita a obbligo o verità.

-Paura nanetta?- mi provoca Raphael. Studiamo ormai insieme da quattro anni ma mi ha sempre presa in giro per la mia altezza

-Nella botte piccola c'è il vino buono- gli rispondo sedendomi a due posti di distanza da lui

-Altro che botte! Sei sì e no una lattina di Coca-Cola- mi provoca Lewis mentre si siede di fronte a me. Con la sua battuta si è conquistato la stima di molti dei miei compagni ma ora il tempo delle chiacchere è finito. Ora si gioca! Utilizziamo una bottiglia vuota: con la punta si sceglie chi domanderà o fornirà l'obbligo, con il retro della bottiglia colui che deve subire. Mezz'ora dopo molti segreti sono venuti a galla e molti obblighi sono stati svolti tra cui chiudersi nello sgabuzzino con un ragazzo o andare a chiedere dei super alcolici ai vicini del piano di sotto.

-Evelyn! Tocca a te- e solo ora mi accorgo che il retro della bottiglia punta a me e la punta a Raphael.

-Obbligo o verità?- conosco Raphael e so che non avrà pietà se dovessi scegliere verità perciò scelgo obbligo.

-Dovrai ballare davanti a noi addosso al tuo coinquilino come se fossi in discoteca e volessi provocarlo.-

-E' uno scherzo?- domando preoccupata guardando Lewis ma Raphael è irremovibile.

-Allora ballerai per trenta secondi ma se ti fermi o lui ti tocca con le mani si ritorna zero.- entrambi annuiamo e ci mettiamo davanti al nostro pubblico. La musica inizia a diffondersi per la stanza e lentamente inizio a muovermi con piccolissimi movimenti del bacino, lontana dal corpo di Lewis.

-Daccapo! Non lo stai facendo seriamente- ordina Raphael e mentre lo fulmino con lo sguardo riparte la musica. Chiudo gli occhi e inizio a muovermi seriamente, avvicino il mio bacino a quello del mio coinquilino mentre inizio a ondeggiare. La temperatura sembra sia aumentata o forse sono troppo presa da ciò che sto facendo. Inizio a percepire la sua reazione ai miei movimenti, sento le sue mani grandi poggiarsi sui miei fianchi, tra lo spazio lasciato libero dai miei pantaloncini e il top bianco in contrasto con la mia carnagione mulatta, e iniziare a muoversi al mio stesso ritmo.

-Di nuovo! Non la devi toccare Lewis!- afferma Raphael mentre sghignazza e riaprendo gli occhi noto diversi sguardi: invidia, malizia, e divertimento.

Ricominciamo a muoverci ma se stavolta non c'è il contatto con le mani c'è maggior contatto tra le parti inferiori del nostro corpo. Siamo talmente presi che quei trenta secondi che ci erano sembrati infiniti prima mentre ora sembrano esser durati due secondi. Prima che possa allontanarmi Lewis poggia le mani sui miei fianchi e gli stringe.

-Piaciuto lo spettacolo Raphael?- domanda sorridendo

-Mai quanto a te fratello!- al che (?) il suo sorriso diventa più grande.

-Niente male per una lattina di Coca-Cola vero?- gli domando provocandolo ma prima che possa aggiungere altro il mio cellulare squilla e noto che mi è arrivato un messaggio da Alexa dove mi chiede di andare a prenderla dalla palestra.

-Devo andare, torno subito.-

-Dove?- mi chiede confuso Lewis e gli mostro il messaggio. Leggo nei suoi occhi la sua richiesta prima che me lo dica ma deve restare qui e stare attento alla casa e agli altri invitati. Dopo aver preso le chiavi della macchina di Audrey mi metto una giacca e esco di casa ma prima che richiuda la porta Lewis mi afferra mi lascia un bacio sulla guancia. Lentamente gli sorrido e gli accarezzo una guancia ed infine esco di casa. Cerco la macchina di Courtney visto che non ho una tutta mia me l'ha prestata. Appena la trovo entro e accendendola parte la musica a tutto volume, sto per abbassarla ma ci ripenso; da sempre l'unico modo per non pensare è stato ascoltare la musica. Non ci metto molto ad arrivare a destinazione ma Alexa non è fuori così entro e inizio a cercarla. La palestra non è male e gli interni in legno sono molto carini; entro nello spogliatoio ma è vuoto così inizio a chiamarla ma niente e il cellulare non prende. All'improvviso sento un rumore di una porta che sbatte e inizio a sentire una puzza di fumo. Esco dallo spogliatoio correndo e vedo che il piano di sotto della palestra sta andando a fuoco.

-Alexa!- la chiamo e cerco di scendere giù a cercarla non mi importa se rischio di morire bruciata, non la abbandonerò. Ma appena poggio il piede sullo scalino la struttura crolla, privandomi della possibilità di aiutare la mia amica. Sento un urlo agghiacciante e solo dopo capisco che l'urlo proviene da me

-No! Alexa no....- le lacrime scorrono copiose sul mio viso e i sensi di colpa iniziano ad assalirmi. Sento un altro rumore e vedo le fiamme diramarsi dallo spogliatoio e iniziare a raggiungermi. Cerco la forza di alzarmi e inizio a correre ma la porta d'uscita è bloccata. Sto andando nel panico, i polmoni si stanno riempiendo di fumo e le fiamme si avvicinano sempre di più a me.

Per quanto la situazione possa sembrare difficile, c'è sempre una via d'uscita. Era questo che ripeteva sempre mio padre...

Cerco di riprendere il controllo di me stessa ma difficile farlo con la sensazione di bruciore nei polmoni, di conseguenza capisco che la prima cosa da fare e cercare un modo di non respirare il fumo. Noto il distributore automatico di bevande e acqua così prendo la sedia della scrivania che sta all'entrata e la butto contro il distributore; poi apro i cassetti in cerca di qualche tessuto e fortunatamente mi imbatto in una pila di asciugamani con il logo della palestra. Prendo le bottiglie d'acqua e inizio a versarle sull'asciugamano e la avvolgo introno alla faccia coprendomi il naso e la bocca. Sto per avvicinarmi alla porta ma una trave del soffitto cade bloccandomi il passaggio. Ormai è finita, non posso far più niente...

-Evelyn! Resisti ti prego!- è impossibile... è la voce di Lewis quella che sento. Dopo pochi secondi arrivano i soccorsi e finalmente mi fanno uscire.

-Ivy!- vedo Lewis venirmi incontro e mi butto tra le sue braccia. Finalmente mi sento al sicuro e la sensazione di essere a casa si irradia per tutto il mio corpo.

-Piccola non piangere, sono qui, sei fuori ora.-

-Non piango per me, piango per Alexa; lei non ce l'ha fatta- e il pensiero di averla persa, ora che ci eravamo riunite tutte, ora che sarebbe stato tutto più bello...

-No sta a casa, sta bene...lei non era lì.- e capisco in realtà cosa vuole dirmi tra le righe

Era una trappola...qualcuno mi vuole morta.

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