55. Doppio Marchio e Cuscinate -Double mark and pillow fights
Vlacu e Sara osservarono attentamente il palmo e il petto di Alexander: non aveva più la ferita nella mano perchè si era richiusa subito dopo la fine dell'incantesimo, ma in compenso aveva quel nuovo marchio, così ben definito, lineare e pieno.
I due vampiri gli giravano attorno, guardandolo da ogni angolazione mentre ascoltavano attenti la spiegazione di Alexander: - Roxen era in uno stato di trance quando sono entrato in camera... -
Vlacu seguì la linea nera nella mano del ragazzo e Sara chiamò Lionel per confrontare il marchio che aveva sul braccio con quello che Alexander aveva sul petto.
- L'incantesimo si è interrotto a Stonehenge, dove ho sentito la voce di mio fratello che mi chiamava col soprannome - continuò.
Sara sorrise malinconica al ricordo - Con le ultime lettere del nome? -
Alexander annuì ricoprendosi il petto con la maglia e continuò il resoconto dell'esperienza dicendo che era stata una forza oscura, malvagia, a interrompere la connessione tra lui, Roxen e suo fratello.
- Che sia la Minaccia Primordiale? Forse lo tiene prigioniero! - ipotizzò Lionel una volta finita la comparazione dei marchi.
- Se è così non puoi assolutamente abbandonare la missione, mio caro Xander, con o senza poteri... anche perché il doppio marchio può significare solo una cosa, vero Vlacu? - Sara lanciò un'occhiata divertita all'anziano, che scosse la testa sorridendo - Esattamente, Signora Sara! -
Vlacu aveva questa linea curva che gli attraversava il viso da parte a parte per la gioia. Non avrebbe mai pensato di poter vedere qualcosa di simile in vita sua, e dire che ormai aveva qualche secolo sulle spalle, ma mai gli era capitata una rarità simile. Si tratteneva nel battere le mani per l'eccitazione di quella scoperta: era decisamente un evento da scrivere nei libri di storia e lasciare ai posteri.
Alexander e Lionel li guardarono interrogativi - Vi dispiacerebbe spiegarlo anche a noi! - incalzò lo stregone, non capendo a cosa si stessero riferendo l'anziano e la biondina.
- Anche Roxen ha il doppio marchio? - s'intromise Samuel, sentendosi messo da parte e volendo essere reso partecipe di quella riunione così particolare e riservata a pochi intimi.
Nella mente di Alexander iniziarono a mettersi a posto diversi tasselli e quando arrivò alla risoluzione del rebus deglutì, capendo l'euforia di Vlacu e decifrando lo sguardo malizioso e altrettanto allegro di Sara.
- Sì: il mio sangue è entrato in contatto con il suo corpo e di conseguenza con lei. Così come il suo sangue è entrato in contatto con me. - si fermò per prendere aria, perchè improvvisamente ne aveva sentito la mancanza. - No, non può essere. - dirlo ad alta voce fu una conferma, una chiara visione dell'insieme - Nei libri se ne parla come di una leggenda - le parole gli si strozzarono in gola morendogli sulle labbra sull'ultima lettera. Un'improvvisa patina di sudore freddo gli permeò la fronte e la schiena, facendolo raggelare. Aveva bisogno di sedersi.
Sara saltellò da un piede all'altro battendo le mani eccitata, azione per cui fu invidiata velatamente da Vlacu - Siete leggendari allora! - esclamò come fosse la notizia più bella dell'anno.
- Signor Alexandrei, dovete assolutamente rompere il fidanzamento con la Signorina Mirijana! - Vlacu si portò un mano al mento pensieroso, pensando già alla lettera di scuse formali da inviare alla nobile vampira.
Alexander alzò gli occhi al cielo sospirando - Punto primo: io NON sono fidanzato con quella pazza! È lei che continua a proporsi. Punto secondo: non è proprio il momento di pensare a queste cose, Vlacu! Punto terzo: se quello che c'è scritto nei libri è vero, io e Roxen siamo... - fu interrotto dalla porta principale che si spalancava lasciando entrare aria gelida e un druido piuttosto infervorato.
- Siete cosa? - Milacre irruppe nella sala quasi correndo, lasciando Tricia e Lucy all'ingresso con le mani piene di borse.
Aveva sentito l'allegria e le voci concitate dall'esterno e non appena aveva udito il nome di Roxen non aveva badato alle sue amiche e aveva aperto la porta con un certo slancio, pronto per impedire qualsiasi altra compromissione tra il vampiro e la strega.
Samuel, invece, da nobile vampiro qual era, vedendo le ragazze in difficoltà andò ad aiutarle. Non era abituato a lasciar fare lavori pesanti alle donne, specie se le donne in questione non avevano la forza sovraumana di un vampiro. - Certi umani sono proprio dei cafoni! - disse di proposito ad alta voce per farsi sentire da Milacre, che però lo ignorò tranquillamente.
Samuel sfiorò accidentalmente le dita di Lucy nel prenderle da mano la borsa ed entrambi incrociarono fugacemente i loro sguardi. Samuel notò subito che la strega dai mori capelli e la pelle candida era arrossita a quel contatto, lui invece si sentiva semplicemente in debito con lei per aver bevuto avidamente il suo sangue.
Lucy sentì il cuore lievemente accelerato, ma subito cercò di calmarlo dicendo che in seguito alla partenza di Tricia avrebbe messo a posto i suoi sentimenti e nel caso fossero stati davvero così profondi, avrebbe preso coraggio e avrebbe affrontato Samuel così da mettersi l'animo in pace una volta per tutte.
In quel momento, però tutti gli occhi erano puntati su Milacre che guardava furente Alexander, venendo ricambiato da questo con aria ancora più truce.
- Avanti continua il discorso, succhiasangue. Sono qui ad ascoltarti - Milacre si piazzò davanti ad Alexander e incrociò le braccia sul petto, riducendo le palpebre a due fessure creando così linee dure e minacciose attorno agli occhi.
Le iridi di Alexander furono attraversate da un lampo rosso e si sentì ribollire dalla rabbia - Tu... - il dito ben puntato contro il suo petto - non puoi chiamarmi succhiasangue. E io non sono tenuto a dirti un bel niente. - lo ringhiò con tono basso e spaventosamente collerico, divorando ogni parola tra i denti.
Lionel intuì immediatamente l'intenzione dell'amico e lo arpionò velocemente sotto le braccia prima che potesse azzuffarsi contro Milacre. Lo sentì ansimare contro il suo petto. Nonostante Alexander avesse il corpo freddo come quello di un cadavere, in quel momento Lionel lo sentì rovente.
Il druido sorrise beffardo, congratulandosi con se stesso per essere riuscito a fargli perdere nuovamente le staffe - Oh, tranquillo, lo scoprirò da solo. Ho i miei metodi - con un ghigno sbilenco e decisamente irritante si avviò verso il corridoio, deciso a parlare con Roxen.
Alexander si liberò dalla presa di Lionel e lo seguì con i pugni che faticavano a stare inermi lungo le gambe, ma che anzi fremevano per colpire la faccia del rivale - Dove pensi di andare? Sta riposando! - questa volta non riuscì a modulare la voce e gli urlò contro. Non lo avrebbe lasciato solo con Roxen neanche un secondo. Si era promesso che gli avrebbe messo i bastoni tra le ruote in ogni occasione possibile, e quella lo era.
Milacre si voltò verso di lui con uno sguardo colmo di desiderio vendicativo - Sai che c'è? Sei alquanto fastidioso, come una zanzara! -
Prima che l'incantesimo potesse colpire Alexander, Roxen uscì repentinamente dalla sua camera e lo bloccò. - Non OSARE! - tuonò furibonda e con lo sguardo ben inchiodato a quello colpevole di Milacre.
Alexander non capì subito la situazione e prese Roxen per le spalle facendola girare verso di lui. La fissò interrogativo e preoccupato allo stesso tempo.
Roxen gli sorrise velocemente per rassicurarlo - Stava per trasformarti in una zanzara, come il Principe delle Tenebre ha trasformato lui in coleottero - spiegò, voltandosi poi verso il druido e richiamandolo all'ordine con uno sguardo di rimprovero.
- Che cosa ti è saltato in mente? - fece qualche passo verso di lui minacciosa.
Milacre indietreggiò messo alle strette - Volevo solo dargli una lezione. È sempre così spocchioso e pieno di sé. Poi ti tratta come se fossi di sua proprietà, mentre io... - Roxen alzò un sopracciglio con fare scettico impedendogli di terminare la frase.
- Alex... puoi lasciarci soli un momento? - gli domandò con voce cauta
- Puoi scordartelo! - Alexander mostrò i canini che gli pungevano le labbra e le unghie già belle affilate e pronte per graffiare il viso del druido.
Roxen lo guardò scocciata, stanca di tutta quella contesa insensata tra i due ragazzi. Sapeva che quel gesto gli sarebbe costata una bella litigata con lui in un secondo momento, ma doveva affrontare un invasato per volta: con un gesto della mano lo fece tornare in sala e chiuse con un incantesimo la porta che dava sul corridoio, impedendogli così di tornare - Sì sì, dopo mi farai la tua sfuriata! -
***
Roxen e Milacre si trovarono faccia a faccia. Lei stanca, con un mal di testa ingombrante che non gli permetteva di essere lucida e nel pieno delle sue facoltà mentali e molto, molto arrabbiata. Lui incuriosito, con un sacco di frustrazioni accumulate e la speranza di conquistarla che gli svaniva lentamente davanti agli occhi.
- Alexander è senza poteri, è stato un colpo basso quello di tentare di trasformarlo in un insetto, solo per vendicarti. - il tono era basso e fermo - Sei un codardo, Milacre. Colui che ti ha trasformato in coleottero era il Principe delle Tenebre, non Alex. Te la sei presa con la persona sbagliata e in un modo davvero deplorevole: non si colpiscono le persone indifese. - si portò due dita alla tempia massaggiandola. Quel mal di testa non le dava tregua, sentiva pulsare il cervello contro le ossa del cranio, era davvero doloroso.
- Si può sapere cos'è questa fissazione nei miei confronti? Cosa t'interessa di come si comporta lui con me? - "Avanti, gioca a carte scoperte così potrò rifiutarti una volta per tutte!" si augurò mentalmente.
Roxen rimase in attesa di una risposta che fosse la verità. Non aveva bisogno di altri problemi. La missione era già abbastanza complessa e piena di ostacoli senza che ci si mettesse anche lui.
I secondi iniziarono a passare e lei voleva tornare a riposare al più presto. Sentiva la necessità di chiudere quella situazione e di partire per il Monastero con i ruoli ben definiti.
- Sto aspettando! -
Lo vide agitarsi e prendere una cosa dalla tasca laterale dei pantaloni, poi finalmente parlò: - E va bene, te lo dirò. Avrei voluto avere ancora un po' di tempo, ma forse se mi chiedi queste cose vuol dire che te ne sei resa conto anche tu e vuoi una conferma -
"Oh Finalmente" pensò la strega invitandolo a proseguire con un gesto della mano.
- Sì, sono innamorato di te e vorrei chiedere la tua mano. - Milacre si inginocchiò, mostrandole un anello, con tanto di piccolo diamante, che teneva ben saldo tra le dita.
Roxen fissò l'oggetto davanti a sè e pensò che Alexander aveva avuto ragione: il druido era alla ricerca di una moglie e disgraziatamente aveva scelto lei.
Sospirò cercando dentro di sè le parole adatte a un rifiuto: nonostante si fosse affezionata a Milacre e questo l'avesse aiutata tante volte, sostenuta e protetta in diverse occasioni, non provava assolutamente un sentimento d'amore nei suoi confronti e mai lo avrebbe provato.
Si inginocchiò di fronte a lui, con una mano si avvicinò a quella del druido, che teneva l'anello, e gliela spinse verso il petto, ricusandolo - Io non posso sposarti. E ci sono diverse ragioni, Milacre. - lo invitò ad alzarsi insieme a lei, tenendogli stretta la mano come a dargli conforto. - La prima è che non ti amo, la seconda è che siamo nel bel mezzo di una missione di cui non sappiamo se ne usciremo vivi, tanto per cambiare e la terza è che ho solo diciotto anni, per la miseria! - concluse agitando le mani in aria e gesticolando con espressività per sostenere al meglio le sue parole. - Se sopravviveremo vorrei godermi la vita! Tu inoltre vuoi vivere a Camelot, giusto? -
Milacre annuì senza parole, colto in contropiede dalla loquacità della rossa, che mai avrebbe pensato avrebbe portato così tante tesi a suo favore nel rifiutarlo. Con lo sguardo atterrito e un senso d' impotenza impresso nel petto ascoltò il seguito della sua arringa - Io invece voglio vivere a Bran, dove sono nata... -
- E dove sarà anche Alexander - la interruppe funereo, cogliendo il vero fulcro della negazione.
Roxen alzò la testa di scatto inviperita - Io andrò a Bran per ritrovare i pochi ricordi felici della mia infanzia. Alex non c'entra niente. E chiariamo una cosa: io e Alex siamo legati dal Sangue di Rosa, che ti piaccia o no, quindi fattene una ragione e non t'immischiare mai più. Ne ho abbastanza delle vostre baruffe, neanche foste dei bambini che si contendono un giocattolo! - aveva portato pazienza fino ad allora, cercando di essere calma e sensibile, ma al suono di quell'accusa era sbottata al colmo dell'insofferenza.
Milacre si rimise in piedi nascondendo l'anello nella tasca. Serrò le labbra in una smorfia di rabbia e umiliazione. "Quel dannato vampiro la spunta sempre!" Anche se Roxen lo aveva rifiutato in modo molto chiaro, lui non si dava certo per vinto così facilmente, anzi tentò la strada della discordia, insinuando dubbi nella mente già provata della strega.
- Quindi ce l'hai anche con lui? - le domandò calmo.
Roxen lo guardò confusa - Con chi? Alex? Sì, certo! -
- Allora, questa bella lavata di capo la farai anche a lui, sul fatto che non sei un giocattolo da contendere? - con finta indifferenza si sistemò la maglia e si voltò dandole una parte di schiena, pronto ad avviarsi nella sua stanza.
Roxen rimase interdetta, soppesando le parole del druido. In realtà non aveva intenzione di discutere con Alexander. Però era vero che parte della colpa era anche sua. Era vero che lui la trattava come un oggetto di sua proprietà. "Perchè diamine non mi dà fastidio la cosa? Che sia collegata al legame? No, non posso sempre incolpare il Sangue di Rosa per qualsiasi cosa! Forse Sara intendeva questo discorso da dover affrontare con Alex! Oh, non so se me la sento" si portò inconsciamente una mano al marchio sul collo e per un istante si perse nei suoi pensieri, ma ricordandosi di Milacre, ancora davanti a lei si rivolse nuovamente a lui.
- Certo che ne parlerò anche lui! - apparve risoluta, ma una parte di sè già tremava all'idea.
- Ottimo! Così almeno ci spetterà lo stesso trattamento - Milacre le voltò completamente le spalle e si scusò, ritirandosi nella sua stanza, soddisfatto di aver seminato un po' di incertezza nella piena fiducia di Roxen nei confronti di Alexander.
***
- Io li ammazzo tutti e due! - sbraitò Alexander contro la porta della sala.
Lionel e Samuel si misero a ridere nel vedere l'amico così agitato e in difficoltà: era paonazzo in volto.
- Ehi, Alex! Lo so che in questo momento sei arrabbiato, ma ti giuro che è troppo divertente vederti così! - Samuel gli si avvicinò dandogli una pacca sulla spalla, mentre il poveretto si agitava sempre di più.
- No, voi non capite! Quel mezzo Merlino voleva trasformarmi in una zanzara! E quella STREGA mi ha sbattuto di qua, come se nulla fosse. Odio essere senza poteri. Non si sarebbero permessi, nessuno dei due, di trattarmi così se li avessi ancora. - diede un calcio alla porta insofferente.
- Alex, siediti. Vedrai che Roxen se la caverà tranquillamente anche da sola. Milacre non è un nemico, un tuo rivale sì, ma non un nemico - anche Sara lo punzecchiò divertendosi alle spalle di Alexander, che la fulminò con lo sguardo.
Lui stesso non capiva perchè gli desse così tanto fastidio che quei due parlassero da soli, ma non poteva farci nulla: era più forte di lui. Sconsolato si gettò sul divano scivolando sulla pelle grigia, fino ad appoggiare la testa sui cuscini dello schienale e fissare il vuoto come se potesse dargli una qualche risposta.
Poco dopo fu raggiunto da Samuel e Lionel che si misero entrambi ai suoi fianchi con fare sornione. - Ora non puoi scamparci - un sorriso malefico si dipinse sui loro volti e lo afferrarono per le braccia, mentre Sara si avvicinava maligna.
- Ragazzi? Che razza di intenzioni avete? - Alexander si tirò indietro col petto più che poté, ma Samuel e Lionel lo tenevano ben saldo.
- Oh, nulla di che, mio caro Xander... vorremmo solo che tu ammettessi, che tra te e Roxy c'è del tenero - Sara ghignò divertita avvicinandosi ai fianchi dell'amico, pronta a torturarlo col solletico.
Alexander cercò di divincolarsi quando sentì le dita della biondina muoversi veloci sotto la maglietta - Ma che... no, no... -
Iniziò a ridere sentendo mancare l'aria, contorcendosi come fosse stato morso da una tarantola.
Roxen entrò nella sala proprio in quel momento ritrovandosi davanti quella scena assurda quanto buffa.
- Ora ammettilo, forza! - riprese a minacciarlo Sara.
Roxen vide Alexander dimenarsi sotto le torture dei loro amici, ridendo come un matto e provò un moto di tenerezza per quell'istante. Un istante così estemporaneo da tutto quello che stavano vivendo che le sembrò la vita di qualcun altro.
- Basta! Basta! Pietà! Oh, Roxy vieni a liberarmi da questi pazzi, ti prego. - la chiamò Alexander sorridendo come un bambino.
I tre ragazzi si fermarono e guardarono nella sua direzione, attendendo il suo intervento. Sul ciglio della porta, Roxen, sorrise a sua volta, fece comparire un enorme e morbido cuscino tra le mani e si gettò su di loro iniziando una lotta di cuscini.
Anche Lionel si armò, e dotò Sara e Samuel di un cuscino a testa. L'unico che rimase senza fu Alexander, che protestò con finto tono offeso - Simpatici, proprio simpatici! Non so se vi ricordate, ma sono senza poteri io... - fu interrotto da un cuscino sbattuto in testa da Roxen che ridacchiava soddisfatta.
- Sei noioso - gli disse facendogli una linguaccia dispettosa.
Alexander fu velocissimo e prima che potesse scappare le strappò di mano l'arma del delitto, per poi iniziare a rincorrerla per tutta la sala.
Sara si fermò ad ammirarli con occhi sognanti, ma ben presto si ritrovò vittima, di non uno, ma ben due cuscinatori provetti che non le diedero tregua, finché il suo cuscino non perse tutte le piume e dovette deporre le armi.
Roxen, nel tentativo di scappare da Alexander, inciampò ma lui l'afferrò per un braccio prima che potesse cadere a terra, facendola scontrare contro il suo petto. Lei alzò lentamente la testa, imbarazzata per tutta quella vicinanza, ma si rese conto di aver peggiorato la situazione perchè si trovò il viso di Alexander a pochi centimetri dal suo. Si fissarono per qualche istante, accaldati e arrossati. Lei col fiatone, lui come si fosse appena alzato dal divano.
- Non vale, sei diventato troppo agile - brontolò lei nascondendo il viso dietro i lunghi capelli.
- Sei tu che sei lenta - la voce di Alexander era più bassa e profonda del solito e le parole gli erano uscite lievemente rallentate, come fossero carezze.
Roxen si perse per un attimo negli occhi profondamente neri di Alexander, ma fu subito distratta dai loro amici che dal divano li guardavano tutti adoranti. Vergognandosi spinse via Alexander e tossicchiando tornò dagli altri, che esplosero in un coro di dissenso: - Oh, Roxy, ci hai rovinato lo spettacolo! -
- Ehi! - Alexander la richiamò raccogliendo il cuscino caduto a terra - Com'è andata con quel mezzo Merlino? -
Roxen si ricordò improvvisamente del "discorso" che avrebbe dovuto fare ad Alexander e mandando giù un bel boccone di ansia lo trascinò con sè all'esterno della villa: - Bene! E ora devo parlare anche con te! - il tono le era diventato duro, così come il suo sguardo.
Sara capì subito che c'era aria di bufera.
Angolo Autrice
Cari lettori, godetevi questi capitoli di "tranquillità" perchè tra poco ci sarà un bel casotto!
Questo capitolo forse è un po' troppo melenso, ma volevo che Alex e Roxen iniziassero ad aprire un po' gli occhi, quindi scusate se è da diabete.
Inoltre volevo anche fare in modo che dopo tante battaglie, anche gli altri personaggi si svagassero un po' e avessero dei momenti di serenità.
Niente, come al solito spero vi piaccia.
Votate e commentate, se vi va!
Buona serata!
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