51. Sogno - Dream

Milacre avrebbe voluto saltargli addosso e riempirlo di pugni. "Questo pezzo di escremento di un vampiro! Da quando è tornato, Roxen ha occhi solo per lui! Il fatto che la Sacerdotessa lo abbia punito per averla morsa, giocava decisamente a suo favore! Avevo sperato sul serio che si togliesse di mezzo da solo, non proseguendo per la missione e invece eccolo qua." strinse gli occhi e inspirò lentamente per trattenere la rabbia.

Spostò gli occhi su Roxen seguendo la linea appena accennata del marchio, quello lo imbestialiva ancora di più: anche se il legame non si era esplicitato completamente, lei era comunque connessa a quell'essere abominevole.

Roxen doveva essere sua moglie: era forte e in gamba, avrebbe partorito una progenie ricca di poteri magici. Merlino lo avrebbe eletto suo successore e così i druidi avrebbero potuto proliferare ancora nella protezione di Camelot e sviluppare sempre più poteri. Lei era la scelta perfetta.

Il suo sogno, però, si era quasi completamente infranto quando Alexander era ritornato sui suoi passi, presentandosi in sala e chiedendo del viaggio. Sapeva, dentro di sè sapeva che quel vampiro moriva dalla voglia di ostacolarlo. Lo aveva percepito chiaramente come un rivale, per quanto lo negasse o la allontanasse da sè, il vampiro desiderava Roxen come compagna, esattamente come lui.

Sperava che essendo senza poteri fosse anche inutile che lui venisse, e invece se n'era uscito con quel colpo di scena. "Patetico come tutti i suoi amici lo guardano ammirati!" Milacre si perse nei suoi pensieri poco simpatici nei confronti dei membri della squadra insultandoli mentalmente, dando sfogo così alla sua frustrazione. "Branco di stupidi adulatori! Non capiscono che sarebbero potuti morire da un momento all'altro per mano sua? Il bracciale, ora, è l'unica cosa che gli impedisce di farlo. Ma che accadrebbe se qualcuno riuscisse a rompere il sigillo e a liberare ancora una volta il Principe delle Tenebre? Bah! Se la stanno cercando, poco ma sicuro!" incrociò le braccia sul petto a mo' di scudo tenendo gli altri ben lontani da sè e continuando a guardare in cagnesco il vampiro che ostentava una sfacciata sicurezza, sbattendogliela in faccia per pura provocazione.

Nonostante ciò sembrava proprio che la strega trattenesse a stento la gioia per il cambio decisione del vampiro. Milacre serrò la mandibola restando fermo alle spalle della rossa e osservando con disgustata attenzione ciò che stava per essere detto.

***

Roxen fissò Alexander sulla soglia della porta che dava sulla sala per qualche secondo. Non sapeva se esserne felice o arrabbiata. Alexander aveva cambiato umore in pochissimo tempo e non era sicura che fosse un buon segno.

- Non avevi detto che volevi lasciare la missione? - i suoi smeraldi emettevano una luce d'eccitazione e curiosità, forse anche di sfida. In fondo c'era sempre stata quella piccola punta di rivalità tra di loro.

Alexander si staccò dallo stipite e si avvicinò a passi decisi verso di lei, fissandola dritta nelle iridi. Di una cosa era certo: con o senza poteri, Milacre non l'avrebbe mai avuta vinta.

Tutti gli altri attorno tacevano, avvertivano sensibilmente che l'atmosfera era elettrica. Lucy e Tricia si presero per mano pregando che non avvenisse un altro scontro davanti ai loro occhi. Dopo la giornata che avevano passato desideravano solo un momento di serenità, e osservando le espressioni degli altri compagni, anche loro avrebbero voluto lo stesso.

- Vuoi che rinunci? - le domandò a distanza di un passo.

Roxen sentiva gli occhi di Alexander perforarle la pelle. Non l'aveva mai guardata in quel modo.

- È una tua scelta, non spetta a me decidere! Certo è che ti comporteresti da codardo, cosa a cui ormai sei avvezzo - lo sfidò apertamente scoccandogli un'occhiata fendente.

Alexander scattò verso di lei con gli artigli pronti a graffiarle il viso, ma Roxen non si mosse. Rimase immobile, con le unghie affilate del vampiro che le premevano sulla guancia, mentre un piccolo rivolo di sangue le colò dalla pelle sulle dita di Alexander.

Sara quasi urlò per lo spavento, ma Lionel le tappò la bocca con la mano - Calma, stanno solo giocando. Lo sai come sono fatti, uno più orgoglioso dell'altra - le sussurrò liberandola.

Milacre invece non riuscì a trattenersi e intervenne afferrando il polso di Alexander, intimandogli di lasciare andare Roxen.

Ma fu lei a ordinargli di farsi da parte. - Non ti immischiare Milacre! - era una cosa tra loro due. Anzi se avesse potuto lo avrebbe trascinato lontano da tutti e lo avrebbe affrontato da sola dando sfogo a tutta la rabbia, le paure e i dubbi che il suo comportamento le avevano causato. Doveva smetterla di comportarsi come se tutto il peso del mondo fosse sulle sue spalle, lo condividevano, perchè non se ne rendeva conto?

Alexander sorrise vittorioso, tolse lentamente e delicatamente gli artigli dal volto di Roxen e le provocò diversi brividi lungo la schiena. Lui fremette a sua volta sentendola sotto la propria pelle.

Roxen si sentì lievemente euforica per la reazione di Alexander: quando le aveva posato le unghie sulla guancia il sangue aveva iniziato a scorrerle più velocemente, ed era sicura che la stessa cosa fosse successa a lui. Averlo così vicino con quegli occhi neri che sembravano scavarle l'anima, la faceva sentire senza volontà, come se naufragasse senza via di scampo. "La colpa è sicuramente del legame" si impose di pensare che fosse quello il motivo di tanta attrazione.

- Devo sapere che intenzioni hai - riuscì ad articolare parole di senso compiuto, dandovi per di più un tono serio e distaccato. "Brava, Roxy, mantieni la calma e dimentica quello che stava per succedere stamattina! È colpa del legame, è solo colpa del legame" si ripeteva mentalmente come un mantra per restare lucida.

- Nessuna in particolare. Forse quello che ho detto prima era dettato dall'amarezza per aver perso i miei poteri. Sono ancora molto confuso a riguardo. Diciamo che finché non avrò ben chiaro cosa fare, continuerò ad aiutarti nella missione. Soddisfatta, strega? -

Il sangue che era colato prima sul suo dito gli fece desiderare ardentemente di afferrarla e morderla, ma trattenne i suoi istinti e le prese solamente la mano, stringendola possessivo. Si chinò e sfiorò la pelle del dorso con le labbra, venendo trascinato via dal suo intenso profumo e dalla vita pulsante sotto quelle sottili e fragili vene.

Il contatto morbido riportò alla mente di Roxen l'episodio della grotta nella foresta incantata e contrariamente a quel baciamano questo fu molto veloce, ma la colpì in pieno petto allo stesso modo. Vide Alexander sorridere per il suo turbamento e per il volto adirato di Milacre che faceva capolino aldilà delle spalle della strega. Come sempre, Alexander aveva la capacità di destabilizzarla.

- Se non fosse così teatrale giuro che gli farei un applauso - commentò Lionel sussurrando sulla nuca di Sara e facendola scoppiare a ridere.

Solo in quel momento i due prescelti si resero conto che tutti quanti li stavano osservando. Roxen si sentì morire di vergogna e allontanò bruscamente la mano da Alexander, che ancora la teneva premuta contro la sua bocca.

Ricomponendosi e tentando di riprendere il controllo delle sue azioni condivise la decisione appena presa con gli altri - Partiremo dopodomani. Concediamoci almeno un giorno per riposare - aveva concluso così sfuggendo poi agli sguardi dei suoi amici e rifugiandosi in camera.

***

Quando Roxen entrò nella sua stanza vide tutto sistemato, solo la libreria mancava all'appello dato che era stata completamente distrutta, ma i libri erano stati impilati sulla scrivania e addirittura il letto era stato rifatto e messo contro al muro. Sentiva la presenza di Alexander dietro quei gesti: evidentemente si sentiva così in colpa da voler rimediare in tutti modi a quello che aveva fatto il Principe delle Tenebre.

Si chiuse la porta alle spalle e si concesse un momento per ripensare a tutto quello che era successo in soli due giorni. Dalla Maledizione al risveglio del Principe delle Tenebre, con tutte le conseguenze che aveva portato: gli scontri, il morso... si portò istintivamente una mano sul collo e sentì che quel punto era molto caldo, lo era perennemente da quando i suoi canini avevano lacerato la carne.

Tutte le volte che Alexander si era avvicinato per morderla e poi si era ritratto era sempre stato pieno di riguardi, invece il Principe le aveva quasi strappato la pelle. Era stato doloroso, molto doloroso, fortunatamente anche breve, grazie all'incantesimo di acidificazione del sangue. E allora perchè il suo cuore sperava che Alexander... scosse la testa per cacciare quei pensieri malsani.

Si gettò sul letto con l'intento di pensare all'organizzazione del viaggio, ma finì con l'addormentarsi.

- Quindi i guardiani della fonte eterna sono morti? Poverini! Avevano una figlia piccola vero? -

Le signore anziane accanto alla locanda non facevano altro che parlare di fatti spiacevoli. Una di loro diede una gomitata all'altra, una volta attirata l'attenzione dell'amica con un alzata di capo indicò una bambina in fondo alla strada, quella che dava al castello di Bran. La signora si avvicinò all'orecchio della compare e coprendolo con una mano le sussurrò: - Eccola! È quella là, povera orfana! Fortuna che almeno la nonna è viva e può occuparsi di lei! -

- Eh già - entrambe sospirarono scuotendo la testa come se ne fossero sinceramente addolorate per poi riprendere subito dopo con i pettegolezzi.

- Dicono che sia stato un vampiro impazzito a sterminare la coppia -

- Sì, uno che ha osato violare il divieto di abbeverarsi alla fonte! -

- Ma allora è vero quello che si dice su quell'acqua? -.

"Basta! Smettetela di parlare! Io sono qui e vi sento, brutte vecchiacce!"

- Si dice in giro che abbia ancora sete di sangue e si aggiri attorno al castello dei Kropowskji... -

"Ho detto di smetterla! Non parlate delle persone che sono morte come fossero notizie interessanti".

- Il figlio maggiore è spesso in viaggio, se il vampiro pazzo dovesse attaccarli mentre lui è via soccomberebbero di sicuro, poverini. -

- Anche il villaggio è a rischio e molti uomini sono ancora nelle terre di Berserk per la guerra. I guardiani ci proteggevano e ora chi lo farà? -

- Ho detto basta! - Roxen si svegliò di soprassalto, madida di sudore e con le lenzuola tutte aggrovigliate ai suoi piedi.

Si passò una mano tra i capelli bagnati "Era lo stesso vampiro! Quelle donne dicevano che si aggirava attorno al castello dei Kropwoskji, ha ucciso anche i genitori di Alex e forse suo fratello è veramente vivo." Diede un calcio alle lenzuola liberandosene completamente e posò i piedi a terra.

Si alzò passeggiando avanti e indietro per la camera, tamburellando il labbro inferiore con l'indice e lanciando occhiate furtive alla porta. Con uno scatto impaziente abbassò la maniglia e uscì silenziosa dirigendosi verso la stanza di Alexander.

Rimase ferma nel corridoio buio per una manciata di secondi, ma poi si decise a entrare e lo vide agitarsi nel sonno. Corse accanto a lui temendo un altro controllo mentale.

- Alex! Alex! Svegliati! - lo prese per le spalle scuotendolo.

- Lasciatemi, devo cercare mio fratello! - Alexander affondò le dita nel materasso e in un singulto spalancò gli occhi senza fiato.

Si ritrovò il volto di Roxen davanti a sé e lasciò cadere la testa di lato guardandola grato che fosse lì - Roxy! - gli occhi neri riconobbero la stessa angoscia in quelli verdi di lei.

- È stato lo stesso vampiro... - iniziò lei.

- Lo so, l'ho appena sognato -

- Perchè adesso? - Roxen scosse la testa sedendosi ai piedi del letto e rannicchiando le gambe al petto.

- Non ne ho idea - sbuffò Alexander fissando il soffitto pensieroso.

Angolo autrice

Avevo pubblicato il capitolo ieri sera, ma wattpad ha deciso bene di cancellarlo!

Niente mi scuso per averlo fatto corto, ma ieri è stata una giornata impegnativa, ma volevo tener fede all'impegno preso con voi e il corso.

Portate pazienza!

Buona giornata a tutti!

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