49. Ritorno alla normalità, o quasi - Back to normal, or almost

Lionel e Sara avevano capito perfettamente che fosse successo qualcosa tra Roxen e Alexander, ma si erano limitati a chiederle se andasse tutto bene o se fosse ferita. La strega aveva sorriso in maniera tirata dicendo loro di stare tranquilli. 

In realtà era successo molto più di qualcosa. Nessuno aveva fatto caso ai fori che aveva sul collo, così come al disegno sbiadito che le era apparso qualche secondo dopo che il Principe l'aveva morsa. Se n'era accorta mentre era al club: si era guardata per un attimo in uno specchio tutto imbrattato, inizialmente aveva pensato fosse solo un livido, poi avvicinandosi aveva visto meglio. Era il disegno di una rosa col gambo pieno di spine: il marchio del Sangue di Rosa. Non capiva però perché fosse appena accennato. Ricordava perfettamente quello che aveva Lionel sul braccio: era ben evidenziato, quasi fosse un tatuaggio con un inchiostro nero molto denso.

- Roxy! Ehi Roxy! - Samuel la distolse dai suoi pensieri richiamandola – Tutto ok? - 

- Sì sì. Che c'è? - era stanca e preoccupata, non voleva altri pensieri in quel momento. 

- Niente, tranquilla. Io e Vlacu torniamo alla villa per vedere come sta Xander. Per voi sarebbe meglio cercare il druido e farlo tornare alla sua forma originaria se volete cogliere l'ondata di successi... - Samuel fu interrotto dal vampiro anziano che gli diede una gomitata nel fianco. 

– Signor Samuel oggi parlate veramente a sproposito! Lo scusi signorina Roxen, glielo tolgo dai piedi! - con un inchino Vlacu lo prese per le spalle e lo condusse verso l'uscita.

Roxen sorrise sinceramente, intenerita dalle attenzioni di Vlacu. - Va bene, stia tranquillo. Si occupi lei di Samuel e di Alex – lo sguardo le divenne triste ripensando alla faccia angosciata del suo alleato. Il vecchio le posò una mano sulla spalla con fare confortante e si congedò.

Soriana e Algidea si erano allontanate dalla sala, andando in cucina per preparare un the alle erbe miracoloso, a loro detta.

Algidea si era curata tutte le ferite che le aveva procurato la battaglia e aveva affermato che Lionel e Sara erano due validi sostegni per i prescelti. Soriana preparava silenziosamente la tisana e sospirava di tanto in tanto. 

- Conosco quei sospiri, Sori. Cos'altro deve succedere a quei poveri ragazzi? Nel giro di due albe hanno dovuto affrontare l'inferno senza avere un attimo di pace! - 

La veggente si fermò aspettando che l'acqua giungesse a bollore. Scuoteva la testa sconsolata e continuava a soffiare. 

– Oh, insomma basta! Sei insopportabile quando fai così! Parla o almeno smettila di sbuffare! - 

Soriana alzò la testa sorpresa – Non sto sbuffando! E comunque non deve accadere nient'altro... cioè in realtà sì, ma... beh quello che mi preoccupa è ciò che è già accaduto! - si decise finalmente ad aprire bocca.

- E cioè? Non farti pregare! - la strega dai capelli corvini si sentiva fastidiosamente in attesa. 

- Roxen è stata morsa. -

- COSA? - urlò Algidea andando su tutte le furie. 

– È colpa tua e del tuo parteggiare per quell'Alexander! - continuò a sbraitare.

Soriana le tappò la bocca con la mano – Fa silenzio o di là ti sentiranno! - 

- Nnn mmm mmmpta nint se di lll sentn – mugugnò Algidea sulle dita della consorella. 

- Non mi costringere a chiuderti la bocca con la magia, Algi! - minacciò l'anziana e la strega corvina la guardò torva arrendendosi.

Quando Soriana fu sicura che Algidea si fosse calmata, le tolse le mani dalle labbra e riprese a parlare - Non è che parteggi per lui, ma sono l'uno il Sangue di Rosa dell'altra e sai perfettamente quello che significa. Ma non è questo a preoccuparmi... - furono interrotte da alcune urla concitate provenienti dalla sala. 

Corsero dai ragazzi lasciando il the sul fuoco e quando videro il motivo di quegli urletti la paura svanì subito. Nella sala c'era uno scodinzolante cagnolino bianco e peloso che saltellava qua e là: era il segugio magico invocato per ritrovare Milacre.

Il cagnolino era andato diretto da Roxen a leccarle la faccia e la ragazza rideva gioiosa. - Buono, bello, buono! Dobbiamo trovare un nostro amico e ci serve il tuo aiuto! - gli disse accarezzandolo dietro le orecchie.

Per ritrovare il druido avevano bisogno di un suo oggetto personale e Tricia, guarda caso, aveva con sé l'elastico con cui Milacre si legava i capelli quando li aveva lunghi.

- Ma lui lo sa? - le domandò Sara colpita da tanta devozione, la  giovane strega negò timidamente e Lucy le massaggiò la schiena per tirarle su il morale, in un gesto quasi meccanico, essendo a conoscenza della cotta dell'amica da tempo immemore.

Roxen sventolò davanti al segugio magico l'elastico – Allora, bello, hai capito? Devi trovare Milacre. Adesso è un coleottero, ma tu trovalo. Via! -  non appena finì di dargli indicazioni il cagnolino partì veloce come un razzo, attraversando la porta della Congrega come fosse fatta d'aria.

- Roxy, hai dimenticato un piccolo particolare – l'avvisò Lionel guardando tutte le donne presenti come a chiedere un implicito aiuto. 

– Uhm? Cioè? - 

- Gli hai detto di trovarlo, non di portarlo da noi. – 

Roxen spalancò la bocca – Oh no! Dobbiamo seguirlo! -

- Eh già, e ha un discreto vantaggio. -

I ragazzi scattarono veloci verso l'uscita per rincorrere il segugio magico che, fortunatamente, lasciava una scia luminosa dietro di sè.

Le due streghe anziane tornarono in cucina a spegnere i fornelli e seguirono la corsa dei ragazzi dalla finestra sul lavandino. Algidea si voltò seria verso Soriana – Dobbiamo dirglielo, Sori - 

- Oh ma lo sanno già di essere legati dal Sangue di Rosa – svicolò la veggente 

– No, sai di cosa sto parlando, era quello il motivo della tua preoccupazione, vero? - 

Soriana chinò il capo e iniziò a sistemare le tazze per versarvi il the, senza rispondere.

                                                                              ***

- Eccolo, eccolo! Vedo la scia! - urlò concitata Lucy. 

– Sì sì, anche io! - le fece eco Sara che correva più veloce degli altri sfruttando la sua natura da vampira. 

Roxen non ne sapeva bene il motivo, ma quella corsa all'inseguimento del segugio la stava divertendo parecchio. Dopo tanti mesi si sentiva nuovamente una semplice strega adolescente e non una prescelta col peso di salvare i mondi sulle spalle. Era davvero piacevole. 

Lionel, invece, andava a passo svelto dietro di loro, non aveva molta voglia di correre, ma le guardava divertito.

- Oh, scusa! - Roxen si era scontrata con un ragazzo dai capelli castani e gli occhi color nocciola. Lo sconosciuto la sostenne prima che cadesse all'indietro per l'urto. Le sorrise e le trasmise un'inspiegabile sensazione di famigliarità. 

- Sta attenta a dove vai! Alla prossima! - la salutò gioioso e così dicendo si allontanò lasciando Roxen leggermente confusa.

Lionel le si avvicinò incuriosito, guardando il ragazzo che attraversava la strada – Chi è quello? - 

La strega scosse la testa confusa – Non lo so neanche io, ma sembrava di conoscerlo - 

- Pensi sia un nemico? – 

Roxen scrollò le spalle ripensando alla sensazione positiva che le aveva donato – No, nessun aura negativa, anzi - 

- Mah, forse era un semplice ragazzo che passava di qua. Stiamo diventando paranoici - suppose Lionel grattandosi la nuca e riprendendo a seguire il cagnolino.

- Si probabilmente è così - confermò Roxen con lo sguardo ancora rivolto allo sconosciuto.

L'inseguimento del segugio magico si concluse in un parco: il cagnolino si era fermato ad annusare alcune piante officinali. 

- Milacre se sei qui fatti vedere! - lo chiamò Tricia chinandosi accanto al cane per vedere da vicino le foglie e scovare un coleottero.

- Mi domando se abbia conservato la sua identità o si sia completamente perso nel microscopico cervello di un coleottero – disse Lionel sbirciando dall'alto. 

Sara lo ammonì con lo sguardo, ma lui la ignorò sogghignando. - Ma non ti stava simpatico Milacre? - 

Lionel fece spallucce e continuò a osservare gli insetti sulle foglie. – Finché si limitava a fare il druido sì, ma uno che mette i bastoni tra le ruote a un mio amico non merita la mia simpatia – Sara sorrise toccata dalla lealtà che lo stregone dimostrava nei confronti di Alexander.

- Oh, ragazzi! Credo che mi si sia appena appoggiato sulla spalla! Che schifo! - si lamentò Roxen agitandosi.

- Se stai ferma lo prendo in mano io! - disse Tricia cercando di afferrare il coleottero sulla sua spalla. 

- Sì, scusa, hai ragione, ma gli scarafaggi mi fanno troppo schifo! -

Tricia riuscì finalmente a prenderlo nel palmo della sua mano coprendolo con l'altra. - Ce l'ho! Adesso come facciamo a farlo tornare normale? -

Roxen sorrise orgogliosa: erano anni che voleva usare quella formula e mai occasione fu più perfetta di quella.  Puntò l'indice verso Tricia e recitò l'incantesimo – Inverso metamorfosi . -

Le mani di Tricia si aprirono lasciando scivolare via Milacre che riprendeva sembianze umane.

- Dov'è quel mostro che lo ammazzo! - urlò il druido mentre tutti gli altri attorno lo guardavano stranito. 

- A chi ti riferisci? - chiese Lucy mettendosi le mani sui fianchi con fare scocciato. 

Anche lei iniziava a considerarlo estremamente noioso. Probabilmente colpa della cotta che si era presa per Samuel, ma non sarebbe mai diventata patetica come la sua amica, assolutamente no.

- A quel vampiro che si crede di essere chissà chi! Alexander! - sbraitò Milacre guardandoli negli occhi uno a uno. 

- Che si crede di essere chissà chi? Lui ha chiuso lo squarcio stamattina, poco dopo l'alba! - intervenne Lionel stufo di sentire sproloquiare il druido, che pensava di essere migliore del suo amico solo perché aveva la protezione delle terre di Camelot e di Merlino.

Milacre smise la posizione di difesa e rilassò le mani – Ha chiuso lo squarcio? Senza pietra magica? - 

Tutti annuirono fissandolo annoiati. – Oh, ok. Ma rimane comunque un essere mostruoso! Ha ferito Roxen! Stava per ucciderla e... - si avvicinò alla strega e indicò i due buchi - L'ha morsa. -

Sara e Lionel sgranarono gli occhi puntandoli su di lei. Roxen si coprì istintivamente il collo con la mano, ma Sara le si avvicinò delicata e con un'espressione stranamente felice sul volto. – Ti ha morsa? Ma il marchio... -  iniziò a scrutarla. Poi lo vide. Percorse la linea sbiadita della rosa e si crucciò preoccupata – Perchè è così chiara? Che vuol dire? -

Roxen scosse la testa deglutendo – Non lo so. -

- Perchè non lo hai detto prima? - 

Lionel fece segno a Sara di non andare oltre con le domande, vedeva l'amica chiaramente in difficoltà. - Nemmeno noi lo abbiamo detto, abbiamo aspettato che se ne accorgessero loro. - lanciò un'occhiata complice all'amica e riprese a parlare - E ora forza, torniamo alla villa, è il momento di riposarsi. - chiuse lì ogni discussione e si avviò verso casa togliendo Roxen dall'imbarazzo.

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