47. Chiuso - Closed
Il Principe delle Tenebre aveva rischiarato il tunnel, mettendo in evidenza macchie di sangue mostruoso e demoniaco sulle pareti. Mentre lo attraversava sfiorava le superfici con le mani. A volte si avvicinava col viso per annusarne l'odore e riconoscere a quale essere appartenessero gli schizzi di sangue.
Roxen si muoveva lenta dietro di lui, ancora troppo scossa per ciò che era accaduto poco prima e nauseata dal puzzo del tunnel.
Un fetore particolarmente pungente di decomposizione le arrivò dritto nelle narici e le provocò un conato, costringendola a tapparsi immediatamente la bocca. Si massaggiò il ventre per placare la nausea: mai in vita sua aveva sentito un miasma così nauseabondo.
Il Principe proseguì indisturbato, senza degnare della minima attenzione Roxen, che arrancava a fatica al suo seguito. In quel momento l'unica cosa a cui pensava era confrontarsi con Origine e fargliela pagare per aver osato scatenargli contro i suoi stessi sudditi, perchè il Principe delle Tenebre era, ed è, il sovrano indiscusso dei vampiri, dei demoni e dei mostri sia nella dimensione terrestre che in altre dimensioni. Tutti dovrebbero piegarsi al suo volere, il controllo mentale da lui esercitato è l'unico in grado di domare qualsiasi tipo di intelletto. Quell'essere chiamato Minaccia primordiale aveva davvero azzardato troppo nel metterglieli contro i suoi servi.
Perso nei suoi piani di vendetta, il Principe non si accorse nemmeno di Roxen che stava arrovellandosi il cervello nell'architettare e disfare strategie alla velocità della luce, alla ricerca di un modo per far ritornare Alexander.
Quando erano alla villa, così come nella foresta incantata, il suo alleato aveva ripreso il controllo della propria persona in un momento in cui era lei a rischiare la vita. Quello probabilmente era un punto cruciale del meccanismo di alternanza tra lui e il suo alter ego.
Purtroppo alla villa era stato solo per pochissimi secondi, ma era tornato, ne era certa. Forse avrebbe dovuto fare da esca per costringerlo a contrastare il Principe delle tenebre, ma nessuno assicurava la riuscita dell'operazione, in più era da sola e stavano recandosi da Origine. Difficile decidere in che modo agire.
Senza che se ne accorgesse arrivarono alla fine del tunnel. Finalmente l'aria era priva di fetori, ma il sollievo, seppur minimo, durò pochi istanti: lo squarcio si era ingigantito e mostri e demoni si distribuivano sul terrazzo dinanzi a loro per invadere i diversi angoli della città.
- Quanti ne abbiamo fatti fuori? -
Quella voce era di Sara e Roxen si girò nella sua direzione riconoscendola.
Osservò la vampira coi capelli spettinati, le ciocche fuori dalla coda, macchie di sangue giallo e verde sulla giacca di pelle marrone, jeans neri strappati e le unghie affilate imbrattate di carne di mostro. Dedusse che stava combattendo da diverso tempo e in cuor suo sperò che non fosse troppo tardi per fare qualcosa.
Roxen incrociò lo sguardo con quello di Sara, ma le fece segno di non dire nulla. Non voleva che il Principe delle Tenebre li vedesse e pensasse che fosse una trappola. Vide l'amica annuire e avvertire subito dopo Lionel e Algidea, che si voltarono nella sua direzione parlottando tra loro e indicandola con cenni del capo.Lei fece capire loro a gesti che stava bene e che aveva il bracciale con sé, poi il Principe la prese per un braccio e la trascinò con lui verso lo squarcio.
Terrorizzata e sorpresa dai demoni e i mostri che si allontanavano al loro passaggio udì le parole del vampiro al suo fianco: - Così si che ragioniamo! - affermò quello imperioso, gonfiando il petto pieno di orgoglio.
Alcuni di quegli esseri non osavano neanche alzare la testa, altri invece si inchinavano, altri ancora scappavano terrorizzati.
Quando sia lei che il Principe delle Tenebre furono davanti allo squarcio il silenzio calò surreale tutto intorno a loro. Entrambi si voltarono dando le spalle alla voragine e rivolgendo la loro completa attenzione agli esseri che avevano dinanzi.
I demoni e i mostri erano tutti immobili, fissi a guardare il loro sovrano. Non uno osava emettere un suono. Sembravano avere il fiato sospeso.
Anche lo squarcio smise di rigettare fuori esseri e il rosso del suo manto s'intensificò, colorando le nubi scure che lo contornavano.
Roxen si girò verso il varco e notò un'ombra informe che si agitava. I brividi le percorsero la pelle talmente velocemente che quasi la sentì tirare dalla tensione.
- Chi tra voi è Origine o conosce Origine? - sentì chiedere al Principe.
Silenzio.
Lionel, Sara e Algidea smisero di combattere. Indietreggiarono indugiando lo sguardo su Roxen, preoccupati per lei.
- Che facciamo, Algidea? - Lionel brandiva ancora l'ascia pronto a scatenarla contro altre centinaia di nemici.
Sara la fissò in attesa di risposta, ma Algidea scosse la testa – Nulla, possiamo solo temporeggiare: Roxen ha visto qualcosa all'interno dello squarcio, aspettiamo che ci dia un segnale per sapere come agire. Intanto prendiamo un attimo di respiro. -
Sara guardò la sua amica, in mezzo a quella marmaglia di esseri demoniaci e mostruosi e la trovò immensamente piccola. Notò che i sovraumani erano tutti scappati, ma probabilmente si sarebbero ritrovati Samuel e le due streghe ad aspettarli.
Davanti ai loro sguardi incuriositi e spaventati il Principe fece un passo in avanti minaccioso e alzò il mento con fare indignato.
- Allora? Siete così devoti a Origine che non avete il coraggio di rispondere al vostro sovrano? - i suoi occhi si irradiarono di rosso vivo, come se lampeggiassero.
Davanti a loro l'esercito di esseri mostruosi e demoniaci continuava a restare immobile e ammutolito. Il vampiro stese lentamente la mano davanti a sè e, a una a una, chiuse gradualmente tutte le dita nel palmo – Morite. -
Al termine del'ultima lettera pronunciata esplosero tutti. Disintegrandosi.
Non un lampo, un rumore, un minimo segnale di scontro. Non ne ebbero il tempo.
Roxen si coprì gli occhi disgustata, tra le fessure lasciate dalle dita vide frattaglie ovunque e sangue in ogni dove. Un paio di pezzi di cervello o qualche altro organo le si impigliarono tra i capelli. Avrebbe voluto urlare per il ribrezzo, ma si contenne cercando di frenare il ribrezzo. Alle loro spalle stava agitandosi qualcosa, o qualcuno, di molto più potente di tutti quei demoni e mostri messi assieme, lo sentì sulla pelle come se miliardi di formiche le camminassero addosso.
- E adesso pensiamo a te! - pensò che il Principe si stesse rivolgendo a lei, invece si scagliò contro una mano nera che stava attraversando lo squarcio diretta verso di loro.
Roxen la riconobbe subito: era la Mano che l'aveva maledetta, ridotta di dimensioni, ma era lei. Ne era sicura.
Senza preavviso vide il Principe delle Tenebre brandire la spada di Alexander e come una furia gettarsi nello squarcio. Roxen sentì il cuore fermarsi in gola e gli occhi spalancarsi dolorosamente allarmati.
- Nooo! - urlò disperata cercando di afferrare il lembo della sua giacca, ma invano.
Due mani la presero per i fianchi – Roxy, stai bene? -
Si voltò angosciata verso lo squarcio nero ignorando Sara e Lionel che la tenevano stretta. Il suo cuore batteva sempre più forte, tanto da farle male il petto. Alexander. Doveva andare anche lei nello squarcio. Il suo alleato, il suo amico, il suo... Sangue di Rosa. Avvertì le palpebre pizzicare e sentì le guance bagnarsi di un liquido caldo. Frettolosamente si asciugò col dorso della mano e cercò di comprimersi il torace con l'altra: l'ansia la stava divorando.
"Dio ti prego, fa che non sia morto. Ti prego, ti prego, ti prego." pensò con la mente annebbiata dal dolore non osando spostare lo sguardo dal buco nero.
- Io devo andare – sussurrò e sentì Sara stringerle un braccio.
– Cosa? - le domandò incredula l'amica.
- Io devo andare! - ripeté più forte, con voce ferma fissandola seria nelle iridi dorate.
- No, Roxy! Non sai cosa c'è dall'altra parte, potresti finire in chissà quale mondo demoniaco! - cercò di farla ragionare Sara.
Ma Roxen l'allontanò bruscamente liberandosi: non le importava rischiare la vita, era già sopravvissuta una volta, ce l'avrebbe fatta anche una seconda e poi Alexander doveva tornare e lei sarebbe andata a prenderlo, qualsiasi fosse stata la situazione.
– Non m'interessa! Devo andare da Alex! - stava per buttarsi nel varco quando il Principe ne fu sputato fuori.
Corse da lui col cuore in gola lasciandosi Sara e Lionel alle spalle. "Ti prego, ti prego, fa sia che vivo" continuava a ripetersi, mentre i battiti erano sempre più accelerati e la paura di averlo perso le offuscava completamente la mente.
Si inginocchiò accanto a lui, prendendolo per il busto e sollevandolo. - Alex? - la voce tremolante e carica di angoscia mentre gli carezzava la fronte, scacciando dalla mente tutti i dubbi e i fraintendimenti che c'erano stati tra di loro.
- N... no. Sono ancora io, mia Signora - le bastò udire la voce roca del Principe delle Tenebre per scoppiare a ridere e piangere contemporaneamente. Si accasciò con la testa contro la sua fronte stringendogli forte la felpa.
A quel punto il vampiro aprì gli occhi sentendo delle lacrime che gli cadevano sul viso. Guardò stranito la strega e pensò che nessuno aveva mai pianto per lui. A causa sua certamente. Ma mai per lui. Poi lo sentì: Alexandrei che si faceva strada nella sua coscienza e riprendeva possesso del suo corpo. Stava approfittando di quel momento di debolezza per tornare in auge, ma non glielo avrebbe permesso. Prima doveva sconfiggere quel dannato Origine, che non aveva avuto neanche il coraggio di mostrarsi al suo cospetto e lo aveva solo usato come giocattolo. Lo aveva fatto passare attraverso i diversi mondi senza mai fargli prendere atto di dove si trovasse. Si era preso gioco di lui e non l'avrebbe passata liscia.
Si alzò e si diresse nuovamente verso lo squarcio. Roxen lo seguì a ruota afferrandogli un braccio per fermarlo. Il Principe lesse il terrore nei suoi occhi e non poté fare a meno di guardarla intensamente, annegando in quei smeraldi pieni di paura. Con una mano gelida le sfiorò una guancia, incapace di fermarsi, asciugandole i residui di lacrime. La vide rabbrividire sotto il suo tocco, ma non per paura, anzi un piccolo cenno di felicità comparve tra la linea delle labbra, perché uno degli occhi del vampiro era nero.
- Non torno là dentro. Lo chiudo! - un sorriso diabolico gli si dipinse sul volto, lasciando Roxen e posizionando le mani davanti a sé, sul varco.
In quel momento Algidea, seguita da Lionel e Sara, raggiunse la giovane strega che strinse il bracciale tra le mani. Le due si guardarono comunicando attraverso lo sguardo e la rossa parve quasi cedere sotto un'implicita predica della consorella maggiore.
- Lo so, lo aiuterò a chiudere lo squarcio e poi lo sigillerò - affermò in un sussurrò spostando poi gli occhi sulla schiena del Principe.
- A meno che tu non voglia essere la donnaschiava del Principe delle Tenebre per tutta la vita... - il tono severo di Algidea le fece serrare la mandibola.
– No, ovviamente no - asserì contrita.
Non ebbe il tempo di mettersi a discutere con Algidea poiché in quel momento la Mano era tornata a essere enorme, pronta a maledire il vampiro come aveva fatto con lei. Roxen sgranò gli occhi e si catapultò davanti al Principe delle Tenebre spingendolo a terra.
- Firaga! - urlò e un'esplosione di fuoco si scontrò con la Mano, che fece rimbalzare la sfera infuocata come una pallina da tennis.
- Togliti di mezzo, strega! - fu allontanata dal vampiro mentre la Mano stava tornando alla carica.
Subito dopo il Principe delle tenebre spiegò la sua unica ala e con tutta l'energia magica che aveva in corpo, puntò le mani contro lo squarcio e iniziò a chiuderlo, come se stesse ricucendo una ferita, proprio come aveva fatto Roxen la volta prima.
La strega, non potendo lasciare che agisse da solo, si unì a lui: dalle sue mani scaturì una sottile luce rossa scarlatta che andò a incontrare quella blu del suo alleato.
Il filo rosso e il filo blu percorsero l'intero perimetro dello squarcio, inseguendosi a vicenda, come una danza di colori.
La Mano si agitava a destra e manca tentando di colpirli, ma questa volta Lionel e Sara decisero di intervenire.
Lionel lanciò l'ascia, ma trapassò la Mano come fosse fatta d'aria. - Maledizione! Sara stanne lontana – lo stregone avvisò la sua compagna e la vampira si bloccò qualche metro prima di scagliare un calcio contro il nemico.
- Ragazzi, è un'entità senza corpo, non potete nulla con le armi normali e neanche con la magia classica. Serve qualcosa di più potente – Algidea aveva con sé un piccolo sacchetto, lo aprì e mentre un turbine di vento imperversava attraverso lo squarcio nel loro mondo, mostrò il contenuto a Lionel con fare sbruffone.
- Dove l'hai trovata? - le domandò lo stregone meravigliato.
- Oh, qualche conoscenza nel mercato di contrabbando. - spiegò vaga la donna per poi annodare le dita attorno al sacchetto sgualcito.
Il contenuto era polvere di Zeus, nessuno era in grado di ottenerla, anche perché il dio dei fulmini non permetteva a nessuno di avvicinarsi all'Olimpo. Era praticamente leggendaria e proibita.
- Di sicuro questa bestiaccia non si aspetterà che l'abbiamo. Fate attenzione a non farla cadere su di voi, altrimenti resterete folgorati, cioè morirete – Algidea passò loro il sacchetto con molta prudenza.
Lionel lo afferrò e lo capovolse leggermente cospargendo la lama dell'ascia con un po' di polvere, poi porse a Sara la sua spada d'argento e le disse di imitarlo.
Nel frattempo la mano stava per ghermire Roxen alle spalle, quando il Principe delle Tenebre sguainò la sua arma e, invano, tentò di fermare il nemico riuscendo solo ad allontanarlo dalla strega.
– Non la maledirai di nuovo! - urlò ponendosi davanti a lei con fare protettivo.
"Alex!" il pensiero che fosse ritornato la fece voltare verso di lui, ma fu per un brevissimo istante: non poteva perdere la concentrazione, stavano per farcela, nonostante la Mano continuasse a interromperli e a metterli in difficoltà, i due fili magici stavano continuando la loro azione di chiusura.
Da lontano l'ascia di Lionel colpì la Mano e arrivò a pochi centimetri dal viso del Principe, che rimase immobile mentre una gocciolina di sudore freddo gli solcò la tempia.
– Siiii! L'ho colpita quella bastarda! - esultò il ricciolino richiamando a sè l'arma.
- Lionel! - lo ammonì Algidea puntando le mani sui fianchi.
– Oh, dai andiamo, in un momento come questo mi sarà pur concesso dire qualche parolaccia! - si lamentò scocciato.
Sara nel frattempo caricò all'attaccò puntando la spada al polso della mano, pronta per mozzarla, quando quella si ritrasse qualche secondo prima che la lama la toccasse, e iniziò ad accumulare energia demoniaca dallo squarcio.
- Alex! Sta per attaccare! - urlò Roxen vedendo che il vampiro reagì prontamente al suo richiamo e convogliò una sfera di energia tra le mani.
- Vieni qui, strega, mi serve anche la tua magia! - la chiamò concitato con un mezzo sorriso che gli tirava in su le labbra.
Roxen lo raggiunse in pochi passi e subito posò le dita sulle sue, sentendole calde. Alzò la testa di scatto, sorpresa ed emozionata. Sentì il cuore fare le capriole nel petto e non poté impedirsi di tirare un sospiro di sollievo: era lui, era tornato.
Scosse la testa cercando di concentrarsi sul nemico, raccolse tutti i suoi pensieri e le sue emozioni contro di esso e nello stesso istante in cui la mano scoccò il suo dardo di energia demoniaca contro di loro, Roxen e Alexander fecero esplodere la loro bomba magica.
Il blu, il rosso e il nero si mischiarono. La sfera di Alexander e Roxen avvolse quella nera demoniaca del nemico e tutte e due, fuse insieme, emisero scariche elettriche e fiamme violacee nello scontrarsi. Magia bianca contro magia nera.
Lo squarcio risucchiò tutto per poi risputarlo. La sfera di energie che combattevano tra loro sovrastandosi a vicenda implose ed esplose facendo sì che mille luci si accesero nel firmamento, oscurando il sole e lasciando tutta la città nel buio pesto per una manciata di secondi che sembrarono infiniti.
Fu devastante. Il palazzo venne spazzato via. Completamente raso al suolo.
Poi il cielo si illuminò come fosse mezzogiorno, il boato rimbombò per tutta la città e oltre. Le costruzioni vicine caddero come tasselli del domino, una dopo l'altra.
Algidea aveva fatto appena in tempo a teletrasportare lei, Lionel e Sara lontano dall'esplosione quando tutto si ridusse a un cumulo di macerie.
Samuel, Tricia e Lucy si fermarono sentendo la terra tremare sotto i piedi. - Cosa diavolo sta succedendo? - non finirono neanche di porsi la domanda che vennero sbattuti sull'asfalto dal vento provocato dall'esplosione.
I sovraumani e i mostri che i tre ragazzi stavano affrontando si dissolsero come polvere spazzata via.
Lo squarcio era chiuso.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top