46. Conducimi - Lead me
Il Principe delle Tenebre camminava due passi avanti a lei, lo vedeva tenere gli occhi e le orecchie sempre in allerta. Roxen si guardava attorno, notando la città insolitamente silenziosa: era quasi l'alba e i raggi del sole perforavano le finestre dei palazzi, creando ombre amorfe contro i muri delle vie, ma nessun movimento umano attraverso le vetrate o per le strade.
Avrebbe potuto scappare e correre dai suoi amici alla Congrega, tornare dal Principe delle Tenebre con un piano d'attacco e sigillarlo. Avrebbe potuto trasformarsi in drago e sconfiggerlo, riavendo indietro Alexander. Avrebbe potuto fare tutte quelle cose ma non le fece. Non se la sentiva di lasciarlo andare da solo allo squarcio, dove migliaia di esseri malvagi aspettavano per ucciderlo. No, non poteva assolutamente abbandonarlo in quel momento.
- Ehi, strega! - la chiamò lui fermandosi davanti a un portone dissestato, con la vernice nera scrostata e i cardini arrugginiti.
Con la mano le fece segno di raggiungerlo in fretta. - Ditemi – si prodigò lei e il vampiro le indicò il portone voltandosi nella sua direzione.
– Qui, c'è una grande aura magica! È fortissima! La senti? -
Per un attimo Roxen riconobbe la voce di Alexander e fu colta da un sentimento di gioia che la pervase dal petto alla testa. Gli si avvicinò cautamente: doveva guardarlo in faccia, doveva riconoscere i suoi occhi.
Prima che potesse accertarsene fu immobilizzata dall'aura che proveniva dall'altra parte del portone. La colpì allo stomaco, quasi le avessero dato un pugno. Era intensa sì, ma non era magia di quel mondo.
Tenendosi una mano al ventre, si aggrappò con l'altra al braccio del Principe delle Tenebre – Andiamocene da qui... non è positiva – il fiato spezzato da quell'aura tremendamente maligna.
Il vampiro la guardò incuriosito – Che ti succede? -
- Non lo so, ma è talmente intrisa di rabbia e malvagità che mi soffoca. Andiamocene! - quasi lo implorò.
Roxen percepì lo sguardo del Principe passare da lei al portone e lo vide posare con lentezza una mano sopra – Ma se qui dietro si nascondesse Origine? Potrei affrontarlo e finirlo! -
La strega si sentì stringere alla gola, tossì e si inginocchiò a terra. Quella potenza malvagia era dolorosamente famigliare, le aveva aperto cassetti della mente in cui conteneva i ricordi di quella notte, ricordi sfocati ma che bruciavano quanto un attizzatoio incandescente sulla pelle.
Il vampiro la rialzò seccato – Oh, sei solo una scocciatura! - le brontolò contro.
Roxen cercò di riprendere il controllo delle proprie azioni, scrollò il capo e inspirò profondamente allontanandosi dal portone, poi portò l'attenzione oltre le spalle del Principe.
- Origine non è qui. Se il mio sospetto è fondato, dovrebbe essere là – indicò lo squarcio che continuava a rigettare fuori demoni e mostri.
- Allora che aspetti? Conducimi, mia Signora. -
***
Samuel si era trasformato sfoderando artigli e canini, pronto ad azzuffarsi con i due mostri che gli si erano parati davanti: squame gialle e arancio, dure come acciaio, orecchie antennate, assenza di narici, quattro arti superiori e diverse code biforcute dotate di pungiglione.
Samuel schivava i colpi di coda e tentava di ferire i due mostri, sferrando pugni in punti ben precisi e infilando nella carne le unghie affilate.
Lucy e Tricia invece se la stavano vedendo con una decina di demoni Yadin. Erano demoni dall'aspetto umano, la cui specialità era sgretolarsi come sabbia e riformarsi velocemente, a volte anche assemblandosi tra di loro creando esseri di dimensioni spropositate.
- Ehi, Lucy! Alla tua destra! - l'avvertì Tricia, colpendo il demone con una cascata d'acqua.
- In che modo si può fermare la sabbia? - domandò Lucy abbassandosi per evitare una tormenta di sabbia creata dai nemici.
- Ragazze non sapete manipolare la materia? - domandò Samuel saltando sulla schiena di uno dei due mostri e afferrandolo per le orecchie. Con un movimento rapido gli girò il collo e glielo spezzò.
Tricia e Lucy si guardarono per qualche istante, poi posarono le mani a terra – Terram sabbiotque cementerimen - e manipolando il cemento riuscirono a intrappolare gli Yadin al suolo.
Nel frattempo il secondo mostro si era arrampicato sulla grondaia di un palazzo, e quando giunse a qualche metro d'altezza si gettò, raggomitolandosi su sé stesso ed esponendo solo la coda col pungiglione, puntandola su di loro.
Lucy lo vide e prontamente eresse uno scudo, contro cui il demone sbatté cadendo a terra. Samuel approfittando dello svantaggio di quello, gli mozzò la coda con gli artigli e gli trafisse il petto con una mano spiegata, come fosse un pugnale.
- Siete state proprio brave! - il vampiro si girò a complimentarsi con le due streghe, che lo guardavano un po' intimidite.
Si pulì la mano sulla giacca, esprimendosi in mille smorfie e versi di disgusto – Odio quando le mani restano appiccicaticce! Forza, spingiamoci più avanti per fermare gli atri "cattivi" - ammiccò e si diresse verso altri esseri che stavano invadendo le strade principali.
***
Algidea osservava lo squarcio. Non aveva mai visto niente di simile in vita sua. Soriana l'aveva avvisata: - I demoni, i mostri e i sovraumani che hai affrontato in passato sono nulla in confronto a quello che ti troverai davanti. –
Algidea aveva preparato incantesimi e pozioni: la veggente le aveva detto di puntare alla massa, poiché non avrebbero avuto il tempo e la forza di confrontarsi con ogni singolo essere. L'obiettivo era impedire che invadessero la città.
- Algidea? Tutto ok? - Lionel le posò una mano sulla spalla richiamandola alla realtà.
La strega anziana annuì sorridendo – Oh, si! Stavo solo pensando con quale incantesimo iniziare – si sgranchì le dita e disegnando un cerchio in aria scatenò con estrema facilità un uragano contro la prima centinaia di nemici che aveva davanti.
Sara sorrise divertita – Wow! Potremmo finire in fretta oggi! - sferrò un calcio nello stomaco di un demone verde maculato di rosso, che aveva provato a colpirla con un'ascia di metallo. Gliela fece cadere di mano e gli spaccò in due la mandibola con un altro calcio, mandandolo al suolo.
Lionel si chinò veloce a recuperare l'arma del demone – Questa potrebbe esserci molto utile... Colpiscine cento e poi torna da me! - incantò l'ascia lanciandola in aria come un boomerang.
La lama dell'arma mozzò esattamente cento teste, tornando in breve tempo nelle mani dello stregone – Mmm... potrei azzardare un numero molto più alto allora. Si accettano proposte, signore! Io partirei con duecentocinquanta, chi offre di più? - fece roteare l'ascia tra i palmi e sorrise sbruffone.
Sara scosse la testa ridendo e ammirandolo in tralice. Non lo avrebbe mai ammesso davanti a lui, ma lo adorava quando cercava di sdrammatizzare le situazioni: lo trovava affascinante e dolce allo stesso tempo. - Facciamo trecento e non ci pensiamo più – affermò con un tono divertito mentre tagliava a fette, con le sue unghie affilate un demone.
- Lionel, ti sembra il caso di sparare numeri a casaccio in un momento del genere? - Algidea si preparò per un altro attacco – Almeno cinquecento, sei devi farlo punta in alto – un'esplosione di luce scaturì dalla sue mani, mentre un sorriso soddisfatto si dipinse sul volto maturo.
- Ah quindi è una gara? - Lionel strinse l'ascia nelle mani pronto a rilanciarla - E cinquecento sia! -
***
Roxen e il Principe delle Tenebre erano giunti davanti alla porta del club privato. Non c'era stato neanche bisogno di bussare in codice morse: il locale era deserto.
Roxen non faceva altro che stringere tra le dita il bracciale di metallo, nascosto nella tasca della felpa. Forse avrebbe dovuto agire prima di arrivare davanti allo squarcio, ma come?
Un rumore la fece sobbalzare tanto da emettere un urlo. Il Principe si voltò incuriosito in direzione del rumore – Era solo un topolino. Certo che per essere una strega potente sei parecchio impressionabile! Non so cosa Alexandrei ci trovi in te. A parte il tuo sangue, sei abbastanza inetta e inutile! -
Roxen si sentì rimescolare dentro, confusa dalle parole del vampiro. - Cosa c'entra Alex? - proseguì in direzione della porta che dava al tunnel. Si fermò per qualche istante e pensò che l'oscurità del passaggio avrebbe potuto giocare a suo favore.
- Oh, lui c'entra eccome... -
Roxen si sentì sfiorare l'orecchio con i canini e le si accapponò la pelle per il terrore. Veloce si ritrasse e invocò la spada di fuoco – Stammi lontano! - lo minacciò.
Il Principe scoppiò a ridere squassando l'aria, ignorò completamente la sua posa difensiva e la superò avanzando nel condotto buio.
Roxen si era sentita paralizzare dalla paura. Le gambe le erano sembrate di cemento, così come le braccia che sostenevano la spada. - Accidenti, Alex. Sbrigati a tornare! -
Angolo Autrice
Lo so, tanti giorni di assenza e capitolo breve!
Chiedo scusa! Ho avuto un sacco di impegni questa settimana e non sono riuscita ad aggiornare come avrei voluto!
Vi faccio una domanda: a quale attrice potrebbe assomigliare Roxen fisicamente?
Me lo chiedo da un po', ma non sono ancora riuscita a trovarne una che potrebbe rappresentarla, mi date una mano?
Buon fine settimana e buona Befana, stanotte sarò in giro a distribuire dolci o carbone! A voi cosa arriverà? ;)
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top