45. Battaglia - Battle

Soriana aveva disposto che Lionel e il resto dei ragazzi venissero fatti accomodare in alcune stanze libere della casa, sia per riposarsi che per fare il punto della situazione.

Lo stregone si affacciò alla finestra della camera in cui erano stati sistemati lui e Sara, lei aveva finito con l'addormentarsi sulla sedia, mentre cercava di resistere alla stanchezza. Vivere per tanto tempo tra gli umani aveva influenzato i suoi ritmi da vampira a tal punto da necessitare momenti di riposo. In quei giorni, poi, aveva dovuto affrontare troppe emozioni tutte assieme senza riuscire a metabolizzarle a dovere e sicuramente non sarebbero finite lì. Anche lui doveva digerire diversi accadimenti e diverse persone.

Lionel, nel salone, aveva visto Samuel restare in silenzio tutto il tempo e prendere parola solo per prodigarsi in mille scuse verso Lucy, che affranta lo aveva consolato, nonostante fosse ancora molto debole a causa del sangue donatogli.

In quel momento Lionel aveva pensato che il vampiro dagli occhi di ghiaccio non fosse poi così male, tolto il fatto che Sara era stata innamorata di lui in passato e che fossero ancora molto legati nel presente, si era dato veramente un gran daffare per aiutarli. Anche quando erano usciti a cercare Alexander e il Druido, Samuel si era frapposto tra i Grus e Vlacu, proteggendolo. In un certo senso capiva perché Sara e Alexander gli fossero affezionati.

Nel fissare Sara addormentata, Lionel sbuffò, arrendendosi al fatto che Samuel fosse effettivamente un alleato utile per la missione.

Alzando lo sguardo rassegnato e portandolo alla finestra davanti a sé, trasalì nel notare lo stato dello squarcio. - Maledizione - sussurrò a denti stretti e battendo un pugno sul davanzale.

La linea nera aveva assunto uno strano colore rosso porpora e si muoveva. Com'era possibile? Sembrava viva e probabilmente lo era: i mostri e i demoni stavano radunandosi per l'attacco di massa.

- Non adesso, dannazione! - imprecò agitandosi.

***

Il Principe delle Tenebre emanava un'aura sempre più demoniaca, il suo potere stava caricandosi di rabbia e ciò lo rendeva ancora più folle e pericoloso. Roxen aveva attivato uno scudo su sé stessa per tenerlo lontano, ma non sapeva a quanto sarebbe servito, vista l'entità della sua aura.

Il vampiro si avvicinò alla bolla protettiva e con sua grande sorpresa venne sbalzato lontano. Rise.

- Ma sei proprio furba allora! Un po' mi dispiace distruggerti, avresti potuto fare grandi cose insieme a me, ma hai deciso di remarmi contro in tutti i modi... - avanzò lentamente verso di lei e con quel sorriso odioso stampato sulla faccia annullò l'incantesimo di protezione passandovi sopra le dita, chiudendole a ventaglio.

- So usare i poteri di Alexandrei molto meglio di lui. Non è il primo mestizio che diventa Principe delle Tenebre - spiegò saccente nel vedere l'espressione sbalordita della strega.

Roxen ebbe paura. Per la seconda volta in vita sua ebbe paura di un vampiro. Il cuore iniziò a batterle velocemente pompando adrenalina al cervello, il respiro divenne breve e rapido. "Andiamo, Roxy! Deve esserci un modo per fermare questo pazzo!"si disse pensando velocemente il da farsi.

- Alex, svegliati! Solo tu puoi combatterlo da dentro! Cosa diamine stai facendo? Perchè ti arrendi così? - urlò disperatamente contro il Principe delle Tenebre e si agitò cercando di liberarsi dalle catene.

Quello, però, continuava a ridere e ad avvicinarsi, finché le sue mani artigliate le afferrarono la gola e iniziarono a stringere. - Lui, non può sentirti. Lo sto distruggendo, proprio come sto facendo ora con te. -

Roxen lo fissò dritta negli occhi, col volto paonazzo e l'aria che iniziava a venirle meno - Alex... ti prego, reagisci... -

Un lampo. Un movimento veloce delle palpebre. Iridi nere. Altro movimento. Occhi rossi.

C'era ancora, stava lottando anche lui. Non stava arrendendosi. Era una trappola del Principe per farle perdere le speranze, anche se ormai ciò che stava perdendo erano i sensi. Sentiva il resto del corpo lontano, freddo, la testa come se le stesse per scoppiare, pesante, annebbiata e un attimo dopo leggera come un palloncino. Chiuse gli occhi lentamente, non aveva più energia, voleva solo dormire, profondamente.

Le mani del Principe la lasciarono con la testa ciondolante, ma lei era ancora lì. Sentì improvvisamente l'aria riempirle i polmoni, poi confusione. Una mano sul suo petto, qualcosa di incandescente all'interno del suo cuore. Il Rubino.

Un urlo di una potenza inaudita. Energia pura che si espanse per tutta la casa e il Principe delle Tenebre a terra, privo di conoscenza.

Milacre accucciato ai piedi di Roxen, con le mani sulla testa. Quando il raggio di energia si esaurì il druido si alzò e liberò la strega dalle catene.

- S... sei stato tu? - Roxen si appoggiò alle braccia di Milacre non riuscendo a reggersi sugli arti inferiori.

Il druido la guardò incredulo - Sei stata tu! - annunciò con l'ammirazione nella voce.

La caricò in spalla e si apprestò a uscire dalla stanza. - Milacre, devo prendere il braccialetto -Roxen toccò un braccio del druido, chiedendogli di fermarsi.

Milacre protestò dicendole che sarebbe stato meglio scappare finché il nemico era ancora stordito, ma Roxen s'impuntò e districandosi dalla sua presa sgattaiolò silenziosa accanto alla porta della camera. Scandagliando tra gli oggetti distrutti e sparpagliati sul pavimento, individuò il bracciale sotto il letto.

Il Principe intanto stava lamentandosi a terra, i due ragazzi gli passarono accanto alla svelta, prima che potesse tornare all'attacco. Improvvisamente uno degli allarmi messi a protezione della casa suonò. Roxen sgranò gli occhi inorridita al solo pensiero.

- Cos'è questo suono? - domandò Milacre guardandosi attorno spazientito.

- Qualche demone o mostro ha rotto lo scudo di protezione di Tricia e Lucy e si è introdotto nel giardino - spiegò sbrigativamente la rossa mentre cercava di raggiungere il sigillo.

Il problema era che non si trattava semplicemente di "qualche" demone o mostro, ma di centinaia di demoni e mostri. Tutti nel giardino della villa. Grugnivano ed emettevano versi gutturali sgradevoli all'orecchio umano.

Milacre si agitò guardando ora il vampiro rantolante ora verso l'esterno: erano in mezzo a due fuochi: il Principe delle Tenebre all'interno della villa e mostri e demoni nel giardino. Cosa poteva fare per salvare Roxen e sé stesso? Purificare il rubino non era stata un'impresa semplice: era dovuto andare nelle terre di Camelot per aver un ambiente privo di qualsiasi tipo di energia anche solo lontanamente negativa. Il teletrasporto gli aveva consumato un bel po' di magia e quindi in quel momento era veramente scarico.

Roxen afferrò rapida il bracciale e Milacre le prese la mano per condurla il più velocemente possibile al sicuro. Non sapeva dove e come, ma l'avrebbe fatto.

Stava ormai varcando la soglia, quando un fascio nero gli sfiorò una spalla e nell'evitarlo rischiò di far cadere Roxen, sbattendole contro. Si voltarono entrambi: sul portico imperava il Principe delle Tenebre livido in volto. Questo si poggiò contro una delle colonne, tenendosi stretto un braccio, che si era ferito durante la colluttazione.

- Dove pensavate di andare? - la voce profonda e spettrale echeggiò minacciosa nel giardino. Roxen si strinse istintivamente alle spalle di Milacre, trattenendo lacrime di rabbia.

Un demone si fece avanti e inaspettatamente scansò i due ragazzi per dirigersi verso il Principe.

- Origine ci ha ordinato di farti fuori - il demone aveva sembianze umane, pelle tendente al viola e una specie di tatuaggio celtico su tutta la faccia. In mano un pugnale d'argento.

Roxen si allontanò da Milacre ponendo la sua completa attenzione alla scena: era terrorizzata. Se quel demone avesse colpito il Principe delle Tenebre avrebbe ucciso anche Alexander, e non poteva permetterlo.

- Cos'hai intenzione di fare? - Milacre le afferrò il braccio trattenendola, ma lei si divincolò avvicinandosi lentamente alle spalle del demone. L'esercito dietro di loro sembrava essere in attesa di un segnale da parte del demone viola.

Il vampiro si rizzò in tutta la sua elegante altezza e senza emettere il benché minimo suono, stese il braccio buono e incenerì in pochi secondi tutti i demoni e i mostri alle spalle di Roxen e Milacre lasciando vivo solo quello davanti a lui.

- Origine eh? Ora si fa chiamare così? Beh sappiate che sono io il vostro sovrano ed è a me che dovete obbedire! - si avvicinò a lui minaccioso e lo sollevò in aria tenendolo per i capelli.

Il demone agitò il pugnale d'argento cercando di colpire il vampiro, Roxen restava col fiato sospeso indecisa se intervenire o meno, ma il Principe non sembrava aver bisogno del suo aiuto, forse era il momento giusto per scappare, anche se ascoltare quella conversazione le aveva instillato diversi dubbi, facendole porre domande a cui esigeva una risposta: perchè la Minaccia Primordiale voleva far fuori il Principe delle Tenebre? Era così pericoloso da poter intralciare i suoi piani?

Il vampiro gettò a terra il demone come fosse un sacco della spazzatura. La punta del piede sotto la gola, che premeva sulla carotide. Il demone si dimenava nella speranza di liberarsi, ma più si muoveva più il Principe schiacciava. - Cosa vuole Origine da me? Parla, altrimenti ti ammazzo -

- No! No! Parlerò! - il demone si arrese con fare implorante, il piede fu sollevato quel giusto per dargli la possibilità di respirare e confessare.

- Origine è il suo nome antico, ma qui lo chiamano Minaccia Primordiale. È già stato in questo mondo, diverse volte, l'hanno sempre fermato, ma questa volta ha un'arma che non conosce eguali! E tu... tu sei un ostacolo da eliminare -

Il piede del Principe si alzò, regalando sollievo alla vittima, ma senza pietà ripiombò pesantemente sulla gola del demone rompergli l'osso del collo.

Roxen indietreggiò impaurita. Lo sguardo del vampiro era completamente annebbiato dalla follia e dalla rabbia.

- Strega! - urlò bloccandola - Portami da Origine - ordinò con un ghigno divertito, quasi eccitato. - Non so dove sia, è colui contro cui stiamo combattendo io e Alex - rispose cercando di mantenere il sangue freddo.

Il Principe delle Tenebre afferrò Roxen per il capelli, Milacre gli tirò un pugno sulla guancia, ma non si mosse di un solo millimetro.

Il vampiro guardò glaciale il druido - Sparisci insetto! -

Bastarono quelle semplici parole perché il druido venisse trasformato in un coleottero, che volò via prima che potesse essere schiacciato dalla mano del Principe.

L'essere folle avvicinò il viso a pochi centimetri da quello di Roxen - Ti ho detto che devi portarmi da Origine! Dopo finirò anche con te! -

***

Lionel aveva svegliato tutti avvisando dei nuovi movimenti dello squarcio e insieme a Sara e Soriana discuteva il modo migliore per agire.

- Non possiamo fare molto senza Xander e Roxen! - si lamentò la biondina guardando il cielo che albeggiava.

- Non farti sopraffare da pensieri negativi! Li troverete proprio lì dove vi serviranno. Ora più che altro dovete concentrarvi su come fermare quell'esercito di mostri, demoni e sovraumani. - consigliò l'anziana.

Lionel inspirò profondamente - Credo che dovremo creare una sorta di scala a più fronti di difesa. Io e te, Sara, siamo già stati là, sappiamo cosa ci aspetta e siamo abbastanza forti da poterli affrontare, un centinaio alla volta... -

- Verrò anche io con voi - fu interrotto da Algidea che aveva fatto il suo ingresso nel salone, dopo essersi occupata delle ragazze delle Congrega e averle affidate alla consorella Melissa, in modo che potessero andare in posto sicuro.

Soriana acconsentì valutando le varie opzioni - Lasciateci Samuel a proteggere le ragazze - propose.

Sara, però, scosse la testa - Samuel ci serve sul secondo fronte, con Tricia e Lucy. Sono streghe in gamba, ma hanno bisogno di qualcuno che conosca a fondo i demoni e i sovraumani! Vi lasceremo Vlacu e andrete da Gridoror! Sarete al sicuro, non li faremo neanche avvicinare alle Congreghe. -

Lionel guardò grato Algidea: con una strega potente e scaltra come lei avrebbero avuto sicuramente qualche possibilità in più di farcela.

"Spero solo che Roxen riesca a cavarsela da sola con il Principe."

Chiamarono tutti nella sala centrale e spiegarono loro il piano. In poco meno di mezz'ora si diressero in città, verso il quartiere Nord.

- Tricia, Lucy e Sam, voi resterete qui! Siete il secondo squadrone! Impedite ai nemici di entrare nel centro abitato! - ordinò Sara indicando il punto in cui avrebbero dovuto combattere le due streghe e il vampiro.

Samuel si perse ad ammirare fiero la sua amica: qualche ora prima ridotta in lacrime e in quel momento una guerriera inarrestabile che dettava ordini. La vide subito dopo allontanarsi con Lionel e Algidea nella direzione del quartiere malfamato. Sorridente si voltò verso le due giovani streghe e gli illustrò la stratificazione del mondo sovraumano e demoniaco.

- Allora ragazze una lezione veloce: i demoni hanno sembianze umane, ma hanno poteri soprannaturali e sono senzienti. I mostri sono umanoidi o con sembianze animalesche, poco, pochissimo senzienti, per lo più eseguono ordini e i sovraumani sono umani che sono stati trasformati in vampiri, o licantropi o in demoni... chiaro? - Samuel sfoderò gli artigli e allargò le ali, pronto ad attaccare.

Dalle stradine buie molti nemici si erano già riversati per le vie centrali e poco dopo si vide una sfera oscura colpire il centro: non c'era tempo da perdere. La battaglia stava per avere inizio.

Lionel, Sara e Algidea, nel frattempo, avevano raggiunto il grattacielo e stavano risalendo il corridoio che portava alla terrazza dello squarcio.

- È qui che Roxen è stata maledetta. - sussurrò a denti stretti lo stregone - Ne escono a migliaia - proseguì inorridito dallo spettacolo.

Algidea rimase spiazzata davanti alla quantità smisurata di mostri, demoni e sovraumani che aveva davanti a sé - Già - si limitò a dire.

Lionel strinse forte la mano di Sara e si prepararono a scagliarsi contro quella marmaglia demoniaca, pronti al peggio.

***

Roxen decise di cambiare atteggiamento: con i pazzi bisogna sempre essere accondiscendenti. Smise di opporre resistenza e disse: - Va bene, vi condurrò dove penso che sia Origine -

Il vampiro, piacevolmente sorpreso, la lasciò andare - Oh, vedo che iniziamo a ragionare, mia Signora - le fece un mezzo inchino, prendendola poi sotto braccio, come se si accingessero a fare una passeggiata in una giornata di sole.

La strega lo guidò così al quartiere nord, dove c'era lo squarcio e la mano che l'aveva maledetta. Probabilmente era di Origine. Non aveva prove, solo un sospetto, però era l'unica cosa a cui poteva affidarsi, soprattutto per tener buono quel folle vampiro che aveva l'aspetto di Alexander, ma che non era assolutamente lui.

Ripensò per un attimo a quando il Principe stava per finirla, e gli occhi di lui erano tornarti per un istante neri. Non se l'era immaginato. Alexander c'era ancora da qualche parte là dentro, doveva solo fare in modo che uscisse.

Osservò il profilo del Principe, era uguale al suo alleato, ma non era lui. Il sorriso perennemente perfido che non coinvolgeva mai lo sguardo, le iridi rosse e contornate da pura pazzia, il modo di camminare sicuro ed altezzoso, la parlantina spocchiosa. Sì, l'aspetto era di Alexander, ma non era Alexander.

Mentre era persa nei suoi pensieri non si era accorta che erano quasi arrivati. Il Principe si fermò e le intimò di non fiatare. Si girò guardandosi attorno. Poi una pioggia di frecce d'argento si abbatté su di loro.

Roxen istintivamente protesse entrambi con uno scudo e non appena i dardi terminarono, disse al Principe di scappare.

- Io non scappo davanti a niente! - aveva proclamato lui lanciando una sfera di energia nera in pieno centro città, nella direzione da cui provenivano le frecce.

- NO! Ci sono degli umani! - Roxen si frappose tra il Principe e il resto della popolazione. - Non farlo... non fatelo, vostra maestà - si mise in ginocchio.

- Non mi interessa degli umani! Sono stato attaccato... -

- Sì, e io vi ho protetto! Adesso andiamocene, userete i vostri immensi poteri contro Origine! Siamo ancora distanti! - Roxen gli afferrò la mano e lo costrinse a seguirla.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top