42. Protezione - Protection

Samuel dormiva profondamente, mentre Sara e Vlacu si alternavano nel vegliarlo. Lionel aspettava Sara nella loro camera. Anche se divorato dalla gelosia, aveva deciso di non fare scenate e mettere ulteriormente in difficoltà la vampira. Una domanda sola lo tormentava: se Alexander era andato a cercare informazioni, dove diamine era andato a finire il druido?

Intanto Tricia aveva iniziato a fare le valige e Lucy la osservava mentre camminava avanti e indietro dall'armadio al letto. 

- Trish che senso ha? Anche se sembriamo inutili, saremo sicuramente più importanti qua che alla Congrega! Ci hanno lasciate libere solo perché sanno che avremmo dato una mano ai prescelti! - era l'ennesimo tentativo da parte della strega di far ragionare l'amica e farle cambiare idea.

La ragazza si fermò un istante soppesando le parole della compagna, poi scosse la testa e riprese a mettere indumenti nella valigia. Lucy sbuffò e le afferrò una mano costringendola a guardarla:

– Trish... - 

La strega in questione si lasciò cadere sul letto – Non è vero che siamo più utili qua. Non ci permettono neanche di curare le ferite. – 

Lucy roteò gli occhi e circondò l'amica con un braccio, spingendola verso di sé. Era vero, avevano fatto ben poco durante quelle settimane e l'unico motivo per cui erano lì, era che Tricia voleva stare accanto a Milacre, ma prima o poi sarebbe arrivato anche il loro momento, Lucy ne era certa.

Proprio in quell'istante qualcuno bussò alla porta. Roxen fece capolino con il volto serio.

- Ragazze, c'è bisogno di voi – ecco il loro turno. Lucy si alzò tutta impettita e annuì trascinando con sè anche Tricia.

La rossa aveva riunito tutti gli stregoni della casa, Alexander compreso. 

- Alex mi ha detto che i demoni e i mostri stanno iniziando ad attaccare, Samuel ne è la prova, purtroppo. Anche un mio informatore mi aveva avvisato che il nemico stava preparandosi a un attacco di massa. Col fatto che mi sono esposta tentando di chiudere lo squarcio, ora hanno ben chiaro l'obiettivo. Dobbiamo rendere la villa una base sicura, quindi occorre fare incantesimi di protezione tutto intorno – guardò il suo alleato che annuì deciso.

La decisione era stata presa da lui e Roxen dopo aver curato Samuel. Gli altri si erano rintanati nelle loro camere, pensando di essere di troppo e non poter far altro che attendere la ripresa del vampiro. In quel frangente Alexander e Roxen avevano parlato a lungo, ed erano stati franchi l'uno con l'altra, mettendo a nudo sentimenti e paure.

- Siamo legati, ormai è chiaro. Ma non voglio morderti, anche se la sete e il desiderio mi fanno impazzire! La Sacerdotessa ha detto che mi avrebbe tolto i poteri se avessi tentato ancora di morderti. Ma non è solo per quello: te l'ho già detto una volta, saresti costantemente in pericolo, saresti trattata come una merce dai miei nemici per ricattarmi o altro. Finché non ti mordo saremo indipendenti l'uno dall'altra, sarai al sicuro. Ah... ti informo ufficialmente che non sono in grado di usare alcun controllo mentale. Samuel ha tentato di insegnarmelo in tutte queste settimane, ma non c'è nulla da fare: è il richiamo del Sangue di Rosa, non sono io. - Alexander stava evitando di guardarla negli occhi mentre le parlava.

Si sentiva agitato e in un certo senso anche vulnerabile nell'ammettere tutte quelle sfaccettature del suo animo, ma se dovevano affrontare quella missione dovevano essere sinceri l'uno con l'altra e ammettere anche le proprie debolezze. E lei era una di quelle.

Roxen arrossì sentendo il calore confluire tutto nelle guance. - Mi fido di te, ed essendo il mio Sangue di Rosa, sei l'unica che può toccare e mettermi il bracciale, che è nello scrigno, quello è il sigillo. Una volta messo non potrò morderti e il Principe delle Tenebre non sarà più un problema – continuò Alexander incrociando solo in quel momento le iridi verdi e stranamente tristi della rossa.

La strega si era sentita calpestare il cuore e il vuoto dell'anima si era ampliato inesorabilmente. - Significa che le nostre anime non troveranno mai pace, ma se deve essere fatto, lo faremo. Una volta messo il sigillo non ci fermerà più niente, i nostri obiettivi saranno unicamente la Minaccia Primordiale e tuo fratello... -

- Mio fratello aspetterà – affermò mestamente.

Roxen gli strinse la mano. Sentiva come una voragine aprirsi in pieno petto. Era strano sapere di essere legati a qualcuno, di avere una specie di posto a cui far ritorno, una persona a cui si appartiene, ma non poterlo esprimere al cento per cento. 

– Ho letto una cosa che non so se ti piacerà... - continuava a interromperla e a evitare il contatto con lei, sottraendo la mano.

 - Roxy, tutto il resto verrà dopo. Dobbiamo agire, prima che qualcuno si faccia male sul serio, prima che ci scappino dei morti – riprese il suo piglio distaccato e fece per andarsene, ma Roxen lo fermò. 

- Allora facciamo un piano! - aveva tentato lei e in quel momento si erano messi a discutere solo della missione e della protezione dei loro amici.

- La difesa della casa sarà divisa su quattro livelli: Tricia e Lucy anello esterno, dal cancello. Lio, tu nel giardino, Alex dal portico e io dall'interno. Dobbiamo usare gli incantesimi di protezione più potenti che conosciamo e magari disseminare trappole e allarmi per mostri, demoni e sovraumani - 

- E semidivinità decadute – aggiunse Lionel preparandosi a uscire.

Le due streghe si disposero su due lati della villa, una davanti e l'altra sul retro. Imposero le mani e recitando all'unisono la formula di protezione fecero apparire uno scudo blu.

Lionel si posizionò nel giardino tra il cancello e il portico. Alzò le mani al cielo e recitò – Fortezza di cielo, fortezza di terra. Chiudi e proteggi l'abitazione – un arco verde percorse tutto il perimetro della villa, chiudendosi attorno ad essa.

Alexander sul portico toccò le colonne, una ad una, ricoprendole di una strana nebbia nera – Demoni, mostri e sovraumani sconosciuti, vengano inceneriti al passaggio sotto al tetto, poiché ospiti non graditi -.

Roxen cercò il punto più centrale della villa, si sedette e toccando il pavimento pronunciò la sua formula – Nessun sconosciuto varcherà quella soglia, se non vuole che il calore dal drago di fuoco lo sciolga – le mura della villa lampeggiarono di rosso vivo per un istante.

Sara uscì dalla stanza di Samuel trafelata, non capendo cosa stesse succedendo e preoccupandosi che fossero sotto attacco. Roxen, però, le spiegò con calma che stavano correndo ai ripari, perché dovevano prepararsi a un assedio da parte dei nemici.

- Samuel dorme ancora. L'antidoto ci mette tempo a fare effetto – le braccia erano incrociate sul ventre e tentennava indecisa se aggiungere altro o meno. 

Roxen le sfregò energicamente le spalle per darle conforto, ma prima che potesse aprire bocca la chiamarono: 

– Roxy... la terrazza, potrebbe essere un punto debole – Lucy iniziò a salire al piano superiore 

– Giusto! Una protezione dall'alto non sarebbe male - confermò seguendola e lanciando uno sguardo di scuse all'amica.

Continuarono a fare incantesimi di protezione e a mettere trappole magiche fino all'ora di cena, quando consumarono il pasto in un silenzio totale. I soli rumori che si udivano erano quelli delle forchette che toccavano i fondi dei piatti, dei coltelli poggiati sul tavolo e delle bibite versate nei bicchieri. Sara e Lionel non si guardavano, avevano entrambi la testa bassa. Vlacu era rimasto in camera con Samuel, mentre Alexander e Roxen fissavano i loro amici, non sapendo bene che dire per alleggerire l'atmosfera. 

Lucy e Tricia, invece, erano preoccupate per la scomparsa di Milacre. Negli ultimi giorni i pasti erano stati spesso chiassosi tra chiacchiere e notizie di riepilogo della giornata, ma con tutto quello che era successo in quei due giorni, nessuno aveva voglia di parlare. Inoltre il pensiero di un'imminente battaglia era diventato parecchio tangibile.

Ben presto la sala si svuotò e ognuno si ritirò nella proprie camere.

Alexander bussò alla porta di Roxen portando con sé lo scrigno. - È ora – glielo pose in mano e attese che la ragazza lo aprisse.

– Ne sei sicuro? - 

Alexander annuì fermo – Sicurissimo. -

Roxen prese tra le mani il bracciale di metallo nero, si sentì caricata di un'enorme responsabilità e il sangue cominciò ad affluirle alle guance, facendola sentire accaldata. 

- Una volta messo, avremo la conferma definitiva che sono il tuo Sangue di Rosa – disse più a sé stessa che ad Alexander. 

- Io non ho dubbi – sussurrò il vampiro arrotolando la camicia sul bicipite e porgendole il braccio.

Un tuffo al cuore nell'udire quelle parole soffocate da un sospiro e Roxen aprì il bracciale. Poco prima di posarlo al polso di Alexander esitò, guardandolo negli occhi. Non voleva sigillarlo, non voleva ammetterlo neanche a sè stessa, ma il suo sangue pulsava di vita quando gli era accanto e l'idea di non essere morsa le faceva più male di quanto potesse immaginare. 

- Roxy, ti prego - la implorò il vampiro afferrandole il braccio che tremava senza che lei ne avesse il controllo. 

Una lacrima le scivolò lungo il viso, mentre il metallo freddo del bracciale toccava il polso di Alexander. I battiti del cuore di entrambi tamburellavano ad una velocità folle. Roxen non si rese nemmeno conto di trattenere il respiro.

La mano del ragazzo la fermò poco prima che chiudesse il bracciale. Roxen alzò la testa di scatto sorridendo, ma il sorriso le morì subito sul volto.

- I miei omaggi... mia Signora – le iridi rosso sangue, i canini affilati e le corna appuntite sul capo fecero la loro comparsa dando un terrificante annuncio. 

Il Principe delle Tenebre si era risvegliato.

Spazio autrice

Questo capitolo pare poco movimentato e molto tranquillo, finchè non si arriva alle ultime righe.

Cosa ne pensate? Manca di pathos? Avete qualche suggerimento?

Fatemi sapere e se vi va votate e commentate.

Anna

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