40. Incandescenza -Incandescence
Aveva visto Roxen nel giardino, con ancora indosso l'asciugamano con cui l'aveva avvolta uscita dalla vasca. Segno che l'incantesimo stesse ancora funzionando. Ne era felice.
Le si era avvicinato di soppiatto per capire se fosse in compagnia o meno, così l'aveva sorpresa a guardare Lionel e Sara che si baciavano e l'aveva trovata estremamente curiosa come cosa. Così l'aveva provocata e lei aveva cercato di difendersi, poi però era stata rapita dal morso di Sara e Alexander si era improvvisamente reso conto che nessuno poteva vederli dal punto in cui si trovavano. Roxen era vulnerabile, senza magia, davanti a lui. La sete era divampata come un incendio in tutto il suo corpo, afferrandolo per la gola e impedendogli di essere lucido.
Quegli occhi color speranza lo scrutavano, ma non lo temevano e cosa ancor più grave, non lo allontanavano.
- Fermami - le aveva sussurrato, perché quello era un punto di non ritorno, non solo per loro, ma per tutti i mondi.
Il Principe delle Tenebre ribolliva per uscire, se l'avesse morsa avrebbe tentato di prendere il sopravvento e renderla sua compagna per l'eternità, condannandola a un destino infelice: schiava e prigioniera di un essere sempre in lotta con il resto del mondo, nel tentativo di soggiogarlo con la forza.
La carezza di Roxen sulla guancia lo aveva riportato per un attimo alla realtà e si era scostato dal suo collo per guardarle gli occhi. Fu in quell'attimo che ne prese appieno coscienza: per quanto le fosse stato lontano, per quanto avesse tenuto fede ai suoi principi e valori, per quanto si fosse sforzato di non cedere alla sete che aveva di lei, non l'avrebbe mai vinta. L'avrebbe rincorsa e trovata ovunque, era il SUO Sangue di Rosa. Roxen era SUA, apparteneva a lui, che lo volesse o meno. O forse era il contrario? Era lui ad essere di Roxen, era lui ad esserne schiavo, dato che ne bramava il sangue costantemente.
Con la fronte si appoggiò lentamente a quella di Roxen, e chiudendo gli occhi inspirò ogni singola particella del suo profumo. Lei gli posò le mani sulle sue e si lasciò andare all'evidenza.
- Non posso fermarti - aveva detto debolmente, dolore e gioia allo stesso tempo nel pronunciare quelle parole.
- Perchè? - la supplica di Alexander. Uno dei due doveva avere più forza d'animo dell'altra, altrimenti... altrimenti cosa? Cosa sarebbe potuto accadere realmente?
Una volta morsa, probabilmente anche il Principe delle Tenebre si sarebbe sentito appagato e non avrebbero più vissuto sfasati. In fondo anche Alexander anelava a quel nettare color porpora.
Ma se così non fosse stato? Se invece di calmarsi lo spirito si sarebbe ridestato più folle e distruttivo di prima? Valeva la pena rischiare?
- Non riesco a respingerti, è come se provassi una grande pena dentro di me... -
Cos'aveva detto? Pena?
Alexander si staccò brusco, afferrandole i polsi e fissandola torvo - Provi pena per me? - la ferocia che trapelava dalle sue parole fu come uno schiaffo e Roxen si trovò catapultata nel giardino, con l'effetto refrigerante che stava per terminare.
Guardò il ragazzo spaesata, cos'aveva detto di sbagliato? No, non provava pena per lui. Non era quello che intendeva dire. - No, non è così... io... -
Il vampiro non le diede la possibilità di spiegarsi, che già gesticolava colmo di rabbia e frustrazione. - Io sono il vampiro più potente dei mondi, potrei cibarmi di qualsiasi essere vivente, ma non lo faccio perché voglio cambiare le cose, voglio insegnare ai vampiri il rispetto per gli altri esseri. Ma tu sei il mio punto debole, il mio stramaledetto SANGUE DI ROSA... -
Roxen ebbe un sussulto e arrancò nella speranza di riavvicinarsi a lui - Che cerco di tenere a debita distanza, perché ti divorerei talmente ti desidero! Cerco in tutti i modi di proteggerti da me, da quello che potrei diventare, domando i miei istinti, costringendoli ad addormentarsi, ad accontentarsi di poter solo immaginare come possa essere e tu... tu provi pena per me? - gli occhi erano arrossati e furibondi.
Un altro tentativo di afferrarlo per dirgli che non era quello che voleva esprimere, ma lui si scostò riluttante, e la strega iniziò a riprovare il bruciore alle mani.
Alexander se ne accorse e provò un moto di dolore per Roxen, ma subito serrò la mascella e si erse nella sua fiera altezza. Passandole accanto le diede il biglietto di Giada - Questo è da parte del fratello della streghetta che ti aveva sfidato alla Congrega - fece qualche passo, poi si fermò - Ah, dimenticavo... Soriana non è a conoscenza di rimedi per questa maledizione, ha detto che dovremmo, dovresti, invocare la Sacerdotessa. -
Ormai il suo animo si era allontanato da quello della rossa, desiderava solo mettere distanza tra di loro, per evitare ancora una volta di soccombere a quel desiderio pulsante che gli sfondava il petto.
Roxen non capiva se fosse più forte il dolore alle mani o quella sensazione di angoscia che le appesantiva il cuore dopo le parole che le aveva rivolto il suo alleato. - Alex dove vai? - urlò e a quel punto anche Sara e Lionel si accorsero della loro presenza.
Lo rincorse incurante della temperatura che riprendeva a salire vertiginosamente e prima che varcasse il portico riuscì ad afferrargli un braccio. Il era respiro corto, e gli occhi lucidi per la febbre e il bruciore - Alex, idiota di un succhiasangue orgoglioso! Non ho mai detto di provare pena per te... - si aggrappò al lembo della sua camicia, lui cercava di divincolarsi, ma quando la vide accasciarsi al suolo, l'afferrò prima che potesse sbattere la testa.
***
Erano tutti in camera di Roxen, che aspettavano di vederla riaprire gli occhi. Ma nonostante gli unguenti di Milacre e le manciate di acqua gelida di Lionel, la strega restava febbricitante ed incosciente.
Alexander uscì senza dire una parola e Samuel lo seguì - Che intenzioni hai? Non fare pazzie. -
Il ragazzo guardò perplesso l'amico - Sam, ma che cavolo dici? Vado ad invocare la Sacerdotessa. Giunti a questo punto è l'unica che possa aiutarci, spero. -
- Oh, ok. Scusa, mi è presa l'ansia - si giustificò il vampiro dagli occhi di ghiaccio, tirando un sospiro di sollievo.
- Se vuoi aiutarci, dovrai abituarti a questo genere di situazioni. Per Roxen è la seconda volta che viene colpita da una maledizione, mi chiedo quando toccherà a me... -
Detto ciò, Alexander salì ai piani superiori e sulla terrazza invocò la Sacerdotessa. In attesa della sua apparizione, fissò l'orizzonte: lo squarcio era ben visibile anche da lì. Nero e profondo, poteva distinguere le sagome dei demoni e dei mostri che ne venivano fuori. Sbuffò ripensando alla frustrazione che lo aveva colpito prima, quando ancora una volta la sete stava per avere il sopravvento e a quanto fosse stato così vicino ad appagarla.
- Vampiro - la Sacerdotessa fece la sua comparsa in vesti bianche, talmente candide da accecarlo e il volto pallido e inespressivo.
- Sacerdotessa Milene - fece un inchino, era meglio non farla arrabbiare ed essere più accondiscendenti possibili.
- Se mi hai chiamato per la maledizione di Roxen, le divinità che stanno sopra di me hanno appena capito qual è la complicazione che vi impedisce di aiutarla. -
Alexander si agitò spingendosi verso la sua figura fluttuante - Avanti, parlate! - la esortò con ansia crescente.
- La maledizione ha colpito il rubino, non la strega. Dovete toglierlo e darlo al druido perché lo purifichi. -
Alexander sorrise amareggiato. "L'utilità del druido" pensò fissando a terra e stringendo i pugni.
- Come facciamo a separarla dal rubino? È dentro il suo corpo! - domandò avvilito.
Il volto della Sacerdotessa fu turbato da una smorfia di disgusto - Di questo dovrai occupartene tu: devi privarla del cuore per qualche minuto e sottrarvi il rubino. -
Alexander sgranò gli occhi - Che cosa? -
La Sacerdotessa tornò ad essere impassibile - Fallo Vampiro! -
Alexander iniziò a guardarsi le mani e a pensare che dovesse affondarle nel petto di Roxen, fu colto per un attimo dalla paura di farle del male e di non riuscire ad aiutarla, ma i suoi pensieri furono presto interrotti da altro.
- Questo è l'ultimo avvertimento: tenta ancora una volta di mordere la strega e ti priverò di ogni potere magico -
Le iridi del ragazzo saettarono su di lei terrorizzate - Ma... - tentò di protestare, ma la donna svanì così come era apparsa, senza dargli alcuna possibilità di replica.
Quando tornò ai piani inferiori vide Lionel con le mani tese sul corpo di Roxen, che diventava sempre più rosso e caldo. Tutti quelli che le stavano attorno avvertivano il suo calore anomalo.
- Scioglie il ghiaccio. Io non posso fare più di così - si era scusato lo stregone con tono preoccupato.
Tricia e Lucy avevano aperto tutte le finestre della casa per far entrare l'aria gelida di dicembre, ma a nulla era servito.
Tutti fissarono Alexander in attesa di qualche novità positiva da parte della Sacerdotessa. Sentendosi sotto pressione tossicchiò inspirando aria - È il rubino a essere maledetto, non lei. - spiegò loro quello che gli aveva detto la Sacerdotessa, poi si avvicinò cauto al corpo della strega.
Mentre tutti lo guardavano allarmati: stava davvero per strappare il cuore dalla cassa toracica di Roxen? I respiri si fecero brevi e profondi. Sara strinse il braccio di Lionel e volse lo sguardo altrove, mentre Lucy e Tricia si abbracciarono confortandosi a vicenda.
Alexander posò una mano sul petto della rossa resistendo al calore incandescente e, prima di strapparle il cuore, guardò Milacre - Ci stiamo affidando a te. -
Con un colpo secco penetrò nel torace della ragazza. Roxen spalancò gli occhi e la bocca, mentre un urlo le moriva in gola. Il ragazzo sentiva bruciare dall'interno tutti i suoi organi. La fissò con grande rammarico, venendo colto da una strana fitta allo stomaco, come se soffrisse per lei. Smettendo di esitare afferrò il cuore e lo estrasse dal petto.
- Svelto Alex, non può stare a lungo senza cuore, svelto! - urlò Sara in lacrime, con la paura di non poter riavere la sua amica.
Lionel corse veloce accanto a Roxen congelandola, come se fosse ibernata, per non farla morire.
Alexander cercò di separare alla svelta il rubino dal cuore, ma non fu facile: il cuore era completamente avviluppato attorno alla pietra, se l'avesse tolta bruscamente avrebbe rischiato di rompere qualcosa di importante.
- Cosa diamine stai aspettando? - lo aggredì Milacre.
- Taci druido! Sto cercando di salvarla! - gli urlò come risposta.
Fece un respiro profondo e lentamente aprì il cuore con gli artigli. Sara si portò le mani alla bocca mordendole per la tensione. Con movimenti attenti e precisi, Alexander riuscì a separare il rubino dal cuore e rapido lo lanciò al druido, che non appena lo prese si ustionò. - Adesso muoviti! - gli occhi ridotti a due fessure.
- Lio rompi l'ibernazione, devo subito rimetterle il cuore! - ordinò all'amico.
Con la magia ricucì i tagli che aveva procurato all'organo e con un gesto altrettanto veloce e deciso, come quando l'aveva estratto, lo rimise nel petto di Roxen.
Dopo secondi che parvero interminabili, Roxen riprese a respirare e il suo colorito tornò rosa pallido come era sempre stato. Sara si gettò su di lei abbracciandola - Basta morire Roxy, basta! - diceva singhiozzante.
Samuel guardò la biondina e pensò che a lui non aveva mai dedicato simili abbracci, ma la sua attenzione fu presto catturata da Alexander che aveva seguito il druido nel giardino.
- Cosa le stavi facendo? - domandò Milacre stringendo tra le mani il rubino, il volto contratto in una smorfia di rabbia.
Alexander era furioso, il sangue gli ribolliva nella vene - P U R I F I C A quel rubino - la voce dura e i pugni stretti pronti ad essere scagliati sulla sua faccia.
Milacre sorrise sinistro - Non sono un tuo suddito, Principe delle Tenebre -
Il vampiro non gli diede il tempo di aggiungere altro che gli fu addosso. Lo atterrò con un pugno in faccia, poi gli fu sopra: una mano che stringeva il collo, l'altra pronta a colpirlo di nuovo, sull'altra guancia.
- Ho detto PURIFICA QUEL RUBINO! - sbraitò colpendolo di nuovo.
Samuel lo prese alle spalle e lo allontanò, rischiando di beccarsi un pugno a sua volta.
- Sam, lasciami andare, maledetto! Quell'infame si permette di farsi beffe di me in un momento come questo! - urlava dimenandosi.
Il druido si rialzò pulendosi la faccia col dorso della mano - Tieni lontano quel cane rabbioso, devo purificare il rubino -
Alexander stava di nuovo per saltargli addosso, ma Samuel e anche Vlacu, accorso subito dopo aver sentito le urla, lo tennero ben stretto.
- Alex, datti una calmata. Roxen ha chiesto di te. Torna dentro e lascia perdere quel finto Merlino - Samuel lo spinse in casa, nonostante le sue proteste.
Il vampiro, però, era pieno di rabbia, verso sé stesso e verso quel druido, che credeva di essere il salvatore del mondo.
Non voleva incontrare Roxen in un momento del genere: la Sacerdotessa gli aveva dato un ultimatum, non poteva rischiare di perdere i suoi poteri per la sua dannata sete. Doveva farsi mettere il sigillo, ma non era ancora pronto ad affrontarla dopo quello che le aveva urlato in giardino, anche perché avrebbe significato rispondere alle sue domande e spiegarle come aveva avuto la conferma che fosse il suo Sangue di Rosa. No, non era in grado in quel momento.
Si divincolò da Samuel e Vlacu e si allontanò per dirigersi in città, dalle sue vecchie fonti, a chiedere informazioni su "Origine". Meglio stare all'aria aperta per un po', finché il suo ardore non si fosse placato.
***
Roxen si era ripresa, la temperatura le era tornata normale, anzi in quel momento avvertiva addirittura freddo. Sara non le si era scollata da dosso finché Lionel non l'aveva presa di peso e l'aveva allontanata.
I due amici le chiesero cosa ci facessero nel giardino lei e Alexander e perché lo stesse rincorrendo disperata.
- Ero venuta a cercare voi. Volevo sapere come stavate. Vi ho messo in pericolo ieri... -
Sara scosse la testa sorridendo interrompendola - Stiamo bene e abbiamo accettato di aiutarvi in questa missione, quindi non ti preoccupare per noi, sappiamo badare a noi stessi. -
Roxen stava per rivelare loro di essere il Sangue di Rosa di Alexander, quando Samuel e Vlacu entrarono agitati nella camera di Roxen - Ragazzi avete visto Alex e il druido? Sono spariti! -
- Sì, li avevamo separati, perché il Signor Alexandrei stava prendendo a pugni il druido, poi appena ci siamo voltati sono scomparsi entrambi -
Lionel scattò in allarme - Alex finirà per ammazzarlo se non lo fermiamo! -
Angolo Autrice
Salve cari lettori!
Volevo dirvi/ricordarvi che potete avere notizie di Prophecy, dei suoi personaggi e della sua autrice sulla pagina Istangram: anneg.right
Nel caso passaste anche da lì, vi ringrazio tanto!
P.s se vi sta piacendo fatemelo sapere 😊
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