39. Se deve essere... -If it must be...

Soriana e Algidea avevano sicuramente la soluzione. DOVEVANO averla, altrimenti Roxen avrebbe rischiato l'autocombustione. Alexander invece minacciava di far uscire allo scoperto lo spirito del Principe delle Tenebre con quel Milacre, che non faceva altro che provocarlo e irritarlo. Pensare che si erano visti solo un paio di volte e che aveva fatto ritorno a Mediana solo il giorno prima.

Arrivò alla Congrega e subito bussò alla porta. Algidea andò ad aprirgli in vestaglia da notte, sbadigliando e con i capelli tutti aggrovigliati – Senti vampiro, voi forse non avete bisogno di dormire, ma noi sì! Sono le otto di sabato mattina, per la barba di Silente! - borbottò facendogli largo per farlo entrare.

 - Ehm, scusa, ma Roxen è molto grave... ma non si diceva per la barba di Merlino? - 

Algidea lo fece accomodare nella sala agitando una mano come per dire "lascia perdere" - Merlino è nostro amico, ed esiste... Silente è solo un personaggio di un libro, ragazzo – spiegò mentre si avviava verso la zona notte per chiamare Soriana.

Alexander decise di annuire e lasciar cadere lì il discorso, aveva decisamente altro a cui pensare e prima che le due streghe anziane facessero ritorno, Giada, la ragazzina ribelle che aveva sfidato Roxen durante una lezione, sgattaiolò nella sala e furtiva si avvicinò al vampiro.

- Ciao – sussurrò circospetta, continuando a guardarsi le spalle con ansia. 

– Ciao – le fece eco lui cercando di ricordare dove l'avesse incontrata. 

La giovane strega lanciò ancora un'occhiata dietro di sè poi si decise a parlare – Devo fare in fretta. Tu sei il vampiro alleato di Roxen, giusto? -

- Sì - 

Giada annuì decisa – Mio fratello è un monaco del monastero, è stato lui a indicare a Roxen dove fosse il libro che cercava. Mi ha detto che avrebbe potuto aiutarla anche questa volta. Ma non mi ha dato molte indicazioni. Mi ha solo passato questo biglietto da consegnarle. Posso darlo a te? -  glielo allungò sperando che lo prendesse alla svelta, prima che Algidea e Soriana la vedessero. Non era sicura che avrebbero approvato.

Alexander agguantò il foglio di carta – Certo! Ci penso io, grazie! - le sorrise facendole un cenno col capo.

Giada arrossì davanti la sua cortesia: non capiva perchè a Roxen stesse così antipatico, sembrava un vero principe nei modi di fare. Corse veloce sulle scale tornando in camera sua, mentre il cuore le batteva un po' più veloce del solito.

Alexander si rigirò il biglietto tra le dita, era molto tentato di leggerlo, ma pensò fosse meglio farlo avere prima alla sua alleata, altrimenti avrebbero finito col discutere di nuovo. Sospirando si stiracchiò un po' sul divano su cui era seduto e in quel frangente Soriana fece il suo ingresso.

Si sedette di fronte a lui scuotendo la testa e iniziò a parlare come se fossero stati appena interrotti e stessero riprendendo – Eh Alexandrei, in realtà contro una maledizione del genere noi possiamo ben poco. Il rubino può proteggerla da fatture mortali, ma non da questo tipo di maledizione - 

- No, Sori. Non dirmi così! Dobbiamo fare qualcosa, soffre terribilmente e non può usare la magia – la debole protesta di Alexander fece percepire tutta l'angoscia e la preoccupazione verso la sua alleata.

L'anziana veggente sospirò dispiaciuta battendosi le mani sulle gambe – Noi non possiamo nulla, forse la Sacerdotessa può – suggerì instillando un piccolo seme di sperenza.

Il ragazzo scattò in piedi – Ok, va bene, la invocheremo! Ma qualcosa deve pur esserci! - 

- Beh sì, la soluzione è quella a cui hai già pensato tu ieri: trasferire la maledizione a qualcun altro – intervenne Algidea, che nel frattempo si era cambiata e sistemata i capelli. 

- Va bene, sono disposto a farlo, posso prenderla io la sua maledizione! - affermò con veemenza stringendosi i pugni al petto.

Le due streghe si guardarono – Tu non puoi farlo. Sei un mestizio, il tuo sangue non è puro, rischiereste solo di morire entrambi. Trasferire una maledizione non è una questione semplice – spiegò Soriana.

- E va bene, nel caso non riuscissimo ad avere altra scelta, cercheremo qualcuno in grado di sopportare la maledizione che non sia un mestizio. D'accordo? - le sue stesse parole incerte e con poca fiducia per l'esito di quella situazione lo resero un po' meno sicuro di sè e lo sconforto si impadronì del suo petto.

Le due streghe annuirono sospirando, continuando a lanciarsi occhiate d'intesa e prima che Alexander uscisse dalla Congrega, Soriana lo fermò, e quatta quatta gli si accostò all'orecchio per sussurrargli qualcosa. Le mani nodose avevano una certa presa sul braccio del ragazzo, che dovette chinarsi per poter agevolare l'anziana veggente. - Tra poco arriverà, devi assolutamente mettere il bracciale e ti prego, ti prego... ignora il druido! Tanto Roxen non lo farà mai entrare nel suo cuore. Ma tu concentrati sulla missione come fa lei, per piacere, ne va delle vostre vite, e il druido è utile! - 

Il vampiro sbuffò al pensiero di dover essere paziente con quel Milacre – Chi arriverà? Soriana non parlarmi per enigmi! - ma la strega si era già staccata dal braccio e si era allontanata dandogli le spalle. 

Di sicuro quella giornata non era iniziata per il verso giusto.

                                                                                             ***

Alla villa Samuel, Vlacu e Lionel stavano parlando concitati, con grande sorpresa di Sara, che si aspettava di vedere lo stregone e il suo amico vampiro azzuffarsi da un momento all'altro.

I tre discutevano sull'aura demoniaca che avevano avvertito quella mattina, poco prima che Alexander uscisse di casa.

Samuel era a letto quando l'aveva avvertita: stava rigirandosi tra le lenzuola cercando di coprire la faccia col cuscino, dato che la sua camera non aveva tende e dalle finestre la luce del sole entrava prepotente. Ma il senso di oppressione e tutta quella rabbia che sentiva non essere suoi, lo avevano spinto ad alzarsi e a cercarne la fonte.

Lionel invece stava dando le spalle a Sara, troppo preso dalla gelosia per poterla abbracciare come faceva tutte le mattine da circa un mese a quella parte. Si era davvero sentito vacillare la terra sotto i piedi quando l'aveva vista arrossire tra le braccia di Samuel. Però il legame che aveva con Sara andava oltre ogni tipo di sentimento terreno. Era il suo Sangue di Rosa e nulla avrebbe potuto allontanarli, nulla. E mentre rifletteva su quei pensieri aveva avvertito quella rabbia che cresceva a dismisura, che quasi urlava al di là delle pareti, e quella sensazione di possesso che echeggiava in tutta la villa. Si era precipitato subito alla porta aprendola.

Vlacu stava russando della grossa quando si era svegliato di soprassalto come avesse ricevuto una botta in testa, tant'è che era rotolato giù dal materasso e si era rialzato tutto confuso. - Signore, siete voi? - aveva domandato aprendo l'uscio della camera.

E fu così che tutti e tre si erano ritrovati sulle soglie delle loro rispettive stanze e si erano visti passare davanti un Alexander furioso, che se n'era uscito sbattendo la porta di casa.

- Quindi l'avete sentita anche voi? - domandò Samuel mettendo piede in corridoio, venendo raggiunto dagli altri due.

- Sì, per me era impossibile non avvertirla! Mi strideva nelle orecchie – affermò Lionel. 

Vlacu invece scuoteva la testa a destra e a manca – Era il Signor Alexandrei, era lui a emanarla. Il Principe delle Tenebre sta fremendo per uscire. Occorre mettergli il sigillo al più presto! - 

Samuel scoccò un'occhiata d'avvertimento all'anziano, che la  colse un po' troppo tardi e subito si mise le mani sulla bocca. Lionel li guardò incuriosito – Che sigillo? -

- Appunto - sussurrò a denti stretti il vampiro dagli occhi di ghiaccio contro Vlacu.

A quel punto l'anziano, costernato, raccontò allo stregone della Sterminatrice e dei suoi manufatti per domare il Principe delle Tenebre, quindi dell'esistenza del bracciale che avrebbe potuto sigillarlo e che era stato recuperato alla Congrega di Soriana.

- Cosa aspetta a metterselo? - aveva sbottato Lionel a fine spiegazione agitando le mani in aria.

– Deve essere Roxen a farlo. Solo lei può toccarlo. Probabilmente a causa della maledizione che l'ha colpita e per paura che le succeda qualcosa, Xander sta aspettando - ipotizzò Samuel

Lo stregone annuì – Ok, comprensibile. Ma se non riuscirà più a gestirlo, se finirà come alla Foresta Incantata? - Sara gli arrivò alle spalle e con fare confortante gli strinse un braccio, poi si unì a loro.

- Roxen l'ha fermato. Nel caso lo fermerà di nuovo – affermò sicura.

Samuel alzò lo sguardo su Sara, voleva essere il più discreto possibile ed evitare di essere nuovamente motivo di discussione tra la sua amica e il ricciolino, ma gli sembrava un'impresa così difficile non ammirarla. Per quanto tempo non aveva posato gli occhi su quel viso?

Eppure per tanti anni, decenni, l'aveva avuta sotto il suo sguardo. Quando erano piccoli giocavano sempre alla Principessa e al cavaliere nero. Per più di novanta anni avevano scelto di tenere un aspetto da bambini, sapevano che sarebbe arrivato un vampiro speciale, il secondogenito dei Kropowskji e avevano di crescere con lui. Fu una scelta dettata dal cuore, come una premonizione che si avverava. Lo aspettavano e arrivò. Finalmente avrebbero potuto crescere insieme e mutare il loro aspetto.

Quando Sara aveva abbandonato Bran aveva l'aspetto di una  quattordicenne, e lui le voleva un bene dell'anima. La notte in cui era stato attuato il piano, Samuel aveva preso a pugni un albero, dalla rabbia, finché non lo abbattuto. La sua migliore amica lo lasciava per non far ammazzare la sua famiglia da quell'infame di Dracula anche se lui sarebbe stato disposto anche a sposarla come richiedeva il nonno, ma non voleva negarle la libertà di esplorare il mondo, qual era il suo desiderio, e incatenarla per sempre a lui e alla sua famiglia maledetta.

Ora Sara era davanti ai suoi occhi, con l'aspetto di una diciannovenne, i capelli biondo oro raccolti in una coda alta, gli occhi gialli attenti e vigili su qualsiasi movimento e le mani, le mani intrecciate a quelle di Lionel, per rendere chiaro a tutti il loro legame indissolubile.

Un sospiro di sconforto gli uscì appena dalle labbra, ma subito lo camuffò con un colpo di tosse e chiamò in quel modo l'attenzione su di sé.

- Credo che Lio sia preoccupato per una buona ragione: ora che Roxen non può usare i suoi poteri, se si risveglia completamente il Principe delle Tenebre, siamo nel letame fino al collo! - Lionel allargò le braccia per sottolineare che quello che aveva detto Samuel era giusto e lo ringraziò per il sostegno.

- Purtroppo non possiamo fare altrimenti, se non aspettare e sperare che le cose si mettano a posto – concluse Sara.

Tricia e Lucy fecero capolino nella sala, dove era avvenuta da poco la discussione. Samuel si alzò subito in piedi facendo un piccolo inchino – Buon giorno, signore! Dormito bene? - domandò loro avvicinandosi con fare galante.

Lionel seguì subito lo sguardo di Sara che era dirottato sul vampiro, e a quel punto la prese per mano e con una certa forza la portò in giardino.

                                                                                       ***

Dopo che Alexander si era diretto alla Congrega, Roxen era rimasta in camera avvolta in quell'asciugamano enorme e morbido. L'aiutava a mantenere una temperatura normale, grazie ad un incantesimo fatto dal ragazzo, così non rischiava il surriscaldamento e l'autocombustione.

Alla fine il vampiro si stava rivelando il miglior alleato che le sarebbe potuto capitare. Sì, aveva tentato di ucciderla tre volte, due delle quali sotto il controllo mentale di altre persone o entità. Ma quando era in sé era la persona più affidabile e stupidamente piena di sé che conoscesse.

Mentre sorrideva inconsciamente a quei pensieri, Milacre aveva bussato alla porta e lei lo aveva fatto entrare. Visto che in quel momento si sentiva meglio, avrebbe potuto chiedergli della visita al Monastero.

- Roxy, come stai? - il diminutivo detto da lui iniziava a storpiare. Roxen non lo sapeva per certo, ma era come se la voce del druido stonasse completamente nel chiamarla in quel modo.

La strega sorrise e gli disse che infagottata in quell'asciugamano si stava bene e che il merito era tutto di Alexander.

Al suono di quel nome Milacre fece una smorfia che impensierì Roxen – È successo qualcosa? - 

Il druido le si avvicinò e si sedette sul letto accanto a lei. Iniziò a raccontarle dell'origine dei Druidi, di come questi erano nati in Gallia, ai tempi di Romani, poi le conquiste del famoso quanto leggendario Re Artù erano scese dalla Bretagna fino al loro territorio e i Druidi avevano fatto la conoscenza di Merlino. Avevano ampliato le loro competenze e avevano voluto seguirlo seguirlo fino a Camelot, dove ancora oggi vengono reclutati giovani ragazzi dal cuore puro, a cui viene insegnata la magia della natura e delle rune.

Roxen cercò di seguire il discorso, aspettando di capire dove volesse andare a parare, poi quando Milacre iniziò a parlare del fatto che vi fossero donne, la strega prontamente cambiò argomento fermandolo – Oh Milacre, a proposito di uomini senza donne... al monastero ti hanno ricevuto? -

Il druido mosse la bocca per parlare ma non gli uscì alcun suono. Era rimasto interdetto per l'interruzione. Chiuse gli occhi e serrò le labbra, inspirò lentamente e si diede un leggero colpetto con entrambe le mani sulle ginocchia.

- Sì, ovviamente quando gli ho detto il motivo della mia visita si sono rifiutati categoricamente di darmi un qualsiasi tipo di indizio a riguardo. Poi gli ho proposto uno scambio, con un oggetto che noi druidi custodiamo, e a quel punto hanno detto di sì. Ci lasceranno esplorare di nuovo il monastero per trovare il secondo pezzo di Profezia – 

Gli occhi di Roxen si illuminarono di gioia. - Sì! Finalmente qualcosa che va per il verso giusto! Oh, Milacre grazie! Se troveremo davvero un altro frammento di Profezia ti ricompenseremo a dovere – 

Il druido tirò indietro la testa indignato – Troveremo? Ricompenseremo? - 

Roxen lo guardò smarrita, poi si indicò – Sì, io e Alex... ma sicuramente ci sarete anche voi con noi – 

Milacre fece lentamente "no" con il capo. – Alexander e la maggior parte dei vostri amici sono vampiri, non possono entrare. Solo gli esseri puri possono. -

La ragazza abbassò la testa pensierosa. La Profezia riguardava lei e Alexander, come poteva lasciarlo fuori? Soprattutto dopo che gli aveva fatto tutto quel discorso sul non allontanarsi. Sarebbe stato come prenderlo in giro.

- No, Milacre. Alexander verrà con noi, deve e lo sai anche tu – il tono era risoluto e lo sguardo severo. 

Milacre tentennò. Se voleva che Roxen lo guardasse come un uomo e non solo come un druido, doveva accattivarsi le sue attenzioni e mettersela contro ostacolando la sua missione non sarebbe stata certo un'ottima mossa. - Va bene – cedette – A patto che lui resti fuori dalla fortezza -. 

Roxen annuì – Penso che lo comprenderà – sorrise rincuorata.

Quando vide che il druido tentennava indeciso se uscire o meno, lei lo accompagnò fuori dicendo che era il momento di vedere come stavano Lionel e Sara. Dalla sera prima non aveva avuto loro notizie e si sentiva responsabile per averli coinvolti in quel tentativo fallimentare della chiusura dello squarcio.

Andò in sala ma non li vide, Samuel le disse che erano andati in giardino. I suoi occhi color ghiaccio erano celati da un velo di tristezza. Avrebbe voluto dirgli qualcosa per confortarlo, ma pensò che fosse meglio non immischiarsi e si avviò all'esterno. Una volta messo piede fuori udì le voci concitate dei suoi amici: – Se hai qualcosa di irrisolto con lui devi parlargli! - riconobbe la voce di Lionel. 

– Non ho niente di irrisolto! E poi sono cose del passato che non ti riguardano! - seguita subito dopo da quella di Sara.

Erano sul fianco della villa, dove il giardino era un po' più fitto di alberi ed edere rampicanti. Gesticolavano entrambi, si avvicinavano e si allontanavano. Si prendevano per mano, poi si lasciavano e le voci seguivano la loro danza di incomprensioni fatta di alti e bassi. 

- Non puoi dirmi che non mi riguardano! Lo sai quanto tengo a te! Impazzisco di gelosia quando ti vedo guardarlo! Ma... - Lionel lasciò andare le braccia lungo il corpo, esasperato – ma se hai bisogno di parlargli, da sola, di rivangare certi ricordi e di far luce sui vostri sentimenti, posso accettarlo. Posso farmi da parte, per un po', e aspettare che voi due vi chiariate – 

Sara aveva gli occhi lucidi – Lio... tu sei... - gli si avvicinò piano e lo baciò. 

Roxen arrossì nell'assistere alla scena. Stava per andarsene e lasciarli soli, quando s'imbatté in Alexander che sorrideva sbruffone.

- Non si spiano le coppiette, strega! - la prese in giro.

Roxen avvampò – Non li stavo spiando, li stavo cercando per... - fu interrotta dall'urlo smorzato di Lionel: Sara l'aveva morso sul collo e se ne stava dissetando.

Non riuscì a scollare gli occhi da loro. Quel gesto così carnale, così possessivo e allo stesso tempo intimo, le faceva battere il cuore all'impazzata. Restò immobile, ad ammirarli, quasi invidiosa. Lionel abbracciava Sara con un tale amore, con un tale trasporto che sembravano essere l'uno la prosecuzione dell'altra. Avvinghiati, senza spazi, senza se e senza ma. La perfetta immagine dell'unione.

Fu riportata alla realtà dal tocco delicato di Alexander, che affondava le dita tra i suoi capelli ancora umidi, e scendeva sull'orecchio, percorreva la mandibola e scivolava leggero sulla pelle accaldata del collo.

- Alex – un sussurro che si perse negli occhi profondi e magnetici di lui, e ancora una volta la incatenavano in quell'oblio di desiderio e vita pulsante.

Sentiva il suo respiro farsi profondo e accelerato, il battito del cuore diventare un tamburo e la mente annebbiarsi. Le braccia di Alexander accoglierla tra di esse e le mani premerle sulla schiena perché si avvicinasse a lui.

- Fermami – soffiato ad un centimetro dalla spalla. Il telo fatto scivolare appena, giusto per scoprire quel lembo di pelle arrossata percorsa da brividi.

Roxen posò una mano sul viso di Alexander, non con l'intenzione di fermarlo, ma semplicemente di accarezzarlo e fu in quel momento che entrambi si bloccarono guardandosi negli occhi e capendo che non c'era scampo.

Spazio autrice

Scusate il ritardo nella pubblicazione, ma purtroppo mi sono beccata l'influenza con un febbrone da cavallo che mi ha perseguitata per 3 giorni!

Spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo piuttosto lungo.

Cosa decideranno di fare Alex e Roxen? Cederanno finalmente al rispettivo richiamo del Sangue di Rosa o ancora una volta si tratterranno per il bene della missione?

Milacre si arrenderà all'evidente disinteresse di Roxen nei suoi confronti, o deciderà di assediarla con una corte sfrenata?

E il Principe delle Tenebre in tutto questo se ne starà buono buono, zitto zitto? Io non credo ;)

Votate e commentate! Grazie a tutti! Gli auguri di buone feste ve li faccio nel prossimo capitolo!

Anna :)

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