35. Quando un vampiro fa ritorno - When a vampire returns
Algidea li fece accomodare nella sala. Alexander fissò il tappeto: ricordava perfettamente lo scontro avvenuto col Messaggero, e il vero inizio della collaborazione tra lui e Roxen. Era stato in quel momento che si era accorto di quanto fosse potente e determinata la strega.
I suoi pensieri furono interrotti da Soriana che entrò stancamente nella stanza e Samuel e Vlacu rimasero in rispettoso silenzio, comportandosi come fossero in un luogo sacro.
Il ragazzo andò incontro all'anziana veggente e l'aiutò a sedersi – Ti ringrazio, Alexandrei – lo salutò benevolmente la strega.
– Grazie a te Soriana, che ancora una volta mi accogli nella tua Congrega e mi dai aiuto – rispose lui con un mezzo inchino.
L'anziana veggente sorrise e Algidea portò loro un vassoio con del the – Oh io fossi in te aspetterei a ringraziarla - disse aspramente, rivolgendosi al vampiro.
Alexander alzò lo sguardo sulla donna dai capelli corvini e l'aspetto severo – Cosa intendi dire? -
La strega alzò un sopracciglio e sospirò andando a sedersi accanto a Soriana – Diglielo tu, Sori! -
La veggente tossicchiò prendendo una tazza fumante di bevanda calda e portandosela vicino alle labbra. Ne bevve un sorso generoso, poi trattenendo la tazza a mezz'aria parlò – Il bracciale te lo daremo, ma non possiamo mettertelo –
Alexander corrugò la fronte – Come? Perchè? - guardò Vlacu alla ricerca di una spiegazione, ma l'anziano alzò le spalle e scosse la testa ignaro di quello che stavano dicendo le due streghe.
Soriana proseguì dopo aver bevuto un altro po' – Nessuno a parte il tuo Sangue di Rosa può mettertelo – concluse seria.
Alexander si alzò di scatto dalla sedia – State scherzando? Ma se è proprio per evitare che gli istinti del Principe delle Tenebre vengano fuori davanti al Sangue di Rosa che sono qui! -
Soriana gli intimò di calmarsi e gli chiese di tornare a sedersi. - Mio caro ragazzo, la Sterminatrice ha voluto così, non possiamo modificare le sue leggi sugli oggetti che lei stessa ha forgiato, secoli or sono! -
Alexander sospirò iniziando a rassegnarsi. Si passò una mano tra i capelli confuso – È che io non sono neanche certo che lei lo sia, non l'ho mai morsa... -
- E mai dovrai! - lo aveva minacciato Algidea tombale.
Soriana fissò il suo sguardo vitreo su di lei, quasi come se la stesse avvertendo di non andare oltre e Algidea si ritrasse immediatamente.
- Alexandrei, anche se non hai mai morso la nostra Roxy, io penso che tu sia ben conscio che sia lei il tuo Sangue di Rosa, o sbaglio? Hai perennemente sete quando le sei accanto, no? - la voce dell'anziana veggente era tenera ma allo stesso tempo decisa.
Il vampiro annuì sentendo una strana fitta alla gola – Non ti capita quando sei vicino ad altri esseri viventi, che siano umani, sovraumani o mostri, giusto? -
- Giusto – ammise il vampiro una volta per tutte.
- Bene, allora il bracciale potrà mettertelo solo Roxen! Non farlo toccare a nessuno all'infuori di lei, sennò non otterrai l'effetto desiderato – il tono perentorio che non ammetteva errori.
Alexander si sentì torcere lo stomaco, sperava di poter andare alla villa e incontrare Roxen indossando già il sigillo, dicendole che era tutto risolto e che poteva tornare a collaborare con lei. Invece doveva praticamente chiederle aiuto e ancora una volta esserle debitore.
Il vampiro sbuffò annuendo – E sia. Datemi il bracciale, me lo farò mettere da lei. -
Che altro poteva fare? Restare in balia del suo squilibrio o mettere da parte l'orgoglio e farsi aiutare? La seconda opzione era sicuramente la più saggia e la meno pericolosa.
Algidea uscì dalla stanza e ritornò pochi minuti dopo con un cofanetto di legno intarsiato e rifinito a mano. Lo porse ad Alexander e lo aprì davanti a lui.
Il bracciale era nero, semplice, senza ricami, fronzoli o altro. Puro metallo nero, spesso e resistente.
La strega richiuse il cofanetto e fissò Alexander – Solo Roxen può toccarlo – ribadì.
– Certo. Vado subito da lei ora... -
Soriana lo interruppe – Alexandrei! Lascia stare il druido, d'accordo? Vi sarà utile! -
Il ragazzo incurvò le sopracciglia confuso – V... va bene? -
La strega anziana sorrise aggiungendo – E proteggi Roxen, è ridotta male in questo momento -
Il ragazzo sgranò gli occhi e anche Vlacu si agitò sulla sedia, impensierito per quella povera ragazza – Che vuol dire? Cosa le è successo? -
- Ha tentato un'impresa impossibile, ma è ancora viva – spiegò la veggente.
Alexander afferrò il cofanetto e uscì dalla Congrega come una furia. Vlacu si inchinò ringraziando le due streghe a nome del suo Signore e seguì subito il giovane vampiro con Samuel, imbarazzato e confuso, alle calcagna.
- Un'impresa impossibile, eh? - Algidea guardò di traverso la sua consorella più anziana che sorrideva beffarda .
– Lo sai che io ho sempre tifato per Alex! -.
Algidea alzò gli occhi al cielo – Rosena starà sicuramente ridendo di questa tua passione, mia cara Sori –
La veggente annuì compiaciuta – Lo spero proprio. -
***
Non appena arrivarono alla villa, Lionel chiamò a gran voce Tricia e Lucy, aveva bisogno di loro per curare le sue amiche e anche sè stesso, dato che aveva contusioni e lividi ovunque. Sara era mal ridotta, aveva combattuto fino allo sfinimento, senza badare ai colpi inflitti dai nemici, ma era gravemente ferita. Roxen urlava di dolore per le mani, continuava a dire che le bruciavano tantissimo.
Tricia e Lucy accorsero immediatamente – Oh mio Dio! Ma che vi è successo? Non dovevate fare una semplice ronda? - Tricia sollevò Sara aiutandola ad adagiarsi sul divano.
Mentre Lucy si occupava di Lionel, la porta si aprì e arrivò Milacre che si precipitò subito da Roxen.
La circondò con le braccia e la guardò piangere per il dolore atroce - Cosa vi è successo, ragazzi? -
La strega dai rossi capelli alzò gli occhi lucidi e disperati – È stata colpa mia. Li ho portati allo squarcio e ho tentato di chiuderlo, ma non ci sono riuscita! È solo colpa mia! -
Il druido l'abbracciò accarezzandole la schiena. - Tranquilla Roxy, va tutto bene. Hai solo tentato di fare quello che ti è stato chiesto... vieni, ti porto in camera hai bisogno di riposare – la sollevò come fosse una piuma e la condusse nella sua stanza.
Anche se doloranti Lionel e Sara si lanciarono un'occhiata d'intesa, Tricia invece assunse un'espressione contrita.
A poco a poco i lividi dello stregone sparirono e si sentì abbastanza in forma da poter aiutare Tricia con Sara, che era ancora piena di ferite. - Accidenti, ma non potevi fermarti a un certo punto? Guarda come sei ridotta? - la rimproverò.
Sara sospirò stanca – Era una situazione piuttosto critica, abbiamo rischiato tutti e tre, quindi non sgridare solo me! -
Lionel le sorrise carezzandole i capelli e a fine guarigione le impose di fare un bagno caldo ristoratore – Così ti togli quella puzza di mostro che ti porti dietro! - la prese in giro.
Una volta che la vampira uscì dalla stanza il ricciolino si rivolse alle due giovani streghe – Milacre è interessato a Roxen o sbaglio? -
Lucy guardò subito Tricia che si torceva le mani e ignorando l'amica si decise a parlare – Sai cosa vuol dire quando i druidi si tagliano i capelli, vero? -
Lionel annuì serio sapendo che non avrebbe portato a nulla di buono.
– Bene, credo che abbia scelto Roxen, anche se Tricia vorrebbe essere al suo posto - spiegò Lucy.
Lionel scoppiò a ridere – Ragazze, non avete di che temere, non penso che Roxy sia interessata e adesso è il momento più sbagliato per pensare a certe cose. Inoltre Milacre non lo sa, ma rischia grosso, davvero... - lo stregone fu interrotto dal rumore della serratura della porta principale che scattava.
Si mise davanti alle due ragazze impugnando la spada d'argento, pronto a proteggerle, quando da dietro la porta sbucò il viso arrossato di Alexander.
Lionel sorrise rasserenato, ma subito dopo si scurì in volto notando anche Samuel al seguito dell'amico.
- Lui che ci fa qui? - la spada pericolosamente puntata alla gola di Samuel.
Alexander alzò le mani in segno di resa e camminò raso muro – È dei nostri, abbassa la spada ti prego. - si avvicinò lentamente allo stregone mettendo le mani sulla punta dell'arma per fargliela calare.
- Cosa ci fa qui? - Lionel scandì le parole ancora più duramente.
- Mi hanno accompagnato, sia lui che Vlacu. Mi hanno aiutato molto in queste settimane, lascialo andare – lo implorò Alexander.
Lo stregone allontanò la spada – Non avvicinarti a Sara – lo aveva minacciato a denti stretti.
Finalmente Alexander si accorse della presenza di Tricia e Lucy, che avevano assistito alla scena senza battere ciglio.
- Salve! Sono Alex, questa è casa mia, loro sono Samuel e Vlacu. Suppongo siate mie ospiti – elegantemente si chinò per fare il baciamano e le due giovani arrossirono.
– Adesso capiamo perché Roxy ha raso al suolo il monastero per te, sei veramente da mangiare con gli occhi! - fu il turno di Alexander di avvampare imbarazzato.
Samuel sorrise a Lionel – Sta tranquillo, io e Sara siamo e saremo sempre e solo amici! E poi non la vedo da anni. Davvero, amico, tranquillo! - gli diede una pacca sulla spalla e si diresse verso le due streghe, strappando Alexander alle loro grinfie.
Vlacu invece era rimasto silenzioso e incuriosito sull'uscio di casa – Salve signor Lionel – salutò educatamente.
– Ciao Vlacu, ti accompagno nella zona notte, così potrai scegliere una camera e sistemarti – non vedeva l'ora di allontanarsi da quel vampiro dagli occhi di ghiaccio, prima che il suo pugno incontrasse quel bel faccino perennemente giovane.
L'anziano sorrise – La ringrazio molto, signore -
Mentre abbandonavano la sala lo stregone lanciò un'occhiata di sbieco a Samuel che rideva con le due streghe. "Inutile e farfallone!"
Dopo qualche istante Alexander fu alle loro spalle – Roxen dov'è? - chiese concitato.
Lionel si fermò nel mezzo del corridoio e fissò l'amico dritto negli occhi – Milacre l'ha portata in camera sua. - fece una pausa per studiare la reazione del suo amico, che come si aspettava s'irrigidì.
– Che vuol dire l'ha portata? Non è in grado di camminare da sola? Che le è successo? Soriana mi ha detto che ha tentato un'impresa impossibile! - l'ansia nella parole del vampiro era tangibile, traspariva chiaramente anche dai suoi occhi.
Lionel non fece in tempo ad aprire bocca che l'urlo di Roxen echeggiò in tutta la villa.
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